![]() |
Ella solo annuì, alchè pensai che a suonare il pianoforte fosse proprio la dama che arrivò subito e felice della mia presenza.
"Grazie per l' invito...si ho accettato, e potete immaginare il motivo..non sono qui ospite per lungo tempo, sono solo venuta per parlare del ciondolo che porto al collo...per capire assieme a voi...zucchero e limone grazie". Sorrisi e presi la tazzina da the...avanti bevi questo the Altea, solo un sorso..lo portai alle labbre assaggiandolo e lo riposi. "Devo farvi i complimenti, suonate il pianoforte meravigliosamente, pure io lo suono sapete? E' l' unico modo per esternare i miei sentimenti assieme alla lettura". La guardai aspettando entrasse in discorso del ciondolo, non volevo essere scortese, ma in fondo ero li proprio per quello. |
I monaci....avevano il tempo scandito dalle ore.....le preghiere ed il lavoro racchiuso nel silenzio...fortificava il loro spirito e il loro corpo ........Ma l'Abate ci ricevette....e dopo aver ascoltato il Priore...arrivo' la logica domanda....cosa ci aspettavamo....." Vedete Abate Elia.....c'e'una situazione che tormenta ormai tutti....le leggende si stanno trasformando in verità negli animi dei piu' semplici ed inducono le persone di potere a creare un ambiente di disagio e di fallimenti politici....portando alla lunga alla sofferenza delle classi piu' deboli....riesumare il corpo dell' ultimo dei Taddei...potrebbe farci scoprire se e' morto di morte naturale o se qualcuno ha attentato alla sua vita......o potremmo scoprire....se il morto potesse essere piu' vivo di noi........Voi sapete che c'e' un uomo che sembra essere impazzito...perchè dice di averlo veduto.....e voi sapete che quel poveretto....non e' un pazzo....qualcosa ha visto.....".....avevo detto anche piu' del dovuto...ora il Priore doveva sostenermi.....se rimanevo da sola potevo tornare al castello a preparare decotti
|
Osservai la reazione di Guanto, vagamente divertita.
Con chi credevi di avere a che fare? Ma la cosa più divertente fu veder arrivare Lord Cimmiero, che rimise Guanto al suo posto, mandandolo nelle cucine. Non fai più il gradasso, eh.. Ma ovviamente non dissi nulla, mi limitai a rispondere con uno sguardo ghiacciato e tagliente al suo. Forse si poteva iniziare a parlare di affari. |
Gwen lasciò la sua camera e scese al pianterreno, dove la locandiera gli offrì una pagnotta appena sfornata ed una tazza di latte caldo.
Pian piano poi la locanda cominciò a riempirsi, mentre sempre più curiosi si fermavano ad ascoltare quel cantore e le sue storie. Ed egli, in cambio di pane caldo e di un posto accanto al focolare, non si faceva certo pregare per ricominciare ed allungare il suo racconto. “I Taddei” disse la locandiera a Gwen “erano gli antichi signori di questo ducato. Per secoli vi hanno dominato, essendo i prediletti del re ed i campioni della Chiesa. Oggi però nessuno di loro siede sull'antico seggio ducale, in quanto l'ultimo esponente di questa stirpe è morto improvvisamente pochi mesi fa. Lord Guisgard fu trovato senza vita nel cortile del suo palazzo. Una morte inaspettata e misteriosa. Secondo medici e cortigiani è stata naturale. Ma secondo altri...” il suo sguardo si perse per un momento nel vuoto della stanza “... secondo altri di naturale vi fu ben poco... infatti molti giurano che è stata la terribile maledizione chiamata Gioia... la Gioia dei Taddei a portarselo via... come ha fatto con molti altri duchi prima di lui...” |
Ascoltavo la locandiera con estrema attenzione, cercando di non perdermi nemmeno un piccolo dettaglio di quella storia.
Immaginavo che i Taddei fossero una famiglia piuttosto importante, qui in citta`. Si capiva dall'attenzione che i passanti rivolgevano al cantore. "Non deve essere stata una famiglia molto fortunata", pensai. L'ultimo suo discendente era morto e per di piu` non si sapeva neanche come. La donna aveva detto che molti pensavano che questa "Gioia" l'avesse ucciso. Il significato di questa, pero`, non mi era ancora ben chiaro. Come sempre la mia curiosita` prese il sopravvento. "Cos'e` quindi di preciso questa Gioia?" chiesi, sperando di non risultare invadente "E cos'e` successo agli altri membri dei Taddei?" |
“Sono tutti morti.” Disse all'improvviso una voce alle spalle di Gwen. “Tutti o quasi uccisi dalla Gioia.” Era il cantore che si era avvicinato al suo tavolo. “Si, dite il vero... sono una stirpe folle e sfortunata... tutto nacque secoli fa... quando il duca Ardeliano il Grande conquistò Sygma e prese in moglie la principessa Gaya, facendone la Granduchessa. I due ora regnavano su un territorio vastissimo, che andava da Nord a Sud, diviso solo dai territori della Chiesa, quasi a legare Capomazda e Sygma in una mistica unione nuziale... ma Ardeliano non comprese quanto il Cielo gli aveva dato ed il suo comportamento rese la bella Gaya prima infelice, poi addirittura folle... ed una terribile notte, fuggita via la principessa, Ardeliano uscì a cercarla... ma prima di andare una vecchia nutrice della ragazza lo maledì... e non solo a lui... né Ardeliano e né i suoi discendenti infatti avrebbero più avuto Sygma e l'Amore Vero... questa terribile maledizione ella impose su di lui e su tutti i Taddei... ed oggi la Gioia dei Taddei ha vinto... poiché i discendenti di Ardeliano sono tutti morti...”
