Ero divorata dall'indecisione.

Alla fine però compresi quanto io non facessi parte di quel gruppo, non avevo interessi per andare alla caccia del fiore e di fantasmi ne avevo abbastanza.

- Lo preferirei si, se non vi è di troppo disturbo... Ma affrettatevi anche voi a tornare sulla nave, avevo promesso un banchetto per tutti e non mi rimangerò certo la parola.-

Sorrisi mentre accennai ad uscire da quella stanza che si era fatta così affollata.

Ma prima di andarmene dovevo confessare i miei sospetti a qualcuno.

- Gwen, Clio, posso rubarvi per qualche minuto, sono certa che conoscere qualche ricetta con cui potrò allietare tutti quanti,- dissi guardandole certa che avrebbero capito le mie vere intenzioni. Chiamiamolo intuito femminile.

Alla fine Dacey decise di tornare sulla nave.
E potevo ben comprenderla, immaginai che sentisse la mancanza di suo marito.
Ma prima di andare si rivolse a me e a Gwen, chiedendoci una ricetta.
Le sorrisi, con sguardo complice.
"Ma certo.." risposi, annuendo.
"Voi permettete, vero?" lanciando un'occhiata a Icarius, ma rivolta a tutti gli altri.
Detto questo mi apprestai a seguire la ragazza fuori dalla stanza.
Non mi entusiasmava l'idea di lasciare Icarius solo con quella donna, ma in fondo la presenza dei suoi compagni mi tranquillizzava un po'.

Dacey manifesto` il desiderio di tornare alla nave, ma prima di uscire si rivolse a me e Clio ed io la guardai.
Sicuramente doveva dirci qualcosa, non era certo momento di ricette.
"Certo" sorridendole con sguardo complice.

Le tre ragazze uscirono, lasciando Icarius solo con Zafirya ed i suoi compagni.
“Parlatemi del fantasma...” disse Icarius.
“Scoprirete tutto stasera e stanotte, milord...” fece lei “... è solo una delle tante donne morte per Amore... perchè davvero a questo mondo si può morire per Amore...”
“Si...” annuì Icarius.
“Come Arianna al termine del giorno vi condurrò in quel labirinto, mio eroe...” sussurrò la bella Zafirya fissandolo negli occhi azzurri “... sperando che il vostro cuore non sia come quelle di Teseo...”
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Una volta fuori fui libera di parlare.

- Quella donna non mi piace, mi dispiace ma è così. Prendetemi per pazza ma finora le mie sensazioni si sono sempre rivelate esatte. State attente,- sospirai alle due donne.

- Io non verrò, ne ho abbastanza di questi misteri, perdonatemi ma non sono avventurosa come voi. Ma vi prego impedite a quella donna di seguirvi...c'è qualcosa di oscuro in lei.-

Mi sentivo come una nefasta Cassandra ma speravo che mi avessero dato ascolto

"Non posso nascondere che anche io nutro dei sospetti verso di lei, ma credo che ormai la decisione di Icarius sia stata presa e non penso tornera` sui suoi passi..." dissi mestamente.
"Tranquilla, se non te la senti non sei obbligata a venire" sorridendole "Io devo restare, non me ne andro` da qui senza Elv" sentenziai, con un lieve sospiro, ma con risolutezza.

Sorrisi alle due donne.
"Oh, e io che credevo di essere un'arpia.. Quindi anche a voi non convince?" ridendo piano "No, non piace neanche a me..." scuotendo la testa.
"Ma Icarius non allontanerebbe mai una bella donna, figurati! Gwen ha ragione, ce l'avremo sicuramente tra i piedi.." sospirai.
"Mi chiedo cosa abbia in mente, la terremo d'occhio stanotte, questo è sicuro.. spero solo che non sia una trappola o qualcosa del genere.. anche se sicuramente non sarà una passeggiata.." sorrisi piano.
Poi mi voltai verso Gwen e le sorrisi.
"Non temere, lo troveremo.. non credo che riesca a resistere molto lontano da te! facendo l'occhiolino alla ragazza.
Poi mi rivolsi a Dacey.
"Non dovete affatto sentirvi obbligata a venire con noi, e non c'è niente di male ad avere un po' di sale in zucca ed evitare un pericolo come quello a cui andiamo incontro noi stanotte.." sorrisi "Noi ci siamo dentro e non possiamo fare altrimenti.." alzai le spalle "Ma Gwen ha ragione, non siete obbligata a seguirci, immagino che sentiate la mancanza di vostro marito, e lui la vostra... posso ben comprendere come possiate preferire la sua compagnia alla nostra.." sorridendo.

Sorrisi mestamente a Clio. Certo che era cosi`, il problena era che nonostante cio` aveva deciso di andarsene e questo mi distruggeva.
"Clio ha ragione, dobbiamo solo fare molta attenzione e sperare che tutto vada per il meglio" annuendo.

- Fossi in voi terrei ben stretta un'arma che sia sempre pronte all'uso.- dissi rivolta a Clio.

- É evidente che quella donna non vi sta aiutando perché ha un cuore d'oro, deve di certo avere un fine e credo che non sia un buon fine per voi...-

Mi tormentai le mani proprio poiché ero preoccupata.

- Mi dispiace per Elv, tornerà da voi ne sono certa,- dissi quindi a Gwen, c'era bisogno di un po' di positività.

- State attente,- ripetei quindi senza sapere cos'altro fare per aiutarle.

Sorrisi alle due donne.
"Oh, non temete.." a Dacey "Sono ben armata..." sospirai "Non mi fidavo nemmeno del tipo che mi ha voluto scortare per la città ieri mattina, Vengor...".
Poi annuii.
"Anche secondo me c'è qualcosa sotto... una non se ne va in giro così ad aiutare il primo che capita.. sa qualcosa.. o vuole qualcosa... o qualcuno.." pensierosa "Ad ogni modo la terremo d'occhio, se provassi a parlarne a lui si limiterebbe a un sorrisetto compiaciuto..." alzando gli occhi al cielo.
"Grazie dell'avvertimento.." sorrisi a Dacey "Mi piace questa cooperazione tra donne..." strizzando l'occhio alle due.
Notai che Gwen era comunque triste, e come poteva essere diversamente.
"Non lasceremo questa città senza Elv.." sorrisi, con decisione "Statene pur certa..".
Guardai poi la finestra.
"Questa giornata è davvero volata..." sospirai "Chissà che cosa ci riserverà questa notte..." per poi sorridere "Beh, se non ci vedete tornare mi raccomando veniteci a cercare coi rinforzi.." rivolta a Dacey "Anche perché siete l'unica che non ha mangiato il biscotto, ma che sa per filo e per segno cosa è successo, e in che cosa ci stiamo imbarcando.." sospirai "Se le cose dovessero mettersi male, potreste essere la nostra salvezza.." sorridendo.

"Tranquilla" a Dacey mostrando la pistola datami da Azabler e che portavo ancora "Anche se Clio mi batte di sicuro" ridendo.
Annuii convinta a Clio e risi riguardo la cooperazione fra donne.
"E` vero, siete la nostra unica risorsa."

Annuii. Era vero, era bello quel gruppetto che confabulava. Non avevo mai avuto delle amiche e loro due erano la cosa che si avvicinava di più alla definizione.

- Meglio tornare dentro ora... Potrebbero insospettirsi ,- dissi quindi portando la mano alla maniglia della porta per tornare da Icarius e dagli altri nella stanza.

Sorrisi a Gwen e a Dacey.
La vita riesce spesso a sorprenderti, e io che ero cresciuta nell'ambiente così privo di donne come quello dei ribelli, apprezzavo davvero quella complicità femminile.
Poi annuii.
"Sì, avete ragione, sarà meglio tornare.." sospirai.
Così seguii le due donne nella stanza, chiedendomi cosa fosse accaduto in nostra assenza.

Insieme entrammo dunque e tutte e tre probabilmente ci chiedevamo la stessa cosa.

Cosa fosse successo all'interno della stanza mentre noi eravamo via, cosa la donna avesse ancora detto o fatto.

Clio, Dacey e Gwen rientrarono nella stanza.
Era ormai giunto il crepuscolo.
“Ecco le nostre dame.” Disse Icarius. “Sammone...” chiamandolo “... noleggia il carretto del locandiere e accompagna subito Dacey alla Divina Misericordia.” Guardò Dacey. “Andate ora, milady... e grazie delle vostre cure.” Con un sorriso enigmatico.

