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Guisgard fissò Clio durante quel suo repentino mutare atteggiamento.
Era chiaro che la ragazza fosse rimasta delusa. Probabilmente il vero Imone, come lui stesso aveva dimostrato al porto sfidando Dension, era stato un ragazzo poco incline al compromesso e con l'animo ardente di ideali e valori non dissimili da quelli appena esternati da sua cugina. Ma lui non poteva permettersi di farsi trascinare. Oltretutto per una causa che non era neanche la sua. Fu questo il rapido ragionamento che il nostro impostore fece tra se e se. Ora si trovava nella medesima situazione di un attore chiamato a sostituire il suo precedessore per una parte. E aveva due sole possibilità. O riprendere il più possibile il ruolo di chi lo aveva preceduto, in modo da assecondare e non traumatizzare il pubblico, oppure interpretare a modo suo quella parte, senza ricalcare le orme di chi andava a sostituire. E questo aveva scelto di fare Guisgard. Ed aveva un vantaggio. Il tempo. Ben quindici anni. In quindici anni possono cambiare molte cose. Soprattutto gli uomini. “Mi spiace che tu sia rimasta delusa, cara cugina...” disse passeggiando sottobraccio a lei “... ma si cresce e si smette di fantasticare. Gli studi e i viaggi mi hanno mostrato un mondo diverso. Un mondo che ti chiede di vivere e non di combattere. Ed è quello il mondo in cui voglio stare, Clio. Io non ti giudico e ti chiedo di non giudicare me.” Sorrise. “Anche se spero che avrai sempre affetto verso questo tuo cugino.” Strinse la sua mano. “Naturalmente non dubito che saprai presentarmi alla migliore società di Lortena. Anche se, infondo, sono un animo liberale e non disdegno la bellezza di una semplice dama di compagnia o di una popolana.” Facendole l'occhiolino. Nel frattempo, da una delle finestre che davano sul cortile, Froster e Lhar osservavano i due passeggiare. “Un libertino.” Ridendo il tiranno. “Anzi, più un damerino. Avete sentito le sue sciocchezze sulle donne? E' solo un giullare.” “Uomini simili” divertito Lhar “sono adatti alle pantomime da palazzo.” “Meglio così!” Esclamò Froster. “Non ci darà noie!” “Speriamo...” mormorò Musain, che se ne stava seduto poco più indietro, con in mano un pugnale dall'impugnatura in madreperla. |
Solone lesse con attenzione il biglietto con quell'enigma e poi osservò la spada.
“Dunque” disse il filosofo ad Altea “siete giunti alla conclusione che le città descritte in questa sorta di indovinello siano quelle che ora volete visitare...” si massaggiò la barba bianca “... potrebbe essere plausibile... ora non ricordo l'esatta ubicazione e non dispongo di mappe, ma quelle città sono grosso disposte sul territorio come è descritto in questo enigma... però ci servirebbe una cartina...” restò pensieroso “... comunque se il buon Bauon vi ha fatto giungere qui un motivo deve esserci... forse lui pensa che il punto di partenza sia proprio Lortena e da qui poi raggiungere nell'ordine prestabilito le quattro città...” ridiede la spada ed il bigliettino ad Altea “... i Marsin, di cui chiedete, sono gli antichi e sfortunati signori di queste terre... ma dubito che possiate incontrarli. Almeno non in via ufficiale. Purtroppo il regime tirannico che ora domina qui non permette a nessuno, soprattutto agli stranieri, di avvicinarsi ai membri e ai centri del governo. Inoltre da un po' di tempo c'è una strana alleanza, diciamo un tacito patto di convenienza tra il tiranno di Lortena e i gerarchi di Imperion... e a voi che siete diretti proprio in quella città non conviene farvi notare troppo dalle sue milizie. Basta poco per entrare nelle loro liste di proscrizione...” “Saggio consiglio.” Mormorò Ahmed. “Già.” Annuì Solone. |
Presi il biglietto e la spada e misi il biglietto in posto sicuro...e ascoltai attentamente Solone..."Quindi i Marsin..sono i signori di questo posto.." guardai Ismael.."potremmo dire la Principessa di Setareh deve parlare con loro..conosco l'uomo che capeggia i militari..Musain..magari potrei parlare tramite lui..devo dire..si..che Imone Marsin, è morto..e lo abbiamo visto..non potete fare in modo di intercedere per noi? Non desteremo sospetti, mi vestirò come una occidentale e andrò solo con Ismael...il mio capoguardia..in fondo..è solo una visita di cortesia, io non voglio intromettermi con i loro fatti politici e non so nemmeno chi ha ucciso quel povero ragazzo...magari qualcuno che ha visto un aristocratico e voleva derubarlo..ma lui mi ha salvato la vita..e io ci tengo a fare questo..magari non gli è stata data nemmeno degna sepoltura" dissi sospirando.
"Bene..noi andiamo nella locanda ora, siamo stanchi..ma se potete aiutarci, nel frattempo in questo vi sarei grata..poi con calma vedremo il legame di Lortena con questa spada". Ci congedammo dandoci appuntamento per l'indomani, cosi seguendo le indicazioni di Solone raggiungemmo la locanda di messer Rafio e di sua moglie Censia. Ci assegnarono due camere distinte e andai con Korshid e Amina in quella delle donne..."Speriamo di risolvere qualcosa qui..intanto vestitevi all' occidentale e consigliate altrettanto ai nostri uomini, ma di essere armati alle guardie..ma siamo lontani dalla capitale e quindi questa guerra e questa tirannia non dovrebbe preoccuparci, ma la prudenza non è mai troppa..vedremo se riusciremo pure a parlare coi Marsin, magari potete chiedere al locandiere e alla moglie la via per raggiungere la loro dimora, in modo io e Ismael possiamo solo fare..una visita di cortesia. Bene, io mi riposerò,e gentilmente portatemi la cena in camera, sono un pò frastornata da tutto questo..spero ciò che cerchiamo non sia solo frutto di fantasia o leggenda". Misi i cuscini a terra, pregai i nostri dei con il Fuoco Sacro che brillava in una piccola lanterna e presi il pugnale baciandolo perchè gli Dei lo proteggessero. Mi cambiai e mi guardai allo specchio..ero cosi diversa con quegli abiti occidentali..rinnegare me stessa..ma ero sempre io alla fine, un abito non mi avrebbe cambiato dentro. Mi stesi sul letto e mi lasciai trasportare dal sonno..già..il meglio o peggio doveva ancora iniziare...solo il Destino lo sapeva..e il Tempo..avrebbe dato le sue ragioni. http://i57.tinypic.com/w816v4.jpg |
Hedera inarcò un sopracciglio alle farneticazioni dell'uomo sul Sole e gli antichi greci, argomenti di cui lei certo era al corrente ma che, fra le mura spesse del convento, non avevano certo un particolare riverbero. Socchiuse dunque gli occhi.
