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Tornai a letto, ma nulla, non c'era nulla da fare perché riuscissi a dormire, finché venne Elv, per controllare se fossi sveglia.
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La stoffa e i lacci lasciavano liberi miei seni, offrendoli completamente allo sguardo e al desiderio di Cales, che sembrava implacabile, insaziabile.
E la sua fama sapeva coinvolgermi, sapeva spezzarmi il fiato e bloccare i miei pensieri, la mia voce. I nostri baci diventavano sempre più roventi, sensuali e così si muoveva ma mia mano, accompagnata a quella di Cales, che mi guidava per soddisfare il suo piacere. Riuscivo a sentire i suoi gemiti, persino i tremiti che gli provocavo, ed era estremamente eccitante vederlo così. Tanto che non mi bastava , non mi potevo accontentare e sempre tenendo la mano di Cales stretta alla mia, risalii fino alla cintura dei suoi pantaloni, sfilandola e, i nostri sguardi uniti, lasciai scivolare la mia mano nei suoi calzoni. La sua virilità era mia, sotto il mio gioco, un gioco accattivante, provocatorio deciso a fare impazzire il ragazzo. Volevo vedere la sua eccitazione dipingersi nel suo viso. |
Elv entrò nella stanza e si avvicinò al letto, dove Gwen era ancora sveglia.
"Ehi, piccola..." disse lui sedendosi accanto a lei "... io e Piecourt andiamo verso le colline, dove lui dice di aver visto il presunto Angelo... credo saremo di ritorno fra un paio d'ore..." la baciò piano. |
Entrò e si sedette accanto a me sul letto.
Certo, era già stato via tutta la notte, per quei poveri bambini e ora andava di nuovo via per le fantasticherie di quello scellerato. Al suo bacio, lo trattenni senza lasciare le sue labbra, godendomi un po' quel piccolo momento, dopo l'intera notte andata in fumo. Non era molto, ma era qualcosa. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La mano di Dacey, con quelle di Cales che la teneva, salì fino alla cintura, per poi sfilarla, slacciare i pantaloni e scivolare dentro.
Afferrò allora con desiderio la virilità del ragazzo, provocandola, tormentandola e portandola all'estremo. “Ohhhh... Dacey...” disse lui chiudendo gli occhi “... guarda cos'hai fatto...” con tono eccitato e folle, schiudendo appena gli occhi per cercare quelli di lei. Con sguardo incandescente per il desiderio. |
"Tornerò presto e allora ce ne andremo da qui..." disse Elv lasciando per un attimo le labbra di Gwen "... io, tu e Therese... e saremo felici... questa sarà l'ultima notte che abbiamo trascorso divisi..." baciandola ancora.
Allora si alzò ed uscì, dopo aver accarezzato la testa di Therese che dormiva. |
Mi lasciai cullare dalle sue labbra, dal suo calore, dalle sue parole, il suo amore.
Anche se ormai ci credevo poco, visto tutto quello che ci era successo, ma volevo avere fiducia e speranza, sì, ancora per un po'. Fino all'ultimo non lasciai lui, la sua mano, le sue dita, mentre si allontanava, dava una carezza a Therese e andava via. Era un peso insopportabile da portare e non sapevo quanto ancora avrei retto. Rimisi la testa sul cuscino e cercai di dormire, almeno per far passare più velocemente quelle ore in cui non ci sarebbe stato. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen si stese e cercò di dormire per ingannare così il tempo in cui sarebbe stata senza Elv.
Alla fine riuscì a dormicchiare, senza sognare, ma svegliandosi diverse volte, rigirandosi nel letto, mentre il mattino trascorreva lento. Verso metà mattinata, finalmente, Gwen sentì il cigolio del carretto di Piecourt che faceva ritorno alla fattoria. |
Fu un sogno agitato, durante il quale dormii male, svegliandomi spesso e rigirandomi, a differenza di Therese che riusciva, beata lei, a dormire pacificamente.
Doveva essere la tarda mattinata quando mi svegliai per il cigolio del carretto, segno che erano tornati. Allora mi alzai e mi rivestii, poi andai a svegliare Therese. "Piccola, sveglia, su" con un bacio leggero sul visino immacolato. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Con un pò di fatica Gwen riuscì a svegliare Therese.
Elv e Piecourt erano tornati. Portarono il carretto nella stalla e qui sistemarono il cavallo. Poi l'ometto preparò la colazione per tutti, mentre Elv accese il fuoco per cuocere il pane. "Solo tempo perso..." disse lui. "Affatto!" Piecourt. "Io sentivo la presenza dell'Angelo!" "Si, certo, come no..." sbuffò Elv. |
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