Camelot, la patria della cavalleria

Camelot, la patria della cavalleria (http://www.camelot-irc.org/forum/index.php)
-   Terre lontane (http://www.camelot-irc.org/forum/forumdisplay.php?f=26)
-   -   Lo Sparviero Nero e il Tesoro Maledetto dell'Isola Perduta (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=2046)

Parsifal25 25-10-2012 12.36.00

Attesi l'autorizzazione e la routine dei soliti controlli. Qualche minuto, e venni condotto presso le stanze del governatore varcato la soglia esplicaì i convenevoli che dovevano esser effettuati dinanzi a un Alto Comando e attesi responso.

Il tempo di terminare il tutto e il comandante che era lì presente mi accolse in maniera imminente tra i suoi ranghi. La scelta mi fece, leggermente sospettare,.....ovviamente non in male,.......ma sembrava strano........

"Comandante, sono lieto di fare la sua conoscenza e di prender servegio presso la vostra flotta cercherò di fornirle tutte le mie conoscenze e capacità in materia di strategia e navigazione militare. D'ora in poi, Las Baias sarà la mia nuova famiglia."

cavaliere25 25-10-2012 13.35.54

Corsi verso Guisgard e dissi signore ora che facciamo di questi che sono con il Capitano? li mettiamo hai ferri insieme a lui rivolgendomi verso Sumound mentre guardavo che stava accadendo su quella nave non avrei mai immaginato che sarebbe scoppiato un caos del genere e restai ad aspettare una risposta

Altea 25-10-2012 14.23.57

Era avvenuto tutto in fretta..troppo in fretta..e gia' mi trovai in quella splendida residenza soprattutto con una vista spettacolare..l'unica pecca era che apparteneva al Governatore e soprattutto era troppo vicina alla sua dimora.
Non potevo ribellarmi.. osservavo i volti soddisfatti dei miei genitori..uno quello di mio padre per la riuscita dei suoi affari e l'altro quello di mia madre, raggiante di poter continuare a frequentare la alta società. E in mezzo vi ero io..usata per i loro scopi e senza diritto di replica.
Sorrisi al servitore e fui l'unica ..non potevo credere i miei genitori giudicassero pure loro le persone dal colore di pelle.."Vi ringrazio, io sono Altea e vorrei proprio vedere questa residenza..e mi piacerebbe avere una stanza tutta per me proprio sul mare".
Vidi lo scatto furibondo di mio padre verso me per la troppa confidenza data al servitore.. no, certamente non l'avrebbe avuta vinta lui ne' mia madre.

Clio 25-10-2012 16.27.06

Ascoltai le parole di Boyuke rivolgendogli uno sguardo di rimprovero: possibile che fosse così ingenuo? La ragazza non avrebbe aperto bocca davanti a lui, e il suo tono avrebbe avuto il solo risultato di farla spaventare ancora di più.
Mi maledissi per aver parlato del tesoro davanti a lui.
Ma poi, finalmente, uscì.
Al suo posto giunse l'uomo con il cibo, le erbe e il mio vestito.
" Vieni, devi mangiare qualcosa" dissi conducendola verso la branda.
"Mettiti questo addosso" indicando l'abito appoggiato su una sedia " è asciutto e dovrebbe andarti bene". Glielo porsi.
"Io ti preparerò un decotto di erbe che ti aiuterà a recuperare le forze" continuai sorridendo alla volta della fanciulla spaventata.
Accarezzai la pelle arsa dal sole del suo braccio e corrucciai il volto : " avrei dovuto chiedere dell'olio per un unguento, anche se dubito Che me l'avrebbero concesso."
Le spostai dolcemente una ciocca di capelli dal viso, sorridendo : " lo sai che non so ancora il tuo nome?"

Guisgard 25-10-2012 18.22.53

Guidaux annuì a quelle parole di Parsifal.
“Non temete...” disse l'ammiraglio “... presto avrete la possibilità di mostrare tutto il vostro valore. E mi raccomando... non deludetemi!”
In quel momento bussò un soldato.
“Cosa accade?” Chiese l'ammiraglio.
“E' tornato il capitano Gurenaiz, signore.” Rispose il soldato. “E chiede di vedervi.”
“Fallo passare.”
Gurenaiz entrò.
Aveva il volto teso e lo sguardo scuro.
“Ebbene?” Fissandolo l'ammiraglio.
“Signore...” mormorò il capitano “... ci sono sfuggiti... non so come, ma ma hanno fiutato l'inganno e ci hanno attaccato di sorpresa... hanno poi preso il largo ed a quel punto è stato impossibile inseguirli con la nostra nave...”
“Sono circondato da incompetenti!” Tuonò Guidaux. “Ufficiali, soldati e marinai semplici! Tutti incompetenti!”
“Signore, vi rammento che in mano a quei pirati si trova ancora...” tentò di dire Gurenaiz.
“E a maggior ragione dovevate riuscire in questa impresa!” Lo interruppe l'ammiraglio. “Invece vi siete fatto giocare da una masnada di predoni e assassini!” Scosse il capo e cominciò a camminare nervosamente per la sala. “Ma è inutile piangersi addosso...” fermandosi poi davanti ad una finestra “... la partita non è ancora finita... del resto quei pirati hanno ancora a cuore il riscatto... e comunque non possono essere andati lontano... di certo non a Portuga... sanno che quell'isola scotta in questo momento per loro... capitano...”
“Si, signore.” Mettendosi sull'attenti Gurenaiz.
“Armate una fregata.” Disse Guidaux. “La più potente e veloce. E partite in cerca di quel maledetto Gufo Nero. Lo voglio vivo o morto.” Indicò poi Parsifal. “Questi è il Guardiamarina Parsifal e sarà il vostro secondo ufficiale a bordo. Andate ora. E non deludetemi ancora...”
“Si, signore.” Annuì Gurenaiz. “Seguitemi, prego.” Rivolgendosi poi a Parsifal.
Ed uscì.

Guisgard 25-10-2012 18.50.56

Hitiky mostrò la meravigliosa villa ad Altea e alla sua famiglia.
“Certo, milady...” disse ad Altea “... la vostra stanza è già pronta ed è tutta per voi. Seguitemi e vi mostrerò il tutto.”
Il servo condusse allora Altea nella sua camera e la ragazza poté ammirarne il delizioso mobilio, i colori chiari e sognanti, con delicati dipinti alle pareti foderate e oggetti di gentile fattura sparsi un po' ovunque.
E la camera dava poi su una piccola loggia, da cui si poteva ammirare un paesaggio mozzafiato, con un mare di un intenso blu e tutto il golfo di Las Baias che si apriva tra litorali bianchissimi e promontori screziati da giardini fioriti di mille e più colori.
Così, la famiglia di Fletcher si sistemò nella sua nuova residenza.
E verso sera, l'uomo chiamò nel grande salone i suoi familiari, tra cui Altea.
“Sua eccellenza” fissandoli Fletcher “si è dimostrato molto generoso verso noi tutti. Egli sembra aver preso a cuore questa famiglia e forse il merito è di Altea, che ha saputo colpirlo.” Fissò sua figlia. “Ti prego, allora, di essere sempre gentile con lui. Egli ha anche provveduto a scegliere un maestro per la tua preparazione scolastica, visto che non hai potuto terminare gli studi a causa di questo viaggio.”

Talia 25-10-2012 19.02.31

Quella mattina, scendendo in giardino per la colazione, ero inquieta... avevo dormito male quella notte, delusa com’ero dal modo in cui Passapour ed il nonno mi avevano messa alla porta senza né una parole, né una spiegazione. Mille e più domande si agitavano nella mia mente, mille e più pensieri... Balunga, Musan, lo sguardo di Arkwin, quelle mezze parole di Passapour... e poi sensazioni... tante sensazioni contrastanti si agitavano in me...
Giunsi presso la tavola apparecchiata e mi sedetti in silenzio, in silenzio accolsi i miei genitori quando giunsero ed anche il nonno e Passapour... mangiavo, ma la mia mente era lontana da lì, inseguendo idee e ragionamenti troppo fuggevoli perché riuscissi, per il momento, a coglierli o a dar loro una forma ed un nome...
Finii di mangiare e finalmente sollevai gli occhi... mio padre era scuro in volto, mia madre era visibilmente scossa, Passapour era inquieto... infine incrociai gli occhi del nonno... mi fissava ed io ricambiai quello sguardo con la più caparbia delle espressioni...

Guisgard 25-10-2012 19.07.40

La ragazza sorrise a Clio e sembrò rasserenarsi nuovamente.
“Loren...” disse con un fil di voce “... io mi chiamo Loren...” strinse una mano di Clio “... chi sono questi uomini? Perchè sembrano così cattivi? E tu? Tu sei una di loro?” Chiese di getto. “Nessuno deve sapere di quell'isola... io non voglio più ritornarci... c'è il male nascosto laggiù!” Fissò il mare da uno degli oblò. “Nessuno la vede... eppure esiste... e chi vi giunge trova la morte... come il mio povero Jean...” e calde lacrime rigarono il suo dolce viso “... vorrei non essere mai partita...” posò allora il capo sul letto e riprese a raccontare la sua storia da dove si era interrotta...

Il frate descrisse la rotta che conduceva verso quell'isola... il giorno dopo partimmo all'alba, lasciando quel religioso ancora addormentato per la sbornia... navigammo per giorni, ma senza trovare quell'isola... intorno a noi vi era solo mare aperto... poi, d'un tratto, il cielo mutò... onde alte e vento forte... folgori e pioggia... pensammo ormai di essere perduti... poi all'improvviso vedemmo qualcosa... era l'Isola perduta, emersa dagli abissi... riuscimmo a raggiungerla e cominciammo a cercare il tesoro... ma senza mappa era impossibile... forse il frate era pazzo, forse neanche esisteva il tesoro... ma Jean e il capitano ci credevano... dopotutto l'isola eravamo riusciti a trovarla... cercammo per tutto il giorno, senza frutto... giunse la notte e ci accampammo presso la spiaggia... e fu verso Mezzanotte che accadde qualcosa... prima udimmo i lamenti, poi il pianto... Jean e il capitano seguirono quelle voci... io gridai, scongiurai, minacciai, ma Jean non mi diede retta... il tesoro li aveva resi come posseduti... corsero così a vedere... ma non tornarono più... e poi dalle tenebre li vidi... erano gli spettri... come ombre... corsi verso la nostra imbarcazione e mi rimisi in mare, da sola... fino a quando mi avete trovata...”

Pianse e si strinse a Clio “... ma gli spettri verranno a prendermi... morirò stanotte!”

Altea 25-10-2012 19.27.44

Ero estremamente entusiasta della mia stanza, non potevo sperare in meglio che vedere il mare in tutta la sua meraviglia..cosi sconfinato come i miei pensieri e dubbi.
Ci riunimmo nel salone..finalmente, era piacevole potersi muovere liberamente nella propria dimora e ascoltai il discorso di mio padre..."Padre, avete ragione..il Governatore si è dimostrato generoso..ma non penso sia una generosità spassionata. Sicuramente in cambio vorrà qualcosa e io sospetto cosa..me. Io non sono affatto interessata a quell'uomo..cosa intendete devo essere gentile con lui?"..lo sguardo leggermente accigliato.

Guisgard 25-10-2012 19.41.48

La colazione continuò così, tra silenzi, inquietudini e sensazioni celate.
Arkwin si era accorto dello sguardo di Talia.
Conosceva benissimo sua nipote.
Forse meglio di chiunque altro.
Anche Passapour, nonostante l'ostentata indifferenza, tradiva di tanto in tanto una certa inquietudine.
Ad un tratto si udì una carrozza.
Il padre di Jamiel arrivò di corsa nel giardino.
“Signore...” disse a Philip “... c'è un uomo che chiede di voi...”
“Fallo passare.”
Così, nel giardino si presentò Musan.
E con lui vi erano alcune guardie del governatore.
“Messer Musan!” Esclamò sorpreso Philip. “Che sorpresa vedervi qui a Las Baias... cosa è accaduto?”
“Perdonate il disturbo...” mormorò lo spagnolo “... e anche voi perdonatemi, signore...” mostrando un lieve inchino verso Talia e sua madre “... è poco piacevole rivedervi tutti dopo i tragici accadimenti di Balunga... sono a Las Baias per cercare i colpevoli di quella strage, grazie all'appoggio di sua eccellenza il governatore... e per questo sono qui ora.”
“Non capisco...” stupito Philip.
“Conoscete questa stringa, signori?” Mostrando quell'oggetto, Musan.
“Si...” alzandosi Passapour “... è mia... l'avevo perduta... dove l'avete trovata?”
“A Balunga.” Fissandolo Musan. “Nella stanza del Viceré. Accanto al suo cadavere insanguinato, per la precisione.”
“Come sarebbe a dire?” Sconvolto Philip. “Non può essere!”
“Vi dichiaro in arresto.” Disse Musan a Passapour. “Portatelo via.” Ordinò poi ai soldati.
E mentre Musan e i suoi portavano via Passapour, Talia vide il volto di suo nonno attraversato da un'espressione indefinita e di profonda sofferenza.
Come chi sa di essere caduto in un baratro senza fondo.

elisabeth 25-10-2012 20.25.52

Avevamo impacchettato e imbavagliato il malvivente, forse, e adesso quella ferita era davvero messa male......Storm aveva perso molto sangue e questo non andava a suo favore...andai verso il baule da lui indicato e aprendolo trovai tutto il necessario per evitare.. di morire " Certo che cose del genere da queste parti sono all'ordine del giorno....ferite da arma da taglio o da fuoco, era organizzatissimo il vostro amico...."... Presi l'occorrente e incominciai a pulire la sua ferita, presi l'ago e lo sterilizzai alla fiamma di una candela e dopo aver congiunto bene i due lembi incominciai a cucire.......ogni tanto guardavo il suo volto, sudava ed era pallido, avevo il terrore che svenisse da un minuto all'altro...ma non potevorinunciare a ricucire la ferita, il tempo fu interminabile ma tutto fini'...e fasciai il mio ricamo, c'era un' armadio con una camicia pulita...la presi e la lanciai al moribondo " Forza vi aiutero' a cambiarla, se uscite di qui con la camicia insanguinata, sarete una bella preda....e avete un compito ben preciso...dovete aiutarmi a ritrovare Ingrid....."....Incominciai a togliergli la camicia lacera e sporca.....le mani mi tremavano....

