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Ormai stava facendosi buio, la festa era finita e con la beneficenza organizzata avevamo raccolto molti soldi, dopo i saluti tornai nella carrozza e i bambini erano stanchi ma dissi al cocchiere di tornare dall' antiquario, mi stavo torturando.
Entrai e dopo aver bussato alla porta entrai per parlare con lui..sicuramente la donna se ne era andata..e poi sarei andata alla osteria dove il Priore Tommaso non aveva voluto parlare con quell' uomo..volevo sapere cosa sapesse lui,Bensuon, non lo vedevo da dopo la morte di Guisgard. |
Poveretto era seccato...al solo fatto che si nominasse Guisgard...no caro...tu sei terribilmente impaurito che i fantasmi ritornino......." Sei diventato saggio......vedi amore....se solo tornassi a fidarti di me, eviteresti il mal di stomaco e la tua vita sarebbe piu' serena......un'ultima cosa...e so che sei d'accordo con me...a cena ci sarà il famoso straccione di stamattina...e' un Bardo......vedi...questi straccioni puzzolenti...girano...ascoltano compongono poemi cantano.....e ci raccontano cosa ci accade attorno...e io so che tu..faresti carte false per sapere cosa succede attorno a casa tua.....".......Non usero' mai il Bardo ne' i chierici per il tuo tornaconto De Gur...a meno che non fosse.......per qualcosa di lecito.....e non mi sembrava proprio...Scendemmo nella sala da pranzo e tutto era a posto...così come avevo chiesto.........A tavola si poteva conversare e perchè no...conoscersi un po' meglio...."Priore...desidero presentarvi un grande Bardo Taliesin....e' qui al Castello da stamane.....sembra che oggi ci si trovi riuniti alla stessa mensa per un motivo speciale.....magari perchè e' così che ha deciso nostro Signore...".....
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Altea tornò dall'antiquario e trovò l'uomo indaffarato a sistemare alcune cose nel suo negozio, prima di chiudere, vista l'ora tarda.
“Bentornata, milady.” Disse l'uomo alla dama. “Avete trovato notizie sul vostro ciondolo? In verità, vi dirò, che temo sia vero ciò che ha detto quella misteriosa donna. Quando infatti siete andata via, è rimasta qui e mi ha raccontato molte cose. Io ho osservato con attenzione il vostro ciondolo, la sua fattura, lo stile e tutto il resto. E devo dirvi che quella donna in effetti lo conosceva benissimo. Mi ha poi detto che ha una passione per questi antichi monili e pare sia stata lei a costruirlo. Credo che nessuno a questo punto possa svelare il significato di quel ciondolo più di lei.” |
Elisabeth e De Gur scesero al pianterreno, nella sala dove trovarono ad attenderli il Priore Tommaso ed il bardo Taliesin.
La cena fu poi servita. “I miei omaggi, messere.” Disse il Priore al bardo. “Di dove siete? Dal vostro accento, udendovi recitare alcuni versi prima, deduco che siate forestiero. Se così possiamo dire di un abitante della nostra stessa penisola.” “In verità” rispose Taliesin “non vi ingannate, padre. Sono originario di quella terra che gli uomini hanno battezzato come Sygma.” “E cosa vi spinge così a Sud?” Chiese De Gur. “Nessun uomo” fece il bardo “sceglie il proprio cammino tra queste sbiadite ed ingiallite pagine del grande libro della vita. In realtà sono qui come altrove, perduto comunque perennemente in un Altroquando.” “Voi musici e poeti” ridendo De Gur “avete la straordinaria capacità di vivere fuori dal mondo, senza però impazzire o apparire stolti.” Guardò poi il religioso. “E voi, padre? Da dove provenite?” “Da Licinia.” Rispose il Priore. “Giunto qui” disse De Gur “per indagare sui fantasmi. Si, rammento.” “Fantasmi?” Ripetè il Priore. “Si, mi riferisco all'Austero e poi a suo nipote.” Sorridendo De Gur. “Sono morti ed indagare su questo per me è incomprensibile.” “Sembra che questo vi turbi, signore.” Fissandolo il religioso. “Come sarebbe?” Seccato il militare. “Beh, vi interessate oltremodo di ciò che accade a dei defunti.” Osservò il Priore Tommaso. “Affatto.” Scuotendo il capo De Gur. “Mi stupisce che ci sia ancora qualcuno come voi che se ne occupa, quando ci sono ben altri problemi qui nel ducato.” “Forse” replicò il religioso “i problemi sono sorti proprio in seguito a quelle misteriose morti.” “Misteriose?” Ripetè De Gur. “Beh, l'Austero era un uomo in età comunque avanzata” fece il religioso “ma non possiamo dire lo stesso di suo nipote, che invece era nel pieno della vita. Ed un giovane uomo, che come affermano tutti era sano e forte, desta comunque stupore se muore poi improvvisamente e senza apparente spiegazione. Non trovate?” |
Ammone condusse Clio sulla tomba di Guisgard, in uno scenario sinistro e surreale.
