![]() |
Osservai quella scena coprendomi la bocca con la mano, per tentare di nascondere una risata sommessa.
"Oh, cielo.." Mormorai ridendo "davvero ci sono donne tanto petulanti? Come possono pensare che gli uomini le sopportino? Andiamo... Come fa una donna a fidarsi di uno così?". Era davvero esilarante. No, non ero affatto pentita di essere quella che ero. "Dovrete smettere anche di darmi del voi, non mi ero mai accorta di avere a che fare con dei gentiluomini.." Sorrisi "Un nome, dite? Non lo so... Non sono brava in queste cose... Com'era? Una donna autoritaria, scaltra che sa quello che vuole eh? Mmm.. Mi vengono in mente solo riferimenti troppo raffinati, e di certo un mercenario non conosce la mitologia o la letteratura..." Scossi la testa "Di certo non posso essere Gufo Scarlatto.. Continuiamo con gli animali colorati? Piuttosto, come ci occupiamo di lui? Diciamo che è stato ucciso, che l'abbiamo cacciato? O magari che è stato catturato..." Guardai Porturos "tu che dici, ne ha viste tante... Hai qualche suggerimento? Ho come la netta sensazione che se mi avvicinassi adesso a Guisgard subirei le ire della donzella abbandonata.." Risi "Ed è meglio per lei che non succeda.. E poi, andiamo... Possiamo farcela da soli! Dobbiamo pensare come mercenari.." Dissi, prendendo un sorso di vino da un boccale. "Però, non possiamo starcene qui tutto il giorno, dobbiamo partire... O troviamo un nome in fretta o lo faremo per la strada... Per adesso potete anche chiamarmi soltanto capo, il secondo di Gufo lo chiamava così..". |
Ad un tratto capii chi fosse davanti a me..Enar il pastore che racconto' l'accaduto.
Bevvi il decotto . ."Mi avete salvato la vita. Anzi sono stata miracolata due volte oggi". Mi sentii meglio e mi alzai . ."Quella bestia è un diavolo, chissà come stanno quei bimbi..riportatemi in paese gentilmente". |
“Allora per adesso vi chiameremo così, semplicemente capo...” disse Borel a Clio “... anzi, ti... meglio cominciare subito a farci l'abitudine...” finì di bere il suo vino “... bene, come ha detto il nostro capo, è inutile star qui a poltrire... dunque, signori, andiamo... quanto a Gufo Scarlatto, beh, ci verrà in mente qualcosa lungo la strada...”
Così si alzarono ed uscirono dalla locanda. E mentre salivano in sella ai loro cavalli, vedendo Guisgard che montava sul suo destriero, Borel gli si avvicinò. “Forse vi farà piacere sapere” rivolgendosi al cavaliere “che la vostra idea ci è piaciuta non poco.” “Davvero?” Fissandolo Guisgard. “Me ne compiaccio. Anche se, confesso, non ricordo cosa vi avrò mai detto di così geniale.” “La storia dei mercenari.” Fece Borel. “Ah, si, rammento.” Sorridendo il cavaliere. “Abbiamo solo un problema ora...” mormorò Borel “... dove prendere Gufo Scarlatto se qualcuno chiederà sue notizie.” “Un bel problema.” Ridendo appena Guisgard. “Suggerimenti?” “Forse i vostri compagni” disse il cavaliere “non sono tanto propensi a chiedere il parere del sottoscritto.” Lanciando una rapida occhiata verso i suoi compagni. “Non siete voi che dovete piacere loro” replicò Borel “ma solo le vostre idee.” “Molto saggio.” Annuì Guisgard. “Beh, io, fossi in voi, non mi avventurerei in quella città con una compagnia che porta quel nome senza poi poter disporre del legittimo titolare.” “Dunque?” “Quel che ho appena detto.” Rispose il cavaliere. “Troverei un Gufo Scarlatto. E se poi il vostro capitano muore comunque dalla voglia di comandare la brigata, beh, potrete sempre spacciarla per sua moglie.” “Un uomo simile può prendere moglie?” Stupito Borel. “Perchè no?” Esclamò Guisgard. “I mercenari ne fanno di sciocchezze!” Rise di gusto. “Dunque io al vostro posto sceglierei uno della compagnia per fargli fare la parte di Gufo Scarlatto.” “Idea non affatto malvagia!” Annuendo Borel, per poi voltarsi verso Clio e gli altri. |
Così, uscimmo dalla locanda e ci preparammo a partire. Vidi poi Borel avvicinarsi a Guisgard, non sentivo le loro parole ma mi accorsi che andavano d'accordo e se la ridevano.
Mi avvicinai a loro. "Mi fa piacere che vi divertitate tanto, ma dovremmo andare Borel..." Salutai poi Guisgard con un cenno del capo "Cavaliere, buon viaggio.." Sorrisi. Per poi voltarmi verso i miei uomini. |
No...Daizer...che stai facendo......il matrimonio e' il matrimonio, mio Dio...ci stiamo spingendo così oltre che finiremo per non poter tornare indietro......il suo sorriso era caldo e mi stava difendendo....e io ero da difendere in quel momento......strinsi la sua mano..." Ti seguirei in capo al mondo Daizer.....che il Signore ci protegga......"......e il viso tondo e paffuto di Don Auster.....divenne luminoso......avevamo preso in giro lui o noi.....
|
Entrammo nella “Locanda della Villana”.
I tavoli erano stracolmi di leccornie e occupati da molte persone, le quali quando entrammo ci guardarono con curiosità. Probabilmente perché non ci avevano mai visto da quelle parti. “Ehilà….salve a tutti!” salutai con un sorriso di circostanza. Mi avvicinai alla locandiera che stava dietro il bancone. “Buongiorno signora!....Potremo, per favore, avere una stanza per due? Io e mio cugino Jack abbiamo fatto un lungo e faticoso viaggio. Domani dovremo partire di nuovo. Va bene qualunque stanza per noi due!” dissi a braccetto con Jack, che aveva nascosto i capelli bianchi sotto il cappuccio poiché sarebbe stato strano vedere un giovincello con quel tipo di colorazione. La locandiera ci guardava anche lei in modo vivace ed insolito. Era una donna di mezza età con corti capelli rossi, gli occhi verdi-marroni, le guance rosee, la pelle abbronzata, un neo vicino alla bocca e un sorriso quasi da folletto dei boschi. http://i60.tinypic.com/fucmlf.png |
Don Auster sorrise ed annuì a quella scena.
“Benissimo...” disse compiaciuto “... fate preparare il tutto per la cerimonia... avverrà nella cappellina.” Rivolgendosi poi al suo segretario. “Ora lasciamoli un momento soli... del resto il momento lo richiede.” Ed uscirono lasciando soli nella stanza Elisabeth, Daizer e la ragazza. |
Enar annuì a quelle parole di Altea.
Uscì e preparò il carro. Aiutò poi la donna a salire sopra e lasciarono quel posto, diretti in città. Quando vi giunsero però vi era un'atmosfera quasi surreale. Poca gente era per le strade ed ovunque si respirava un clima di oppressione e paura. |
“Si, certo, ragazzi.” Disse la locandiera ad Eilonwy.
Li accompagnò al primo piano, dove mostrò loro una cameretta piccola ma accogliente. Invitò poi i due ragazzi a tornare giù per cenare. Fra i tavoli si udivano strani discorsi. Qualcuno accennava ad un ponte sospeso. Altri ad un enigma. Altri ancora a qualcosa di oscuro e terribile. |
“Io e questo cavaliere stavamo appunto parlando del viaggio, capitano...” disse Borel a Clio.
“Lasciate perdere...” Guisgard a Borel, con tono sarcastico “... il vostro capitano è un tantino acida ogni volta ci sono io in giro... le farò questo effetto...” sorrise appena “... e forse so anche il perchè... ma ditele di non preoccuparsi, resterà un segreto tra me e lei...” e prese a canticchiare, accomodando le redini del suo cavallo. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 05.03.13. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli