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Elisabeth chiuse gli occhi e si rifugiò nei suoi pensieri, che erano tristi ed avvilenti.
Ad un tratto la donna sentì la porta chiudersi di colpo. Un attimo dopo di nuovo avvertì le forti braccia di qualcuno prenderla. Era Daizer che con impeto la strinse a sé. Restò a fissarla per un istante che apparve infinito, per poi avvicinarsi alle sue labbra e baciarla. La baciò a lungo, con ardore. La sua bocca stringeva e premeva su quella di lei, mentre le sue mani cominciarono a spogliarla. http://static.tvgcdn.net/MediaBin/Ga...f-earth-31.jpg |
Ci lasciammo il cimitero alle spalle e continuammo la nostra marcia.
Incontrammo un pastore sulla via, finalmente un'anima viva, ma non ci badai più di tanto. Volevo solo arrivare alla città il prima possibile. Dovevano mancare soltanto poche miglia, ormai, diedi ordine di accelerare il passo. |
Un colpo secco....i suoi passi ....non mi ero mossa dal luogo dove Daizer mi aveva lasciata......almeno così mi sembrò.....solo pochi attimi dopo le stesse mani che prima mi scuotevano....ora erano delicate sul mio volto...le stesse labbra che avevano parlato di bugie e di incertezze....ora erano poggiate sulle mie..... come a riempirsi di acqua....come a volere pane per la propria fame.......eravamo in due.....due sconosciuti che si erano trovati in un mondo di vivi a parlare di morti........sentivo le sue mani su di me muoversi con foga ...ma fermarsi per donarmi la dolcezza che quel momento richiedeva....e io ...cercavo di donargli la mia inesperienza........fui presa tra le braccia ...senza la vergogna di ritrovarmi senza alcun velo che copriva il mio corpo......e poi fu magia.....mi sembrò di perdere i sensi....mi sembrò che il resto del mondo si fosse fermato per aspettarci......mi sembrò che la mia vita riprendesse a vivere......ecco....ora...respiravo......ora gioivo..in piena completezza....il suo peso su di me.....sentendolo sussurrare il mio nome........io su di lui........mentre i miei capelli coprivano il suo volto...........eravamo affamati....c'eravamo saziati l'uno dell'amore dell'altro...............Poi Morfeo ci strinse tra le sue braccia.......e fu notte e fu mattina............un raggio di sole....esplose sul mio volto.........aprii gli occhi......e mi sembrò che ogni male fosse finito........allungai la mano ma lui non c'era.......e mi accorsi che lui era guardava fuori dalla finestra...sembrava assorto........." Daizer......siete già in piedi......avete ragione...dovrei essere alzata anche io......e invece...sto poltrendo....." Afferrai il lenzuolo per coprirmi......il mio senso del pudore..ora si faceva sentire........ero in imbarazzo...volevo sprofondare.......ma che mi era preso.....e ora ?....cosa sarebbe successo...cosa avrei dovuto dire o fare.....gli andai accanto........" Vi sentite bene Daizer ?......questa notte io non vi ho mentito.....".....
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Sgranai gli occhi.."Ma questo è ingiusto Older..qui sono d'accordo con Voi...andiamo in chiesa, è la Casa del Signore ma quando si deve dissentire lo si deve fare".
Entrai in chiesa e la gente si era riunita attorno al vescovo e vicino vi stava la teca, portata da quei cavalieri possenti, che proteggeva la arma. "Dissento..." dissi in tono pacato e la mia voce rimbombò nella chiesa di San Martino mentre mi avvicinavo al duca e al vescovo già pronto a investirlo come Campione. Mi rivolsi prima al Duca..."Sua Signoria, non metto in dubbio il vostro onore e la vostra gloria ma è stata sancita una regola...questa arma, la arma dei Taddei spetta a Colui che sconfiggerà il cinghiale e quindi il Male, cosa che voi mi sembra non avete ancora fatto..magari potreste non essere voi e dovrà ancora arrivare colui che lo farà". Ricordai le parole di Posteg e stranamente ci credevo..."Sapete Duca Gvin..non pensiate io sia una donnina sciocca solo buona per essere la regina delle madrine..anzi abbiamo due cose in comune, il nome pure..ovvero mi presento..Duchessa Altea Mc Gwyn..provengo da Camelot ma visto mio padre era un uomo diplomatico alla corte e pure imparentato coi reali, come me, abbiamo girato molti posti, siamo stati pure a Capomazda ma purtroppo non nel vostro..piccolo ducato" e sorrisi ironicamente pronunciando quelle parole.."A differenza di voi non vado in giro con stendardi e seguito..anche se potrei farlo". E a questo punto mi rivolsi al vescovo.."Sua Emminenza, sebbene io abbia avuto una forte educazione cattolica proprio per questo devo dissentire....è chiaro, i Taddei sono legati alla Chiesa e non permetterebbero mai questo gesto che state compiendo..il duca dovrà dimostrare di meritarsela la arma ovviamente avvisandolo di ciò che rischia visto non è invincibile". Il vescovo e il duca mi osservavano in silenzio lanciandosi delle occhiate e io guardai la gente sperando capissero. http://i61.tinypic.com/2iiaofq.jpg |
Il mostro si alzò in piedi dal fondo del profondo fossato.
