![]() |
Tornai finalmente me stessa, di nuovo nella cabina di prima, sperando però che stavolta non fosse chiusa a chiave.
Notai poi che c'era un libro. Il pifferaio magico. Conoscevo la storia, ma non capivo cosa c'entrasse con questo posto. Ad ogni modo, cominciai a sfogliare quel libro, non sapendo che altro fare. Avevo paura delle ripercussioni, se avessi incontrato ancora il capitano. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Per tutto il pomeriggio Marin restò nella sua cabina, sfogliando le pagine di quel libro, che non aveva nulla di diverso da ogni altro libro di fiabe.
Lentamente arrivò il tramonto e con esso il crepuscolo. Fu così, tra le prime ombre della sera e l'ultima stella che la Mentitrice tornò a farsi viva, prendendo il posto di Marin. Ma appena tornata la malvagia creatura sentì qualcosa. Era una sorta di lamento, che si fece simile a un pianto. Sembrava lontano, come se venisse dal mare. Un attimo dopo lo squittio di topi, tanti e ovunque, riempì la stanza. Ma poi la Mentitrice capì che quella sensazione giungeva dalle pagine di quel libro. Un attimo dopo tutto cessò e si fece silenzio. |
Arrivammo fino alla stazione dove ad attenderci vi era una carrozza.
Non avevo idea di quanto sarebbe durato il viaggio e man mano che procedevamo nella campagna mi resi conto che un libro sarebbe stato l’ideale per far passare meglio il tempo. Per distrarmi gettavo frequenti occhiate al panorama, alla distesa di campi che si avvicendavano uno dopo l’altro come le ore che trascorrevo seduta in carrozza. All’avvicinarsi del crepuscolo mi ritrovai a domandarmi se forse non era stato avventato seguire il domestico così, senza alcuna informazione in più ma ormai la cosa era fatta. Proseguimmo ancora un poco fino a quando la mia vista fu catturata da un’antica struttura. Un castello niente di meno. Restai affascinata nel studiarne brevemente l’architettura quando mi resi conto che la carrozza di era fermata. Mio zio viveva in un castello? In quel castello? Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Restai a leggere tutto il pomeriggio e fu almeno un aspetto piacevole della cosa, prima che tutto cambiasse ancora.
Ritornai al crepuscolo, ma all'istante sentii qualcosa di strano. Un pianto di bambino, poi topi, tanti, ovunque, a riempire la stanza. Il loro squittio disgustoso mi assaliva. Poi, guardai il libro. Era da lì che veniva. Lo scagliai dalla parte opposta della stanza e tutto cessò. Che cose assurde mi toccava vedere. Anzi, sentire. Va beh. A quel punto, uscii fuori sul ponte, a vedere quale fosse la situazione. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La Mentitrice scagliò il libro contro la parete e poi abbandonò la cabina, tornando sul ponte.
Qui tutti gli uomini erano impegnati nelle manovre di bordo e solo successivamente la donna vide Malvan. “Eccoti.” Disse lui avvicinandosi. “Dov'eri finita?” In mano aveva il libro del Pifferaio. “Sono stato nella tua cabina a cercarti e a terra c'era questo. Le favole dei bambini ti annoiano?” Divertito. La carrozza arrivò al castello quando ormai il crepuscolo copriva l'intero bosco. Si trattava di un antico maniero, dalle murature in parte segnate dal tempo e torri circolari che svettavano oltre gli alberi più alti. L'uomo aprì la porta e fece scendere Abigail, indicandole un individuo fermo davanti al portone con il suo calesse. “Buonasera, signora.” Disse quello avvicinandosi ad Abigail. “Sono il notaio Steffons, della Banca Centrale, succursale di Afragolopolis. Aspttavo il suo arrivo e sono qui da diverse ore, lieto che a breve potrò tornarmene in città. Sapete, non sono un uomo di campagna io.” Con un vago sorriso. “Comunque...” tirando fuori da una borsa alcuni documenti “... mi servirebbe la sua firma su questi contratti, essendo lei la rappresentante del conte Ventury. Suo zio infatti è da poco tornato dall'Ungheria e ha appena acquistato questo castello per il suo soggiorno qui. Non essendo però ancora fisicamente nel maniero sarà lei a firmare l'acquisto, come sua erede designata. Prego, firmi qui... grazie.” Con una gran fretta di andarsene. |
C'era un bel viavai sul ponte e alla fine vidi Malvan.
