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La tensione di Guisgard, poi quelle voci... faticavo a comprendere la strana reazione che tutto ciò stava avendo su di me... non ero spaventata: sarebbe stato assolutamente normale essere spaventati, e perfino sconvolti... ma io non lo ero. No... sentivo la loro sofferenza, invece... sentivo un crescente e doloroso senso di non completezza... sentivo confusione e smarrimento...
Poi... Citazione:
Lasciai quindi scivolare lentamente la mano di Guisgard dalla mia per seguire quel gelido vento... facemmo qualche passo tra i telai, poi una di loro mi invitò a varcare una porta e la sentii richiuderla alle mie spalle... Potevo sentire la voce di Guisgard dall’altra parte del battente, parlava con l’uomo della fabbrica... ed era sempre più teso. Vicino a me, avvertivo le donne muoversi e sentivo il tocco delle stoffe che mi sfioravano, come una fresca brezza... una, poi un’altra... Inspirai... tutto nei loro movimenti, in quei rumori, aveva un che di cadenzato, di ritmico, di ripetitivo... come un’infinita danza incessante... e mi trovai a chiedermi da quanto tempo andava avanti quella danza. E mi trovai a chiedermi se mai sarebbe terminata. “Ditemi... vi piace vivere qui?” domandai ad un tratto, spinta dall’istinto di capire “Siete felici di ciò che fate?” |
non abbiamo insultato nessuno abbiamo detto che questo falco parla e non vuole crederci non ci permetteremmo mai noi di offendere qualcuno senza un motivo vorremmo mangiare qualcosa e riposarci dal lungo viaggio dissi e rimasi in attesa che il capo dei soldati disse qualcosa
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Camminammo molto e in silenzio, non capivo l'inquietudine di Fyellon...ma non volevo chiedere nulla, d'altronde non sapevo nulla di lui..tranne di quel racconto su suo padre che mi narrò nel parco del Palazzo e di un fratello che lo uccise, tradendo pure la sua fiducia.
Ad un tratto giungemmo davanti a un chiesa, Fyellon era stupito, e scese da cavallo giungendo vicino una lapide e lo raggiunsi, sopra vi era scritto: "“Mi chiamate Maestro e non Mi seguite... Mi chiamate Misericordia e non confidate nel Mio perdono... Mi chiamate Provvidenza e non vi abbandonate a Me... Mi chiamate Onnipotente e non confidate in Me... Mi chiamate Onnipresente e non Mi cercate... Mi chiamate Onnisciente e non Mi interrogate... Non meravigliatevi se un dì non vi riconoscerò...” Riflettei..."Fyellon, il Signore ha ragione, quante volte lo cerchiamo solo nel momento di necessità, nella sofferenza, dimenticandoci ogni giorno che lui vive vicino a noi...vedete quell' albero? anche quello può essere Dio perchè sua Creatura. Non dite più che non credete nella Bontà Divina...ricordatevi di queste parole." Osservai la chiesetta, era sconsacrata, non c'era la croce...guardai Fyellon, mi feci il segno della croce prima di entrare...e ad un tratto mi avvolse il buio...iniziai a sentire voci, urla, pianti...che stava succedendo? "Fyellon" urlavo "dove sei"...cercavo l'uscita ma ero entrata in un luogo tutto buio, come era possibile mentre fuori il sole splendeva...l'uscita, non la trovavo più. Mi sedetti col cuore che mi batteva all'impazzata e davanti a me mi si presentò un' aura e poi un vecchio cavaliere che mi fissava, sembrava uomo di grande maestria e virtù..."chi siete voi?" domandai. |
Mi chiesi come quei pellegrini potessero parlare di argomenti simili davanti ad una sconosciuta. Volevano distruggere una città! E, da quello che avevo capito, lo facevano solo per un tesoro. Non avrei potuto accettarlo. Sentii il cuore che batteva forte e le mani che tremavano. Mi sembrò che il mondo stesse girando più lentamente rispetto ai miei pensieri. Corsi via dalla chiesa, uscendo dalla grande porta; non potevo scappare a piedi, mi avrebbero raggiunto subito. Slegai tutti i cavalli per farli scappare in modo che non mi potessero raggiungere, poi saltai in groppa ad una giumenta. Avevo già cavalcato un paio di volte, non era difficile; la giumenta partì subito al galoppo ed io imboccai il sentiero. Guardai dietro di me i cavalli imbizzarriti e gli uomini che cercavano in tutti i modi di calmarli. Mentre cavalcavo, mi chiesi perchè quella voce non mi avesse avvertito della pericolosità di quegli uomini... ora ero ancora più intenzionata a capire a chi appartenesse la voce e che incantesimo usasse; ma prima dovevo pensare a raggiungere Redentos e gli altri cavalieri.
Mi resi conto che ormai era scesa la notte. Tra poco tempo non sarei riuscita a vedere più niente ed avevo paura che tra i boschi si aggirasse qualche malintenzionato. Scesi dalla giumenta se proseguii a piedi per qualche metro, poi mi fermai, in attesa che accadesse qualcosa, qualcosa che nemmeno io riuscivo ad intuire. |
Sentii le sue dita sulla mia fronte......mi spostavano una ciocca di capelli, una strana sensazione ricordi di un tempo lontano....." Certo... che vengo con voi...l'acqua fresca rinvigorira' i nostri stanche muscoli......per quanto riguarda l'arte del combattere e la mia rabbia...ho dovuto esercitare anche quella....una spada in mano e un'animo impulsivo ed irrabondo...non si sposano bene........".....E cosi' avviandoci alla fontana ricambiai con un sorriso sornione quello di Isolde.......c'era in quel parco una mistura di odori che faceva perdere la testa......sio a quando arrivati ad una fontana.....non immergemmo le nostre braccia.....lui comincio'...a lavarsi il volto...sino a quando la sua camicia non si apri'..ed una lunga ferita si mostro' ai miei occhi......tolsi le braccia dall'acqua e per istinto vi posi una mano...solo un tocco ..soo un istante....."......e' come se vi facesse ancora male "...
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XV Quadro: La Guerra dei due Gigli e la Misericordia della Luce
"Ora basta; fate indietreggiare le vostre genti: presto giungerà la Gioia che, a quanto credo, vi darà dolore." ("Chretien de Troyes, Erec e Enide") Guisgard fissava quell'uomo e poi le donne al lavoro sui telai. Vi erano anche alcuni operai che portavano nella fabbrica stoffe, brocche colme d'acqua e sacchi di carbone. Dei ragazzini poi, come per loro fosse un gioco, si divertivano a far girare le ruote degli argani e ad alimentare il fuoco delle caldaie gettandovi dentro ramoscelli secchi. “Cosa sta succedendo qui?” Sempre più agitato Guisgard. “Chi siete voi? Dove avete portato...” “Milord, vi prego...” interrompendolo l'uomo “... perchè siete cosi agitato? Qualcosa vi ha indisposto?” Guisgard allora afferrò l'uomo per il bavero, come a volerlo strattonare. A quella scena tutti smisero il proprio lavoro e fissarono il cavaliere. “Non è il caso, mio signore...” restando calmo l'uomo e prendendo la mano di Guisgard affinché lasciasse il suo bavero “... non è il caso...” Il tocco di quella mano era gelido e leggero, come un soffio di vento. E Guisgard provò un profondo senso di smarrimento. L'uomo si voltò verso gli operai e sorridendo, con un cenno del capo, invitò tutti loro a riprendere il proprio lavoro. Nel frattempo, nel vestibolo laterale, Talia era con quelle ragazze. “Non saprei, milady...” rispose candidamente una di quelle “... viviamo qui da sempre e per sempre sarà la nostra casa... abbiamo atteso tanto il ritorno di voi e di vostro marito, affinché, come promise lui prima di partire per Sygma, mantenesse la promessa fatta ai nostri padri...” “Si, la promessa” intervenne un'altra di quelle “di trovare un marito per ciascuna di noi.” Le ragazze allora, con infinita grazia e delicatezza, aiutarono Talia a spogliarsi. E una volta nuda, adagiarono sul suo bellissimo corpo quelle stoffe, intrecciandole e tessendole con fili d'oro, fasce dai colori meravigliosi e pendagli dai riflessi e i bagliori quasi crepuscolari. “Siete pronta, milady...” sorridendo una di quelle ragazze “... e siete bella come in quel giorno... rammentate la cerimonia, vero? Le nozze celebrate nella Cappella del Belvedere e poi la festa nel feudo di Felchyus, nel suo monumentale maniero ducale... andiamo, vostro marito sarà impaziente di rivedervi...” E la condussero di nuovo nella sala dei telai, dove la stava attendendo Guisgard. http://images2.fanpop.com/images/pho...09-535-347.jpg |
Redentos fissò Parsifal.
“Cosa accade, ragazzo?” Inquieto il cavaliere. “Cosa hai visto in sogno? Chi devi aiutare?” “Quella collana è stata Lilith a volerla al tuo collo.” Disse Avid il nano. “Raccontaci tutto, ragazzo.” Lo esortò Redentos. “Dall'inizio.” |
Altea era avvolta nella cupa atmosfera di quella chiesa.
Ad un tratto un alone e poi quella figura. I suoi tratti erano austeri e lo sguardo solenne. Fissò Altea e quando fu sul punto di parlare, la luce del giorno invase l’interno della chiesa. Fyellon aveva sradicato la porta, squarciando così la cupa oscurità di quel luogo. “Perché non mi avete atteso?” Domandò ad Altea. “Meglio essere prudenti…” si guardò intorno e notò qualcosa. Era verso l’abside e la luce in quel punto non riusciva a tagliare le maglie delle tenebre. Fyellon allora avvolse un lembo del suo mantello attorno ad un palo di legno spezzato e ne fece una torcia. Illuminò così l’abside e in quel momento apparve loro un’immagine inquietante: dalla semivolta pendeva una grossa Croce capovolta. |
Quel cavaliere mi fissava...era fiero di sè..e nel buio di quella chiesa si avvicinava piano a me, stava per proferire parola, mentre io ero a terra, spaventata...potevo sentire l'eco del mio cuore in quella chiesa...quando a un tratto ci fu..Luce...e tutto svanì.
Guardai verso il punto da cui proveniva la luce e vidi Fyellon, che aveva aperto la porta con forza, mi diressi correndo verso di lui..."La porta..ma non era chiusa quando entrai, che è successo?" Fyellon costruì una torcia rudimentale col suo mantello e piano ci dirigemmo verso l'abside della chiesa...e..rimasi a bocca aperta..la Croce di Nostro Signore era capovolta..."Fyellon dobbiamo uscire da qui, questo non è luogo sacro, questo è Anticristo, ci sono presenze malvage...e infatti vidi un cavaliere qui nel buio prima che voi entraste". |
Lilith era fuggita.
Era fuggita nella selva, lontano dalla chiesa di Santa Sofia e dai quei misteriosi viaggiatori. Aveva cercato riparo nel ventre della selva, dove a stento giungeva la luce del meriggio ormai prossimo all’imbrunire. Ad un tratto però la ragazza udì dei passi. Un attimo dopo, dalla fitta vegetazione, emersero i tre viaggiatori. “Non si abbandona così una chiesa…” disse uno di loro “… e nella selva potresti perderti… tra un po’ sarà buio e nell’oscurità si nasconde il peccato…” |
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