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“Si, esatto.” Disse annuendo Engener a Gwen. “Tecnicamente, o almeno in linea teorica, potrebbe essere così.”
“Si spieghi meglio, dannazione!” Nervoso Elv. “Allora...” fece lo scienziato mentre si accendeva un sigaro “... il mito del Tempo come fantomatica quarta dimensione è forse svanito... quindi viaggiare, ossia spostarsi nelle dimensioni che formano lo spazio... altezza, larghezza e profondità... ha da sempre suscitato la fantasia dell'uomo... ma se il Tempo non esiste significa che spostarsi in esso è impossibile...” fumando “... eppure noi siamo qui... ma dove esattamente? Davvero nel futuro oppure in un'altra dimensione parallela al nostro mondo?” “Io non ci sto capendo nulla...” sbuffando Elv. “Cercherò di essere più chiaro...” “Evviva!” Ironico Elv. “Dunque...” Engener posando il sigaro “... se il Tempo non esiste, significa che le cose non si muovono rispetto ad esso, ma solo spostandosi nello spazio tempo, in relazione a tutte le altre cose... in pratica ogni cosa si muove rispetto a tutte le altre... a questo punto si potrebbe pensare che Agnostor si muova nello spazio tempo in relazione al nostro mondo... o meglio è una sua possibile evoluzione... in linea teorica quindi se il nostro mondo non si muove più in una certa direzione, per forza di cose non potrà diventare Agnostor... perciò quello che dice lei” a Gwen “può realizzarsi... ossia evitare che il nostro mondo, la nostra civiltà diventi un giorno ciò che è la società di Agnostor oggi.” Fissando i due giovani. “Prego, seguitemi...” Li condusse in una sorta di scantinato, nel quale accendendo le luci videro uno strano macchinario. https://i.pinimg.com/originals/83/4a...5451e720ab.jpg |
Gli occhi chiari e limpidi di Hiss seguirono la mano di Altea che che portò quella di lui suo suo seno.
Nel toccarlo le dita del pilota si strinsero appena, avvolgendolo e premendo col palmo della mano sul capezzolo. Ciò fece accaldare la bella spia, strappandole più di un brivido. Poi i suoi slip scivolarono fino ai piedi di lei. Hiss, senza smettere di fissarla, si chinò appena e mentre con una mano faceva sollevare delicatamente prima un piede di lei e poi l'altro, con quella libera tolse gli slip di lei. Li raccolse e se li portò al viso. “Il tuo profumo...” disse guardandola negli occhi. |
Ero estasiata da quella visione.. "Chanel 5..certe volte vado a dormire solo con quella" ridendo e poggiando il piede sopra una spalla in modo autoritario. Lui a terra poteva adorarmi.
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Dal vapore caldo ed avvolgente Icarius vide prendere forma il meraviglioso e giunonico corpo di Destresya.
Lui subito cominciò a guardarla tutta, ovunque, più e più volte, eccitato e folle di desiderio. Lo sguardo della zia era compiaciuto da come suo nipote la guardava. “Ti piace essere guardata...” disse lui fra sé “... si, ti piace da morire...” C'era qualcosa di proibito, di sozzo, di infimo in quella doccia. Qualcosa di immondo, indecente, da tenere celato, segreto. Lei prese la spugna e cominciò ad insaponarlo. Subito il corpo del ragazzo cominciò a reagire, riconoscendo l'arrivo della padrona. Icarius la fissava con la bocca semiaperta, deglutendo di tanto in tanto, mentre l'acqua della doccia veniva giù e la sua mascolinità cresce impetuosa ed imperiosa. |
All'inizio, il suo discorso era decisamente confusionario, difatti non capimmo nulla.
Ma poi, iniziò a chiarirsi. Avevo capito! E avevo ragione! Poi ci portò a vedere uno strano macchinario. "A cosa serve?" chiesi curiosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Inginocchiato ai piedi di Altea, il paziente dal volto bendato e gli occhi azzurri, con la gamba di lei sollevata e col piede sulla sua spalla, poteva vedere tutto.
Vedere fra le cosce della bellissima spia il suo sesso simile ad un fiore che sbocciava con i suoi petali lambiti di brina mattutina. Lui allora, acceso di desiderio, strinse con una mano la caviglia di Altea che premeva col piede sulla sua spalla. Era una presa salda, decisa e virile. Se lei voleva essere una dea e venerata dal suo uomo allora avrebbe dovuto fargli capire chi comandava. Hiss non sembrava uomo facile da sottomettere, anche per una bellissima dea. |
"Non vuoi cedere vero?" sistemandomi i capelli "Le tue bendature rendono tutto più difficile.. Dovrai aspettare, mi dovrai desiderare, ti dovrai dannare e struggerti per me" sadica come solo CR9 poteva esserlo e mi abbassai portando la mia mano sui pantaloni della uniforme, slacciando salda la cintura con uno scatto, la mano senza esitazione scivolava fino la sua mascolinità, abbassandomi leggermente e lambendolo con la lingua.. "Voglio vederti in viso quindi ti conviene prima toglierti le bende" sorridendo.
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“A percorrere lo spazio tempo.” Disse Engener a Gwen.
“E cioè?” Confuso e sconfortato Elv. “Il Tempo non esiste, o almeno non come lo immaginano la letteratura ed il Cinema... ma lo spazio tempo è una realtà fisica, percorribile... non starò qui a spiegarvi concetti di gravità quantistica, ma questo macchinario nel momento in cui lo spazio si deforma ed il tempo si allunga è capace di attraversarlo... si tratta di un mondo sconosciuto, ma pare possa racchiudere le infinite possibilità in cui le cose, in relazione l'una con l'altra, si muovono... in pratica ciò che noi indichiamo come Destino...” "Assurdo..." Elv fissando il macchinario. "Non direi..." mormorò lo scienziato "... visto che probabilmente è stata questa macchina a risucchiarvi qui ad Agnostor..." "Cosa?" Incredulo Elv. "Allora è colpa sua tutto ciò!" Adirato. |
Fu anche peggio di prima.
Confusione, confusione, confusione. Ma quanta confusione! Però, quelle ultime parole bastarono a racchiudere tutto. "Questa macchina?!" esclamai, sconvolta, unendomi ad Elv nel suo sconcerto e la sua angoscia. "Ma... Allora... Se ci ha attirato qui, può anche essere riportarci indietro, vero?" speranzosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il suo corpo giovane e saldo sotto la mia mano, con la spugna sempre più calda, strizzata, che spruzzava sapone da spalmare sule membra umide.
Stavo disegnando ogni parte del suo corpo con movimenti lenti e appassionati. Fissavo il suo sguardo così intensamente che pareva accendersi e bruciare, tanto era incandescente, magnetico, bellissimo. Le mie mani scesero, trovando una virilità ardente ad attendermi. Lo osservai compiaciuta. Era così bello, così saldo, così forte, così intenso... mio, tutto mio. Iniziai ad insaponarlo, guardando l'azzurro dei suoi occhi con espressione divertita, poi iniziai ad aumentare il ritmo. Continuai, ancora e ancora, menrte la spugna accarezzava quel membro ardente tanto da renderlo tutto insaponato, completamente. Allora lasciai cadere la spugna e continuai a mano, prendendo tra le mie dita quella virlità ardente, dura e salda. "Oh ma guarda un po' che bravo il mio piccolino..." continuando ancora a stringerlo tra le mani, ad accarezzarlo in modo sensuale e provocante. "Oh si.. è proprio bravo, non è vero, piccolo?" continuando a far impazzire quel sesso con movimenti sepre più ritmici e sensuali. |
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