"Devo dedurne che, pur spingendo queste brave persone a inseguire queste fantasiose ambizioni, voi non abbiate le conoscenze utili a indicare loro la strada?" Chiese non senza perplessità. "Una prova di fede, dite... bizzarro che una tale supposizione giunga da un uomo che sembra avere in spregio ogni devozione" Poteva ben immaginare i sentimenti di Maria al suo fianco, come lei anche Hedera era turbata da quell'uomo ma qualcosa le diceva che una figura così particolare doveva essere lì dietro un disegno. I progetti l'avevano sempre affascinata, stabilire minuzioamente ogni singola azione da intrapendere una volta fuori dal convento per perseguire il suo scopo le aveva dato tante volte il coraggio di resistere. Come doveva dunque interpretare il fatto che non era neppure riuscita a muovere qualche passo fuori dal convento che già i suoi propositi si vedevano rimandati? Hedera aveva imparato, negli anni passati in convento, che la Vergine Madre poteva essere conosciuta con molti nomi, che le davano poteri assai maggiori di quelli della madre di Cristo. Se Lei aveva permesso che sotto i suoi occhi quell'uomo le parlasse, non doveva essere un caso. Dunque la sua domanda non era posta con aria di sfida come in precedenza, ma al fine di apprendere o, almeno, comprendere quale disegno si celava nella trama nera dei suoi abiti, nella luce volitiva del suo sguardo. Volse gli occhi al giovane giardiniere. "Mi è parso di capire che ti interessa partecipare a questa mostra... dimmi, sai già che fiore offrire alla regina? E che cosa chiederle in cambio?" Lo interrogò con dolcezza, senza però essere melliflua, osservandolo onestamente in viso. Voleva capire che persona era. |
“Io purtroppo, o per fortuna, mi interesso poco di politica” disse Solone ad Altea “e di questi tempi è una virtù essere così indifferente a tutto ciò. Per quanto ne so, se davvero uno dei Marsin è stato ucciso, allora al governo questo può fare solo piacere. Ormai i conti di Lortena sono una razza in via d'estinzione. Il nuovo tiranno di questa contea, lord Froster, ha infatti ucciso quasi tutta l'ex famiglia ducale e se anche qui si presentasse un altro membro di quella sfortunata stirpe non credo che quel despota attenderebbe molto prima di destinarlo alla medesima sorte dei suoi parenti.”
“Gran brutta storia.” Fece Ismael. “Già...” annuì Solone “... per questo il mio spassionato consiglio è quello di tenervi lontano dagli affari e dai protagonisti della politica di queste terre. Soprattutto perchè Imperion sarà una vostra prossima destinazione e dunque è sconsigliabile farsi notare troppo da simili individui. Perchè, rammentatelo, quando si arriva ad incontrare il demonio questo, prima o poi, troverà il modo di reclamare la nostra anima.” Aggiunse con due occhi che sembravano profetizzare oscure sentenze su di loro. “Grazie del prezioso consiglio.” Mormorò Ahmed. “Ne faremo tesoro.” Dopo ciò, Altea ed il suo seguito lasciarono la capanna del filosofo e raggiunsero la locanda poco lontana. Qui prenotarono le stanze in cui riposare. La notte trascorse serena e il nuovo giorno non tardò ad illuminare Lortena. Verso metà mattinata Korshid portò la colazione alla sua padrona, riferendole ciò che il locandiere aveva detto ad Ahmed. “Principessa...” Korshid ad Altea “... per il momento è impossibile avvicinarsi ai Marsin. Pare che quella famiglia non abbia più alcun potere qui. Il nuovo conte, come raccontatoci dal vecchio filosofo, è quel certo Lord Froster è ha instaurato una vera e propria tirannia. Egli non gode del favore del popolo e questo rende impossibile a chiunque di avvicinarsi ai luoghi del potere.” La sacerdotessa fissò Altea e con aria turbata. “Inoltre il locandiere ci ha messo in guardia dai soldati di Imperion.” Servì la colazione alla sua principessa. “Carjan ha comunque consultato le stelle per tutta la notte... attende voi per rivelarvi il responso, Altezza.” |
“Io non disprezzo affatto ogni Devozione, madama.” Disse l'uomo vestito di nero a Hedera. “Il mio disdegno è invece rivolto verso ogni forma di superstizione e ignoranza. Soprattutto quando esse vengono usate per sottomettere e dominare le masse. E di questo la Chiesa Cattolica è maestra.” Aggiunse con un candido sorriso. “Quanto a Gioia Antiqua, è vero... ignoro la via per raggiungerla. Ma a chi davvero sta a cuore trovarla e magari partecipare a quella mostra, non deve essere poi così difficile perseguirla.” Guardò Maria che era al fianco di Hedera. “Immagino voi siete due donne devote.” Accennando un vago sorriso. “Ebbene credere davvero che una Vergine partorisca e che un Uomo crocifisso risorga poi il terzo giorno non deve essere più complicato di confidare nella magnanimità di una regina che in cambio di un Fiore come pegno prometta ogni sorta di ricchezza terrena.”
Intanto il giovane giardiniere si era avvicinato a Hedera. “Si, madama.” Annuendo alla ragazza. “Sono anni che cerco di coltivare un Fiore speciale, unico. Un Fiore meraviglioso, il più bello mai sbocciato. E con Quello vorrei partecipare a quella mostra. Il premio dite? Beh, si. Vi è qualcosa che desidero più di tutto...” |
Eh no, caro mio, hai perso il diritto di vedere la vera me stessa.
Un dolore mi trafiggeva il cuore. L'avevo aspettato per anni, speravo tornasse e ora avrei preferito averlo lontano. Sorrisi a Imone. "Delusa, io?" stupita "E perché mai? Sei tornato a casa, stai per sposarti.." risi appena "Lei non lo sa ancora, va bene.. ma sono certa che si innamorerà di te al primo sguardo.." Facendogli l'occhiolino. "Poi, se ti vanno bene anche le popolane ancora meglio.. Ce ne sono molte di più... Infondo, il nome che porti non ha alcun valore..". Perché non lo meriti! "Senza contare che sei orfano.. Puoi sposare chi ti pare e piace..". Eri così attaccato a tua madre, e non mi hai nemmeno chiesto cosa le è successo, non hai voluto vedere la sua tomba. Come si può cambiare così radicalmente in quindici anni? "Chissà come sarà.. Bionda, mora.. Comunque sia.. Sicuramente bellissima.." Con aria sognante, per poi sorridere "Ma certo che ti vorrò sempre bene, che domande.. Certo, al primo posto resterà sempre il mio signore Froster, ma so che non sarai geloso.. Anzi.. Spero proprio che amerai molto più la tua sposa di tua cugina.." Gaiamente. Ti ho appena paragonato a Froster, fossi in te scapperei a testa bassa. Non potevo più perdere tempo con lui. Dovevo avvertire Roland che Imone era solo una perdita di tempo. "Beh.." Guardandomi attorno "È quasi l'ora delle mie preghiere, sarà meglio che mi incammini.. Ma tu puoi fare ciò che desideri, gironzolare per il castello, restare a passeggiare.. Era casa tua, dopotutto, sono certa che saprai muoverti.." Sorridendo. Ma sparisci dalla mia vista e possibilmente dalla mia vita, preferivo ricordarti com'eri e non come sei diventato. |
Mi svegliai di buon mattino e Korshid venne a portarmi la colazione e confermò quanto ci aveva narrato Solone sui Marsin e gli uomini di Imperion.
Rimasi un attimo pensierosa con la tazza da the in mano.."E' strano" affermai poi "questo posto mi ricorda molto la situazione a Setareh..la tirannia, il fatto che i vecchi regnanti di Lortena e la loro famiglia rischino la vita..proprio come noi...come me! E penso alla uccisione del povero Imone Marsin..quella notte gli uomini di Imperion stavano cercando il fuggitivo celato nella mia stanza e dissero erano diretti proprio a Lortena per raggiungere Musain..ho la strana sensazione ci sia un legame in tutto questo, non per niente siamo sacerdotesse io e te no..il nostro sesto senso vale molto..forse Imone Marsin è stato ucciso da uno di loro e quel fuggitivo era proprio il ragazzo che gli stava vicino? Si..dobbiamo stare attenti agli uomini di Imperion, ma non dobbiamo mostrarci spaventati poichè immagino la città è sorvegliata bene, e a mio avviso sanno pure del nostro arrivo..i forestieri non sfuggono alla vista, e dobbiamo comportarci come se non sapessimo nulla di ciò che avviene a Lortena, lo dobbiamo dire pure agli altri." Sospirai e bevvi un sorso di the e mangiai del pane dolce.."Carjan..il nostro mago ha passato la notte insonne?Che avrà visto mai nelle stelle?Qualche animale impigliato nei cespugli...disgrazie come sempre..il demonio..anzi no..il famoso ragazzo che mi ammirava di nascosto pieno di amore e passione" e risi di gusto, vidi Korshid che si tratteneva e mi accorsi solo in quel momento pure lei era vestita nei panni occidentali, aveva seguito il mio consiglio. Mi alzai del letto e indossai pure io le vesti del luogo e le feci cenno di seguirmi, bussai alla porta degli uomini.."Sono la Principessa..so che Carjan deve parlare con me" e aspettai mi aprissero la porta. |
Clio si voltò per andare via, quando però sentì qualcuno prendere la sua mano.
“Eh...” disse sorridendo Guisgard “... e mi lasci così? In una città che praticamente non conosco, abitata da perfetti sconosciuti ormai per me? Insomma, cara cugina, davvero non vuoi farmi da Cicerone? Mostrarmi, non so, le cose più caratteristiche, i luoghi più romantici in cui poter portare magari la mia futura promessa sposa? E poi devi farmi conoscere un po' di gente, no?” Le fece l'occhiolino. “Questo tuo cugino manca da casa da un bel po' e tu vuoi lasciarlo già da solo? Sono certo che gli dei non se la prenderanno per questo. Infondo rinvierai le preghiere per una buona causa.” Sorridendo appena. Nel frattempo, in una delle stanze della fortezza, qualcuno bussò alla porta di Musain. “Entra pure.” Disse questi. “Mi hai fatto chiamare?” Chiudendo la porta dietro di se Dension. “Si, devo affidarti un compito importante e delicato.” Dension mostrò un lieve inchino. “Voglio che tu scopra la vera identità di Lupo Nero, il capo dei ribelli.” Mormorò Musain. “E voglio che tu lo porti qui da me.” “Vivo o morto?” Chiese Dension. “E' indifferente.” Rispose Musain. “Voglio processarlo davanti al popolo di Lortena e se sia vivo o morto la cosa non fa molta differenza. L'importante è che sia presente fisicamente. I Tribunali Popolari di Imperion sono laici e dunque non si fanno molti problemi ad impiccare un cadavere.” Dension rise. “Va ora e non deludermi.” Concluse Musain. “Poi ti darò ciò che vorrai.” “In verità” fece Dension fissando un ritratto di Clio alla parete “c'è qualcosa qui che mi interessa particolarmente...” “Portami quel ribelle ed io ti darò ciò che desideri.” Annuì Musain. “Hai carta bianca.” “Io e i miei uomini ci camufferemo e rivolteremo questa contea come un guanto...” disse l'assassino di Imone “... tra pochi giorni avrai miei notizie.” I due allora si salutarono e Dension uscì dalla stanza, lasciando Musain da solo. |
La porta si aprì ed Altea vide sulla soglia il piccolo mago.
“Oh, benvenuta, Altezza.” Disse sorridendo Carjan, per poi mostrare un bell'inchino. “Prego, entrate. Non temete siamo solo io e voi. Gli altri sono scesi per la colazione.” Pregò poi la principessa di sedersi sul letto e le mostrò una tela, sulla quale aveva disegnato dei segni particolari. E su quei segni vi erano piccole pietre colorate, usate per la preveggenza. “Per tutta la notte” fece il mago “ho consultato gli astri e i misteri dei Quattro Elementi. E sono infine riuscito a scorgere ciò che vaga intorno a noi, mia padrona... ho visto quattro cavalieri vestiti di rosso, su cavalli scarni e ciechi... i loro volti erano celati da cappucci e nei loro occhi, unica parte visibile del volto, dimorava l'oscurità e non la luce... infine mi è apparsa una misteriosa figura... ella ci seguiva a debita distanza e qualsiasi sforzo da noi fatto per seminarla risultava poi vano... l'unica cosa però che sono riuscito a vedere in essa era il suo abito nero... era completamente vestita di nero quella figura... ed al collo aveva un simbolo Cristiano... un Crocifisso però che pendeva capovolto... e secondo proprio i Cristiani un Crocifisso capovolto indica cose sconsacrate e possedute ormai dal demonio...” |
Alzai gli occhi al cielo.
Cosa voleva adesso? Ma quando mi voltai ero già sorridente come sempre. Lo guardai sorpresa. "Oh, cielo.. Ma questo è un paese in guerra.. Non si può passeggiare per le strade.." Sorrisi "Beh, hai lasciato Lortena a quindici anni.. Eri già un uomo allora.. Parli come se non l'avessi mai vista..". E come se non conoscessi affatto me. "Quanto ai luoghi romantici, ne conosci sicuramente più tu di me.. Porterai la tua sposa dove portavi Martina, no?" Con aria maliziosa. Lanciai l'amo. "Beh, adesso potremmo andare sul lungofiume.. O posso mostrarti la rocca.." Risi appena "Anche se mi farebbe molto strano farti da Cicerone in casa tua..". |
Osservai attentamente e seriamente ciò che Carjan mi mostrava..."Quattro cavalieri vestiti di rosso e incappucciati..e perchè i loro cavalli erano scarni? Ma la figura vestita di nero mi preoccupa..si..il crocifisso capovolto è come...un anticristo" scossi il capo quasi per togliermi ogni preoccupazione "Ma noi non siamo cattolici Carjan...noi abbiamo i nostri dei". Ma ricordai benissimo le parole con cui Solone apostrofò gli uomini di Imperion..e quasi nominò il demonio.
