![]() |
Appena Gwen fu pronta, Pinto la condusse sul ponte di comando da Palos.
Qui gli raccontò tutto. “Questo incanto” disse Palos avvilito “è come un serpente dalle infinite code...” scuotendo il capo. “Cosa facciamo?” Chiese Pinto. “Non abbiamo molta scelta...” rispose Palos “... bisogna scendere a terra e cercarlo, prima che si metta nei guai...” “Vuoi che vada io?” Domandò Pinto. “Si...” annuì Palos “... io non posso lasciare la nave... ma sii prudente, mi raccomando...” |
Il palazzo era a dir poco inquietante, come se quell'atmosfera fosse capace di avvilirti e farti perdere ogni vitalità, ogni sorriso.
Come se una malinconia soffusa e pungente ti avvolgesse. Seguii Vengor all'interno del palazzo, guardandomi attorno. Sorrisi nel vedere il custode addormentato, ma ci pensò il cavaliere a svegliarlo, e anche questi parve sorpreso della nostra visita. Eppure mi rese sempre più curiosa. Paradossalmente pensai che anche di sera potesse essere affascinante, tetro e spettrale. Ma quella sera speravo vivamente di essere sulla nave. Così, mi accinsi a seguire il cavaliere che mi avrebbe guidato in quella visita così strana. |
Andammo da Palos.
Sospirai alle sue parole sull'incanto, aveva maledettamente ragione, anche quando disse che era meglio andare a cercarlo. "Non e` molto che e` andato via, non dovrebbe essere arrivato molto lontano" cercando di farmi forza. |
Erano giunti in città.
“Vi lascio qui...” disse il contadino “... io proseguo...” “Non vivete in città?” Chiese Icarius saltando dal carretto ed aiutando Dacey a fare lo stesso. “No, sono un uomo di campagna e non mi abituerei mai alla città.” Rispose il villano. “Capisco.” Annuì Icarius. “Seguite il mio consiglio però...” il contadino “... visitatela e lasciatela prima di sera.” “Perchè mai?” Incuriosito Hansiner. “E' solo un consiglio.” Borbottò il contadino. “Perchè questo consiglio?” Fissandolo il Taddeide. “Perchè la città è infestata.” Rivelò il contadino. “Infestata?” Ripetè il pellegrino. “Il fantasma della ragazza infelice la tormenta...” svelò il villano “... lo so, mi prenderete per pazzo... fate come volete, io vi ho avvertito... buona fortuna.” E andò via. “Che storia...” scuotendo il capo Hansiner. “Vi spaventano i fantasmi” Icarius a Dacey, togliendosi la giubba e posandola sulle spalle di lei “o è solo l'umidità sui vestiti che vi rende inquieta?” Sorridendole. “Comunque la mia giubba vi riparerà.” |
Clio e Vengor proseguirono, seguiti dallo sguardo inquieto del custode.
Attraversarono un corto corridoio, giungendo poi davanti ad una porta aperta, dalla quale si accedeva ad una cappella. “Questa è la Cappella di Santa Barbara...” disse Vengor “... è la protettrice degli artificieri... venite, proseguiamo...” salirono pochi scalini e si ritrovarono in una piccola saletta e qui vi era una scultura. Raffigurava una giovane dai lunghi capelli mentre dormiva. O forse senza vita. https://i.embed.ly/1/display/resize?...elIUAIcfXJ.jpg |
“Lo troveremo.” Disse Pinto a Gwen. “Dopotutto l'essere divenuto vecchio lo rende lento ed affaticato.”
“Volete scendere anche voi a terra per cercarlo?” Chiese Palos a Gwen, comprendendo il suo stato d'animo. |
Ancora fantasmi sulla mia via.
Scesi dal carretto aiutata da Icarius ma ero scontenta. Se fossi rimasta sulla nave sarei stata molto più felice. Accettai la giaccia stringendomi nelle spalle. - Vi ringrazio, umidità o fantasmi? Direi tutti e due ...,- sorrisi appena . |
Annuii a Pintoe poi a Palos, quando mi chiese se volevo scendere a terra. Era ovvio che volevo scendere; loro non lo avrebbero convinto a maggior ragione a tornare e speravo di riuscirci io.
|
Seguii Vengor guardandomi attorno affascinata, chiedendomi come quel palazzo potesse essere legato al canto, sempre che lo fosse.
Era davvero spettrale eppure affascinante, mi chiesi come mai fosse andato in rovina. Dopo la Cappella di Santa Barbara, salimmo una scaletta. E qui qualcosa attirò subito la mia attenzione. Era una statua, che raffigurava una bella donna addormentata. O era morta? La cosa si faceva sempre più inquietante. "Che bella fanciulla..." Sorrisi, indicando la statua "Sapete chi è?". |
Il gruppo scese dal carretto ed il contadino andò via, svanendo poco dopo nell'umidità, quasi fosse anch'egli un fantasma.
“Allora...” Hansiner a Icarius “... che pensi?” “Che tra umidità e fantasmi ancora nessuno mi ha parlato del Fiore...” pensieroso il Taddeide “... speriamo di scoprire qualcosa in città...” guardò poi Dacey “... milady, vi vedo inquieta... forse le parole del contadino e la strana atmosfera di questo luogo vi hanno resa ansiosa... volete tornare sulla nave? Se volete vi farò riaccompagnare da Sammone alla Divina Misericordia...” |
“Bene...” disse Palos “... Pinto, va con lei a terra... e cerca di trovarlo.”
“Si.” Annuì Pinto, per poi calarsi in acqua con Gwen su una scialuppa. Attraversarono l'umido fiume e raggiunsero poco dopo il molo, trovando ad accoglierli uno scenario quasi incantato. |
Tornare sulla nave..ah se solo avessi potuto ma ormai ero lì e li dovevo restare.... E attendere che Dension facesse ciò che doveva fare.
- Oh no, perdonatemi se non sono una buona compagnia di avventure... Tenterò di migliorare me stessa d'ora in poi,- gli sorrisi e presi a camminare verso la città. |
Vengor guardò la scultura.
“Raffigura una ragazza...” disse a Clio “... morta suicida proprio qui, lasciandosi cadere da una delle torri... secondo la tradizione il suo corpo senza sangue si tramutò poi in vetro, generando un fiore... e qualcuno giura persino di vedere i riflessi azzurri di quel fiore durante le notti umide...” sorrise “... naturalmente è solo una sciocca leggenda.” |
Cercai di non trasalire.
Riflessi azzurri.. Fiore.. Fiore Azzurro... Dovevo dirlo a Icarius, quella notte saremmo dovuti tornare nel palazzo. "Che storia triste.." Dissi solo. |
Io e Pinto prendemmo una scialuppa, attraversando quello strano fiume, per poi raggiungere un molo e trovarci di fronte ad uno scenario che sembrava uscito da una favola.
|
Icarius sorrise a Dacey ed il gruppo raggiunse le porte di Scafris.
La città appariva tranquilla, con la gente in strada e le botteghe aperte, ma ovunque dominava quella perenne umidità. Hansiner indicò una locanda e la raggiunsero. Entrarono, si sedettero ad uno dei tavoli ed ordinarono da mangiare e da bere. Il locandiere portò allora le pietanze in tavola. “Ci occorrono anche tre stanze.” Disse Icarius. “Certo, signore.” Annuì il locandiere. “Questa è la migliore locanda di Scafris.” “Non mi sembra molto affollata.” Osservò il Taddeide. “Cosa volete...” mormorò il locandiere “... questa malsana umidità tiene lontani gli stranieri... e così la mia bella locanda è spesso vuota... ma vedrete voi stessi che il servizio, così come il cibo sono ottimi.” Annuì. “Quanto alle stanze, ne avrete di pulite, signore.” “Una delle tre voglio sia più confortevole.” Fece Icarius. “Riposerà milady” indicando Dacey seduta accanto a lui “e voglio che sia interna, in modo da essere meno umida possibile.” “Non temete, signore...” sorridendo il locandiere “... darò a milady la stanza che fu di mia figlia, oggi rinchiusa in monastero per vocazione. Eh, siamo una famiglia molto devota.” “Bene.” Annuì il Taddeide. “Ora vi lascerò mangiare.” Con un inchino il locandiere. “Buon appetito.” E tornò in cucina. “Forse quel tipo potrebbe svelarci molte cose...” Hansiener parlando del locandiere “... ho idea che per denaro faccia di tutto...” “Ho avuto la tua stessa impressione, amico mio...” Icarius “... mangiamo ora... dopo tenteremo di saperne di più sui misteri di questa città...” |
L'umidità si addensava in basse nuvole di vapore soffuso, navigando lenta, quasi impercettibile, tra canne, palme e piante grasse.
Tutto era vago, mutevole, sfuggente. Pinto nascose la scialuppa tra la verdeggiante vegetazione che cresceva libera e selvaggia tra le acque giallastre del fiume. “Avviamoci verso la città.” Disse poi a Gwen. “Magari sarà andato verso il centro abitato.” Cominciarono così a percorrere la campagna, quando videro una villetta lungo uno stretto sentiero. |
“Si...” disse Vengor “... l'Amore è causa di felicità, ma anche di dolore... la giovane amò un nobile duca... un amore tragico che la spinse al suicidio...”
E mentre il cavaliere raccontava, Clio guardava quella scultura che in alcuni istanti appariva quasi reale. Come se fosse sul punto di prendere vita. |
Pinto nascose la scialuppa fra la vegetazione e ci inoltrammo all'interno di essa verso il centro abitato.
Ad un certo punto, scorgemmo una villetta in un sentiero. |
Ringraziai Icarius per la sua premura nel scegliere le stanze e poi annuii verso Hansiener.
- Questo locandiere é decisamente un chiacchierone ed ad occhio e croce direi che con un paio di bicchieri di vino potrà rivelarmi molti dei misteri della città.- Sorrisi agli uomini con cui ero a tavola e presi a mangiare. Tuttavia durante il pasto continuavo a chiedermi dove si fosse cacciato Icarius. |
Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
Più la osservavo, più sembrava viva.
Come se da un momento all'altro si potesse alzare per raccontarmi la sua storia. Era davvero bellissima. "E aveva anche un nome, questa sfortunata fanciulla?" Osservando la statua" Sospirai "Mi chiedo cosa possa averla portata ad un gesto tanto estremo.. Forse lui non l'amava? O è una di quelle storie in cui il mondo intero è contro i due giovani innamorati?" Risi piano "Oh, perdonate la mia curiosità... Sapete, sono un'appassionata di storie romantiche..." Sorrisi "E gli Amori tragici di solito lo sono sempre...". |
La sera era ormai calata, come un velo d'ebano aveva coperto ogni cosa, rendendo le fattezze di quel luogo più vaghe e l'umidità più densa.
Gwen e Pinto allora imboccarono lo stretto sentiero, illuminato dal velato pallore lunare ed avvolto dall'irreale silenzio di quella campagna nebbiosa. Videro così la luce della villetta, che sorgeva alla fine di quel viottolo, in direzione di Scafris. “Ormai è buio” disse Pinto “e credo sarà meglio chiedere ospitalità in quella villetta. Venite, raggiungiamola.” |
"Si, sara` meglio" annuendo.
Ci dirigemmo dunque verso la villetta, avvolta in quell'irreale atmosfera. |
“Secondo la leggenda” disse Vengor a Clio, fissando la scultura “il nobile duca, che era di passaggio in queste terre, restò ben poco a Scafris... e per il dolore, dettato dalla partenza dell'aristocratico, la ragazza si uccise.”
Ma fissando la scultura, ad un tratto, Clio si accorse improvvisamente di qualcosa. Qualcosa di incredibile. Una lacrima rigava il viso della statua. “Il dolore...” ad un tratto una voce dietro di loro “... non ha nome... e forse il nome di quella ragazza lo ha rubato il Tempo...” fece Norcier. |
Ascoltai le parole del cavaliere continuando ad osservare la statua della ragazza.
Poi quasi sobbalzai alle parole del custode. "È un peccato..." Con un sorriso. Poi vidi la lacrima sul suo viso. No, non me l'ero immaginata. Così mi avvicinai appena alla statua. |
Alla fine del sentiero la villetta appariva con le finestre illuminate e circondata da uno steccato ricoperto di foglie.
Benchè sorgesse in direzione della città, quell'abitazione era come appartata, distante dal resto del mondo. Quasi potesse parlare con la nebbia circostante. Gwen e Pinto la raggiunsero dopo aver attraversato quello stretto sentiero. E qui Pinto bussò alla porta. Dopo un istante qualcuno venne ad aprire. Apparve così una giovane donna, dall'aspetto gentile ed etereo. Era magra ed affabile, dai lunghissimi capelli neri, gli occhi grandi e nocciola, la pelle bianca e dal delicato sorriso. “Salute a voi.” Disse sorridendo. La sua voce era sottile e delicata, quasi di un meraviglioso infantile, mentre i suoi modi apparivano leggeri e garbati. https://filmglutton.files.wordpress..../01/brave4.jpg |
“Norcier, sei tu...” disse Vengor allo custode apparso quasi all'improvviso “... cos'è? Ti piace apparire all'improvviso?”
“Perdonate, signore...” mormorò il custode “... ero solo giunto a dirvi che è ormai sera ed il palazzo deve essere chiuso.” “Si, certo.” Annuì Vengor. Clio intanto si era avvicinata alla scultura e con sua meraviglia si accorse che quella lacrima era reale, scendendo piano sul viso scolpito. |
Quando bussammo, una donna eterea e dai modi gentili apri` la porta.
"Salute a voi, milady" sorridendole "Ci chiedevamo se potreste ospitarci per la notte, in attesa di riprendere il cammino domattina" spiegai gentilmente. |
“Certamente...” disse la donna, facendo poi segno loro di entrare “... con gioia...”
Così Gwen e Pinto entrarono nella villetta. Era accogliente e ben tenuta, con piatti di porcellana, bicchieri di vetro colorati, vassoi smaltati e diversi monili come soprammobili. Su un grosso divano poi erano adagiate varie stoffe ricamate. “Perdonate se è un po' in disordine...” si scusò lei “... ma ero impegnata col mio lavoro ed allora ho lasciato in giro le stoffe da ricamare...” E fu in quel momento che Gwen si accorse di una cosa. Su un fazzoletto era ricamata una curiosa scena. Una fatina accanto ad un fiore. Un fiore di colore azzurro. http://g02.a.alicdn.com/kf/HTB1p39SI...tch-b-font.jpg |
Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
Osservai quella lacrima, vera, come potevano essere le mie.
Che incanto poteva essere? Poi trasalii. Sera? Come poteva essere possibile? Di già? Dovevo trovare gli altri, chissà se erano già tornati indietro. Dovevo avvisare Icarius di quello che avevo scoperto. "Oh.." Esclamai "È già sera?" Sorridendo "Oh ma il tempo è volato.. Sarà meglio che trovi gli altri o torni alla nave altrimenti si preoccuperanno...". |
La cena proseguì in quella locanda quasi vuota, fino a quando Icarius tornò al tavolo.
“Ho preso un'altra bottiglia di vino...” disse sedendosi, per poi aprirla e riempire i bicchieri di tutti loro “... il locandiere afferma che è un ottimo vino... bevetene adagio, perchè invece credo che sia un vinello traditore, di quelli che vanno giù velocemente e con la medesima velocità annebbiano la mente.” “Alla salute allora!” Brindando Hansiner. “Dopo aver cenato” fece Icarius “cercherò di estorcere qualche informazione al nostro buon locandiere.” La cena proseguì e terminò. “Io ho sonno...” sbadigliò Hansiner. “Anche io.” Annuì il pellegrino. “Voi due” mormorò Icarius “dividerete la stessa stanza, mentre io dormirò con Sammone. Milady” guardando Dacey “invece starà naturalmente da sola, con Cq che le farà compagnia. Quando vorrete raggiungere la vostra camera” a Dacey “Cq vi accompagnerà.” Si alzò da tavola. “Io farò un giretto nel cortile e poi avvicinerò il locandiere.” “Fa attenzione.” A lui Hansiner. |
Entrammo e la casa era arredata con gusto.
"Non dovete preoccuparvi" le risposi sorridendo. Poi, mi accorsi di un fazzoletto, su cui era ricamata una fatina accanto ad un fiore. Un fiore azzurro. "E` molto bello questo fazzoletto, l'avete ricamato voi? Ha un significato particolare quel fiore azzurro?" le chiesi, per poi guardate Pinto. |
“Non potete tornare alla vostra nave...” disse Vengor a Clio, per poi avvicinarsi alla scultura “... di notte il fiume non è navigabile a causa dell'umidità che si fa nebbia... se non avete un posto in cui stare posso ospitarvi io, Clio...” si accorse della lacrima che rigava il viso scolpito “... l'umidità è ovunque...” asciugando la goccia “... finirà per rovinare ogni cosa...”
|
Rifiutai il vino. Non volevo sembrare scortese ma sapevo quale effetto poteva farmi.
- Vi ringrazio,- mi alzai quindi e sorrisi a quegli uomini,- signori, é stato un vero piacere cenare con voi ma credo sia giunta l'ora di ritirarmi,- accennai un lieve inchino,- Icarius ancora grazie per le vostre premure, auguro tutti voi una lieta notte.- E così detto insieme a Cq mi diressi nella mia stanza. Una volta dentro non potei non pensare se quella sarebbe stata la notte in cui Dension avrebbe affrontato Icarius. |
Non credevo affatto che fosse umidità.
Assolutamente... "Davvero?" Stupita "Io.. Non credo che sarebbe appropriato.. Troverò una sistemazione, non temete.." Sorridendo "Dopotutto anche i miei amici sono venuti in città, se non posso tornare io non potranno tornare nemmeno loro.. Li troverò, ma vi ringrazio per la vostra premura.. Davvero..". Dovevo trovarli assolutamente e raccontare a Icarius ogni cosa. |
Dacey raggiunse la sua stanza, posta all'interno e ben riparata dall'umidità.
Con lei, come aveva detto Icarius, vi era anche Cq. “Che notte silenziosa...” disse il droide “... non vivrei mai in un posto simile. L'umidità finirebbe per ossidare le mie giunture. Speriamo solo che il signor Icarius trovi presto ciò che cerca. Non vi nascondo che ho desiderio di terminare questo viaggio quanto prima. Dopotutto sono un droide di protocollo e non certo adatto per questo genere di situazioni.” Guardò dalla finestra. “Oh, eccolo là... starà aspettando di certo il locandiere.” Indicando Icarius che passeggiava da solo nello spiazzo della locanda. |
La donna sorrise dolcemente a Gwen.
“Si, ha un significato particolare...” disse, accarezzando il fazzoletto “... l'ho ricamato pensando al mitico Fiore Azzurro...” Pinto ricambiò lo sguardo di Gwen. |
“Sono un gentiluomo...” disse Vengor a Clio “... ho una grande dimora e vi alloggerei in una stanza tutta vostra. E' forse sconveniente? Più di quanto non lo sia dormire con i vostri compagni?” Fissandola.
"Signore, è tardi..." mormorò Norcier "... sarà meglio andare..." nervosamente. |
Mi sedetti sul letto, sprofondando tra le coperte.
- Come vi capisco, - dissi al drone poi,- anche io vorrei tanto mettere la parola fine a questo viaggio anche se... Non saprei dove andare o cosa fare dopo...,- dissi con fare pensiero e mi avvicinai poi alla finestra. - Spero che trovi il Fiore, pare non desiderare altro per la sua vita... Magari il locandiere sarà d'aiuto.- |
"Voi siete sicuramente un gentiluomo ma vi conosco appena.." Sorrisi "Preferirei trovare i miei amici, se non vi dispiace.. Si preoccuperanno per me..." Sorrisi.
Poi mi voltai verso sbirciare. "Oh, si certo.. Andiamo subito.." Porgendo la mano al cavaliere. Non avevo tempo da perdere, non potevo aspettare altro tempo. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 06.59.35. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli