Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 18-02-2015 00.05.11

Sospirai, soppesando le parole dell'uomo.
Infondo, pensai, per che cosa ero tornata a Capomazda se non per difendere i Taddei?
Le loro spade, certo..
"Se siete davvero chi dite di essere, allora vi aiuterò.." Annuendo "Per quanto sappia bene che nessuno mai potrà sostituirsi a lui, ma se condividete i valori dei Taddei, allora spero che comunque ne varrà la pena..".

Guisgard 18-02-2015 00.27.36

L'uomo incappucciato sorrise ed annuì a Clio.
“Da ciò” disse alla ragazza “rivelate la vostra fedeltà ai Taddei.” Fece un passo in avanti ed estrasse da una tasca un foglietto. “Prendetelo e leggetelo con attenzione. Vi troverete un indirizzo. Imparatelo a memoria e prima di lasciare questo Cimitero fatelo bruciare su una delle lucerne di queste cripte. Vi attenderò a quell'indirizzo.” E svanì nel chiarore dell'aurora.

Clio 18-02-2015 00.34.36

Osservai l'uomo andare via, sperando di aver fatto la scelta giusta.
Ma in ogni caso era sempre meglio vedere da vicino le cose, non sarei riuscita a comprendere se erano amici o impostori da fuori, entrare nel loro Patto era l'unica cosa da fare.
Ma in realtà sperai che ci fosse davvero del buono in tutto quello.
Così, aprii il foglietto e lo lessi attentamente.

Guisgard 18-02-2015 00.42.38

Clio aprì quel foglietto, con Ammone che le si avvicinò per capirne di più.
Il foglietto così diceva:

“Stasera, alla vecchia Villa della Rosa.
Ci saremo tutti.
Anche un pazzo che dice di averlo visto.
Madonna Fortuna sembra esserci propizia.”

“Clio...” disse Ammone “... cosa ne pensi? A me piace poco tutta questa storia...”

Guisgard 18-02-2015 00.50.53

Gwen cenò in quella locanda, per poi salire al primo piano e rinchiudersi in una delle camere in affitto.
Qui trascorse la notte, che passò rapida e serena, svegliandosi poco dopo l'albeggiare, a causa delle voci che dal cortile sottostante salivano fin verso le finestre del primo piano.
L'odore di pane caldo già invadeva lo spiazzo antistante la locanda, dove un vecchio e fumoso forno di campagna la faceva da padrone.
Ed attorno ad esso, anche per scaldarsi in attesa di una pagnotta appena sfornata, si erano radunati alcuni dei clienti e dei passanti, vivacizzando la mattinata con le loro chiacchiere.
E tutto ciò era udito da Gwen fin nella sua camera.
Ma tra tutte quelle voci, confuse, sgraziate, accavallate ed in parte incomprensibili, sembrava distinguersi quella rauca ma chiara e quasi melodica di un mendicante che si spacciava per cantore, o forse viceversa.
Egli parlava strimpellando il suo strumento a corde, riuscendo ad ottenere una discreta attenzione dalla marmaglia che lo circondava.
“Molti credono sia solo una leggenda...” disse accarezzando il suo strumento “... alcuni hanno sentito questa storia da piccoli e crescendo hanno fatto finta di non crederci più... ma essa è vera... e come tutte le cose reali vive, pulsa ed agisce a dispetto di ciò che credono gli uomini... parlo della Gioia... della Gioia dei Taddei... l'oscura maledizione che da secoli flagella i suoi membri quando cedono agli incanti di Amore... è la triste e folle storia dei Taddei, a cui una malefica maledizione impone di vivere senza Gioia...”
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Clio 18-02-2015 00.53.09

Lessi e rilessi quelle parole.
Un pazzo che diceva di averlo visto... possibile?
Beh, non per niente ha detto "pazzo".
Impressi ogni parola nella memoria, come aveva detto quel tipo.
"Mah.." mormorai poi ad Ammone "Non so cosa pensare, magari sono davvero fedeli dei Taddei.." alzai le spalle "In ogni caso, credo valga la pena scoprirne di più, andare fino infondo. Ti dirò che spero vivamente siano amici e non impostori.. ma la speranza serve a poco, in effetti..".
Guardai un'altra volta il biglietto.
"Io direi di andare... anche perché dice: - ci saremo tutti -. Se non altro, magari vedremo qualche faccia amica, viceversa se dovessimo trovare qualcuno che non dovrebbe essere lì, allora potremo avere dei sospetti più fondati.. in ogni caso, io andrò.." alzai lo sguardo sull'omone "Non sei obbligato a seguirmi, se pensi che non sia una buona idea.." sorridendo, rassicurante.
Poi mi avvicinai ad una torcia e bruciai il biglietto.

Guisgard 18-02-2015 01.03.09

Clio bruciò quel biglietto sulla torcia di una cripta.
“Una volta lui mi prese da parte...” disse Ammone, mentre il biglietto si consumava sulla fiamma “... la Santa Caterina stava per atterrare... mi prese da parte e mi disse... mi disse che dovevo fare due cose... tenerti d'occhio...” sorrise appena malinconico “... e senza che tu ne accorgessi... dovevo proteggerti una volta scesi a terra... e lo farò anche ora... verrò con te da quei pazzi...” guardò verso l'uscita “... andiamo ora... immagino ti stiano aspettando quelli arrivati con te a Capomazda...”

Clio 18-02-2015 01.10.50

Lo fissai stupita.
"Ah sì?" esclamai "Sono commossa da quanta fiducia riponesse in me.." sarcastica, scuotendo la testa.
Ma sapevo che quello era un modo per dire che teneva a me, per quanto non mi andasse a genio.
In quel momento, però, ero grata di avere Ammone accanto, in momenti tanto difficili, la presenza di un amico può fare la differenza.
Seguii il suo sguardo.
"Già, è stata una strana sera..." sospirai "Tu domattina devi andare al mercato, e io tornare a recitare la mia parte... ci vediamo direttamente lì domani sera, o forse, stasera.. diceva stasera, ma ora è tardi... ho perso il conto del tempo.." sorridendo.

Guisgard 18-02-2015 01.20.23

Era mattina ormai.
Clio ed Ammone lasciarono il Cimitero, per poi tornare ognuno alla sua vita.
O forse, visto il loro passato, ciascuno alla sua recita.
“A stasera...” disse Ammone prima di andare e darle poi una pacca sulla spalla.
La città era già sveglia e pullulante.
Per le strade sfilavano alcuni soldati in parata, mostrando i vessilli ora di Gvineth, ora di Cimmiero, gettando ombre sul futuro del ducato.
“Ehi, Clio!” Ad un tratto una voce.
Era Yanes.
“Dov'eravate finita?” Avvicinandosi a lei. “Vi abbiamo cercata ovunque! Azable voleva vedervi.”

Clio 18-02-2015 01.27.03

Mi voltai verso Yanes.
"Non riuscivo a dormire, e ho fatto tardi..." Candidamente "Vi siete alzati presto.." Sorridendo "Vado subito da Azable.." Seguendo Yanes..".

Guisgard 18-02-2015 01.36.37

Yanes condusse Clio alla locanda dove i falsi mercanti avevano preso alloggio.
E saliti nelle loro camere, trovarono Azable e tutti gli altri.
“Pensavo di avervi persa.” Disse il signorotto alla ragazza. “Eravate in giro a godervi la città?” Ridendo.
Poi guardò Samondo e gli fece un cenno del capo.
L'uomo allora si alzò e cominciò a parlare a tutti loro:
“Sono riuscito ad incontrare sir Guanto, fratello di lord Cimiero. Egli ci farà incontrare con lui segretamente stasera in una caserma non distante dal Palazzo Ducale. Ho organizzato tutto ciò per avere la possibilità di guadarci la sua fiducia. Da quanto ho capito i due pretendenti al ducato necessitano di denaro per finanziare le loro armate e a quanto pare sir Guanto è interessato ai nostri soldi. Quegli uomini per denaro venderebbero non solo i corredi dei Taddei, ma anche le loro madri.”
“Ottimo!” Esclamò Azable.

Guisgard 18-02-2015 01.40.45

Elisabeth cadde da cavallo e subito il Priore Tommaso arrestò la sua cavalcatura e scese per aiutarla.
“Solo un livido, non temete...” disse massaggiandole una caviglia, per poi stringerla con una benda “... ce la fate a risalire in sella e cavalcare? O preferite tornare al vostro castello?”

Clio 18-02-2015 01.40.51

Sorrisi appena ad Azable, ma non dissi nulla.
"Beh, mi sembra un'ottima notizia.." sorridendo a quelle parole "Quindi dite che venderebbero anche Parusia? O sanno addirittura qualcosa su Mia Amata?" incuriosita.
Già, pensai, quei nuovi signori di Capomazda mi piacevano sempre meno, sperai sempre più vivamente che invece il Patto delle Civette fosse diverso, e che potesse portare qualcosa di buono.

Guisgard 18-02-2015 01.47.10

“Di Mia Amata” disse Samondo a Clio “nessuno sembra sapere più nulla, visto pare sia sparita la notte stessa in cui l'ultimo duca morì.” Con indifferenza. “Quanto all'altra, in verità credo che la venderebbero adesso stesso, magari portandocela direttamente qui, se dipendesse da loro. Ma in questo reame” con tono distaccato “tutto sembra dipendere dalla Chiesa. E a quanto pare Parusia, come tutto il resto, è sotto la custodia del Clero.”
“Troveremo il modo di avere quella spada.” Deciso Azable.
“Si.” Annuì Samondo.

Clio 18-02-2015 01.51.25

Sospirai di sollievo a quelle parole su Mia Amata. Preferivo saperla dispersa, con la speranza che fosse in buone mani, piuttosto che saperla nella collezione di Azable.
E a quanto pareva, loro si sarebbero accontentati di una spada soltanto.
Meglio così. Non avrei più nominato Mia Amata.
"Beh.." con indifferenza, alzando le spalle "Se sono corruttibili questi signori, magari troveremo anche qualche prelato compiacente.. certo non il vescovo, ma qualcuno di ambizioso che vuole conquistare con tutti i mezzi il favore dei nuovi signori.. perché no? Magari sarà ragionevole..".

Guisgard 18-02-2015 02.02.37

“In effetti” disse Azable a Clio “quella è una speranza che nutro. Ma immagino che quel sir Guanto voglia parlarci anche di questo, ossia di possibili chierici corrotti o corruttibili. Dopotutto ognuno ha il suo prezzo.”
“Su questo non ci piove.” Annuì Samondo.
Il tempo intanto trascorreva e la combriccola di Azable cominciò a prepararsi per quell'importante incontro serale.
Incontro che sarebbe stato seguito poco dopo da quello organizzato dai misteriosi uomini celati nel Patto delle Civette.
"Dobbiamo però apparire come si conviene a chi possiede denaro e ambizione." A tutti loro Azable. "Dunque ognuno si abbigli come richiede questa farsa e chi non possiede abiti adatti che trovi il modo di procurarseli." Sentenziò.

Guisgard 18-02-2015 02.09.34

La carrozza di Altea attraversò la verde campagna Capomazdese, tra querce frondose, campi sterminati e screziati, dossi fioriti e sentieri serpeggianti fino a perdersi in ancestrali radure silenziose.
Avanzava piano, tra il clangore delle assi di ferro battuto, il cigolio delle ruote di legno ed il tintinnio delle redini d'argento tra i morsi dei cavalli.
Infine la vettura arrivò davanti ad un piccolo palazzo dipinto con colori chiari e tranquillizzanti, immerso in un giardino fiorito ed adorno di statue, il tutto ingentilito dal guizzante e fresco getto delle fontane tra i fiori.
Ed un piccolo cancello ottonato faceva da ingresso a quel luogo.

Guisgard 18-02-2015 02.18.29

“Ciò ci basta, cavaliere.” Disse uno di quegli uomini a Galgan. “Dunque vi narreremo tutto... siamo un gruppo di uomini, alcuni nobili, altri borghesi, altri ancora guerrieri e molti poi solo mercanti, artigiani e contadini. Nonostante un censo così diverso, ad unirci vi è la lealtà verso il casato dei Taddei. Ognuno di noi deve qualcosa all'Austero e in forza di ciò abbiamo giurato fedeltà a suo nipote, il defunto lord Guisgard. Per questo non potevamo lasciare Capomazda alla mercé di due cani quali sono Gvineth degli Anton, uomo grezzo, reietto, senza morale ed il suo degno rivale, quel Cimmiero Niclos già un tempo vassallo dei Taddei prima di tradirli miseramente. Ci siamo così uniti in una confraternita... il Patto delle Civette ed abbiamo intenzione di riportare un Taddeo sul seggio.”
“E come farete?” Chiese Lucas. “L'ultimo di quella stirpe è morto mesi fa...”
“Stiamo ideando un piano...” spiegò l'uomo “... vogliamo mettere sul seggio un impostore, in modo da far fuggire i due ambiziosi pretendenti al titolo e riportare giustizia nel ducato.”
“Un impostore può governare Capomazda?” Stupito Lucas.
“Comanderemo noi.” Fece l'uomo. “L'impostore sarà poco più di un burattino. Siete dunque con noi, cavaliere?” Guardando Galgan ed attendendo da lui una risposta.

Clio 18-02-2015 02.22.30

"Ah sì, ognuno ha il suo prezzo..." Annuii ad Azable, per poi alzarmi con gli altri quando ci congedò.
Sarebbe stata una sera complicata, avevo passato quell'ultimo anno sui campi di battaglia, ero abituata a ritmi molto peggiori.
"Nessun problema.." annuendo "Vado a vestirmi..".
Tornai così nella mia camera, lasciandomi cadere sul letto.
Non mi ero ancora fermata, quella missione mi aveva prosciugato.
Ma d'altronde, sapevo che non sarebbe stato facile tornare a Capomazda.
E la sua tomba mi aveva distrutto, ma mi aveva anche dato un briciolo di speranza.
E la mia casetta.. non ci ero nemmeno entrata.
Sorrisi, per poi chiudere gli occhi, lasciando che un ricordo dolcissimo mi scaldasse il cuore.

Uno splendido tramonto si poteva osservare dalla mia finestra: rosso, sfaccettato, intenso.
Lo osservavo come incantata, mentre ingannavo l’attesa con gli ultimi preparativi: non vedevo l’ora che arrivasse.
Doveva essere tutto pronto per allora, e non avevo molto tempo.
Ma con mia somma sorpresa sentii la porta aprirsi prima del tempo.
“Clio?” mi chiamò, dall’uscio.
“Ciao..” a voce alta “Sono in cucina, non posso muovermi…”, tornando a concentrarmi sul pentolone di rame davanti a me.
Poi sentii dei passi leggeri, e portai la testa all’indietro, sorridendo.
“Ciao..” sussurrai, con gli occhi che brillavano dalla gioia.
Lui non rispose, si limitò a sorridere e baciarmi intensamente, rischiando di distogliermi dal mio compito.
“Ciao..”mormorò con voce calda “Mi sei mancata..” sorrise poi, con gli occhi nei miei “Che stai facendo?” guardandosi attorno “C’è un profumino niente male..”.
“Davvero?” speranzosa “Sto facendo la polenta.. me la faceva sempre mia nonna… Visto che hai a disposizione i migliori cuochi del regno, volevo farti qualcosa che non mangi spesso… E con la meraviglia che si mangia qui, dubito che abbiate fatto arrivare un cuoco dalla mia terra…” sorrisi “Ma ti assicuro che merita…” senza smettere di mescolare “Però non devi distrarmi!” decisa “La vedi quella clessidra?” indicandola con lo sguardo “Mi indicherà quando potrò fermarmi..” portando ancora la testa all’indietro “Quindi fai il bravo, mi raccomando..” risi, facendogli l’occhiolino.
Un guizzo divertito attraversò i suoi occhi chiari.
“Ah, sì?” rise “Non devo disturbarti..” stringendomi ancora di più “E se invece lo facessi?” cercando nuovamente le mie labbra.
“Resterei impassibile…” risi, voltandomi verso il paiolo.
“Non ci credo..” divertito lui, mentre mi stringeva, mi accarezzava, mi baciava.
Socchiusi gli occhi, ma cercai di restare concentrata “Smettila..” mormorai, in maniera decisamente poco convincente.
Alla fine, restò in cucina con me finché la polenta non fu pronta, e mi aiutò persino a rovesciarla sull’enorme tagliere apposito.
“Lo porti tu in tavola, per favore?” sorridendo “Io prendo la carne… bada che questa stupenda selvaggina l’ho cacciata con le mie manine..”..
“Adesso sì che ti riconosco..” rise, per poi prendere il pesante tagliere e portarlo sul tavolo, accanto al quale un camino scoppiettante ci proteggeva dal rigore dell’inverno.
Con mia sorpresa, nell’arrivare nella sala da pranzo, vidi una bottiglia di vino sul tavolo.
“Hai portato il vino..” esclamai “Tu lo apri, io preparo i piatti..”.
Lui mi guardò e sorrise.
“Ehi..” avvicinandomi, per poi abbracciarlo cercando i suoi occhi, che brillavano di una luce strana “Va tutto bene? ”.
Lui scosse la testa, restando ancora in silenzio, eppure i suoi occhi non erano turbati, o inquieti.
“Sono solo felice…” sussurrò, per poi sorridere e chinarsi a baciarmi di nuovo, con impeto.
“La cena..” sussurrai, dopo lunghi istanti di passione.
Lui annuì “Hai ragione..”.
“Abbiamo fino a domattina…” sorrisi, piano, con gli occhi nei suoi “Vero?”.
Lui scosse la testa e io lo allontanai, incredula e delusa..
“Ma avevi promesso!” protestai.
Lui a quel punto sorrise.
“Beh, in realtà ho spostato a cena l’impegno che avevo a pranzo… quindi non abbiamo fino all’alba di domani, ma fino al tramonto..” Facendomi l’occhiolino.
Io mi illuminai, sorrisi, e lo abbracciai di slancio.
“Ma se ti crea noie posso andarmene domattina..” tenendomi stretta.
“Ci devi solo provare..” risi, alzando gli occhi su di lui, per poi baciarlo teneramente.
Poco dopo eravamo a tavola, a chiaccherare del più e del meno, assaggiando le prelibatezze che avevo cucinato.
Mi sembrava di non essere mai stata tanto felice, serena, in pace.
E ci fu un momento in cui i nostri sguardi si incontrarono, e restarono così, incatenati per lunghi istanti, mentre la mia mano cercava e trovava la sua.
Allora compresi, e mi chiesi se lui stesse pensando lo stesso.
In quella fredda sera, racchiusi nella nostra Casetta, mentre il fuoco scoppiettante del camino riscaldava l’aria, e il profumo della carne speziata si diffondeva tutt’intorno, non eravamo più l’Arciduca e la piratessa, con tutti gli ostacoli, le differenze sociali, gli impedimenti con cui dovevamo convivere, sembravamo due sposini intenti a condividere la più bella delle quotidianità.


Aprii gli occhi e sorrisi.
Mi ero riposata abbastanza, dovevo prepararmi per la difficile serata.
Così, mi alzai, decisamente più serena, e osservai attentamente i vestiti che avevo portato.
Erano abiti, per lo più, davano meno nell'occhio.
Ne scelsi uno verde e nero, con ricami in oro, raffinato ed elegante, me l'aveva confezionato uno dei sarti più rinomati di Miral, le maniche larghe, la scollatura quadrata bordata in oro, il corpetto ricamato in pizzo nero.
La gonna ampia e spessa nascondeva i calzoni che portavo, e anche i lunghi pugnali negli stivali.
Misi persino una collana d'oro con un ciondolo raffigurante uno scudo, e cinsi la cintura con una spada di quelle strane che aveva portato Azable.
Sistemai i capelli, ed ero pronta per uscire.
Ormai era l'imbrunire, e raggiunsi gli altri per andare avanti in quella recita.

Guisgard 18-02-2015 02.48.13

Quel ricordo scivolò via come una carezza, restando però stretto attorno al cuore di Clio, come si fa con i gioielli preziosi e resi speciali da una ricorrenza unica.
La ragazza poi si preparò e raggiunse i suoi compagni.
E naturalmente la sua bellezza non passò inosservata agli occhi di quei falsi mercanti.
Soprattutto Morice e Riccado apprezzarono l'abito di Clio e non solo quello.
Ma Azable richiamò tutti loro all'ordine.
Lasciarono la locanda e si avviarono verso il Palazzo Ducale, dietro il quale si trovava la caserma in cui avrebbero incontrato Guanto e suo fratello.
Raggiunta la caserma, Samondo parlò allora alle guardie ed il gruppo fu condotto all'interno dell'edificio militare, fino ad una vasta sala di rappresentanza.
E qui, un attimo dopo, arrivò Guanto.
Aveva un aspetto perfido, uno sguardo secco e carico d'odio, accompagnato da un'espressione e da dei modi che di nobile avevano ben poco.
“Prego, sedetevi...” disse ai falsi mercanti.
“Quando incontreremo lord Cimmiero?” Chiese Samondo.
“Io forse sono tappezzeria?” Sorridendo con disprezzo Guanto.
“Certo che no...” rispose Samondo “... ma si era detto che...”
“So cosa abbiamo detto.” Lo interruppe Guanto. “Ma prima di incontrare mio fratello, voi dovrete convincere me sulla bontà di questo nostro colloquio.”
“Veniamo al sodo...” con poca diplomazia Azable “... siamo disposti a pagare per merce di una certa importanza...”
“Bene, ottimo argomento.” Annuì Guanto.

Clio 18-02-2015 02.52.58

Scesi nella sala, e sorrisi con cordiale indifferenza agli uomini di Azable.
Avevo scelto bene l'abito, mi sembrava evidente.
Così, lasciammo la locanda e ci dirigemmo alla caserma come ci era stato indicato.
Quel Guanto mi piaceva davvero poco già in partenza, quando aprì bocca, poi, peggiorò solo la situazione.
Ascoltai in silenzio la conversazione tra lui Azable e Samondo, trattenendo un sorriso per la chiarezza del collezionista.
Alzai timidamente gli occhi su Guanto, attendendo incuriosita la sua risposta.

Guisgard 18-02-2015 03.04.50

Ad un tratto Guanto alzò lo sguardo su Clio e sorrise con fare ambiguo.
“Non immaginavo” disse “che un mercante potesse essere così affascinante...” guardò per un istante un servitore che se ne stava immobile accanto al tavolo e quello subito riempì di vino alcuni bicchieri, per poi offrirli ai presenti “... questo vino” alzando il bicchiere Guanto “viene fatto in un borgo distante quasi una mezza giornata di cammino da qui... notate il colore ed il profumo...” scimmiottando una competenza che non gli apparteneva “... lo chiamano Lacrima di Cristo...” sorseggiò senza togliere gli occhi da Clio “... forse potremo intenderci circa il prezzo da pagare...”
“Ne sono lieto.” Sorridendo Azable.
“Ma certo, io sono un uomo ragionevole...” annuì Guanto “... posso sapere il nome di questa bellezza?” Con occhi sempre più ossessivi su Clio.

Guisgard 18-02-2015 03.21.59

La notte era trascorsa lenta e vagamente malinconica al Convento di Santa Lucia.
Il Sole era ormai alto e illuminava quell'erbosa spianata racchiusa, dove si intravedeva avanzare già l'inquieta brughiera, da alti e muti pini secolari e che sin dai tempi più antichi sembrava esser stata dedicata ai riti della superstizione Longobarda, grazie alla presenza, non molto lontano, di alcuni blocchi grezzi di pietra messi in cerchio.
Otto di queste pietre erano ancora in piedi, mentre le altre, perlopiù spaccate o frantumate dalla devozione dei primi Cristiani giunti in queste terre, giacevano sparse a terra tra il muschio, gli sterpi ed i rovi.
Soltanto tre di queste, però, scivolate e spostate dal Tempo o dal caso, per chi crede alla sua esistenza, fin verso un breve e regolare ruscello, avevano infine deviato il suo corso, confluendone le acque dove oggi sorgeva il convento.
E quel flusso, tiepido e leggero, simile nel suo placido gorgoglio ad una lieve voce sussurrante, si diffondeva piano tutt'intorno al chiostro.
Qui Tessa, seduta su una panca di legno, tra gli screziati gerani, mentre cercava il caldo e luminoso ristoro del Sole, fu avvicinata dalla Madre Superiora, seguita dalla giovane Rabona, inviata al convento dai genitori per i suoi studi.
“Tessa...” disse la Madre Superiora “... oggi si occuperà suor Elisabeth della biblioteca. Tu infatti andrai con Suor Corale dal curato Pipino, per portargli alcuni annali conservati qui al convento. Partirete fra un'ora. Voglio che sia tu ad accompagnare Suor Corale, dato che conosci ogni testo della nostra biblioteca.”
“E la mia lezione, madre?” Chiese Robona.
“Sarà rinviata a domani.” Rispose la Madre Superiora. “Oggi ti dedicherai ai tuoi esercizi di musica con Suor Linda.” Ed andò via.
“Che barba...” sbuffò la giovane, per poi fissare Tessa “... tu almeno uscirai da queste mura... io invece dovrò sorbirmi le lezioni di Suor Linda... fortuna che tra una settimana ritornerò a casa...” chiuse gli occhi e sospirò “... sai, Tessa... ho veduto un giovane... Domenica alla messa... eh, moro, occhi scuri, volto d'Angelo... farei follie per uno così...” riaprì gli occhi “... ora che ci penso io non ho un uomo dei sogni...” con tono infantile “... no, io credo di essere innamorata dell'Amore in sé...” richiuse gli occhi “... e non capirò mai te, così cinica sugli incanti d'Amore e sempre china con la testa sui libri... credi che gli studi diano la felicità? Eh, no, mia cara... l'Amore, la passione e gli slanci di un amante innamorato rendono una donna felice...” con fare sognante.
Ma mentre Robona parlava, nella mente di Tessa continuava a mostrarsi ciò che aveva visto nel misterioso sogno fatto la notte prima.
Un paesaggio tanto bello quanto enigmatico, visto che non vi erano simili scenari a Capomazda.
Cosa dunque poteva nascondere quel luogo visto in sogno dalla giovane e razionale studiosa?
http://www.camelotsportsevents.com/w...03/chianti.png

Lady Gwen 18-02-2015 11.08.15

Aprii leggermente gli occhi. Il cielo azzurrino non era ancora illuminato dal sole. Doveva essere molto presto, ma nonostante cio` dal piazzale si udiva un gran fragore. Ma sentii anche qualcos'altro: proprio accanto alla locanda, un fornaio sfornava le sue pagnotte calde e fragranti. Sentii il mio stomaco brontolare e decisi che era meglio andare a mangiare qualcosa.


Quando scesi sotto, l'odore del pane si fece ancora piu` forte e intenso; la locanda era quasi vuota, forse a causa dell'orario.
Quando la locandiera mi vide, sul suo volto si apri` un grande sorriso.
Mi chiese se gradissi del pane caldo e del latte fresco e ovviamente accettai.
Mentre consumavo il mio pasto in silenzio, continuavo a sentire quell'uomo che nel piazzale cantava di un'antica leggenda, relativa alla "Gioia dei Taddei". Chissa` chi erano costoro..... e cosa egli intendesse per "Gioia".
Ero sempre stata una persona curiosa e soprattutto amante di vecchie storie e antiche leggende; me ne avevano raccontate spesso le mie Sorelle, quand'ero solo una bambina e nonostante ora avessi gia` vent'anni, mi affascinavano ancora.
Decisi cosi d far vincere la mia curiosita` e chiesi alla locandiera di parlarmi riguardo quella leggenda.

elisabeth 18-02-2015 13.00.58

dovevo essere caduta mettendo in malo modo la caviglia...la borsa del Priore sembrava la mia valigetta....piena di risorse...era veloce e molto pratico in men che non si dica mi immobilizzo' la caviglia e risusci' a rimettere la scarpa prima che il piede si gonfiasse........Era una follia...pura follia, ma dovevo dirlo al Priore...." Grazie..mi avete sistemata per bene...siete molto bravo a sistemare ossa e legamenti......ho notato che avete una certa facilità....nel fare diagnosi e trovare rimedi....."......grazie al suo aiuto mi rimisi in piedi....doleva un po'..ma la fasciatura calmava un po' il dolore....il cavallo non si era fatto nulla e le boccette erano salve....." Preferisco riposare un attimo se non vi dispiace Padre....magari sara' l'occasione buona perchè io vi possa parlare prima di arrivare dall' Abate....io ho ascoltato la discussione a tavola riguardo il nipote dell' Arciduca....gran brutto affare....certo troppo giovane per non avere dei sospetti...e se devo dirla tutta....anche la leggenda arricchisce questo alone di incertezza su questo giovane regnante......voi lo avete visto ed avete appurato la sua morte.......vi chiedo ..molto umilmente.....avete mai preso inconsiderazione di riesumarne il corpo....e di comprendere se e' morto di morte naturale....o se per caso...qualcuno non stia piangendo sul cadavere di qualcun'altro ?....."......Il mio discorso poteva non avere senso...ma solo perchè detto da una donna......avevo letto nel mio studio che si erano analizzati campioni di tessuto umano per vedere se erano morti di morte naturale o con l'uso di veleni.........E quello non era solo un uomo era anche un Prete....e io.....stavo cercando di muovermi in un mondo molto difficile e De Gur sarebbe dovuto essere dalla mia parte....in qualsiasi momento avrebbe dovuto prendere le mie difese......" Non pensate che io sia matta......ma a differenza di altri non patteggio per nessuna delle due parti.....anche se durante il breve periodo in cui ha regnato il giovane Guisgard..la vita era molto piu' serena.......Lo faccio in nome della scienza ......"......In nome della scienza...ero pagana fino al midollo osseo...anche se avevo imparato a conoscere Dio........Non potevo dirgli cosa ero...era ancora troppo presto...

Tessa 18-02-2015 14.31.55

“... e non capirò mai te, così cinica sugli incanti d'Amore e sempre china con la testa sui libri... credi che gli studi diano la felicità? Eh, no, mia cara... l'Amore, la passione e gli slanci di un amante innamorato rendono una donna felice...”

Ripenso alle parole della giovane Rabona, mentre rovisto fra gli scaffali della biblioteca, in cerca degli annali da consegnare al curato Pipino.
Ebbene sì, gli studi mi hanno dato molta felicità. Molta più di quanta avrebbe potuto darmene un uomo.
Ho sempre avuto occhi acuti ed attenti, capaci di osservare il comportamento umano e, molte volte, dietro la parola "amore", ho scorto solo giochi di potere e possesso: la gelosia, le ripicche, il mettere alla prova l'altro escogitando puerili tranelli... Anche nell'amplesso stesso, spesso ho visto solo la smania di possesso. Il bisogno spasmodico di possedere qualcuno o di appartenergli, anima e corpo.

Socrate ha detto "Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza"

Io questa frase me la sono cucita sulla pelle e ne ho fatto la mia bandiera. Tutto quello che c'è fuori, compreso l'amore, adesso non è cosa di cui abbia voglia di occuparmi.

"Suor Corale, sono pronta, andiamo!" dico alla giovane suora che mi attende vicino al portone, con l'aspetto felice ed emozionato di una bambina. Penso alle poche occasioni che alcune giovani religiose hanno di affacciarsi sul mondo esterno e le sorrido, benevola "coraggio, sorella, voglio tornare al convento prima che faccia buio! Non sono tempi felici per Capomazda, questi. La città è nel caos e quando in una città non c'è più ordine, non si sa mai cosa aspettarsi..."

La verità, è che gran parte della mia inquietudine è causata ai sogni che affollano le mie notti.

Cammino fra i filari di una vigna, affacciata su dolci e verdi colline, con il sole che mi scalda la pelle. E nel sogno penso che vorrei restare lì per sempre, perché qua il sole è così raro e così pallido...
Ed è tutto così perfetto, che un moto di commozione mi sale dal petto. Improvvisamente, però, odo un grido ed un pianto strazianti, che lacerano la calma di quel paesaggio da sogno. E quel pianto è così disperato e carico di dolore, che mi domando come sia possibile che tanta bellezza e tanta sofferenza possano convivere sotto lo stesso cielo. Poco a poco, però, il paesaggio inzia a cambiare e ad ingrigirsi, sotto il peso di quel dolore, che comincia ad impregnare l'aria e ad attaccarsi sulla pelle, come l'afa di una tormentata notte estiva, che ho vissuto non so bene quando, da sembrarmi un'altra vita.
Adesso tutto intorno a me è secco. Mi sciolgo in pianto e cado in ginocchio, sulla terra fredda.


Il rumore del portone chiuso alle nostre spalle e il ciarlìo incessante di Suor Corale, mi risvegliano dai miei pensieri.
Siamo per strada, il nostro cammino è iniziato.

Altea 18-02-2015 15.03.46

La carrozza procedeva tra la vegetazione e stradine finchè la mia vista si fissò su un basso laghetto tra gli alberi, mi sporsi e guardandolo sorrisi..

Ero arrivata con Cruz e lo avevo legato, il tempo passava e lui non arrivava.
Ad un tratto un nitrito mi distolse dai pensieri e lo vidi scendere da cavallo.
"Non so da quanto io ti stia aspettando, ma comprendo per te io possa essere pari al tuo stalliere" dissi mettendo il broncio e incrociando le braccia.
Guisgard rise "Ho fatto tardi, avevo un impegno diplomatico".
Alzai gli occhi al Cielo scuotendo il capo e poi lo guardai "Appunto..e io qui ad aspettare, mi prendi in giro vero? Ti destesto Guisgard dè Taddei". Lui mi guardò serio e mi mise un dito sulle labbra .."Non dire più una cosa del genere".
Indietreggiai lentamente visto la sua reazione e scivolando su una roccia caddi dentrò l' acqua e mi alzai più innervosita.."Visto? Ora prenderò un bel raffreddore e non ridere". Ma lui non smetteva di ridere e anzi rincarò la dose.."Visto? E' colpa di quello che hai appena detto di me, allora è vero che fai disperare tua madre col tuo caratterino..eh..nessuno ti prenderà in moglie se continui così" e mi fissava divertito.
"Ma senti chi parla" e di impeto lo presi e lo gettai nell' acqua "Ora siamo pari, o forse dovevi dopo andare da una delle tue dame e questo è un guaio? Se non ci sei stato prima..ovvio".
Lui fece per afferrarmi ma io mi lanciai su Cruz e iniziai a galoppare, ma egli mi raggiunse subito col suo veloce destriero ma non dissi nulla, a dire il vero ero proprio seccata.
Arrivati a Corte il ciambellano ci guardò stranito "Sua Signoria sta bene?Che è successo?" preoccupato.
"Sta bene, sta bene" esclamai "Eravamo nel bosco e udimmo uno strano rumore tra le fronde e il Duca si spaventò, aggrappandosi a me e cademmo nel laghetto...ed..era solo uno scoiattolo. Ci credete? Sua Signoria ha la fobia per gli scoiattoli" e vicino vi erano alcuni soldati.
Trattenni una risata ed entrai correndo per il corridoio mentre lui mi inseguiva sotto gli occhi stupiti della Corte e mi chiusi in camera.
"Altea, apri..questa te la faccio pagare" la voce era però divertita.
"Affatto..vai a cambiarti o ti ammalerai, a meno che tu non voglia sfondare la porta destando scandalo..comunque sappi non vedo l'ora tu mi porga il guanto di sfida".

Erano questi i momenti che mi mancavano, ma che dovevo fare? Mettermi l'anima in pace ma anche se lo desideravo ero perseguitata da quei sogni e dai pensieri negativi..e poi chi ero mai stata per lui? Non lo sapevo neppure io.
Arrivammo in una villa sontuosa, il tempo era volato..era il Palazzo delle Cinque Vie e vi regnava la quiete, il giardino era splendido e si udiva il rumore degli spruzzi dell' acqua delle fontane. Suonai il campanellino e mi presentai a a una domestica "I miei saluti, sono stata invitata da lady Cassaluia..sono la Duchessa Altea de Bastian" dentro me ero veramente inquieta.

Clio 18-02-2015 16.39.02

Ci mancava solo il piacione, adesso.
Quel vino sembrava squisito, ma declinai cortesemente, con gli occhi bassi.
Ero solo una fanciulla, dopotutto, non me stessa.
Sorrisi appena quando disse che si sarebbe trovata una soluzione per il prezzo.
Ma certo non amavo avere gli occhi addosso, non in quel modo.
"Il mio nome?" Esclamai, sorpresa "Clio..." Con un leggero sorriso.

Guisgard 18-02-2015 17.41.48

Il Priore Tommaso ascoltò con attenzione le parole di Elisabeth, senza interromperla, né mostrare particolari reazioni.
Vi era un qualcosa negli occhi del religioso, una sottile e flebile luce che pareva assecondare ogni cosa accadesse attorno a lui, quasi fosse un sistema di difesa riguardo i suoi pensieri e giudizi.
Ma forse era solo la luce della sua Ragione.
“In verità” disse infine “i vostri propositi hanno del giusto. Tuttavia capirete che per un simile accadimento occorre un permesso speciale. Riesumare un corpo è quasi come profanarlo, a meno che non vi siano motivi religiosi o perlomeno scientifici. E fortunatamente questo secondo caso è pure il nostro.” Annuì. “Magari al convento riusciremo convincere l'abate e chissà che non decida lui stesso di scrivere a Sua Grazia il vescovo.”

Guisgard 18-02-2015 17.53.16

Tessa e Suor Corale lasciarono il convento e si diressero verso la casa del curato Pipino.
L'abitazione distava quasi a metà tra il convento e la città.
Infine, dopo aver attraversato una stretta e brulla stradina di campagna, intrisa di una vaga tranquillità dovuta alla luce del giorno morente che diveniva pian piano più flebile e soffusa, intravidero la casa del curato, circondata da alti faggi e racchiusa da una rustica staccionata.
Davanti al portico d'ingresso vi era la sorella del religioso, che fungeva anche da perpetua.
Riconobbe la suora e subito invitò entrambe ad entrare.
Il curato se ne stava in casa seduto davanti al camino acceso, immerso nelle letture del suo Breviario.
“Oh, salute, sorella.” Disse vedendo entrare le due donne. “E buonasera a voi.” Sorridendo a Tessa.
“Abbiamo gli annali che avete richiesto.” Fece Suor Corale.
“Bene.” Annuì il curato. “Mi occorrono in quanto richiesti da messer Pirros.”
“Messer Pirros?” Ripetè la suora. “Non mi sembra di averlo mai sentito...”
“Infatti non si trova qui, ma ai confini del ducato.”
“Capisco.” Annuì la suora.
“E' il responsabile di una prigione.” Spiegò il curato. “Io devo visitarla oggi e lui mi ha chiesto da tempo annali e testi riguardo la storia di queste terre. A tal proposito, mi occorre una grazia.”
“Quale?” Chiese la monaca.
“Che veniate con me.” Fece il curato. “Vedete, mi saranno richieste senz'altro spiegazioni su questo testo ed io non saprei fornirne.”
“Io sono una monaca e non posso avvicinare galeotti.” Turbata la suora.
“Allora verrà con me questa giovane.” Indicando Tessa. “Lei conosce questi annali e non è una religiosa. Non temete la riporterò prima di sera.” Si voltò verso Tessa. “Siete d'accordo, vero?” Domandò alla giovane studiosa.

Guisgard 18-02-2015 17.57.43

Quel tenero e spensierato ricordo volò via, in quel tardo pomeriggio di Febbraio, mentre Altea si avvicinava, inquieta e malinconica, al palazzo della misteriosa donna.
E quando bussò alla sua porta ad aprirla venne un'anziana servitrice che non disse nulla, limitandosi a farla entrare.
Era un luogo arredato lussuosamente, con oggetti, monili, tappeti e quadri di raro e prezioso gusto.
La servitrice fece sedere Altea ed andò via.
Un attimo dopo la dama cominciò ad udire una dolce melodia.
Qualcuno da qualche parte stava suonando il piano.

Guisgard 18-02-2015 18.01.00

“Clio...” disse Guanto, per poi bere ancora vino “... e cosa ci fa una tal bellezza in mezzo a dei mercanti?”
“In verità non capisco cosa c'entri con i nostri affari.” Intervenne Azable.
“Qui le domande le faccio io.” Bruscamente Guanto. “Sono io che devo valutare cosa offrite per la trattativa.”
“Il nostro denaro” fece Morice “non è certo nascosto nel vestito di Clio.”
“Magari quel vestito e ciò che contiene valgono più del vostro denaro...” con un ghigno Guanto.

Altea 18-02-2015 18.03.47

La anziana servitrice non rispose nulla..dovevo allarmarmi di più?
La casa dimostrava il buon gusto della padrona o dei padroni, non sapevo nulla di chi vi abitasse oltre a quella donna.
Mi sedetti aspettando ma il tempo passava quando udii una melodia..dolce e malinconica, prendeva il cuore..chi mai suonava quel pianoforte?
La curiosità era troppa...anche se era maleducazione spiare, ma pure far aspettare gli ospiti.
Avrei aspettato ancora un pò o sarei andata a vedere.

Guisgard 18-02-2015 18.15.16

Altea era in quella lussuosa ed accogliente sala, tra oggetti pregevoli e preziosi, mentre nell'aria continuavano a volteggiare le note di quel piano.
Poi una porta si aprì e tornò la vecchia servitrice.
Aveva con sé un vassoio con delle tazze per il tè.
Lo posò su un tavolino intarsiato e riempì due di quelle tazze, per poi zuccherarle.
Intanto la musica era cessata.

elisabeth 18-02-2015 18.20.49

Una storia antica...parlava di una donna che era riuscita ad attraversare il tempo...attraverso un cerchio di pietre......il passaggio temporale le garantiva la conoscenza di quei cambiamenti storici...così particolarmente sensibili alla crescita umana...ma che si evolvevano secondo un preciso movimento circolare..........Ero uno strumento nelle mani del tempo......quando divenni Sacerdotessa al Tempio della dea Diana..lo divenni per la mia capacità di ascolto...riuscivo a percepire ed interpretare il pensiero dell'Oracolo vivente......Ovviamente...compresi..col tempo che l'ascolto era la capacità di conoscere ed interpretare cio' che mi circondava......la mia maestra...era un'ombra di passo.......Negli occhi di quell' uomo vidi la fiamma che divorava la mia anima....la verità e la via che avrebbe dovuto condurmi a quella verità......" Padre.....l'Abate mi conosce da tempo gli do' una mano con gli ammalati....ma quello che ho detto a voi oggi...a lui non lo avrei mai detto........So che non potro' prendere nessuna decisione in questo caso....per ovvi motivi...non sono una religiosa....e comunque non sono un uomo......Confido pero' nella vostra saggezza......in questo momento .....i miei pensieri...lì ho donati al mio padre confessore.....".....riprendemmo così la strada per il convento

Altea 18-02-2015 18.20.51

La servitrice tornò senza dire nulla e preparava il the, quella musica dolce continuava come fosse un benvenuto quando finì di improvviso.
Guardai la anziana donna.."Scusate, chi stava suonando quel pianoforte senza nemmeno una stonatura..penso avete preparato il the per me e milady Cassaluia" finsi di sorridere, ma ero leggermente preoccupata..non era la prima volta mi trovai addormentata per un the per poi trovarmi altrove.

Clio 18-02-2015 18.36.24

A quelle parole di Guanto, alzai gli occhi su di lui, con un sorrisetto perfido.
"Oh, avete così tanta difficoltà a trovare una donna, da fare questi discorsi?" Con un'espressione insieme disgustata e divertita "Accidenti.." Squadrando l'uomo "Dovete essere messo molto male... Mi dispiace per voi, sul serio... Dev'essere frustante... Ma io certo non sono in vendita...".
Tornai a guardare Azable "Se non vi dispiace.." Rivolta a Guanto "possiamo tornare a parlare di affari come persone civili?".

Guisgard 18-02-2015 18.36.56

Il Priore Tommaso ed Elisabeth ripresero la via verso il convento, giungendovi poco dopo.
L'austero e Santo luogo li accolse mentre la campana scandiva le preghiere dei monaci.
I due furono condotti così dall'abate e qui, dopo averlo salutato, il Priore lo informò delle sue indagini e della proposta di riesumare il cadavere del duca.
“E' una richiesta gravosa...” disse l'abate “... posso chiedervi cosa pensate di trovare?”

Guisgard 18-02-2015 18.43.03

La vecchia servitrice annuì ad Altea ed uscì.
Un attimo dopo una porta laterale si aprì ed entrò Cassaluia.
“Salute a voi, lady Altea.” Disse Sorridendo. “Speravo di vedervi arrivare. Sono felice di avervi come ospite.” Guardò le tazze di tè. “Prego, servitevi pure.” Prese una delle due tazze e sorseggiò con naturalezza. “Limone o latte?” Chiese poi gentilmente.

Guisgard 18-02-2015 18.45.15

Guanto restò di stucco a quelle parole di Clio, per poi voltarsi verso Azable e gli altri.
“A questa sgualdrinella” disse con occhi di fuoco “nessuno di voi ha mai messo la museruola? Non sa come comportarsi davanti a chi potrebbe farla chiudere in un bordello adesso stesso?” Battendo un pugno sul tavolo.
“Come sempre” all'improvviso una voce “devo rimproverarti circa i tuoi modi di intrattenere gli ospiti, caro fratello.” Era Cimmiero seguito dalla sua scorta armata.
“Io, veramente...” farfugliò Guanto.
“Dovevi solo intrattenerli, mi pareva di averti detto.” Lo zittì Cimmiero. “Va nelle cucine e ordina di servirci la cena. Su, muoviti.”
Guanto guardò con disprezzo e lussuria Clio, per poi annuire ed obbedire al fratello.
“Allora...” sedendosi Cimmiero “... di cosa volevate parlarmi?” Ai falsi mercanti.


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