“Si vede lo conoscete poco, milady...” disse Cq a Dacey “... il signor Icarius morirebbe piuttosto che abbandonare la sua ricerca... egli crede ciecamente all'esistenza del Fiore... quasi quanto voi invece lo crediate solo un mito... volete che porti i vostri abiti al locandiere per farli lavare?” Chiese poi alla ragazza.

- Sono cresciuta senza illusioni e beh... So quanto é difficile cercare qualcosa di effimero...,- sospirai poi annuii al droide.

- Vi ringrazio molto,- gli porsi l'abito con un sorriso.

Sorrisi a Pinto.
Poi, ritorno` Zafirya.
"Vi ringraziamo molto. Credo che andro` a riposare. Buonanotte" gentilmente a entrambi.
Raggiunsi la mia stanza, levai l'abito, rimanendo in sottoveste e mi misi a letto.
Subito il mio pensiero volo` da Elv; speravo stesse bene, dovunque fosse.
In preda a quei pensieri, avvertii un grosso nodo in gola .

Vengor, a quella reazione di Clio, restò in silenzio.
Lo sguardo era però seccato.
“Signore...” disse all'improvviso il cocchiere.
“Cosa?” Con astio il cavaliere.
“Siamo davanti ad una locanda e vi è un po' di movimento davanti al suo spiazzo...” spiegò il conducente.
“Va a dare un'occhiata.” Ordinò Vengor, sempre con gli occhi su Clio.
“Signore...” tornando il cocchiere dopo un po' “... pare alloggino qui degli stranieri e poco fa qualcuno ha sparato ad uno di essi...”

Bene, finalmente la locanda.
Trasalii a quelle parole del locandiere.
"Oh ma è terribile!" Esclamai "Devono essere per forza gli uomini giunti con la mia nave, chi mai farebbe una cosa del genere?" Preoccupata.
"Bene, vi ringrazio della giornata, milord.." Con un gentile inchino "Ma ora devo proprio andare.." Sorrisi.
E senza aspettare altro scesi dalla carrozza per dirigermi verso la locanda.
Cosa poteva essere successo?
Ero davvero preoccupata!

“Allora siete razionale, milady.” Disse Cq a Dacey. “L'opposto del signor Icarius. Ora vado a portare il vostro abito al locandiere.” Ed uscì.

Gwen si mise a letto ma non riuscì a prendere subito sonno.
Dalla campagna giungevano leggeri rumori, vaghi ed indefiniti, che rompevano l'irreale silenzio che avvolgeva quel luogo.
Un'atmosfera malinconica e sinistra infatti avvolgeva la campagna umida.
Poi ad un tratto Gwen udì dei passi giungere da fuori.
Passi sulla sterpaglia bagnata.

Clio lesta scese dalla carrozza e raggiunse la locanda, dove trovò sulla porta il locandiere ancora visibilmente scosso.
Ma anche Vengor era sceso dalla vettura, seguendo la ribelle fino alla locanda.

Raggiunsi il locandiere, che sembrava scosso per l'accaduto.
Ma con la cosa dell'occhio vidi che Vengor mi aveva seguito.
Maledizione...
"Salute messere.." Dissi al locandiere, come se il cavaliere non ci fosse "Posso chiedervi cosa è accaduto? Gli stranieri sono miei amici e sono molto preoccupata, c'è qualcuno ancora sveglio per caso?".

Razionale. Mi venne da sorridere ripensando a tutte le volte in cui Dension mi aveva dato della sognatrice.

Che fine aveva fatto la me sognatrice ora?

Dalla mia partenza a Maruania mi sentivo diversa, cambiata e forse si meno disillusa. Avevo vissuto così tante esperienze che mi avevano fatta maturare.

Mentre Cq era fuori per portare il mio vestito a pulire io rimasi a tormentarmi le mani, avrei tanto voluto avere Dension accanto a me, ricevere le sue rassicurazioni che tutto sarebbe andato bene.