"Facevo due passi per sgranchirmi le gambe" con tono sornione. Notai che aveva il libro. "Perchè, a te piacciono?" Con sarcasmo. "Ti sembro persona da mocciosi?" Aggiunsi, sempre con pressante sarcasmo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Avrei voluto soltanto restare a fissare i magnifici esterni del castello ma non appena scesa dalla carrozza trovai un uomo ad attendermi.
Per un attimo credetti fosse finalmente mio zio ma poi si presentò. “Oh, mi dispiace abbiamo dovuto attendere.” Lo ascoltai aggrottando sempre più la fronte al fiume di informazioni che mi stava fornendo. Ero sorpresa, a dir poco. Mio zio un conte… io la sua erede… Osservai i documenti che mi porgeva, esitante. “Capisco che vogliate riprendere presto la strada per la città tuttavia siete assolutamente certo che io possa firmare in vece di mio zio?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"No, non mi sembri donna da favole per bambini." Disse divertito Malvan, restituendo il libro alla Mentitrice. "E nanche io lo sono. Stasera cenerai nella mia cabina." Come fosse un ordine.
Un attimo dopo dalla stiva arrivò un marinaio. "Che il diavolo mi porti!" Esclamò. "Mai visto nulla del genere! Maledette bestiacce! Ho sempre detto che su ogni nave dovrebbe esserci almeno un gatto!" Inveì. "Certo, signora." Disse il notaio ad Abigail. "Oh, ma la poca luce mi rende difficile distinguere i particolari... credo li sia più una signorina." Sorridendo formale. "Si, certo..." tornò a dire "... lei può frmare al posto di suo zio." Invitandola a firmare, per poi consegnarle l'atto di acquisto del castello e un mazzo di chiavi pesanti e ossidate. "Le auguro un felice soggiorno qui, signorina. Buonasera." E salì sulla sua carrozza, invitando il cocchiere a partire. A quel punto tornò il domestico che l'aveva prelevata alla stazione. "Ho sistemato la carrozza nelle scuderie, signorina." Sorridendole. "Vado a preparare la cena. Prego, la stanza è pronta." Invitandola a seguirlo per farla alloggiare nel castello. |
Sollevai un sopracciglio.
"Agli ordini, capitano" ancora con tono sarcastico, ma più divertito. Spuntò poi dal nulla un marinaio, che sembrava parecchio fuori di sé. "Un gatto per far chè?" con aria stranita. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
E fu così che firmai e mi trovai con i documenti di proprietà e le chiavi.
Annuii al domestico anche se avevo fatto ben poca attenzione alle sue parole. Io in quel castello tutto per me. Questo pensiero era l’unico a occupare la mia mente. Seguii il domestico all’interno, impaziente di scoprire le stanze di quel maniero Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Già, insomma..." disse Malvan al marinaio dopo le parole della Mentitrice "... che diavolo hai per sbraitare tanto?"
"Capitano, la stiva è piena di topi!" Sbottò il marinaio. "e se dico piena intendo proprio piena! 2 intere forme di formaggio divorate! Inoltre alcune di quelle bestiacce hanno rosicchiato il vetro di alcuni barattoli e hanno persino scavato nelle botti di sardine sotto sale e di salumi essiccati!" "Non abbiamo mai avuto problemi di topi a bordo." Perplesso Malvan. "Già, ma ora pare ne abbiamo eccome, capitano!" Annuì il marinaio. "Vado a cercare delle trappole o quelle bestiacce finiranno per mangiarsi tutti i viveri a bordo!" Il domestico accompagnò Abigail all'interno del castello, mostrandole quell'antica costruzione. Aveva un aspetto venerando ma anche cupo, desolato, visto che, da come sembrava, da molto tempo nessuno ci viveva. Le condizioni erano buone, ma pareva che in quel luogo mancasse il calore umano, la presenza di esseri umani che da anni probabilmente latitavano in quel maniero. Il domestico mostrò alla ragazza una delle camere più grandi del castello, con un letto a baldacchino, mobili antichi e 2 dipinti alle pareti raffiguranti scene di caccia in paesaggi romantici e tormentati. "Se non occorre altro io preparrei la cena, signorina." Disse il domestico. |
Non appena percorsi le stanze e i corridoi del castello sentii una sorta di brivido percorrere la mia schiena.
Gli spazi erano belli ma freddi e trasandati. Mi resi conto che se volevo dare il miglior benvenuto a mio zio, avrei dovuto mettere mano e dare nuova vita a quel castello. Una bella pulizia, riordino e qualche piccolo accorgimento potevano togliere la sensazione cupa e dare luce e calore. Entrai in una grande camera, che era a me destinata, ed ebbi subito lo stesso progetto di modificarla a mio gusto per renderla più accogliente. Congedai il domestico ringraziandolo e chiedendogli una cena leggera. Non ero solita mangiare molto la sera. Essendo senza grandi bagagli non avevo molto da fare per il momento in camera e decisi che avrei esplorato ancora il castello così da farmi una migliore idea di quando avrei dovuto intervenire per dargli l’aspetto che desideravo. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Abigail lasciò la sua camera e iniziò a esplorare il castello.
La sensazione tetra si confermò in pieno, con lunghi corridoi avvolti da una cupa penombra e da un buio imenetrabile, dove angoli e porte sembravano acquistare un asptto vago e inquietante. C'erano poche candele e pochissime lampade, molte delle quali non avevano più l'olio per essere accese e ciò rendeva ancora più insistente il dominio delle tenebre sulla luce in quel luogo. Nei corridoi e sulle scale vi erano diversi dipinti e ritratti, su cui apparvano nature morte, scene bucoliche che parevano però celare un che di misterioso e primordiale, oltre che volti e figure rese indistinte dal tempo e dall'abbandono. Molte finestre poi avevano i cardini allentati o consumati, il che le rendeva poco stabili e scricchiolanti, diffondendo rumori e cigolii sinstri in quel chiaroscuro informe. Ad un tratto Abigal, mentre si aggirava fra corridoi e scalinate, iniziò ad avvertire una strana sensazione, come se qualcuno la osservasse e la seguisse. Un istante dopo le parve di sentire dei passi dietro di lei, provenire dal buio intorno a lei. |
Avrei desiderato innanzitutto più luce per quel cupo castello.
Candele, lampade, magari un grande lampadario al soffitto ma per il momento dovevo accontentarmi di una scarsa illuminazione che poco permetteva una esplorazione degna del suo nome. Avanzavo notando pochi particolari come ad esempio immagini indistinte dei quadri. Avrei voluto anche più colore che ravvivasse in generale l’arredo. Decisi che domani, con l’aiuto della luce del giorno, avrei stilato un nell’elenco delle cose da comprare, di cosa togliere o lasciare dell’arredo. Oh si, mi sarei data un gran da fare. Proseguii ma sentivo sempre più una strana sensazione, non volevo farmi condizionare dal cigolio sinistro di qualche finestra per non parlare degli angoli bui dai quali si intravedevano strane ombre. Tuttavia ero sempre più sicura vi fosse qualcuno dietro di me. Ero a disagio a quel punto tanto che mi fermai. Probabilmente era solo il domestico che mi avvisava della cena. Probabilmente era proprio così. Per questo mi voltai. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
A ogni passo Abigail sentiva scricchiolii, cigolii e sibili indefiniti, mentre il rumore di passi dietro di lei si percepivano chiaramente.
La ragazza si voltò di scatto, ma non vide nessuno. La candela che aveva con sè bruciava velocemente. Da un vetro rotto si udì il lamento del vento che sibilava fra le murature, ma poi ad Abigail parve di sentire altro. Come le risate di alcuni bambini che giocavano e correvano nel buio circostante. "Abigail..." disse in un sussuro la voce di un bambino. Poi il pianto di quel bambino. Di nuovo il rumore di passi intorno a lei. In qul momento la luce della sua candela illuminò un inquietante ritratto. "Abigail..." ancora il bambino. "Signora..." all'improvviso il domestico, arrivando dal buio "... la cena è pronta per essere servita." Restando sotto il misterioso ritratto. https://encrypted-tbn0.gstatic.com/i...oLTCQ&usqp=CAU |
I topi.
Oh bella, questa era buona. Che li avessi fatto materializzare senza accorgermene? Poteva essere. "Beh curioso è curioso. Che si fa ora?" Con un tono più curioso che preoccupato, perchè ero davvero divertita all'idea di come si sarebbe evoluta la cosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Malvan lanciò un'occhiata seccata verso la Mentitrice e il suo tono sarcastico, per poi raccomandare al suo marinaio di occuparsi di quei topi.
Era ormai il crepuscolo e un purpureo marcato tingeva l'ultimo cielo di ponente, donando all'orizzonte lontano ampie e vaghe fiammate del gorno morente. Il capitano allora condusse la Mentitrice nella sua cabina, dove il cuoco di bordo servì una cena a base di frutti di mare e una salsa rossa, il tutto accompagnato da un buon vino bianco frizzante. "Non ho più visto quella ragazza..." disse Malvan mangiando "... chi è? La tua servetta? O tua sorella minore?" Fissandola. |
Ridacchiai all'occhiata che mi rivolse, perchè mi divertivo da morire a provocare quel bellimbusto di capitano.
che pensava, come tutti, di essere diverso da qualsiasi altro bellimbusto, ma erano tutti la copia sputata gli uni degli altri. Alla fine, andammo nella sua cabina e di nuovo mi chiese della sciacquetta. Sorrisi con espressione affilata, quasi in un ghigno, scorrendo col dito sui mobili in legno lucido e avanzando lentamente. "Perchè non mi chiudi ancora a chiave nella mia cabina e domattina scopri da solo la risposta?" gli chiesi infine, guardandolo con segno di sfida. |
Malvan guardò la Mentitrice con un vago sorriso, diritto negli occhi, sfiorandole il viso con un dito, che scivolò poi lento lungo il collo di li, finendo per portare la mano fra i lunghi capelli scuri della donna.
"Sei Lilith, ecco chi sei..." disse pianissimo, senza sapere quando quelle sue parole non fossero poi così lontane dal vero. Strinse fra le dita i capelli dilei e la tirò a sè, contro l suo petto, baciandola con ardore, incatenando le labbra della donna alle sue. |
Mi guardò a lungo, accarezzandomi il viso, poi il collo ed infine i capelli.
Sorrisi sorniona quando mi apostrofò come Lilith, ignaro che potesse quasi essere la verità. Alla fine mi baciò, esattamente come aveva fatto prima e neanche ora mi dispiacque, dovevo ammetterlo. "Vedremo allora se sarai così poco arrendevole come Adamo..." dissi piano, provocatoria. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Quel bacio si fece più ardente, con Malvan che teneva stretta a sè la Mentitrice, scivolando con la bocca sul suo collo, mentre le forti mani del capitano iniziarono a slacciare l'abito di lei.
Ma in quello stesso momento un grido lacerante si sentì giungere dalla stiva. Poi urla atroci, spaventose, come se qualcuno fosse sottoposto alle più atroci torture del mondo. |
Il bacio divenne più acceso e finalmente si iniziava a divertirsi sul serio, maledizione.
