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Gli carezzai il viso e i capelli, lasciando che si appoggiasse su di me, i miei seni quasi come il suo cuscino.
“ Magari la prossima volta non nella biblioteca...” Con una leggera risatina, senza smettere di sfiorargli i capelli, completamente rilassata . “ Ma cosa...?” Prima in lontananza poi sempre più vicino, un vociare, scalpitare, insieme a latrati di cani e nitriti di cavalli. “ Non sarà l’ennesima battuta di caccia organizzata da Ruspon?” Sbottai infastidita, sentendo che ormai l’atmosfera intima si stava guastando. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Cales si alzò e corse alla finestra che dava sul cortile.
Fece appena in tempo a vedere il drappello di soldati, cacciatori e donne andare via, con cavalli e cani. “Invece credo proprio di si...” disse a Dacey “... e sembra sia una mastodontica battuta di caccia... quasi la resa dei conti... ma chi sarà davvero la preda e chi il predatore?” Mormorò. Si rivestì e fece segno alla ragazza di fare lo stesso. “Andiamo a vedere cosa è successo...” preparandosi “... voglio andare anche io nel bosco... vieni con me?” Fissandola. |
Non tremare.. non tremare...
La sentivo, sentivo quell'unica mano rimasta che voleva tremare davanti a quel fruscio. Sapevo dove voleva arrivare, ma mi aveva tradito una volta, non le avrei permesso di farlo di nuovo. Le gambe dovevano fare il lavoro doppio stringendosi attorno alla sella, e non mi importava un accidente se non era considerato da signora per bene, dopotutto ero la padrona di un bordello non la figlia del mugnaio, comportarmi in quel modo non avrebbe minato la mia copertura. E poi, pensandoci, chi diavolo stava badando al modo in cui tenevo le gambe? Solo io.. sì, solo io perchè la mia mente cercava disperatamente qualcosa a cui aggrapparsi, per non pensare, per non ricordare. Ma poi lo sentii, e mi si gelò il sangue nelle vene. Bzzzzzzz... bzzzzzz... bzzzzzzz... Eccolo, eccolo, eccolo! Era lì, ci stava guardando, era venuta per noi. Infine... No, infine un accidente, eravamo molti di più, eravamo armati, stavolta non ci sarebbe sfuggita. Strinsi di più la mano sulla pistola, per darmi forza. Sentivo anche l'altra, la sentivo che voleva prendere le redini, o stringere una pistola anche lei.. ma sapevo che era un'illusione, che non c'era più. Non feci in tempo a pensare che quella cosa si mosse. il cuore accelerava sempre di più, sempre di più. Immagini di me nel bosco, di quella sagoma sempre più vicina, il ricordo del dolore, tutto quello affollava la mia mente come mille persone urlanti che scappano da un terremoto o da una torre in fiamme. Io avevo bisogno di silenzio, di silenzio. Basta! Urlai nella mia mente a quei pensieri, volevo la mente libera, pulita, sgombra, volevo concentrarmi su quell'attimo. Ma furono le urla vere e proprie a scrollarmi da tutto quello. I miei occhi si spalancarono sempre di più, quando vidi quel povero cacciatore squarciato in due. Poi la voce di Elv, mi voltai di scatto e il sangue mi si gelò ancora. "È la stessa creatura che mi ha aggredito!" urlai, indicandola inorridita, puntandole la pistola contro ma era così veloce che avrei solo sprecato una pallottola in quel momento. |
Osservai Cales andare alla finestra, alzandomi con fare pigro e svogliato alla ricerca dei miei vestiti stesi sul pavimento alla rinfusa.
“ Quel pazzo di Ruspon finirà per sterminare ogni animale nella foresta se continua di questo passo.” Legandomi il corpetto sul davanti . “ Venire con te... e lo chiedi pure? Cales... io ti seguire anche in capo al mondo...” Ormai vestita gli strinsi la mano per uscire dalla biblioteca insieme e raggiungere il nutrito gruppo di cacciatori. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
L'orrore, il disgusto, la paura.
Questo era ciò che si respirava in quell'angolo di bosco, tra antichi fantasmi e mostri reali, vivi, feroci. Nel vedere quella misteriosa sagoma correre rapidissima nella vegetazione, subito Ammon cominciò a tirare i suoi pugnali, con Elv e tutti gli altri che iniziarono a sparare fra le piante. Anche Guisgard si unì a loro. Colpi e colpi furono sparati, senza però colpire nulla. “Nessuna traccia, nessun segno di sangue...” disse Elv controllando fra i cespugli ancora avvolti dall'odore e dal fumo della polvere da sparo “... niente, abbiamo colpito niente...” Guisgard ed Ammon si avvicinarono al cadavere tagliato in due del cacciatore. “Nessuna bruciatura...” fissandolo Guisgard “... nessun segno di lacerazione... quale arma può fare questo?” Ad Ammone che invece si guardava intorno. “Presto, dobbiamo raggiungere gli altri e riunire i gruppi.” Guisgard a Destresya, a Gwen ed a tutti gli altri. “Muoviamoci. Gli uomini intorno e le donne in mezzo.” Si misero in cammino. I cani non abbaiavano più, come spaventati ed i cavalli avanzavano a fatica tanto erano inquieti. “Come state?” Guisgard rivolto a Destresya. “Immagino abbiate rivisto la vostra aggressione...” Ma qualcuno dal fondo del gruppo richiamò l'attenzione di tutti. “Sono spariti!” Uno dei cacciatori. “C'erano cinque uomini dietro di me! Non ci sono più!” Elvv istintivamente prese la mano di Gwen e la strinse forte. Li chiamarono. Tre soldati andarono indietro a cercarli, ma fu tutto inutile. “Il bosco...” mormorò la zingara “... si è animato e li ha presi...” con gli occhi fissi nel vuoto. “Procediamo e restiamo compatti!” Ordinò Guisgard. |
A quelle parole di Dacey, Cales la baciò piano.
Poi mano nella mano uscirono dalla biblioteca ed arrivarono nel cortile. Il nutrito drappello era però già andato via. “Sono partiti.” Disse dalla loggia il presbitero. Raccontò allora loro della lince fuggita e del suo padrone scappato chi sa dove. Il piano di Ruspon di usare donne come esche e la grande battuta organizzata per uccidere la lince. “E' una follia...” mormorò Cales. Allora presi due cavalli, lui e Dacey partirono verso il bosco. |
Il folto gruppo era partito ma non sarebbe stato troppo difficile raggiungerli, viste le sicure tracce che si lasciavano dietro.
“ Zio!” Dissi sorpresa, con un tono leggermente più alto del solito, sorpresa dalla sua voce e voltandomi lo trovai sulla loggia. Sapevo di essere arrossita, imbarazzata ma decisi di non lasciare comunque la mano di Cales. “ Li raggiungeremo, buona giornata zio.” Risposi rapidamente tirando subito dritta per le stalle, senza perdere altro tempo, alla folta quindi della foresta Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Come immaginavo, né i proiettili né il fucile servirono a nulla, quella sagoma era come inafferrabile.
Correva rapida e veloce, portando con sé morte e distruzione. Il cuore mi batteva sempre più forte, mentre con la pistola la seguivo inutilmente. Inutile era la parola giusta. Così mi sentivo, inutile, un moncherino come il mio braccio. Guisgard si avvicinò al corpo del povero cacciatore, confermando quello che pensavo. "Non saprei dire che arma può provocare una simile ferita, ma posso dirvi che è la stessa che ha provocato la mia..." sospirai, guardando quello scempio. Dopotutto, ero stata fortunata. Era il caso di riunire i tre gruppi per essere più compatti, così seguii gli altri, mettendomi al centro con le altre donne. Non volevo fare l'eroe né mettermi in mostra. Conciata in quel modo, non ne sarei stata in grado nemmeno volendo. Vidi Elv stringere la mano di Gwen e mi si strinse il cuore a quella scena tenera. Non c'era spazio per la tenerezza in questo mondo. Sospirai e continuai a cavalcare seguendo gli altri. Poi Guisgard mi si avvicinò, e gli sorrisi appena. "Sto bene..." annuii "Sì, ho rivisto ogni istante, ma questo mi rende solo più determinata ad aiutarvi in questa caccia..." guardando davanti a me per un momento "Quel mostro non l'avrà vinta!" voltandomi a guardarlo nei begli occhi azzurri, con un timido sorriso. Poi l'allarme, degli uomini erano spariti. Dei cacciatori, possibile? Strinsi ancora di più la mia pistola e mi rivolsi a Guisgard. "Eppure di solito attacca le donne!" fissando la vegetazione. |
Con i loro cavalli Dacey e Cales partirono alla volta del bosco, arrivando poco dopo.
Il nutrito drappello di soldati, cacciatori e donne aveva lasciato ampie tracce e non fu difficile notarle e seguirle. “Sono passati di qua...” disse Cales “... occhio alle tagliole...” All'improvviso notò qualcosa nell'erba. “C'è qualcosa...” mormorò Cales “... Santo Cielo... è una mano mozzata... ancora calda e pulsante...” impressionato. |
Guisgard non seppe dare una risposta a quelle parole di Destresya.
L'unica cosa da fare era continuare e raggiungere gli altri. Camminarono per un bel tratto, giungendo ad un querceto. E qui fecero una macabra scoperta. Diversi corpi erano appesi ai rami degli alberi, completamente scuoiati. Era una spettacolo tremendo, indicibile. Alcune ragazze svennero, altre urlarono e piansero. “Chi...” disse Elv che aveva accanto Gwen “... chi può aver fatto questo? Chi?” “Cosa ne pensi?” Guisgard ad Ammon. “Le carni sono come cotte...” l'omone guardando i cadaveri appesi “... nulla di simile ho mai visto prima...” “Cosa facciamo?” Impaurito Piecourt. “Cosa? Ora non attacca più le donne ed i bambini!” “Sta giocando con noi...” Guisgard guardandosi intorno “... ci sta girando intorno... come un predatore fa con le sue prede... è quasi un gioco per lui...” “Il bosco si anima e ci porta via...” la zingara. “Falla finita, dannata!” Urlò Elv. “Falla finita!” Guardò Ammon. “Tu, gigante... tu cosa pensi di tutto ciò?” “Ho paura...” con tono cupo Ammon. “Che idiozia!” Elv frustrato. “Non può esserci uomo che ti metta paura!” “Laggiù c'è qualcosa in agguato...” Ammon “... e non è un uomo... moriremo tutti.” Sentenziò, per poi guardare i cadaveri scuoiati ed appesi. https://www.lascimmiapensa.com/wp-co...espredator.jpg |
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