Camelot, la patria della cavalleria

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elisabeth 24-03-2012 18.52.50

Il sorriso di Shoyo, sembrava quasi scanzonato........" Se intendete che lo stesso interesse che ci accomuna si chiama Kojo....allora tranquilla.......i miei interessi appartengono ad un altro mondo...".....il nostro dialogo fini nel momento in cui Guxyo......ci interruppe per spiegare la gravita' del momento.......il fuoco era appiccato da fuori le mura....e allora mi torno' in mente l'immagine di qualche tempo fa...cavalieri con mantelli color dell'aria...che scagliavano dardi infuocati su Tylesia..........come in una sorta di strano torpore incominciai a parlare....".....Tylesia e' attaccata da fuori le mura......tiratori scelti lanciano dardi infuocati.....ma gli arcieri..sono cavalieri protetti dalla preghiera ed e' per questo la traiettoria delle loro frecce supera di gran lunga quello di qualsiasi altro uomo..."....tornai in me.....sul mi vestito spunto' una chiazza di fuoco il cui simbolo era la punta di una freccia.....

Lilith 24-03-2012 19.28.46

Io, terrorizzata per quel sogno, non risposi alla domanda di Redentos. Essendo nata tra i druidi conoscevo ben poco del cristianesimo, ma avevo letto alcuni libri qualche anno prima. Vidi tra le mani del cavaliere un rosario... mi avvicinai. "Come funziona?" chiesi io, incuriosita da quell'oggetto così strano e misterioso...

Daniel 25-03-2012 19.31.22

Guardai i ragazzini con sguardo confuso..
<<scusate ma a chi vi riferite? Di chi dovrei avere paura? >>

Chantal 26-03-2012 00.11.11

Vayvet per un po' restò a fissare il cielo stellato, come se le parole di Chantal lo guidassero verso il firmamento e la delicatezza delle sue parole lo cullassero in quell’infinito scintillio di astri e sogni.
Poi, a quell’ultima domanda di Chantal, circa il suo dolore, il fuggiasco ebbe un sussulto.
Una maschera enigmatica si posò sul suo volto e il fuggitivo tradì quasi insofferenza.
Allora si alzò e avanzò di qualche passo verso gli ultimi ardori del fuoco morente.
“Ognuno di noi porta qualche pena nell’animo e nel cuore…” mormorò “… forse solo nell’ingenuità della fanciullezza ignoriamo il dolore…” si voltò verso Chantal “… preparatevi… tra meno di un’ora ripartiremo…”

Chantal lo seguì fino al fuoco.
La brace creava un'atmosfera tenue di tepore e di luce soffusa.
Chantal non distolse i suoi occhi un solo momento dal volto del fuggitivo.I suoi lineamenti le apparivano contratti,eppure,quei suoi occhi,luccicanti dinnanzi all'ardente fornace,tradivano sentimenti di remissione e pensieri dai tratti malinconici.
"Quanto dite è solo parziale verità,monsieur."Sussurrò,allora,la ragazza cercando di scorgere un qualunque mutamento nell'espressione dell'uomo.
Poi si allontanò da lui,enel voltarsi gli poggiò una mano sulla spalla.
Stavano uno di fianco all'altra,a guardare in direzioni opposte,Vayvet con lo sguardo perso nella brace,Chantal che scrutava ancora il cielo stellato.E la sua mano,allungata a rassicurarlo,era tesa come un filo a legare i loro animi.
"Tuttavia,milord,"proseguì la ragazza"non siate duro con voi stesso.Solo Nostro Signore Iddio può giudicare i cuori.Ed Egli perdona le colpe e placa il dolore."E si allontanò lasciando che la mano scivolasse via,lentamente,come scivola un carezzevole scialle,impalpabile,eppure caldo,portato via dalle spalle dal soffio del vento.
"Io sono pronta." Disse infine ad alta voce quando fu lontana qualche passo.

