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La piazza pullulava di ogni genere di individui che indifferenti attraversavano quello spazio ormai senza più badare al cupo spettacolo offerto loro dalle autorità.
I corpi dei ribelli penzolavano al sinistro sibilo del vento che soffiava dalle montagne, ormai in una ritmica e macabra melodia simile ad un lento lamento strozzato. I soldati vigilavano che tutto scorresse tranquillo, ridendo, motteggiando e rivolgendo gesti osceni contro quei cadaveri. E tra coloro che passavano da quel luogo una figura, raminga e silenziosa, si aggirava con le fattezze di un'ombra, intenta com'era ad evitare ogni attenzione verso la sua persona. “Che olezzo insopportabile...” disse piano, gettando uno sguardo su quei cadaveri “... ecco da queste parti come puniscono i rei... dopotutto non dovrei meravigliarmene, visto il modo in cui hanno ucciso il povero Imone...” tirandosi su il bavero della giacca, più a volersi coprire che a proteggersi da quella puzza insopportabile che appestava l'aria. Passò allora oltre il centro della piazza e guardò in su, verso il Castello Eubeo. “Perdonate...” avvicinandosi ad uno dei passati “... è questo maniero il luogo in cui si trovano i signori di Lortena?” “Abbassate le mani e fate meno gesti possibili, giovanotto...” fece il passate “... quello è il Castello Eubeo ed è in mano ai ribelli. Ci sono soldati ovunque che osservano tutto e tutti.” “Dove dimorano allora i signori di questo posto?” Domandò Guisgard. “Alla Rocca del Tireo.” Rispose il passante. “Sorge fuori città, seguendo quella strada.” “Vi ringrazio di cuore.” Sorridendo Guisgard. “Fate attenzione.” Mormorò il passante per poi andare via. Così Guisgard, salendo di nuovo in sella al suo cavallo, imboccò la strada indicatagli dal passante e galoppò verso la Rocca del Tireo. Dopo un po' intravide da lontano la monumentale costruzione che guardava con le sue torri verso il passaggio che dall'entroterra metteva poi in comunicazione con i confini esterni della contea, fin verso le coste. Raggiunse infine una piccola costruzione fortificata all'imbocco di un ponte, che fungeva da avamposto per controllare chiunque si avvicinasse alla rocca. “Chi è là?” Gridò uno dei soldati di guardia. “Viva il conte!” Rispose Guisgard. I soldati scoppiarono in grasse risate. “Da dove vieni tu?” Chiese uno dei militari. “Sono giunto da poco a Lortena.” Fece Guisgard. “Anzi, ritornato è la parola giusta.” Allora manchi da un bel po'!” Ridendo un altro di quei soldati. “Già, proprio così.” Annuì Guisgard. “Beh, sappi che il conte non c'è più.” Disse il soldato. “E' morto e parlare troppo di lui potrebbe metterti nei guai.” “Beh...” mormorò Guisgard “... qualcuno dovrà pur governare in questo luogo, no?” “Ma non il conte!” Ridendo ancora il soldato. “Non sapete” argomentò Guisgard “che chiunque prenda il posto di qualcuno più alto di lui in rango o gerarchia ne assume solitamente il titolo? A meno che il nuovo arrivato non sia un principe o un re.” “Ma chi sei tu?” Fissandolo un altro dei soldati. “Forse un avvocato o qualcosa del genere?” “Sono...” prendendo fiato Guisgard “... sono Imone Marsin... appena ritornato a Lortena dai miei studi... avvertite dunque i vostri superiori.” I soldati restarono interdetti, per poi scambiarsi varie occhiate incredule. “Avanti...” uno di loro ad un altro “... corri alla rocca e fa avvertire lord Froster. Sbrigati!” E quel soldato obbedì. http://blogimg.goo.ne.jp/user_image/...80edf733e4.jpg |
“Il modo migliore per ricordarli e per onorare la loro memoria” disse Roland a Clio “è quello di continuare la nostra lotta. Non devono essere morti invano.” Annuì poi a quelle ultime parole della ragazza. “Si, ci ritroveremo al tempio domattina per le preghiere. Intanto stanotte attendo uno dei miei uomini per informarmi sull'umore dei nostri compagni al Castello Eubeo. Ora cercate di dormire. Dobbiamo essere forti ed aggrapparci a tutto per resistere. Anche all'odio verso quei maledetti cavalieri di Imperion.”
I due così si separarono. Clio tornò nelle sue stanze, mentre Roland, poco dopo, incontrò il suo compagno in un vano segreto della rocca, che lo informò del ritorno a Lortena di Sartios, senza però essere riuscito ad avere notizie di Imone. La notte trascorse rapida, sebbene inquieta ed al mattino alcune ancelle svegliarono presto Clio. Froster infatti aveva fatto chiamare la ragazza con una certa urgenza. |
Roland aveva ragione.
Onorare la loro memoria era l'unico modo per ricordarli, far in modo che non fossero morti invano. Mi accomiatai dal mio secondo e raggiunsi le mie stanze. Ero esausta. Mi buttai sul letto e piansi a lungo, in silenzio, la testa nascosta tra i cuscini. Mi addormentai così è così mi svegliai, ringraziando di non ricordare i sogni. L'alba mi trovò determinata. Crucciarmi per la morte dei miei amici non sarebbe servito a niente, combattere in loro nome, probabilmente sì. Mi preparai con calma, in modo da essere impeccabile, come se i fatti del giorno precedente non mi avessero minimamente scosso. Indossai uno sfarzoso abito nero con inserti in pizzo, e ricami in fili argentati, a cui abbinai un'austera collana d'argento e ossidiana. Tutto sommato, non mi dispiaceva portare sempre il nero, se non fosse per il motivo per cui ero costretta a farlo. Lasciai i capelli quasi sciolti, fermando solo due ciocche sulla nuca in un fermaglio d'argento. Non avevo l'aspetto di un fanciulla preoccupata o scioccata dall'esecuzione. Froster mi stava aspettando, dopo aver indossato la mia maschera sorridente e spensierata lo raggiunsi. "Buongiorno mio signore..." Cinguettai, entrando nell sala "Perdomate se vi ho fatto attendere..." Sorrisi. |
La flebile luce filtrava quasi dalla finestra, pregavo con tanta intensità da non accorgermi mancava poco all' Alba, al momento della partenza..improvvisamente entrò Ahmed e mi informò di Carolon.."Ecco, iniziamo già con gli impedimenti, ho fatto preparare tutto ad Amina, Korshid e le ancelle per la partenza a Lortena..dobbiamo partire all' Alba..e ora ci si mette Carolon e non mi sorprendo, deve sempre protestare su qualcosa quell' uomo" dissi con tono risentito "Dobbiamo fare in fretta, allora, cosa vuole..patteggiare sui soldi? Spero sia per un giusto motivo, altrimenti ce ne andremo senza risposta e senza uno dei suoi uomini..ormai è deciso."
Prendemmo i cavalli e raggiungemmo il carrozzone della Compagnia dei Re di Cuori e vidi uno degli uomini di Carolon.."Chiamate il vostro capo..e dite venga qui con sollecitudine, visto la Principessa è in partenza..grazie mille" dissi spazientita..già si era iniziata male questa partenza, mentre aspettavamo Carolon parlai con Ahmed su Lortena.."Ahmed, pensavo, a quello strano uomo..Musain..è una figura enigmatica. Eppure è sempre venuto in nostro aiuto e se non fosse stato per lui non avremmo neppure questa spada, disse che se pure la sua spada era per Imperion sarebbe stato a mia disposizione...una stranezza..ha pure dato la clemenza ad Ismael quella sera..il problema sono gli uomini di Imperion che capeggia, ma un esercito non dovrebbe rispecchiare il loro comandante o capo? In teoria, non dovremmo temere nulla a Lortena, come vi spiegai egli si trova laggiù..purtroppo sono gli uomini di Imperion che mi preoccupano, ma abbiamo lui dalla nostra parte, almeno lì e almeno si spera..ma meglio non ci immischiamo in strane storie, sono certa milord Solone saprà darci i buoni consigli". |
Clio raggiunse la sala e impreziosita in quel suo abito nero ed elegantissimo, con i capelli sciolti e gli occhi languidi, si presentò bellissima al suo futuro consorte.
“Mia cara...” disse Froster nel vederla “... attendevate forse visite? C'è infatti un ragazzo, appena giunto alla rocca, che afferma essere vostro cugino Imone di ritorno dai suoi studi. Pare manchi da anni da Lortena e asserisce di aver scritto riguardo questo suo ritorno in patria. E' vero? Io non ne sapevo nulla.” “Milady...” mormorò Musain che se ne stava accanto ad una delle finestre a fissare la campagna circostante la fortezza “... siamo in guerra... una guerra civile, contro un nemico che si spaccia per lupo ma che agisce come un ratto nell'oscurità... possono esserci spie ovunque, occhi ad ogni passo ed orecchi dietro ogni muro... dobbiamo essere vigili e prudenti... per questo occorre sapere sempre chi esce e chi entra da questa fortezza...” |
Madama Panergeys......doveva amarla tantissimo........sapevo che era una reazione dettata dal rifiuto........perchè...potevo non essere lei......ma guardando quei vestiti....guardando il mio volto alla specchiera....e il mio corpo in quel dipinto........stentavo io stessa a non credere che fossi Simoyn......." non avete avuto il tempo di sapere se fossi veramente tornata ......mi avete guardata in volto perchè vi ho costretta a farlo...............questa e' l'ultima conversazione in cui avrete la libertà di parlare riguardo le decisioni di sua Signoria.............metterò il vestito Rosso....amo quel colore...........si....sarete voi a farmi i capelli....e per tenerli metterete il fermaglio con diamanti che c'e'...nella scatola dietro i vestiti in fondo all'armadio...........". Come diavolo facevo a sapere del fermaglio...non avevo neanhce avuto il tempo di guardare cosa c'era in quell'armadio.....la lasciai da sola e andai nella stanza da bagno.....dove la vasca era stata preparata perchè io potessi immergermi......misi dei sali...alla mirra nell'acqua e tolsi il vestito e così come in quel dipinto entrai in quell'acqua profumata......mi immersi e chiusi gli occhi....non avevo dormito ed ero stanca...speravo che Rager fosse tornato alla locanda......infondo De Gur era un barone di Lortena......sentii dei rumori...non aprii gli occhi pensavo fosse PANERGEYS....
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“Io credo” disse Ahmed ad Altea “che un esercito lo si giudica dai suoi generali e non dai suoi soldati. Quel cavaliere di cui dite si è sempre dimostrato nobile di aspetto e di animo.”
In quel momento arrivò Carolon. “I miei omaggi, Altezza.” Salutando la principessa. “Dunque?” Fissandolo Ahmed. “Perchè avete voluto incontrare Sua Altezza? Spero non ci siano questioni legate al vostro onorario.” “Oh, assolutamente.” Sorridendo Carolon. “Ma volevo far presente alla principessa che in questo momento, non avendo altre missioni da svolgere, la mia compagnia di eroi erranti e a noleggio è tutta a vostra disposizione. Anche perchè io non posso permettermi di lasciare qui l'intera compagnia, assegnando un solo uomo ai vostri servigi.” “In pratica” fece Ahmed “ci state dicendo che dobbiamo ingaggiare l'intera compagnia?” “Esatto.” Annuì Carolon. “Ma vi invito a riflettere bene sugli innumerevoli vantaggi di ciò. In pratica io ed i miei ragazzi vi seguiremo ovunque, pronti a tutto pur di difendere Sua Altezza e di proteggere i suoi interessi. Naturalmente, data l'eccezionalità della situazione, posso farvi un prezzo di favore.” |
Ad un tratto arrivò Carolon...lo seguivo e sentivo ogni sua parola... mi chiedevo perchè mai avessi chieso aiuto a quell' uomo.
"Messer Carolon" dissi cercando di prendere respiro e stare calma "Mi vedete come sono vestita? Indosso pure dei vestiti occidentali visto la delicatezza della missione per cui stiamo partendo per non dare troppo nell' occhio...il vostro carrozzone è il problema..non certo voi..questo enorme marchingegno a forma di barca sputa vapore...che non passa certo innosservato...no.." guardai poi Ahmed.."Egli non sa nulla di ciò che dobbiamo fare e purtroppo non possiamo neppure dirglielo" dissi sospirando "quindi devo ringraziarvi messer Carolon, ma devo rifiutare..non è un viaggio di piacere". Risalii sopra Shamir, accarezzai il suo manto nero e feci cenno ad Ahmed di tornare a Palazzo.."Avanti..un lungo viaggio ci sta aspettando..il Sole ormai sta nascendo del tutto dall' Oriente, e tutto è pronto, penso sia ora finalmente di partire, avevo già dato tutte le disposizioni e ci staranno aspettando, verranno dunque con noi pure Hassan e Hamid". |
Maledizione! Cosa diavolo ti presenti qui? E adesso che mi invento?
Mi mostrai sorpresa ed incredula. "Oh cielo.." mormorai "Sì, certo... mio cugino Imone è stato cacciato anni fa da mio padre per le sue idee liberali.. l'ha mandato a studiare perché imparasse a comportarsi.. lui.." esitai, con le lacrime agli occhi, e abbassai lo sguardo. "E' vero.. ha scritto, ha detto che sarebbe tornato.. ma io.. non ci ho dato peso.. io non pensavo lo facesse davvero.. insomma.. siamo in guerra, l'avete detto voi..." Alzai lo sguardo a cercare Froster e arrossii. "E' venuto per me.." con le lacrime agli occhi "Aveva promesso.." mormorai, per poi alzare di nuovo lo sguardo "Quando se ne andò, anni fa, mi promise che dovunque sarebbe stato, sarebbe tornato a Lortena per il mio matrimonio, per farmi da testimone..". Guardai poi Musain "Posso uscire io e mandarlo via se volete.. sono sicura che lo riconoscerei nonostante gli anni... e lui capirà che questo non è posto per lui se sarò io a dirglielo, se invece è un impostore ve lo consegnerò..". |
L'arrivo dell'uomo nerovestito la sorprese un poco, soprattutto perché un uomo dall'aspetto così austero e dall'aria intelligente che si ponesse a difesa di un personaggio tanto iniquo come uno strillone da quattro soldi non le era mai capitato.
Le parole che l'uomo le rivolse la trassero sulla difensiva: quante volte le suore le avevano detto che il suo fantasticare di suo figlio era una vanità, un nutrimento fantasioso e maligno con cui gonfiare un cuore già allo spasmo della sopportazione? "Del resto anche alla Vergine Santa sono sacri i gigli" capitolò pur senza deporre quella sua aria di sfida, giacché era chiaro che l'uomo non si curava affatto del culto della Madonna. "Ma non è faccenda per me. Ciò che cerco non me lo può concedere nessuna regina, imperatrice o sultana... né io posso indugiare a coltivare fiori, dunque buona fortuna a chi voglia spendere il suo tempo così, piuttosto che lavorando per ottenere ciò che desidera" concluse allargando appena le braccia. |
Leggo l'enigma ma ascolto anche Lyon e Rinos, sorrido e infine parlo "sentite qui in fondo c'è un indovinello ve lo leggo e poi ne parliamo" lo leggo a loro “Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore, di uno splendore cromatico ed indecifrabile, frutto dei suoi petali fittamente intrecciati.
Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai. Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore. Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora. Chi secondo voi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?” Mi fermo un attimo e li guardo incuriosita, sono li che pensano e sto pensando anche io all'enigma, sicuramente chi ha raccolto il fiore non lo possiede, perchè così facendo lo lascia morire, ma aspetto anche il loro parere. " ditemi, secondo voi chi possiede il fiore? e dove sarà quel giardino? Sempre se esiste?" Aspetto una risposta e rifletto, forse il secondo o più probabilmente il primo che lo ammira e si ferma li senza pretendere nulla in cambio se non poterlo ammirare e lasciare che rimanga così com'è? |
Panergeys si avvicinò alla vasca in cui si trovava Elisabeth.
Prese allora un largo telo ed attese che la donna terminasse il suo bagno. Avvolse poi il corpo di Elisabeth nel telo e lo asciugò con cura. “Lei mi giurò” disse Panergeys ad un orecchio della donna “che se anche l'avessero cercata non sarebbe più tornata. Fuggì via. Forse col demonio... si, lei era disposta a perdere anche l'anima per una sola ora di piacere...” Finito di asciugarla, Panergeys spalmò dell'unguento sulla pelle di Elisabeth e poi le versò alcune gocce di profumo. Infine aiutò la donna ad indossare l'abito rosso che aveva scelto. La fece allora sedere di fronte alla specchiera e cominciò a spazzolarle i lunghi capelli, per poi raccoglierli e fissarli con il fermaglio di diamanti. Ma proprio in quel momento qualcuno bussò ala porta. Era una servitrice. “Milady...” fissando Elisabeth “... è ritornato il vostro servitore e chiede urgentemente di parlarvi... dice che è cosa assai importante...” Rager era dunque ritornato al castello di De Gur. Ma perchè? |
Tutto era ormai pronto per la partenza.
