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Il vecchio sorrise ed annuì a quelle parole di Talia.
Uscì allora dalla stanza e raggiunse il giardino, dove si trovava ancora Guisgard. Questi passeggiava verso il piazzale su cui dominava il Belvedere, fino a scorgere una stradina che conduceva verso una fabbrica retrostante l’aristocratico complesso. Sentì delle voci e incuriosito fu tentato di seguirle. Ma proprio in quel momento qualcuno lo chiamò. Era il vecchio e poco distante lo invitò a raggiungere sua moglie per la colazione. Guisgard allora corse in camera da Talia. Aprì la porta e trovò la ragazza ad aspettarlo. “Mi perdoni se ti ho fatto aspettare?” Avvicinandosi a lei. “Ma ho cercato un fiore degno del tuo risveglio…” e posò nella mano di lei una rossa di colore perlato “… ho tolto tutte le spine… non ti pungerà...” Sedette allora con lei e sbucciò la frutta per la loro colazione. “Sai…” sorridendole “… non credo siamo gli unici a vivere quassù… prima ho sentito delle voci… provenivano dalla fabbrica adiacente al muretto dello spiazzo… è da tanto che non vediamo nessuno… ti va di andarci insieme?” |
Citazione:
“E’ bellissima!” mormorai... Poi quella sua affermazione... aveva udito delle voci... Presi uno spicchio di mela ed iniziai a mordicchiarlo lentamente, come ero solita fare mentre riflettevo... Voci... Ed io avevo udito dei passi, poco prima... proprio lì, in quella stanza... E poi quella sensazione che avevo provato... strana, davvero strana sensazione... Riflettevo... “Hai udito delle voci...” mormorai ad un tratto “Ma hai... insomma... hai visto qualcuno?” La domanda suonava strana, lo sapevo... così sorrisi. “Va bene!” dissi, finendo di mangiare e alzandomi “Andiamo a vedere!” |
Sentii Giada vibrare ..
<<Non so di cosastate parlando ma io non ho paura di niente... Mi dite si cosa state parlando? >> |
Tieste sorrise a quelle parole di Cavaliere25.
“Davvero faresti questo per me?” Incredulo l’omone. “Mi aiuterai a conquistare la mia bella?” “Però dovrai darti una mossa, amico mio!” Svolazzando intorno a loro il falco. “Non puoi mica aver paura di una ragazza! Dove si trova la tua bella?” “A Tylesia!” Rispose Tieste. “Allora abbiamo un motivo in più per arrivarci!” Esclamò il falco. |
certo che ti aiuterò dissi guardando l'omone però anche tu dovrai fare del tuo meglio per conquistarla la tua bella appena arriveremo cercheremo un posto da passare la notte e poi rifletteremo su il da farsi
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Quando riuscii a vedere i suoi occhi capii che avevo davvero già visto la donna da qualche parte.... eppure non ricordavo nessun incontro con lei...
Quando raccontò la sua disavventura, io restai molto perplessa... "Perchè vi ponete così tanti problemi? Sposate semplicemente l'uomo che amate e non avverranno spargimenti di sangue!" dissi io, con decisione, sperando di essere appoggiata dai cavalieri. Eppure, loro mi guardavano allibiti e sconcertati. mi chiesi che cosa avevo detto di sbagliato. |
A quelle parole di Elisabeth, seguirono poi momenti di silenzio.
“Ignoriamo il perché assediano Tylesia…” mormorò Berengario “… sappiamo solo che non se ne andranno…” La cena proseguì avvolta in una cupa atmosfera. Poi, finita, la stanza cominciò a svuotarsi. Un servo mostrò ad Elisabeth la sua stanza. E appena la donna restò sola, qualcuno bussò alla sua porta. “La cena è stata di sicuro poco piacevole…” entrando Kojo “… e l’aria serena ci ha regalato una splendida sera… non vedo perché chiudere in questo modo la giornata… venite con me per una passeggiata nel parco, milady?” |
Fyellon ascoltò Altea e poi si chinò verso la bambina.
“Ciao…” sorridendole “… sai, da piccolo avevo un pupazzo di legno ed era il mio migliore amico… gli rivelavo ogni mio segreto… ma anche le mie paure… perché se si divide con qualcuno ciò che ci spaventa, poi fa meno paura, sai?” Accarezzò la piccola. “Ti va di dirmi chi è che ci ucciderà? Tu conosci chi sono?” La bambina annuì. “Chi vuole ucciderci, piccola?” Fissandola Fyellon. “I demoni…” rispose con un filo di voce lei. Fyellon allora si alzò e guardò Altea. "Io non ho mai creduto all'esistenza di demoni..." mormorò "... troppe volte con questo nome si vogliono solo coprire le miserie e le debolezze umane... voglio uscire da questa città e capire chi davvero la sta assediando... venite con me, milady?" La bambina, nel frattempo, scappò via, svanendo nella stessa maniera in cui era apparsa. |
Il Falco, Cavaliere25 e Tieste, così, ripresero il cammino.
Giunsero verso le prime ore del mattino a Tylesia. Le porte erano state aperte e la città, già pullulante della sua vivace e laboriosa umanità, si era destata al nuovo giorno. “Meglio trovare subito un posto dove poter mangiare e riposare.” Fece il falco. “Il viaggio è stato lungo.” “Ben detto, falchetto!” Esclamò Tieste. “Non chiamarmi falchetto!” Sbottò l'uccello. “Beh, in verità non conosco il tuo nome...” “Mi chiamo Alberico!” Disse il falco. “Sembra il nome di un monaco o di un filosofo!” Ridendo Tieste. “E infatti sono un filosofo, razza di troglodita che non sei altro!” E svolazzò sull'insegna di una locanda. “Ehi, ha già trovato un posto dove poter mangiare!” Indicò Tieste a Cavaliere25. |
A quelle parole di Lilith, Redentos la fissò.
“Non credo sia tanto semplice, ragazza mia...” disse “... se quei cavalieri sono innamorati, difficilmente uno dei due accetterà di essere stato respinto...” La donna, sempre in lacrime, annuì. “Tuttavia” continuò il cavaliere “Lilith ha ragione... dovete scegliere fra i due a chi donare il vostro cuore, milady...” “Temo si ora di riprendere il cammino, milord...” fece il Avid il nano. Redentos annuì e dopo aver salutato la dama, augurandole felicità e salute, diede ordine ai suoi di ripartire. Poco dopo giunsero in uno spiazzo irregolare. Qui, due cavalieri duellavano con una ferocia non comune. “Cavalieri, fermatevi!” Gridò Redentos. Ma i due contendenti non prestarono attenzione a quelle sue parole. “Cavalieri, in nome della cavalleria, basta vi dico!” Urlò Redentos. “Cosa volete?” Voltandosi uno dei due. “Non vedete che regoliamo una questione in singolar tenzone?” “Si, non intromettetevi!” Fece l'altro. E ripresero il duello. Redentos allora disse ai suoi compagni di ripartire. Proseguirono oltre, fino a quando, poco dopo, si ritrovarono di nuovo nello stesso punto, ossia in quello spiazzo irregolare. “Abbiamo girato in cerchio forse?” Domandò Jovinus il monaco. “Temo di si...” guardandosi intorno Redentos. “Guardate lì...” indicò Avid. Poco distanti c'erano due corpi senza vita. Erano i due cavalieri che fino a poco fa duellavano per il cuore della baronessa. |
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