Come immaginavo, non riuscivo a dormire. L'atmosfera surreale e malinconica che avvolgeva la villetta e l'intera isola non era certo d'aiuto al mio attuale stato d'animo.
Tra l'altro, dormire senza Elv accanto, sentire che non c'era lui a stringermi contro il suo petto, a rassicurarmi, a proteggermi, era una sensazione troppo brutta e strana, che non mi sarei mai sognata di provare.
Decisi cosi` di alzarmi, soprattutto quando mi accorsi che mi ero rannicchiata fra le coperte, nonostante il clima di agosto e che una lacrima solcava il mio viso, ma mentre mi stavo alzando udii dei passi fuori dalla villetta sulla sterpaglia e mi diressi alla finestra per vedere chi fosse.
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Clio raggiunse il locandiere che camminava su e giù per il porticato. “Oh, no...” disse, forse temendo che la cattiva nomea per l'accaduto allontanasse futuri clienti “... in realtà, con ogni probabilità, si sarà trattato di un colpo accidentale partito dal fucile di qualche bracconiere... può capitare, ma non è detto che accadrà ancora... anzi, sono pronto a giurare che un simile episodio non si ripeterà mai più...” annuendo sudato ed agitato.
“Non avete udito?” Arrivando Vengor e prendendo la mano di Clio nella sua. “Milady è in pena peri suoi amici. Stanno bene?”
“Certo, messer Vengor...” rispose il locandiere “... il peggio è passato ed è fuori pericolo...”
“Vi impongo di portarci da lui.” Deciso il cavaliere.

Dacey rimase da sola, tormentandosi con i suoi pensieri inquieti.
Era ancora notte fonda e la nebbia circostante sembrava voler rendere l'oscurità quasi eterna.
Poi tornò Cq.
“Milady, ho visto il signor Pellegrino e pare che il padrone abbia ripreso conoscenza.” Disse arzillo.

Cq torno nella mia stanza cin una buona novella.

Decisi quindi di andare a controllare il mio paziente, se così potevo definirlo.

Recuperai un mantello essendo in sottoveste e raggiunsi la stanza di Icarius.

- Sono Dacey,- dissi attendendo di entrare dopo aver bussato.

Attratta da quel rumore, Gwen si alzò e corse alla finestra per vedere.
Vide così la campagna immersa in una nebbia bianca e surreale, densa eppure leggera, i cui vapori sembravano sul punto di animarsi.
Ed allora udì un canto:

“Lo cercan qua, lo invocan là...
Capomazda tutta dov'è non sa...
Non andar così lontano, mio signore...
è sbocciato qui il Re di ogni altro Fiore...”

E Gwen vide allora una figura sorgere dalla nebbia.
Una figura esile e spettrale vagare dove forse ai mortali è negato giungere.
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Mi avvicinai e il canto ricomincio`. Vidi anche una sagoma spettrale vagare per la campagna, tanto eterea e leggera quanto reale, se cosi` si poteva definire.

Dacey bussò ed il pellegrino venne ad aprire.
“Prego, milady...” disse, invitandola ad entrare.
La ragazza vide così Guisgard sveglio, seduto in mezzo al letto col braccio ancora fasciato.
“Salve, milady...” lui a lei “... mi hanno detto cosa avete fatto per me... vi devo la vita... vi sono debitore...” sorridendole e pregandole di sedersi sulla sedia accanto al letto.

Gwen restò a guardare quella sagoma che vagava e cantava nella campagna, immersa in quel mare di nebbia umida.
Aveva un abito bianchissimo come il pallore lunare e lunghi capelli neri che ne celavano il viso.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta di Gwen.
“Sono io, Pinto...” disse lui dal corridoio “... sento cantare... siete voi? Va tutto bene?” Preoccupato.

