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Abbassai lo sguardo a quelle parole, arrossendo appena.
Doveva avermi letto nel pensiero. "Non sono sicura di volerlo sapere..." Mormorai, con gli occhi bassi. Poi li rialzai piano a cercare il tuo sguardo. "E come si fa a non essere gelose con te..." Scuotendo piano la testa "Oggi mi sembrava ci stessi provando persino con Dacey.." Alzando gli cocchi al cielo, per poi sospirare. "Ad ogni modo, non ho alcun diritto di essere gelosa..." Sospirando di nuovo "Sensuale ed eccitante eh.." Sorridendo divertita "E io che ho sempre considerato le donne gelose petulanti e fastidiose..". Tornai poi a guardare quegli abiti. "Però non mi hai risposto: c'è qualcosa che sia ancora nuovo tra queste meraviglie? Non so, qualcosa che conservavi per un'occasione speciale, o che so io.." Sorridendo. |
Gwen prese il libro, si sedette e cominciò a leggerlo...
“Queste sono le memorie del marinaio Olef, scampato al naufragio della sua nave, la Junkya e rimasto in balia del mare al largo della Conca del Diavolo. Che Iddio Onnipotente, Onnipresente ed Onnisciente mi perdoni e salvi la mia anima per aver messo per iscritto questo racconto. Mi si potrà accusare di aver perso il senno, ma la mia anima resta pura, poiché io non ho preso parte a ciò che racconterò in queste pagine. E prima di cominciare, invoco su tutti gli uomini di mare, siano essi marinai, soldati, pescatori, naufraghi o predoni di non incontrare mai l'orrore di cui io sono stato testimone.” Così recitava l'inquietante prefazione. |
“Dacey...” disse Icarius, per poi sorridere e sorseggiare altro vino “... quella ragazza mi detesta...” posò il bicchiere e guardò Clio “... sono mesi che non ho la compagnia di una donna, te l'ho detto, no?” Fissandola negli occhi. “E' la prima volta che ti vedo arrossire, quasi titubante... e mi piace... ti fa così donna...” indicò l'armadio “... a destra le camice non sono mai state indossate da nessuna... una speciale? Si...” annuì “... c'è una che ho sempre considerato speciale... è appartenuta ad una nobildonna di Cipro, rapita da alcuni mercanti di schiavi... fu acquistata da un generale dell'Arconte di Atene, ma questi vedendola se ne invaghì... i due divennero amanti ed ogni notte lei lasciava il letto del suo padrone per raggiungere quello dell'amato... si narra che un giorno l'Arconte simulò un offesa e spinse il suo generale a battersi in duello con uno dei suoi strateghi... il miglior spadaccino dell'Egeo... il generale morì e l'Arconte sposò la sua bellissima amante...” guardandola con uno sguardo carico di desiderio.
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Perfetto, come prefazione non c'e` male...
Continuai comunque a leggere. |
"Appunto, credevo fosse quella la cosa intrigante.." Con un leggero sorriso a quelle parole su Dacey "So che ama suo marito, sei tu che sei dannatamente ambiguo certe volte.." Alzando gli occhi al cielo, per poi sorridere "Ad ogni modo, lieta di essermi sbagliata.. Non parliamone più..".
Ascoltai la storia attentamente e poi sorrisi. "È una bella storia, con un lieto fine addirittura..." Sorridendo "Ma preferisco comunque indossare qualcosa di nuovo..." Facendogli l'occhiolino, per poi guardare il lato destro dell'armadio. Erano davvero bellissime. Le avrei davvero indossate tutte una dopo l'altra. Alcune erano anche troppo audaci, le avrei messe volentieri, ma solo una volta sua. Alla fine ne scelsi una nera, col corpetto unicamente di pizzo, che creava giochi di trasparenze che tuttavia riuscivano a coprirmi abbastanza da poterla indossare, la gonna corta invece era di finissima seta nera, e la schiena scoperta attraversata da dei giochi di fili intrecciati in modo casuale. Sì, un ottimo compromesso. La indossai rapidamente dietro un paravento e poi mi mostrai a lui, cercando il suo sguardo col mio per poi avvicinarmi sempre di più alla sedia, per prendere il mio bicchiere di vino poggiato sul tavolino e assaporarne un sorso prima di posarlo nuovamente e cercare nuovamente il suo sguardo. |
Gwen continuò a leggere...
“Era il terzo giorno in cui vagavo attaccato su quel pezzo di legno, in balia di onde e maree. Non avevo né acqua, né cibo. Il Sole picchiava forte e temevo che le escoriazioni del mio corpo richiamassero qualche pescecane. Fu allora che decisi di chinare in acqua il viso e bere l'acqua salata. Pensai che la follia fosse più sopportabile della sete, della bocca secca e delle labbra arse dalla calura. E forse lo feci davvero. Forse davvero arrivai a bere l'acqua salmastra. E fu in quel momento di disperazione e rassegnazione che accadde. Il mare divenne piatto di colpo e tutto si ammutolì. Così si formò nelle acque un'onda anomala e poi spruzzi alti decine di metri. E la vidi. Emerse in un attimo, sotto un cielo che si fece cupo. Una gigantesca nave nera, con un teschio sulla prua. Si forse sono davvero pazzo. Il sale marino mi ha cotto il cervello. Ma quella nave esiste. La rivedo ogni notte nei miei incubi. Come quella volta. Mentre si alzava in volo dalle acque marine.” Terminò così la pagina. |
Rimasi perplessa: c'era qualcosa che non quadrava.
La nave nera emergeva dal mare, cio` significa che puo` navigare sott'acqua. Allora perche` quando ci siamo immersi sott'acqua per seminarla, a Vacolis, non ci ha seguiti? Forse sbagliavo ad ascoltare i deliri di un naufrago, ma qualcosa non andava. |
“Avrei dovuto sbarazzarmi prima di quel paravento...” disse Icarius bevendo, mentre Clio indossava dietro il paravento la camicia che aveva scelto.
E poi si mostrò. E nel vederla lui restò in silenzio. La camicia sembrava fatta apposta per lei, giocando tra le trasparenze della seta e le forme del suo corpo, che si potevano intravedere o comunque immaginare tanto era sottile quell'indumento. Ed il nero metteva in risalto il chiarore della sua pelle. Clio proveniva dal profondo Nord, eppure il suo corpo era morbido, caldo, rassicurante. Era una bellezza, dietro la fierezza della spadaccina, la sicurezza della ribelle e quelle sue cicatrici, quasi pastorale, bucolica. Come quelle delle antiche commedie dell'Arcadia, dove giovani ed ingenue pastorelle si confondevano con le sensuali e maliziose dee. Ed Icarius restò a guardarla a lungo, intensamente, tanto che lei per un istante si sentì quasi nuda davanti a lui. “Forse non dovrei guardarti così...” mormorò lui, giocando col bicchiere vuoto fra le dita. |
“Milady...” disse Cq avvicinandosi a Gwen “... avete trovato un libro interessante?” Chiese il droide.
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Quando Cq si avvicino`, gli mostrai il libro e gli raccontai cio` che avevo letto.
Ero curiosa di sapere che avrebbe detto. Male che andasse, Elv aveva trovato qualche assurdo modo di comunicare con noi e il fatto che io avessi trovato questo libro non era casuale. O al massimo, stavo impazzendo sempre di piu` e questo era solo l'inizio della mia follia. "Credo che continuero` a leggerlo in cabina" dissi poi al droide. Dovevo sapere se c'era qualcos'altro in quel libro, magari anche utile a liberarci di quella nave. |
- Si l'ho detto... Anche se tu mi hai risposto...-
Abbassai appena lo sguardo per poi osservare distrattamente il ponte nel buio della notte. - Avevi parlato di una sorpresa... Ma io non ho ancora visto nulla di che... Te ne sei forse dimenticato?- |
Quello sguardo.