Tornammo nella stanza, e Icarius mandò Sammone ad accompagnare Dacey alla nave.
Io sorrisi alla ragazza "Abbiate cura di voi, milady...".

Rientrammo e Icarius disse a Sammone di far tornare Dacey sulla nave.
Chissa` cosa era successo mentre eravamo fuori...

- Vi ringrazio e buona fortuna per la vostra ricerca...,- gettai un ultimo sguardo al suo braccio.

Salutai quindi le due donne che si accingevano ad addentrarsi nella Polveriera con il resto del gruppo.

- Buona fortuna a tutti voi-

Gettai un'occhiata alla donna sospettosa e mi accinsi a tornare sulla nave.

Sammone e Dacey lasciarono la locanda e subito Icarius e gli altri si prepararono.
“Attenderemo il ritorno di Sammone” disse Hansiner “o ci avvieremo al polverificio?”
“E' ormai sera” scrutando il cielo da una finestra Icarius “e dunque ci avvieremo. Sammone ci raggiungerà.”
“Posso permettermi un'osservazione che reputo assai pertinente, nonché doverosa ai fini della questione, signore?” Cigolò Cq.
“Certo.” Prendendo Mia Amata Icarius.
“Ebbene, signore, al 99, 9% non è possibile che forme energetiche mistiche o spirituali, frutto di certo di residui ectoplasmatici di forze un tempo vitali, possano addensarsi e stabilizzarsi nel nostro mondo. C'è almeno una mezza dozzina di correnti filosofiche a sconfessarlo.” Spiegò il droide.
“E il restante 0,1%?” Chiese Hansiner.
“Beh, ecco...” fece Cq “... vi è sempre una certa quantità di possibilità imponderabili o comunque non ancora spiegate dalla scienza ufficiale...”
“Ah, ecco.” Ridendo Hansiner.
“Comunque smettila con questi discorsi, che mi rendi nervoso.” Pinto a Cq.
“Andiamo, signore?” Icarius rivolto a Clio, Gwen e Zafirya.
“Certo, milord.” Sorridendo questa.
E lasciarono la locanda, diretti al Real Polverificio.



Nello stesso momento, Sammone e Dacey col carretto del locandiere erano usciti dalla città, diretti verso il porto fluviale.
Raggiunsero il molo e l'omone fece salire la ragazza sulla scialuppa.
E mentre anche lui si accingeva a salirci, Dacey udì alcuni bambini che giocavano presso la banchina nonostante l'ora tarda.
“La difenderò a costa della vita!” Esclamò uno dei piccoli, agitando una spada di legno. “Dopotutto sono un Taddeo di Capomazda!”
“Non la salverai...” un altro bambino “... Amisc la riprenderà... e nessuno la ritroverà... è la sua prediletta...” e fissò Dacey.

A quanto pareva, Cq non era molto fiducioso ma, naturalmente, Icarius non si fece scoraggiare, cosi` ci recammo al Polverificio.

Risi piano alle parole del droide.
Già, la tecnologia non poteva certo comprendere l'immateriale.
Quella era una prerogativa dell'umano.
O per meglio dire era ciò che ci rendeva umani.
Era per quello, dopotutto, che avevo deciso di dedicare i miei studi alla religione.
Anche se i tempi dell'Università Popolare di Maruania mi sembravano talmente lontani da farmi credere se li avessi mai vissuti veramente, o solo immaginati.
Poi si decise di andare.
Annuii, seguendo gli altri.
"Occhi aperti, mi raccomando.." mormorai.

Il gruppo lasciò la locanda e si diresse verso il polverificio.
Come un gigante addormentato fissava guardingo l'intera città, nascosto in quel suo alone nebbioso che ne alterava le fattezze.
Apparve così prima come un austero bastione usato come prigione, poi come rocca di antiche vestigia, infine come un qualcosa di indefinito e vago, ma terribilmente inquietante.
“A quest'ora” disse Icarius “vi sono guardiani?”
“No, il custode, come tutti, ha paura del fantasma.” Mormorò Zafirya.
“Questo luogo non mi piace...” fece Pinto.
“Rimpiango che Sammone non sia qui con noi...” il pellegrino.
Arrivarono al portone d'ingresso, chiuso da una catena tenuta ferma da un catenaccio arrugginito.
“Cq, fiamma al plasma.” Ordinò Icarius.
Il droide si avvicinò al catenaccio e lo sciolse con una fiamma generata da un piccolo portello che si aprì sul suo dorso metallico.
La catena scivolò a terra e Icarius aprì il portone, facendoli entrare in quel luogo oscuro e misterioso.
E appena dentro tutti loro avvertirono un gelido soffio d'aria percorrere i loro corpi ed un senso di angoscia che calò sui loro cuori.

Arrivammo al Polverificio, che era incustodito poichè, stando alle parole di Zafirya, il custode aveva paura del fantasma.
Appena entrammo avvertimmo un leggero e tagliente soffio d'aria gelida, come una lama ed io mi strinsi nel mantello.
Avvertii anche un senso di angoscia, come quando ci eravamo trovati in presenza della nave col teschio sulla prua.

Infine arrivammo al polverificio.
Era come lo ricordavo, gelido, capace di assorbire tutta la gioia e renderti malinconico e triste.
Forse di sera era ancora peggio.
Ma stavolta lo guardavo con occhi diversi, occhi che cercavano, anche se non sapevo bene cosa.
"Vuoi che ti porti alla statua di cui ti ho parlato?" chiesi ad Icarius.

Dopo i saluti con Sammone lasciai la locanda.

Avere come scorta quell'uomone mi rassicurava.

Una volta scesi dal carretto che ci aveva condotti al porto notai dei bambini giocare con spade di legno.

Sorrisi a quell'immagine mentre salivo sulla scialuppa ma poi i due parlarono.

Quello che doveva essere un gioco divenne un presagio sinistro.

Parlavano di me!

La setta, Amisc e la promessa di Icarius di difendermi.

I bambini erano a conoscenza di tutto.

Lo sguardo di uno di loro poi riuscì a raggelarmi il sangue.

- Avete sentito anche voi cos'hanno detto?- chiesi in un soffio a Sammone per essere certa di non essere in preda ad un incubo.

Una volta nel polverificio, tutti loro ne subirono l'inquietante atmosfera.
Come se quel luogo fosse in bilico tra il regno dei vivi e quello dei morti.
Gwen poi rammentò le sensazioni angoscianti vissute anche in un'altra situazione.
Quando cioè vide per la prima volta la misteriosa Nave Nera col teschio.
“Si...” disse Icarius a Clio “... portami a vedere quella statua...”
La ribelle, così, li portò dove si trovava la Cappella di Santa Barbara.
E non lontano vi era la scultura raffigurate la ragazza suicida.
E una goccia rigava il suo viso.
“Ma lacrima?” Impressionato il pellegrino.
“Sarà l'umidità di questo luogo...” mormorò Hansiner.

Li portai dalla statua.
Era bella e gelida come la ricordavo.
Sospirai.
"No.. credo lacrimi davvero..." mormorai, osservando "Almeno, è l'impressione che ho avuto oggi.. anche se ovviamente Vengor ha minimizzato dicendo che era l'umidità...".
Restai in silenzio per un lungo istante osservando la statua.
"Avevo come l'impressione che da un momento all'altro potesse sbattere le palpebre e prendere vita.." dissi piano, con un leggero sorriso malinconico.

“Vi riferite” disse Sammone a Dacey “a quei bambini? A me sembra stiano solo giocando.”
“In guardia, fellone!” Agitando la spada di legno uno di loro.
“Non mi avrai, marrano!” Difendendosi l'altro.
“Giocano ai cavalieri, milady.” Mormorò Sammone sorridendo.
Mise il remo in acqua e la scialuppa scivolò sulla corrente del fiume.
Dacey guardò di nuovo verso il molo e si accorse che i bambini non c'erano più.
Ovunque vi era solo nebbia.

- Si sarà così allora..- cercai di scrollarmi di dosso l'inquietudine.

- Portatemi da mio marito vi prego,- avevo bisogno di Dension in quel momento.

Avevo bisogno di lui, di riposare e di non pensare una volta tanto.

Clio ci condusse poi nel luogo in cui aveva visto una statua.
Quel posto era sempre piu`inquietante e mi angosciava ad ogni passo.
Arrivammo nella stanza e vedemmo la statua.
Raffigurava una giovane donna e tutti avemmo la stessa impressione.
Sembrava, infatti, che lacrimasse.

“Si, hai ragione...” disse Icarius a Clio, per poi avvicinarsi alla scultura e raccogliere la goccia con un dito “... umidità?” Assaggiandola. “L'umidità non è salata...”
“Dici che è una lacrima vera?” Stupito il pellegrino.
“Forse...” sussurrò Icarius.
Anche Gwen pensava che lacrimasse, proprio come Clio.
“Abbiate rispetto di lei...” accarezzando la scultura Zafirya.
“Notato come vi somiglia questa statua?” Hansiner alla giovane donna.
“Si, molto somigliante direi...” il pellegrino.
“Le donne che conoscono Amore si somigliano tutte...” piano Zafirya.

La scialuppa percorse quel tratto di fiume piatto e nebbioso, fino a raggiungere la Divina Misericordia.
A bordo si accorsero di loro e li tirarono su.
“Salute...” disse Palos a Dacey e a Sammone “... come mai siete già di ritorno? E gli altri?”

Icarius si accerto` che la lacrima fosse vera e concordo` con tutti che probabilmente lo era.
Poi, quelle parole rivolte a Zafirya.
Penaavo di averlo notato solo io, invece no.
Le somigliava davvero, ma pensavo di essere io la pazza a crederlo.

Restai sorpresa da quel gesto di Icarius, ma come detto, anche io avevo come l'impressione che le lacrime fossero vere.
Anche se mi sembrava impossibile.
C'era però da dire che eravamo sulle tracce di un fantasma, quindi non si poteva fare troppo gli scettici.
Notai lo sguardo di Zafirya, e i commenti di Pinto e del pellegrino.
Lei sapeva sicuramente più di quanto non sembrasse.
E continuavo a ignorare perché fosse voluta venire con noi.
"Oggi il custode non ha saputo dirmi il nome della dama.." per poi voltarmi verso Zafirya "Voi lo conoscete, milady?".

Anche Gwen notò la somiglianza di Zafirya con la scultura.
“Il nome...” disse la giovane donna a Clio “... è importante un nome? Davanti ad Amore non siamo forse tutti uguali?” Fissando la ribelle. “Tutti uguali, tutti innamorati... forse anche voi, milady...”

Non sono affari tuoi..
Ecco cosa avrei voluto dire a quella donna, bruscamente.
Ma mi limitai ad un rispettoso silenzio, per poi scuotere piano la testa.
"No.." dissi rivolta alla donna "Credo che ogni Amore sia unico..".

Scossi la testa a quelle parole, sempre piu` sospettosa.
Sorrisi lievemente alle parole di Clio. Anche io lo pensavo e in quel momento mi mancava Elv, tremendamente.

Appena Clio terminò di parlare a Zafirya, qualcosa tintinnò in lontananza.
“Cosa...” disse Pinto “... cosa è stato? L'avete udito tutti?”
“Si...” annuì Icarius, prendendo Mia Amata.
“Cosa sarà stato?” Hansiner.
“Pinto, proteggi Gwen...” ordinò Icarius, per poi avanzare nel corridoio.
“Signore, state attento...” cigolò Cq.
E all'improvviso una sagoma apparve in fondo al corridoio.

Sorrisi a Gwen, immaginando dal suo sguardo che stesse pensando al suo amato.
Poi un rumore, come un tintinnio.
Icarius impugnò Mia Amata, e io Damasgrada.
Lui si inoltrò nel corridoio, e io impugnai anche un pugnale da lancio nella mano libera, nel caso qualcosa giungesse.
Se era il fantasma le armi sarebbero servite a poco, ma erano i vivi a darmi più pensiero.
E sicuramente in città non vedevano di buon occhio la nostra presenza lì.

Ad un certo punto qualcosa tintinno` in lontananza, facendoci sobbalzare tutti e il sangue si raggelo` nelle vene.
Icarius ordino` poi a Pinto di proteggermi ed io presi la pistola dal mantello.
A poco a poco, una sagoma si fece strada verso di noi nell'oscurita`.