Feci segno a Carjan di seguirmi e andammo dagli altri e raccontai a loro ciò che Carjan vide, ma sempre in arabo per non farci capire..."Prima ho suggerito a Korshid, semmai qualcuno ci dovesse fare domande possiamo dire chi siamo, ma...siamo all'oscuro di tutto ciò che sta avvenendo qui a Lortena, intesi? E ho pure nutrito il dubbio, qualcuno sa di noi..i forestieri non passano innosservati, potremmo essere pure un pericolo, dei rivoluzionari...fingiamo indifferenza, come se fossimo qui in vacanza." Guardai Ismael..."Andremo io e te da Solone..vediamo se ha scoperto qualcosa di più su questo viaggio e su cosa dovremo fare..essere in troppi dà nell' occhio, vi raggiungeremmo presto...penso potete uscire ma non date confidenza a nessuno". Io e Ismael uscimmo, lui mi diede il mio nero Shamir che avevo affidato a lui ed egli prese il cavallo di Hassan e partimmo verso la casa del filosofo..."Ricordi vero la strada Ismael?" |
Guisgard sorrise a quelle parole di Clio.
“Martina in verità neanche la rammento...” disse con finta aria sarcastica “... ed è un brutto segno quando non ricordi neanche più il colore degli occhi di una ragazza...” rise appena “... dai, portami sul lungofiume... anzi, no... scegli tu... magari visitare la rocca alla vigilia del crepuscolo è più intrigante... ed io in cambio ti mostrerò un bel gioco che ho imparato all'accademia...” le fece l'occhiolino. Ma poi divenne serio di colpo. “Ma forse prima dovrei vedere le tombe di tuo padre e degli altri familiari... però, ti prego, vorrei farlo da solo... indicami solo dove si trovano...” |
“Si...” disse Ismael ad Altea “... la ricordo perfettamente.”
Ma in quel momento Carjan si avvicinò alla principessa. “Altezza...” arrossendo “... non merito forse un premio? Non so... un bacio, una carezza? O magari potrei aiutarvi dopo, nella vostra stanza... non so, potrei aiutarvi con il vostro bagno... ho ideato una nuova essenza che lascia la pelle morbida e profumata... è come lasciarsi accarezzare da petali di orchidea... volete, mia principessa?” Fissandola con bramosia. |
Mi voltai verso Carjan e sbottai..."Ancora? Avete fatto il vostro dovere, siete a mio servizio..e io non vi devo dare nulla in cambio...e cosa fondamentale.." dissi abbassandomi a sua altezza per guardarlo negli occhi "Io per voi...non provo nulla...magari mi avete mentito pure stavolta solo per vedermi e stare solo con me".
Mi avvicinai a Shamir e balzai in sella..."Ismael...possiamo andare..qualcuno voleva come sempre ottenere qualcosa non può avere" e guardai negli occhi chiari di Ismael per poi voltarmi verso Carjan per fargli capire. |
Il piccolo mago sbuffò frustrato, per poi restare ammaliato dal tocco dei capelli di Altea sul suo volto, quando si era chinata alla sua altezza per parlargli.
Li guardò allora andar via, la principessa con Ismael, fino a quando svanirono nel bosco. “Ma riuscirò a conquistarvi, Altezza...” disse fra se il mago “... troverò un elisir capace di farvi cadere ai miei piedi, mia bella signora...” “Forse siete stata un po' dura con lui, Altezza...” mormorò Ismael mentre galoppavano verso la capanna di Solone “... dopotutto siete molto bella ed è naturale che gli uomini perdano la testa per voi...” aggiunse fissandola negli occhi. Raggiunsero in quel momento la dimora del filosofo e lui era intento a prendere dell'acqua dal pozzo. “Riferite al filosofo anche del sogno di Carjan, Altezza.” Ismael ad Altea. |
"Non sono stata dura Ismael..io voglio solo le parole di ammirazione del mio amato...tempo fa ne avevo molte..ora il mio cuore si è chiuso in una gabbia, e prego gli Dei manderanno qualcuno..capace di amarmi veramente" e risposi al suo sguardo col mio.
Solone stava prendendo dell' acqua da un pozzo e legammo i cavalli, la giornata era calda e solare, peccato non si poteva essere liberi di cavalcare in quel bosco dalle varie tonalità. "I miei omaggi messer Solone, oggi siamo solo io e il mio capoguardia, Ismael..sapete..non abbiamo voluto dare troppo nell' occhio con troppo seguito. Siamo venuti per sapere se la notte vi ha portato consiglio sul nostro viaggio...e poi...si...so voi filosofi non credete in queste cose ma Ismael mi ha detto di parlarvi di ciò che il nostro Mago di Corte ha visto nei vari elementi...e magari vi è un particolare che può unirsi". Aspettai il filosofo entrasse nella capanna, mentre mi guardavo attorno per guardare il paesaggio e ciò che ci circondava. |
“Si...” disse Solone ad Altea “... raccontatemi pure ciò che il vostro mago ha visto... e mi raccomando, non dimenticate nessun particolare...”
Era un tardo pomeriggio caldo, con l'aria resa incerta da una vaga foschia. Le montagne tutt'intorno apparivano silenziose e indifferenti, come giganti assopiti dalla calura. E intorno a loro vi era inquietudine. |
Strano...quel posto, le montagne assunsero un aspetto vago, quasi irreale ma pure velato di mistero ed inquietante.
Distolsi il mio sguardo..non mi accorsi di quanto il tempo era passato, era già tardi pomeriggio..speravo di non fare tardi. Entrammo nella capanna, ci sedemmo e iniziai a parlare..."Sarò breve...è pure tardi, non vorrei arrivasse sera..magari vi è qualche coprifuoco o delle ronde di Imperion? Comunque..il mago ha visto nelle pietre magiche e nei Quattro Elementi...quattro cavalieri vestiti di rosso, su cavalli scarni e ciechi, i loro volti erano celati da cappucci e nei loro occhi, unica parte visibile del volto, vi era la oscurità invece della luce." mi rischiarai la voce visto lo sguardo attento di Solone, iniziavo a sentirmi a disagio, speravo davvero non vi fosse qualcosa di vero.."Poi ha visto una figura che ci segue ovunque e nonostante cerchiamo di eliminarla non vi riusciamo...tutta vestita di nero ed al collo portava un simbolo Cristiano..una Croce..ma era capovolta e sappiamo per i cristiani indicano le cose sconsacrate e possedute dal demonio". Calò il silenzio, vidi Ismael perplesso, era un ottimo guerriero ma troppo superstizioso.."Sapete...Carjan ha la sua fede, non crede molto nei nostri Dei, per un attimo pensai..insomma..i Cristiani per lui sarebbero degli Infedeli..ma so pure gli uomini di Imperion..hanno proibito ogni forma di culto religioso..ma lascio a voi la parola" dissi al filosofo, sperando fosse stata solo una scusa di Carjan per vedermi. |
Sorrisi.
"Beh, mi sembra coerente.. Hai dimenticato la tua casa.." Indicando la rocca davanti a noi "La tua famiglia, la tua terra, il tuo nome.. Se avessi fatto un'eccezione per il tuo primo amore, quasi quasi sarei stata gelosa.." Risi appena "Beh, fortunatamente è morta ormai, così non potrai spezzarle il cuore, e a lei resterà il ricordo del ragazzo che eri.." Sorrisi "Come la invidio.." Risi, come se avessi detto che un vestito stava meglio a lei che a me. "Faremo così allora, amdremo al lungofiume, così tu andrai alle tombe e io dirò le mie preghiere... Poi, più tardi torneremo alla rocca.. L'hai detto tu, com crepuscolo è tutto più affascinante.." Prendendolo per un braccio per poi tornare sui nostri passi "Mio padre non è qui, ma al mausoleo del castello Eubeo, dovrai accontentarti dei tuoi genitori..". Raggiungemmo la Loggia degli Eroi. "Bene, le tombe sono da quella parte.." Indicando un sentiero "è esattamente dove portavi offerte ai tuoi nonni, ma immagino che tu abbia dimenticato anche quello.." Sorrisi. "Io andrò da quella parte invece.." Indicando un altro sentiero che partiva da quella loggia classicheggiante. "Ci ritroveremo qui tra poco, il primo che arriva aspetta.." Mi inchinai leggermente "A dopo, cugino..". |
Solone ascoltò con attenzione ogni parola di Altea, senza tuttavia tradire emozioni o palesare reazioni particolari.
Quando poi la principessa terminò, il vecchio filosofo si limitò a scuotere il capo, per poi alzarsi e versare in un bicchiere un po' di vino. “Immagino” disse “che essendo voi gente d'Oriente evitiate di bere il vino. Dunque non vi chiederò se ne gradite oppure no e spero mi scuserete se invece io non posso farne a meno in questo momento.” Finì il suo vino e tornò a sedersi con loro. “La visione che mi avete raccontato” riprese il filosofo “è molto particolare, quanto inquietante e non credo sia frutto di invenzione. E' ricca di figure ed immagini che personificano le forze del male che si stanno andando a sfidare.” “Forze del male?” Ripetè Ismael. “Sono simboli Cristiani e non vedo in che modo possono interferire con noi. Abbiamo i nostri dei che ci proteggeranno.” “Amico mio...” fissandolo Solone “... neanche io sono Cristiano, ma ho studiato per buona parte della mia vita le altre Religioni e per esperienza posso dirvi che ogni Fede ha una sua Rivelazione che possiede Qualcosa di Sacro. Chi più e chi meno.” Ismael restò perplesso. “Comunque...” continuò Solone “... i quattro cavalieri credo rappresentino i vostri nemici ed il fatto che i loro cavalli appaiano scarni e ciechi potrebbe simboleggiare che provengono da una terra ricca di stenti, costrizioni e disagi. Quell'oscura figura, infine, potrebbe significare molte cose, ma, non so perchè, a me fa pensare ad una notizia che ho saputo qualche settimana fa da alcuni pellegrini provenienti dalla città di Cartian. Naturalmente la mia è solo una sensazione e potrei tranquillamente sbagliarmi, eppure qualcosa mi spinge a legare la figura della visione con quella notizia raccontatami da quei pii pellegrini...” |
Guisgard a quelle parole di Clio divenne di colpo cupo e pensieroso.
Lo sguardo parve farsi vago, sfuggente, enigmatico e la sua espressione mutò, smarrendo quel sorriso e quell'aria di spavalderia e sicurezza che si erano stampati sul volto sin dal suo arrivo alla rocca. “Morta...” disse piano, quasi in un sussurro impercettibile, ma che la ragazza percepì “... sembra che al mio ritorno io abbia trovato solo fantasmi...” guardò la sommità della rocca, fino al punto più alto che sembrava voler lambire il cielo “... e tu che parli con tanta naturalezza di tutto ciò... ma forse sono io che subisco il desolante impatto di questo mondo mutato così repentinamente...” tornò a guardarla e poi a sorridere “... andiamo, su... ci ritroveremo tra poco come stabilito...” I due finti cugini così si separarono, ciascuno diretto verso ciò che lo attendeva. Guisgard, allora, poco dopo raggiunse il luogo dove si trovavano le tombe. Si segnò tre volte e recitò qualche preghiera su quelle lapidi. “Cosa avresti fatto al mio posto, Imone?” Pensò. “Avresti pianto i tuoi morti, immagino... e poi? Poi avresti con ogni probabilità detto a tua cugina ciò che lei si attendeva di sentire da te... già... ma io non sono te... questi non sono i miei cari e questa non è la mia terra... non ho nessuna causa per cui combattere e nessun interesse a rischiare la vita...” rise malinconico “... chi sono io ora? Un impostore, un mentitore giunto tra questi fantasmi... o forse sono anche io un fantasma... o lo diventerò davvero se non starò attento...” scosse il capo “... dopotutto non sono un rivoluzionario e neanche un ribelle... ho sempre vissuto per quel che sono, un indifferente osservatore del mondo, un cinico teatrante di questa grande farsa che è l'esistenza umana... non ho mai dato valore agli altri, né mi sono mai interessato alle altrui vicende... questo sono... una sorta di libertino imborghesito dal denaro che per anni mi ha mantenuto, senza provare mai il desiderio di cercare il mio benefattore o il nome della mia vera famiglia... devo... si, devo trovare il modo di andarmene da qui... spero che le acque si calmino il più presto possibile, così da poter fuggire da questa terra e dai suoi fantasmi...” colse dei fiori dalle aiuole e ne posò uno su ciascuna di quelle lapidi. E mentre faceva ciò notò un uccello volare basso, per poi scendere su una fontana di pietra poco distante da lui. Era una gabbianella dal piumaggio di un raro e delicato blu. L'uccello restò a fissarlo per qualche istante. “Chi c'è qui?” All'improvviso una voce alle spalle di Guisgard, che fece volare via la gabbiabella. Questi si voltò di scatto e vide una figura incanutita e stanca. “Perchè non parlate?” Avvicinandosi quel vecchio. “Non posso vedervi e non è cortese celarvi nel silenzio, oltre che nel buio che attanaglia i miei occhi.” Aggiunse sorridendo. Era infatti cieco e si aiutava a camminare con un bastone. “Ecco io...” mormorò l'impostore. Il vecchio a quelle parole si fermò di colpo. “Nessuno ormai viene più qui a piangere, se non la giovane lady Clio...” fece il vecchio “... solo lei ora si ricorda di queste lapidi... a volte la sento piangere o parlare piano al vento, illudendosi che sia messaggero del Mondo dei Morti... ma oggi anche voi siete qui... fra tanti, solo voi...” si avvicinò ancora al giovane uomo che lo fissava in silenzio “...si e non potete essere che voi...” raggiunse le mani di Guisgard e le strinse forte “... siete tornato, padroncino Imone!” In lacrime. “Siete tornato!” Sorridendo. “Ho pregato tanto ogni giorno ed ogni notte... e ora finalmente il Cielo mi ha esaudito!” Si gettò ai piedi dell'impostore. “Alzatevi, vi prego...” prendendolo Guisgard, per poi aiutarlo ad alzarsi. “Mio signore...” senza smettere di piangere il vecchio cieco “... sono cambiato, vero? Euntreo, il burbero guardiano degli armenti, che mungeva per voi ogni giorno il latte fresco, oggi è molto cambiato... non ho più la forza di un tempo e l'età è ormai venerabile... anche la luce mi ha abbandonato, da quando Froster mi fece strappare gli occhi... oggi vivo qui, quasi come un mendicante sulla soglia di questa rocca, grazie alla bontà e alla generosità di lady Clio che ha avuto compassione di questo vecchio e fedele servitore di suo padre... ma tutti i miei stenti e le mie sofferenze oggi sembrano svanire, poiché vi sto riabbracciando, padrone...” e lo strinse forte con grande commozione. “Come fate a dire che sono chi voi credete?” Domandò Guisgard. “Potrei essere uno dei soldati di Froster impegnato con la ronda, o uno dei tanti servitori...” “Ho sempre saputo” portando Euntreo le sue vecchie mani sul volto del giovane impostore “che al vostro ritorno io vi avrei trovato qui, davanti a queste tombe, mio signore...” annuì “... l'ho sempre saputo e così è stato... e vedo che la bellezza non vi ha abbandonato...” sorridendo ancora, mentre con le mani accarezzava i lineamenti del volto di Guisgard. Nello stesso momento, Clio, raggiunto il tempio per le preghiere, trovò Roland che fingeva di accudire ai ceri sacri come un buon e fedele sacerdote. Vide allora la ragazza e le si avvicinò, adagiando sul suo capo il sacro velo per le orazioni. “Novità?” Chiese sottovoce poi alla ragazza. |
Solone bevve di un colpo il vino..."Non preoccupatevi, non siamo musulmani, a differenza di altri a Setareh abbiamo degli Dei e infatti la mia è la Città Sacra di questi dei.. sarebbe interessante un giorno parlarne visto voi studiate le Religioni del Mondo..ad esempio..Musain, che guida l'esercito di Imperion qui a Lortena, segue la "Via della Spada" e a mio parere segue una filosofia orientale tipica dei samurai."
Ascoltai con attenzione le parole del filosofo incuriosita e guardai Ismael, ad un tratto trasalii.."Gli animali potrebbero non essere cavalli...dite..a sentirne parlare..quasi sembrerebbero...cammelli." scossi il capo, pensai al nostro Paese, e per un attimo davanti a me vidi la immagine di Abrham, bello ma spietato quanto il demonio.."Che..che notizie..avete da Cartian?" dissi balbettando. |
Tieni chiusa quella bocca, che ogni parola mi fa imbestialire..
Adesso sei triste? Davvero? Facile.. Io sto recitando, imbecille.. ti ho mostrato la vera me e mi hai ferito più tu di tutti gli altri.. "Beh, non vedo dove sia il problema.." sorridendo "Non ricordavi il suo nome, né il suo volto?" lo guardai negli occhi, senza abbandonare la mia maschera "Questo luogo è cambiato, è vero.. ma mai quanto te.. in meglio, naturalmente.." ripetendo volutamente le parole che lui aveva detto a me. Lo lasciai andare dai suoi genitori. "A dopo, caro.." gaiamente "Saranno fieri di te..". Hai davvero il coraggio di presentarti davanti a loro in questo stato? Io mi vergognerei e scapperei via più lontano possibile se fossi in te.. Lasciai così Imone e raggiunsi il tempio silvano. Roland. Potevo togliere la maschera, finalmente. "E' arrivato Imone.. si è presentato al castello.." mormorai una volta arrivata davanti a lui. Scossi la testa "Avrei preferito non rivederlo mai più... è un damerino insignificante e inutile.. ha dimenticato ogni cosa.. persino Martina.. Martina che voleva sposare a tutti i costi.. mi ha detto che sono giovane e bella, tra poco sarò sposata col signore di queste terre.." ero livida "Il signore di queste terre.. ha detto proprio così.. e potrò rendere Lortena un posto migliore.. non è che mi ha chiesto cosa quel maledetto ha fatto ai suoi genitori, a sua sorella.. no, devo essere contenta di sposarlo..". Avevo le lacrime agli occhi "Lui.. capisci.. mio cugino, il mio sangue... ha portato la spada di mio padre per tutti questi anni, e l'ha disonorata in questo modo..". Respirai piano "Scusa.. ma dovevo sfogarmi.. per concludere, lui è totalmente inutile, anzi.. devo recitare anche con lui.. e non hai idea di quanto mi faccia male.." guardai negli occhi il mio amico. "Dimmi che almeno tu hai buone notizie.." sospirai. |
“I cavalieri di Imperion” disse in modo spiccio Solone ad Altea “seguono solo una strada... quella del tradimento e dell'inganno.” Riempì poi due bicchieri di vino e li offrì alla bella principessa ed al suo servitore. “A me i cavalli della visione fanno pensare ad Imperion... l'assoluta volontà di una cieca libertà, l'odio verso ogni forma di ordine, soprattutto religioso e in modo particolare quello Cattolico, l'ossessiva ricerca di un'innaturale uguaglianza tra gli uomini, ignorandone l'indole e la capacità individuale di ogni individuo, non possono che generare una società monca, senza veri valori ed ideali. Per questo quei cavalli mi fanno pensare ad Imperion.” Aggiunse il filosofo. “Quanto al racconto dei pellegrini di Cartian... rammento che mi parlarono di un uomo fuggito proprio da Imperion... un uomo che laggiù spacciavano per pericoloso criminale, eppure non così bene sorvegliato, vista l'evasione dalle prigioni e poi la fuga da quella città... ebbene i pellegrini lo descrissero come un uomo vestito di nero, colto, dal fascino magnetico nonostante l'età non giovanissima e nemico giurato della Chiesa di Roma...”
“Perchè quell'uomo vi fa pensare alla figura della visione?” Chiese Ismael. “Perchè i pellegrini mi dissero aveva un Crocifisso al collo...” rispose Solone “... un Crocifisso capovolto...” |
“Lord Sartion è tornato a Lortena” disse Roland a Clio “ma senza notizie di vostro cugino. E infatti apprendo da voi che è già qui...” mormorò pensieroso “... mi spiace vedervi così addolorata... forse lui non si rende veramente conto di ciò che è successo qui... della guerra civile e della politica di sterminio portata avanti da tiranno... o forse, come dite voi, è solo un imbelle...” scosse il capo “... non rammaricatevi... magari si stancherà presto della vita qui a Lortena, abituato com'è agli agi e alla bella vita... avvertirò io gli altri al Castello Eubeo che non occorre più cercarlo... ah...” fissandola “... una delle mie spie che ha accesso agli appartamenti di Froster mi ha rivelato che Dension con i suoi uomini ha lasciato in fretta la rocca... pare che Musain lo abbia incaricato di cercare Lupo Nero e smascherarlo...”
