![]() |
I droidi divisero Icarius e Clio, portandoli in due celle diverse.
Lo sguardo di lui seguì la ragazza fino a quando non sorsero pareti di cemento bianco a separarli definitivamente. La bella studiosa fu condotta in una cella d'acciaio, asettica, isolata ed insonorizzata. Trascorse da sola diversi minuti, fino a quando arrivò un piccolo robottino. “Buonasera-dottoressa.” Disse. Quella danza d'amore e di passione durò a lungo. I loro corpi sudati e caldi si rincorrevano, si raggiungevano, si contorcevano e si univano. Più e più volte. Elv la possedeva e la toccava ovunque, raggiungendo con le labbra e con la lingua ogni parte del corpo di lei. Gwen godeva di tutto ciò, sussultando sotto l'impeto ed il furore di quel giovane uomo che mostrava un desiderio ed una forza sessuale non comune. Sembrava non saziarsi mai di lei. E tutto ciò continuò a lungo, stravolgendo totalmente la ragazza. “Oh, Gwen...” disse lui più volte in un gemito che ripetè all'infinito “... oh, Gwen...” ansimando e godendo “... Oh, Gwen...” spingendosi oltre ogni piacere nell'entrare dentro di lei, raggiungendo il suo cuore ogni volta. |
I nostri corpi erano una cosa sola, fusi un unico corpo.
Era una danza travolgente e incessante, instancabile. Lui, era instancabile. Sembrava non averne mai abbastanza ed io mi sentivo travolta e stravolta da tanta foga inarrestabile. Era sconvolgente ed io potevo solo assecondare ed arrendermi a quell'uragano, non certo contrastarlo. Avvicinai subito il suo viso al mio appena soffiò fuori il mio nome e con le labbra accarezzai le sue. "Shhh..." sussurrai piano, con una mezza risata dolce e silenziosa, mentre stavolta ero io a dover zittire lui, non con le dita, bensì offrendogli le mie labbra per sfogare in esse il suo godimento, e per evitare che ci sentissero. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Mi portarono via, e tutto attorno a me sprofondò in un abisso.
Mi voltai a cercare il suo sguardo, e lo trovai lì a guardarmi, allora non lo lasciai mai, camminavo in avanti, obbligata dalle guardie, ma volgevo il capo indietro, verso Icarius che era sempre più lontano, con gli occhi che scrutavano i suoi, non li lasciavano mai. Ma poi sparì alla mia vista, e mi ritrovai in quella cella con un peso sul cuore è una tristezza infinita. Poi arrivò il robottino. “Dov’è Icarius?” Chiesi immediatamente, accalorata “Perché siamo qui?”. |
Elv prese quelle labbra, così generosamente offerte da Gwen.
E si unirono ancora ed ancora, sempre con più impeto, con foga, con furore, con passione. Erano una sola cosa. Un solo respiro ed infiniri gemiti di piacere. E galopparono via dal mondo, dalla sera e da ogni altro gioco, fino a perdersi dove l'abisso del piacere non conosceva fondo. Un piacere che raggiunsero insieme più e più volte. "Questo-ora-non-è-importante-dottoressa." Disse il robottino a Clio. "Ora-le-priorità-sono-altre." Cigolò. |
Prese le mie labbra, nel mentre che continuava a prendere me, il mio corpo.
Quell'amplesso instancabile e travolgente si trasformò in qualcosa di più intimo e profondo, profondo come il piacere che raggiungevamo insieme, stretti ed indivisibili com'eravamo sotto quelle coperte. Come l'abisso in cui ci inoltravamo sempre più, insieme. Ci perdevamo l'uno nell'altra, con le nostre anime ed i nostri respiri a risuonare insieme e fondersi in un unico piccolo refolo tiepido che manteneva unite le nostre labbra anche quando queste non si assaporavano e che poi le faceva di nuovo intrecciare, attraendole le une verso le altre come calamite inscindibili ed inseparabili. "Ti amo..." sussurrai sulle sue labbra. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Hiss non si dava per vinto e iniziò una rocambolesca corsa, notai la bravura di Hiss a guidare l'auto quando iniziarono a sparare.."È tutto assurdo. .si sono dei pazzi ma non può essere che tutti celino questo mistero..a meno che quel simbolo abbia un influsso sulle persone".
Ad un tratto vidi qualcosa attraversare la stradina. .una volpe..Hiss perse il controllo e le mie mani si misero sul volto come uno scudo..e poi un forte urto. |
Non ero mai stata in una cella.
Certo, ci avevo pensato più e più volte, dopotutto ero una sovversiva, un ribelle, un criminale per questa società, se ci avessero presi ci saremmo fatti della sana galera. Ma a me non era successo, la mia copertura era solida e io ero riuscita a passare inosservata per tutti quegli anni, nascondendomi proprio nell'ultimo posto in cui avrebbero potuto pensare di trovare un ribelle, un Antico. Ma ora, ero lì, chiusa in quelle quattro mura, a pensare e ripensare ad ogni dettaglio di quella vicenda, anche se in realtà erano gli occhi di Icarius a venirmi in mente ogni momento, anche nei meno opportuni. Ormai quegli occhi, quel sorriso, erano la mia ossessione continua, si insinuavano in ogni mio pensiero prendendone la forma tanto che non c'era dettaglio, pensiero, idea, sogno che non parlasse di lui. Quindi sì, caro il mio robottino, è la prima cosa che mi viene in mente, la più importante, quella che più di ognii altra mi interessa. Lui è la mia priorità. Tutto il resto, anche la fine del mondo, è riduttiva, è inutile, lontana. Ma questo quel robottino non poteva saperlo, ovviamente e tantomeno capirlo: come avrebbe potuto una machina comprendere l'immensità di tutto quello? Semplice, non poteva. Così mi limitai a sospirare, infastidita da tutta quella situazione, e a dirgli: "E quali sarebbero, queste priorità, sentiamo?". https://i.pinimg.com/564x/6d/6e/f7/6...03c111961a.jpg |
Elv la possedeva con instancabile passione, con foga travolgente, facendo sussultare Gwen con sempre più ardore, tanto che ormai il letto su cui giacevano cigolava in maniera quasi ritmica.
Di sotto avrebbero sentito tutto ciò, ma i due giovani amanti erano incapaci di fermarsi, di rallentare quella loro folle galoppata d'amore. Lei era preda del fervore di lui che spingeva contro il corpo della ragazza, facendola godere e strappandole avvampati gemiti con la sua potenza sessuale. Gwen era bloccata, intrappolata nella morsa di quel corpo asciutto e muscoloso sopra e dal letto cigolante sotto, alla mercé della virilità di Elv che sembrava sul punto di esplodere. E così fu. Quell'esplosione di passione ed amore fu totale, investendola, riempiendola con tutta la sua virilità. Le strappò un grido, mentre lui si abbandono ad un bellissimo e prolungato gemito liberatorio. Gwen sentiva scorrere in lei tutta la linfa vitale di quell'amplesso, quel mare indomito che abbatteva ogni cosa riempiendola con la spuma salata delle sue onde indomabili. E tutto ciò durò a lungo, facendo impazzire e morire più volte i due giovani innamorati. “Oh, Gwen...” disse ansimando lui “... ti amo anche io...” cercando e trovando gli occhi verdi di lei. Quell'urto e fu solo buio. Altea forse sognò. O forse no. Si svegliò in una stanzetta bianca, molto simile ad una sorta di cella asettica. Attorno a lei solo strani rumori. “La-felicità-di-voi-uomini.” Disse il robottino a Clio. “Questo-è-il-compito-di-noi-robot-dottoressa. Rendervi-felici.” Cigolò. |
"Veramente state ottenendo l'esatto contrario, mi avete portato qui, separato da Icarius..." scuotendo la testa "L'unica felicità che l'uomo possa ottenere è insieme alla persona amata, ma voi questo non lo capite, vero?".
|
Il robottino non poteva capire.
Non poteva comprendere. "Sciocchezze-dottoressa." Disse a Clio. "Noi-robot-sappiamo-come-rendervi-felici. E-presto-voi-lo-sarete." |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 13.51.14. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli