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Icarius, di nuovo con la padrona che lo guardava tutta nuda su quel divanetto, abbassò lo sguardo, col viso paonazzo che lo faceva sentire quasi ridicolo, oltre che eccitato come mai prima d'ora in vita sua.
I suoi occhi limpidi erano di un azzurro luminoso, fatto di infiniti bagliori e screziature che lo rendevano cangiante. Erano gli occhi di un bambino reso imbarazzato dal trovarsi davanti ad una tavola di infiniti dolci ed innumerevoli leccornie. Erano gli occhi di un cucciolo tanto imbarazzato ed impacciato, quanto accalorati. La voglia di guardare la padrona su quel divanetto era una tentazione insopportabile. Come insopportabile era la sua eccitazione. Poi quella domanda maliziosa, tagliente, beffarda di Lys e lui deglutii. “Madama...” disse con la voce resa incerta dall'imbarazzo e dall'eccitazione “... io...” sempre col viso rosso al punto da scottare, che la faceva sentire ancora più ridicolo ed impacciato “... io non cosa dire...” mentre lei gli porse quel calice. http://mi2tc.up.n.seesaa.net/mi2tc/i...2tc-4.jpg?d=a0 Gwen si congedò dal maestro e tornò da Elv, che la stava aspettando nella sala. “La tua mancanza è sempre troppo da sopportare.” Disse sorridendo lui. |
Sorrisi mentre mi sedevo sulla poltrona accanto a lui.
"Dimmi... Hai riflettuto su cosa vorresti adesso? Cosa vorresti per te, per la tua vita, il tuo futuro..." chiesi, scrutando attentamente i suoi occhi neri "Come dicevo prima, ora la tua vita è una grande tela bianca e tu puoi dipingerla con tutti i colori che vuoi, sta a te decidere..." con tono ipnotico ed incoraggiante. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Più lui era imbarazzato, più la cosa mi eccitava, mi inebriava.
Quegli occhi da cucciolo, quello sguardo tenero e impacciato, quello sguardo basso, mi accendevano, mi inebriavano, mi accendevano di una passione incontrollata. Fremevo a rimanere lì, sul divanetto, sdraiata su un lato, con la gamba destra piegata, ogni parte del mio corpo in bella vista, il capo appoggiato al gomito puntellato e il bicchiere che l'altra mano portava alle labbra. Avrei dovuto arrabbiarmi per quell'insubordinazione, gli avevo fatto una domanda non mi aveva risposto, gli avevo dato un ordine non l'aveva eseguito. Ma era troppo bello vederlo così arrossato, tenero, impacciato, accendeva in me gli istinti più infuocati, animaleschi, crudi e lussuriosi. Era davvero qualcosa che non mi era mai capitato con nessun altro. Mi piacevano gli uomini forti, che sappiano tenermi testa, dominarmi, che siano irriverenti come Aegos o potenti come il mio padrone. Eppure questo ragazzo, il suo candore, il suo rossore hanno qualcosa di incredibilmente eccitante, che mi fa andare fuori di testa. E la cosa mi piace, mi piace da morire questa nuova sensazione, questa scoperta di un piacere diverso, racchiuso nello sguardo da cucciolo di quel ragazzo. Allora mi alzai, tutta nuda, e mi avvicinai a lui, un passo, un altro, lenti e sensuali. Quando lo raggiunsi iniziai ad accarezzargli piano il petto, sfiorandogli tutto il corpo con il mio. "Tranquillo piccolo.." gli sussurro all'orecchio "Sei mio adesso.." baciandogli dolcemente il collo. Avvicino il bicchiere alle sue labbra, guardandolo negli occhi con aria severa, di quelle che non ammettono repliche, lo sguardo di madama Lys, della sua padrona. "Bevi!" ordino, inclinando il bicchiere e obbligandolo quasi a bere "Che bravo..." sussurro, posando sul bicchiere la sua stessa mano, in modo che lo tenesse lui mentre io sono libera di muovermi. Libera di accarezzare tutto il suo corpo bellissimo, immaginandolo sotto quei vestiti semplici. "Facciamo così per oggi ti aiuto io, ma solo per oggi..." sussurro al suo orecchio, con la voce sensuale ed eccitata di un demone che sta rubando l'anima indifesa di un bambino. Allora inizio a spogliarlo, con le mani abili, sapienti, appassionate. Mani che sbottonano con delicatezza, che sfiorano con malizia, che abbassano con decisione, finché ogni capo non giaccia per terra mentre il suo corpo nudo, bianco e meraviglioso non si erga fiero e indomito lì davanti a lei. "Sei bellissimo, Icarius.." restando ad ammirarlo, permettendo al mio sguardo di consumare ogni sua parte, come avrebbero poi fatto le mie mani fameliche, la mia lingua vogliosa, il mio sesso insaziabile. |
La penombra della stanza, le poche candele soffuse, il silenzio, gli occhi di Gwen, ipnotici e magici, le sue labbra morbide ed ammalianti, i suoi lunghi capelli rossi simili alle infinite trame del romanzo che lei sembrava voler preannunciare ad Elv rendevano quel momento misterioso ed incantato.
Lui la guardò negli occhi. “Allora” disse “sei la mia fata?” Sorridendo. “Quella che realizza ogni desiderio?” Col tono di chi viveva tutto ciò senza crederci davvero. |
Aveva il volto sorpreso, incredulo, come chi non credeva davvero a ciò che gli stava capitando.
"Da quel che mi risulta, quelli sono i geni, non le fate..." appena divertita, mentre i canini appena pronunciati minacciavano di sfuggire dalla cortina di velluto rosso delle mie labbra come improvvisati attori da un sipario. "Ad esempio... Ti piacerebbe vivere per sempre? Avere una vita intera ed eterna solo per noi, per poterci amare, senza fine e senza limiti... La vorresti?" chiesi piano, guardandolo negli occhi e accarezzando la sua mano, con tono caldo, morbido ed invitante. Era scappato una volta, ma se volevo salvarlo non glielo avrei permesso di nuovo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Elv guardava Gwen negli occhi, mentre lei parlava in quel modo enigmatico, accarezzandogli la mano.
“Potrei quasi crederti se continui a parlarmi così...” disse lui sorridendo, ma inebriato dalla sua bellezza “... dico sul serio...” piano. Ma proprio in quel momento si sentirono dei cavalli, poi il rumore di una carrozza che andava via, col portone del palazzo che si chiudeva subito dopo. “Chi esce a quest'ora?” Chiese Elv. |
Sorrisi lievemente.
Se ci credeva, eravamo a buon punto. Stavo per rispondergli, quando capii che il Maestro era andato via. Accidenti, di già... Dovevo fare in fretta, molto. "Un altro ospite del palazzo, mi aveva avvisata che sarebbe ripartito adesso" risposi semplicemente. Ma ora dovevo continuare. "Mettiamo che tu possa ottenere quella vita che ti ho prospettato, cosa saresti disposto a fare, per averla?" non sapevo perché fissi stata così impulsiva la prima volta, ma eri felice di aver avuto una seconda possibilità. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La carrozza andò via, il portone si chiuse e Gwen percepì qualcosa, come se un che di opprimente ed oscuro avese abbandonato il palazzo.
“Sei...” disse Elv “... sei seria? Dici davvero? L'eternità? Una vita lunga... infinita?” Fissandola ora enigmatico. “Chi sei davvero? Una... una strega forse? No, le streghe sono vecchie e brutte... mentre tu... no, non ci credo...” |
Mi sentivo improvvisamente leggera e anche l'atmosfera nel palazzo era cambiata, dopo la partenza del Maestro.
Sorrisi ad Elv. "No, non sono neanche una strega..." scossi il capo "Ti spaventa tutto ciò?" chiesi, con una espressione appena dispiaciuta di scuse, accarezzandogli il viso. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...0812c79a39.jpg |
"Oh no..." disse Elv sorridendo a Gwen "... nulla di te mi spaventa... riesci ad ammaliarmi, ad affascinarmi... ma di certo non spaventarmi..." prendendo la sua mano "... dimmi tutto... ti ascolto... voglio sapere tutto di te..." accarezzandole i capelli.
Intanto cominciava ad albeggiare. |
Già, era quello che dicevano tutti... Prima di finire stecchiti e senza sangue nelle vene.
Ovviamente non era il caso di Elv, ma era questo l'effetto che facevamo. Noi eravamo fascinatori, ammaliatori, nulla in noi sembrava spaventoso. Ma tutti si sbagliavano. Sorrisi vagamente, durante le sue carezze fra i miei capelli. "Io potrei dartela quella vita, Elv. E bada che è un dono che non si sperpera come denaro. Si dà a pochi ed eletti, ed io sceglierei te senza dubbio. Perché mi piaci, perché ti voglio al mio fianco e perché ti donerebbe, come un abito su misura per un nobile principe..." dissi piano, accarezzandogli il volto "Ma non sarebbe facile... Dovresti accettare alcune cose, sacrificarne delle altre... Ad esempio, saresti disposto a vivere eternamente lontano dal calore del sole sulla pelle, a non poter gustare un ottimo pasto o del buon vino, pur di vivere per sempre insieme?" dissi piano, quasi sulle sue labbra. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Icarius, titubante, prese il mano offerto da Lys e lei cominciò a spogliarlo.