Ovviamente, la buona creanza non esisteva su quella dannata nave, infatti sentimmo delle urla, che per quanto fossero strazianti, mi facevano solo pensare che fossi stata interrotta. E questo non mi piaceva affatto. "Chi si è fatto male?" dissi, svogliata e laconica, allacciandomi il vestito laddove lui l'aveva aperto. |
"Non lo so..." disse Malvan guardando la porta mentre teneva ancora fra le braccia la Mentitrice "... aspetta qui... vado a vedere..." per poi lasciare la cabina.
Da fuori giungevano voci confuse, che si accavallavano, accompagnate anche da grida. Poi per lunghi istanti piombò un cupo silenzio sulla nave. |
Roteai gli occhi quando mi disse di aspettare lì e andò via senza di me.
Mi perdevo sempre le parti più interessanti, a quanto pareva. LA cosa cambiò, quando calò sulla nave un silenzio irreale. Infatti, ormai incuriosita, uscii dalla cabina per andare a controllare. |
La Mentitrice lasciò la cabina e quel silenzio sembrò farsi più fitto.
A romperlo erano solo vaghi rumori che provenivano dalla stiva. |
LA situazione si faceva sempre più strana.
MA strana davvero. L'unico rumore che sentivo, proveniva dalla stiva, infatti mi ci diressi. Era davvero assurdo che non si capisse un accidente di cosa stava succedendo, insomma questa nave non era mica un dannato baracchino. |
Mi voltai ma non vi era nessuno.
Impossibile. Avevo udito chiaramente dei passi. Cercai di calmarmi pensando fosse solo suggestione ma il sibilo di vento che arrivò da una finestra contribuì invece a rendermi ancora più nervosa. Il buio sembrava inghiottire la scarsa luce della mia candela e questo non aiutava affatto. Il mio nome. Lo avevo sentito distintamente pronunciare da una voce di bambino. Impossibile eppure le mie orecchie non potevano essersi sbagliate ancora. La stessa voce di bambino, piangeva. Un brivido percorse tutta la mia schiena. E di nuovo mi sentii chiamare. Ero immobile, impietrita e incredula per ciò che stavo udendo. Sobbalzai con il cuore in gola quando sentii ancora dei passi e così facendo spostai involontariamente la candela che andò a illuminare una parete. Mi accorsi allora che vi era appeso un quadro. Lo osservai disturbata, non vi era nulla di bello ed armonioso anzi, era assai inquietante con quei due bambini… Bambini, come la voce che avevo udito… Signora, mi sentii chiamare. Era soltanto il domestico. Questa volta era reale, si trovava dinanzi a me in carne ed ossa. Lo guardai con gli occhi spalancati, ancora ancorata con il pensiero al quadro e a tutto ciò che avevo udito. “Si… certo… la cena, giusto” mormorai a fatica forzando un sorriso tirato “eh questo viaggio mi deve aver affaticato molto… o la mia immaginazione…” farfugliai ancora “ senza parlare dell’atmosfera di questo posto… non trovate? Alquanto ehm cupo ecco, mi chiedo come mai mio zio lo abbia voluto acquistare.. già “ Stavo quasi blaterando per tentare di riprendere il controllo su di me, sulla mia mente e concentrarmi su cose concrete scacciando le sensazione di poco prima. “Pensate che da domani potrò iniziare a sistemare… diciamo pure cambiare un po’ gli arredi?” Ancora con la candela fra le mani che a mano a mano andava affievolendosi mi affrettai verso il domestico affinché mi condusse alla sala da pranzo. “ Per caso voi avete idea a chi apparteneva prima il castello, ha tutta l’aria di essere stato trascurato da parecchi anni.. dico bene?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Ci avventurammo per la campagna, viaggiando in silenzio.
Il calesse si fermò davanti ad una strana locanda, mentre il cocchiere asserì che lì dentro avrei trovato qualcuno pronto ad indicarmi come raggiungere la casa di Venturi. “Va bene, grazie di tutto!” dissi congedandolo. Il nome della locanda, la Danza Macabra, non invogliava particolarmente ad entrare, tuttavia non avevo molta scelta. Aprii la porta della locanda e mi diressi verso l’oste. “Buonasera. Perdonate il disturbo ma avrei bisogno di un’informazione.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il domestico osservava e ascoltava Abigail con uno sguardo quasi di circostanza e un atteggiamento formale.
