Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 12-09-2018 17.10.26

Aggrottai la fronte posando in silenzio le posate.. "Ovvero.. Che si dice? Non ho paura di quel luogo comunque" risoluta, cosa mai sarebbe potuto accadermi.

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Guisgard 12-09-2018 17.12.35

Continuava.
La sua lingua appariva insaziabile come la sua sete di sangue.
Ma ora non assaporava sangue, ma calda linfa che il fiore proibito di Gwen lasciava scivolare come brina notturna.
La sua lingua non si fermava, anzi si muoveva umida su quel sesso rosso ed ormai umido.
“Gwen...” disse lui senza cessare di lambire con la lingua quei petali rossi e bagnati che erano diventate le labbra della vulva di lei “... dimmi che ti piace... che ne vuoi ancora...” portando entrambe le mani sui glutei bianchi di Gwen, per poi stringere ed affondare le dita in quella pelle chiara e spettrale.
Cominciò allora a spingere su quelle natiche, in modo che il bacino di lei si muovesse su e giù contro il viso di lui che affondava tra le gambe della vampira, liberando così un massaggio travolgente, incredibilmente estasiante, dove la lingua di Elv, simile al pennello di un pittore, scivolando in quel sesso accogliente ne tingeva ampie carezze di perduto godimento.
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Guisgard 12-09-2018 17.21.00

“Si racconta” disse Mindus ad Altea “che lady Layla sia stata spinta volutamente... ossia qualcuno abbia voluto ucciderla...”

Lady Gwen 12-09-2018 17.25.44

Si muoveva insaziabile, senza sosta, non mi lasciava scampo.
Provai a rispondere alle sue parole, ma non riuscii, solo gemiti sfuggivano dalle mie labbra.
Caldi e lunghi gemiti.
Sentii quelle dita affondare morbidamente nelle natiche, ma con una presa forte, salda, che faceva muovere il mio bacino insieme al suo viso.
Mentre una mano ancora stringeva i suoi capelli, l'altra si strinse al legno del baldacchino, le dita che si serravano in una presa altrettanto salda come la sua.
Quel fuoco bruciava sempre più, nascendo dal centro fra le mie gambe e irradiandosi ovunque, quasi arrivando a consumare l'intera stanza, l'intero palazzo.
Era sparito tutto, tutto, la minaccia, il rischio,il pericolo, non riuscivo a pensare a nulla che non fosse lui, la sua bocca e il suo tocco caldo e umido su di me.

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Destresya 12-09-2018 17.26.22

Nel vedere che il mio capo capiva il mio piano, o che per lo meno vi vedeva del buono mi riempì di soddisfazione.
Iniziai a sentirmi sempre più calda, sempre più presa da tutta quella situazione.
Ascoltai attentamente il suo piano, sempre persa in quell'estasi.
Annuiii.
"Voi siete ben più saggio di me, signore, il vostro piano è arguto e senza dubbio riscuoterà successo..." fissando quegli occhi nell'oscurità.
"Penetrerò nella dimora di de Goth e cercherò il vostro tesoro, come da voi ordinato.." annuendo.

Guisgard 12-09-2018 17.42.35

Continuava.
Ancora ed ancora, senza sosta, senza pudore, né tabù.
Così le creature della note si amano.
Libere e scatenate, di una passione vera e senza limiti.
Gwen sentiva quella lingua muoversi, insinuarsi in lei.
Una lingua che assecondava l'istinto più profondo, il piacere più proibito, la passione più oscura.
Come un serpente tentatore lei la sentì scivolare ancora più dentro, fin nel suo ventre, nelle sue viscere.
Un serpente che violò il suo corpo.
Si ritrovò nel cuore più cupo ed oscuro del bosco, dove si odono solo le creature notturne ed ignote.
Poi si sentirono solo i gemiti e le urla di lei.
Più godeva, più sussultava, più gridava Gwen.
Su quell'antico masso reso liscio e levigato dal Tempo, dove secoli prima sacerdotesse di culti antichi e dimenticati assecondavano lontani idoli in cambio di rituali di fecondità, Gwen sussultava forte, sbattuta dall'impeto di Elv che senza freni ed in balia di un potere tanto virile quanto incontrollato la faceva sua.
Era in piedi fra le sue cosce, con lei invece stesa sulla pietra incisa di rune vecchie come quei luoghi, montandola come si fa con le puledre selvagge, mandandole a volle velocità fino a fiaccarle.
Spingeva Elv, tenendola ora per le gambe, ora per i fianchi, ora per i seni sodi.
Spingeva con indole mascolina, quasi animalesca, in quell'atmosfera ancestrale e fatta di sensi, istinti e passioni.
Così per tutta la notte, sotto i raggi sinistri di una falce maledetta.
Ino a quando Gwen lo vide irrigidirsi, chiudere gli occhi e gridare col volto stravolto il suo piacere.
Un piacere che inondò tutta la vampira, marchiandola con nettare caldo che rendeva le creature della notte indissolubilmente legate le une alle altre.
Per l'eternità.
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Guisgard 12-09-2018 17.45.13

“Brava...” disse lui con un tono caldo e maledetto “... penetra in quel castello e trova l'Aureo... ed io poi penetrerò in te...” a Destresya, per poi svanire.
E con la fine della visione anche lei perse conoscenza, risvegliandosi nel suo letto al mattino seguente.

Altea 12-09-2018 18.05.36

Scossi il capo.. "Si racconta.. Si narra.. Potrebbe essere ma dubito sia stato il barone, sarebbe già in prigione non pensate nonno Mandus? Comunque io andrò là domani pomeriggio" e continuai a mangiare tranquillamente "Ditemi, vi sono nuovi arrivati a Sant'Agata? Manco da così molto tempo".

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Lady Gwen 12-09-2018 21.17.54

Anche quella notte la trascorremmo a desiderarci, ad amarci, a cercarci reciprocamente.
Una notte folle di proibita e maledetta lussuria, irrefrenabile ed incontrollata.
Mi faceva sua completamente, ogni singola fibra del mio corpo era sua.
La stanza buia e cupa fu inondata e tinta dai nostri gemiti, il nostro piacere che risuonava per tutta la nostra camera.
Regnava l'istinto, la passione, i sensi, null'altro.
Era lì, davanti a me, bellissimo e perso fra le nebbie del godimento assoluto.
Lo vidi irrigidirsi mentre il culmine del piacere giungeva per entrambi, concludendo quel folle amplesso durato tutta la notte.
Mi sentivo svuotata per il troppo piacere, quasi nulla potesse raggiungermi.
Avevo ancora il fiato corto, quando mi voltai verso Elv.
"Spero tu sappia che adesso mi devi una bottiglia intera" gli dissi, riferita alle scorte di sangue che tenevamo in camera "A meno che tu non voglia farmi morire dissanguata..." con pungente sarcasmo, ma davvero sentivo un disperato bisogno di sangue e morivo di fame.

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Destresya 12-09-2018 21.48.39

Riaprii gli occhi che avevo ancora addosso la sua presenza, le sue parole, la sua promessa lussuriosa e calda, la sua voce così suadente, il suo sguardo che mi fissava da quell'armatura.
Era così deludente svegliarmi in quel letto, tutta sola, con il corpo in fiamme, una voglia spropositata che si insinuava in tutto il mio essere, il ricordo vivido del mio padrone.
Le lenzuola erano bagnate, durante le visioni del mio padrone il mio corpo impazziva, sudava, si scaldava, si eccitava.
Avevo addosso solo una leggera camicia nera, la seta si appiccicava alla mia pelle bollente.
Era sempre così lontano, il mio padrone, così irraggiungibile.
Ogni volta che mi raggiungeva, io vedevo le stelle più luminose del firmamento.
E ora, una nuova missione significava anche una nuova ricompensa.
Le mie cosce si strinsero istintivamente a quel pensiero, il desiderio era sempre più caldo in me, sempre più prorompente.
Lo volevo... avrei voluto averlo lì, più di ogni altra cosa al mondo.
La lontananza era terribile e c'era un solo modo per poterla sopportare in quel momento.
Scappare via, io e il mio signore, anche se lontani, potevamo riunirci nei sogni e prenderci pur non essendo fisicamente nello stesso letto.
Qualcosa che non è certo per tutti, ma per noi si...
Allora chiusi gli occhi, allungai una mano sul mio corpo sudato e teso, voglioso e impaziente e la guidai fin dove si sarebbe inumidita della brina del desiderio, violando e tormentando il mio sesso fino a strapparmi lunghi e intensi gemiti di piacere.

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