Andò allora dai suoi compagni, dando loro ordine di ripartire al più presto.
In breve furono pronti a riprendere il viaggio.
“Sai dove andare, capo?” Domandò Haro a Vayvet.
“Verso Nord…” fece questi “… dobbiamo raggiungere terre in cui la giurisdizione del Gastaldo non ci sia più… solo così avremo una possibilità…”
Ad un tratto si udì un nitrito e poi un tonfo.
“Cosa succede, Monty?” Domandò Vayvet.
“Si era azzoppato il cavallo, capo…” rispose Monty “… ho dovuto sopprimerlo col pugnale…”
“Maledizione!” Esclamò Vayvet.
“Come faremo ora?” Chiese Haro. “Non possiamo certo proseguire con tre soli cavalli…”
“Escluso.” Pensieroso Vayvet.
“Allora?” Impaziente Monty. “Uccidiamo la ragazza e prendo il suo cavallo?”
“Sta zitto, sai solo causare noie.” Zittendolo Vayvet. “Haro…” rivolgendosi poi all’altro compagno “… tu resterai con la ragazza… mentre io e Monty andremo in cerca di un cavallo… occhi aperti, mi raccomando.”

Quell'imprevisto fece sobbalzare il cuore di Chantal.
Il solo pensiero che avrebbero ancora indugiato prima di raggiungere la meta le causava un profondo senso di inquietudine.
Poichè anche la sua liberazione sarebbe stata ritrdata.
Chantal guardò Vayvet,quasi cercando certezze e conforto nel suo sguardo,ma vi trovò solo sevenità e nervosismo.
Udire della sorte di quell'animale che li aveva accompagnati fin lì,poi, la fece rabbrividire e intristire.
La fanciulla chinò il capo,lo scosse appena,e si incamminò verso l'albero al quale era stato legato il suo cavallo.
Istintivamente gli si avvicinò per instaurare un più stretto contatto con l'animale,suo unico compagno in quell' infelice circostanza.Poggiò la sua fronte sul muso del cavallo e gli sussurrò parole di tranquillità:"Buono,Icarion,va tutto bene.."Gli ripetè più volte sottovoce,ora guardandolo negli occhi,ora ritornando a sfiorare con la sua fronte il muso dell'animale.Poi prese ad accarezzarlo sulla fronte e sulla criniera.Infine,lo affiancò ed attese quelle che sarebbero state le disposizioni per lei da parte di colui lasciato a sua guardia.

Vayvet e Monty allora presero due cavalli e si allontanarono.
“Resta seduta accanto a quell’albero…” disse Haro a Chantal “… e bada di non tentare niente di azzardato.”
E si sdraiò accanto ad una siepe, sotto il tepore del Sole pomeridiano.