Come se fosse soltanto un suo dovere ascoltare. “Suo zio” disse infine “ha lasciato detto che lei può disporre come meglio crede e desidera dell'intero castello, signorina.” Continuando a fissarla. “Cupo? Non saprei, signorina. Sono solo un domestico e non ho il gusto per giudicare l'atmosfera di un luogo. Questo castello” riferendosi poi all'altra domanda della ragazza “credo sia appartenuta alla famiglia di suo zio da diverse generazioni e ora lui si sia deciso a riacquistarlo, come bene di famiglia immagino. Prego, la condurrò nella sala in cui è servita la cena.” E accompagnò Abagail nella stanza per cenare. Britty entrò nella locanda, trovandoci dentro alcuni clienti, tutti impegnati perlopiù a bere e solo pochi fra loro stavano mangiando. La ragazza chiese allora si avvicinò al locandiere, intento a sistemare su un grosso spiedo un bel pezzo di porchetta, il cui grasso sciogliendosi sulla fiamma diffondeva un rustico e invitante profumo in tutta la sala. “Si, ditemi pure.” Disse il locandiere a Britty. La Mentitrice decise di scendere nella stiva, dove trovò Malvan e i suoi uomini, tutti intorno a qualcosa che in un primo momento non fu visibile alla donna. Ma quando uno dei marinai si spostò, la Mentitrice poté vedere bene. Si trattava del corpo di un uomo orrendamente macellato, come se fosse stato mangiato vivo. http://www.darkveins.com/wp-content/...ssassinaut.jpg |
Arrivai nella stiva e sulle prime non vidi cosa c'era a terra, in mezzo a tutto il capannello.
Poi, però, si spostarono e vidi cos'era successo. "Però" dissi "Aggressivi questi topi" con tono sornione "Possibile che l'abbiano fatto fuori in così pochi minuti? Sembra stia qui da una settimana" constatai. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
A quelle parole della Mentitrice tutti si voltarono a guardarla.
"No, quell'uomo era vivo fino a un'ora fa." Disse Malvan. "Deve esserci una colonia di ratti sulla nave." Mormorò. "Mettete trappole ovunque, usate anche il veleno." Ordinò poi ai suoi uomini. "Che donna sei, che guardi un cadavere così divorato e non batti ciglio?" Il capiano avvicinandosi alla donna. |
Annuii distrattamente, alle sue disposizioni alla ciurma.
Poi lo guardai. "Ti disturba, per caso?" con un sopracciglio inarcato e l'espressione incuriosita. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"No." Disse Malvan con tono cupo, fissando la Mentitrice negli occhi.
Un azzurro misterioso, avvolgente e seducente. "Comunque mi è passato l'appetito... vado sul ponte, vieni con me?" Alla donna. |
Accidenti capitano, che tono cupo...
Decisamente in disaccordo col suo sguardo azzurro, che sembrava più acceso che mai. Risposi con un sorriso alla domanda, prendendo il suo braccio, pronta per andare sul ponte. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai e annuii brevemente.
Volevo solo andarmene da quella zona del castello e togliere dalla mia vista quel quadro. Senza troppi altri indugi seguii così il domestico nella sala da pranzo. Lo spavento mi aveva tolto in parte la fame ma ero decisa a mandar comunque giù qualcosa dopo l’intera giornata in viaggio. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Malvan e la Mentitrice salirono così sul ponte della nave. Era una meravigliosa sera di Maggio e il mare appariva solo appena mossa dalla brezza salata, mentre il cielo scintillava del chiarore tropicale di stelle sconosciute agli uomini del continente.