“Ma sono solo leggende.” Mormorò la locandiera. “Non temete.” Fissando Gwen. |
Come sperava Clio, si tornò a parlare di affari.
“Milord...” disse Azable a Cimmiero “... dunque, tornando ai nostri affari...” “Vi ascolto.” Fissandolo il nobile. “Noi abbiamo importanti collezionisti fra i nostri clienti” spiegò Azable “e pur di avere armi speciali sono disposti a spendere qualsiasi cifra.” “Ottimo argomento...” sorseggiando del vino Cimmiero. Ma proprio in quel momento entrò qualcuno con passo affrettato. “E' questo il modo di arrivare?” Seccato Cimmiero. “Sono con alcuni ospiti...” “Già, a trattare oggetti non ancora vostri.” A muso duro Gvineth. “Come spennare un pollo ancora vivo.” “Come osate!” Risentito Cimmiero. “Discuteremo dopo di questo...” fece Gvineth “... abbiamo un problema più serio ora...” “Problema?” Ripetè Cimmiero. “Si, ancora quei fanatici...” annuì Gvineth “... pare si riuniranno anche stanotte...” “Il Patto delle Civette?” Stupito Cimmiero. “Si e sono certo tramano qualcosa.” Rispose Gvineth. |
Cassaluia sorrise ad Altea.
“Allora vi invidio.” Disse. “Io purtroppo non so suonare il pianoforte... ma adoro ascoltarlo...” sorseggiò del tè “... si, so che siete qui per il ciondolo... e come vi dissi sono stata io a fabbricarlo... chiedetemi pure ciò che più vi interessa ed io sarò lieta di soddisfare ogni vostra domanda su quel monile, milady.” Con cortesia. |
L'abate Elia ascoltò Elisabeth.
“Si, comprendo ciò che dite...” disse. “Dunque ci appoggerete?” Fissandolo il Priore Tommaso. “Voi ritenete possa essere utile questo tipo di indagine? Sul corpo del duca intendo...” “E' il tassello mancante.” Rispose il Priore. “Abbiamo indagato ovunque, su tutto e tutti. Controllare quel cadavere è l'ultimo passo.” “Così metteremo fine a queste leggende finalmente?” Domandò l'abate. “E' questo il nostro intento.” Annuì il Priore. “Ma lady Elisabeth parlava di un pazzo... uno che dice di aver visto il duca...” “Si.” mormorò l'abate. “Un povero demente...” “Potrei incontrarlo?” Chiese il Priore. “Ciò è impossibile.” Scuotendo il capo l'abate. “Egli non è più qui. Poco fa sono giunti alcuni familiari e lo hanno portato via.” |
Alla risposta di lady Cassaluia mi bloccai.."Ah, scusate..chi dunque suonava quella musica?" mi chiesi perchè quella servitrice poneva tutti quei misteri, come non dovesse dire nulla.
"Il ciondolo..si..non so in che maniera sia finito nella mia stanza e nemmeno chi ha voluto questo..la mia dama di compagnia ha detto lo ha portato un servitore, ma non si sa da parte di chi e il motivo..dubito sia un dono di un ammiratore come molti dicono..si sarebbe fatto vivo di nuovo penso..il fatto strano me ne sono resa conto quando sono tornata alcuni giorni fa. Si, ero tornata via nella mia casa a Las Baias la sera stessa della morte dell' Arciduca" ..silenzio, solo i miei occhi arrossati a parlare e un sospiro.."Ho chiesto a due persone e mi hanno detto che come è risaputo la civetta è il simbolo dei Taddei e il carciofo di Suession...ma voi lo avete creato no? E quindi ditemi..cosa significa questo stemma, le parole e soprattutto di chi era..o vi hanno detto per chi era..avete detto ve lo hanno rubato..e cosa sta a significare" le mie mani si contorcevano nervosamente. |
Tirai un sospiro di sollievo.....l' Abate sembrava approvare le nostre motivazioni...ma la gioia...dura giusto l'attimo fuggente........i famigliari del poveretto.....lo avevano portato via...." Perdonatemi Abate Elia...ho somministrato all'uomo un potente sonnifero...in realtà dovrebbe ancora essere tra le braccia degli angeli a dormire sonni sereni.....perchè lo avete fatto portare via....doveva essere curato...vi avevo detto che sarei venuta qui per visitarlo.....I parenti non avevano nessuna intenzione di mettersi una piaga del genere a casa....quello gli avrebbe creato solo grane.....Chi e' venuto a prenderlo aveva invece tutto l'interesse di ascoltare la storia...a costo di torturarlo per tirargliela fuori...."........ero infuriata...un uomo come l'Abate...intelligente...furbo e così...e così...stolto......" Spero che la sua storia sia solo pura follia...o sarà meglio per Lord Guisgard arrivare prima di chi gli vuole male"
https://i1.wp.com/nypdecider.files.w...lander-ep6.png |
Poiche` attendevo una risposta dalla donna, non mi ero accorta che il cantore era appena entrato nella locanda.