Non riuscii a vederla in volto, poiche` aveva lunghi capelli neri che lo celavano e un abito bianchissimo.
Restai ad osservarla, quando Pinto busso` alla porta, facendomi sobbalzare.
Mi coprii col mantello ed andai ad aprire.
"E` ancora quel canto. Venite" e gli feci cenno di avvicinarsi alla finestra "La vedete anche voi quella sagoma?"

Pinto corse alla finestra con Gwen, ma incredibilmente la misteriosa figura sembrava essere svanita nella nebbia.
"Non vedo nulla..." disse lui.

Entrai con cautela accennando un piccolo sorriso.

-Come vi sentite?,- chiesi e senza esitare andai a sedermi sul bordo del letto e con una mano gli sfiorai la fronte.

- Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque, non ringraziate -

"C'era una sagoma, alquanto spettrale, che vagava li fuori, ne ho anche sentito i passi. Era lei che cantava la canzone sul Fiore, l'avete udita anche voi" dissi guardandolo "Era li, io... io l'ho vista..." voltandomi voi verso la campagna.

Icarius sorrise al gesto di Dacey.
“Beh, non è detto...” disse poi “... vedendo l'astio che vostro marito mostra nei miei confronti, magari un'altra al vostro posto non l'avrebbe fatto.” Rise appena. “Sto bene, vi ringrazio... e grazie a voi... siete forse un'infermiera o avete prestato servizio presso qualche medico?” Toccandosi il braccio fasciato. “Non è da tutti fare un lavoro così perfetto.” Sorrise ancora, stavolta enigmatico. “Ora che ci penso però non credo siate un'infermiera... mi hanno raccontato che loro sorridono spesso ai pazienti... voi invece da quando siamo sbarcati non avete sorriso mai.”
“Perdonate...” fece il pellegrino “... approfittando che è giunta milady, vado a prendere una boccata d'aria.” Ed uscì.

Pinto guardò dalla finestra di nuovo e neanche stavolta vide ciò di cui parlava Gwen.
“Non c'è nessuno...” disse “... non può essere che stavate sognando? Magari nella veglia vi sarà sembrato di vederla? Forse il canto era il verso di qualche animale e ciò spiega del perchè l'abbia udito anche io...”

- Non potevo certo lasciarvi morire sotto i miei occhi...e no, sono una cuoca ma mi é già capitato di curare mio padre tempo fa, anche lui venne ferito al braccio,- spiegai brevemente evitando di portare il discorso su Dension,- il mio sorriso? Perdonatemi...,- e sorrisi quindi.

Sospirai. Ma perche` nessuno mi ascoltava? Non ero io la diffidente?
"Il canto diceva che il Fiore e` sbocciato qui, erano parole ben precise. Magari la sagoma poteva essere solo suggestione, ma il canto era quello e l'avete udito anche voi" guardandolo.
Non poteva negare, era venuto qui apposta per controllare.

“Oh, non voglio certo vedervi sorridere a comando.” Disse Icarius a Dacey. “Ma ditemi... avete dormito un pò? O siete stata sveglia tutto il tempo? Se la mia ferita vi togliesse il sonno mi sentirei davvero in colpa.” La guardò negli occhi. “Avete ancora la margherita? O vostro marito l'ha gettata via? O forse l'avete fatto voi?” Facendosi serio di colpo.

Pinto restò pensieroso a quelle parole di Gwen.
Ma ad un tratto giunse Zafirya.
“Perdonate, ho udito le vostre voci...” disse “... è accaduto qualcosa?”

- Beh ecco... Sono rimasta sveglia lo ammetto ma non dovete preoccuparvi per questo. Sono felice di vedervi in forze ora.-

Mi strinsi nel mantello un po' a disagio.

-La margherita? Spero non vi offendiate ma si... Mio marito l'ha gettata via...,- abbassai lo sguardo.

Pinto` rimase a rimuginare sulle mie parole e capii di aver fatto finalmente centro.
Ad un certo punto arrivo` Zafirya.
"Oh no, non preoccupatevi, non e` successo nulla, anzi scusateci se vi abbiamo disturbata."

Icarius sorrise a quelle parole di Dacey e forse anche per vederla stringersi nel suo mantello.
“Non temete...” disse “... anche io al suo posto l'avrei fatto... non permetterei a nessuno di donarvi un fiore...” guardandola per un lungo istante “... ora, vi prego, andate a riposare... io sto bene ormai e sebbene mi spiace perdere la vostra compagnia preferisco sapervi riposata per domattina... grazie ancora, Dacey...” sussurrò.

Zafirya sorrise a Gwen, ma Pinto fu più diretto.
“Ditemi...” disse “... non avete udito un suono, un rumore particolare? Discutevamo appunto cosa fosse...”
“Un canto ho udito.” Rivelò lei.

- Forse è per questo che mio marito vi guarda con astio, siete più simili di quanto crede...-

Annuii, in effetti ero stanca ma prima di andare via ne approfittai per cambiargli la fasciatura.

- Cercate di riposare ora,- gli sorrisi ed uscii per tornare nella mia stanza.

Anche lei l'aveva udito.
"Avete visto anche una sagoma vagare li fuori? Era una sagoma di donna, con un vestito bianco, di un pallore lunare e dei lunghi capelli neri. Vagava intonando quel canto."
Un po' rabbrividivo al pensiero, ma la curiosita` era piu` forte.
Anche se, non lo negavo, avrei voluto Elv accanto a me, in quel momento.

“Allora” disse Icarius mentre Dacey gli cambiava la fasciatura “dovrei smetterla di donarvi fiori... e forse anche di guardarvi...” poi sorrise “... ma dubito che io e lui siamo uguali...” rise appena.
Poi la ragazza uscì e tornò nella sua stanza.
E qui ebbe una sorpresa.
Sul letto, adagiata tra le lenzuola, vi era una margherita.
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“Si...” disse Zafirya a Gwen “... era il fantasma... e quello era il suo canto malinconico sul Fiore Azzurro...”
Pinto trasalì.
“Talvolta” continuò lei “abbandona il Polverificio e vaga nella nebbia...”

Ero sorpresa.

Mi guardai intorno pensando che ci fosse qualcuno nella stanza ma nulla. Solo la margherita.

La sfiorai appena, quasi intimorita.

Come era possibile? Che cosa nascondeva quell'Icarius?

Spostai il fiore dal letto al comodino e mi infilai sotto le coperte sperando di prendere sonno.

Come previsto, avevo ragione e mi voltai verso Pinto.
Lo sapevo che doveva essere reale, non potevo averla immaginata cosi` nitidamente.
Adesso la cosa si faceva piu` seria.

Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
 

Sospirai di sollievo, chiunque fosse stato colpito non era in pericolo.
Ma a chi era toccato?
Ad Icarius forse?
La cosa mi terrorizzava.
Mi voltai verso il cavaliere a quelle sue parole, togliendo delicatamente la mano dalla sua.
"Oh, siete molto gentile ma non occorre..." Sorridendo "Posso raggiungerli da sola...".
Non vedevo l'ora di liberarmi di lui.

Il locandiere accompagnò Clio all'interno, fino alla stanza di Icarius.
Fuori vi erano Hansiner ed il pellegrino.
E le raccontarono tutto.
Poi la condussero dentro, dove il Taddeide era ancora sveglio a fissare la finestra.
“Clio...” disse vedendola entrare.
Ma un attimo dopo anche un'altra figura apparve sulla soglia.
“Ero curioso di vedere chi fosse stato ferito.” Fece Vengor.
“Chi siete?” Fissandolo Icarius.
“Un amico di lady Clio.” Rispose il cavaliere.
Ed Icarius comprese.
Albeggiava ormai.