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Vidi davanti a me il bicchiere di vino...già...avevo dimenticato un particolare, io ero completamente astemia.
Per un attimo il mio cuore si rilasso alle parole di Solone ma poi tornò a battere forte, e vedevo..Ismael..con la sua solita calma. Ismael...sei persiano, il più abile e attento dei guerrieri...e non cogli i minimi dettagli..a volte non so se lo fa apposta...pensai innervosita. "Si.." dissi sicura.."ne sapevo già...ad Amoros" e mi voltai verso Ismael con sguardo serio per poi voltarmi di nuovo verso Solone.."Vi era un cartello affisso, cercavano un criminale fuggito dalle prigioni di Imperion e chi ne avesse avuto notizia doveva darne avviso alle autorità o..pure al prete..già..pensai fosse una montatura, ovvero quello fosse un ribelle del regime di Imperion. Si sa, i rivoluzionari sono i nemici e fatti vedere come un pericolo..ma voi ora..state confermando può essere veramente pericoloso? Ma se fosse anticlericale non sarebbe affatto un nemico di Imperion, non comprendo e non ho bevuto nemmeno un sorso di questo vino...e non capisco perchè dovrebbe seguire proprio noi..ma il fatto strano è che ciò che mi ha più colpito ad Amoros si è legato con la mia vita..la spada con Caleidos e la Signora dell' Elsa e un bambino abbandonato dalla sua famiglia, forse..dai Taddei...da ciò che un menestrello narrò e poi appunto questo impostore, non lo trovate strano?". |
Annuii a Roland, per poi sorridere, perfida.
"Ma bene.. ho avuto modo di parlare con Dension.. e credo di avere una possibilità di metterlo fuori combattimento.." risi appena "Dovevi vedere come mi guardava... cadrà nella mia trappola, vedrai..". Sospirai "Sì, spero anche io che se ne vada presto.. ho atteso anni che tornasse, ma mai più avrei immaginato una cosa del genere.. ma pazienza.. solo che, come se non bastasse la beffa, devo anche fargli da balia.. come se non avessi altro di meglio da fare..". Tornai a guardare Roland "Non credo che Dension avrà fortuna, c'è un motivo se il Lupo Nero non ha mai rivelato la sua identità, nemmeno ai lupi più fedeli.. dubito che abbiano sospetti fondati.. no?". Sospirai "Beh, se non c'è altro devo tornare dall'imbecille e portarlo al lungolago.." scossi la testa "Vorrei riuscire a raggiungere il Castello Eubeo se solo avessi un attimo di pace.. magari stanotte, che dici?". |
“Infatti” disse Solone ad Altea “è una strana questione la storia di quel criminale... fossi in voi mi dedicherei solo a ciò che di concreto ho in mano... la spada... la spada e ciò che nasconde... essa è la mappa per raggiungere quel tesoro, ossia Caleidos...”
“Credete si celi in una di quelle quattro città che dobbiamo visitare?” Chiese Ismael. “Gli indizi sembrano portare a credere a ciò...” rispose Solone. “E da dove partire, dunque?” Domandò ancora Ismael. “Questo è il prossimo indizio da trovare...” mormorò il filosofo. |
“Comunque non dobbiamo sottovalutare Dension...” disse Roland a Clio “... se è il braccio destro di Musain ci sarà pure un motivo... quanto al Castello Eubeo ci si può provare... e stanotte potrebbe essere un buon momento... vi rammento che i cadaveri dei nostri Lupi sono ancora là a marcire al Sole...” scosse il capo “... se volete, stanotte andremo là...”
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"Già..il primo indizio che diede l' avvio alla nostra partenza fu trovato da Bauon dentro l'elsa della spada, ed è appunto il biglietto che vi mostrai..ma egli ci disse di venire qui a Lortena, da voi messer Solone, per conoscere gli usi e costumi delle città..e trovare il prossimo indizio per partire, finalmente, verso la prima città..e l'inizio sta a Lortena? O nella prima città..ci stiamo perdendo.." dissi guardando la lama lucente della spada.."Se dovessimo seguire ciò che ha detto il nostro mago vedendo quel criminale..allora dovremmo andare a Cartian?" sospirai.."Comunque, io non me ne andrò da qui..se prima non avrò parlato con Musain, dovete sapere messer Solone egli mi disse, nonostante, la sua spada fosse a servizio di Imperion lui mi avrebbe sempre aiutato..è stato sempre così..e non vi ho detto io posseggo questa spada perchè Musain si battè con un uomo che la possedeva..perchè sapeva la desideravo, e dopo averlo battuto, mi donò la spada..non sarei qui se non fosse per lui..io so si trova a Lortena..perchè una notte al porto verso sud nascosi un fuggitivo cercato da Imperion, il quale.." dissi in un impeto di rabbia come a volerglielo conficcare addosso quel pugnale..."ha osato prendere il mio pugnale sacro.." e glielo mostrai "nessuno aveva osato...da secoli..io ne sono la protettrice e sacerdotessa, dalla notte dei tempi si narra mai uno sia riuscito a prenderlo e lui è stato il primo...e sarebbe un guaio per tutto il mio popolo e altri se finisse in mani sbagliate..per favore, indicateci dove si trovano i Marsin..ho la protezione di Musain" dissi in modo molto convinta e convincente.
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“Io riguardo ai cavalieri di Imperion vi ho già messo in guardia...” disse Solone ad Altea “... poi sta a voi decidere se credermi o meno... quanto ai Marsin, ormai credo siano rimasti in pochi e si trovano tutti dove dimora il tirannico governo di questa contea... un tempo era il Castello Eubeo, ma pare ora sia in mano ai ribelli... come detto mi tengo distante da tali faccende politiche, dunque vi sarà più semplice chiedere in giro... magari alla locanda dove soggiornate... là saranno di certo più informati di me...” si alzò “... ora perdonatemi ma devo tornare alle mie faccende... vi auguro di trovare ciò che state cercando, sebbene non sarà semplice...” sorrise e tornò ad occuparsi del suo pozzo.
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Uscimmo e guardai Ismael sbalordita..."Non ho capito..ci ha liquidato in questo modo? E l'indizio che dovevamo trovare qui a Lortena...non ci vuole aiutare?"