Il suo racconto mi aveva un po' scossa. La famiglia dei Taddei era stata davvero molto sfortunata, partendo da Gaya e continuando per tutti gli altri. La locandiera cerco` di rassicurarmi, dicendo che non dovevo aver paura, dal momento che era solo una leggenda ma, come tutti sanno, le leggende hanno sempre qualcosa di vero. "Grazie mille per le vostre risposte, signori. Credo che andro` un po' in giro per questa sconosciuta cittadina" dissi; mi diressi verso la mia stanza, presi il mantello e il bastone e miavventurai per la misteriosa Capomazda. |
In verità, avrei preferito di gran lunga ritornare al convento.
Ero stanca e non dormivo come si deve da giorni. Ma, ideologie liberali o meno, in convento mi hanno insegnato che non si può rifiutare un favore ad un uomo di Dio. "Verro con voi, curato, non temete!" dissi all'uomo " però siate gentile e vogliate spiegarmi, lungo la strada, chi è colui che andiamo a trovare e perché ha chiesto a lei questi annali. Sapete, mi occupo personalmente della gestione della biblioteca delle buone suore e mi sorprende sempre quando qualcuno chiede di vedere certi vecchi e apparentemente dimenticati tomi..." |
Talvolta, la tenebra va a combattersi con la stessa tenebra, perché in essa vi sia luce.....La sua Luce....
Un Re Fantoccio, per riportare la giustizia e la concordia a Capomazda; non che la cosa in se, in quel momento, mi parve bestiale, ma ovviamente destò la mia preoccupazione. In caso di riuscita, un grande potere sarebbe stato nelle mani del Patto delle Civette; costoro, sarebbero stati in grado di non rimanerne schiavi? Sarebbero stati capaci di non sostituire l'infamia con altra infamia, e il sangue con altro sangue? In verità, non avrei saputo dirlo, eppure, questo rendeva ancora più semplice la mia posizione; semplice, nel suo cammino sempre più tortuoso.....Ringraziai Dio per quel cammino, perché stretta e tortuosa è la Via dei Giusti; ne avrei sopportato con gioia il fardello, sempre! -Invero, sarò con voi, e il vostro Patto, sarà il mio Patto. Tuttavia, vi faccio anche un'altra promessa; volesse Dio darci la vittoria, e dovessi accorgermi che la fine di un regno del terrore altro non sarebbe che l'inizio di un nuovo regno del terrore, allora tornerei a combattere.....Anche da solo, contro tutti. Rimanete integri, e la mia spada sarà sempre al vostro fianco- |
Gwen lasciò la locanda e si avviò verso la città di Capomazda, percorrendo una lunga e solitaria strada nel bel mezzo di una campagna dai tratti primordiali ed abbondanti.
Ai lati di quella via c'erano olmi, faggi, pini ed aceri dignitosi come a nascondere un mondo ignoto e fiabesco, per cui l'Inverno appariva silente ed evocativo, tra caligine o venti asciutti, mentre l'Estate si mostrava dominata dal verdeggiare delle foglie e dal canto vivace degli uccelli. Qua e là, man mano che la città si avvicinava, sperdute ed isolate abitazioni sembravano fiorire ai margini della selvaggia brughiera, con i loro roseti, i bassi muretti di cinta e i viottoli che si snodavano tra staccionate e siepi. E così quella strada sembrava pulsare, nonostante le battaglie, la miseria, la paura e l'ignoto che tutto pareva avvolgere ed avvilire. Poi, ad un tratto, la ragazza fu destata da un clamore improvviso, un caotico scalpore ed una chiassosa confusione. Vide allora emergere dalla curva della strada un grosso carrozzone di legno e ferro battuto, rivestito di teloni e tappezzato di sgargianti, accesi e discutibili colori. Avanzava scricchiolando lentamente, con pentole e tegami pendenti dal tetto che battevano e tintinnavano costantemente. Anche i cavalli che trainavano quel carrozzone, con ampie coperte colorate e adornate di sonaglini sui loro dorsi, sembravano entrare a meraviglia in quello strano spettacolo. A guidare quella buffa e grottesca vettura stava un uomo dalla lunga giubba, i pantaloni stretti, gli stivali bassi e consumati, con un grosso tricorno da ufficiale di Marina sul capo ed una larga fascia a celare parte del viso. Ed appena si accorse di Gwen, che proveniva dall'altra parte della strada, arrestò all'istante l'incedere del carrozzone. “Salute a voi, giovane e bella Aspasia.” Disse con un vistoso e teatrale inchino alla ragazza. “Di certo fuggite da qualche vetusta commedia di Plauto o magari fate il verso ad una delle cortigiane di Menandro. O magari, non ditemelo, voglio arrivarci da solo, siete in cerca della pentola d'oro di Pirgopolinice. Ho indovinato?” Rise. “Ma prima permettete di presentarmi a voi... siete d'avanti alla compagnia itinerante del celebre e famigerato Ozzillon, il re del teatro, della meraviglia e del fantastico!” http://i.guim.co.uk/static/w-460/h--...YR003AV460.jpg |
“Milady...” disse l'abate Elia ad Elisabeth “... quelli erano i parenti del povero pazzo ed io non potevo certo impedire loro di portarlo via. Credo fossero ricchi borghesi e non certo militari. Inoltre l'uomo dormiva ancora al loro arrivo e quelli lo hanno caricato su una carrozza. Mi hanno poi rivelato di volerlo portare fuori città, da un loro amico medico. Uomo fidato e non certo vicino agli ambienti militari. Questo mi hanno assicurato.”
