Non dissi nulla agli attori.
Evidentemente non conoscevano Maruania, e io odiavo sentirmi così impotente.
Poi arrivò quella carrozza e se li portò via.
Non sapevo che fare, forse seguirli, o forse no.
Ma sicuramente non ne sarebbe uscito nulla di buono.
Era passato molto tempo ormai e provai ad alzarmi per vedere se riuscivo a fare una passeggiata

Uno dei due disse che il prezzo era la meta` e che il capitano si faceva pagare la meta` i lavori fatti da altri.

Clio provò ad alzarsi e si accorse che i lividi non le davano molto fastidio.
Intanto la carrozza era appena partita.
Cosa avrebbe fatto la bella ribella?

Il Guercio alla fine dovette arrendersi.
Ordinò ai suoi di portare sul ponte la cassa di rum, che i due filibustieri aprirono e controllarono.
“E' tutto in ordine.” Disse uno dei due all'altro. “Pagali.”
Ma in quell'istante saltarono fuori Azabler ed i suoi due compagni, che in un attimo accopparono i due pirati.
“Bontà Divina...” mormorò il Guercio.
“Di divino qui non vi è nulla.” Mormorò Azabler.
“Ora cosa succederà?” Preoccupato il Guercio. “Presto verranno a vedere perchè i loro compagni tardano ed allora ci uccideranno tutti come cani!”
“Calmati.” Fissandolo Azabler. “Ho un piano. Black. Kofan. Spogliateli.” Ordinò ai suoi.
Tutto ciò sotto gli occhi di Gwen.

Elisabeth si tolse di dosso quell'abito sensuale e leggero, che lasciava molto generosamente al suo corpo di tentare chiunque lo vedesse, si lavò e poi indossò un abito più adatto all'occasione.
Lasciò allora la cabina e raggiunse il ponte, dove un'aria fresca e profumata, animata da un deciso vento, accolse la donna.
E ad attenderla vi era Sapien.
“Non siete una mia serva” disse lui “e neanche una governante al mio servizio. Badate di non dimenticarlo. Siete la mia compagna e dunque la signora della mia casa. Posso conoscere il vostro nome?”
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Guardai la carrozza andare via, scuotendo la testa.
Ci doveva pur essere qualcosa che potevo fare.
Dovevo seguirli a distanza e vedere che sarebbe successo.
Mi guardai intorno per capire dove fossero finite le mie armi, la mia spada e in che condizione fosse il mio vestito.
Dovevo anche trovare il modo di prenderne un altro ora che ci pensavo.
Ma in realtà mi serviva un cavallo.
Ma come potevo procuramene uno?

E mentre Clio rifletteva sul da farsi, udì all'improvviso qualcosa.
Qualcosa che vibrava.
Proveniva da sotto il letto.
Era infatti stata posata là la sua Damasgrada che continuò a vibrare come impazzita fino quando la carrozza non andò via con gli attori.

Il Guercio e i due uomini parlarono per un po' della merce, ma quando uno dei due fu sul punto di pagarla, Azabler e gli altri uscirono e li uccisero all'istante.
A quel punto, io uscii per meta` dal mio nascondiglio e osservai la scena.

Aggrottai la fronte ascoltando i loro discorsi..quindi vi erano pure un certo Rancesco e Pinto..e di che nave stavano parlando? Non pensavo un panfilo o piccolo veliero...anzi Pepino aveva detto Icarius andava in giro da nobili in cerca di soldi per la condizione economica...qualcosa iniziava a non quadrarmi ma in senso positivo..lo chiamavano pure il capo, più volte pensai di chi e cosa fosse il capo, e poi pensavo fosse solitario in quel castello...piano piano Altea, saprai ogni cosa a dovuto tempo, comunque è strano possegga pure una spada del genere.
"Eh si" dissi gettando la schiena addosso a Icarius.."Sarà una lunga attesa..e penso per te snervante..e le attese più snervanti sono pure quelle più difficili da sopportare..basta impiegare la giornata con qualche diversivo..così ti distrarrai, ti vedo troppo teso mio bel misterioso castellano..." guardai gli altri e dissi a bassa voce.."Ci sono io..non ti basta? Oppure se non sei al meglio, possiamo fare una passeggiata nella foresta qui vicino visto il fresco mattino..vedi tu".
Capivo benissimo aveva problemi più seri per darmi le sue attenzioni, purtroppo..e sembravano più gravi della perdita del maniero.

Mi guardavo intorno, lieta che qualcuno avesse lasciato un abito per me, semplice e chiaro, ma sicuramente meglio del mio dopo l'avventura del Palumb.
Non dovetti chiedermi per molto tempo dove fosse la mia spada, che la sentii vibrare da sotto il letto.
Mi abbassai e la presi sorridendo.
"Fammi indovinare, bellezza..." Fissando la spada "Questa storia non piace neanche a te, vero?" Con un sorriso.
"E va bene..." Sbuffai "Non posso starmene con le mani in mano, seguirò quella carrozza in qualche modo, ma stando attenta a non farmi vedere..".
Così, finii di prepararmi in fretta ed uscii, decisa a seguire le orme della carrozza senza essere vista.