La tomba era di granito antico, scolorito e corroso dalle intemperie, come se fosse lì da generazioni invece che solo da qualche mese. Diventava visibile solo superati alcuni cipressi che racchiudevano un cancello di ferro chiuso da una pesante porta di pietra, poggiata su cardini già arrugginiti in modo da restare stranamente socchiusa. Quasi come se qualcuno avesse usato clemenza verso il defunto, lasciandogli una possibile via di fuga. E sulla lapide erano incise queste parole tratta da un Salmo: “Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, sono come un morto ormai privo di forza.” |
Il cuore batteva sempre più, in un inconciliabile contrasto con l'atmosfera di morte che mi circondava.
Il mio cuore batteva quasi volesse esplodere, il suo non batteva più. Esisteva forse crudeltà più grande? Destino peggiore? Per un istante pensai di scappare, correre via, mentire a me stessa dicendo che era stato tutto un sogno, che lui poteva arrivare da un momento all'altro, come sempre. Ma non potevo, non era giusto scappare. Tanto sapevo che lui non era lì, in quel luogo oscuro e sinistro, perché sarebbe vissuto nei miei ricordi, nelle mie azioni, e mi avrebbe accompagnato ogni giorno della mia vita. Una compagnia triste, eppure lieta. A volte mi chiedevo se non fosse stato meglio ignorare completamente l'Amore e la felicità che può dare. Ma nonostante quel dolore, ero grata degli attimi felici che avevamo passato insieme. Li avrei custoditi per sempre. Poi, Ammone mi condusse alla sua triste dimora. Trattenni il fiato, e mi avvicinai, sentendo ormai le lacrime affiorare. Quel cancello, quell'atmosfera spettrale. Nel leggere le parole, però, crollai. Caddi in ginocchio, scossa dai singhiozzi, nascondendo il viso tra le mani. "Amore mio..." sussurrai, forse in maniera incomprensibile, tra le lacrime "Mi manchi da morire.." sfiorando delicatamente quella pietra, quasi sperassi che potesse darmi conforto. In realtà, se alzavo timidamente lo sguardo su quella tomba, era persino peggio, la vedevo offuscata dalle lacrime, e mi appariva quasi irreale. Ma quella ferita nell'anima era reale, ed era come se tornando in quei posti l'avessi riaperta. |
Il paesaggio tutt'intorno sembrava aver abbandonato le coordinali abituali, come se il Tempo e lo spazio diventassero secondari, irreali ed echi di un qualcosa di sinistro e dimenticato parevano affiorare con insistenza in quell'atmosfera come incantata.
Clio ed Ammone erano davanti a quella tomba muta ed indifferente al loro dolore ed alla loro solitudine. Poi l'omone, vedendo la ragazza in quello stato, la prese di peso in braccio per portarla via. “Andiamo, Clio...” disse “... restare qui è inutile...” Ad un tratto i due udirono dei passi. Qualcuno era giunto alle loro spalle. |
Sentii la stretta gentile di Ammone, e il sostegno dell'uomo che mi prendeva in braccio.
Risi appena, sommessamente, annuendo alle sue parole. "Sì certo, scusa.." asciugandomi le lacrime, e cercando di respirare normalmente "Andiamocene, va.." con un debole sorriso "Prima che ci chiudano dentro.." sentendo dei passi dietro di noi. "Posso camminare..." mormorai, col medesimo sorriso, per poi alzare lo sguardo su Ammone "Grazie amico mio.." voltandomi un'ultima volta verso la tomba di Guisgard. |
Clio alzò un'ultima volta lo sguardo sulla tomba di Guisgard.
“Ehi, ciao...” disse Clio avvicinandosi alla staccionata fiorita della sua Casetta “... non... non mi aspettavo di trovarti qui...” “Lo sai che mi piacciono le entrate in scena particolari.” Facendo l'occhiolino lui. “Ti sarai annoiato...” sorridendo Clio. “Beh, la voglia di vederti era tanta” chiudendo il libro che stava leggendo lui “ma devo dire che questo racconto mi ha tenuto compagnia...” “Che libro è?” Chiese Clio sedendosi accanto a lui, per poi stendersi sul suo petto. “Un romanzo che parla di un cavaliere creduto morto in Terrasanta, ma che poi torna per vendicarsi dei suoi nemici e sposare la donna amata...” “E ci riesce?” Fissandolo lei. “Beh, i nemici dipendeva da lui batterli...” mormorò lui “... la donna invece...” “Invece?” “Beh, dipendeva da lei... se lo ha aspettato o meno...” “Ebbene?” Domandò Clio. “Lo ha aspettato?” “Beh, dipende...” “Ma insomma!” Esclamò lei. “La smetti con tutti questi beh e questi dipende?” “Beh...” “Ti detesto!” Lui scoppiò a ridere. “Si, ridi, ridi...” imbronciata lei. Lui allora le soffiò tra i capelli. “Smettila!” Lui continuò. “Ti avverto, finiscila!” “Altrimenti?” Senza smetterla lui. “Ti do una testata!” Voltandosi di scatto Clio per simulare una testata. Ma lui fu lesto a girare il viso e a baciarla. Lei in principio tentò di fare resistenza, ma lui la tenne stretta e continuò a baciarla. “Ti detesto...” sussurrò lei, con le sue labbra su quelle di lui “... si, ti detesto...” “Io no...” baciandola ancora lui. “... magari anche la donna del romanzo disse così al cavaliere creduto morto...” “Magari si...” rispondendo a quel bacio lei “... magari lo meritava...” “Beh, dipende...” fece lui. Lei allora gli morse un labbro per dispetto e corse via. “Ahi...” si lamentò lui, per poi inseguirla. La raggiunse tra alcune aiole, finendo entrambi sui fiori. “Lasciami!” Intimò lei. “Sennò?” Nei suoi occhi lui. “Cosa fai?” “Provaci e vedrai!” Lui la baciò ancora. E la baciò ovunque, con passione. “Ti detesto...” gemendo lei. “Lo so...” senza fermarsi lui. “Dimmi del romanzo...” col viso in fiamme Clio “... dimmi cosa accadde...” “Lei lo riconobbe...” disse lui, senza smettere “... lo aveva atteso per anni... e tu?” “Io...” quasi non riuscendo a parlare Clio “... io... cosa?” “Mi aspetteresti...” sussurrò lui “... mi aspetteresti se tutti dicessero che sono morto?” “Chiederei di vedere il tuo corpo...” rispose lei con gli occhi chiusi. Lui allora la spogliò e fecero l'Amore tra quei fiori, davanti alla Casetta. Quel ricordo svanì nel silenzio circostante, in quel muto ed indifferente senso di apatia che intristiva quel luogo. Poi Ammone si voltò di spalle dietro di loro e vide qualcuno. “Non temete...” disse una figura apparsa all'improvviso “... non piangete, Capomazda non è morta...” Aveva un lungo mantello ed il volto celato da un cappuccio. http://subcity.it/wp-content/uploads...ce-celtica.jpg |
Sorrisi a quel ricordo lontano, grata che mi fosse venuto in mente proprio in quel momento così triste, in cui ogni speranza sembrava lontana.
Ma forse non era un caso. Nulla accade per caso. Trasalii.. “Mi aspetteresti...” sussurrò lui “... mi aspetteresti se tutti dicessero che sono morto?” Quella domanda mi rimbombava nella mente, insieme ad un turbinio di pensieri, dubbi, sospetti e un pizzico di speranza. Ma una voce alle nostre spalle mi riportò bruscamente alla realtà. Divenni seria e concentrata immediatamente. "Chi siete voi?" rivolta all'uomo incappucciato. |
Clio ed Ammone fissavano quella misteriosa figura incappucciata.
“Non temete...” disse “... non temete, siamo dalla stessa parte.” “Che parte?” Sbottò Ammone. “La vostra.” “Come fate a dirlo?” “Recavate omaggio all'ultimo dei Taddei.” Mormorò la figura. “Tanti vorrebbero farlo, ma non ne hanno il coraggio. Non è saggio giungere qui per piangere i veri duchi. Ma voi vedo non temete tale pericolo.” E mostrò loro una moneta d'argenta con l'effige della civetta. “Ed il coraggio va sempre premiato. Come la lealtà.” |
Osservai quella figura, ripensando alle parole del prete, ma anche le riflessioni di Ammone.
Dovevano essere loro, quello del Patto delle Civette. "Avete detto che Capomazda non è morta..." Osservando la figura "Vi ascolto... Dite di essere dalla nostra stessa parte? Chi mi dice che non sia un inganno?". Qualunque cosa ci fosse sotto, dovevo scoprirne di più. |
“Se fossi un uomo di Gvineth o di Cimmiero non sarei qui.” Disse l'incappucciato a Clio. “Loro hanno paura a tal punto dei Taddei da temere anche i loro fantasmi.”
“Allora chi siete voi?” Brutalmente Ammone. “Sono un vostro amico.” Rispose l'uomo. “E come me ci sono molti altri amici. Amici vostri e dei Taddei.” “Insomma” fece Ammone “volete fare una rivoluzione? Scatenare una guerra contro i due pretendenti al ducato?” “No, loro sono in troppi.” “Allora cosa sperate?” Con rabbia Ammone. “Che i Taddei resuscitino dai morti forse?” “Si, in un certo senso...” annuì la figura incappucciata. |
Alzai lo sguardo su Ammone, per poi tornare a guardare la figura incappucciata.