“Tuttavia ciò è alquanto strano...” mormorò il Priore Tommaso. “Cosa intendete dire?” Chiese l'abate. “Solo che quest'uomo, questo pazzo come lo definite, afferma qualcosa di assurdo ed incredibile e riesce ad arrivare fino a voi senza che questi suoi parenti oppongano resistenza alcuna. E solo in seguito si presentano qui e chiedono di portarlo via. Se fosse davvero pazzo, allora gente così accorta, come l'avete descritta voi, non l'avrebbe certo lasciato vagare da solo. Anzi, ci avrebbero pensato molto prima a portarlo da quel loro amico medico.” “Dunque sospettate che...” fece l'abate. “Oh, non sospetto nulla.” Scuotendo il capo il Priore. “Ragiono solo suoi fatti. Nulla di più, nulla di meno.” |
Cassaluia ascoltò Altea e sorrise.
“Si, infatti.” Disse. “Come vi ho detto, sono stata io a fabbricare questo ciondolo. Se volete vi mostrerò il mio laboratorio segreto.” Si alzò e raggiunse una finestra, restando a fissare fuori. “Purtroppo non sono certo tempi favorevoli ad una donna come me appassionata di Alchimia.” Continuò. “Per questo sono restia a rivelare ad altri la mia passione e ciò mi spinge a cambiare spesso dimora, vagando da città in città. Ma di voi...” esitò “... di voi sento di potermi fidare... si, di voi mi fido... non chiedetemi perchè, so solo che posso...” si voltò a fissarla “... rileggete con attenzione e ad alta voce le parole incise sul ciondolo... arriveremo insieme al suo significato...” |
“Comprendiamo le vostre parole, cavaliere.” Disse uno di quegli uomini a Galgan, che sembrava essere uno dei capi. “E vi fanno onore. So che fidarsi non è semplice, specie in tempi come questi che viviamo. Ma vi do la mia parola che non ci saranno dittature, né dominazioni contro altre dominazioni. A noi interessa solo la libertà del ducato.”
Ad un tratto arrivarono altri uomini. “Abbiamo l'uomo.” Uno di quelli agli altri che già erano là. “Portatelo qui.” Ordinò quello che aveva parlato con Galgan. I nuovi arrivati allora portarono in quel luogo un uomo addormentato. “Era in un convento...” uno dei nuovi arrivati “... lo hanno addormentato con qualche sonnifero, forse per non farlo agitare.” “Svegliatelo allora.” Alcuni presero dei potenti sali per far rinvenire l'uomo addormentato. E pian piano quello si svegliò. “Probabilmente lo credono pazzo...” disse uno di quelli che lo avevano portato là “... e forse lo è davvero...” “Ascolta...” avvicinandosi al pazzo l'uomo che aveva parlato a Galgan “... è vero ciò che vai dicendo in giro? Hai davvero visto l'Arciduca? Hai visto veramente lord Guigard? Rispondi!” Il pazzo annuì. “Quando?” “Pochi giorni fa...” rispose il pazzo “... era lui... non sono pazzo... era davvero lord Guisgard... lo riconoscerei tra mille...” Quello strano interrogatorio procedeva davanti allo sguardo attento di Galgan. http://images4.fanpop.com/image/phot...73-800-533.jpg |
Finalmente arrivò il momento di parlare d'affari.
Ascoltai attentamente Lord Cimmiero in silenzio, finché non fummo interrotti. Gvineth... Osservai attentamente, con viva curiosità l'uomo che avevo rifiutato di difendere, ma ancor più mi colpirono le sue parole. Sapavano del Patto! La cosa non mi stupì, le spie ci sono dappertutto, lo ero anche io in quel momento. Mi chiesi se sapessero anche del posto. Altrimenti, dovevo avvertirli, ma come? |
Cimmiero ascoltò con viva preoccupazione le parole di Gvineth, interrompendo così il discorso delle armi con Clio ed i suoi compagni.
“Maledetti...” disse con rabbia Cimmiero “... ma cosa vogliono?” “Semplice.” Fissandolo Gvineth. “Vogliono le nostre teste ed il nostro potere.” “Cosa facciamo?” Nervosamente Cimmiero. “Dobbiamo stanarli.” Disse Gvineth. “Braccarli ed eliminarli con ogni mezzo.” “E se mettessimo taglie sulle loro teste?” Propose Cimmiero. “Un momento...” intervenne Azable “... forse possiamo aiutarvi...” “Voi?” Guardandolo Cimmiero. “Certo, siamo in gamba noi.” Annuì Azable. “Magari possiamo accordarci... pensateci... siamo sconosciuti e possiamo muoverci senza destare sospetti... a differenza vostra...” “Siete abile voi...” mormorò Gvineth. “Noi aiutiamo voi...” sorridendo Azable “... e voi ci sarete riconoscenti...” “Quanto?” In modo spiccio Gvineth. “Non denaro.” Scuotendo il capo Azable. “Vogliamo Parusia.” |
Doppio spionaggio? La cosa diventava sempre più pericolosa e intricata.