Perplessa presi Shamir e andai nella locanda con Ismael.."Sta per fare buio..Ismael..speriamo di far ritorno alla locanda..vai avanti tu..ci siamo attardati troppo...e comunque non ne abbiamo cavato nulla..sapevamo già chi sono gli uomini di Imperion e tu..lo hai proprio provato sulla tua pelle..a frustate, solo Musain ti salvò la vita, non saresti qui..è tutta una questione politica..appunto e dobbiamo starne alla larga, domani mattina andremo dove si trovano i Marsin, sono certa di voler dire loro del povero Imone..e poi? Poi nulla..non abbiamo scoperto nulla e Solone non ci vuole dire di più.." dissi proseguendo per una strada sterrata..non dovevamo temere nulla..pure se era sera...avevamo la protezione di Musain. |
Sospirai.
"Non temere non ho alcuna intenzione di sottovalutarlo, anzi... Sa sicuramente il fatto suo.." Sorrisi "Si, adiamo al castello stanotte, ma stiamo bene attenti vediamo se riusciamo a tirarli giù.. Considerando però che loro non aspettano altro.. Ne parleremo con Lord Sartios..." Guardai l'uscita del tempio "devo andare ora.. Ci vediamo all'imboccatura del tunnel a mezzanotte.. A dopo mio caro..". Salutai, per poi avviarmi verso l'esterno. Dopo poco raggiunsi la Loggia dove avevo lasciato mio cugino. |
“Altezza...” disse Ismael ad Altea mentre tornavano verso la locanda “... credo che quel filosofo si sia risentito... egli non ha una buona impressione degli uomini di Imperion e il fatto che voi abbiate battuto più volte sulla fiducia e l'ammirazione che nutrite verso ser Musain lo abbia reso indisposto verso di noi... da ciò che ho capito quell'oggetto, Calaidos, deve avere una grande importanza e agli occhi di quel filosofo non non siamo degni di cercarlo... questo è almeno ciò che ho capito io dal suo atteggiamento...”
Raggiunsero la locanda dove avevano preso alloggio e subito videro alcuni bei cavalli legati lungo la staccionata. Dall'interno provenivano varie risate e si udivano alcune voci che parlavano. “Nessuno è come te, Dension!” Esclamò uno dei cavalieri che allegramente sedevano intorno ad uno dei tavoli. “Sei il migliore di tutti noi!” “Ovvio!” Fece un altro di quelli. “Lui gode della massima fiducia di ser Musain! Ciò che vede lui lo vede ed ascolta viene poi visto ed ascoltato anche da ser Musain! Propongo un brindisi per il nostro Dension!” E tutti brindarono. “Avere la fiducia e la stima di ser Musain non è da tutti...” mormorò Dension “... ho meritato tutto ciò. Per questo non voglio fallire questa missione che mi ha affidato. E non falliremo.” Fissando tutti i suoi uomini. |
Clio, lasciato Rolando al tempio, si diresse verso la loggia, dove aveva lasciato Guisgard.
E arrivando là vide il suo finto cugino intento a parlare col vecchio servitore Euntreo. I due stavano seduti su un basso muretto e il vecchio pareva animato da un entusiasmo ed una felicità che non conosceva ormai da tempo. Ma nel vedere tornare Clio, il nostro impostore si alzò e la salutò con un cenno. “Abbiamo visite, amico mio...” disse poi al vecchio cieco “... la mia bella cugina è tornata finalmente dal suo buon cugino.” “Oh, bene!” Annuì Euntreo. “E' sempre bello salutare la nostra lady Clio!” |
Mi avvicinai ai due uomini e sorrisi.
"Salute a voi, Euntreo.. È sempre un piacere incontrarvi.." Dolcemente "Come state? Avete visto chi è tornato all'ovile?" Voltandomi verso Imone. Chissà se ha riconosciuto almeno lui. Mah.. |
Aiuto a preparare il carrozzone per la partenza senza lasciare mai, ne la sacca con Milord che miagola ma non si muove di li, ne il libro che in questo momento rappresenta la libertà per me.
Ascolto Carolon e rifletto sulle sue parole dette dall'abate, proponendomi di continuare a leggere quel misterioso libro appena sarà possibile. Sono curiosa di scoprire tutto ciò che è scritto. Leggo il volantino che Rinos ha preso lo guardo " strano vero? Le stesse parole del libro, un fiore così potente? sarebbe bello lo trovassimo noi, che ne dite?" Ormai tutto è pronto per la partenza e io non vedo l'ora di continuare a studiare il libro. Quali saranno i semi di cui parlava l'abate? ma sono sicura che il Fiore Azzurro non è un fiore. Devo assolutamente scoprire di cosa si tratta. |
"Cosa dovevo dire Ismael...lo so...ma possiamo dire qualcosa contro Musain? A me...non ha fatto nulla..sappi gli offrii di essere pure la mia guardia del corpo..non nutro rispetto per gli uomini di Imperion è vero..ma abbiamo un punto a nostro favore ed è lui..se possiamo stare tranquilli..è per lui..almeno qui..a Lortena..ma pure al porto se non erro" e sorrisi pensando a quella notte.
Arrivati alla locanda vi erano degli uomini, feci cenno ad Ismael di non entrare, sentimmo i loro discorsi e vidi gli uomini e per poco non stavo svenendo.. parlai sottovoce in arabo "Oh per gli dei..ma quel..come lo hanno chiamato..Dension..è l'uomo che venne nella mia stanza quando..il fuggitivo..era travestito da ancella..ma non perquisì la stanza proprio perchè gli dissi conoscevo Musain..anzi "sospirai"gli dissi ero follemente innamorata di lui...speriamo non mi riconosca, tu conosci solo l' arabo Ismael, mi raccomando". Con coraggio aprimmo la porta della locanda e sfoderai un bel sorriso, indifferente, vi era ilarità e il vino fluiva a volontà tra i tavoli. Guardai i locandieri, Rafio e la moglie Censia, e li vedevo turbati e mi avvicinai a loro fingendo.."Oh una bella cavalcata a cavallo ci voleva..questo posto è fantastico, è stata una fortuna fermarmi qui durante il mio viaggio, si vede è un posto..spensierato". |
“Eh, già.” Disse sorridendo Euntreo a Clio. “Si è fatto attendere ma alla fine è tornato a casa, il nostro ser Imone.” Annuendo. “Sapete...” a Guisgard “... lady Clio vi ha atteso tanto.”
“Davvero?” Stupito Guisgard, per poi voltarsi verso la ragazza. “Non l'avrei mai detto.” Con un sorriso sarcastico. “Eh, suvvia.” Ridendo il vecchio servitore. “Sapete benissimo che sin da piccoli voi siete stato un po' il suo eroe. Diciamo qualcuno da imitare.” “E dire” fece l'impostore “che avrei giurato di starle un po' antipatico ora.” “Esagerato!” Esclamò Euntreo. “Si sente che la nostra lady è felice come non mai.” “Dite?” Ridendo appena Guisgard. “Certo!” Fece Euntreo. “Ah, benedetta gioventù! Vi affidate troppo agli occhi e poco a ciò che sussurra lo spirito!” Ridendo ancora Euntreo. “Allora mi fiderò di voi.” Annuendo il finto cugino. “E ditemi, cara cugina...” poi a Clio “... mi avete nominato un po' nelle vostre preghiere?” |
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