“Ma, madama...” disse lui deglutendo ed incapace di opporsi, tenendo inebetito quel calice in mano. Lei lo spogliò lentamente, mentre il rossore rendeva avvampate ed ardenti le sue guance. Il giardiniere si sentiva imbarazzato, ridicolo, eccitato. I suoi vestiti scivolarono via uno dopo l'altro, fino a farlo restare tutto nudo davanti alla padrona anch'ella nuda. Allora con la mano libera, l'altra teneva sempre il calice che ora tremava non poco, tentò subito di coprirsi il membro ormai inturgidito e pulsante d'eccitazione, senza però ovviamente riuscire a coprirlo tutto. Lo teneva così piegato contro la gamba, ma buona parte di quel fallo ingombrante era comunque ben visibile. Guardò allora la disinibita padrona deglutendo ed incapace di dire nulla. Ma Lys si accorse in quel momento che dalla tasca dei pantaloni di lui a terra era sbucata un'amamelide che il giardiniere aveva preso dal giardino. Elv guardava Gwen in modo enigmatico. Cercava di scorgere nei suoi occhi cosa intendesse dire la vampira, se davvero era sincera o tutto ciò era uno scherzo. Ma il tono dei lei, i suoi occhi ed i suoi modi non davano ad Elv l'idea di trovarsi davanti ad uno scherzo. “Non dirmi” disse “che sei una bellissima diavolessa giunta dall'Inferno per offrirmi tutto ciò in cambio dell'anima... è così?” Il Sole era ormai sorto sul bosco intorno al palazzo. https://c1.staticflickr.com/9/8053/8...8104672a_b.jpg |
Non capivo cosa pensasse, ma ci ragionava su, tanto.
Pareva però che avesse capito, che ero seria. Sorrisi appena divertita. "Non ho mai particolarmente creduto nell'inferno, i diavoli non mi piacciono molto e a me interessi tu, non la tua anima..." e su questo ero sincera mentre lo guardavo "Io non avrei nulla in cambio, se non te..." più dolcemente, guardandolo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Allora dimmi...” disse Elv a Gwen, guardandola serio “... chi sei davvero? Come puoi promettermi queste cose? Chi sei tu?” Fissandola intensamente.
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Presi un bel respiro.
Già rivedevo nella mia mente la scena in cui lui scappava, col terrore che si ripetesse, come un déja-vu. "Questa è una congrega di vampiri. La Congrega della Dalia Nera. Ma puoi credermi se ti dico che non c'è motivo per cui tu debba avere paura" guardandolo incoraggiante e prendendo le sue mani "Io vorrei solo permettere a noi due di avere una vita lunga e felice insieme, perché non sopporterei l'idea che tu possa invecchiare e morire mentre io continuerei ad esistere in eterno... E voglio darti quella vita che quell'amnesia ti ha strappato via. Una nuova opportunità" guardandolo ancora, parlando con tono dolce e privo di quella malìa precedente. Perché ora volevo che mi vedesse come il suo futuro, non come un interessante passatempo. O come un mostro. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Elv guardò Gwen con uno sguardo che era un misto tra il perplesso, lo sconcertato e l'incredulo.
“Fammi capire...” disse fissandola “... sei una vampira... cioè una creatura malefica della notte... che però non crede né all'Inferno e neppure ai diavoli? In pratica come un falegname che non crede all'esistenza degli alberi?” Quasi sorridendo. “Forse vuoi prenderti gioco di me, Gwen... il fatto che abbia perso la memoria non mi rende comunque un idiota...” Ma proprio in quel momento qualcuno bussò con vigore al portone. Chi poteva essere a quell'ora? Era da poco sorto il Sole. |
Pensavo che l'avrebbe presa peggio.
La sua domanda era in parte lecita, ma di sicuro meglio della fuga. "Beh, non ci sono mai stata, all'inferno, se è questo che vuoi sapere..." sarcasticamente. Poi quei colpi. Mi sentii gelare. Che fossero arrivati? "Avanti" a mezza voce. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Al suono della voce di Gwen il portone del palazzo si aprì ed alcuni uomini entrarono nel cortile.
Vi erano dei soldati insieme ad alcuni cacciatori. Ivan aprì la porta di casa e quelli raggiunsero l'uscio. “Perdonate...” disse uno dei soldati “... ma pare stanotte un grosso lupo si sia avvicinato a della case... qualcuno dice di averlo visto aggirarsi non lontano da qui... può essere pericoloso... voi avete sentito o visto nulla riguardo a ciò stanotte?” Ivan si voltò verso Gwen e restò a fissarla. |
La prima cosa che vidi furono i suoi occhioni azzurri che mi fissavano, un'espressione così intensa, persa, gli occhi di chi stava impazzendo, di chi era stravolto dall'eccitazione, dalla follia.
Sentii una fitta al cuore, nessuno mi aveva mai guardata così, nessuno mi avrebbe mai guardato in quel modo. Abbassai lo sguardo, ma probabilmente non avrei mai dovuto farlo. Quello che vidi fece arrossire ogni singola parte del mio corpo. Icarius era... era... nudo, completamente nudo davanti a me! Dovevo distogliere lo sguardo dovevo andarmene io... eppure, eppure restai lì a fissarlo, mentre sentivo tutta me stessa prendere fuoco, sempre di più, semrpe di più. Il suo corpo era bellisismo, perfetto. E io... ecco, non avevo mai visto un uomo nudo prima di quel momento. Come poteva essere possibile? Insomma chi si porterebbe un'amamelide dietro in un momento del genere? Quando Lys chiama il resto del mondo doveva scompare, no? Eppure se io ero lì doveva per forza essserci da qualche parte. E poi la vidi, lievemente fuoriuscita dalla tasca del pantalone. Si era, si era portato dietro un'amamelide? Arrossii di nuovo a quel pensiero, un rossore diverso questa volta, uno di quelli che fa battere fortissimo il cuore. Mi chinai per raccoglierla e restai a fissarlo in quell'attimo magico e incantato in cui il mondo si ferma per permettere alla maledizione di fare il suo corso. Allora accarezzai piano il volto di Icarius, mentre lasciavo che la mia magia lo attraversasse, producendo l'eco lontano della mia voce che chiamava Lys, della porta che si apriva e di mia sorella che abbandonava la stanza. Sarei dovuta andare via, scappare ma... volevo restare, volevo gustarmi ancora per un momento quello sguardo rubato al mio lato oscuro che infondo avrei sognato di vedere un giorno posarsi su di me. "Perdona l'interruzione, Icarius..." sorrisi, poi, rossissima in viso "È giunto un messaggero con un dono per mia sorella.." inventai. Avevo in mano l'amamelide, e gliela porsi "Questa è tua.." con un timido sorriso. Il mio sguardo cercava di focalizzarsi sui suoi occhi, sul suo viso, su un punto indefinibile della stanza, insomma tutto meno il suo meravigioso corpo eccitato, un po' per pudore, un po' per il timore di vedere quell'eccitazione scemare non appena avrebbe realizzato che c'ero io ora davanti a lui e non mia sorella, pensai, con una punta di malinconia. Ma io non ero come lei, non lo sarei mai stata. Quello che ancora non sapevo, era di essere completamente nuda davanti a lui. |
Ivan aprì il portone ed entrarono dei soldati con dei cacciatori.
Ricambiai l'occhiata di Ivan. "No, nulla" risposi con tono tranquillo, scuotendo noncurante il capo "Forse qualche ululato in lontananza, ma nulla di preoccupante nel nostro giardino" ripetei, con un sorriso cortese. Ci mancava pure che la gente venisse qui a ficcare il naso. Infatti, cercai di far capire ad Ivan con un'occhiata di liberarsi di loro, in caso avessero esagerato. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Icarius di suo già era stravolto dall'eccitazione per trovarsi davanti il corpo nudo e perfetto di Lys, ma quando poi credette di udire la voce dell'altra sorella, vedere andare via la prima e ritrovarsi poi davanti all'altra, ossia Clio, il giardiniere fu sul punto di impazzire del tutto.
Il candore di Clio, la sua timidezza mista a dolcezza ed ingenuità erano disarmanti. Anche lei era completamente nuda davanti a lui, senza fare nulla per coprirsi. Le due sorelle potevano gareggiare in bellezza per mille anni, senza che nessuna riuscisse a superare l'altra. Erano entrambe bellissima, con la differenza che Lys era bruna, mentre Clio era bionda. Lui non riuscì a resistere alla tentazione di guardarla tutta, far scivolare su quel corpo bianco ed afrodisiaco tutto il suo sguardo. Su quei seni tondi e sodi, dai capezzoli rosati, i fianchi sinuosi, il suo sesso biondo fra le cosce strette e ben fatte, le gambe perfette, fino ai piedi nudi. E poi ricominciare e ricominciare ancora ed ancora a guardarla. https://www.funweek.it/app/uploads/2...het-16021.jpeg I soldati gettarono qualche sguardo qui e là intorno a loro, ma la fitta penombra rendeva la sala poco distinguibile. “Meglio così.” Disse uno dei militari a Gwen. “Buona giornata, madama.” Ed andarono via. Ivan chiuse la porta. Ma un attimo prima arrivò Tatiana. “E' giunta una lettera poco dopo l'alba...” lei a Gwen e ad Ivan “... l'ha presa Marko quando l'ha portata un messo... reca la firma di un certo dottor Vanbelv...” |
Andarono via e stavo per tornare da Elv, quando Tatiana mi bloccò.
Sospirai. "Torno subito..." gli dissi piano. Poi andai dalla vampira. "Dottore hai detto?" pensierosa "E cosa diceva la lettera?" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Non l'ho aperta..." disse Tatiana a Gwen "... vuoi che lo faccia o preferisci leggerla tu?"
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Sospirai.
"Dalla a me, leggerò io" avevo una vaga idea di chi potesse trattarsi e volevo essere sicura. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen aprì la lettera e ne lesse il contenuto:
“Buongiorno a voi. Chiedo perdono se questa mia missiva susciterà il vostro stupore, non anche il vostro disturbo spero vivamente, ma era necessario da parte mia un chiarimento. Sono il dottor Frank Vanbelv, dell'università della città di Santa Maria del Veteres nel regno di Afragolignone e per motivi di studi e ricerche oggi legato al Monastero di San Bernardino di Chanty. Nei giorni scorsi è stato affidato ai pii Frati un uomo in palese stato confusionale ed afflitto da profonde turbe psichiche. Il poveretto è stato affidato alle mie cure e sebbene la scienza mi spinga a decretarne la pazzia, la mia coscienza di uomo e di Cristiano mi impongono invece di accertarmi circa le dichiarazioni che costui giorno e notte afferma con disperata determinazione. L'uomo crede di essere stato vittima di esseri mostruosi, creature infernali, non-morti capaci come parassiti di strappare sangue e vita ai mortali e chiamati comunemente vampiri. Queste dichiarazioni dell'uomo hanno suscitato nei villaggi intorno al monastero credenze e superstizioni da parte degli abitanti. Per evitare dunque manie di persecuzioni ed anche fastidi verso la vostra dimora credo sia opportuna una mia visita in modo da sconfessare ogni genere di diceria ed evitare che superstizioni varie possano attecchire in questi bei boschi e tra queste dolci colline. Certo della rispettabilità del vostro nome e della cortesia che di certo è uso nel vostro palazzo, crede alle vostre signorie il permesso di visitare la vostra dimora. Con il vostro permesso giungerò da voi durante il pomeriggio. Dottor Vanbelv” |
Lo sgomento mi colse nel momento in cui lessi la lettera.
Maledetto bastardo. Lo sapevo che dovevamo farlo fuori. Diedi la lettera ad Ivan affinché la leggesse, con espressione inferocita e nervosa. Avremmo dovuto eliminarlo se la situazione si fosse complicata, ma speravo di non dover arrivare a tanto. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Dannazione...” disse con un moto di rabbia Ivan nel quale stracciò la lettera “... ricominciano... di nuovo a riprendere la loro caccia... sono secoli che ci spingono a spostarci, a fuggire da un luogo all'altro... ma stavolta non voglio fuggire... non voglio andarmene... li uccideremo tutti... sgozzandoli come porci se necessario...” con gli occhi rossi dalla rabbia.
“Magari possiamo ingannarlo...” intervenne Tatiana “... infondo è solo uno stupido medico...” fissando Gwen. “E se invece ha già avuto conoscenze in passato di situazioni simili?” Ivan. “Dopotutto se i Frati mandano questo dottore significa che si fidano di lui...” “O forse vogliono solo far calmare l'agitazione popolare...” mormorò Tatiana. |
Ascoltai i discorsi di Ivan e Tatiana, mentre cercavo di pensare e guardavo a terra i resti della lettera.
"Dobbiamo fare come dice Ivan" annuii lentamente, poggiando una mano sulla spalla del vampiro per sedare la sua rabbia "Non penso sarebbe possibile ingannarlo. Se dovesse fare qualcosa, qualsiasi cosa e rovinare la nostra copertura, saremmo rovinati. Non possiamo rischiare. Ed io non voglio nemmeno lasciare questo posto..." guardando il palazzo intorno a me. Non era giusto. Non era giusto che dovessimo fuggire o che dovessimo industriarci per non scappare ma anche per non rischiare la vita restando. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Si, ben detto.” Disse annuendo Ivan a Gwen. “Avvertiamo anche gli altri. Peccato il maestro sia andato via proprio ora...”
“Magari per questo è andato via...” arrivando Nikolaj. |
Annuii ad Ivan un secondo dopo arrivò Nikolaj.
Restai a riflettere a lungo. "Prima di andarsene, mi aveva detto che sarebbero potuti arrivare, ma la lettera è giunta dopo la sua partenza. È possibile?" chiesi, quasi fra me e me "Comunque sia, dobbiamo essere preparati, non dobbiamo lasciare nulla al caso se vogliamo sopravvivere." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Allora non perdiamo tempo...” disse Ivan “... mancano poche ore al pomeriggio... dobbiamo decidere cosa fare, occorre un piano...”
Arrivò Elv. “Tutto bene, Gwen?” Guardando la vampira e riconoscendo l'inquietudine sul suo bel volto. |
"Sì, infatti" annuendo convinta ed iniziando a pensare.
Poi arrivò Elv. "Vogliono venire qui ad ucciderci, Elv. Ci danno la caccia da secoli, vogliono farci sparire, devi aiutarci..." dissi piano, con tono disperato e afflitto, perché dovevo convincerlo "Aiutaci, se tieni a me..." coi miei occhi nei suoi e le nostre mani intrecciate. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“No, devi coinvolgerlo.” Disse seccato Nikolaj. “Non è uno di noi, ma uno di loro!”
“Che succede?” Elv guardando Gwen negli occhi e stringendo le sue mani. “Gwen, raccontami tutto... non permetterò a nessuno di farti del male. A nessuno.” Fissandola. |
C'era qualcosa nel modo in cui mi guardava.
Qualcosa che non sapevo definire, che non avevo mai visto prima, una luce intensa, calda, come un guizzo che mi attraversava tutta. Il cuore iniziò a battermi forte, sempre più forte, sempre più intensamente. Mi stava davvero guardando in quel modo? Voglio dire... me? I miei occhioni si spalancarono sempre di più, nei suoi, beandomi di quello sguardo. Era la cosa più bella che avessi mai visto. Quell'azzurro era così intenso, particolare, non era una sola tonalità, erano diverse, alcune più chiare, altre più scure che si mescolavano in un gioco misterioso e unico. Eppure c'era di più, quegli occhi nascondevano un particolare che non avevo notato fino a quel momento, piccoli sprazzi di sole in mezzo a quel cielo azzurro di primo autunno. Erano meravigliosi, quel dettaglio poi li rendeva ai miei occhi ancora più belli, o forse no, forse era il modo in cui mi guardava a rendere ogni cosa incredibilmente meravigliosa. "Icarius.." riuscii a dire, raggiante, trasportata dall'intensità di quel momento. Mi stava guardando tutta, tutta, seguii il suo sguardo su di me e... sbiancai. Ero nuda! Nuda! Ma ma, come diavolo avevo fatto a non accorgermene? Che razza di donna disgustosa era Lys per starsene lì nuda davanti a un servo... sentii il cuore accelerare ma stavolta in modo diverso, ero spaventata, terrorizzata, nessuno mi aveva mai visto nuda, nessuno! Non sapevo che cosa fare, che cosa dire. Mi portai la mano al petto facendo apparire una veste che mi coprisse, la prima cosa che avevo pensato, dopotutto lui era lì a fissarmi, gli indussi nella mente una lieve confusione, come se se lo fosse immaginato, ovvio, non avrei mai potuto cancellare quell'immagine dalla sua mente, e una vocina dentro di me mi diceva che nemmeno volevo che lo dimenticasse, per quanto questo fosse sconveniente e riprovevole. Cercai di guardarlo con naturalezza, come se fossi sempre stata vestita e lui si fosse solo perso in un meraviglioso sogno erotico. "Questa è tua..." riprovai, ridandogli il fiore "È curioso, andarsene in giro con un'amamelide in tasca.." arrossendo lievemente e guardandolo con un sorriso timido, il sorriso di chi sperava, in fondo al cuore che avesse tenuto quel fiore per me, anche se era qui nel tempio di perdizione di Lys, pronto a consumare quel piacere carnale di cui lei non sembrava riuscire fare a meno. Eppure... a lei non avrebbero mai donato un fiore. https://i.pinimg.com/564x/84/69/19/8...3c1d64ac30.jpg |
"Stanne fuori, Nikolaj "dissi piccata al vampiro.
Poi portai Elv nella saletta dove ci trovavamo poco prima. "È vero che siamo vampiri, Elv. È tutto vero. Oggi pomeriggio verrà un medico a verificare alcune voci sul nostro conto e se vedranno che sono vere, ci uccideranno. O se fuggiamo, continueranno a darci la caccia..." sospirai avvilita, poi lo abbracciai, anche per trovare un po' di conforto "Inizio a pensare che ti esporrei allo stesso problema, se ti rendessi uno di noi... Diamine, mi sento così egoista..." affondando il viso nei suoi capelli. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La magia di Clio ed Icarius credette di aver immaginato tutto, di aver fantasticato sulla padrona nuda.
E quell'immagine di certo non l'avrebbe però abbandonato. Lei ora è ben vestita davanti a lui, dolce e delicata come sempre. Ma lui era ancora tutto nudo, con il calice in mano e con l'altra mano a tentare, invano, di coprire la sua mascolinità sempre più prorompente, indecente, ingombrante. Sentiva sotto la mano la sua eccitazione crescere sempre di più. Il suo viso era come acceso da un fuoco costante che rendeva i suoi occhi ancora più azzurri. “Madama...” disse deglutendo ed impossibilitato a prendere il fiore “... meglio vada via... col vostro permesso...” Ed a testa bassa si avviò verso la porta della stanza completamente nudo. Gwen ed Elv si appartarono in un'altra stanza. “No, non permetterò ti accada nulla.” Disse lui stringendola. “Nulla.” Ribadì. “Però non uccideremo nessuno... altrimenti saremo come quelli che ora vi danno la caccia, Gwen. Se vuoi farmi diventare come te allora dovrai abbandonare ciò che eri prima, almeno le cose terribili che la gente addebita ai vampiri... dimmi la verità... se mi ami davvero, sii sincera... hai ucciso della gente, vero?” Guardandola negli occhi. |
Ottimo, ottimo.
Si era convinto e aveva accettato tutto. Beh, quasi tutto, ma su questo si poteva discutere. Lo guardai negli occhi. "Io non ho ucciso per divertimento..." risposi "Soprattutto all'inizio, cercavo di nutrirmi di gente poco rispettabile, criminali che trovavo nei vicoli bui di notte, nascosti negli angoli più malfamati della città... Poi, ho incontrato Nikolaj e gli altri, talmente tanto tempo fa che ho quasi timore a ricordare e allora abbiamo iniziato a servirci di familiari, o "succubi", se preferisci. Ragazzi che donano spontaneamente il loro sangue per noi. Qui ognuno di noi ne ha uno, quelli che appaiono qui come normali servitori, Marko e gli altri, in realtà rappresentano il nostro sostentamento. Cerchiamo di essere un po' meglio di quanto si creda..." con gli occhi nei suoi "E in più, non credo che dovremo essere noi ora a pagare per tutti gli altri della nostra razza..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lo guardai, era bellissimo, era davvero bellissimo.
Il suo corpo perfetto, il suo sguardo dolce, quell'aria così emozionata, imbarazzata. Eppure, pensai, abbassando lo sguardo per un momento e arrossendo in modo imbarazzante, che era ancora eccitato, era ancora... pieno, anzi, mi sembrava quasi lo fosse sempre di più. Odiavo il fatto che una piccola parte di me desiderasse che fosse così, e arrossii ancora di più a quel pensiero sconveniente e inappropriato. Clio, quella parte di te ha un nome, si chiama Lys ed è una sgualdrina! Sospirai, era vero. Lui sembrava davvero in imbarazzo e mi fece tenerezza quando se ne andò così com'era, nudo e bellissimo con il bicchiere in mano verso la porta. Giravo e rigiravo l'amamelide in mano. "Icarius, aspetta!" lo chiamai, raggiungendolo dopo aver sistemato l'amamelide nella scollatura. Allungai una mano a sfiorare il suo braccio e lo superai, mettendomi con le spalle alla porta, in modo da fermare la sua fuga. "Resta, rivestiti pure qui.." con un sorriso dolce. Finora avevo fatto finta di ignorare il fatto che lui fosse nudo nella stanza di mia sorella, ma volevo che lui sapesse... sapesse che io sapevo. "Mia sorella, lei..." iniziai, non trovando le parole più adatte, forse perchè non c'erano parole adatte ad una situazione del genere. "Lo so, l'effetto che fa.." con un sorriso lievemente malinconico ma dolce e comprensivo. Lo so che gli uomini preferiamo sempre una come lei a una come me. Ma pur di non essere un mostro come lei, preferisco la solitudine, perchè se un giorno qualcuno mi vorrà, sarà solo perchè mi ama davvero e non perchè mi sono mostrata nuda come cane in macelleria. Sorrisi, guardandolo negli occhi, chissà forse nemmeno comprendeva tutto ciò che sentivo nell'anima e nel cuore, e come avrebbe potuto, dopotutto? Sospirai, poi con il cuore che batteva all'impazzata allungai la mano verso il suo viso e lo sfiorai in una leggera carezza, la mia mano sfiorò dolcemente quel viso perfetto, pulito, dolce, per poi ritrarsi e raggiungere il mio seno. Presi l'amamelide e gliela sistemai dietro l'orecchio. "È il più magico dei fiori.." sussurrai piano, guardandolo negli occhi con un'espressione che avrebbe contemporaneamente voluto mostrare e celare ogni sensazione che mi attraversava al momento. "Portalo sempre con te.." sorrisi appena, per poi sporgermi verso di lui e posargli un lieve bacio sulla guancia. "Buonanotte Icarius.." sussurrai, per poi voltarmi e avviarmi verso la mia stanza solitaria e austera, come la mia esistenza. |
Elv ascoltò ogni parola di Gwen, guardandola negli occhi, come se volesse penetrare fin dentro la sua anima.
Perchè lui era convinto che lei ne avesse una. E possedeva anche un cuore. Lui non si sarebbe potuto innamorare di una creatura senz'anima e senza cuore. No, ne era convinto. Allora, appena lei terminò di parlare, lui, senza dire nulla, la strinse a sé e la baciò. La baciò con un impeto, con un calore che lei per un attimo si sentì quasi inondata da quella luce del Sole che i vampiri tanto odiavano e da cui con disperazione fuggivano. La baciò come è impossibile descrivere su un foglio di carta e come neanche nelle pagine dei romanzi si può immaginare. La baciò come solo un bacio vero può essere, intriso d'Amore, di promesse e di sogni. Un bacio che cancellava le paure del passato ed accendeva le speranze per il futuro. Un bacio vero, fatto di labbra, di calore e di vita. Un bacio vivo. E così Gwen si sentì dopo secoli di sangue ed oscurità. Si sentì viva. Si sentì amata. |
Non rispose, ma mi aveva ascoltata attentamente, senza interrompermi.
Poi, all'improvviso mi baciò. Quel baciò riuscì a restituirmi la vita, col suo calore riuscì ad invadermi completamente e a risanare quasi quello strappo che avevo avvertito tanti secoli prima. Lo strappo della mia anima lacerata, quel dolore profondo che mi aveva consumata per ore e che ancora mi portavo dentro, sebbene avessi imparato nel tempo a tenerlo sopito. E lui finalmente era l'unguento che poteva curarmi, che poteva ridarmi quell'assaggio di vita perduta. Mi travolse col suo impeto e con la sua passione, col suo Amore, col suo desiderio. Eravamo la prova che si potesse davvero amare anche senza cuore e senza anima, perché a cosa serviva un inutile muscolo nel petto, quando un solo sguardo ti rimetteva al mondo? Eta vero, non avrei mai sentito il cuore battere a mille, come erano felici affermare tutte le altre donne del mondo, ma cosa importava se in me quella magia c'era? Rimasi ancora a lungo rapita dalle sue labbra, poi me ne separai. "Se... Se potessi, adesso piangerei..." sussurrai dolcemente, con una leggera risatina, mentre lo baciavo un'ultima volta "Ora però dobbiamo pensare al piano, il pomeriggio arriverà prima di quanto pensiamo" facendomi un po' più seria. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
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