Dovevo stare attentissima. Senza contare che dovevo andare a quella riunione segreta, e che ci sarebbe stato anche Ammone. Di certo non ci si annoiava mai. Trattenni quasi il fiato quando Azable svelò le sue carte, bramando di scoprire cosa avrebbero risposto i due nuovi signori di Capomazda. |
“E diteci...” disse Gvineth ad Azable “... come intendete riuscirci? Neanche conoscete chi siano quegli uomini. Magari possono essere pericolosi.”
“Beh, non dobbiamo certo affrontarli, no?” Rispose Azable. “Ma solo scoprire chi siano e dove si nascondono. Al resto penserete voi.” “Noto avete le idee chiare.” Fece Gvineth. “Diciamo che so ciò che voglio.” Sorridendo Azable. “E voglio Parusia.” “Vi faccio una promessa...” fissandolo Gvineth “... portatemi i nomi di quei traditori ed avrete una spada dei Taddei.” “Io voglio Parusia.” Deciso Azable. “Non una spada normale.” “Avrete una delle due leggendarie spade dei Taddei.” Sentenziò Gvineth. |
Trasalii a quelle parole di Gvineth.
Allora sapeva dov'era Mia Amata! A meno che non fosse solo un modo per ingannare Azable, il che era anche possibile. Eppure nessuna possibilità andava scartata, ed è anche plausibile che fossero stati loro a nascondere la spada per poi tirarla fuori al momento giusto. Ma allora perché venderla? Non aveva senso! Probabilmente avere il trono era la cosa che interessava di più Gvineth, indipendentemente dai mezzi. Ascoltai interessata il dialogo, e annuii. "Avete per caso un'idea su da dove dovremmo cominciare a cercare?" Seriamente ai due uomini, anche per comprendere se vi fossero delle spie all'interno del Patto, come sarebbe stato logico. Anche se, infondo, ci aveva chiesto "solo" i nomi, ma sarei stata in pericolo comunque, tanto per cambiare. |
“A questo dovete pensarci voi.” Disse Gvineth a Clio. “A noi interessano solo quei nomi. Il modo per trovarli spetta a voi. Fate quanto detto ed avrete la spada.”
“Si, portateci quei dannati nomi.” Annuì Cimmiero. “Si, li troveremo.” Sicuro di sé Azable. La cena fu servita e tutti loro mangiarono. A tavola venne anche Guanto che ancora irritato non tolse mai i suoi occhi sudici da Clio. Alla fine della cena Azable ed i suoi furono accompagnati fuori dalla caserma e tornarono alla locanda. E naturalmente l'argomento dominante dei loro discorsi adesso era il misterioso Patto delle Civette. |
Annuii a Gvineth, quindi non avevano idea di dove si riunissero, altrimenti, pensai, ce l'avrebbero detto.
Bene, quello era un vantaggio, Azable e i suoi non avrebbero saputo che pesci pigliare, e io avevo tempo di avvisare il Patto del pericolo incombente. La cena trascorse silenziosa, per quanto mi riguardava, non degnando d'uno sguardo il furente Guanto. Poi, una volta tornati alla locanda parlavano di questa faccenda, ma io non vedevo l'ora di andarmene per raggiungere la Villa delle Rose. |
Nella camera di Azable i discorsi vertevano tutti naturalmente sui misteriosi uomini che si nascondevano nell'enigmatico Patto delle Civette.
Ovviamente nessuno fra loro sapeva da dove cominciare, ma prima che la discussione si arenasse, Samondo cominciò a stilare alcuni punti su cui riflettere. “A mio giudizio” disse “bisogna tener conto di alcuni punti fissi... il popolo... qui la gente è devota ai Taddei e dunque simpatizzerà di certo per quei sovversivi. Direi allora di frequentare i luoghi dove si ritrova la gente comune, come taverne, piazze e così via... naturalmente dobbiamo spacciarci per simpatizzanti dei Taddei... come secondo punto però suggerirei di non tralasciare gli ambienti nobiliari, o almeno borghesi... infatti se il sentimento popolare è la forza di un partito filo Taddeide, è naturale che la mente stia altrove e dunque presumibilmente fra chi trovava più vantaggi e privilegi sotto i Taddei... infine, come ultimo punto, non dobbiamo perdere di vista il Clero... i Taddei sono stati per secoli l'ombra della Chiesa...” “Analisi perfetta direi.” Annuì Morice. |
Capitolo III: Il prigioniero ed il pastore
“Sono prigioniero senza scampo; si consumano i miei occhi nel patire. Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani.” (Salmo 88, Preghiera dal profondo dell'angoscia) Il curato Pipino e Tessa lasciarono la casa del religioso ed a bordo del suo carretto si diressero verso la prigione. “L'uomo che ha chiesto degli annali” disse il curato “è messer Pirros, il responsabile del carcere delle Cinque Vie. Molto probabilmente le autorità vogliono acquistare qualcuno dei terreni che circondano quelle prigioni, forse per allargarle o costruire altre strutture adiacenti. O magari solo per legittimare il possesso di quei territori. E consultare annali così antichi può essere utile per conoscere non solo la storia giuridica ed amministrativa di questi luoghi, ma anche per scoprire la possibile esistenza di atti e donazioni che li riguardano.” Spiegò il curato. Intanto il carretto procedeva nella brughiera. Dopo un po', il curato e Tessa giunsero in un irregolare pianoro, dove la luce del pomeriggio era scesa sulle radure di quei luoghi selvaggi di querce e di pini, le cui fronde verdi e i tronchi ammantati di agrifogli sembravano screziarsi tra le ombre che andavano allungandosi e i raggi ormai obliqui del Sole. E qui apparve loro un'antica ed austera costruzione, a metà tra una torre ed una fortezza, le cui vecchie murature, consumate dal Tempo e dalle intemperie, si ergevano su una formazione di granito scuro, lasciata lì da tempi remoti come i resti di una primordiale battaglia tra titani e dei di un'età dimenticata. Il carretto vi si avvicinò, rallentando vistosamente fino a quando dalla torre si udì il suono di un corno. Era il segnale che potevano entrare. Un'atmosfera di cupa disperazione e rassegnazione dominava quel luogo, gettando nell'animo di Tessa un senso di irrazionale ed opprimente ossessione. I portoni di quella prigione furono aperti ed il carretto entrò fra le sue mute mura. Ed appena dentro, alcuni soldati si avvicinarono al carro, facendo scendere il curato e la studiosa. Poi vennero condotti all'interno di quello che era l'edificio principale di quel complesso, trovando ad attenderli un soldato. Questi li portò in una piccola stanza. “Messer Pirros arriverà presto.” Disse, per poi uscire. Era una cella umida, adibita da poco a vestibolo. La poca luce presente penetrava da alcune alte feritoie, mentre ceppi e catene arrugginite, destinate a precedenti prigionieri, erano appese ai muri di pietra. E sul soffitto di quel lugubre locale era disposta una graticola, sopra la quale erano posate di traverso alcune sbarre di ferro corrose dalla ruggine. E quasi istintivamente, ritrovandosi in quella stanza, il curato Pipino si segnò tre volte, come a voler scacciare l'ombra del male che sembrava annidarsi fra quelle pietre. Ma nel guardarsi intorno Tessa notò qualcosa. Come dei segni incisi con qualche oggetto appuntito nella pietra. E nell'osservare meglio quei segni, la ragazza si accorse che in realtà erano delle lettere. Lettere di una frase che così diceva: “Prigioniero 6913, dalla maschera di ferro” http://theheavensdeclare.net/wp-cont...1854652530.jpg |
Camminavo senza fretta poco fuori dal centro di Capomazda. Li, alberi maestosi dalle fronde verde smeraldo la facevano da padrone; tutta quella lussureggiante natuura mi aiutava a ricaricarmi.
Mentre camminavo, la presenza di case era sempre piu` rara e la strada si faceva a poco a poco piu` deserta. Man mano che avanzavo, notavo che qualcosa, una carrozza a ben vedere, viaggiava in sendso opposto al mio. Piu` si avvicinava, piu` mi accorgevo di quando quel mezzo fosse buffo. Era stato pitturato coi colori piu` strani, sulle pareti il tintinnio inconfondibile di pentole in rame. Il tutto era molto bizzarro nel complesso, soprattutto quei colori abbinati cosi assurdamente tra loro. Un uomo guidava i cavalli che trainavano il carrozzone; anch'egli era abbastanza bizzaro. Quando la vide, si presento` e presento` laa sua compagnia come una compagnia teatrale itinerante. Mi sentii subito divertita e attirata da quella strana compagnia. "Sono Gwenhwyfar di Avalon, ma potete chiamarmi Gwen" mi presentai, con un modesto inchino. |
Guardai il curato Pipino che si faceva il segno della croce e, mentalmente, recitai anch'io una breve preghiera, perché quel luogo lugubre metteva i brividi e non vedevo l'ora di trovarmi sulla strada del ritorno.
"Prigioniero 6913, dalla maschera di ferro" I miei occhi caddero su quell'incisione e istintivamente mi chiesi chi, all'interno di quella prigione, fosse stato rinchiuso, per di più mascherato. Pensai che, probabilmente, fosse qualcuno di molto importante, la cui identità doveva essere nascosta, per qualche motivo. "Qualcuno talmente importante (o utile), da non poter essere ucciso senza destare sospetti o clamore?" mormorai, parlando fra me e me. Non ebbi tempo di formulare altre ipotesi. La porta si aprì e fece il suo ingresso Sir Pirros. Non so perché, ma lo immaginavo diverso. Lo credevo grezzo e vecchio, dai modi rudi, come tutti coloro che spesso hanno a che fare con le bestemmie e gli insulti dei galeotti. Invece, l'uomo che entrò nella stanza era piuttosto giovane, distinto e dal portamento elegante. Una presenza alquanto incongruente all'interno di quel contesto. "Sir Pirros" dissi, accennando un lieve inchino. |
La guardavo e la ascoltavo in silenzio..sobbalzai leggermente a quella parola..Alchimia.