La Luna luccicava come un truciolo d'argento e gettava sulle onde schiumose i pallidi riflessi della sua scia. "Ci attendono altri 2 giorni di mare" disse il capitano "e poi finalmente toccheremo la terraferma." In quel momento però la Mentitrice vide qualcuno. Era la sagoma, alta e slanciata, di un uomo che immobile guardava verso lei e il capitano. Benché fosse in un angolo buio la donna ebbe la netta sensazione che, per portamento e abbigliamento, quell'uomo non fosse nessuno dell'equipaggio. Il domestico fece accomodare Abigail al lungo tavolo della sala, per poi servire la cena. Dopo un po' l'orologio battè le 23.00. Il tempo era passato rapido e silenzioso. "Signorina..." disse il domestico "... ho preparato la sua camera per la notte. Se non le occorre altro io mi ritirerei. Domattina devo preparare al meglio il castello per il ritorno di suo zio." |
A sera era molto più calma di come era apparsa nella stiva, e non stentavo a crederlo.
Il mare era piatto e la Luna brillava. Sì certo, tutto molto bello e affascinante e romantico. Guardai Malvan. "Dove attraccheremo di preciso?" non ne avevo ancora idea e volevo capire se fossimo anche solo vagamente vicini al mio obiettivo. Poi, notai qualcuno che ci fissava. Lo guardai a fondo, ma non mi sembrava dell'equipaggio. E la cosa si faceva davvero curiosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mangiai con poco gusto ma non volevo offendere il lavoro del domestico perciò cercai quanto meno di assaggiare tutto.
Fu un pasto solitario immerso in un silenzio che venne interrotto soltanto dall’orologio. Si era fatto effettivamente tardi quindi rassicurai l’uomo, poteva tranquillamente ritirarsi. E così decisi di fare anche io incamminandomi verso la mia stanza. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quella figura se ne stava immobile, nel chiaroscuro della sera stellata, a fissare la Mentitrice e Malvan.
Più la donna guardava quella sagoma e più le sembrava che fosse totalmente diversa dagli altri a bordo. Malvan non si era accorto di quella presenza e fissava invece il mare con sguardo pensieroso, forse per via dei topi a bordo. Abigail finì di cenare e si ritirò nella sua camera. Un silenzio cupo avvolgeva il castello. Tittavia, nonostante l'inquietudine la fatica del viaggio si fece sentire e la ragazza si addormentò poco dopo. La brughiera appariva vasta, selvaggia e intrisa di mistero. Alle disordinate chiazze verdi disseminate ovunque, tra dossi e fossati, comparivano di quando in quando antichi ruderi consumati dal Tempo, unica testimonianza di epoche remore e civiltà dimenticate sorte e svanite eoni fa in quel luogo. Il vento soffiava inquieto e orgoglioso, sferzando le come delle robuste querce quasi a voler ricordare il dominio del Cielo sulla materia che compone il mondo. Abigail era presso un ruscelletto che scorreva plagido fra arbusti e rocce amnantate di muschio, dall'acqua fresca e guizzante. A un tratto udì un nutrito e lo vide. Galoppava piano e in un attimo era presso di lei. Smontò da cavallo e restò davanti alla giovane. Era alto e slanciato, dai lunghi capelli corvino, la carnagione oltremodo chiara e gli occhi di un azzurro profondo, quasi ipnotico. La camicia era bianca e candida, i pantaloni scuri e stretti in alti stivali in cuoio nero. "Ti stavo cercando." Disse. "E so che anche i tuoi familiari ti stanno cercando. Vieni..." quasi come fosse un ordine, ma con un tono in realtà solo virile. Abigail lo seguì e i 2 fecero l'amore all'ombra di un alto noce, con un ardore e un impeto che la ragazza non aveva mai provato. Il rintocco dell'orologio la svegliò di colpo, destandola da quel sogno. Erano le 8.00 del mattino. |
Malvan, ovviamente, non poteva vederlo segno che i miei calcoli erano corretti.
"Faccio una passeggiata sul ponte" dissi e mi allontanai passeggiando con tutta calma. Volevo verificare se mi era possibile interagire con quella figura e scoprire qualcosa in più. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 09.20.30. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli