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La compagnia di Clio riprese il cammino.
La meta ora era Solpacus. E durante il tragitto gli uomini ridevano fra loro. L'umore era infatti dei migliori. “A saperlo prima” disse Portorus “avrei consigliato subito la direzione per Solpacus! Il vino è la panacea di ogni fatica!” Ridendo. “E' come un antidoto” allegro Ertosis “che rende gli uomini gai e le donne disponibili!” “Allora è questo il segreto del tuo successo con loro!” Divertito Borel. “Io non faccio bere mai una donna!” Replicò Ertosis. E tutti risero forte. “Se questa Solpacus è davvero la città del vino” disse Dort “qui verrò a ritirarmi a vita privata quando sarò ricco!” “Magari” fece Portorus “la ricompensa per aver liberato il re ci renderà tali, vecchio mio!” Ad un tratto, davanti a loro in lontananza apparve una locanda isolata, sulla cui insegna si leggeva “La locanda del Monaco”. |
L'entusiasmo dei miei uomini era contagioso.
Quando scorgemmo la locanda, poi, migliorò ulteriormente. Ordinai alla compagnia di fermarsi. "Bene signori.. La prima prova si avvicina... Vediamo cos'è il peggio che sapete fare.." Sorrisi "Non voglio vedere damerini, voglio vedere i Gufi Scarlatti... A proposito, dobbiamo metterci d'accordo.. Che fine facciamo fare a Gufo? Morto? Prigioniero? Quanto a me, non ho avuto nessuna idea geniale, purtroppo... Quindi, un nome varrà l'altro, basta non usare il mio.. Che poi, voglio dire, di solito gli osti non fanno troppe domande... Tra non molto farà buio.. Vediamo se ci vogliono in quella locanda, ripartiremo domattina all'alba..". |
Ma che stavano dicendo....se lasciavo quella ragazza a Don Auster....era morta....." Siete impazziti.....questa ragazza e' solo il mezzo per Isolde......per fare del male a lei e a chi le sta vicino..voi non capite.....lei morira' io morirò...ma non cambierà nulla....guardate..." Tolsi lo scialle che avevo sulle spalle e abbassai la spallina del vestito sino alla spalla...... avevo una rosa e una spada marchiata.........racchiusi in un triangolo...."....La Rosa sono io e la spada e' Isolde....il triangolo e' la forza del numero perfetto...........cosa spiegherò...se qualcuno vorrà scoprire la mia spalla ?......volete che rimetta il tempo sui suoi binari.......vi accontento subito..."......attesi solo solo un attimo.....mentre la ragazza...finiva di contorcersi per rilassare i suoi muscoli......sporca della sua stessa bava....
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“Io direi di usare l'idea suggeritaci da quel cavaliere ad Afravalone.” Disse Borel. “Quella cioè in cui voi” rivolgendosi a Clio “impersonerete la moglie di Gufo.”
“E lui che fine avrà fatto?” Chiese Ertosis. “Beh...” mormorò Borel “... possiamo dire che è morto... caduto durante una campagna e che dunque la sua carismatica eredità ci ha portati ad eleggere come capo la sua vedova... cosa ne dite?” “Potrebbe funzionare...” fece Porturos “... del resto il nostro capitano è una donna fuori dal comune in fatto di armi e battaglie.” Giunsero così alla locanda. E qui qualcosa attirò subito la loro attenzione. Era un vecchio scudo appeso sul porticato, che il vento faceva cigolare. E sopra vi erano scritte queste parole: “Giostra cavalleresca di Sopacus.” |
Io e il mio Dante stavamo volando come degli uccelli. Probabilmente, doveva essersi sentito così Bellerofonte su Pegaso.
All’ improvviso, qualcosa o qualcuno acciuffò la coda del mio cavallo e mi fece precipitare. Gridai durante la caduta. Per l’ impatto, sicuramente, sarei morta! Con un frastuono, finì tra i rami di un imponente nocio. Apri i bruni occhi e mi guardai attorno. Non ero morta….non ero morta….grazie a Dio non ero morta! Ero, semplicemente, piena di graffi e con gli abiti rovinati. http://i60.tinypic.com/1z1zbsw.jpg Mi accorsi che il mio fidato equino non era nei dintorni. Mi liberai dai rami e scesi dall’ albero. A terra trovai la Sacca Rimpicciolente, la faretra, l’arco e la Spada di Fuoco Fatuo perfettamente intatti. Misi dentro la Borsa Rimpicciolente arco e frecce ed indossai la cintura di cuoio con la guaina della mia arma bianca. Mi misi addosso come una gerla la mia magica sacca. Fischiai circa sei volte per richiamare il mio destriero, ma non ci fu di risposta ne un nitrito ne un rumore di zoccoli. “Jack!....Jack!!!....Tisin!....Jaaaaack!!!....Ai uuutooooo!!!” urlai e dopo aver pronunciato queste parole, mi apparvero a mezz’ aria Jack e il merlo. |
Guardai la terra asciutta sentendo le parole dei medici...certo sarebbe sopravvissutto ma come avrebbe reagito.
Ad un tratto udii delle urla generali e risate...vidi i cavalieri sbeffeggiare un ragazzo e mi avvicinai a loro udendo le loro conversazioni. "Gentilmente..vi è un ferito grave che sta privo di coscienza, vedo la sacerdotessa vi ha messo di buon umore e vi ha spronato ad affrontare il cinghiale allegramente". Un attimo di silenzio...guardai quel ragazzo...Posteg lo avevano chiamato..."Ditemi Posteg, cosa è successo..io sono qui per ascoltarvi" e gli sorrisi per dargli fiducia. |
Il luogo dove Eilonwy era caduta appariva desolato e sinistro.
Era quasi buio e nulla si vedeva. La caduta aveva procurato dei capogiri alla ragazza, causandole delle allucinazioni. Infatti non c'era nessuno accanto a lei. Poi udì degli strani versi, che provenivano dal ponte poco distante. “Accidenti...” disse una voce mostruosa “... chi ha disturbato il mio riposo?” |
Posteg non era più un ragazzo.
Una vita di stenti ed il duro lavoro lo avevano reso scarno, emaciato, dall'aspetto stanco e l'aria mesta. I suoi occhi erano però vivi. Vivi di Fede. “Io...” disse ad Altea “... io voglio solo tranquillizzare la città...” “E come, stupido idiota?” Ridendo uno dei cavalieri. “Raccontandoci i tuoi sogni del cavolo?” Risero tutti. “Sono sogni premonitori!” Replicò Posteg. “Perchè non volete capirlo?” Ma tutti lo derisero ancora. |
“Allora” disse Fra' Severius ad Elisabeth “avete un'altra soluzione? Forse qualche rimedio che salverà la vita a questa ragazza e a voi? Se è così, allora bene, attuatelo! Perchè io non ho idea su cosa fare!”
“Sorella...” fece Fra' Favelius “... Don Auster è un ministro di Dio, un uomo di Chiesa... ed io mi fido di ogni rappresentante di Cristo in terra...” |
"Smettetela tutti..ascoltate questa sacerdotessa e le storie dei suoi dei...e non credete ai sogni premonitori..venite assieme a me Posteg".
Allontanai il cavaliere dal gruppo...era stanco e affaticato.."Voi avete la Fede avete detto..e me ne compiaccio, non badate agli sbeffeggiamenti di quei cavalieri..nemmeno loro sanno che fanno. Raccontatemi di questi sogni gentilmente". |
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