Certo io ero fortemente cattolica ma non disdegnavo quella parola ma fui sorpresa..ma la donna sembrava turbata. Sembrava come se per qualche motivo sapesse qualcosa di me tanto da fidarsi, aveva detto di non chiederle il motivo..speravo solo non fosse una trappola. "Non preoccupatevi, non svelero' nulla di ciò che mi avete detto o di ciò che vedrò nel vostro laboratorio segreto..io sono cattolica ma non ho nulla in contrario sulla alchimia ma comprendo per voi sarebbe un pericolo...ovviamente non accetto si usi per motivi illeciti". Tolsi la catenina e lessi la scritta ad alta voce.. Gli stolti credono solo in ciò che vedono, siano gioie o dolori. Io dunque ti celero' ai loro sguardi vuoti ed ai loro poveri cuori. E guardai in volto la donna perplessa.. |
Servire Cristo, in primis, significa possedere il Dono della Fede; senza quello nulla di quello che si può compiere nel Suo nome, può avere un minimo senso.
I pani e i pesci si moltiplicano, i morti tornano alla vita, si cammina sulle acque, eppure nulla pare impossibile, perché l'onnipotenza di chi compie tali atti è tutto, fuorché impossibile..... Tuttavia, ad onor del vero, occorre dire che non bisogna cadere vittime di falsi profeti, o di incauta creduloneria, perché purtroppo, questo è proprio quello a cui ambisce l'Avversario, il confonderci, il mostrare che la nostra Fede è inadeguata, farci sentire vittime di ciò in cui crediamo. Che fare, dunque? Indagare, investigare, porci domande, quella è la strada da seguire, e in quel modo, se cerchiamo con il cuore puro, la Vera Fede si scinde da ogni tentativo di menzogna, e il nostro Credo ne esce rafforzato. Fissai il folle, o almeno, l'uomo che veniva apostrofato come tale, e pensai che una pista, per essere abbandonata, debba prima essere percorsa, a costo di cadere in errore. -Chiedo scusa- la mia voce di caverna si fece strada in quell'interrogatorio tra ombre, per poi proseguire; -Ma, ad onor del vero, l'uomo che vi si presentò come lord Guisgard, dette una qualche prova ad avvalorare la tesi esposta?- |
Ero in collera......non dovevo lasciare solo il poveretto, ma De Gur sarebbe venuto a cercarmi con tutta la cavalleria fosse solo per non dar adito ai cattivi pensieri di prendere vita........" Voi state scherzando Abate.....quell'uomo era un povero contadino.....di ricco non aveva assolutamente nulla, i suoi vestiti lasciavano a stento coperto il suo corpo...il suo parlare non era forbito....e le sue mani erano spaccate dal gelo e le sue unghie erano sporche di terra........e Voi..mi parlate di parenti ricchi......Questi parenti ricchi hanno saputo di lui.....e due sono le cose o vogliono tappargli la bocca ..... o vogliono trovare il Fantasma......A Questo punto noi...cosa stiamo cercando ?.....Il Priore...ha accertato la morte di Guisgard......cio' che io ho dato al povero pazzo...somministrato in dose un pochino piu' elevata fa cadere in un sonno simile alla morte.......si chiama stato di morte apparente.....inganna...e avrebbe ingannato il migliore dei medici.......Ora....o rintracciamo i ricchi parenti e quindi il medico.....o una salma che potrebbe non essere quella di Guisgard ".....Oppure ce ne andiamo tutti a casa ...e facciamo finta che non sia successo nulla....poteva essere un'idea.........tornare a casa......Ma non era nel mio carattere lasciare le cose a metà......se il Priore era un uomo intelligente....avremmo fatto un buon lavoro....
|
“I miei omaggi, padre.” Disse sorridendo Pirros, per poi voltarsi a guardare Tessa. “Oggi vedo siete piacevolmente accompagnato.” Avvicinandosi alla ragazza. “Salute a voi, graziosa madama... sono messer Arcan Pirros, comandante di questo infelice luogo.”
“Tessa” fece il curato Pipino “mi ha gentilmente accompagnato, essendo colei che al convento si occupa della biblioteca.” “Dunque una suora...” restando Pirros a fissare Tessa. “No, diciamo una laica.” Spiegò il curato. “E' cresciuta lì, ma non ha mai preso i voti.” “Ne sono lieto...” sorridendo appena Pirros “... sarebbe stato uno spreco...” “Offrirsi a Dio non è uno spreco.” Risentito il curato. “Voi ragionate da chierico, io da uomo.” Replicò Pirros. “Ma non volevo certo essere offensivo. E ditemi, avete portato quegli annali?” “Certo, messere.” Annuì il curato. |
Ascoltai interessata le parole di Samondo, era sicuramente un ottimo ragionamento.
