Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 13-10-2010 00.19.44

Guisgard si voltò verso Morven.
"Del vostro rispetto e quello del capitano che vi comanda" disse Guisgard con un sorriso sprezzante "non so cosa farmene. E se qualcosa del mio comportamento non vi aggrada, mio giovane ed imbelle amico, sono pronto a darvi soddisfazione in qualsiasi momento..."
Allora rise di gusto e montò a cavallo.
"Andiamo, amici." Rivolgendosi al Cappellano e a Iodix. "Ho scorto delle torri oltre le cime degli alberi di questo bosco. Potremo finalmente riposarci."
Si voltò allora verso le tre dame, Talia, Rainbow e Arowhena, salutandole accennando un inchino e con il suo solito sorriso beffardo sul volto.
"Mie signore..." disse "... vi lascio in compagnia dei vostri valenti cavalieri."
Ed insieme ai suoi due compagni di viaggio prese la via verso Cartignone.

Guisgard 13-10-2010 00.22.18

Al palazo di Cartignone, Guxio trovò insolente il modo di fare di Elisabeth.
"Ricordate con chi state parlando, milady..." disse "... io qui rappresento un potere dal quale dipendono le sorti del vostro ordine cavalleresco. Io qui sono la Chiesa!"

elisabeth 13-10-2010 00.34.18

" A Voi non devo nulla Padre, a chi devo obbedienza e' al Santo Padre..........quindi gradirei da parte vostra rispetto, lo stesso rispetto che vi porto in quanto essere umano e non per la tonaca che indossate........."......

Morrigan 13-10-2010 00.37.43

Imbelle? Imbelle?????
Morven rimase un istante basito di fronte a quelle parole, e stupito perfino dalla sua stessa reazione.

"Imbelle?" si lasciò sfuggire
"C'è più coraggio in uno dei miei capelli che in tutti i peli della vostra barba!", mugugnò infine, con aria scontenta, sperando che Guisgard lo udisse e decidesse di tornare indietro.

Ma quando questo inevitabilmente non avvenne, rivolse uno sguardo sconsolato a Belven.

"E adesso che ci siamo liberati di quel fastidioso debitore, cosa proponete di fare, capitano?"

Guisgard 13-10-2010 00.50.29

"Torneremo al palazzo." Disse Belven fissando Morven. "Dimentichiamo l'accaduto. Non ne vale certo la pena."
Detto questo, i cinque tornarono a Cartignone.
E mentre attraversavano le strade della città, passando davanti ad una locanda, videro Guisgard ed i suoi compagni di viaggio.
L'irriverente cavaliere di Cornovaglia aveva preso posto ad un tavolo per giocare ai dadi.
Giunti al palazzo, e ritrovate Llamrei ed Elisabeth, Belven lasciò in libera uscita tutti i suoi cavalieri.
"Per stasera siete liberi." Annunciò loro. "Ma da domani allenamento e turni di guardia. E' tutto, signori. Potete andare."

elisabeth 13-10-2010 01.08.32

Ne avevo abbastanza di chiacchierare con il prete......uscii fuori, una boccata d'aria mi avrebbe fatto bene, intanto un brontolio allo stomaco....mi ricordava che non mangiavo da un po'. La taverna.........avevo le ali ai piedi......mi trovai davanti alla porta dove profumi di vivande e voci concitate mi arrivavano lasciandomi stordita.....aprii la porta ed entrai......non c'erano tavoli liberi.....mangiare al bancone.....ero sfortunata......mi guardai in giro....e sconsolata.....andai dall'oste......." E possibile mangiare qualcosa a quest'ora ?......qualcosa che sia decente possibilmente..."

Morrigan 13-10-2010 01.19.31

Morven seguì il suo capitano fino al palazzo senza fiatare. Non disse più nulla sull'accaduto, e annuì con obbedienza agli ordini impartiti. Ma appena fu lontano dallo sguardo di Belven, senza por tempo in mezzo, sgattaiolò fuori dalle mura del palazzo e ripercorse la strada a ritroso, lungo le stradine della città. Nel tornare non gli era sfuggito, infatti, che proprio in quel momento, nella taverna, quel cavaliere incontrato nel bosco teneva banco, giocando rumorosamente a dadi con i suoi compagni.