Così Ahmed e gli altri servitori di Altea, caricato il necessario su una carrozza, lasciano Amoros per dirigersi verso Lortena. Il viaggio fu lungo ma tutto sommato tranquillo. E durante il tragitto più volte Carjan interrogò gli astri con i suoi poteri di veggente. “Insidie e pericoli ci attendono in questo viaggio...” disse il piccolo mago “... un caprone carica ma resta impigliato con le corna in un cespuglio... ciò simboleggia il tipo di minaccia che dovremo affrontare...” E dopo diverse ore di viaggio, finalmente, la carrozza giunse a Lortena. La contea si mostrava con una terra felice, baciata dall'aria fresca e pulita delle sue montagne, che fungevano anche come barriere naturali e attraversata da importanti vie commerciali. Sulla strada un cartello indicava la breve distanza che ormai portava verso la capitale. Ma proprio in quel momento, dalla carrozza Altea ed il suo seguito videro un carro da contadini che veniva verso di loro. “Si potrebbe chiedere qualche informazione a quel contadino.” Indicando quel carro Ahmed. |
“La regina di Gioia Antiqua” disse l'uomo vestito di nero a Hedera “non è una semplice regnante. Per certi aspetti il suo potere, si dice, sia superiore a quello degli imperatori Asburgici o a quello dei fiabeschi sultani d'Oriente.”
“Come può essere ciò?” Uno tra la folla. “Ella non governa forse su una sola città? Non certo su un impero o un sultanato!” “Eppure, amici miei, i re più potenti non sono il Delfino di Francia o il Principe elettivo di Germania.” Sorridendo l'uomo vestito di nero. “Il mitico Re Mida o il leggendario re Artù, sebbene signori di poemi e romanzi, vantano poteri molto più grandi.” Annuì divertito. “Questo perchè quei re riescono ad accendere la fantasia e dunque i sogni degli uomini. E in un certo senso questo è il vero potere della regina di Gioia Antiqua.” Si voltò a fissare di nuovo Hedera. “E voi, madama, siete davvero sicura che quella regina non possa darvi ciò che bramate da sempre in cambio di quel suo Fiore? Se pensate ciò, allora, è solo perchè, forse, non conoscete il vero valore che per lei può avere quel Fiore.” Fece un passo verso di lei, trovandosi poi così vicino a Hedera al punto da poter quasi toccare col suo sguardo gli occhi della ragazza. “Il valore di un regno da conquistare, di un tesoro dimenticato o di un bambino smarrito...” e nel parlare i suoi occhi sembravano quasi avere un potere ipnotico. Rise appena. “Oh, non lasciatevi suggestionare dalle mie parole...” aggiunse, alzando finalmente da lei quei suoi occhi indagatori “... lasciate la magia ai ciarlatani e i miracoli ai bigotti...” con tono sarcastico e gettando un'occhiata verso la statua della Santa Vergine Maria “... ma ognuno di noi cerca qualcosa... che sia una donna, un uomo, un bambino o anche un Fiore...” E nell'udirlo Maria restò turbata. |
Quell'enigma letto da Grazia ai componenti della Compagnia del Re di Cuori sembrò attirare l'attenzione di tutti loro.
Rinos e Lyon apparvero subito molto presi da quell'indovinello e lo stesso si poteva dire di Arwyn e Gualuc. “Sembra un po' complicato...” disse pensieroso Rinos. Ma proprio in quel momento avvenne qualcosa nella piazza che destò tutti loro da quei pensieri. Era un araldo che si apprestava a leggere al pubblico un bando: “Udite udite! A Gioia Antiqua la regina ha proclamato l'inizio di una grande mostra, dove ogni giardiniere, botanico, fioraio o esperto o appassionato di fiori potrà concorrere per la vittoria! Chiunque infatti riuscirà a portare alla mostra un Fiore unico, straordinario, mai veduto prima d'ora avrà diritto al premio messo in palio! Ossia potrà chiedere tutto ciò che desidera, fosse anche la metà del regno!” “Che coincidenza...” fece Lyon “... noi siamo qui a spremerci le meningi sui misteri di questo nostro libro, che appunto parla del leggendario Fiore Azzurro e in piazza arriva quel bando che guarda caso parla anch'esso di un Fiore straordinario...” “E se fra queste due cose ci fosse un legame?” Mormorò Rinos. “Un legame tra questo libro e quella mostra?” |
“Un liberale...” disse Froster scuotendo la testa “... ci mancava solo questo...”
“Badate...” fece Musain “... i vostri nuovi alleati di Imperion si definiscono anch'essi liberali...” “Si, certo...” farfugliò subito il tiranno “... io non intendevo certi criticare... volevo solamente dire che...” “Io di politica mi interesso poco.” Lo interruppe Musain. “Sono uno spadaccino, non un politicante. Mi interessa la battaglia, non questo genere di cose. Vi invitavo solo ad essere prudente, milord.” Froster annuì. “Andate da questo vostro cugino, milady...” Musain a Clio “... accertatevi che sia lui e poi si deciderà cosa fare... dopotutto è il vostro testimonio alle nozze.” Intanto, in una saletta poco distante, Guisgard era stato lasciato dai servitori ad attendere. “Sei ancora in tempo, perchè non vai via?” Fra sé e sé. “Sei giunto nella tana del nemico, quando invece dovresti essere miglia e miglia lontano.” Scosse il capo, come a voler allontanare quei pensieri. “Suvvia, devo stare calmo... dopotutto soltanto quel dannato spadaccino, quell'assassino, conosce il mio aspetto e solo lui è animato dalla volontà di uccidermi. Tutti gli altri qui saranno impegnati nella loro guerra... massi, devo stare tranquillo... chissà poi, magari quel tipo neanche più si ricorda di me... io invece si...” stringendo la spada del povero Imone “... io si, rammento tutto...” ad un tratto udì dei rumori di passi e poi delle voci. Istintivamente corse a una delle finestre e vide nel cortile circostante due uomini, riconoscendone subito uno. Era proprio Dension. E i due avevano imboccato le stesse scale che aveva preso lui, diretti dunque in quella stanza dove ora si trovava anche Guisgard. Questi allora si guardò intorno, accorgendosi subito di una porticina. Oltre la quale, una volta aperta, il ragazzo si ritrovò in un piccolo vestibolo laterale, da cui si apriva una finestrina che sembrava dare ai piani sottostanti. Poco dopo nella stanza giunse Dension e l'altro cavaliere che lo accompagnava. Mentre un attimo dopo, dalla porta che si trovava dall'altra parte di quell'ambiente, anche Clio entrò in quella stanza. E con sua sorpresa si accorse che non vi era nessun cugino ad attenderla, ma solo Dension e il cavaliere che lo accompagnava. “Milady, che splendore.” Lo spadaccino a Clio. “Devo ammettere che siete la vera meraviglia di queste terre.” Le si avvicinò, baciandole poi la mano. “Come mai vi aggirate da sola in questa rocca, senza il vostro futuro sposo?” Sorrise. “Io non lascerei mai da sola una ragazza come voi. Neanche per un istante.” http://1.fwcdn.pl/ph/07/12/30712/245708.1.jpg |
Che strano davvero, che la Regina stia cercando il nostro stesso fiore?
E perchè poi, sara innamorata di un uomo che non la ricambia? Forse conosce il nostro libro, guardo e ascolto gli altri della compagnia " sicuramente c'è un nesso tra le due cose, starà cercando anche lei il fiore azzurro" Devo trovare la soluzione all'enigma e magari se riuscissimo a trovare il fiore potremmo partecipare alla mostra e chiedere tutto ciò che vogliamo. Ma che dico! Quel fiore è un simbolo secondo me e non esiste. Ma tentar non nuoce. " E se andassimo anche noi a Gioia Antiqua? Cosa ne dite? " |
Ritornammo a Palazzo e tutto era pronto, mi cambiai le vesti nuovamente..mi misi alcune comode dei nostri usi per il viaggio..era strano..me lo facevano notare pure i miei genitori e tutto il mio seguito, quanto poco dessi importanza ai miei vestiti, ai gioielli, ai capelli ed avevo a disposizione gli abiti più belli dai tessuti più raffinati e i gioielli più antichi e preziosi... forse il mio voler stare tra la folla, per capire i loro voleri e sogni mi faceva essere una di loro..un giorno avrei voluto regnare facendo felice il mio popolo.ma chissà se quel giorno fosse mai arrivato.
Sospirai..forse Korshid aveva ragione sul suo discorso sull' Amore..ella sosteneva per il principe Abrham volevo essere la più bella, ora che avevo chiuso la porta del cuore non avevo interesse della mia figura, anche se ovviamente si capiva fossi una Principessa anche se per me esserlo era tutt' altro..a volte dannavo gli Dei per la mia immagine, volevo essere stata affidata alla Dea guerriera come mia sorella maggiore, invece per il mio aspetto mi affidarono alla Dea della Armonia, Bellezza e Cultura e per fortuna della Gioia. Il viaggio ebbe inizio e fu tranquillo, fortunatamente, anche se il mago profetizzava nulla di buono.."Carjan, portate più sfortuna voi che quel caprone impigliato tra i cespugli" e sorrisi quando vedemmo un contadino con in carro. Scesi pure io con Ahmed..si poteva vedere la capitale in lontananza e l' aria era frizzante e le montagne svettavano come una grande trincea..aveva ragione il povero Imone Marsin riguardo la bellezza di quel territorio e mi rammaricavo vi fosse una guerra in corso.."Già Imone, ti promisi sarei venuta un giorno, qui, quando tutto era in Pace per trovarti e invece sono qui in piena guerra, non so cosa mi aspetta...se solo tu fossi stato in vita..strano il Destino mi abbia portato qui". Ricordai le sue parole..."entrambi avevamo lo stesso Destino, entrambi eravamo in partenza"..solo io non sapevo, inconsciamente di essere in partenza per la sua Contea e città..e lui in partenza per il Regno dei Cieli. "Messere .. dovremmo raggiungere la capitale, siamo sulla giusta strada? Conoscete un certo milord Solone, dovremmo raggiungere la sua dimora..siamo stranieri di questo posto..magari se ci accompagnaste sapremmo ricompensarvi bene" dissi sorridendo al contadino. http://i60.tinypic.com/xf5jyd.jpg |
L'odore della mirra aveva invaso la camera da bagno....i vapori dell'acqua calda avevano formato piccole nuvole....i miei occhi erano persi nel vuoto....erano fissi....non vedevano nulla...mi sentivo trascinare da forze che non avevo mai conosciuto...c'erano momenti nella mia mente dove si creavano ricordi che non potevano fare parte della mia vita...........Panergeys...era lì...accanto alla vasca ed attendeva con un telo di lino.......non ne avevo voglia....ma era tempo che io uscissi da quel torpore.....mi alzai in piedi....ed uscii fuori dalle nuvole di vapore....il corpo.....stava lasciando una pozza d'acqua sotto i miei piedi....e lei ..diligente e servizievole...avvolse il mio corpo.....tampono' ogni parte.....lasciandomi umida e profumata.....prese della crema...alla stessa fragranza dei sali.....e facendosi aiutare dall'umidità della mia pelle....la spalmò con dovizia...rendendola elastica e profumata.........il vestito rosso era pronto.....misi il vestito...ed ascoltai la voce di Panergeys...sussurrata al mio orecchio........" Pensate veramente che si possa vendere l'anima al diavolo per un'ora di piacere..........forse...solo...se la fonte del piacere fosse il diavolo in persona......credo che sia solo...frutto di male lingue...." Ero seduta difronte alla specchiera mentre Madama mi alzava i capelli....il fermaglio in diamanti era perfetto...........E tutto l'insieme era rimasto intatto come quel ritratto nella locanda.....una serva entrò in camera ...annunciando la presenza di Rager......sobbalzai......tornai con i piedi per terra ......che era successo....?...." Fatelo entrare......Panergeys......lasciateci soli......".....Mi alzai dalla poltrona e vidi entrare Rager......." Chiudete la porta.......perchè siete qui......siete un pazzo........Oxuid ....non doveva chiedervelo........"...mi spostai ed andai alla finestra.......guardai fuori..il sole era alto e caldo......." Parlate Rager...vi ascolto......" Tra le mani avevo il medaglione che mi aveva dato Musain..........lo strinsi forte e mi preparai ad ascoltare......
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Hedera trattenne a stento l'ironia quando lo sconosciuto nerovestito prese a parlare di principi e leggendari regnanti, tanto che si volse scuotendo il capo verso Maria, per invitarla a seguirla fuori da lì, ma quando le si avvicinò molta della sua baldanza sembrò svanire: quell'uomo la inquietò e la menzione del bambino smarrito le fece tremare le gambe, mentre il volto le si faceva pallido, tanto che combatté la tentazione di farsi il segno della croce: la risata di lui e il suo seguente invito a non farsi suggestionare erano dunque particolarmente necessarie, ma questo non valse a rassicurarla. Al pari suo anche Maria sembrava spaventata.
Ammesso e non concesso che la regina di Gioia Antiqua potesse darle ciò che da anni era diventato il suo chiodo fisso... di certo lei non era in grado di ottenere alcun fiore che fosse degno per bellezza e unicità di una regina. "E sia" mormorò quasi a se stessa "ragazzo, tu" chiamò all'indirizzo del giovane giardiniere, attirandolo con un cenno pur tenendo sempre d'occhio l'uomo nerovestito "vieni qui, avvicinati" lo invitò, quindi all'uomo nerovestito: "E presumo che per essere tanto convinto di ciò che dite, voi conosciate bene le contrade di Gioia Antiqua e la strada per arrivarvi?" |
Volevo alzare gli occhi al cielo a quelle parole di Froster, ma Musain venne inconsapevolmente in soccorso della mia pazienza.
E secondo te perché me lo sono inventato, genio? Non sei anche tu un liberale? Ora che stai per ottenere un titolo nobiliare, improvvisamente cambi bandiera? Patetico.. Froster era davvero un idiota. Sorrisi e annuii a Musain, era fin troppo accondiscendente, mi chiesi cosa avesse in mente per mio cugino, di sicuro doveva stare in guardia, ma se era così pazzo da presentarsi lì, probabilmente lo sapeva. Dovevo avvisare Imone della storia che avevo inventato, non potevo rischiare che scoprissero. Mi accomiatai così dai due uomini e raggiunsi la saletta dove Imone mi stava aspettando. Quanto era cambiato? Lo avrei riconosciuto dopo tutti quegli anni? Il cuore sapeva di sì, avevamo passato così tanto tempo insieme da bambini, che ogni ricordo era nitido e vivo nei miei ricordi. Dovevo comunque mantenermi calma, anche se avrei voluto correre come facevo da bambina, lui mi prendeva in braccio, mi faceva girare e io mi arrabbiavo, e continuavo ad urlare "Mettimi giù!". Almeno finché ero davvero piccola. Una volta cresciuta, invece, si nascondeva nei passaggi segreti, e appariva all'improvviso alle mie spalle, facendomi spaventare a morte. Da quando iniziai ad allenarmi anche io, finiva puntualmente a pugni. E lui si prendeva sempre la colpa, anche se spesso cominciavo io. Ma ero solo una ragazzina, come si arrabbiava quando facevo gli occhi dolci e suo padre se la prendeva con lui e non con me. Quanto avevo sofferto per la sua partenza. Ma poi ero cresciuta anche io, e avevo altro a cui pensare. Come avrei voluto averlo accanto a me in quella grotta, quando affrontai la prova più dura, e ricevetti l'iniziazione. Ma io avevo sedici anni allora, e lui era già lontano. Ero arrivata davanti alla stanza, il cuore batteva forte, entrai sorridendo. Ma poi restai interdetta. Imone non c'era, ma solo il maledetto che aveva ucciso i miei lupi. Tu prega di non cadere mai nelle mie grinfie, perché non hai idea di che morte ti riserverei.. Pensai, mentre continuavo a sorridere, porgendogli la mano da baciare. Arrossii lievemente a quelle parole galanti, mentre la mia mente già fantasticava. In casi del genere, essere donna aveva indubbi vantaggi. Oh, ma così mi rendi tutto troppo semplice.. Normalmente avrei risposto in modo innocente, come se non avessi nemmeno sentito. Ma stavolta no. Lo guardai negli occhi per un momento, per poi abbassare di nuovo lo sguardo, come si conveniva. "Oh, mi fate troppo onore, milord.." sorrisi "Devo dedurre che siete astemio?" scherzai "Non posso certo competere con la vera meraviglia di queste terre..." risi appena "Beh, il mio promesso sposo ha cose più importanti a cui pensare.. devo sbrigare una faccenda personale..". In quel preciso momento mi ricordai di Imone. Come mai non era lì? Un pensiero mi attraversò, forse si era nascosto e voleva cogliermi di sorpresa come faceva anni prima. Evitai di guardare il quadro dietro il quale si apriva un passaggio segreto che portava alle cucine. Oppure poteva semplicemente essere nel vestibolo, ma non guardai la porticina. O più semplicemente non era ancora arrivato, o era andato in qualche altra stanza, era casa sua dopotutto, ma mi meravigliava che lo lasciassero scorrazzare per il castello. No, l'ipotesi più plausibile è che volesse giocarmi un brutto scherzo, era proprio da lui. Sorrisi, forse potevo volgere a mio vantaggio quella situazione, aggiornandolo sulla commedia che avevo messo in piedi. "A quanto pare mio cugino oggi è tornato a casa, e io stavo andando a dargli il benvenuto.." risi appena "E' buffo, è stato cacciato anni fa per le sue idee liberali, che tanto facevano infuriare mio padre, e ora invece sono all'ordine del giorno, a quanto pare.." Sorrisi "Oh, non che queste cose abbiano importanza per me..". Dovunque tu sia, cugino, vedi di ascoltare.. Sto cercando di salvarti la pelle.. Sorrisi, gaiamente. "Sapete, quando partì mi promise che, dovunque sarebbe stato, sarebbe tornato a Lortena per il mio matrimonio, per farmi da testimone.." Guardai ancora negli occhi Dension per un momento "E ormai manca solo un mese.." Sorrisi, abbassando lo sguardo. "Perdonate.. Non volevo trattenervi con queste sciocchezze.." Spostandomi leggermente per far passare i due uomini "Messer Musain vi starà aspettando.. Buona giornata signori..". Adesso leva quella maledetta faccia dalla mia vista... |
A quelle parole di Grazia, tutti gli altri della compagnia si voltarono verso Carolon.
“Dico...” disse questi fissandoli “... cos'avete da guardare?” “Beh...” fece Rinos “... l'idea non è male, capo... dopotutto potrebbe essere un buon guadagno, no?” “Credi?” Sbottò Carolon. “Se davvero a Gioia Antiqua giudicano così importante quella mostra” mormorò Lyon “noi portando un degno Fiore potremmo vincere e dunque meritare il premio...” “E quale sarebbe questo premio?” Chiese Carolon con tono scettico. “Fin'anche la metà di un regno!” Esclamò Arwin. “Utopie!” Scuotendo il capo Carolon. “Dovrei lasciare qui i nostri affari per intraprendere un viaggio fiabesco? Alla ricerca forse del nulla?” “Ma, capo!” Disse Rinos. “Con tutto il rispetto, capo...” sorridendo Arwin “... ma dove sono tutti questi nostri affari? Sbaglio o è un bel po' che non si vede il becco di un Taddeo?” “Ed abbiamo perso anche l'incarico di quella principessa orientale...” annuì Lyon. “E poi...” seccato il capo “... mettiamo pure che questa città esista davvero... dove si trova? E come ci si arriva?” “Abbiamo il libro!” Ripose Rinos. “E Grazia è in grado di decifrare ogni suo segreto!” Tutti annuirono. “Voi siete certa che in quel libro ci siano Verità, damigella?” Domandò Carolon a Grazia. “Davvero può esistere quel misterioso Fiore Azzurro?” |
“Madama...” disse l'uomo vestito di nero a Hedera “... uno studioso polacco ha da poco sviluppato un sistema che consente con esattezza di tracciare il preciso movimento del Sole, nonostante ciò che le tanto decantate Sacre Scritture favoleggiano da sempre circa la fiabesca Creazione dello spazio... e prima ancora gli antichi Greci furono in grado di comprendere cosa costituisce la comune materia, giungendo a scoprire l'infinitamente piccolo... e tutto ciò senza raggiungere il Sole o diventare tanto piccoli da penetrare gli oggetti inanimati...” sorrise “... come vedete, dunque, non occorre comprendere l'esatta ubicazione delle cose per conoscerne l'esistenza... molti mi hanno parlato di Gioia Antiqua. Certo, alcuni farcendone il tutto con miti e leggende, ma non dimentichiamo che prima dei viaggi del mercante veneziano Marco Polo il fiabesco Oriente non era solo terra di regni millenari e divinità potentissime, ma anche dimora di mostri ed esseri fantastici. Gioia Antiqua esiste. E forse chiede una prova per essere raggiunta. Una prova come... il credere appunto nella sua esistenza.”
Intanto il giovane giardiniere si era avvicinato a Hedera. “In cosa posso servirvi, madama?” Chiese. |
l contadino, a quelle parole di Altea, sgranò gli occhi ed annuì.
“In verità” disse “non vi è alcun milord. Il vecchio Solone è un filosofo e non è neanche ricco. Vive infatti in una vecchia capanna nel bosco.” “Potete condurci là?” Chiese Ahmed. “Non è molto ospitale...” “Portateci là, al resto penseremo noi.” Disse Ismael. Il contadino li condusse così presso quella capanna. Fu poi pagato da Ahmed e andò via. “Avanti...” fece Ahmed “... proviamo a bussare e vediamo chi è davvero questo Solone...” |
Rager così fu al cospetto di Elisabeth.
“Il maestro” disse “ha indagato circa gli ultimi accadimenti in queste terre... quel barone de Gur è un potente aristocratico che dispone di molti uomini armati... voi... voi dovete sfruttare la somiglianza con quella donna e spingerlo ad abbracciare la nostra causa, facendone un alleato di Imperion qui a Lortena...” |
Dension sorrise a quelle parole di Clio.
“Da qui ad un mese possono accadere tante cose...” disse poi lo spadaccino e voltandosi per un istante verso il suo compagno “... quanto al vino di queste terre...” tornando a guardare la ragazza “... se davvero vale in gusto la metà di quanto voi siete bella, milady, allora bisognerà proprio che lo si assaggi.” Baciò la mano della ragazza, indugiando però più del dovuto con la bocca sulla sua pelle. “Sono certo che ci rivedremo presto, milady...” ed uscì dalla sala insieme al cavaliere che era con lui. Clio restò così da sola in quella sala. Infatti di suo cugino non vi era neanche l'ombra. Nel frattempo, dalla porticina laterale, Guisgard si era ritrovato dall'altra parte del corridoio sul quale si apriva la sala. Arrivò allora ad una grossa scalinata. “Voi... chi siete?” All'improvviso una voce. “Io?” Voltandosi Guisgard. “Io sono... sono Imone Marsin!” Rispose con un impeto d'orgoglio. La vecchia Menippa si avvicinò e cominciò a scrutarlo con una singolare attenzione. E in quel momento il nostro impostore ebbe paura. “Vecchia!” Arrivando Lhar. “Cosa fai qui? Torna nelle cucine!” Guardò poi Guisgard. “E voi chi siete?” “Imone Marsin.” Annuì il falso cugino, stavolta ostentando molta meno sicurezza. “Ah, finalmente!” Esclamò Lhar. “Qui vi attendono tutti!” Ridendo. “Sia il signor conte, che lady Clio! Su, venite con me, vi condurrò da loro!” |
Il filosofo abitava in una capanna in un bosco, tutti erano stupiti..."E' un filosofo, lo ha detto messer Bauon..sarà un tipo particolare, magari vuole vivere isolato..su avanti un pò di aria di montagna ci farà sicuramente bene, non lo sapete?" e sorrisi.
Arrivammo nel bosco davanti alla capanna, pagammo il contadino e dissi avrei bussato io..."E' permesso..sono la principessa Altea e ci manda messer Bauon di Amoros, ci ha indicato voi, messer Solone, non preoccupatevi...veniamo in pace". |
Guardavo fuori dalla finestra , mentre ascoltavo Rager....... conoscevo a stento il volto del barone e dovevo già immaginare quale sarebbe stata la mossa strategica per fargli cambiare idea..........Lei agiva sulla bellezza...sulla sua sensuale movenza...per renderlo folle...sembrava un uomo che aveva perso l'essere........" Rager.....a me poco importa di Imperion o di Lortena...non sono figlia di queste terre...mi hanno dato i natali.....ma la cosa si e' fermata lì......Avrei lavorato per Oxuid....tra vecchi libri e pergamene......ma piu' di una volta mi ha rammentato che la bellezza e' un'arma ancora più mortale delle più affilate spade che il mondo conosca.......ditegli che faro' il possibile........e adesso non trattenetevi più del dovuto la vostra presenza qui desterebbe dei sospetti...........portate i miei saluti a Oxuid....".....Vi di Rager andare via.....vidi anche un cenno di sorriso sul suo volto.......e questo mi rincuoro'.....mi sedetti sulla poltrona accanto alla finestra..........Symoin...non so nulla di te tranne il fatto che hai il mio stesso volto.............che potresti aver fatto il patto con il Demonio.......io in nome di Dio ho cercato di scacciare gli infedeli dal suo Tempio........se quello che devo fare e' cosa buona e giusta.....indicami il cammino......Stavo parlando con una defunta forse o con lo spirito che aleggiava tra quelle torri...ma era l'unica presenza che sentivo dentro di me......e tra il mondo dei vivi e quello dei morti...c'e' una forza che i vivi non riescono a violare.......qualcuno bussò alla porta riportandomi alla realtà....." Chi bussa...."....
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Cominciavo a spazientirmi.