Ed era per quello che il Patto delle Civette aveva scelto un luogo come la Villa delle Rose. Certo loro non lo conoscevano. Scalpitavo, pur restando quieta, non vedevo l'ora di lasciare quella locanda, anche se dovevo stare molto più attenta delle notti precedenti. |
L'abate Elia restò turbato da quelle parole di Elisabeth.
“Temo che milady abbia ragionato bene.” Disse il Priore Tommaso. “Un contadino non ha per parenti ricchi borghesi, né soprattutto nobili. Mi sembra ovvio che le conclusioni di lady Elisabeth siano alquanto ficcanti... o sono giunti per tappargli la bocca... o forse per qualche altro motivo che naturalmente adesso ci sfugge, vedendo tutto ciò dal di fuori.” “Io non avevo ragionato su queste cose...” mortificato l'abate. “Siete un uomo di Fede” fece il Priore “e dunque poco incline alla malizia degli uomini ed ai loro giochi di potere.” “Cosa posso fare adesso per rimediare?” Chiese l'abate. “Scrivere a Sua Grazia” rispose il Priore “e farci avere quanto prima il permesso di riesumare il cadavere dell'Arciduca.” “Si, gli scriverò subito.” Annuì l'abate. “E poi invierò la massiva tramite un mio fedele legato.” “Ottimo.” Assentì il Priore Tommaso. |
“Ed ora...” disse Morice “... cosa facciamo?”
“Suggerimenti?” Chiese Azable a Samondo. “Si, mi sono permesso di delineare un veloce piano.” Annuì l'uomo. “Io e Riccado vagheremo per i locali cittadini, in cerca di menti poco lucide e magari simpatizzanti di questi sentimenti filo Taddeidi. Morice e Yanes invece andranno verso la campagna, dove si trovano le locande meno abbienti e dove presumibilmente si incontrano quei cospiratori.” “Ottimo.” Disse Azable. “E noi altri?” “Per ora basta così.” Rispose Samondo. “Muoverci in troppi potrebbe essere controproducente e magari rischioso.” “E sia, mi riposerò dunque.” Riempiendosi un bicchiere di vino Azable. |
Altea lesse ad alta voce le arcane parole incise sul ciondolo.
“Bene...” disse poi Cassaluia “... e ciò a cosa vi fa pensare, milady? Secondo voi cosa rappresentano davvero queste parole recitate dal ciondolo? Sono un monito, ecco cosa.” Rivelò. “Un monito agli stolti, a coloro che credono e vivono passivamente, senza farsi domande, senza cercare risposte e dunque senza raggiungere mai nulla.” Sorrise. “Seguitemi, vi prego...” Spostò un soprammobile sul camino e un attimo dopo la parete opposta si aprì, rivelando un passaggio segreto. Vi erano delle scale che scendevano e Cassaluia chiese ad Altea di seguirla. |
Annuii.
"Mi sembra un'ottima idea, io domattina potrei andare al mercato, ascoltare se girano delle voci tra la gente comune..." Alzai le spalle "È più normale che una donna vada in giro sola al mercato che in giro per taverne..." Sorrisi "Così, visto che loro saranno in giro stanotte, ci daremo il cambio..." Mi alzai. "Andrò anch'io a riposare...". |
Ottimo...a occhio e croce sarebbero passati alcuni giorni...sempre se la missiva fosse arrivata.......e noi nel frattempo...cosa avremmo fatto ?.....Magari saremmo andati in giro a raccogliere delle erbe...per alcuni preziosi decotti.....oppure avremmo cenato e bevuto dell' ottimo vino...oppure ci saremmo andati di persona.........." Perdonate l'intrusione....pensavo che la cosa e' molto importante e che magari non ci fossero altri intermediari....so che il vostro legato Abate e' molto fidato....ma ho paura per la sua vita, vedete infondo noi abbiamo deciso di nostra volontà di rischiare su questa faccenda...e poi perdonatemi......Se Fosse lo stesso Priore a portare una vostra missiva...sono sicura che sarà accettata ancora con piu' benevolenza......".......Era il tempo che dovevamo accorciare...c'era del vantaggio tra noi e il poveretto...dovevamo recuperarlo in qualche modo...e non era aspettando il Legato dell'Abate...chi fa da se fa per tre.....così dicevano i contadini al Castello....
|
“Oh, per mille cantori cortesi...” disse Ozzillon a quella presentazione di Gwen “... che io possa divenire il re di tutti i chierici vaganti e che la materia di Bretagna, unita a quella di Francia mi soffochino come l'oro fatale che traboccò dal calice dello sciocco re Mida!” Con fare teatrale. “Ho udito bene dunque? Ma certo! Non ho perduto il dono dell'udito, come invece mi sta accadendo ora con quello del senno! Di questo passo ritroveranno le mie meningi sulla Luna!” Guardò la ragazza. “Dunque voi portate il nome di colei che fra tutte fu la più amata della storia! La Regina di Camelot che riuscì ad avere per sè sola l'ambito battito del cuore del Primo Cavaliere! Insomma, condividete con lady Ginevra il nome che da solo apriva tutti i sogni dell'invincibile Lancillotto!” Esclamò. “Allora, senza alcun ombra di dubbio, siete nata per ispirare, mia cara ragazza! E forse a quest'ora già qualche romantico spasimante vi starà cercando!”
|
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 23.29.59. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli