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Mi dispiacque come non mai abbandonare Messer Lyon e Messer Ozy.
Mi sentivo così in colpa! Isolde l’ avrebbe, prima o poi, pagata cara di tutte le sue crudeltà e i suoi terribili malefici. “Già…..caro amico mio!....Ci vorrebbe un cavaliere veramente in gamba per sconfiggere Isolde. Cosa darei per ucciderla io stessa!....Quella fattucchiera sì che dovrebbe finire al rogo, al contrario di tutte quelle pulzelle, donne e streghe bianche innocenti che l’ Inquisizione brucia ogni giorno per diletto!....Ma come avete detto voi, nessuno ci è mai riuscito. Ci vorrebbe un uomo……e perché no anche una donna, che fosse forte e potente quanto Isolde e……e la scaraventasse all’ Inferno come fece l’ Arcangelo Michele con Lucifero” risposi al merlo Tisin. Citazione:
Mi ripresi dalla risata, tirai fuori dalla tasca la soprannaturale bussola e li rassicurai: “Guardate cosa ho qui!....La nostra famigerata e magica bussola!....L’ ho presa dalla tasca di Sir Flees quando mi ha baciata e l’ ho sostituita con quella mia normale. Scommetto che manco si è accorto dello scambio!”. Giungemmo ad un trivio e a quel punto consultai la prodigiosa bussola. http://i57.tinypic.com/2vaziwx.png |
Don Auster.....gelido come la coltre di neve che ricopre la povera gente.....gelido come il vento che soffia dal nord......ma io..io in che posizione ero.....ero nella mesogna più grande, e non sapevo come uscirne...ricordai per un attimo come avevo conosciuto Daizer......come c'eravamo presi i cavalli.......e perchè lo avevo pagato...doveva accompagnarci soltanto nel bosco e aveva fatto più del suo dovere.....quella storia non lo toccava ...... e il suo silenzio me lo confermava.......era lì che mi guardava.....forse ero stata poco donna, nel senso in cui si potesse conoscere lo sguardo di un uomo......." Don Auster.....credete ciò che più vi aggrada......il matrimonio e' uno.....ed e' stato ufficiato.....e penso che mio marito la pensi come me....se pensa il contrario come una moglie devota seguirò ogni sua decisione....."......
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“Andiamo, il matrimonio è un Sacramento che va rinnovato, poiché simboleggia l'Amore perpetuo che nasce ogni volta, ogni nuovo giorno e per tutta la vita.” Disse Don Auster ad Elisabeth. “E poi” aggiunse l'inquisitore “se non si afferma il falso, non vi è nulla di male a ribadire ciò che si è giurato già una volta.”
“Ah, facciamola finita!” Esclamò Daizer, prendendo poi la mano di Elisabeth nella sua. “Amo mia moglie come il primo giorno e se tornassi indietro la sposerei altre mille volte! E se questo serve a soddisfarvi e a permetterci poi di andare via da qui, allora sono pronto a prendere di nuovo Elisabeth come mia sposa!” Rise appena. “A meno che lei non si sia pentita di avermi come marito.” Facendo l'occhiolino alla donna. “Bene.” Soddisfatto Don Auster. “Allora avrò io stesso l'onore di rinnovare i vostri voti nuziali.” |
“Ottima mossa, damigella.” Disse il merlo nel vedere Eilonwy estrarre la bussola. “Davvero ottima.”
“Sei un vero portento, Eilon!” Esclamò Jack. La ragazza allora consultò la bussola davanti a quel cartello. E come responso la straordinaria bussola segnalò ben tre edifici Sacri, legato ciascuno ad una delle tre località indicate dal cartello. Così, la bussola indicò la Cappella di Santa Maria al Castello per Alvignan, la Chiesa di Sant'Erasmo per Oczanum e infine la Cattedrale della Santa Croce per Tylesia. “Allora?” Fece Jack. “Dove si va?” |
Altea e Tyssen, secondo quanto proposto dalla bella avventuriera, si separarono per seguire quelle tracce di sangue.
La vegetazione era folta e tutt'intorno, all'improvviso, era calato un innaturale silenzio. Come se il bosco volesse trattenere il respiro. Ad un tratto ad Altea parve di udire qualcosa. Prima un rumore vago e lontano, poi come un mormorio. Una voce bassa e stanca, simile a quella di un bambino. Di colpo alcuni uccelli volarono via da un cespuglio, facendo sobbalzare l'avventuriera. Poi, un attimo dopo, un verso indescrivibile, rabbioso e feroce, si diffuse nell'aria. Tutto allora accadde in un momento. Altea vide comparire una sagome grossa ed indefinita, scura e rapidissima che, fuoriuscendo da un cespuglio, cominciò a caricare verso di lei. Poi una scure lanciata verso quella bestiale sagoma, che però non riuscì a ferirla e finendo così per rimbalzare su di essa come se avesse colpito un pezzo di ferro. Allora, in quegli attimi concitati, Altea udì Tyssen che gridava. Il cavaliere la raggiunse, spingendola via e salvandola dalla carica di quella furia selvaggia. La bella avventuriera ebbe solo il tempo di udire, un momento dopo, Tyssen urlare dal dolore. Altea finì infatti in un fossato, perdendo così subito conoscenza. Si svegliò in un comodo letto. Era in una stanza con le tendine abbassate. E nell'aprire gli occhi si accorse di non essere sola in quel luogo. |
“Non credo proprio di poter andar d'accordo con quel tipo...” disse Ertosis a Clio, gettando uno sguardo verso la porta, dove Guisgard stava uscendo “... si vede subito che è uno sbruffone, un pallone gonfiato!”
“Parliamo di cose serie ora...” fece Borel “... allora è deciso, saremo i Gufi Scarlatti... beh, visto che non volete farvi chiamare capitano, diteci allora in che modo dobbiamo rivolgerci a voi...” fissando Clio. “Già...” intervenne Vortex “... dovete trovare un nome adatto al capo di una compagnia di mercenari...” “Un nome da donna scaltra, autoritaria, che sa cosa vuole...” sorridendo Ertosis “... insomma, la mia donna ideale!” Ridendo. “Beh...” mormorò Borel “... se non riusciamo a trovare un nome che ci soddisfi, possiamo sempre chiederlo a quel cavaliere...” indicando con un cenno del capo la direzione della porta “... mi sembra abbastanza ferrato in questo genere di situazioni. E poi, non so, ma a differenza di Ertosis io invece credo che quel tipo sappia il fatto suo.” “Andiamo, vecchio mio...” Porturos a Borel “... sai meglio di me come il nostro Ertosis sopporti poco qualcuno in grado di togliergli il boccone da bocca...” rise. “Cosa intendi dire?” Fissandolo Ertosis. “Prova a guardare verso la porta, amico mio...” rispose Porturos. Tutti allora guardarono in quella direzione, assistendo così ad una curiosa scena. “Questi forse non basteranno, cavaliere?” Fissandolo negli occhi la ragazza. “In verità” fece Guisgard con la borsa di lei in mano “credo siano un buon gruzzolo per una fuga romantica... lo si capisce dal peso...” “Allora qual'è il problema?” Chiese lei. “Sono i risparmi che ho messo via negli ultimi mesi.” “E' proprio questo il problema, bellezza...” sorridendo Guisgard “... non potrei mai approfittare di te...” “Ma perchè?” Stringendosi a lui. “Vi piaccio, no? Me lo avete detto quella sera, rammentate?” Sotto la Luna...” “Eh...” fece lui “... si dicono tante cose sotto la Luna... e comunque, sai bene di piacermi...” “Voi siete innamorato di me, lo so per certo!” “Angelo, sarei un pessimo affare per te...” prendendo la mano di lei “... sono una testa calda, uno scavezzacollo... e poi...” “Poi?” “Poi mi innamoro di continuo, dunque è come se non mi innamorassi affatto.” “Un'altra notte soltanto...” stringendosi ancor più lei a lui “... datemi solo un'altra notte... e vi convincerò a portarmi con voi...” “Eh, bellezza...” sospirò lui “... temo che potresti essere molto convincente...” “Cosa farete una volta giunto a Sygma?” Con occhi languidi lei. “Senza una donna?” “Beh...” scostando le braccia di lei dal suo collo “... immagino sarò impegnato un bel po' per far valere i miei diritti sull'eredità di mio zio... e non credo che basterà la mia parola di gentiluomo per convincere eventuali oppositori...” “Allora” disse lei “se non verrò con voi mi ucciderò!” “Anche questo è un pessimo affare, Angelo mio.” Sorridendo Guisgard. “Poi finirai all'Inferno.” “L'Inferno forse non esiste!” Decisa lei. “Molti invece affermano il contrario” fissandola lui “dunque non c'è da dubitarne.” Facendole l'occhiolino. “Ho capito!” Esclamò lei. “C'è un'altra donna!” Guisgard rise. “Si, ne sono certa!” Irritata lei. “Mi spiace deluderti, ma nessuna mi sta aspettando, né tanto meno pensando.” Sorridendo ancora il cavaliere. “Giuratelo!” Pretese lei. “Giuratelo che per voi esisto solo io!” “Un poeta latino” disse lui “affermava che un bacio è il miglior giuramento, poiché anche se celasse una menzogna sarebbe ugualmente dolce...” si avvicinò a lei e la baciò. “Siete un bugiardo...” sussurrò lei con le sue labbra ancora su quelle di lui “... e spero davvero che l'Inferno esista... così da potervi vedere lì a bruciare...” e tornò a baciarlo. “Ora devo andare, piccola...” sussurrò lui. “Un altro bacio, cavaliere...” “Per oggi sei già stata baciata abbastanza...” facendole ancora l'occhiolino lui “... qualcosa vorrai pur conservare per i tuoi clienti, no?” “Sei un lurido...” “Ah...” zittendola lui con un dito sulle labbra “... una signora non dice nulla di sconveniente...” Rise, le mostrò un vistoso inchino e la salutò. http://i.cdn.turner.com/v5cache/TCM/...2820130635.jpg |
Tutto avvenne in fretta...quel mormorio di bambino e poi subito apparire una belva indefinita da un cespuglio e come disse Enar ebbi solo il tempo di vedere i suoi occhi..rossi come il fuoco degli Inferi.
Riposi la spada e presi l'arco in mano vedendo la belva caricare verso me...ma qualcuno aveva già pensato a colpirlo con una scure senza scalfirlo. Presi la freccia e puntai verso la belva lanciando la freccia proprio puntando a uno dei suoi occhi ma non ebbi il tempo di realizzare se avessi accecato l'animale, udii Tyssen urlare e lanciarsi verso me. Mi trovai a volare nel vuoto sentendo Tyssen urlare di dolore...e poi il nulla. Mi svegliai da quel torpore..mi trovai in una stanza, in un bello e comodo letto, ero in penombra e vidi una sagoma. Mi alzai dal letto dolente..."Che è successo? Dove mi trovo...dove sono Tyssen e i bambini?". Osservai quella sagoma cercando di avere risposte e capire dove fossi. http://i58.tinypic.com/qn9s9u.jpg |
Sorrisi ai miei amici e compagni d’ avventura.
“Eh eh….e poi quel pivello di Flees dice che sono troppo ingenua!....L’ho sempre detto che sembro sempliciotta, ma, alla fine, è solo ciò che sembro!” scossi leggermente il capo ancora ridendo “Allora vediamo un po’!.....La mappa della bussola dice che per ognuna delle tre vie e tre città c’è una chiesa. Alvignan ha la Cappella di Santa Maria al Castello, Oczanum ha la la Chiesa di Sant'Erasmo e Tylesia ha la Cattedrale della Santa Croce. Io direi di prendere quella per Tylesia per due validi motivi: 1) La bussola segna che tra Tylesia e Gioia Antiqua c’ è solo un giorno di viaggio, al contrario delle altre due località che hanno tre giorni; 2) Il Fiore Azzurro inizialmente stava a Tylesia (difatti il nome completo è “Il Mistico Fiore Azzurro della Tylesia”), quindi potremo anche raccogliere più informazioni su questo miracoloso tesoro. Voi….voi che ne pensate, amici miei?” domandai alla fine. http://i60.tinypic.com/30kytyq.jpg |
Qualcuno si avvicinò al letto dove si trovava Altea.
“Non dovete agitarvi...” disse una voce “... non siete ferita, a parte qualche graffio dovuto alla caduta, ma comunque vi siete presa un grosso spavento...” era il pastore Enar “... prendete un po' di questo decotto...” porgendole una scodella calda “... vi sentirete subito meglio...” si sedette accanto al letto “... dei bambini non sono state trovate tracce... siete stati attaccati da quella bestia... poco dopo devono essere giunti i cavalieri della giostra che trovando il vostro amico ferito lo hanno poi riportato in città... voi invece eravate finita in un piccolo fossato e per questo non vi hanno vista... fortunatamente sono passato un'ora dopo ed i miei cani hanno fiutato il vostro odore... e vi ho portata qui da me per curarvi.” |
“Il vostro ragionamento è giusto, damigella.” Disse il merlo ad Eilonwy. “In effetti Tylesia è più vicina ai confini del regno rispetto alle altre due località, dunque di conseguenza è anche quella meno distante, almeno in via teorica, da questa fantomatica Gioia Antiqua.”
“In via teorica?” Ripetè Jack. “Si.” Annuì il merlo. “La bussola non può indicarci le distanze esatte riferite in giorni di marcia, ma solo segnalarci la distanza dei luoghi sacri dalla capitale o dai confini del regno. Tylesia è dunque, fra le tre località segnate sul cartello, quella più vicina ai confini, dove dovrebbe trovarsi Gioia Antiqua. Ma di sicuro, oltre questo, non c'è nulla.” “Tu parli come se quella città fosse quasi una leggenda.” Osservò Jack. “Esiste, certo...” rispose il merlo “... ma attorno al suo nome circolano tante leggende, dunque tutto va preso con prudenza.” “Allora dove si va?” Chiese Jack. “Damigella Eilonwy ha proposto Tylesia, dunque direi di seguire la freccia per quella città.” “Bene, andiamo allora!” Esclamò Jack. Presero così la direzione per Tylesia. E dopo qualche ora avvistarono una locanda lungo la strada. E sull'insegna recava come nome “La locanda della villana”. |
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