Morven non sapeva bene perchè stesse andando... Voleva sfidarlo? Voleva parlargli? O forse, più semplicemente, voleva solo osservarlo?
Era stato colpito dai suoi modi, così inusuali per un cavaliere. Egli aveva di certo mostrato coraggio, abilità con la spada, onore e generosità nel salvare la fanciulla... tutte doti che Morven ammirava nei cavalieri, e che voleva imitare e superare... ma quell'uomo sembrava possedere un secondo lato, che non era in luce... era arrogante e sembrava vivere al di sopra delle regole... al di sopra delle regole... questa idea attirava il lato inquieto del giovane Morven!

Così, per questo motivo, egli si precipitò dentro la locanda, senza ancora un'idea chiara di ciò che avrebbe fatto. Entrò spalancando la porta, si diresse dritto dritto verso il cavaliere che stava giocando a dadi, posò la sua spada corta sul tavolo proprio davanti a lui e lo fissò con uno sguardo provocatorio e diretto, senza dire una parola.

Guisgard 13-10-2010 01.29.14

"Certo, mia signora!" Disse il locandiere ad Elisabeth. "Ora vi cercherò anche un tavolo..."
Capitò così un tavolo proprio accanto ad uno dove alcuni uomini giocavano ai dadi.
"Posso farlo! Posso farcela a fare tre!" Grdidò uno di loro. "Stramaledizione!" Inveì, Guisgard, poi dopo aver fallito il lancio.
"Non badateci tanto, vi dico, signore.
Sfortunato al gioco, fortunato in amore!" Tentò di consolarlo Iodix.
"Ehi, tu gaglioffo..." intervenne all'improvviso uno dei presenti "... ho visto come guardi mia miglie, cosa credi!"
"Quella è tua moglie?" Chiese Guisgard. "Non può essere... sei troppo brutto!"
Anche la tua faccia ti sembrerà tale dopo che ci avrò messo le mani su, maledetto!"
"Ehi voi!" Gridò il locandiere. "Fermi, vi dico! Andate fuori a risolvere le vostre beghe!"
"Andiamo, Buaven. Non ne vale la pena!" Dissero alcuni dei presenti al marito geloso.
"Un giorno me la pagherai, cane!" Minacciò questi.
"Quando vuoi, mio tenero Otello!" Rispose Guisgard. "E tu che mi ritenevi fortunato in amore..." disse poi rivolgendosi a Iodix.
"Ora dirò, il dado, la taverna, la donna,
i veri guai, sono attorno ad una gonna!"
Un attimo dopo una spada fu posata sul tavolo davanti a Guisgard.
Ed un giovane cavaliere cominciò a fissarlo con attenzione.
"Ancora tu? Vattene, ragazzo, oggi non ho tempo per te..." disse Guisgard a Morven.

Morrigan 13-10-2010 01.36.13

"E invece temo che dovrete trovarlo, se non l'avete!" rispose Morven con un sorrido strano che gli illuminò gli occhi di una luce di sfida.

E con un gesto rapido, prima ancora che l'altro potesse reagire, prese i dadi che erano rotolati sul tavolo e li strinse in un pugno che sollevò fino al volto di Guisgard.

"Sulla mia spada, cavaliere, io vincerò il vostro tempo e la vostra attenzione, con questi dadi se mi occorre... quindi decidete: o mi seguite fuori da questa taverna senza troppi convenevoli e senza troppo baccano, oppure sarà Madonna Fortuna a decidere per noi... e sapete come si dice... questa dama, seppur di facili costumi, sembra avere predilezione per i principianti e per gli uomini audaci!"

elisabeth 13-10-2010 01.45.02

L'oste fu abbastanza gentile da trovarmi un posto a sedere........il mio tavolo era proprio vicino al tavolo di alcuni giocatori, giocatori abbastanza su di giri.....c'era un Cavaliere che mi sembrava oltremodo spiritoso...stavo mangiando del pane con del formaggio quando....vidi arrivare il giovane che in maniera decisa deponeva la sua arma sotto il naso del Cavaliere spiritoso...." I vostri guai non sono certo una gonna.......ma la spada di un giovane Cavaliere........qualcuno ha sbagliato le strofe della sua canzoncina "......avevo osservato quel ragazzo per il tutto il viaggio da Camelot, ne aveva di coraggio........


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