Dove si era cacciato? Poi mi preoccupai di colpo. E se gli fosse accaduto qualcosa? Se Musain l'avesse fatto catturare senza dirmi niente? No, pensai, ero troppo paranoica. Probabilmente avevo capito male la stanza. Così, tornai sui miei passi, diretta alla sala dove avevo lasciato Froster. Citazione:
Il mio sguardo cadde sulla spada. La spada di mio padre. Sorrisi, pensando a quanto mi ero arrabbiata quando l'aveva data a lui e non a me. Ero così gelosa. Ma lui era lì, e niente aveva importanza. Scossi la testa ascoltando i discorsi. Hai capito il cugino.. Forse per la prima volta, rivolsi a Froster un sorriso sincero, mentre acceleravo il passo per raggiungere i tre uomini. "Allora è qua.. Lo stavo aspettando dove mi avevate detto.. Ma al signorino piace fate di testa sua.." Risi appena, scuotendo la testa. Ma se non era mai stato in quella stanza, se non era nascosto dietro il quadro mentre parlavo con Dension, allora non sapeva nè che doveva fingersi un liberale, né della promessa. Fantastico! Ma saperlo lì al mio fianco cancellava ogni preoccupazione. Mi avvicinai, posando una mano sulla sua spalla. Dovevo anche aggiornarlo che la Clio che conosceva non esisteva più, che ero diventata una stupida ragazza frivola. "Bentornato, cugino.." Sorrisi, abbracciandolo. Poi alzai finalmente gli occhi su di lui. Gli occhi. Mi mancò il fiato. Azzurri. Azzurri come l'oceano, come il cielo di una serata d'estate, come il migliore dei miei zaffiri. Azzurri come i suoi. Così, continuai a sorridere, gli lasciai un bacio affettutoso sulla guancia, per poi staccarmi da lui, e versarmi da bere a mia volta. "Te la sei passata bene in esilio, a quanto vedo!" Sorrisi "Dovrai raccontarci tutte le tue avventure..". Citazione:
Ma dare peso a quella situazione avrebbe attirato l'attenzione. "E così hai persino imparato a combattere eh, mi meraviglio di te.." scherzai, per poi osservare la spada di mio padre. Loro non dovevano sapere. "E vedo che ti sei anche preso la briga di far incidere lo stemma di famiglia.." risi appena "Non dicevi che gli stemmi erano cose del passato, che siamo tutti uguali e cose del genere?" tendendo la mano. "Su, dalla pure a me.. la metteremo nel baule del tesoro, ricordi?" incrociando il suo sguardo per un momento. Guardai poi Froster e Musain. "Beh, se Imone può restare con noi, posso avere licenza di accompagnarlo nelle sue stanze? sono certa che vorrà riposarsi dopo il lungo viaggio..". Citazione:
Fulminai con lo sguardo Imone. "In meglio?" ripetei, incredula "Devi avere davvero pochissimi ricordi di me..". Portai la mano al petto e imitai la mia voce di poco prima "Col fodero, mi raccomando che rischio di tagliarmi.." lanciai un'altra occhiataccia a Imone "Ma per piacere!" scossi la testa. Come poteva dire una cosa del genere? Stentavo a crederci. Pensavo mi avrebbe preso in giro, o detto qualcosa come "Chi sei tu cos'hai fatto a mia cugina?". Ma forse gli anni lontani l'avevano cambiato. Raggiungemmo la vecchia stanza di Imone, ed entrai con lui, chiudendo la porta dietro di noi. Controllai istintivamente che non ci fosse nessuno, nemmeno dietro il passaggio, o le tende. Avvistai un vecchio baule decorato, che non era però il baule del tesoro che avevo nominato. Quello si trovava nella casupola di caccia nel bosco. Andare fino lì di notte ci sembrava un'impresa così avventurosa. Mi inginocchiai, e baciai l'elsa della spada che portavo tra le mani, per poi riporla nel baule. Persino Penelope aveva messo alla prova Ulisse, senza parere. Avrei spiato le sua reazione. Non poteva dimenticare. Non avrebbe mai dimenticato. "Preferisco pensarla al sicuro.." mormorai "Sono certa che le hai reso onore.. almeno si è salvata..". Mi rialzai e tornai davanti a lui, vicinissima, in modo da poter sussurrare. "Ascoltami bene..." sussurrai con gli occhi nei suoi "Non so cosa ricordi di me, ma sappi che la Clio che hai conosciuto non esiste più, anzi.. non è mai esistita.. mi raccomando.. io sono una ragazza molto frivola, e stupida.. non mi interesso di politica, distinguo a malapena un liberale da un reazionario.. sono molto debole, e facilmente impressionabile, svenirei alla vista del sangue anche se mi pungessi con uno spillo.. inutile dire che non so difendermi in nessun modo..." sospirai "Tanto per darti un'idea, non mi importa se sposerò l'uomo che ha ucciso mio padre e assoggettato il mio popolo, la mia preoccupazione più grande è che la seta che ho ordinato dall'oriente per il mio vestito arrivi in tempo.." scossi la testa. Ah, e hai presente il brigante che tutti cercano? Sono io, comunque.. No, per quello ci voleva ancora del tempo. Saperlo l'avrebbe messo solo in pericolo. "Quanto a te.." mormorai, dolce "Ho detto loro che mio padre ti ha cacciato per le tue idee liberali.. mi sembrava una buona idea, vista la situazione.. ah, e mi hai promesso che saresti tornato per farmi da testimone al matrimonio.. e così hai fatto..". Avevo parlato in fretta, a voce bassissima, col terrore che qualcuno ci interrompesse, anche se per la verità avevo sbarrato la porta. Gli sfiorai il viso con la mano, mentre sentivo gli occhi inumidirsi. "Sono felice che tu sia qui.. ma preferivo saperti lontano, al sicuro.. tieni un profilo basso, mostrati accondiscendente con i nuovi padroni e non ti accadrà niente... non fidarti di nessuno, mai..." sorrisi, per poi allontanarmi di un passo. "Beh, ti lascio preparare.. se hai bisogno di qualcosa sai come sgattaiolare da me.. non.." abbassai lo sguardo "Non ce l'ho fatta ad usare la camera di tua madre.. sono nella mia vecchia stanzetta.. abbiamo tante cose di cui parlare..". Alzai ancora una volta gli occhi su di lui. "Io andrò a passeggiare nel Giardino, raggiungimi quando voi.. immagino vorrai vedere la tomba dei tuoi genitori..." lo abbracciai di nuovo "Bentornato cugino..". Per poi staccarmi e sorridere, con le lacrime agli occhi. |
Guardo Carolon mostrando una sicurezza che non ho " Se in questo libro ci sono verità io sono in grado di trovarle"
Guardo e accarezzo le pagine del libro sperando che venga in mio aiuto come è già successo " Il FIORE AZZURRO?" bella domanda, penso e sospiro prima di riprendere a parlare " non so se esiste, ma secondo il libro e secondo la Regina di Gioia Antiqua, SI, e sempre secondo il libro ha un grande potere" Osservo la compagnia che pende dalle mie labbra, e guardo Carolon negli occhi " In ogni caso mi par di capire che non abbiamo niente da perdere...." Faccio una pausa e sorrido " Quindi perchè non provare a cercarlo questo fiore?" Continuo a sperare che il libro mi dia risposte " ma... potremmo cercare anche altri fiori e portarli, cosa ne dite? Potremmo essere fortunati e vincere, oppure...." Li osservo " potremmo chiedere alla Regina di assumerci e magari troviamo un buon ingaggio" Chissà se la Regina di Gioia Antiqua conosce questo libro? penso tra me e me. |
Altea bussò alla porta della capanna e quella, poco dopo, si aprì.
Un odore di quercia e di erbe aromatiche allora raggiunse la principessa ed il suo seguito, come a volerli accogliere in quell'umile eppur caratteristica dimora. “Benvenuti.” Disse ad un tratto una voce gracchiante. “Prego, accomodatevi pure.” Si trattava di un grosso merlo indiano, nerissimo e dal becco giallo lucidissimo, che se ne stava appollaiato sulla mensola di una finestra. “Ma...” stupito Carjan “... quell'uccello parla?” “Avevo udito di uccelli che erano capaci di ripetere qualche parola” mormorò incuriosito Ahmed “ma mai di un esemplare in grado di parlare.” “Io invece parlo e dico la verità!” Esclamò l'uccello. “Portentoso!” Meravigliato Ismael. “E conosco anche il motivo del vostro arrivo qui.” Fece il merlo. “Sentiamo, perchè siamo qui?” Con tono di sfida Carjan. “Voi state cercando qualcosa...” gracchiò il merlo. “Smettila” all'improvviso una voce alle loro spalle “o finiranno per credere a tutto ciò che dirai loro.” Era un vecchio appena arrivato. “Siete voi Solone il filosofo?” Chiese Ahmed. “Questa è la sua casa...” rispose il vecchio “... dunque deve esserci un Solone qui... o sono io, oppure è il merlo.” “Badate, Altezza...” sottovoce Carjan ad Altea “... vogliono ingannarci qui... forse è tutta un'illusione...” “Abbiamo urgenza di parlare con lui.” Ahmed al vecchio. “E non abbiamo molto tempo.” “Rilassatevi allora...” replicò il vecchio “... nessuno ha Tempo... infatti il Tempo con ogni probabilità neanche esiste...” “Se esistesse” intervenne il merlo “allora non sarebbe impossibile viaggiare attraverso di esso. Come facciamo con lo spazio.” “Ora basta.” Guardandolo il vecchio. “Già ci sono troppi filosofi a questo mondo. Torna a gracchiare.” Ed il merlo, quasi per incanto, iniziò a fischiettare e a fare versi comuni da uccello, senza più proferire altra parola. |
Elisabeth era di fronte allo specchio e l'immagine riflessa era un tutt'uno con il ritratto di Simoyn.