Talia 25-10-2012 20.58.41

L’arrivo di Musan ci sorprese tutti e più ancora ci sorprese ciò che era venuto a dire...
Gli occhi di mio padre si spalancarono a quella rivelazione, mia madre si portò una mano alla bocca, Passapour indietreggiò d’istinto di qualche passo... ma ciò che attirò maggiormente la mia attenzione fu l’espressione che si dipinse sul volto del nonno... un’espressione di puro sgomento...
Fissai il nonno per lunghi attimi, poi spostai lo sguardo su Musan... teneva la cordicella di Passapour tra le dita, facendola appena sventolare davanti ai nostri occhi, con un’espressione gelida stampata in volte ed un ghigno di vittoria che mi parve assolutamente fuori luogo.
Osservavo Musan e tremavo... era assurdo ciò che diceva... non ci potevo credere... conoscevo Passapour da sempre: era un buon combattente, un uomo che avrebbe dato la vita per il suo capitano, non era il tipo d’uomo che truciderebbe a sangue freddo un’intera corte...
per che cosa, poi? Perché avrebbe dovuto farlo?
Stavo per alzarmi e prendere la parola, quando colsi l’espressione di mio padre... un’espressione che non ammetteva repliche... lentamente mi sedetti di nuovo, anche se mi parve di ingoiare un boccone amaro...
Musan dette l’ordine, allora... due soldati presero Passapour e lo condussero verso la loro carrozza...
Li guardai allontanarsi... mi tremavano le mani...
Di nuovo guardai il nonno... quegli occhi...
“Heer Musan...” chiamai allora, non riuscendo a trattenermi, con la voce più dolce e candida che mi riuscì di trovare, facendo qualche leggero passo verso di lui, fino a sfiorare il suo braccio “Heer Musan, perdonatemi... io non mi intendo molto di queste cose, mi perdonerete, ma forse vi posso essere di qualche aiuto con ciò che ho da dirvi... perché vedete... ho visto io stessa Passapour ritirarsi con il nonno la sera del nostro rientro da Balunga... e poi ho sentito la sua voce fino ad un’ora molto, molto tarda leggere delle poesie al nonno... potevo udirlo molto bene dal terrazzo, dove ero uscita... rammentate, quel terrazzo di cui vi parlai quello stesso pomeriggio, Juan?”
Lentamente, con un gesto quasi noncurante, sollevai una mano e gliela porsi...
“Ecco, perdonatemi se mi sono intromessa... ma credete che questo possa esservi di qualche aiuto, milord?”
La mia voce suonò leggera, di un candore assoluto... i miei occhi erano fissi in quelli di Musan... cosa, questa, che almeno mi permise di non incrociare lo sguardo truce di mio padre.

Cheyenne 25-10-2012 21.09.28

"Piacere di fare la Vostra conoscenza messere, il mio nome è Cheyenne, provengo dalla Scandinavia dove sono cresciuta, allevata come schiava fino a che Odino ha mostrato la sua benevolenza su di me. Da allora la mia condizione nel villaggio è cambiata,sono diventata la "Valchiria Nera", ho appreso le tecniche di guarigione e mi sono specializzata negli animali, che da sempre mi sono stati affini..Gon, qui, lo dimostra bene. Ho imparato la vostra lingua grazie al capo del villaggio che aveva viaggiato molto e che mi trattava con rispetto per timore di infastidire gli dei miei protettori. Alla morte del nostro capo villaggio, questo inverno, gli è succeduto il figlio, un giovane senza onore ne fede, che ha cercato di obbligarmi a sposarlo, per guadagnarsi il rispetto delle altre tribù. Allora sono fuggita e mi sono imbarcata per las Baias, dove ho incontrato il vostro uomo."

Clio 25-10-2012 23.03.56

Ascoltando le parole della ragazza ,non riuscii a trattenere un senso di angoscia e di inquietudine, nel pensare al dolore che stava patendo.
Eppure, continuavano a risuonare nella mia mente le parole di Boyuke. Come potevo essere sicura che Loren non stesse farneticando? Che non fosse impazzita a causa dell'acqua di mare?
Nemmeno io credevo agli spettri, maledizione.
Eppure c'era qualcosa in quegli occhi, come una luce chiara, sapevo che non mentiva, sebbene non sapessi spiegarlo nemmeno a me stessa.
"No, non sono una di loro, Loren" dissi infine, senza smettere di impastare le erbe " sono una prigioniera, proprio come te. Ho avuto la fortuna di essere stata salvata da alcuni di loro."
Con un sorriso sarcastico : " non sono certo gentiluomini, anzi... Io sono ancora viva solo perché sperano che qualcuno paghi un riscatto.. La vita a bordo dell'Antigua Maria ha valore solo se può essere tramutata in oro". Sbuffai alzando lo sguardo verso il soffitto.
Le porsi la bevanda che avevo preparato.
"Bevi questo, ti sentirai meglio". Mi fermai ad osservarla.
Avrei voluto rassicurarla, dirle che non c'era nessun pericolo, che non aveva nulla da temere, ma sapevo bene quant'era incerto il suo destino.
No, non penso affatto agli spiriti...
"Beh, qui sei al coperto e quei mascalzoni sono armati. Sono sicura che gli spiriti non riusciranno a trovarti. E poi, per quello che vale, veglierò io su di te, se me lo permetteranno".
Sorrisi, ma, dentro di me, pensai che non avrei potuto trovare rassicurazione peggiore di quella. Sperai solo che capisse le mie buone intenzioni.
"Hai bisogno di riposare un po', devi recuperare le forze". Le strinsi la mano, dolcemente.

Parsifal25 26-10-2012 00.22.01

Rimasi di stucco......la fiducia che il Comandante Guidaux aveva riposto in me, mi lasciava sempre più sorpreso.

"Ai suoi ordini Signore, farò del mio meglio". Improvvisamente, la porta della stanza si spalancò e da essa vidi avanzare la figura di un comandante....alquanto....agitato. Presentò la situazione e....il comandante Guidaux non accolse bene la notizia avevano fallito nel recuperare una nave.

Iniziaì a sentir parlare di pirati e della famigerata Portuga......non sarebbe stato facile il ritrovamento......poco dopo, venni assegnato alla fregata e partimmo.

Un pericoloso e arduo cammino ci attendeva, non sarebbe stato facile con quei pirati.

Guisgard 26-10-2012 00.46.10

“Non essere sciocca ora, Altea.” Disse Fletcher a sua figlia. “Quando crescerai? Credi che il mondo sia quello dei romanzi? Nella vita bisogna farsi strada sapendo cogliere le occasioni! Ti piace questa villa? E la tua stanza? Ti piace la bella vita? E i vestiti? I gioielli? Beh, tutto questo impone di accettare le regole dell'alta società! Tu sei in età da marito e non puoi dire che il governatore non sia un buon partito! Saresti la dama più invidiata di Las Baias!”
“Fletcher, calmati...” fece sua moglie.
“No, cara!” Scuotendo il capo lui. “Nostra figlia non è più una ragazzina e deve capire come va la vita!”

Guisgard 26-10-2012 01.12.02

Il colonnello De Gomera ascoltò con attenzione la storia di Cheyenne.
“La Valchiria Nera...” disse chiudendo gli occhi, come chi vuol raccogliere i propri pensieri “... forse posso immaginare cosa tu abbia passato... la schiavitù deve essere terribile...” riaprì gli occhi “... fortunatamente sei riuscita a guadagnarti il rispetto di quella gente...” suonò il campanello e giunse un servo “... accompagna Cheyenne nella stanza preparata per lei.”
“Si, signore.” Annuì il servo per poi pregare la ragazza di seguirlo.
Cheyenne, così, fu condotta nella sua stanza.
Si trattava di una camera arredata all'europea, con mobili in noce, lampade delle Fiandre e tende in stile italiano.
Da una finestra si poteva ammirare il lago e la vegetazione circostante.
“Nell'armadio vi sono degli abiti...” indicò il servitore “... il colonnello li ha fatti arrivare direttamente da una sartoria di Minisclosa, appena saputo del vostro arrivo. Farò subito preparare un bagno caldo. Quando sarete pronta troverete il colonnello ad attendervi nella sala che avete visto prima, o nel giardino.” Ed uscì.

Guisgard 26-10-2012 01.24.34

Loren sorrise a Clio e si sdraiò sul letto, per poi chiudere gli occhi.
Ora sembrava più serena.
Ma, ad un tratto, Clio si accorse che la nave cominciava ad ondeggiare un po' troppo, con un andamento irregolare, formato da sussulti e virate improvvise.
Poi sentì delle grida provenire dal ponte.
Dall'oblò vide il mare mosso e la pioggia che scendeva con forza dal cielo.
Era scoppiato un temporale e la ciurmaglia di Giuff correva qua e la per il ponte per far fronte alla situazione.
Nella cabina delle due ragazze diversi oggetti cominciarono a cadere e a rotolare a terra, a causa del mare grosso.
Poi un tuono rimbombò lontano.
Loren allora si alzò di colpo e riprese a tremare.
“Restate qui e non salite in coperta.” Disse Boyuke entrando nella cabina. “Chiaro? Non vi vogliamo tra i piedi mentre cerchiamo di condurre in qualche porto sicuro la nave. Sono ordini del capitano.” E andò via.
Loren si voltò verso Clio e restò a fissarla con uno sguardo stravolto.
“Non è la tempesta...” mormorò terrorizzata “... no, non è la furia del mare o quella del cielo... sono loro... gli spettri... mi hanno trovata e sono venuti a prendermi!”

Guisgard 26-10-2012 01.36.52

Così, Parsifal e Gurenaiz raggiunsero il bastione fortificato che sovrastava il porto di Las Baias.
“Il nostro compito” disse il capitano al giovane Guardiamarina “è quello di dare la caccia ad un famigerato pirata... si tratta del Gufo Nero, forse il peggiore di tutti i bucanieri... egli ha rapito una ragazza... una ragazza che...” esitò “... che ho conosciuto durante il viaggio che mi ha condotto in queste terre... con un ardito piano eravamo quasi riusciti a metterli in trappola, ma quel dannato pirata è furbo come un serpente di mare...” scosse il capo “... ora armeremo una fregata e partiremo alla ricerca di quel rinnegato e della sua ciurma. E voi, signor Parsifal, sarete il secondo ufficiale di bordo. Domande?”

Guisgard 26-10-2012 02.13.33

Elisabeth medicò così la ferita di Storm.
Poi lo aiutò a togliersi la camicia sporca di sangue.
I muscoli del fuggitivo erano tutti tesi ed il sudore bagnava il suo petto.
“Vedo che tremate...” disse ad Elisabeth con la voce incerta a causa del dolore, anche se si sforzava di sorridere per tranquillizzarla “... e perchè mai? Non certo perchè il sangue vi impressiona, visto come mi avete ricucito per bene...” una smorfia di dolore sul suo viso, ma fu solo un momento “... forse allora è perchè vi imbarazza stare da sola con uomo? Perlopiù senza camicia?” Rise. “Ma tra noi ormai c'è una certa intimità... rammentate? Abbiamo dormito nello stesso letto!” E le fece l'occhiolino.

Guisgard 26-10-2012 02.40.17

“Juan...”
Quel nome, sussurrato da Talia alla fine, sembrò scalfire lo sguardo scuro ed il volto teso di Musan.
Lo spagnolo prese allora la mano della ragazza e mostrò un lieve sorriso.
“Vi ringrazio, senorita...” disse fissandola negli occhi “... si, rammento il vostro terrazzo e sono certo della bontà delle vostre parole... tuttavia, perdonatemi, ma ad un giudice occorrerà altro, oltre alla testimonianza di un membro della famiglia dell'accusato... ci sarà un interrogatorio e poi delle indagini...” i suoi occhi erano sempre in quelli di lei e la sua mano strinse, per un momento, quella della ragazza “... ma io credo alle vostre parole... una creatura come voi non può mentire... non sa mentire... mi occuperò io stesso di questo caso e farò di tutto per portare indizi e prove a favore di quanto avete appena detto... ora devo andare... ma spero di rivedervi presto... magari tornare qui e trovarvi ad attendermi da quel vostro terrazzo... come i due amanti di Verona...” e le sfiorò la mano con un lieve bacio.
Musan salutò allora di nuovo Philip e sua moglie, per poi andare via con i soldati ed il povero Passapour.
Andato via lo spagnolo, Philip si avvicinò subito a sua figlia.
“Perchè sei intervenuta?” Fissandola. “Sai bene che non voglio ti immischi in simili faccende. Potresti essere chiamata a testimoniare e questo, come membro della Compagnia, potrebbe mettermi in una situazione difficile e poco piacevole. Quando imparerai a stare al tuo posto, Talia?”
“Philip, ti prego...” intervenne sua moglie “... vedrai che il signor Musan non coinvolgerà direttamente Talia... sono certa che non permetterà un suo interrogatorio davanti ad un giudice, in un'aula di tribunale... io sono una donna e certe cose le capisco... ho letto nei suoi occhi mentre la guardava...”
Philip scosse il capo e poi si voltò verso il vecchio Arkwin.
“Siete qui solo da poco tempo” disse al padre “e già avete portato scompiglio in questa casa! Non bastava il vostro passato a perseguitarci, ora anche il vostro domestico coinvolto in questa storia! Vorrei non essere vostro figlio!”
“Philip!” Avvicinandosi sua moglie.
Ma l'uomo rientrò in casa.
E il vecchio Arkwin chinò il capo, come rassegnato.

Guisgard 26-10-2012 02.50.48

Sulla Santa Rita era il caos.
Gli uomini che erano con Guisgard, ora armati, minacciavano il capitano e quelli che sembravano decisi a restare con lui.
“Allora...” disse Rynos “... chi vuol stare con noi?”
“Rynos!” Chiamò Austus. “Sono con voi!”
E subito il marinaio gli lanciò una pistola.
“Avanti voi altri...” con disprezzo Emas e spintonando quelli fedeli al comandante “... mettetevi da quella parte e non muovetevi!”
“Non preoccuparti...” disse Guisgard a Cavaliere25 “... ora scendi nella mia cabina e prendi il sestante, la bussola e le carte nautiche... portami il tutto insieme alla cassetta con i medicinali.”
“La nave è nostra, signor Guisgard!” Avvicinandosi Rynos.
“Molto bene.” Annuì il tenente. “Ora sorvegliate Sumond.”
Intanto, sul ponte, gli ammutinati avevano raggruppato chi invece aveva deciso di restare dalla parte del capitano.
Sul ponte vi era anche Musmot, il medico di bordo, che aveva deciso di seguire gli ammutinati.
“Anche voi, dottore...” fissandolo Sumond “... anche voi avete deciso di unirvi a questi cani...”
“Un uomo come voi, signore...” rispose il medico “... un uomo come voi non mi lascia scelta...”
“Ah, è così?” Esclamò Emas e agitando il fucile davanti al viso di Sumond. “Siamo dei cani!”
“Leghiamolo alla grata” gridò Fidan “e frustiamolo, come lui faceva con noi!”
“Si!” Gridarono in coro gli ammutinati, spintonando Sumond.
“Fermi!” Urlò Guisgard.
“No, vogliamo frustarlo e poi accopparlo!” Urlarono quelli.
“Ho detto fermi!” Spingendoli via Guisgard. “Fermi! Comando io su questa nave! E se qualcuno non è d'accordo, allora si faccia avanti ora!” Il suo sguardo era deciso, alieno da ogni debolezza o tentennamento e subito si impose sull'ardore di quegli uomini. “Non voglio più delitti su questa nave! Non voglio più vedere scorrere del sangue! Si tratti pure di quello di Sumond!” Fissandoli il tenente.
“Se questo è un tentativo per ottenere clemenza” mormorò con disprezzo Sumond “io ci sputo sopra...”
“Siete solo uno sporco maiale...” voltandosi Guisgard verso il capitano “... e ringraziate il Cielo di non avermi reso simile a voi, ossia un lurido assassino...”
http://1.bp.blogspot.com/-xJBHChcH4L...+Bounty-29.jpg

Cheyenne 26-10-2012 07.01.35

Il colonnello chiamò un servo che mi accompagnò nella stanza a me destinata.L' alloggio era magnificamente arredato in foggia europea.
Il servitore mi indicò un armadio con abiti fatti arrivare apposta per me, preparò una vasca di acqua calda e sali profumati e infine uscì.
Dalla finestra si intravedeva il lago, a osservarlo sarei stata capace di perdermi per ore. Riposi i miei oggetti nell'armadio e piegai accuratamente il mio abito smeraldo nuovo fiammante.
Mi immersi nell'acqua calda, mi sembrava cosi lontano il mio passato ora che mi trovavo in questa casa con tutti questi agi che un tempo non avrei neanche potuto immaginare.
Restai a mollo per un po' , lavai i miei capelli e poi uscii dalla vasca.
Gon si era accocolata su un grosso cuscino di velluto e si riposava per lo stress del viaggio.
Scelsi un vestito tra i tanti a mia disposizione. Presi un abito leggero color azzurro e bianco co. inserti di pizzo.
Sveglia Gon, la presi in braccio e mi diressi nel grosso salone alla ricerca di Fhael o del colonnello.

Altea 26-10-2012 07.40.43

Ascoltai in silenzio la sfuriata di mio padre..guardai il volto rosso e contratto scagliarsi verso me e mia madre che,come sempre, cercava di calmarlo.
Non replicai...avrei agito da me..mi voltai senza nemmeno rispondere e uscii dalla stanza per dirigermi nella mia stanza.
Chiusi la porta bene col chiavistello, attraversai la piccola loggia e mi trovai davanti a tutto il golfo di Las Baias, vedevo in lontananza piccole navi che stavano arrivando e altri che partivano..e io volevo partire nuovamente.
Poi ebbi un sussulto...il pirata Topasfier...presi lo scrigno piccolo in legno, ben custodito, e lo aprii e tra le mani vi era di nuovo il manoscritto..il Tesoro..dovevo scoprire chi erano quei poveri marinai lasciati a custodirlo, non potevano sopravvivere a lungo.
Uscii di nuovo nella loggia e sentii la brezza fresca e leggera carezzarmi il volto e sedendomi aprii il libro...

Parsifal25 26-10-2012 10.35.59

Giungemmo presso la nave che ci avrebbe condotto per i sette mari alla caccia del Gufo Nero.

Non sapevo chi fosse questo famigerato corsaro......non avevo mai sentito parlare delle sue imprese, anzi, ne negavo l'esistenza.

Saliti a bordo, il Capitano Gurenaiz mi illustrò il fattaccio: l'oggetto della missione era ritrovare la ragazza e catturare il Gufo Nero. Saputo ciò, decisi di porre alcune domande che potessero.....in qualche modo.....aprirmi uno scorcio sulla motivazione.

"Certo......Signore, ho delle domande da porre......"risposi. "La prima è questa: in che modo, la ragazza è stata rapita?" "In quali circostanze è avvenuto il rapimento?" ed infine......."Come mai il Comandante Guidaux era così furioso, per il vostro fallimento"

cavaliere25 26-10-2012 13.35.04

Certo dissi rivolgendomi verso Guisgard e corsi nella sua cabina e cercai quello che mi aveva chiesto di portare

Clio 26-10-2012 15.48.25

Il mare iniziò a gonfiarsi e la cabina sembrava un balìa di una furia impazzita.
Annuii a Boyuke, non ci saremmo mosse di lì. Sicuramente il ponte sembrava un posto meno sicuro, almeno per il momento.
Vidi Loren balzare giù dal letto e ricominciare a tremare.
Questa volta no, non credetti alle sue parole, come potevo, dopotutto? É ben noto che il mare in tempesta diventa ingestibile, non occorrevano di certo degli spettri per creare quel trambusto.
Ma lei tremava, terrorizzata.
"Anche se stessero davvero arrivando, faremo in modo che non ti prendano!" Tentai di rassicurarla.
Già, e come si uccide qualcuno già morto, maledizione? Che ne sai tu di tesori e fantasmi?
La mia mente tentava di mettermi davanti alla cruda realtà. Non volli cedere.
"Vieni" dissi decisa "nascondiamoci qui sotto" indicando una rientranza che faceva al caso nostro.
"Ci sarà pure un modo per placare gli spettri! Un incantesimo? Un amuleto? Una formula? ... Un sacrificio?"
La mia voce era quasi isterica sebbene tentassi di mantenere la calma.
Ecco, adesso stai decisamente delirando....
Tentai di scacciare la voce razionale della mia mente con un cenno della mano.
Avevo visto morire Dydas sotto i miei occhi, e quell'ufficiale di cui non sapevo il nome, avrei fatto di tutto per salvare Loren.
"Quel monaco non vi ha detto come sconfiggerli?" Con voce quasi implorante : " non possono essere invincibili, maledizione!"

Talia 26-10-2012 15.57.34

“Perdonatemi, padre...” risposi chinando il capo, alle sue domande “Ho parlato solo per correttezza e per amore di verità!”
Ma Philip era adirato, era fuori di sé... era arrabbiato con me, con il nonno e forse, in quel momento, con il mondo intero...
In silenzio lo osservai rientrare in casa.
Il cielo era vagamente cupo quel giorno ed una leggera foschia sorgeva dal mare nascondendo e confondendo i contorni dell’orizzonte... lo osservai per un momento, con l’impressione che quel tempo si accordasse perfettamente al mio stato d’animo...
“E’ stata una mattinata movimentata...” dissi poi, rompendo il silenzio che era sceso tra noi “Movimentata e piena di emozioni. Nonno... forse hai voglia di una passeggiata... Madre... con il vostro permesso!”
Senza attendere la risposta di mia madre né il pur minimo cenno di Arkwin, mi accostai alla sua poltrona da giardino, che il padre di Jamiel aveva provvidenzialmente munito di ruote, e la spinsi via da lì, conducendola con me per uno dei viali fioriti che abbellivano il nostro parco.
Camminai per qualche tempo in silenzio, guidando la poltrona del nonno attraverso il parco... egli teneva gli occhi bassi, come immerso in cupi e tristi pensieri, io invece tenevo i miei lontani, distanti...
Camminai finché non ci ritrovammo, per caso, nella parte più estrema dell’ampio parco, là dove il giardino terminava contro un basso muro, al di là del quale il terreno degradava appena per qualche metro fino alla scogliera che cadeva a picco nel mare.
Qui lasciai la poltrona del nonno, per poi accostarmi lentamente al muretto... la foschia sul mare si stava addensando rapidamente, la osservai salire per qualche momento, come ipnotizzata, poi sospirai...
“Ho mentito!” dissi, voltando le spalle al mare e tornando a fissare il nonno “Ho mentito, e tu lo sai. Non ho visto Passapour dopo la sua lite con papà, quella sera, e non l’ho udito leggere... ho mentito perché sapevo che Musan mi avrebbe creduta, desidera credermi ed io ho sfruttato la cosa... ho mentito per te... ed ho mentito perché so che, comunque, non può essere stato Passapour... non è poi cosa difficile da intuire che Passapour non può aver fatto ciò di cui è accusato... è assurdo, è semplicemente privo di ogni logica. E’ evidente: non esiste nessun modo, neanche con il più veloce dei cavalli, con cui un uomo avrebbe mai avuto il tempo di lasciare questa casa al calare delle tenebre, raggiungere Balunga, compiere quell’abominio e poi fuggire prima del ritorno di Musan e dei suoi. E’ impensabile! Eppure... eppure quella era indubbiamente la cordicella di Passapour... e dunque... o lui è stato là ieri, quando ha detto di essere andato a trovare dei vecchi amici, oppure qualcuno ha rubato quella cordicella e l’ha portata a Balunga per incolpare lui della strage...”
La mia voce, che via via era andata calando, si spense in un sussurro... riflettei ancora per qualche momento, poi i miei occhi tornarono ad osservare il nonno... mi stava fissando...
“O magari entrambe le cose!” conclusi.
Restammo in silenzio ancora per qualche momento, l’uno negli occhi dell’altra... finché io, infine, distolsi i miei e tornai a scrutare il mare...
“E’ buffo...” mormorai respirando, con gli occhi socchiusi, la nebbia che risaliva la scogliera “Credevo che ti fidassi di me... chissà poi perché!”

Guisgard 26-10-2012 16.45.52

Gli occhi del vecchio Arkwin restarono per un po' in quelli di Talia.
Erano come spenti, inumiditi dall'età e dall'inquietudine.
Poi un cenno, quasi impercettibile, come voler gridare qualcosa e poi, invece, un gesto di rabbia nel digrignare i denti.
Un gesto di rabbia e di impotenza.
La fiducia di chi si ama è un bene prezioso.

Era un pomeriggio ancora luminoso, con una lieve brezza marina a schiarire l'aria.
Il Sole, ormai presso Ponente, limpido e rilucente, con i suoi raggi purpurei screziava le tenere onde del mare di un magnifico e mutevole rubino.
Talia, con passo svelto, scendeva verso la piccola spiaggia, riparata com'era da alti alberi su un pendio roccioso, che rendevano gradevole quell'angolo di costa.
“Allora un po' tieni a me.” Disse all'improvviso una voce.
Talia alzò lo sguardo e lo vide.
Stava in piedi accanto ad un albero, con lo sguardo basso ed un sorriso enigmatico sul volto.
“Volevo vedere il mare...” mormorò lei.
“Noto dalla tua voce che sei ancora arrabbiata, giusto?” Voltandosi a fissarla lui. “Forse per questo non hai risposto al mio messaggio. Quel povero facchino mi ha detto che non c'era risposta, dopo averti dato il mio biglietto.”
“Si...” rispose lei “... ed è strano...”
“Cosa è strano?” Chiese lui.
“Non sono ancora riuscita a decidermi se e quanto sono arrabbiata con te...”
“Davvero?” Sorridendo lui. “E perchè mai?”
“Per ciò che hai detto in quel biglietto...” fissandolo lei “... che pensavi volessi trascorrere in altro modo questo pomeriggio...”
“Non volevo certo essere offensivo...”
“Lo sei stato!” Con uno sguardo scuro lei. “Falso ed offensivo!”
“Ho solo detto” sempre con quel suo sorriso quasi beffardo lui “che magari andare in giro col nonno, visitare il porto, la capitaneria o magari arrivare sino ad Amsterdam può essere più piacevole che trascorrere un pomeriggio qui, a fissare il mare. Sbaglio?”
“Questo non vale anche per te?”
“Io cosa c'entro?” Tornando ad appoggiarsi a quell'albero lui. “Stiamo parlando di te...”
“Io ero tutta felice per essermi liberata oggi!” Arrabbiata lei. “E appena saputo dell'assenza del tutore sono corsa qui!”
“Forse non dovresti farti vedere in giro con un cattivo ragazzo come me...” fece lui, voltandosi e restando a fissare il mare che accoglieva il Sole morente.
“Il peggior lato del tuo carattere è nulla rispetto a quanto sai farmi arrabbiare quando fai così!” Fece allora un passo verso di lui e sentì qualcosa sotto il suo piede.
Era un foglietto nell'erba.
Talia lo prese e lo aprì...

“La notte è simile alle pagine di un romanzo, dove la Luna funge con la sua pallida luce da candela e le stelle divengono simili a note che si scrivono sul margine di ogni foglio.
E in quelle note descrivo l'eroe del romanzo che assume pian piano il mio volto e la protagonista, che invece appare con le tue fattezze.

La Fortuna, allora, che assiste l'eroe la immagino come Amore, a cui solo confido ciò che provo, mentre il tesoro che egli cerca diviene il tuo cuore da conquistare, che come uno scrigno racchiude pietre preziose.

Pietre preziose che altro non sono che il dolce ed infinito tuo battito che, come gemme e zaffiri, liberato in questa notte splende per sempre tra le pagine del romanzo della mia vita.”


Alzò allora lo sguardo su di lui, che continuava a fissare il mare.
“Non puoi fare così ogni volta!” Con la voce rotta lei. “Non puoi farmi del male e poi pensare di risolvere tutto con qualche parolina! Non puoi!”
Ad un tratto, anche lui si voltò e i loro occhi si incontrarono, illuminati com'erano da ciò che restava di quel sognante tramonto sul mare.
http://resim.manzara.gen.tr/Manzara-...10-800x600.jpg

“Analopel!” Chiamò in lontananza Jamiel, facendo svanire quel ricordo. “Analopel, tua madre chiede di te! Sono tornati i soldati e stanno rovistando in casa! Il padrone ha preso la carrozza ed è corso dal governatore!”

Guisgard 26-10-2012 17.05.19

Loren sembrò quasi tranquillizzarsi a quelle parole di Clio.
Si avvicinò a lei e si strinse al suo corpo.
“Il monaco...” disse fissando il vuoto “... ci indicò la rotta... al largo dell'isola di Vivermagren, navigando poi verso Nord...” alzò gli occhi verso e Clio e sorrise “... ma tu non andarci mai... è una rotta maledetta e chi vi naviga prima o poi incontra la morte... come me... ma io sono felice, perchè tra breve rivedrò il mio Jean...” e con un gesto rapido e improvviso prese il pugnale che Clio teneva nascosto addosso e si trafisse a morte, per poi cadere a terra in una pozza di sangue.
Poi, poco dopo, pian piano, la tempesta si placò.