Era veramente un colossale aborto. Egli mi indicò i miei fedeli compagni di viaggio. Vidi ciondolare dal viadotto Jack e il mio Dante come salamelle. Poveri cari! Sospirai sconsolatamente ed affermai: “D’ accordo, Messer Orco!.....Fatemi il vostro enigma….sono tutta orecchie!”. Lo guardai fiera e fredda. http://i61.tinypic.com/2hey342.png |
Daizer se ne stava immobile davanti alla finestra, a fissare fuori nella sterminata infinità del cielo mattutino.
Il vento aveva cominciato a soffiare forte sulla città di Averze, rendendo l'aria densa di nuvole inquiete che contorcendosi attraversavano l'orizzonte, filtrando a stendo i luminoso bagliori del Sole. Elisabeth si avvicinò, coperta com'era solo dal leggero e bianco lenzuolo. Lui era ancora senza vestiti e sentendola arrivare cercò il suo corpo con la mano, per poi tirarla dolcemente a sé. Erano di nuovo l'uno contro l'altra, separati solo da quel lenzuolo che avvolgeva la figura di lei. Elisabeth sembrava come una bambina che aveva appena commesso qualche marachella, col volto vagamente tinto di un lieve pudore. “Si...” disse il contrabbandiere “... so che stanotte non avete mentito... il linguaggio del corpo non sa mentire...” e tenendola a sé aveva preso ad accarezzare piano la sua pelle liscia “... neanche io so cosa succederà adesso... ma stando a ciò che avete raccontato all'inquisitore e poi alle sue parole, non credo ci sia molta scelta... siamo quasi obbligati a cercare quella vostra sorella...” |
L'orco rise a quelle parole di Eilonwy.
“E sia...” disse il mostro “... per ogni risposta sbagliata che darai io ucciderò uno dei tuoi compagni... dunque hai solo due possibilità per risolvere l'arcano... alla terza risposta errata prenderò la tua vita!” “Che gioco macabro...” mormorò il merlo all'orecchio della ragazza “... invece delle pedine ci sono vite umane sul tavolo...” L'orco prese a recitare: “Tutti, nessuno escluso, ne hanno una, ma di toccarla non c'è possibilità alcuna!” |
A quelle parole di Altea, Gvin scoppiò a ridere.
“Ne avete di coraggio...” disse poi alla dama “... già, tanto bella, quanto sfacciatamente coraggiosa...” rise di nuovo, per poi voltarsi verso tutti i presenti “... una donna che ha più coraggio di tutti voi messi insieme...” guardò tutti i cavalieri in volto, uno per uno “... lei sola ha avuto l'ardire di dirmi in faccia ciò che devo o non devo fare...” scosse il capo divertito, tornando a guardare Altea “... e così siete una nobile... un'aristocratica... dalla vostra fierezza e dal vostro fascino l'avrei dovuto capire subito... beh, è un gran peccato... se foste stata una serva o una popolana avrei potuto comprarvi ed avervi per me...” sorrise fissandola negli occhi “... ora invece dovrò trovare un altro modo per avervi...” si avvicinò e le accarezzò i lunghi capelli biondi “... naturalmente so benissimo che bisogna pagare una degna somma per la figlia di un duca... ma si dia il caso che io posso pagare quanto occorre per avere il vostro corpo come pegno... pagare in fama e potenza, naturalmente...” “Milord, lady Altea dice il vero...” intervenne il vescovo “... la spada andrà solo a colui che ucciderà il cinghiale.” “Perchè poi pretendete quella spada?” Facendosi avanti uno dei cavalieri. “Noi siamo qui da molto più tempo di voi ed abbiamo il diritto di cacciare quel cinghiale prima di voi. Cosa sapete poi di quell'animale? Noi siamo anche andati a cercarlo, rischiando la vita.” “Avete finito?” Sbottò Gvin. “O devo ascoltare ancora qualche altro petulante presunto eroe?” Un ghigno apparve sul suo volto fiero. “Cosa so di quell'animale, vero? Sciocchi inetti...” con disprezzo il duca “... mesi fa, durante una battuta di caccia, sulla strada del ritorno, fui assalito da quella belva... aggredì i miei uomini, spappolandoli come capretti... era buio e non riuscii a rendermi conto di quell'assalto, poiché fu veloce come un fulmine... mi caricò, sbalzandomi via... e quella fu la mia fortuna... sparì senza finirmi... ed io come ricordo di quella notte ho perduto un occhio...” e si tolse la benda, mostrando ciò che gli aveva fatto quel cinghiale “... ecco cosa so di quella bestia! E non avrò pace fin quando non mi sarò vendicato... potete giurarci!” http://www.cinemagraphe.com/_movies/...s-as-einar.jpg |
Clio ed i suoi, lasciatosi alle spalle il cimitero, ripresero il cammino fini a giungere presso l'abitazione di un pastore.
Ma non vi badarono ed anzi accelerarono il passo, andando oltre. L'uomo restò a guardarli a lungo mentre si allontanavano. Poco dopo, finalmente, si ritrovarono davanti alla città di Solpacus. La porta d'ingresso era aperta e appena attraversò quel passaggio la compagnia dei falsi mercenari vide una comunità vivace ed animata. Infatti per le strade vi era una buona varietà di umanità, a testimonianza della laboriosità di quel luogo. “Mamma...” disse un bambino correndo davanti ai loro cavalli “... sono arrivati altri cavalieri!” Guardò poi Clio ed i suoi compagni. “Siete cavalieri del duca oppure siete qui per dar la caccia alla bestia per conto vostro?” “Mark!” Lo chiamò sua madre. “Vieni qui, subito! Perdonatelo, signori... è un bambino curioso e un po' vivace...” rivolgendosi poi la donna a quei guerrieri. |
Citazione:
Che cosa dovevo fare? Chiusi gli occhi per concentrarmi e tutto ad un tratto sentì una voce nella mia mente. “Eilonwy!” disse la voce nella mia testa. “Eccomi!...Chi siete?” risposi. “Sono l’ Arcangelo Metatron. Sono qui per aiutarti e per aiutare il pupillo dell’ Arcangelo Gabriele, Aladiah. Ti aiuterò a risolvere l’ indovinello dell’ Orco della Strega Nera Isolde!” sentenziò calmo l’ angelo. La voce del Messaggero di Dio era calda come il sole eppure allo stesso tempo limpida e fredda come un rivolo di acqua di fonte e dolce come il miele e simultaneamente decisa e trionfante come il suono delle campane in festa di una chiesa. “Grazie….grazie di cuore….ve ne sono molto grata!....Ma veramente siete voi Metatron?” chiesi alla fine. “Certo che lo sono! Dubiti per caso della parola di Dio e di un suo fidato messaggero e soldato?” rispose serena, ma leggermente risentita la creatura celeste. “Certo che no!...Io ho una grande fede nel Signore dell’ Universo!” esclamai vergognosa. Metatron sorrise ed affermò: “La risposta all’ enigma è questa: l’ Anima. Tutti hanno un’ anima, un’ energia interiore, uno spirito vitale. Anche il Nemico di Dio ne ha una anche se di pece. Adesso devo ritornare nell’ Empireo. Buona Fortuna!”. Ritornai in me fiduciosa e speranzosa in Dio. “E’ l’ Anima! Tutti hanno un’ anima, un’ energia interiore, uno spirito vitale. Anche il Nemico di Dio ne ha una anche se nera e malvagia!.....Ma nessuno può toccarla perché è fatta di energia pura ed aria!” confutai all’ Orco, riportando le miracolose e sagge parole dell’ arcangelo. http://www.lightascension.com/images/MetatronLight.jpg |
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