Chantal si mosse nell'osservanza di quell'imperativo,eseguendo l'ordine in silenzio.
Era spaventata dall'allontanarsi di Vayvet.
Chantal stava imparando a riporre fiducia in lui,domandandosi,talvolta,se il suo cuore fosse davvero capace di malvagità.
Ignorava,invece, i modi e gli usi di Haro,poichè i contatti con lui erano stati strettamente esigui,essendo questi commisionato sempre alla guardia esterna nel tempo di sequestro nella casa.
Il silenzio e la calma sopraggiunte all'arrestarsi del vento,tuttavia,le infondevano un leggero senso di quiete.
Era stanca,stremata dal viaggio,dal sonno mai sopraggiunto,e dal freddo della notte trascorsa all'aperto,così si poggiò all'albero lasciandosi scivolare lentamente ai suoi piedi fino a sedersi su una grossa radice che emergeva dal sottobosco.
L'aria profumava di muschio e linfa aromatica.
Il fuggitivo Haro ravvivò il fuoco con dei ramoscelli,ma anche per lui il sonno era spezzato,così s'era messo in cerca di noci e nocciole allontandosi di poco con un tizzone ardente che fungeva da torcia.
Non vi fu bisogno di cercare a lungo,di quei frutti il sottobosco era colmo.
Haro se ne stava ora affaccendato a governare il fuoco e a rovistare tra le sue cose.Chantal poggiò la schiena all'albero dove era stata accompagnata,sicura che,qualora qualcuno le si fosse avvicinato,il suo cavallo,legato allo stesso tronco,l'avrebbe destata,e chiuse gli occhi sospirando lievemente.
Di tanto in tanto controllava che Haro non le si avvicinasse,ma il sonno non sopraggiungeva nella ragazza.
Questi se ne stava accando al fuoco ad abbrustolire i frutti e a consumare quel pasto di fortuna.
Frutti offerti anche alla ragazza da parte dell'uomo,ma rifiutati.
Chantal,infatti,non toccava cibo dalla sera prima di essere fatta prigioniera.
Il tempo per entrambi s'era reso gravoso per quell'attesa di ritorno degli altri due fuggiaschi,tanto che Haro,un po' per l'essersi appesantito con quel pasto,un po' per il calore e i fumi del fuoco che lo stordivano,cadde addormentato.
E senza neppure realizzare cosa stesse commettendo,Chantal si ritrovò a depredare la giubba di Haro del pugnale. Liberò Icarion e cercò la fuga.
Portato l'animale lontano,montò in sella e imboccò la selva.
E iniziò a cavalcare lontano dalla radura.
Aveva paura,era terrorizzata dal buio e da quello che le sarebbe potuto accadere,ma non meditava di tornare indietro.
La ragazza finì con lo smarrirsi nella selva,incapace di orientarsi nella notte.Il suo cavallo,dal canto suo,era stremato,non aveva ricevuto nè cibo nè acqua,solo qualche ghianda.E la prima priorità di Chantal fu quella di cercare un ruscello,o rintracciare la via per il lago.
Avevano entrambi bisogno di acqua,ed anche di riposo.
Ma non sapeva più in quale direzione inccaminarsi.
Turbata ed in preda agli affanni,Chantal smontò da cavallo,era sconvolta da quel suo gesto,rubare per poi fuggire,qualche lacrima le imperlò gli occhi,fino ad abbandonarsi ad un pianto liberatorio ma anche disperato.
Poi Icarion nitrì nervosamente impedendo a Chantal di prestare bene orecchio ai rumori della selva,questo la rese ancor più inquieta quando,voltandosi di scatto attratta da un insolito calpestio udito molto vicino,s'accorse della sagoma di una creatura dal manto bianco e lucente che sgattaiolava tra i cespugli.
Che fosse nuovamente il cervo bianco?
Non ne era sicura,stavolta.Non come era sicura di averlo visto quando,in compagnia di Pierre,s'era frapposta tra l'arciere e la fiera.
Ma le bastò a tirare un sospiro di sollievo.Calmatosi anche Icarion per il silenzio sopraggiunto,la ragazza decise di proseguire a piedi anche per permettere all'animale di riposarsi.
Se avessimo intrapreso quel nostro viaggio il pomeriggio stesso che fu recapitata la lettera..pensava tristemente.Oh,padre.Dove siete?Mi state cercando?Sono smarrita..vi prego..giungete..
Ma fu un momento,poi realizzò che quei pensieri erano vani,e che pur continuando a parlare a se stessa,di certo,non sarebbe giunta da nessuna parte.
"Che sciocca che sono."Disse allora a bassa voce e rivolgendosi al cavallo"Vero,Icarion?Chi potrà mai udire i miei pensieri?"
E proseguì:"Se solo i pensieri potessero volare,e giungere come messaggeri all'orecchio ed al cuore di chi invochiamo.."
Ma poi abbandonò ogni altro recondito desiderio che ancora insorgeva tra speranza e paura.
La luna filtrava il suo alone dalle cime degli alberi,tuttavia,le costellazioni non erano visibili dal punto in cui si trovava,Chantal avanzava,allora,nella più completa incoscienza di quale direzione avesse preso.
Se solo fosse stato giorno,le sarebbe stato più facile individuare il nord seguendo l'orma dei muschi.Ma la notte,la quale rendeva ogni passaggio umido e nebbioso,non la favoriva.
No si preoccupò che il fuggitivo potesse cercarla,avanzava lentamente nel bosco buio e avvolto nel silenzio infranto solo dai versi degli animali notturni,civette,forse.
Procedeva lentamente affiancando a piedi il suo compagno,fino a quando di nuovo Icarion s'arrestò e iniziò ancora a nitrire e poi a scalpitare come a voloer indietraggiare.
La ragazza fece per tranquillizzarlo quando improvvisamente accadde qualcosa.
Un dardo,scoccato con violenza,l'aveva raggiunta alla spalla sinistra ferendola gravemente e inducendola ad piegarsi dal dolore.La ragazza perse subito le forze,non riuscì neppure a gridare,si sentì mancare,sbiancava in volto sempre più e respirava affannosamente.Pochi istanti e non fu più in grado di sorreggersi neppure sulle ginocchia.Lentamente le mani che ancora stringevano le redini andavano perdendo forza lasciando che le dita piano piano scivolassero da esse.Icarion aveva indugiato vedendo Chantal a terra,desistendo dall'istinto di indietreggiare,forse ancora capace di sottomettersi alla padrona che lo aveva trattenuto per le redini.Infine,Chantal cadde nell'umida terra,giacendo nelle foglie secche che scricchiolarono sotto l'esile corpo della ragazza che aveva ceduto ad ogni volontà priva di sensi per il lancinante dolore.
Ma i pensieri prendevano forma anche nella sua mente assopita..

"Come sta la signora?"Domandò il fattore alla governante sull'uscio della stanza di Chantal.
La donna scosse la testa e mestamente gli rispose:"Dall'incidente non si alza più dal letto.E si rifiuta di mangiare."
"Povera ragazza..Credo che le farebbe bene lasciare quesa casa per un po'."Rispose l'uomo con rammarico.
"E' troppo debole,adesso,per viaggiare.La vedete..Ha il viso così emaciato.Non smette di piangere un istante."Asserì la governante mentre lasciava socchiusa la porta della stanza.
"Solo stamane ha proferito due parole tra i singhiozzi.."Aggiunse la donna."Ha domandato che la luce non entri mai più in questa casa."
"Oh!E' terribile."Preoccupato il fattore.
"Se ne sta tutto il tempo con il viso ricacciato nel guanciale,non si lascia avvicinare..rifiuta qualunque compagnia,qualunque cibo e qualunque conforto."
"E il nostro signore cosa intende fare?"Domandò il fattore ricacciando uno sguardo in buona fede nella camera.
"Egli è scosso.Temo che sia troppo preoccupato per la figliola,ora,per prendere una decisione".
"E dei cavalli?"Domandò ancora il fattore.
"Sono stati soppressi.Il maniscalco dice che quello della padroncina aveva una ferita grave al collo,mentre quello di sir Pierre s'era fratturato una zampa."Gli rispose la governante."Povera figlia.."Aggiunse sospirando.
"Già,è una disgrazia che non ci voleva in questa casa."Scuotendo la testa il fattore."Il corteo s'è mosso stamane all'alba.Il feretro del cavaliere era adorno di rose bianche,come aveva domandato mademoiselle Chantal." Riferì l'uomo alla donna."Occorreranno due giorni di viaggio.Poi,ho sentito che è stato disposto che sir Pierre abbia sepoltura nella campagna dove è cresciuto,ai piedi del glicine che si erge vicino alla cappela della tenuta."Aggiunse con voce mesta e addolorata.
"Si,appena appreso della morte,Chantal ha voluto così."Asserì la donna.
"Mademoiselle Chantal ha riferito qualcosa dell'incidente?"Domandò ancora l'uomo alla donna.
"Si è chiusa in un mutismo infrangibile,e non c'è niente che la faccia parlare."Scuotendo sempre la testa la donna.
"Certo,è sconvolta."Asserendo il fattore.
"Chi è giunto in loro soccorso ha rifeto che si è trattato di un agguato.Forse..per derubarli..Chi poteva immaginare che.."Interrompedosi e scoppiando in lacrime la governante.
"Su,su..almeno voi,siate forte."Incitandola il fattore e cercando di consolarla.
"Il dardo.."singhiozzando la donna"..s'è conficcato giusto nel mezzo del petto del cavaliere,uccidendolo all'istante."Tremando e singhiozzando la donna mentre evocava l'incidente.
"Ora non pensateci più."Incoraggiandola il fattore."Dovete pensare a mademoiselle Chantal,adesso."Incitandola l'uomo."A proposito,ero giunto a portare latte appena munto.E' ancora caldo,cercate di farglielo bere."
La governate,allora,congedato il fattore,ritorno al capezzale della ragazza,la trovò riversa,nel letto,che stringeva forte il cuscino e piangeva.Ancora piangeva.Ed ancora si rifiutava di nutrirsi e parlare.
La donna ne ebbe una gran pena,ma Chantal non si lasciava neppure accarezzare,sfuggendo ad ogni contatto,e negando ai suoi occhi la luce.

Guisgard 26-03-2012 00.47.49

L'energumeno fissò Cavaliere.
“Il mio nome è Tieste” disse “e vivo qui nella selva. Sono stato lo scudiero di un grande cavaliere e ho combattuto al suo fianco in Terrasanta contro gli infedeli. Ma, finita la guerra, il cavaliere, per un voto fatto, si è ritirato in un monastero ed io mi sono trasferito qui. Mi guadagno da vivere nell'unico modo che conosco... adoperare la mia forza. Ma poi sei arrivato tu e mi hai superato... chi sei? In quale città sei diretto?”

Guisgard 26-03-2012 00.55.09

“Ma come?” Stupito il più grande di quei fanciulli dalle parole di Daniel. “Giungete da molto lontano? Loro sono ovunque in queste terre.”
“Nostro padre li conosce bene...” fece il secondo dei tre “... l'altro giorno sono comparsi presso la nostra casa... nostro padre nel vederli ci ha mandati subito a letto ed è rimasto poi a parlare con loro...”
“Nostro padre dice che loro non vogliono farsi vedere da nessuno” intervenendo il più piccolo “e se ci si avvicina troppo, allora andranno in collera...”
“Si, chi vede i loro volti” riprendendo la parola il maggiore fra i tre “può perdere il bene della vista o della ragione...”
“Anche voi dovete aver paura di loro, messere...” disse il secondo, fissando Daniel.

Guisgard 26-03-2012 01.08.55

Redentos sorrise a quella domanda di Lilith.
“Non avete mai visto una coroncina per recitare il Santo Rosario?” Mostrando il sacro oggetto alla ragazza. “Siete forse pagana?” Fissò la ragazza e sorrise nuovamente. “Questa coroncina mi aiuta a pregare... vedete queste piccole palline che la compongono? Sono i grani del Rosario e mi aiutano a tenere a mente le preghiere che devo recitare... si tratta di preghiere volte a contemplare i momenti più significativi che hanno preceduto e poi seguito la Nascita e la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo...”
Il cielo si schiariva sempre più e all'improvviso si udirono delle campane in lontananza.
A quel suono si destarono anche gli altri, ancora addormentati fino a quel momento.
“Ma da dove giungono queste campane?” Domandò il monaco Jovinus.
“Sono molte...” fece il nano Avid “... sembra provengano da una città non molto lontana...”
Redentos fissò la selva e annuì.

Guisgard 26-03-2012 01.19.07

A quelle enigmatiche parole di Elisabeth, tutti i presenti la fissarono.
“Cosa intendete dire?” Domandò Shoyo.
“Protetti dalle preghiere?” Ripetè Kojo. “Perdonatemi, ma io non credo a queste cose... i Crociati in Terrasanta si favoleggiava fossero i Campioni di Dio, eppure questo non li ha protetti dalla forza delle armate Islamiche.”
Un mormorio scese sulla tavola.
“Come fate a dire queste cose?” Chiese Shoyo ad Elisabeth. “I nostri nemici sono misteriosi come quella notte che li protegge dai nostri occhi... nessuno può conoscere le loro caratteristiche... mentite solo per mettervi in mostra!”
Molti annuirono.
“Silenzio.” Zittendoli tutti Guxyo. “Cosa intendete dire con le vostre parole, milady?” Rivolgendosi ad Elisabeth. “Come conoscete i cavalieri che assediano Tylesia?”

Guisgard 26-03-2012 01.40.24

Il fuoco.
Ardeva lento, consumando la legna ed inebriando quell'ambiente con un odore di terra umida.
I suoi bagliori rischiaravano a tratti quell'austera penombra, disegnando strane ed enigmatiche figure tutt'intorno che sembravano sul punto di animarsi.
Chantal aprì pian piano gli occhi e si ritrovò in un ambiente sconosciuto.
Era adagiata su un soffice mucchio di paglia.
Accanto al camino acceso vide due figure.
“Mamma...” disse la bambina “... Ardea liberò la principessa?”
“Si...” annuì la mamma “... dopo aver sconfitto il drago e annullato la terribile maledizione...”
“Era bella la principessa?” Chiese la piccola.
“Si, era molto bella.”
“E io?”
“Anche tu sei bellissima.”
“E perché nessuno viene a salvarci?” Domandò alla mamma. “Perché sono stata cattiva?”
“No, piccola mia...” abbracciandola la mamma “... non sei stata cattiva...”
“Papà verrà a salvarci...” mormorò la bambina “... lo so, verrà... mi parli di papà ancora una volta, mamma?”
“E' tardi, piccola mia...” baciandola la mamma “... tra poco spunterà il Sole e dobbiamo prepararci...”
In quel momento, mentre le fissava, Chantal avvertì una fitta dolorosissima: era la ferita causata dal dardo che l'aveva colpita.

cavaliere25 26-03-2012 10.31.48

io sono un boscaiolo dissi e sono diretto in una città di cavalieri mi hanno detto che ce la guerra li e io sto andando li per combattere che ne dice signore se venite con me con la vostra forza ci sarà molto utile e aspettai una sua risposta


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