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Avevo ragione a provare timore, nei suoi occhi vidi chiara l’assoluta determinazione a compiere il proprio destino di vendetta.
Chiunque era il suo bersaglio si sarebbe trovato in difficoltà ad affrontare il cavaliere. Quella determinazione però poteva anche essere utile e mi ripromisi di proporgli di entrare a servizio della mia famiglia, la mattina seguente. Un uomo dalle sue doti si sarebbe di certo rivelato utile. “ La pietra non è scomoda... naturalmente...” Sbattendo le palpebre nel vederlo stendersi come se fosse comodo su un morbido materasso. Io non riuscivo a fare altrettanto e restai seduta nei pressi del fuoco, la cui luce andò a illuminare una cetra accanto al cavaliere. Una cetra come lo spirito che aveva conosciuto la sera precedente. Bizzarro, per essere una coincidenza. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Dacey restò seduta davanti al fuoco, mentre Reddas era ormai steso su quelle pietre come fossero un comodo giaciglio.
Trascorsero alcuni istanti, poi lui aprì un occhio fissandola. “Vedo non riuscite a dormire...” disse, prendendo la sua cetra “... magari un po' di musica concilierà il sonno...” cominciando ad accarezzare le corde dello strumento, liberando lievi e dolci note musicali “... la sorella del nostro Maresciallo di Chanty... chissà da quanto tempo queste mura diroccate non accoglievano una simile dama...” con gli occhi chiusi ed un vago sorriso sul volto “... cosa sogna madama Dacey? Immagino ciò che sognano tutte le ragazze... un Amore struggente... una grande castello... una felicità senza limiti...” quasi sarcastico, beffardo. Quel calpestio. Qualcuno o qualcosa si avvicinava. Altea stava in guardia e sperava di salvarsi. Ad un tratto apparvero due figure indistinte. Si avvicinarono e lei riconobbe che una delle due era Pompilio. “Ecco il medico, madama...” disse. Il medico, un uomo anziano, dall'aspetto attempato e bonario, si chinò su Icarius e guardò il suo piede. “Brutta ferita...” disse “... dobbiamo stringere questo poco sotto il polpaccio...” con un laccio di cuoio che teneva con sé “... bloccheremo la fuoriuscita di altro sangue...” Fatto ciò con Pompilio caricarono il ragazzo ferito sul carretto. “Andiamo subito al villaggio...” il medico “... bisogna metterlo a letto e disinfettare la ferita...” E partirono. |
Appena vidi il volto di Pompilio mi rilassai..oh grazie mia Rosa Nera.
Lasciai il dottore fare il suo dovere mentre tenevo Icarius e lo mettemmo sul carretto. Presi Cruz e ci dirigemmo verso il villaggio..speravo tutto fosse andato per il meglio. Il Destino aveva voluto passassi di qui al momento giusto. "Dottore" al vecchio medico stranamente preoccupata, visto il mio solito animo freddo "Si salverà?". E rimasi vicino al carretto a sorvergliare ogni suo minimo movimento, sospiro, lamento. |
Icarius fu messo sul carretto e poi si avviarono verso il gruppo di case che costituivano il villaggio.
“E' una brutta ferita” disse il medico ad Altea “ma è un giovane sano e forte... dovrebbe farcela.” Dopo un po' arrivarono finalmente e subito Icarius, ancora senza conoscenza, fu portato in una taverna, dove venne sistemato in una stanza. Qui il medico terminò di curargli la ferita e di medicarlo. “Ora deve solo riposare.” Il medico ad Altea. “Vedremo domattina come starà, madama.” |
Alle parole del medico mi sollevai ed arrivammo in una taverna.
Subito Icarius fu portato in una stanza, il dottore finì di curarlo e al suo ultimo verdetto le membra si rilassarono. "Starò io qui con lui stanotte, così se avrà bisogno di qualcosa lo aiuterò" guardandolo ridendo, anche se ancora privo di sensi "Eh Icarius, mi fai fare pure la brava crocerossina" osservando il corpo perfetto del ragazzo, così diverso da quello del marito..anzi ex marito speravo. "Dite a Pompilio di andare a casa da Olie, sua moglie, non voglio rimanga sola" e misi una pezza fresca sopra la sua fronte bagnando i mori capelli. |
Pompilio tornò al palazzo, mentre Altea decise di restare a vegliare su Icarius ancora senza conoscenza.