"I loro fantasmi..." Pianissimo guardandomi attorno. Poi ascoltai attentamente le parole dell'uomo. "In un certo senso?" Curiosa "Che significa?". La faccenda mi incuriosiva sempre di più, dovevamo solo capire se fossero amici o impostori. |
La notte era profonda e dominante, gettando la sua ombra di incanti e misteri ovunque.
“Si, farli resuscitare...” disse l'uomo incappucciato “... in un certo senso...” “Al diavolo!” Sbottò Ammone. “Parlate!” “Siamo in pochi per poter affrontare le milizie di Gvineth e Cimmiero unificate.” Spiegò l'uomo. “Ma possiamo vincerli senza dover neanche combattere.” “Siete pazzo!” Esclamò Ammone. “Credete?” Fissandoli l'uomo misterioso. “Eppure mi state ascoltando. E come voi lo faranno tutti. Sapete perchè? Perchè noi siamo l'unica speranza.” “Che speranza?” Mormorò Ammone. “La speranza di far tornare un Taddeo sul seggio ducale.” “I Taddei sono morti.” “Forse...” “Insomma, chi siete?” Spazientito Ammone. “Il patto...” rispose l'uomo “... il Patto delle Civette...” “I pazzi...” scuotendo il capo Ammone. “I patrioti.” Replicò l'uomo. “Coloro che riporteranno lord Guisgard sul seggio.” “E' morto, maledizione!” Gridò Ammone. “Allora avremo il suo fantasma.” Sentenziò l'uomo col cappuccio. |
Ascoltai in silenzio l'uomo e Ammone.
Sorrisi all'omone. "Cosa vi rende tanto sicuri?" Scrutando l'uomo "Voglio dire, ai tempi di Dominus le cose erano diverse, Guisgard era un fantasma, certo.. Ma nessuno ne aveva decretato la morte, era solo scomparso.. Ma ora.." Alzando le spalle "Non vorrete prendere un impostore e fingere che sia lui, vero? Perché non vi crederebbe nessuno... A maggior ragione chi lo conosceva personalmente... Oppure..." Esistai "C'è qualcosa di cui voi siete a conoscenza e noi ignoriamo?" Cercando di scrutare il viso dell'uomo. Tipo che lui è vivo... Ma non aveva senso, pensai, era solo l'insana speranza del mio cuore martoriato. Perché avrebbe dovuto fingersi morto? Ma di nuovo quella domanda mi tornò alla mente. “Mi aspetteresti...” sussurrò lui “... mi aspetteresti se tutti dicessero che sono morto?” |
“Siete arguta...” disse l'uomo a Clio “... molto arguta... infatti è quello che faremo... scendere nell'Ade è recuperare il nostro duca...”
“Ma cosa diamine sta dicendo?” Ammone a Clio. “Ciò che ha detto la vostra compagna.” Fece l'uomo. “Ossia quello di portare qualcuno sul seggio Taddeide... e spacciarlo per lord Guisgard.” “Ma questi sono pazzi!” Esclamò Ammone. “Un branco di idioti!” “Invece è il solo modo che abbiamo per salvare Capomazda.” “Nessuno può essere spacciato per lui!” Stizzito l'omone. “Non ingannerete nessuno!” “Invece si...” annuì l'uomo incappucciato. |
Ascoltai l' antiquario perplessa. ."Aspettatemi..porto i bimbi e prendo la mia valigia poiché ero qui solo per questa festa e come detto a Petronilla devo tornare a corte".
Riportai i bimbi e presi la valigia..guardai Efrem e non dissi nulla..era meglio non mi vedesse più poiché la mia vita era troppo difficile e lo dissi a suor Gertrude tra le lacrime. La carrozza mi portò da milord Bauon "Eccomi..si un priore mi ha detto pure è antico e come può allora averlo costruito lei?" Dissi perplessa.."Vi ha detto altro..o dove vive?" . Istintivamente mi misi la collana al collo..era un regalo..perché non indossarlo? E la civetta spiccava sul deccolte'. |
Chiusi un istante gli occhi, annuendo gravemente, poi, dopo essermi schiarito la voce, risposi;
-In verità, voi mi chiedete di giurare, ma purtroppo il mio stato, il mio stesso ruolo, è fonte d'impedimento a cotal giuramento, poiché un cavaliere giura solo di fronte a Dio, e non al cospetto degli uomini. Tuttavia quello stesso stato, e quello stesso ruolo, allo stesso tempo ci vengono in aiuto, perché, sul mio stesso onore di cavaliere, vi faccio solenne promessa di non rivelare ad alcuno quanto verrò a sapere, e non per timore di una punizione, ma per mantenere intatta la dignità e la gloria della casta millenaria alla quale appartengo. Ovviamente, mi faccio garante del mio scudiero, e su di me cadranno, eventualmente, le sue colpe- |
Scossi la testa a quelle parole dell'uomo, incredula.
"Ma.. È una follia... Il mio amico ha ragione, non riuscirete mai a spacciare un impostore per Guisgard..." Scrutando l'uomo "Potrete ingannare il popolo, magari... Che l'ha visto da lontano, riflesso nella luce della corte.. Ma non riuscirete mai ad ingannare chi lo conosceva bene, i suoi amici...". Me... Ma non dissi altro. "Eppure sembrate molto sicuro... Dove troverete un uomo che gli somigli tanto? Il colore dei suoi occhi, la sua voce, il suo modo di fare... Insomma.. Voi lo conoscevate così bene da poterlo replicare?" Scuotendo la testa. Mi sembrava una follia, qualcuno che si fingeva Guisgard, come se fosse possibile comprendere appieno la sua personalità, il suo essere. "E chi ci dice che questo tizio sia poi migliore dei due signori che si stanno spartendo Capomazda?" Alzando le spalle "Sarebbe una finzione, dopotutto..". |
Non ricordo niente della mia prima infanzia.
Non ricordo né il volto amorevole di una madre, né quello bonario di un padre. Uno dei miei primi ricordi, è il chiostro del convento in cui sono stata cresciuta. Il chiostro e la parole di Suor Mair, che di lì a qualche anno sarebbe diventata la Madre Superiora, una delle donne più intelligenti ed illuminate del mio tempo. "L'istruzione è importante, Tessa! Non dare ascolto a chi vuole farti credere il contrario. Il priore è solo invidioso, perché noi suore riusciamo ad amministrare meglio il nostro danaro. E infatti è sempre qui che viene, quando da solo non riesce a finanziare qualche "opera che ci chiede il buon Dio"! Ricordati, Tessa, che se Dio avesse voluto veramente che noi donne fossimo inferiori all'uomo, non ci avrebbe donato l'intelligenza, la pazienza e la capacità di rialzarci sempre in piedi, nonostante le difficoltà!" Fu così che ebbi un'istruzione. Conosco le Arti Liberali e un'infinita quantità di testi, che ho avuto modo di studiare nella biblioteca del convento, della quale mi occupo insieme a Suor Elisabeth. No, non sono una suora, se è questo che vi state domandando. Non ho mai preso i voti e non ho intenzione di prenderli in futuro. Ho scelto consapevolmente di non essere moglie di nessuno: né di un uomo in terra, né di Cristo. Mi sono affezionata, negli anni, al mio essere senza radici. E ringrazio la Madre Superiora di avermi concesso di vivere qua, senza imposizioni spirituali e materiali, consapevole di aver contribuito, in buona parte, alle mie ideologie di indipendenza e libertà. La presenza della Madre Superiora mi scuote dai miei pensieri, mentre siedo nel chiostro, alla ricerca di qualche pallido raggio di sole. Presumo vorrà invitarmi alla preghiera. Le sorrido esitante, mentre penso che nemmeno invocare il buon Dio, quella notte, era servito a salvarmi dall'ennesimo incubo di sangue e morte. |
Spiluccai il mio pasto.....osservando attenta i commensali....Ognuno di loro aveva il proprio stile nel parlare...nel muoversi.....una cosa li accomunava tutti ....erano abituati ad avere a che fare con persone di specie e razza diversa....il pensiero religioso..il ceto sociale......De Gur rideva,ma la sua non era una risata spensierata....la sua era una risata di cortesia........Non temeva il Bardo...temeva il Priore....eppure io...avrei temuto entrambi.
La morte di Guisgard.....Morte ..perchè tu sia rinascita......Piu' andavano avanti le discussioni...piu' la mia mente si illuminava di pensieri.......Un calice di vino...l' ottimo pasto ..... e se avessimo riesumato il cadavere......sempre se ci fosse stato un cadavere o per lo meno il cadavere di Guisgard...Se lo avessi detto a De Gur...mi avrebbe uccisa con le sue mani....all' Abate...gli sarebbe venuto un colpo.....Il Priore......cosa ne avrebbe pensato ?........Sinceramente cosa pensavano gli altri non era mai stato per me un problema, ma da sola non avrei mai potuto chiedere di vedere la salma di Guisgard.....almeno non avrei mai potuto chiedere di studiarla....perchè se mai fosse esistita e se mai fosse stato ucciso da un arma o da veleno...le ossa parlavano...e dopo tre mesi...anche parte dei tessuti...capelli unghie potevano raccontarci qualcosa.......Mi resi conto di sorridere...certo non era un argomento da affrontare a tavola...da una donna poi...figurarsi......ma sarebbe stato così carino vedere i loro volti diventare rossi dall'imbarazzo......" Allora...vedo che la cena e' stata di vostro gradimento....e gli argomenti che vi accomunano non mancano...ne sono contenta......a Sir Taliesin...non fate caso a mio marito...vedete...sino a qualche tempo fa, amava recitarmi delle poesie che la notte gli suggeriva per me......ora pero' il lavoro lo ha preso talmente tanto che la notte gli suggerisce che esisto......."....gli diedi una pacca di conforto sulla sua mano rigida.........." Credo che siamo tutti stanchi...e domani io ed il Priore dovremmo andare al convento dall' Abate e dovremmo alzarci presto.....credo che sia il caso di ritirarci nelle nostre stanze....intanto col vostro permesso ...vi precedo.....".......mi alzai da tavola......e non andai nella mia camera da letto...scesi nel mio studio...se dovevo fare quella proposta al Priore..dovevo riguardare alcune cose..... http://www.umbriatakeaway.com/wp-con...5557321440.jpg |
Una rigogliosa natura, nuova e vibrante, mi sfrecciava accanto, mentre io, a passo spedito, mi dirigevo verso Capomazda.
Fin da piccola avevo vissuto sull'isola di Avalon, tra le braccia protettrici della Dea Madre. Mia mamma, rimasta incinta dopo essersi unita ad un uomo senza volto e senza nome durante i sacri riti di Beltane, era morta dandomi alla luce. In punto di morte, aveva chiesto alle Sacerdotesse di annoverarmi tra loro, una volta volta cresciuta e cosi fecero. Fui istruita dalle brillanti menti delle mie sapienti Sorelle, iniziata ai misteri della Dea e al dialogo con la natura. In pochi anni, anch'io ero diventata una Sacerdotessa. La scelta di andare via l'avevo maturata un fresco giorno d'autunno, mentre osservavo le nebbie addensarsi attorno all'isola. Non avevo mai saputo cio` che si trovava oltre quella spessa cortina bianca e densa, cosi avevo deciso di partire. Non era stato affatto facile; le mie Sorelle e la mia "maestra" avevano un po' storto il muso, all' inizio, ma poi avevano detto che ero abbastanza grande da poter decidere per me stessa. Ora, stretta nel mio pesante mantello, supportata dal mio fido bastone, mi avventuro alla volta di una terra a me sconosciuta, alla ricerca di una nuova me. |
“In effetti” disse l'antiquario ad Altea “il ciondolo è decisamente antico e forse quella misteriosa donna è molto esperta ed abile in questo genere di arte. Sicuramente veniva da fuori, visto il suo accento nordico. Mi chiedete dove vive?” Prese un biglietto dalla tasca. “Mi ha detto, prima di andare via, di essere certa che avreste chiesto di lei... e mi ha lasciato questo biglietto per voi...” dandolo alla dama de Bastian.
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“A noi interessa solo che chi lo veda da lontano creda sia lui.” Disse l'uomo incappucciato a Clio. “Nell'effimero splendore della corte, tra i marmi che raffigurano il leggendario Ardea, il ciclo di dipinti che ne canta le mitiche Questioni e poi tra i busti di Ardeliano il Grande e di tutti i suoi discendenti, fino a Taddeo l'Austero, nessuno giungerà a scorgerne le reali fattezze. Abbiamo già un piano e non falliremo.” Annuì. “Si, sarà migliore di Gvineth e di Cimmiero perchè dietro di lui, a muovere i fili, ci saremo noi... questo è il Patto delle Civette.”
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Veniva da nord...presi il biglietto, lei era sicura io sarei andata da lei, forse lei stessa mi aspettava per qualche motivo.
"Grazie mille, milord Bauon..siete stato gentile..speriamo di vederci per darvi delle novità". Lo salutai e uscendo dalla bottega lessi il biglietto lasciato da Cassaluia con curiosità mentre salivo sulla carrozza per dirigermi a Corte. |
Elisabeth salutò i commensali, lasciò la sala e scese nel suo studio.
Poco dopo tutti andarono a letto. La maga, però, non chiuse occhio, restando tutta la notte a studiare, indagare, analizzare una possibile risposta a tutto quanto stava accadendo nel ducato di Capomazda. Poi, pian piano, la notte scivolò via ed il nuovo giorno illuminò la nobile terra dei Taddei. |
Gwen, procedeva su un piccolo e stretto sentiero, fiancheggiato da pini, pioppi, castagni, salici, che in breve divenne viuzza e poi strada maestra.
Tutt'intorno dominava un verde lussureggiante, florido e avvolgente che impreziosiva una campagna vasta e screziata dalle tonalità che solo messer Inverno sapeva donare. In lontananza alte e azzurrognole montagne, con alcune, le più alte e distanti, che mostravano le cime chiazzate di neve, si stagliavano lungo l'orizzonte evocativo e dominante. Ormai piccoli centri abitati non dovevano essere lontani, visto che i rintocchi di campane si potevano udire nell'aria, ad indicare l'imminente e Santa Quaresima. Poi, lungo la strada, Gwen notò una piccola costruzione. Era al centro di un irregolare spiazzo, racchiuso da una malconcia staccionata e con un insegna che scricchiolava sul basso porticato. Era una locanda. |
Altea aprì il biglietto lasciato dalla donna misteriosa.
Ed il biglietto così riportava: “Lady Altea, comprendo la vostra reazione ed i vostri dubbi. Io stessa non mi sarei fidata, fossi stata al vostro posto. Eppure, dai vostri occhi, chiari come i miei, non ho potuto non leggere tristezza e rassegnazione. E forse in questo ci somigliamo. Chissà, magari è stato il Destino a volere che il mio ciondolo giungesse a voi. Ebbene ve ne faccio dono. Se invece volete parlarmi e conoscere di più su quel monile, allora vi aspetterò nella mia dimora. Vivo in un palazzo appena fuori la capitale del ducato, chiamato Palazzo delle Cinque Vie. Cassaluia” |
passai la notte a leggere libri di anatomia.......appartenevano ad un medico che era morto un anno prima che io arrivassi al castello........intanto...avevo fatto distillare alcune piante...la notte era il momento propizio......incominciai a sbadigliare...ero stanca.....e mentre leggevo a voce alta alcuni nomi di piante...vidi come passarmi accanto un ombra.......Posai il libro...misi i distillati nelle boccette e preparai il tutto nella valigetta....bene potevo andare in camera a darmi una rinfrescata........nell'uscire dal mio studio ebbi ancora la strana sensazione di quell' ombra....ma sapevo che stanchezza giocava brutti scherzi....Entrando in camera...vidi che De Gur era ancora lì in piedi a braccia conserte...e guardava fuori dalla finestra.....certo potevo dedurre che non fosse il panorama la sua ispirazione mattutina........" Buongiorno mio caro...dormito bene...?......"......certo non era una delle migliori frasi data la circostanza...ma mi resi conto che ero a corto di battute.........e De Gur.....non era di umore ottimo
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"E non pensate che i suoi amici vorranno vederlo? Palare con lui? Come possono non accorgersi della differenza?" Scossi la testa "A me sembra una forzatura... Insomma, chi mi dice che non sia un modo in cui usare il nome dei Taddei per prendere il potere?".
Sospirai. "E che spiegazione userete per spiegare il suo ritorno fasullo dal mondo dei morti?" Sempre più curiosa "Ma soprattuto, cosa volete da noi? Io combatterei per il vero Guisgard, perché dovrei farlo per uno finto?". |
Lessi quel biglietto, le mie mani tremavano..era come avesse letto la mia anima e io non volevo..non volevo si vedessero le mie angosce.
Abitava nel Palazzo delle Cinque Vie..era famosa nelle tradizioni taddeidi quel posto..si dovevo scoprire tutto quindi era meglio riposare e svegliarsi all' alba per poi raggiungere il suo Palazzo l'indomani..Bensuon avrebbe aspettato. Toccai istintivamente quel ciondolo che indossavo, se fosse stato vero perchè mai glielo avevano rubato? Era inutile farsi domande. Arrivata a Corte andai dritta nella mia camera e dissi a Petronilla di svegliarmi presto l'indomani quando seppi del Priore Tommaso..ero rimasta male, pensavo avesse compreso le mie inquietudini, mentre..una donna venuta dal nulla mi aveva capita..in fondo nessuno sapeva veramente chi era la vera Altea. Mi svestii e mi infilai nel letto ma ero troppo nervosa...dovevo fidarmi ad andare da quella donna da sola? Ma ero talmente stanca che mi addormentai di colpo. |
De Gur si voltò a quelle parole di Elisabeth.
“Ho dormito” disse “come può dormire un marito che non trova sua moglie nel letto accanto a lui. Ma immagino dovrò farci l'abitudine.” Prese l'uniforme e si vestì, per poi scendere giù. Intanto il Priore Tommaso era pronto ed attendeva Elisabeth per andare al convento. |
“I suoi amici, se sono veri amici, appoggeranno questa idea.” Disse l'uomo a Clio. “Noi il potere? Noi siamo solo fedeli ai Taddei.” La fissò. “Voi piuttosto... cosa eravate per lord Guisgard? Un'amica? O forse un'amante?”
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"Io ero la sua guardia del corpo prima che salisse al seggio ducale..." alzai le spalle "La mia vita privata non è affar vostro!".