Come amavo quello sguardo su di me, così intenso e appassionato. Anche lui aveva finito il vino, così mi avvicinai e presi il bicchiere dalle sue mani, per posarlo delicatamente sul tavolo. Non badai alle sue parole e mi avvicinai a lui, che se ne stava seduto su quella sfarzosa poltrona. Mi avvicinai a lui in silenzio, con lo sguardo incatenato al suo. Posai un ginocchio su uno spaghetto di poltrona libero, e mi sporsi verso di lui. Dapprima gli sfiorai delicatamente il viso, con un sorriso dolce. Poi mi sporsi ancora di più e lo baciai, prima dolcemente, assaporando le sue labbra come fossero la cosa più preziosa del mondo, poi o baci divennero più intesi, audaci, appassionati mentre lo stringevo a me potevo sentire il suo corpo contro il mio. E continuai a baciarlo per lunghi istanti, per un periodo che mi parve insieme infinito e troppo breve. Poi, quando io stessa cominciavo ad avere la mente annebbiata dalla passione, mi staccai. Rapidamente, improvvisamente, senza dargli il tempo di afferrarmi, di trattenermi. Il mio sguardo divertito incontrò il suo, solo per un istante. Sparii nuovamente dietro il paravento e ne uscii con indosso una nuova camicia. Questa era rossa, attillata e interamente di pizzo. Diversa da quelle che avevo detto indossato finora, ma altrettanto bella. Non aveva esagerato nel descrivermi le meraviglie di quell'armadio. Così mi avvicinai in silenzio, sempre di più, fino a chinarmi su di lui appoggiando le mani ai braccioli della poltrona. "Dove era eravamo rimasti?" Sussurrai, con il viso vicinissimo al suo. |
Cq guardò il libro datogli da Gwen e lo sfogliò.
“I mari” disse “sono pieni di leggende, soprattutto su navi fantasma o comunque misteriose... basti ricordare la storia dell'Olandese Volante... anche se, in effetti, questo libro sembra riferirsi con un'inquietante precisione alla nave nera vista a Vacolis...” |
Dacey e Dension erano ancora sul ponte della Divina Misericordia, mentre il vascello attraversava quella cupa e misteriosa notte, così intrisa di fantasmi e paure.
“Non l'ho dimenticato...” disse lui, per poi sorriderle. Era un sorriso enigmatico. “Vedrai...” continuò “... vedrai cosa il tuo bel maritino ha preparato...” E nel suo sguardo lei notò una luce di compiacimento. Quasi di trionfo. |
"Se e` vero cio` che quest'uomo ha scritto e cioe` che la nave e` emersa dal mare, perche` quando Palos ha portato la Divina Misericordia sott'acqua quella annaspava e non e` riuscita a seguirci? E poi comunque, se vuoi saperla tutta, non credo sia casuale il fatto che io abbia trovato questo libro..."
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“Non saprei, milady...” disse Cq a Gwen “... purtroppo l'ingegneria navale non è tra le mie conoscenze... ma perchè vi interessa tanto sapere di quella nave? Meglio dimenticarla secondo me...”
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Lo osservai arricciando appena il naso.
Il suo sguardo, gli occhi illuminati dalla soddisfazione per il trionfo, mi incuriosiva. - Non tenermi sulle spine, cosa hai in mente... Dimmelo su- e gli punzecchiai il ventre ridendo. |
Dension rise a quei gesti di Dacey, per poi abbracciarla.
“Ah, che dispettosa...” disse divertito “... abbi un po' di pazienza e lo saprai...” guardandola con uno sguardo luminoso “... non voglio rovinarti la sorpresa... vedrai... vedrai... tra breve questo assurdo viaggio finirà... e noi saremo liberi...” |
Sospirai avvilita.
"E` che odio il fatto che Elv sia li sopra e io non possa fare niente per lui da qui..." E mi torno` in mente la richiesta d'aiuto che avevo udito sul ponte, non capendo ancora se fosse reale o solo frutto della mia immaginazione. |
Rimasi tra le sue braccia e gli baciai il collo.