Guisgard 26-10-2012 17.40.25

Cheyenne scese nel salone e vide, seduti attorno ad una grossa tavola, Fhael e il colonello De Gomera.
Il portoghese allora si alzò e si avvicinò alla ragazza.
“Ho discusso un po' col colonnello” disse “e siamo giunti alla conclusione che vi occorre del tempo per conoscervi. Lui ovviamente vuol capire se voi siete o meno sua nipote rapita anni fa. Io tornerò fra un mese e conosceremo l'esito del vostro soggiorno qui. Ditemi... cosa ne pensate? Se nutrite dubbi, non temete... vi porterò via da qui anche adesso... dovete decidere voi e voi sola...”

Clio 26-10-2012 17.43.49

Non riuscii a fermarla.
Vidi il sangue scorrere e i suoi occhi spegnersi con un'espressione serena e pacifica.
Mi scostai un po' da lei, incapace di agire, incapace di pensare. Poggiai il capo contro il muro di legno e mi accorsi che la tempesta si era placata: la nave sembrava più calma e le grida della ciurma non si udivano più.
Osservai il corpo senza vita ha giaceva accanto a me.
"Adesso non dirmi che avevi ragione, maledizione!" Sbottai, quasi che sperassi mi rispondesse.
Mi sporsi per accarezzar le una tempia ancora pulita : "povera ragazza, che amaro destino." Non riuscii a trattenere le lacrime : "ora hai ritrovato il tuo Jean, e nessuno vi dividerà più". La voce spezzata dal pianto.
Ma non potevo restare così a lungo, asciugai le lacrime e riflettei.
Era sotto la mia custodia, Giuff di certo non me l'avrebbe fatta passare liscia, sebbene non tenesse affatto a lei.
Decisi di restare lì, immobile, come se lo spavento fosse stato troppo grosso e mi avesse paralizzato.
L'unica cosa che feci fu aprire il cassetto più vicino alla mano di Loren, in modo da poter dire che lì aveva trovato il pugnale.
E ringraziai la buona sorte che fosse un semplice coltellaccio e non un pugnale pregiato o quella scusa non avrebbe retto.
Restai così ferma, respirando in maniera impercettibile, tentando di captare tutti i suoni che provenivano dal ponte. E intanto pensavo a cosa dire quando, inevitabilmente, mi avrebbero chiesto spiegazioni sulla morte di quella sventurata.

Guisgard 26-10-2012 17.58.40

Altea riaprì quel libro e riprese la lettura...

“Dopo alcuni giorni di navigazione, avvistammo una nave. Navigava da sola nel bel mezzo di quelle acque e a giudicare dallo scafo doveva essere colma di merci. Sembrava una preda quasi inviata dal Cielo. Ma quando ci avvicinammo e fu a tiro dei nostri mortai, allora capimmo che non era stato il Cielo ad inviarla, ma l'Inferno. Infatti spuntarono subito tre fregate spagnole. Era una trappola e noi ci eravamo cascati come novellini. Capitan Lanzaras decise di accettare battaglia. Fu un massacro. Affondammo due di quelle fregate, ma la terza, anche a causa dei danni subiti e della perdita da parte nostra di metà dell'equipaggio, riuscì a danneggiare seriamente la Queen Lilla's Revenge, aprendo uno squarcio nello scafo.
Tutto era perduto.
Capitan Lanzaras, ormai folle e dannato, si lanciò contro i soldati spagnoli, uccidendone una dozzina... <<Satana, dammi un altro alito di vita>> gridava <<in modo che possa portare con me all'Inferno il più possibile di questi cani!>>... ma la sciabola di uno dei soldati lo colpì alle spalle... lo lasciarono agonizzante mentre la Queen Lilla's Revenge imbarcava acqua da tutte le parti. Io, unico dei suoi a restare vivo, mi avvicinai al capitano e lui mi rivelò il suo segreto... il segreto del suo tesoro maledetto... aveva seppellito il forziere su quell'isola e per non lasciare testimoni aveva poi trucidato i quattro marinai che erano scesi con lui, rendendoli spettri a guardia di quel tesoro...
Oggi, sono solo, in mezzo al mare, su una zattera, in balia delle onde e dei fantasmi del mio passato. Quando morirò, nessuno conoscerà più di quel segreto... per questo lascio questo scritto...”

Il libro si concludeva così.

Talia 26-10-2012 18.00.18

L’Olanda, quella piccola spiaggia, il mare, i suoi occhi, la sua voce... il mio sguardo corse lontano, allora, come a voler cercare un appiglio contro quella malinconia che mi attanagliava il cuore, contro la nostalgia che mi aveva invasa e che si stava impadronendo di me... il mio sguardo corse lontano come a cercare la sagoma di quella nave su cui l’avevo visto imbarcarsi più volte, ma con cui l’avevo anche poi sempre visto tornare...
Ma era stato tanto, troppo tempo prima... era stato in un luogo lontano, dall’altra parte dell’Oceano...
Chinai la testa, infine... come rassegnata.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 49915)
“Analopel!” Chiamò in lontananza Jamiel, facendo svanire quel ricordo. “Analopel, tua madre chiede di te! Sono tornati i soldati e stanno rovistando in casa! Il padrone ha preso la carrozza ed è corso dal governatore!”

La voce di Jamiel mi raggiunse e mi riportò lì, a Las Baias, lontana dai sogni...
Di nuovo tornai a guardare il nonno, ad incrociare il suo sguardo... non dissi niente, non ce n’era bisogno... afferrai la sua poltrona, dunque, e la spinsi di nuovo, tornando sui nostri passi...
Quando giunsi di fronte alla villa mi bloccai... un gruppetto di soldati era fuori dal portone di ingresso ed altri dovevano essere all’interno, a giudicare dai rumori e dalle urla che si sentivano... mia madre era fuori, sulla scala, e si teneva al corrimano come se stesse sul punto di avere un mancamento...
Io affidai il nonno a Jamiel, che mi era venuto incontro attraverso il giardino, poi raggiunsi mia madre... uno sguardo mi bastò per capire quanto dovesse essere sconvolta... la rassicurai sottovoce, per u attimo, poi sollevai gli occhi e scrutai il gruppo di soldati poco distanti...
“Che cosa succede, qui? Chi vi ha mandati?” domandai, raggiungendo quello che chiaramente era il più alto in grado “E’ stato arrestato il servitore di mio nonno questa mattina, e tutti noi abbiamo collaborato. Io stessa ho raccontato tutto quello che sapevo al signor Musan. Questo non vi dà affatto il diritto di venire qui a turbare la nostra quotidianità, mettendo sottosopra la nostra casa!”
I miei occhi erano gelidi, sul volto del soldato, ed il tono della mia voce altero.

Guisgard 26-10-2012 18.19.28

“Ignoriamo” disse Gurenaiz a Parsifal “come abbiano fatto a rapirla. Sappiamo solo che è nelle loro mani e che ora chiedono un forte riscatto per liberarla. L'ammiraglio è furioso perchè aveva escogitato un modo per riprendere la ragazza e catturare i corsari, ma purtroppo è fallito miseramente. Il Gufo Nero è tanto scaltro quanto malvagio. Ora dobbiamo dargli la caccia e liberare quella ragazza...” fece qualche passo sul ponte e restò poi a fissare il mare calmo del porto “... il suo nome è Clio... ed è molto bella... forse la più bella che io abbia mai visto... i suoi occhi sono azzurri come il mare quando a sovrastarlo vi è solo e ovunque il cielo...” tirò per la rabbia un pugno contro il parapetto della nave “... la sera in cui è stata rapita dovevamo incontrarci...” nei suoi occhi si accese un lampo “... ma giuro che la ritroveremo... e se quel pirata ha osato farle del male, io...”
“Capitano!” Arrivando un altro ufficiale. “Tutto è pronto per salpare!”
“Bene.” Annuì Gurenaiz. “Non torneremo senza la testa di quel corsaro e senza aver liberato Clio.”
Così, la loro nave, la Tolerantie, partì.
Era una fregata armata con più di quaranta cannoni, doppio scafo rinforzato e alberi di velaccio alti il doppio dei normali velieri da guerra.
Era forse il meglio che la flotta olandese a Las Baias potesse mettere in acqua.

Guisgard 26-10-2012 18.57.51

“Noi stiamo eseguendo degli ordini, signorina...” disse il capo di quei soldati a Talia “... ordini dell'ammiraglio Guidaux e come ho detto prima anche a vostro padre, per ogni lagnanza o pretesta bisogna rivolgersi all'ammiraglio o a sua eccellenza il governatore. Noi abbiamo avuto il compito di cercare indizi e prove in questa casa.” Fece un cenno ai suoi per farli continuare a cercare.
La madre della ragazza assisteva quasi allibita a quella scena, senza riuscire a dire e a fare niente.
Jamiel aveva condotto il vecchio Arkwin davanti all'ingresso e l'uomo poteva così vedere ciò che i militari stavano facendo in casa di suo figlio.
E tra i cassetti i militari trovarono libri e fogli appartenuti proprio al vecchio olandese.
“Signore, guardate qui...” fece un soldato, mostrando quei fogli al suo superiore “... erano nascosti nel doppiofondo di un cassetto...”
“E questi?” Chiese il soldato a Talia e a sua madre. “Questi sono documenti e atti che testimoniano legami tra Arkwin Van Joynson e la marina inglese. Come li giustificate?”
Maria allora quasi si sentì mancare.
“Non so...” scuotendo il capo “... non li ho mai visti... stamani il signor Musan...”
“Signora, il signor Musan non c'entra...” disse il militare “... siete voi che dovete giustificare la natura e il possesso di questi scritti.”
In quel momento tornò Philip.
“Sergente...” rivolgendosi al militare “... sono stato al palazzo di sua eccellenza ma senza essere ricevuto. Allora mi sono recato presso il Consiglio Generale della Compagnia delle Flegee Occidentali ed è stato appurato che non avete nessun diritto di venire qui e...”
“Signore!” Lo interruppe il militare. “Questa è la giurisdizione di sua eccellenza, non della Compagnia. C'è stato un massacro che rischia di scatenare ritorsioni tra noi e gli spagnoli. E' dunque un affare di stato, non per mercanti.”
“E' un oltraggio!” Gridò Philip.
“Misurate le parole.” Fissandolo il militare. “O sarò costretto a qualcosa di spiacevole.” Gli mostrò i documenti di Arkwin. “Nel frattempo, come giustificate questi?”

Talia 26-10-2012 19.17.54

Lo sconcerto ed il terrore di mia madre, l’ira e poi la sorpresa di mio padre... e poi quei documenti... gettai loro un’occhiata... li scorsi con lo sguardo... infine sorrisi, appena...
“Giustificarli?” domandai “Guardate la data di questi documenti, sergente! Risalgono ad almeno trent’anni fa... tra questi documenti e la situazione attuale è passata molta acqua sotto i ponti. Solo negli ultimi venti anni ci sono state almeno due guerre ed altrettante paci, ci sono stati conflitti ed alleanze, accordi, scaramucce... Qualsiasi cosa fossero quei documenti al loro tempo, oggi non sono che carta straccia!”
Lo osservai per un momento, senza tradire la pur minima emozione...
“Io non sono un politico né un militare, sergente... ma non credo che occorra esserlo per capire che quei documenti sono pressoché inutili ed insignificanti, oggi! Guardate mio nonno, sir Arkwin Van Joynson...” accennando al nonno, immobile sulla sua poltrona “Ha avuto un incidente, purtroppo, che lo ha reso inabile ad ogni pur minimo movimento ed impossibilitato perfino a parlare... volete davvero sostenere, prima con i vostri superiori e poi magari di fronte a Sua Maestà, che un uomo nel suo stato sia in condizione di macchinare alcunché? Lo fareste davvero?”
Sorrisi, quasi trovassi la cosa vagamente divertente...

Guisgard 26-10-2012 19.24.00

Trascorsero così diversi istanti, che a Clio sembrarono eterni.
Poi dei rumori di passi.
Un attimo dopo la porta si aprì ed entrò qualcuno.
“Che il diavolo mi porti...” disse Giuff, togliendosi la bandana e la camicia zuppe d'acqua “... il mare si è gonfiato all'improvviso, gettando onde alte quanto la prua sul ponte...” prese una bottiglia di rum, bevendone quasi metà senza prendere fiato “... ah, ecco... mi ha rimesso al mondo...” si voltò finalmente verso le due ragazze e si accorse di quella scena.
Clio, immobile e in silenzio, davanti al cadavere di Loren.
“Che io sia dannato!” Esclamò il pirata. “Cosa è successo? E' morta?” Si chinò sul cadavere. “Com'è accaduto?” Chiese a Clio. “Avanti parla!” Prendendola per un polso. “Cosa diavolo è successo qui?”
http://24.media.tumblr.com/tumblr_m8...5o01o1_500.jpg

Altea 26-10-2012 19.40.44

Richiusi il libro..sentii dei brividi, ma non era freddo...spettri? Ma no..era una leggenda, nulla era vero si diceva..lo diceva pure quel mozzo incontrato al molo.
Riposi il libro, lo avrei custodito gelosamente...anche se non mi sarebbe certo servito e pensai di scacciare quei pensieri.
Aprii lentamente la porta della camera e mi incamminai per i corridoi, ancora non avevo visto la dimora completamente quando mi imbattei nella faccia sorridente del servitore che ci aveva dato il benvenuto, contraccambiai il sorriso e presa da curiosità volli sapere di più sulla casa.."Voi siete un nuovo servitore oppure eravate già a servizio di qualcuno prima che arrivassimo noi qui?".

elisabeth 26-10-2012 19.44.58

Tremavo perche' non avevo mai messo in pratica quelli che erano stati gli insegnamenti di un vecchio cerusico amico di mio padre....provare non significava vivere realmente la paura di poter sbagliare su un essere umano....certo sola con un uomo non mi ero mai trovata, ma questo lui non doveva saperlo....presi la camicia lacerata e con la parte pulita gli asciugai il sudore....il dolore lo rendeva piacevolmente ironico, lo aiutai a vestirsi...." Con Una mano puoo' aggiustarsi la camicia nei pantaloni.......certo tra noi c'e' una grande confidenza...il letto per qualche minuto ci ha uniti, c'e' gente che neanche dopo anni sono uniti dallo stare insieme nel letto......ma adesso e' tempo che stiate in silenzio...la mia cucitura potrebbe essere perfetta, ma un infezione non farebbe al caso nostro......vorrei sapere chi sono gli uomini che hanno rapito Ingrid........vorrei proprio sapere perche' la mia cocciutaggine, sta facendo soffrire proprio lei, che non voleva partire"......andai verso un foglio di carta e con un carboncino disegnai le coste frastagliate della mia terra....." Storm...dovete dirmi chi erano quegli uomini e chi siete voi......penso di essermi meritata la vostra fiducia..."...


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 12.22.35.

Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli
Creative Commons License