Osservai l'uomo. "E voi, chi eravate per l'Arciduca?" chiesi a mia volta "E comunque non mi avete risposto, cosa volete da noi?". |
Altea, stanca, si addormentò subito.
Attraversava lentamente il cortile. Forse era quello del Palazzo dei Taddei, o forse quello della sua dimora di Baias. Era il crepuscolo e nell'aria dominava un triste silenzio. Poi il rintocco di una campana e dall'androne la dama vide avanzare alcune monache che recitavano il Santo Rosario. “Domani sarà il Mercoledì delle Ceneri e Guisgard sa che i duchi non mangeranno carne...” disse una di quelle. “Se ne mangerà poi morirà.” Fece un'altra monaca. “La Gioia lo troverà lo stesso...” lamentandosi un'altra ancora di quelle suore. Il rintocco delle campane ed Altea si svegliò di colpo. Era giorno. |
“Guardia del corpo...” disse l'uomo a Clio “... interessante... io? Io ero un fedele dell'Austero e ciò deve bastarvi. Cosa voglio da voi? Semplice... che appoggiate i nostri piani... se siete davvero devoti alla memoria dell'Arciduca...”
“E se rifiutiamo?” Fissandolo Ammone. “Dovrete scegliere allora...” “Cosa?” Chiese l'omone. “Se andare via da Capomazda” rispose l'uomo “o morire...” |
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Quelle parole mi ferirono...tanto da sentirmi morire dentro....." Hai ragione....ma e' pur vero che non mi cerchi piu' come un marito cerca una moglie....una moglie che ama e non che aspetta solo tra le lenzuola per suo compiacimento.....Io sono qui De Gur.......hai solo che da chiedermi di restare ....... "......volevo dirgli che lo amavo....ma era già andato via...un cuore amareggiato doveva avere il tempo per ascoltare...e io dovevo aver pazienza.. Uscii dalla mia stanza e scesi nell'androne....dove trovai il Priore..." Buongiorno...scusate se vi ho fatto attendere.....i cavalli sono stati già preparati..arriveremo in men che non si dica..."....sorrisi indifferente...a quegli occhi penetranti........Montammo a cavallo e mi gettai a galoppo verso il Convento..seguita dal Priore.....ma improvvisamente...qualcosa fece impennare il cavallo......e non riuscii a stare in sella....caddi ...a terra....e per un istante...mi chiesi se per caso quel giorno mi sarei dovuta comportare da moglie..... |
Mi agitavo tra le lenzuola e le preziose coperte e mi svegliai di colpo..il sole coi flebili raggi annunciavano il giorno, mi voltai e feci muovere una delle lampade che Guisgard aveva nella sua camera sulla Santa Caterina e me ne aveva fatto dono..ancora questi sogni..non posso continuare cosi, sembra qualcosa mi perseguiti, cerco di dimenticarlo..ma il suo ricordo rimane..delle monache che parlavano della Gioia..ancora quella dannata Gioia..forse è un suo messaggio, desidera vada a trovarlo in cimitero..ma io non lo ho dimenticato.
Mi alzai e mi feci un rilassante bagno alla lavanda e dopo colazione scesi nel giardino chiamando il cocchiere e salii sulla carrozza.."Portatemi fuori da Capomazda, devo andare al Palazzo delle Cinque Vie, da lady Cassaluia." Aspettavo con ansia di arrivare..guardai il ciondolo e lo indossai di nuovo, guardando il paesaggio. http://i57.tinypic.com/2igdf8y.jpg |
I contorni del misterioso ducato si facevano via via piu netti e anche il suono delle campane della chiesa diventava piu` acuto e deciso. Arrivata finalmente nel cuore della cittadina, notai un piccolo edificio, reso ancora piu` piccolo a causa del grande piazzale in cui si trovava. Dall'aspetto, si capiva che era una locanda. Mentre mi dirigevo verso la locanda, notai una carrozza che attraversava il piazzale. Da dentro la carozza, si intravedeva un giovane volto di donna; "sembra piuttosto turbata" pensai. Avevo imparato a dtudiare l'animo degli uomini e a leggervi dentro. Gli occhi azzurri di quella giovane erano molto tristi; rivolsi una veloce prrghiera alla Dea, affinche` aiutasse quella donna e poi entrai nella locanda.
Quando aprii la porta, un calore e un vapore denso mi invasero. L'ambiente era piuttosto buio e fumoso; l'aria era abbastanza pesante e c'era un gran vociare. Mi sedetti in un tavolo piuttosto riservato e quando un giovane ragazzo dagli occhi gentili mi si avvicino`, ordinai un pasto frugale. Mangiai in fretta; avevo accumulato molta stanchezza durante il viaggio. Cosi, salii nella camera che mi era stata assegnata, dissi le brevi preghiere rituali e poi caddi in un sonno profondo. |
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