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Sospirai...non vi era nessuno...quindi..forse era il tempo di andarsene domani al mattino presto..Pepino era fuggito, il suo padrone non era venuto come detto..e va beh..mi sarei messa a fare la malvivente per vivere..d' altronde ne avevo la stoffa.
Ritornai su e camminai lentamente per non farmi sentire da Ozilon e tornai in quella fatiscente camera...povera stupida..ma ora diventerò dura come la pietra di questo castello. Strano la torcia non si era spenta, quindi spensi quella accesa e mi spogliai rimanendo in sottoveste, posi la coperta a terra e la sacca come un cuscino..ma si...mi fumai quella benedetta sigaretta nervosamente. Mi stiracchiai e chiusi gli occhi per dormire..speravo di andarmene prima di vedere Ozilon. |
Potete dirlo forte, contessa...
"Beh, vorra` dire che tornero` a cercarne un altro quando avro` finito questo" dissi sorridendo. Avevo colto la palla al balzo; dovevo tornare al monastero e saperne di piu` su quel libro. |
A quelle parole di Clio, riguardo alla scenetta recitata davanti al Vice Procuratore, tutti loro risero.
Questo aumentò ancor più la sicurezza che quegli attori avevano nella bella ribelle. E quando tornò da loro con l'abito che aveva scelto, i commenti di quegli itineranti furono assai lusinghieri, a testimoniare la bontà della scelta di vederla come l'ingenua di turno. Il gruppo lasciò la casa e raggiunse il luogo del misterioso appuntamento. La locanda Del Vizio era aperta ma poco affollata. Così entrarono e presero posto ad uno dei tavoli. I pochi clienti erano perlopiù distratti o indifferenti. Infatti la locanda sorgeva molto fuori mano ed i giovinastri di Maruania amavano divertirsi altrove. “Bene...” disse Sbriz agli altri “... e ora?” “Aspettiamo...” rispose Loi. Il locandiere arrivò. “Cosa vi servo?” Con tono brusco. |
Pochi istanti ed Altea cadde addormentata.
Ma fu un sonno breve e leggero. Infatti qualcosa la destò. Un rumore, uno dei tanti. Ma stavolta molto più vicino a lei. Riaprì gli occhi e vide solo buio intorno. La torcia che aveva lasciato accesa si era spenta. Poi, quando i suoi occhi si erano abituati al buio, la gitana notò qualcosa. Come una sagoma, un'ombra nel buio incerto. Allora due occhi azzurri ed enigmatici si accesero come fossero quelli di uno spettro. Occhi che la fissavano. “Non muovetevi se tenete alla vita...” disse una voce in quel buio “... chi siete? Cosa ci fate qui?” |
Fui lieta di vedere che erano soddisfatti della scelta, e ancor più di essere riuscita a infondere loro coraggio.
Era quello che volevo fare come Lupo Nero, dopotutto. Li seguii alla locanda, e concordai. "Sì, ora aspettiamo.." sorrisi. Poi arrivò il locandiere. "Ci porti un litro di vino, e bicchieri per tutti, per cominciare..." sorrisi, guardando gli altri "Offro io, stasera..." strizzando l'occhio a Fria. |
“Magari al tuo maestro va bene che tu faccia queste letture.” Disse Ilamei a Gwen. “Dopotutto il suo compito è renderti una perfetta dama di corte.” Sorridendo. “Ti lascio dunque alle tue letture, così potrai terminare quanto prima il tuo libro.”
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Il locandiere annuì a Clio e tornò in cucina.
“Andiamoci piano col vino...” disse divertito Sbriz “... le ragazze ingenue non bevono vino.” “E cosa allora?” Chiese Junior. “Non so...” mormorò Sbriz “... immagino latte e miele...” “E cos'hanno mal di pancia?” Sbottò Orden. “Che animale sei.” Ridendo Junior. “Guarda che il latte e i suoi derivati fanno male a chi ha mal di pancia.” “Le ragazze ingenue hanno dunque mal di pancia?” Fissandoli Cosun. “Smettetela di dire idiozie.” Li riprese Fria. “Ricordatevi perchè siamo qui...” Poco dopo il locandiere tornò con una brocca di vino e dei bicchieri. |
Risi piano.
"Dove sta scritto che non bevono vino?" risi con loro "Io posso essere una ragazza ingenua particolare..." sorridendo. Ma Fria aveva ragione, non dovevamo dimenticarci perché eravamo lì. Ma ancora non si vedeva nessuno. Arrivò il locandiere, ci portò da bere, lo ringraziai e pagai quella brocca. "Salute amici miei.." sorrisi. |
“Infatti, concordo.” Disse Orden a Clio. “E poi per questo sono ingenue, no? Perchè le fanno bere fino ad ubriacarle.” Rise.
Allora tutti brindarono e gustarono quel vino. Ma poco dopo un omaccione dai lunghi capelli entrò nella locanda. Si guardò intorno, fingendo indifferenza e poi si sedette ad uno dei tavoli. Ma a Clio non era sfuggito il suo sguardo che aveva indugiato più del dovuto su di loro. |
Mi ritirai nella mia stanza e mi sedetti su una poltrona vicino alla finestra e iniziai a leggere. Intanto fuori la pioggia picchiettava insistentemente sul vetro.
Sfogliavo il libro quasi distrattamente. Non era quello il libro che volevo leggere in quel momento; se prima poteva essere interessante, adesso aveva perso ogni attrattiva per me, da quando avevo trovato QUEL libro. |
La pioggia cadeva silenziosa e malinconica, ticchettando sui vetri bagnati.
Gwen sfogliava senza entusiasmo quel libro, con la testa all'altro, quello sui pirati che non aveva preso. E ad un tratto un pensiero come sorto dal nulla. E se qualcun altro avesse trovato quel libro? |
"Già, e magari bevono solo per darsi un tono, ma poi sono ciucche dopo un bicchiere.." risi "Fortuna che non è il mio caso..".
Era una bella compagnia, ma continuavo a guardarmi in giro. Notai un uomo che entrando ci guardò. Come se si aspettasse di vederci lì. "Ehi.." dissi a bassa voce, richiamando l'attenzione di tutti "Voi non vi sentite osservati?" lanciando un'occhiata all'omaccione, in modo che capissero di chi stavo parlando. |
“Si, è vero...” disse Fria, notando l'omone dopo che Clio lo aveva indicato “... forse è solo un curioso attratto da un tavolo a cui siedono due donne... o forse è il nostro uomo... che facciamo?”
“Ci penso io...” fece Orden “... locandiere!” Chiamò. “Il conto! Avevamo un appuntamento ma pare non sia venuto nessuno per noi!” “Idea discutibile...” mormorò Loi. “Già, dobbiamo pure smettere di bere ora...” deluso Cosun. Ma a quelle parole di Orden, l'omaccione si voltò di scatto a fissarli. |
Restai sorpresa dall'espediente di Orden, ma a quanto pare funzionò.
L'omone si voltò di scatto verso il nostro tavolo, e io non distolsi lo sguardo, incrociando il suo. Annuii appena, in maniera quasi impercettibile. "Allora che facciamo?" dissi, senza distogliere lo sguardo dall'uomo "Ce ne andiamo?"con un leggero sorriso. |
A quello sguardo e a quelle parole di Clio, l'omaccione non tradì alcuna emozione, quasi il suo volto fosse inespressivo.
Si limitò a finire il suo boccale di birra, per poi gettare una moneta sul tavolo ed uscire dalla locanda. “E' andato fuori...” disse Sbriz “... cosa facciamo? Lo seguiamo?” |
Lo osservai uscire dalla locanda.
Certo, non aveva tradito emozioni, ma se ci aspettava fuori, avevamo risolto. Dovevamo tentare. "Beh, bere abbiamo bevuto, pagare abbiamo pagato..." alzai le spalle "Io direi di uscire... vediamo che succede..." sorrisi. |
Tutti annuirono a quelle parole di Clio ed il gruppo uscì dalla locanda.
Fuori aveva smesso da poco di piovere e l'aria era fredda. “Non c'è nessuno qui...” disse intimorito Sbriz. “Perchè siete attori” una voce all'improvviso da un angolo buio ed appartato “e non ladri. Vi manca l'occhio di falco.” Un passo in avanti e si mostrò. Era l'omaccione. |
Li seguii fuori, e fui lieta di vedere che avevamo avuto ragione.
A quel punto dovevo entrare nella parte e starmene buona al mio posto, accanto a Fria. Le ragazze ingenue non mettono il becco nelle trattative da uomini. Sarei intervenuta solo in caso di pericolo. |
“Dunque” disse Loi “era vostro il biglietto?”
“Abbassate la voce...” lo riprese l'omone “... volete forse ritrovarvi addosso i soldati?” “Dove possiamo parlare allora?” Chiese Orden. “Non abbiamo nulla da dirci” sbottò l'omaccione “se non confermarmi che siete gli attori.” “Certo che lo siamo.” Annuì Loi. “Tutti?” Fissandoli con sospetto l'omaccione. “Vedete forse cavalieri e regine fra noi forse?” Sarcastica Fria. “Io aspettavo sei persone” fece l'omaccione “ma voi siete sette.” “La compagnia è composta da sette membri.” Disse Fria. “Ed ognuno ha il suo ruolo stabilito. Se ne mancasse anche uno soltanto non riusciremmo a mettere in scena nulla. Non avete studiato il teatro greco e romano? O la commedia dell'arte seicentesca?” Ironica. L'omaccione li scrutò ancora. “Ora però vogliamo sapere voi chi siete...” guardandolo Orden. “Venite con me...” con tono cupo l'omone. “Dove?” Chiese Cosun. “Avete forse un altro appuntamento?” Disse l'omaccione. “Magari col Vice Procuratore della Repubblica?” Gli attori si scambiarono allora lunghe occhiate e poi tutti fissarono Clio. |
Da come parlava, mi dava l'idea dell'intermediario.
Non li aveva mai visti, evidentemente, e Fria riuscì a far passare come normale la mia presenza. Era un'ottima attrice, naturalmente. Poi quell'uomo ci disse di seguirlo, e tutti guardarono me. Io mi limitai ad alzare le spalle con un'espressione spaesata. Ero una ragazza ingenua dopotutto. "Siamo arrivati fin qui..." dissi soltanto. Certo non era credibile che comandassi io l'allegra brigata. E ancora non potevo sapere se quel tizio era amico o nemico, sperai solo di non scoprirlo troppo tardi. |
“Fateci strada...” disse Loi all'omaccione.
Così il gruppo seguì l'energumeno, muovendosi nel buio e nella decisa frescura della sera. Si inoltrarono così nel vasto campo alle spalle della locanda, dove trovarono, accanto ad un albero, una carrozza. “Salite a bordo e non provate a fare scherzi.” Disse l'omaccione. Fria allora ruppe gli induci e salì sulla vettura. E tutti gli altri la seguirono, Clio compresa, naturalmente. L'omone prese il posto di guida e la carrozza partì. “Dove ci starà portando?” Chiese Sbriz agli altri. “Lo sapremo presto...” mormorò Loi. “Voi cosa ne pensate?” Domandò Junior a Clio, mentre la vettura viaggiava rapida su una solitaria stradina di campagna. |
Lo seguimmo, e ci portò in una carrozza, su cui fummo costretti a salire senza fare storie.
Ovviamente! Non non sapevamo se fidarci di lui, e lui ovviamente non sapeva se fidarsi di noi. Senza contare che eravamo in sette, quindi se fossimo stati malintenzionati per lui sarebbe stata la fine. Alzai gli occhi su Junior, e scossi la testa. "Sinceramente non so che dirvi... possiamo solo sperare.." sospirai "Però mettiamola così, al Vice Procuratore bastava arrestarvi..." a voce bassa "Anche quando vi ha visto davanti a casa sua. Perché fare questo teatrino?" pensierosa "È l'unica cosa che mi fa sperare, per il resto non abbiamo elementi sufficienti per valutare la situazione..." guardai un po' tutti "Voi che dite?". |
“Si, concordo...” disse Orden a quelle parole di Clio “... è inutile farci domande ora... tra non molto scopriremo la verità...”
“Sperando che tutto finisca bene...” fece Junior. Orden provò a guardare dai finestrini ma era impossibile, in quanto i vetri erano oscurati e non permettevano di vedere fuori. “Questa cosa mi piace poco...” mormorò Orden, indicando i vetri. Intanto la carrozza proseguiva rapida sulla strada. Infine, dopo aver percorso un bel tratto, finalmente cominciò a rallentare, per poi fermarsi di colpo. “Credo che la corsa sia finita...” a tutti loro Loi. La porta della vettura si aprì. “Scendete, forza.” Disse l'omaccione. E scesi dalla carrozza si ritrovarono nel bel mezzo di una bosco, davanti ad una chiesa preceduta da un cimitero. http://l.rgbimg.com/cache1rAY2R/user...00/nj6gsRi.jpg |
Annuii agli altri.
Dopotutto, non avevamo molta scelta. Trascorremmo così il viaggio coltivando la speranza, ed era l'unica cosa che potevamo fare. Dopo un po' ci fermammo, e ci fecero scendere. E appena scesa sorrisi. "Una chiesa.." mormorai pianissimo "Buon segno..". |
Continuavo a leggere distrattamente, quando mi venne in mente una cosa e mi bloccai di colpo.
E se qualcuno nel frattempo avesse preso il libro alla biblioteca? Non potevo fare in modo che succedesse; decisi così che sarei tornata la mattina seguente, con la scusa di riconsegnare il libro. A proposito di quest'ultimo, decisi di chiuderlo definitivamente, lo misi sulla piccola scrivani e mi diressi verso la libreria, scegliendo una tragedia greca e iniziai a leggere. http://i.guim.co.uk/static/w-620/h--...--2007-011.jpg |
X78 sembrava un Droide molto galante......con lui potevo stare sicura, non si vantava della sua conoscenza ma era lecito che lui ne condividesse con me la parte colta di cui era dotata la sua memoria..." Conoscete niente meno messer Accianin, segretario del Marchese di Villaombra...........siete stato fortunato...io in vita mia non ho mai conosciuto neanche un Capitano ?...per dirla tutta il Capitano Grant e' il primo che conosco.......ma tanto X78, non credo che sia un gran problema, non credo che avro' tempo di stare molto sulla terra ferma, ho gia' tanti di quei panni da lavare e ottoni da lucidare.....che forse tu sarai la mia unica fonte di racconto........dovro' sudarmelo questo incarico.......quindi mio arrugginito amico, sarai la mia fonte esterna........".....il canto dei marinai si stava affievolendo....e la nave cominciava a rallentare il suo volo....incominciavamo a scendere...e Maruania sembrava sempre.....piu' imponente......." Sai X78....non so....se questo posto farebbe per me, tu che ne dici ?....."....ed attesi che la nave attraccasse al porto.......
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Mi addomentai ma il sonno era leggero..udivo il tichettio della pioggia, il rumore del vento tra gli spifferi e poi gli animali notturni..o forse ero io a essere nervosa...il mio breve sonno durò poco anche perchè un rumore in quella fatiscente camera mi destò.
Il cuore accellerò leggermente...accidenti..dovevo caricare la pistola..ero sola con quel folle marchese ed era palese quello mirava alla mia bellezza..e non so a quali scopi. Mi alzai leggermente dal giaciglio ma rimasi ferma lì, la torcia si era spenta e quel rumore era sempre più forte...vicino a me. I miei occhi, come quelli di un felino, si abituarono presto al buio e vidi davanti a me una sagoma e ciò che spiccava erano gli occhi...azzurri e mutevoli..ma soprattutto enigmatici e indagatori..eppure sembravano gli occhi di quel quadro poco nitido visto nella nicchia..poteva essere un fantasma? Pepino non era un fantasma..visto la frittata se la era mangiata ovvio. Rimasi ferma, ma lo fissavo negli occhi..forse lui mi aveva visto già prima e aveva aspettato io rimanessi al buio o aveva spento la torcia mentre dormivo, potevo sentire il suo respiro...ma in questo momento non era il caso di scherzare, il tipo mi sembrava molto convinto di sè. Sottovoce e lentamente iniziai a parlare.."Mi chiamo Altea..sono una gitana, girovaga..insomma ora non so nemmeno chi sono visto ho perso tutto..sono qui perchè un marchese di nome Ozilon ha portato me e la mia comitiva qui dicendo aveva comprato questo maniero..e tutto ha avuto inizio..è una storia lunga..so solo sono rimasta qui per difendere questo maniero parlando con un certo messer Pepino e aspettavo il vero padrone del maniero..poichè quel marchese mi sembra una persona irruenta e poco onesta oltre ad avermi offesa e lesa...altro non ho da dire..anzi..in questo maniero sembra ora siamo io, il marchese e voi..e il marchese se venisse qui ci farebbe fuori tutti e due visto non vuole intrusi...ecco tutto..voi chi siete invece?" e cercavo di vedere il suo volto ma i suoi occhi sembravano cambiare espressione a ogni mia parola, ma non mi mossi. |
Scesi dalla carrozza, Clio e quegli attori furono condotti dall'energumeno all'interno della chiesa di campagna.
Era questa un edificio a tre navate, con quelle laterali più strette di quella centrale che terminava con un transetto delimitato da un'abside. Le due navate laterali invece continuavano il loro tragitto fino a congiungersi col deambulatorio che si apriva dietro l'abside. Tutto il sacro edificio era avvolto da una lieve penombra, appena interrotta dai primi bagliori del giorno nuovo, il cui soffuso alone iniziava a schiarire le alte vetrate sul finto matroneo. Un monaco suonava l'organo, posto lateralmente alla destra dell'altare a mensola, con una suora accanto che intonava i versi di un Inno. “Solo Tu sei il mio Pastore, niente mai mi mancherà. Solo Tu sei il mio Pastore, o Signore... o Signore...” L'omone entrò, si segnò per poi inginocchiarsi e senza che il monaco e la suora si curassero del suo ingresso, continuando il loro Inno. “Mi conduci dietro Te, sulle verdi alture... ai ruscelli tranquilli lassù, dov'è più limpida l'acqua per me, dove mi fai riposare...” Infine l'omone fece cenno a Clio e agli altri di seguirlo. Raggiunsero così una porta che dava alla sacristia. “Solo Tu sei il mio Pastore, niente mai mi mancherà. Solo Tu sei il mio Pastore, o Signore... o Signore...” Entrati nella sacristia, Clio e gli artisti itineranti videro una figura seduta su una sedia, intenta a leggera un libro al chiarore di una candela. Il libro era il De Amore di Andrea Cappellano. “Sono tornato.” Disse l'omaccione. Allora la figura abbassò il libro e mostro il suo volto, sul quale spiccavano un sorriso rassicurante e due occhi azzurri e mutevoli. http://i664.photobucket.com/albums/v...4.jpg~original |
Gwen continuò la sua lettura fino a notte fonda, quando il sonno si fece poi troppo insistente e cadde addormentata.
Fu il chiarore del mattino, danzando sul suo viso e fra i neri capelli, a destarla. Il palazzo era già sveglio e le voci dei servitori erano ben chiare. |
Il battello mercantile cominciò la manovra di atterraggio appena avvistato l'Astroporto di Maruania.
Da qui diversi battelli, ma soprattutto navi militari, di piccola e media stazza, atterravano e decollavano con una certa regolarità, mentre sullo sfondo, oltre la zona consentita ai civili e agli stranieri, due grosse Fregate erano ormeggiate in un molo artificiale e sorvegliate da diversi soldati armati. “Non esistono città belle o brutte” disse X78 ad Elisabeth, mentre il battello scendeva dolcemente “ma solo suscettibili dei gusti, delle abitudini e delle aspettative umane, madama. Vedrete che vi troverete bene durante questo nostro breve soggiorno qui. Personalmente credo che Maruania non abbia nulla di più o di meno delle altre città.” Il battello finalmente atterrò e tutti si diedero un gran da fare per scaricare la merci. “Madama...” avvicinandosi il capitano ad Elisabeth “... resteremo circa mezza giornata qui, dunque potrete godervi una breve licenza, visto i vostri servigi ora non sono richiesti a bordo. Ripartiremo nel tardo pomeriggio. Se volete potete portare con voi X78 che vi farà da guida.” E tornò dai suoi uomini. |
Quegli occhi chiari restarono fissi su Altea, mentre la gitana spiegava il perchè della sua presenza nel maniero.
Intanto un vago chiarore si faceva strada tra la stretta feritoia e qualche crepa nelle murature. “Il marchese...” disse la figura, senza che i suoi occhi azzurri tradissero emozioni “... i marchesi dunque si appropriano delle dimore altrui? E magari voi siete la sua servitrice, o, peggio, la sua concubina...” un cenno di quella figura e i vari bagliori dell'incerto albeggiare fecero brillare il pugnale che aveva in mano e che teneva puntato contro il letto “... alzatevi.” Ordinò. “E fate un passo verso la luce... in modo che possa vedervi interamente... e badate che al minimo passo falso vi infilzerò... su, alzatevi...” |
Non mi accorsi di essermi addormentata e me ne resi conto solo quando mi svegliai e vidi che era gia` mattina.
Le voci dei servitori si udivano al piano di sotto. Riposi il libro nella libreria, mi cambiai e scesi di sotto dalla contessa. |
Seguimmo l'uomo in silenzio, all'interno della chiesa.
L'ambiente sembrava così mistico e sacro, come non capitava spesso di respirane a Maruania. E ancor più mi convincevo che eravamo sulla strada giusta. I gerarchi di Maruania non avrebbero mai usato una chiesa, nemmeno per una trappola. E poi quel salmo, recitato da una voce così soave e pura. Sorrisi. Quasi sapessero che avevo passato interi pomeriggi a contemplare e a studiare un antichissimo dipinto raffigurante proprio il Buon Pastore, nella mia amata città sulle rive dell'Eufrate. Lo presi come un buon segno. Sempre in silenzio, seguimmo l'omone in un anfratto laterale, verso quella che doveva essere la sagrestia. Per poco non strabuzzai gli occhi. Il De Amore!! Mark me ne aveva procurata una copia, e la custodivo gelosamente, nascosta sotto una copertina completamente diversa. E poi, alle parole dell'omaccione, l'uomo misterioso abbassò il libro, in modo che alla copertina si sostituì il suo viso. Per un istante i miei occhi incontrarono i suoi, ma poi abbassai lo sguardo e attesi, con gli altri, di scoprire qualcosa su quella faccenda. |
A quelle sue parole riguardo la concubina stavo per inveire...ma la luce dell' Alba passava tra le fenditoie dando un leggera luce e potevo vedere meglio la figura ma in penombra..e quegli occhi...irremovibili e di un azzurro intenso.
Effettivamente non scherzava..infatti aveva un pugnale in mano e sembrava quasi minacciarmi ma non avevo paura. Mi alzai e mi accorsi di essere in sottoveste ma non potevo farci nulla..e a piedi nudi raggiunsi la piccola finestrella e mi voltai verso lui..e lo guardavo, volevo vedere il suo volto.."Permettete..io sono libera..non ho nulla a che spartire con quel marchese visto sembra abbia imbrogliato pure me..infatti lo detesto..ora mi vedete bene?" dissi risentita. |
Si.....era verissimo....non ci sono posti belli o brutti, ci sono sensazioni belle o brutte....ma in quel preciso istante, mi sentivo come in armonia con tutto cio' che si muoveva per terra e per mare, come se i due mondi si fondessero insieme......" X78 io credo tu abbia un cuore.....oltre che ad una viva intelligenza..."..risi.....e quando attraccammo....ogni uomo divenne una formica...tutti a lavoro, ognuno sapeva cosa fare, nei tempi e nei modi giusti......riuscivano a scansarmi.....il comandante Grant mi venne vicino e mi diede il permesso di scendere a terra ..mezza giornata di libertà......ero affascinata, certo la curiosità era tanta ma allo stesso tempo reticente...." Se a X78 farà piacere...mi sentiro' piu' tranquilla...saro' a bordo in tempo per preparare la cena.....".......
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Gwen scese giù, dove trovò la contessa che attendeva di vederla per la colazione.
E con lei vi era anche Jean. “Buongiorno, mia cara.” Disse Ilamei a Gwen. “Buon mattino, damigella.” Con un inchino Jean. |
Era un giovane uomo dai lineamenti regolari e gradevoli, i capelli lunghi e scuri, gli occhi azzurri e puliti.
“Sono gli attori.” Disse l'energumeno, per poi lasciarsi cadere pesantemente su una sedia che scricchiolò sensibilmente sotto il suo peso. “Detesto queste uscite notturne.” Scuotendo il capo. “Consolati, hai reso un buon servigio al mondo.” Sorridendo l'uomo dagli occhi chiari, per poi alzarsi e riporre con cura su una mensola il suo prezioso libro. “Dunque voi siete gli artisti.” Guardando allora la compagnia. “Beh, direi di presentarci, no? Prego.” “Io mi chiamo Fria...” mormorò la donna. “Io Sbrizz...” “Io Loi...” “Io Cosun...” “Io Junior...” “Io Orden...” “E voi?” Chiese il giovane uomo dagli occhi azzurri a Clio, l'unica che ancora non si era presentata. |
Altea si alzò e con indosso la sola sottoveste si mise in piedi davanti a lui, in modo che la poca ed incerta luce potesse illuminarla. La misteriosa figura restò allora a guardarla con attenzione, sempre restando ben celata dal buio che l'albeggiare non riusciva ancora ad intaccare.
“Dunque” disse poi “volete farmi credere che dormivate mezza nuda in un castello, nonostante la presenza di un uomo di cui non vi fidate? La porta poi non era neanche ben chiusa, visto le serrature non ci sono più da tempo. Cosa direste se vi rivelassi che sono entrato e vi ho perquisita per bene prima del vostro risveglio?” Sempre puntandole contro il coltello. |
Quando si rivolse a me alzai lo sguardo su di lui e sorrisi piano.
"Clio..." mormorai. Non aveva senso mentire, dopotutto. "E voi?" chiesi, un po' titubante. |
Elisabet lasciò il battello mercantile in compagnia di X78, tuffandosi così nella variegata umanità che animava Maruania.
Nelle strade vi erano giovani ovunque che cantavano, ballavano e si baciavano senza pudore o freni inibitori, come se festeggiassero continuamente la vita. E poi artisti suonavano e recitavano versi in ogni angolo e in ogni piazza. Molti infatti avevano lasciato l'istruzione, il lavoro e tutto il resto per vivere così, liberi e spensierati. E non era affatto raro vedere venditori ambulanti che smerciavano i propri prodotti, come erbe allucinogene, sali e tabacchi particolari e così via. I muri poi pullulavano di svariate scritte, che inneggiavano ai valori di Maruania. Così si potevano leggere esclamazioni contro la Chiesa, contro i chierici, i nobili ed ogni costrizione etica e morale. “Ecco la libera Maruania, madama.” Disse il droide ad Elisabeth. |
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