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“State calma... vi prego, milady...” disse la servitrice a Dacey “... non temete, messer Cales sta meglio... certo, ha perduto un braccio... ma grazie al Cielo ora sta meglio... voi non dovete sforzarvi... non ora che la bestia è stata finalmente uccisa...”
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"Calmatevi..." disse il Frate a Gwen "... sforzarvi vi farà stare solo peggio... e dovete essere forte riguardo il vostro amico..."
Anche la suora cercava di farla calmare. |
Cercavano di farmi calmare, ma Elv non c'era e non potevo.
Io avevo bisogno di lui, ora, adesso. "Dov'è..." dissi ancora, mentre le lacrime scendevano copiose. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"E' stato attaccato come voi dalla bestia..." disse il Frate a Gwen "... gli ha portato via metà del volto, recidendo alcuni nervi del sistema nervoso... mi spiace... è rimasto sfigurato e ha perduto ogni memoria di sè e degli altri..."
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Quelle grida, così forti, così vicine.
Erano i due ragazzi, Elv e Gwen. Erano loro, non potevano essere che loro. "Oddio Guisgard, i due ragazzi!" gli dissi, terrorizzata. Lui subito si voltò e tornò indietro, e io lo seguii. Eravamo morti, eravamo tutti morti. Corremmo verso il punto in cui provenivano le grida, e li trovammo in una pozza di sangue. Allora accadde qualcosa che non mi aspettavo, Guisgard si mise a correre e a gridare per attirare lontana la bestia. Corse via, senza che potessimo fermarlo. Io d'istinto corsi con lui, corsi da lui, e poi mi bloccai nel vedere lo stangno. No, non l'avevo immaginato. Quell'essere era lì, era vero. Solo per um momento, ma era lì. Un essere mostruoso, apparve e scomparve per un momento. "Quel mostro non è di questo mondo!" scossi la testa, terrorizzata, correndo per raggiungere Guisgard poco distante, che correva via. Ma la bestia era lì, pronta a ucciderci tutti. Stavo per morire, così come ero vissuta... sola. |
Guisgard correva nel bosco, col fucile in mano, sperando che la bestia mollasse gli altri e lo inseguisse.
Perchè avrebbe dovuto farlo? Erano prede facili gli altri, mentre lui era sano ed armato. Ma Guisgard aveva compreso la verità. Qualunque cosa fosse, quella creatura era un predatore. Era lì per cacciare. Ed un cacciatore insegue sempre la preda più indomita. Guisgard correva sperando che il suo istinto non avesse sbagliato. Destresya però non era rimasta con gli altri, ma lo aveva seguito, correndo dietro di lui. “Corri...” disse alla ragazza “... corri e non fermarti... qualunque cosa sia non si fermerà...” Ma mentre il cacciatore di demoni correva il terreno gli mancò sotto i piedi e rotolò lungo un dosso, fino a ritrovarsi in una palude. Destresya lo vide così scivolare via, fino alla palude. Ma Guisgard non era solo. Tra i rami apparve la creatura, materializzandosi come dal nulla. L'aveva seguito. Ma ora Guisgard era intrappolato nel fango ed aveva smarrito il fucile. https://vignette.wikia.nocookie.net/...20150910034527 |
No.
No, stavo ancora delirando. Ero in preda al delirio e non era vero tutto ciò. Ero ancora travolta dagli incubi e tutto ciò non era vero. Voltai il capo verso il muro in silenzio. E continuai a piangere. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Però siete vivi entrambi..." disse il Frate a Gwen "... e questo è un gran dono, figliola..."
"Ora poi che la bestia è stata finalmente uccisa." La suora. "Un bracconiere della zona è riuscito finalmente ad abbatterla. Hom de Can è il nome del bracconiere." |
Non mi importava.
Non mi importava! Cosa era importante ora? Non che la bestia fosse morta, e noi vivi. Nulla. Nulla! Nulla, se lui non avrebbe più ricordato più niente, nessuno, me, Therese, il nostro amore. Mi avrebbe amata ancora? O mi avrebbe disprezzata per come ero ora. Io non lo avrei disprezzato, anche se non era più come prima, io lo avrei amato, sempre, sempre. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Correva, correva senza una meta, stuzzicando l'appetito del predatore.
E io corsi con lui, ormai preda di una follia in cui non avevo niente da perdere, in quel momento ogni istante era l'ultimo, in quella corsa disperata, e la mia intera esistenza avrebbe avuto valore solo se fossi riuscita a fermare quel mostro. Perché era un mostro, un essere venuto da chissà dove che andava a caccia di uomini come noi andiamo a caccia di cervi e cinghiali. Guisgard corse ancora e ancora, ma poi scivolò. La bestia gli era addosso. Voleva lui, non me. E io a lui dovevo la vita. Una vita per una vita. Presi la piccola pistola che mi era rimasta, e la puntai verso la bestia. Sapevo che non sarebbe servito a niente, ma come aveva fatto prima Guisgard, volevo attirare la sua attenzione. Sparai. Sparai di nuovo. Sparai ancora e urlai. Poi mi voltai e iniziai a correre, attirandola lontano da lui, o almeno così speravo. Correvo, correvo, ancora e ancora, con il cuore che martellava nel petto sempre di più. |
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