Sudava e mormorava parole senza senso per il delirio causato dalla febbre. Altea provò con pezze fredde sulla fronte per aiutarlo. Dopo un po' la febbre sembrò calare ed il suo sonno divenne più tranquillo. La moglie del taverniere salì allora in camera. “Madama...” disse “... gradite qualcosa di caldo? Una tisana? Del latte? Chiedete pure, io sono già in piedi visto che fra un paio d'ore albeggerà e devo preparare il pane da infornare.” |
Ero lì, vicino a quel suo delirio..maledetti cacciatori di lupi..sospirai.
Poi dopo aver messo molte pezze bagnate si rilassò senza più dimenarsi e farfugliare parole strane e si addormentò tranquillo. Arrivò la donna del taverniere.."Non avrei tanta fame, vorrei un po' di latte con biscotti. Preparate il pane? Mi raccomando, fatene di più per me e per questo ragazzo, in modo che quando si svegli potrà mangiare qualcosa, vi pagherò bene". Mi sedetti sul letto e lo osservavo dormire, la mia mano istintivamente accarezzò i mori capelli scendendo con una carezza fino al petto, il mio cuore accellerò il battito..ma poi la lasciai istintivamente..sei pazza, non hai visto è alle prese con una di quelle sorelle. Fu peggio di quella tagliola nella mia mano quel pensiero..sarei stata condannata dunque alla fine di tutte le mie antenate, mi aspettava la Torre Alta per gettarmi? Ma la mano si ripose su quel petto così vigoroso. https://vignette.wikia.nocookie.net/...20120412060601 |
Avrei dovuto dormire, riposare e recuperare ulteriori forze per la mattina seguente ma mi era davvero difficile, sentivo la durezza della pietra che faceva irrigidire il mio corpo, avevo leggeri brividi nonostante il fuoco acceso e osservare quella cetra mi aveva resa così pensierosa.
Probabilmente Reddas lesse quella mia espressione sul viso, terminando il suo riposo e facendo aleggiare nell’aria alcune note. “ Vi preoccupate per me, non dovete. Sono solo poco abituata a dormire in un contesto del genere.” Indicando le pareti fatiscenti, con un sorriso tirato. “ Ah davvero? Siete così sicuro di indovinare i miei pensieri? Ahimè, devo deludervi. Ciò che pensò potrebbe farvi ridere o farvi paura al contempo...” Lo dissi con tono grave, ancora gli occhi sulla cetra e il ricordo del fantasma. “ Inoltre non mi serve sognare, mio fratello ha deciso per me un matrimonio. Non ha senso sognare qualcosa di diverso dalla realtà e restare illusa.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Trattenni un'espressione sorpresa.
O forse divertita. O anche entrambe. "Credevo avessi detto che non dovevamo uccidere nessuno..." dissi, con tono tranquillo, forse anche divertita. Ci inoltrammo nella boscaglia e vedemmo due uomini tirare fuori da una tagliola un povero lupo. E parlavano della bestia. Quella bestia. Rabbrividii con una smorfia quando sentii di alcune galline a cui era stato preso il sangue. Diamine, che cattivo gusto... "A quanto pare, quella bestia non si è fermata..." sussurrai pianissimo ad Elv. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Reddas guardò Dacey, senza smettere però di suonare la sua cetra.
“Ora sono curioso...” disse “... perchè mai i vostri pensieri dovrebbero farmi ridere o addirittura farmi paura?” Fissandola, per poi prendere il suo mantello e passarlo alla ragazza. “Prendete... piegatelo e stendetelo sulle pietre... renderà più comodo il vostro giaciglio...” “Evidentemente no...” disse piano Elv a Gwen, mentre entrambi, celati dal buio e dalla vegetazione osservavano i due cacciatori di lupi “... ora però non voglio pensare alla bestia... ho fame... tu?” Guardando la vampira ed indicando con un cenno del capo i due cacciatori di lupi. |
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