- Me lo prometti? Saremo davvero liberi?- |
“Vi capisco, milady...” disse mestamente Cq a Gwen “... anche a me dispiace per questo... ma mi chiedo come ci sia finito lì... e perchè poi vi sia rimasto... prigioniero? E' stato mutato in un vecchio, dunque a cosa può servire averlo come prigioniero?”
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“Si, lo saremo...” disse Dension, lasciando che la bocca di Dacey accarezzasse il suo collo con quei baci “... lo saremo... magari fra poche ore io e te staremo facendo l'amore in un luogo tranquillo, senza più neanche il ricordo di questa nave e del suo odioso equipaggio...” e la baciò con passione.
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Credevo alle sue parole. Alle sue promesse.
Volevo crederci, avevo bisogno di crederlo. Il suo bacio mi rapì totalmente e per un attimo non pensai alle conseguenze. |
"E` questo che non capisco... E se avesse trovato un modo per rompere l'incanto? Non so, hopensato qualsiasi cosa fino a questo momento, ma non riesco a trovare un motivo davvero valido..." scuotendo la testa.
Poi, mi decisi e raccontai a Cq cosa avevo sentito in quei sibili sul ponte. "Posso sbagliarmi una volta, Cq. Non due. E con una frase cosi` precisa, poi. Per questo ho detto che non ho trovato questo libro per caso." |
Quel bacio nella notte.
Lungo, lento, appassionato, totale. Le loro labbra si incatenarono le une alle altre, assaporandone senza sosta l'ardore, lo slancio, il desiderio. Monti e foreste. Monti alti quasi fino al cielo, tanto da impedire a qualsiasi uccello di volare oltre le cime senza perdere la vista. Foreste fitte e primordiali, capaci di oscurare la luce del Sole. La tundra appariva impenetrabile, cupa, sinistra. Nebbia e silenzio, al tetro ed innaturale pallore lunare. I passi di Dacey sul terreno. Avanzava stretta nel suo mantello, quasi impaurita dal freddo, dall'oscurità e da quel senso di oppressione. Avanzava tremante, titubante, sola. Sola. Eppure avvertiva qualcosa. Come oscure presenze. Udì allora delle voci. Si avvicinò ad alcuni faggi e tra i rami intravide qualcosa. Figure incappucciate attorno ad un fuoco. E sulle loro lunghe tuniche un disegno. Lo riconobbe e trasalì. Conosceva quel disegno, quel simbolo. Era lo stesso che dominava nel tempio di Amish. Restò immobile a fissarli, fino a quando una di quelle figure si voltò e la vide. Fu un attimo. Dension ancora la baciava, quando Dacey si destò da quella visione. Una nuova ed inquietante visione. |
Mi distaccai subito. Gli occhi dipinti di orrore.
Guardai Dension prima di parlare, a stento. - Amisc... La setta... Gli ho visti... |
Quel bacio.
Poi Clio tornò dietro il paravento. Si cambiò, indossando un'altra camicia. Stavolta rossa ed aderente. Tanto da disegnare alla perfezione ogni tratto del suo corpo. Era un velo. Così leggero da poter essere quasi soffiato via e liberare le sue nudità. Icarius la fissò mentre si riavvicinava a lui. E fu tanto vicina che quasi lui avvertì l'istinto di toccarla. “Mi...” disse lui in un sussurro “... mi stai provocando, vero?” Indugiando oltremodo sulla generosissima ed audace scollatura che permetteva di ammirare la bellezza e la perfezione del seno di lei. |
“Però avete visto cosa è accaduto prima...” disse Cq a Gwen “... quel miraggio collettivo... siamo in una terra sconosciuta, milady, che sembra mostrare strani fenomeni... sono certo che la voce da voi udita era solo un effetto sonoro... una suggestione... nulla di più...”
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Dension restò sorpreso dalla reazione di Dacey.
“Visto...” disse “... visto cosa? Amish? I fanatici intendi?” Cercò di abbracciarla per rassicurarla. “Dacey, non c'è nessuno qui... siamo in un territorio desolato... hai avuto solo un'allucinazione... come quella della città fra le nuvole... è solo un'altra visione...” |
- Scusa ma sembrava così reale credimi... Così vivo... Io... -
Posai il capo sul suo petto. - A volte mi chiedo se non sto diventando matta...- |
Annuii sospirando a Cq e poi mi alzai.
"E` tardi, meglio andare a dormire" mentre mettevo a posto il libro. |
Dension strinse Dacey fra le sue braccia.
“E' questo viaggio...” disse lui “... questo assurdo viaggio... ne siamo tutti vittime... ma tu non sei pazza... e non ti accadrà nulla... io non lo permetterò... ti proteggerò io...” sperando che il suo abbraccio le desse tranquillità. |
“Si, meglio andare...” disse cq a Gwen “... riposare vi farà sentire meglio... venite, vi accompagno alla vostra cabina. Veglierò io sui vostri sogni.”
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Raggiungemmo la cabina, io mi preparai e mi misi sotto le coperte calde e confortanti, sperando di avere una notte serena senza incubi, anche se mi sembrava di chiedere troppo ultimamente.
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Gwen e Cq tornarono in cabina, sperando di poter riposare per quel che restava di quella notte inquieta e cupa.
Il piccolo droide restò accanto al letto della ragazza, azionando il suo dispositivo notturno, in grado di limitare il consumo di energia. Gwen invece era scossa. La solitudine, la mancanza di Elv erano forti ed insopportabili ormai. E poi c'era il pensiero di quella misteriosa nave nera. Ed in balia di un simile stato d'animo il sonno tardò ad arrivare. Ma infine giunse. La giovane riuscì così ad addormentarsi e sognò. Un sogno curioso, quasi indefinito. Si risvegliò poco dopo, quando ormai l'alba era prossima. Del sogno non ricordava niente, fatta eccezione per un particolare: il pane. Rammentava infatti di aver sognato del pane. |
- Mi sento meglio così - dissi stringendomi ancora a lui.
- Io non ho nessuno a parte te... É così bello quando dici che mi proteggerai sempre - Ero ancora un po' scossa ma pian piano le immagini terribili nella mia mente andavano dissipandosi. |
“Tu hai me ed io ho te.” Disse Dension a Dacey, tenendola stretta a sé. “Siamo solo noi due, Dacey. Ricordalo sempre. Solo noi due. E tutto ciò che sto facendo è per te. Per noi.”
Ormai l'alba era prossima. |
Il sonno tardo` ad arrivare, lasciandomi sola con le mie paure, le mie inquietudini e la mancanza di Elv.
Dopo molto, mi addormentai. Al mio risveglio mi sentivo piu` riposata, ma avevo una strana sensazione, come quando si cerca di ricordare una parola e la si ha sulla punta della lingua. Ricordai cosi` di aver sognato del pane, ma non ricordavo altro. |
- Lo so... - gli diedi un bacio accennando un breve sorriso.
- Io e te, so bene che su questa nave non abbiamo nessuno dalla nostra parte... - Osservai il sole che pian piano emergeva dal mare. - Questa é una scena romantica.. Avresti mai pensato che ci saremmo ritrovati abbracciati a guardare l'alba quando mi hai conosciuta?- |
L'alba prese a spuntare lentamente, irradiando di un rosato splendore il ponte della Divina Misericordia.
Il cielo d'Oriente cominciò a schiarirsi e le stelle del cielo a spegnersi. Pian piano le ombre iniziarono a ritirarsi, liberando le fattezze di quelle terre. Allora aspre e monumentali vette sorsero dalla notte ormai morente, con ampie distese verdi e fondovalli sterminati che si animavano come un mondo uscito da un crepuscolare sonno. “Si, amore mio...” disse Dension stringendo a sé Dacey “... è vero... non abbiamo nessuno dalla nostra parte... su questa nave ci odiano... ma io li punirò tutti... tutti...” sorrise “... l'alba... è solo nostra... il Sole oggi sorge per noi soltanto...” http://img15.hostingpics.net/pics/536651P1140334.jpg |
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