Camelot, la patria della cavalleria

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Destresya 11-03-2019 16.12.01

Lo fissai sorseggiando il mio Negroni, con aria vagamente divertita, per poi scoppiare a ridere alle sue parole.
Allora iniziai a scuotere la testa, lentamente, con fare enigmatico.
"Acqua, acqua, acqua signor sceneggiatore..." ridacchiando, per poi sporgermi verso di lui con fare complice.
"E lascia che glielo dica, se è questo che pensa di me il suo intuito non funziona bene come lei crede!" con voce calda e sensuale, mentre lo fissavo nei suoi occhi azzurri.

Altea 11-03-2019 16.12.31

A quelle parole lo osservai negli occhi azzurri, erano enigmatici come quella frase....rendersi conto del reale e non reale.
Ma non ebbi il tempo di chiedere, avere spiegazioni che lui svanì proprio come un fantasma, un' ombra.
Entrai nel palazzo e chiamai Ambrose, a dire il vero avevo un certo appetito, e poi volevo essere in forma quel giorno.

Guisgard 11-03-2019 16.17.09

Ambrose si presentò davanti ad Altea e mostrò un lieve cenno del capo come saluto.
“La signora” disse “ha chiamato?” Fissandola.

Guisgard 11-03-2019 16.17.27

“Ma io invece speravo esattamente il contrario.” Disse divertito guardando Destresya allo stesso modo in cui lei guardava lui. “Lieto quindi di aver sbagliato. Bene...” finendo la sua sigaretta “... allora provo con l'esatto contrario...” spegnendo la cicca “... lei è la direttrice di un grande ufficio e le piace dare ordini. Magari in modo particolare a qualche giovane impiegato di belle speranze.” Facendole l'occhiolino. “Ci ho presto ora?”

Guisgard 11-03-2019 16.17.39

"Si, credo di capire cosa intendi..." disse Elv stringendo la mano di Gwen.
Ad un tratto qualcosa urtò di nuovo il vetro della finestra.
Lui si voltò di scatto e poi corse a vedere.
Allora vide un uccello picchiare veloce contro il vetro.
Svolazzò e dopo un istante tornò ancora a sbattere contro la finestra, stavolta restando però morto sul davanzale.
"Ma che diavolo...” mormorò perplesso Elv.

Altea 11-03-2019 16.24.20

Fu come tornare in quel sogno assurdo, ma nel Palazzo. In quella visione o sogno dove ero la padrone della villa e il pittore mi ritraeva.
"Si, potrebbe servirmi una degna colazione nel salone grande?" indicando proprio il salone dove il padrone mangiava solitamente.
Entrai senza tanti preamboli e mi accomodai su un divanetto prendendo un quotidiano mentre aspettavo la colazione...ricordai il padrone mi aveva detto che mi avrei saputo il suo nome dopo aver fatto il ritratto, altro fatto misterioso ma non me ne preoccupai più di tanto.

Lady Gwen 11-03-2019 16.24.58

Annuii vedendo che comprendeva sia le mie parole sia il mio stato d'animo.
Poi, improvvisamente, assistemmo ad una scena raccapricciante.
Scoprimmo che la cosa che aveva scheggiato il vetro era in realtà un uccello e continuò a lanciarsi sul vetro per poi crollare morto sul davanzale.
Rimasi interdetta alcuni istanti, poi mi alzai, ancora indossando l'intimo e mi avvicinai alla finestra.
"Non sono un veterinario, ma è un po' insolito come comportamento, no?" chiesi, per conferma.

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Destresya 11-03-2019 16.27.30

Avevo ormai finito il mio drink ma continuavo a giocare con la cannuccia con fare malizioso e sensuale.
A quelle parole ridacchiavo, divertita, fissandolo ora con la testa inclinata da un lato, ora dall'altro.
I suoi occhi azzurri intensi mi ipnotizzavano, mi divertiva quel giochetto.
Quando finì la descrizione, sorrisi, divertita.
"Sì, questo potrebbe avvicinarsi un po' di più alla mia vita lavorativa, che peraltro mi reclama.." sospirai.
Non potevo continuare a perdere tempo in quel modo, dovevo andare a cercare il mio contatto.
Ma dove diavolo si era cacciato?

Guisgard 11-03-2019 16.32.27

Il maggiordomo annuì.
Poco dopo servì una ricca colazione ad Altea nel salone, mentre la mattinata scorreva lenta e piacevole, come un libro appena comprato che si sfoglia per vederne le illustrazioni.
Ad un tratto qualcuno bussò al cancello ed Ambrose andò ad aprire.
“Signora...” disse tornando da Altea “... è giunto il pittore.”

Guisgard 11-03-2019 16.32.39

“Molto insolito...” disse Elv a Gwen aprendo la finestra e raccogliendo l'uccellino morto “... si è spezzato il collo a furia di sbattere contro i vetri della finestra...” fissandolo “... forse dovremmo uscire a fare 4 passi. Non credi?” Aveva voglia d'aria e di distrarsi da quell'atmosfera insolita.


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