Una donna bellissima e desiderabile, simile ad una dea e temibile come una maga. Elisabeth continuava a sfoggiare la sua bellezza riflessa. E quel vestito a stento riusciva a contenere la sua sensualità con quel la sua generosa scollatura, gli alti spacchi laterali e la cintura di pelle che cingeva i suoi fianchi, aggraziandone la figura. Qualcuno poi bussò. Era un nano che portava un vassoio d'argento con una bottiglina di cristallo. Al suo interno vi era un elisir dal colore rosso come il fuoco. “Siete meravigliosa, milady.” Con un inchino il grottesco servitore. “Nessun uomo potrebbe resistervi. Anche lo specchio vi dirà ciò, se lo chiederete ad esso...” E per un vago istante, un momento sfuggente, Elisabeth nel fissare ancora lo specchio ebbe un sussulto. Infatti le parve, per quell'attimo infinitesimale, di vedere un volto. Un volto simile al suo. Ma non era il suo. Gli occhi erano diversi. Come capaci di penetrare nel suo animo e metterlo a nudo. “Bevete, signora...” porgendo il nano un bicchiere di quell'elisir alla donna“... era il preferito di lady Simoyn... lei lo chiamava il sangue rosso della terra...” |
Capitolo V: Ritorno a casa
“La conversazione fu interrotta dall'ingresso di un messaggero del guardiano, il quale annunciò che si era presentato uno sconosciuto alla porta, chiedendo accesso e ospitalità.” (Walter Scott, Ivanhoe) Aveva parlato in fretta. Senza che Guisgard riuscisse ad interromperla o a risponderle qualcosa. Ma cosa mai poteva dirle? Questo pensava. E così restò in silenzio fino a quando Clio uscì dalla stanza. Allora l'impostore si lasciò cadere sul letto, con la testa affondata nel morbido cuscino. “Da quando” disse poi piano, come a parlare a se stesso “resti in silenzio davanti ad una ragazza?” Sbuffò. “Più penso a questa storia, più mi sento un pazzo. Ma che dico? Un idiota.” Si voltò verso il baule. “La spada...” mormorò “... tranquilla... Imone ha saputo onorarla...” chiuse gli occhi, abbandonandosi per un momento ad un misto di pensieri e preoccupazioni. Poi si alzò, avvicinandosi ad un piccolo specchio. Si tolse la giacca di lamè e cominciò ad accomodarsi la camicia. “Beh...” specchiandosi “... dopotutto non devo certo restare qui per sempre... il tempo che le acque si calmino... lei non mi ha riconosciuto e alla fin fine devo solo guardarmi da quel cavaliere... già, lui... ha ucciso Imone e mi ha visto in faccia...” sorrise davanti alla sua immagine riflessa “... però nessuno può impedirmi di rendere il più piacevole possibile questo mio soggiorno qui... ci saranno ragazze immagino... certo, la cugina non si tocca, ma qualche dama di compagnia... mi andrebbe bene anche una servetta... magari una nobildonna... l'ideale però sarebbe una ricca vedova...” rise appena, per poi voltarsi ancora verso la finestra. Vide allora Clio in giardino che passeggiava. E restò a fissarla per un po'. Prese poi dalla borsa il diario di Imone e cominciò a sfogliarlo. E lo faceva velocemente, mentre fiumi di parole si accavallavano, si rincorrevano, si univano e si confondevano fra loro. E sfogliò quel piccolo quaderno fino a quando il suo occhio, tra mille e mille parole ormai tutte uguali, riconobbe il nome di Clio. Si fermò e iniziò a leggere quella paginetta. Parlava di un vecchio ricordo di Imone. Di un gioco tra lui e sua cugina. La ragazza intanto era sola e camminava silenziosa nel giardino della fortezza. E passeggiò per un po'. “Quella vecchia quercia è ancora là...” all'improvviso una voce alle sue spalle “... forse non lo rammenti... ma io si... come fosse ieri... la chiamavamo l'Albero del Potere...” sorridendo Guisgard “... fantasticavamo di una maga che viveva nel suo tronco... custodiva una spada magica ed aveva incaricato due potenti guerrieri nani di allenarci... divise poi la spada in due metà, affidandone una metà a me e l'altra a te...” la fissò nei suoi occhi chiari e luminosi “... tu però la volevi tutta per te...” rise piano “... e mi sfidasti in singolar tenzone...” tornò a guardare l'albero “... sappi però che ti feci vincere perchè quel giorno ti eri sbucciato un ginocchio ed io detestavo vederti piangere...” si voltò di nuovo a guardarla “... ma il mio posto preferito, il mio luogo segreto, era laggiù...” indicando dove il giardino cedeva il posto al cortile “... la Loggia degli Eroi... beh, almeno spero ci sia ancora...” rise “... con tutte le statue degli eroi e delle loro eroine... ricordo che restavo ore a guardarle, fino ad imparare a memoria i loro nomi...” si fermò e prese la mano della ragazza “... sono felice di essere tornato... e tu mi sei mancata, cara cugina...” con i suoi occhi in quelli di lei. http://cinemastationblog.files.wordp...8/shield-1.jpg |
Uscii interdetta.
Non ha detto una parola. Imone che sta zitto? E perché non aveva detto niente del baule? Quello non era il baule del tesoro. Scesi nel giardino, e restai in balia di quei pensieri. Finchè qualcuno non giunse alle mie spalle. Mi voltai di scatto e sorrisi. Probabilmente l'aveva solo dimenticato. "Avevo otto anni.." avvicinandomi "Non credo che ti sarebbe così facile battermi adesso... dobbiamo sempre spartirci il tesoro della Quercia.." sorrisi, ascoltando il filo dei ricordi "Avevo sedici anni quando sono stata benedetta dal sangue del Toro.. ho superato la prova nella Grotta del Silenzio.. nessuna donna ci era mai riuscita, almeno a Lortena.. avrei voluto averti al mio fianco.. Axeses.." abbassai lo sguardo, interropensomi. "Ma come ti ho detto, quella Clio non esiste più.. non è mai esistita.." sempre a bassa voce "Questa commedia è l'unica cosa che mi ha lasciato in vita.. se sapessero con chi hanno a che fare sarei morta da un pezzo.." scossi la testa "Axses è morto.. ieri.. è stato Dension, ma non farne parola con nessuno.. penso io a lui.." con un sorriso perfido. Presi Imone sottobraccio. "Beh, per andare al mausoleo dobbiamo passare dalla Loggia degli Eroi.. i tuoi genitori meritavano di meglio, ma almeno sono riuscita ad evitargli di marcire pubblicamente come Axses.." sospirai "Ma questo era prima di Imperion.. Froster tutto sommato è gestibile..". Mi voltai verso di lui "Allora, considerando che non sei un liberale e non mi hai fatto nessuna promessa quando sei partito.. cosa ti ha riportato in questa terra desolata?" sorrisi, triste. Dimmi che hai un piano! Degli alleati.. Che hai intenzione di appoggiarci.. Ma non potevo sbilanciarmi troppo nemmeno con lui. |
Carolon ascoltò con attenzione le parole di Grazia, mentre tutto il resto della compagnia attendeva una sua risposta.
Il capo del Re di Cuori allora gettò uno sguardo sul libro che la ragazza stringeva fra le mani, rammentando le parole dell'abate nel momento in cui gli aveva donato quell'antichissimo manoscritto. “L'abate” disse Carolon “mi spiegò che questo libro era l'unica copia rimasta nell'Occidente Latino e Cristiano di un antico libro un tempo conservato presso la biblioteca di Aquisgrana e oggi andato perduto. Ricordo ciò che mi disse... paragonò questo libro ad un sacchetto di semi... se saprai seminarli, mi disse, troverai un Fiore che darà poi un Frutto Eterno...” “Parole enigmatiche...” mormorò Lyon. “Forse magiche...” fece Rinos. “E sia!” Esclamò Carolon. “Magari me ne pentirò, ma ormai mi sono fatto tentare! Avanti, prepariamoci a partire! Verso Gioia Antiqua! Sperando di trovare il misterioso Fiore prima di arrivarvi!” Così, la compagnia preparò il carrozzone e dopo un po' tutto era pronto per la partenza. Rinos, prima di salire a bordo, raccolse uno dei bandi che gli araldi leggevano per le strade e che era stato stampato proprio a Gioia Antiqua. E la cosa che colpì tutti loro fu che alla fine di quel bando vi erano delle rime che ricordavano altre rime lette su quel loro libro. Rime che così recitavano: “Lo cercan qua, lo cercan là. Capomazda tutta dov'è non sa! E metterà il mondo a fuoco e ferro, pur d'aver il meraviglioso Fiore Azzurro!” |
Il nostro impostore ascoltò con attenzione Clio, anche se molte cose dette dalla ragazza a lui sembravano poco chiare.
Dunque davvero lei stava impersonando una sorta di parte? Vedendola non appariva diversa da tante giovani e belle dame dell'aristocrazia, eppure le sue parole tradivano altro. Forse era lei ad essere una vera rivoluzionaria. Questo almeno fu il primo pensiero fatto dal falso cugino. Magari era pure in contatto con i ribelli. Ciò rese pensieroso il nostro impostore. “Tutto mi serve ora” disse fra sé “fuorché farmi imbrigliare in simili faccende. Anzi, meno clamore ci sarà intorno a me e meglio sarà.” Assunse allora un'espressione vaga e quasi indifferente. “In verità” mormorò poi “a mio giudizio dovresti interessarti poco a questo genere di situazioni. La politica non ha portato molta fortuna alla nostra famiglia e questo deve esserci da monito.” Sorrise tiepidamente. “Mi spiace per Axses, ma continuare a parlare di vendette non è il modo migliore per pensare al futuro di Lortena. Sei giovane e bella e fra un mese ti sposerai con il signore di queste terre. E allora potrai dare il tuo contributo affinchè Lortena diventi davvero un luogo degno e in cui sarà possibile vivere in pace. Magari senza dover impugnare più le armi.” Annuì. “Quanto a me...” prendendo da un taschino il suo fazzoletto di Batista “... in verità sono tornato perchè...” esitò, cercando di trovare un motivo plausibile per giustificare il suo ritorno “... perchè ho deciso di prendere moglie.” Sorridendo. “Un uomo deve pur mettere radici e quale luogo è più adatto della sua terra natia? Beh, naturalmente spero che tu possa presentarmi qualche degna dama dell'aristocrazia di Lortena. Dopotutto sono un buon partito.” Facendole l'occhiolino. |
Inorridii.
Le sue parole mi colpirono come frecce avvelenate. Mi fermai di scatto, tirandolo per la manica in modo da averlo di fronte. Lo fissai truce, con una vena di tristezza. Lasciai immediatamente il suo braccio, disgustata. "Io non ho la più pallida idea di chi tu sia, e di che cosa tu abbia fatto a mio cugino.. Perché l'Imone che conoscevo non parlerebbe mai così.." Sentivo salire le lacrime. Mi ero lasciata andare, e non avrei dovuto. "Perdonami, pensavo di poter essere me stessa con te.. Ma mi sbagliavo.." Scacciai le lacrime "Senti, io non cerco vendetta.. Come potrei, sono sola, sono una donna.. Cerco solo di sopravvivere.. Perciò fammi un favore, reggimi il gioco.. È tutto quello che ti chiedo.. dimentica tutto di me, anche se non deve essere difficile, visto che evidentemente non ricordi un bel niente, se non ti ha stupito il modo in cui parlo in pubblico, il modo in cui mi comporto, persino il modo in cui cammino... Ma quindici anni sono tanti... Comunque, dimentica.. non giocavo con te da bambina, giocavo a prendere il the, o qualunque gioco facessero le femmine... non ho mai imparato il pancrazio o la scherma... Non conosco le lingue, storia mi annoiava a morte, e la politica per me è un mistero... Ed è sempre stato così.. Per favore.." Sospirai "Quanto a quel cavaliere, Dension, non mi sono espressa bene.. Non ho la minima intenzione di sfidarlo a duello... Pensavo di usare armi molto più... Femminili in proposito.. Ma non sono affari tuoi...". Lo fissai negli occhi, sprezzante. "E pensare che mio padre ha dato a te la sua spada.." Scossi la testa "Per quando mi riguarda finisce qui.. Se mi hai mai voluto bene, dimentica tutto quello che ti ho detto, perché sono stata sincera, perché ha parlato la vera me, che non è mai esistita, e non esisterà mai più... Mi ero imposta di restare me stessa almeno in privato, perchè non volevo che rimanessi deluso.. Che sciocca.. Posso lasciar andare la vera me, perché muoia con tutti gli altri Marsin.. Meglio così, è molto più facile essere la frivola e inutile Clio sorridente..." Sorrisi, con un'espressione infinitamente triste, sfiorandogli la guancia dolcemente "Addio, cugino.." Mormorai, per poi chiudere gli occhi. Quando li riaprii avevo indossato di nuovo la mia maschera. Anche se non avrei mai pensato di doverlo fare con lui. "Oh, ma che splendida notizia.." Cinguettai "Gli aristocratici non sono più molti, ma qualcosa si può fare... Oppure potresti sempre trovarti la figlia di un mercante o di un impresario.. Persino io sposerò un borghese.." Sorrisi "La cosa migliore sarebbe dare un ballo, ma il Castello Eubeo è ancora nelle mani dei ribelli.. E il mio signore ha cose più importanti a cui pensare... Ma posso sempre provare a chiederglielo.. Al massimo troveremo un altro modo per farti incontrare qualche bella fanciulla..." Sorrisi, felice "Non è meraviglioso? tu farai da testimone a me e io a te.." Prendendolo di nuovo a braccetto, per poi cambiare direzione. Tanto non ti interessano i tuoi genitori. "Dobbiamo trovarti la ragazza più bella del regno.." Sorrisi. |
La porta si aprì magicamente come se avessimo formulato una parola magica, eppure non vi era nessuno ad aprirla.
Entrammo nella capanna e un allegro merlo indiano filosofeggiava e parlava..il mio seguito era turbato da quel fatto ma io risi.."Ma suvvia, a Setareh ne vendono di merli indiani, pappagalli che parlano..vi spaventate per questo? Nemmeno avessimo visto..che dire..una marionetta che parla sola" ed ebbi una strana sensazione di Dèjà vu. Ad un tratto arrivò un uomo anziano, il quale rispondeva in malo modo al merlo indiano facendolo zittire ed era pure poco ospitale. Mi sedetti in una seggiola e sentenziai.."Messere...i miei omaggi..a dire il vero il vostro merlo ha ragione, cerchiamo un certo messere chiamato Solone, il suo nome ci è stato dato da messer Bauon..e poi il Tempo è veramente prezioso..se io potessi tornare indietro..ad esempio..non sarei qui in questa Terra di Occidente". Ci guardammo in silenzio e diedi la busta di messer Bauon all'anziano..."Tenete, se voi siete messer Solone questa è stata scritta per voi da Bauon, e poi ha detto ci ospiterete...ma necessitiamo di due camere visto la nostra Legge e Religione, se per voi è un problema possiamo soggiornare in una locanda nel frattempo" e sorrisi cercando di capire se quello fosse Solone e cercava di nascondersi pensando fossimo dalla parte di Imperion o viceversa. |
Il vecchio prese la lettera dalle mani di Altea e cominciò a leggerla.
“Questa mia capanna” disse dopo aver letto la missiva “ha solo questa stanza che vedete ed io dormo in quel tinello. Sono un uomo semplice e mi contento di poco. Anche perchè solitudine e tranquillità hanno un loro prezzo. Dunque credo che questa mia dimora poco si addica alle vostre necessità. Vi consiglio allora la locanda del vecchio Rafio e di sua moglie Censia. Non è lontana da qui e si trova poco prima di giungere in città. Troverete così tranquillità, mente invece la capitale ormai pullula di soldati del conte e ai quali si sono uniti poi quelli di Imperion. Io preferisco sempre stare alla larga dai luoghi troppo affollati dai militari. Si evitano molte noie.” Tornò a guardare la lettera. “Qui dice il mio vecchio amico Bauon che desiderate visitare le città di Amlot, Cartian, Nagos ed Imperion. E che dunque vi occorre una guida. Posso domandarvi il motivo di questo vostro viaggio verso quelle città?” |
"Grazie per le indicazioni..pure noi vogliamo rimanere lontano dai militari, abbiamo avuto occasione di incontrare gli uomini di Imperion e non fu piacevole..credetemi...".
Guardai Ismael ed Ahmed sospirando.."Penso possiamo fidarci di voi, visto Bauon ci ha indirizzato a voi...stiamo cercando..Caleidos...posseggo una spada.." gliela mostrai e gli diedi il biglietto trovato nell' elsa che diceva--"Il quadrilatero ha quattro punti, dove ognuno dei punti dista di media la medesima distanza tra Capomazda, Roma e Sygma. Su ciascun punto sorge una libera città. Percorri ogni punto del seme più piccolo a quello più grande". "Secondo voi quale sarà la prossima città dove andare...ogni città dovrebbe avere un indizio per il Tesoro" poi mi feci seria..."Ma prima di partire dovrei parlare pure..coi Marsin..non so chi siano, ma devo dare loro la triste notizia della morte di un loro familiare..so che significa perdere i propri cari in guerra". |
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