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“Andiamo...” disse Talcos ad Altea “... ho una veloce e moderna carrozza. E comunque non credo occorrano armi. I vestiti sono i tuoi, no? Basterà allora chiederli in dietro ed il gioco è fatto.”
Partirono e raggiunsero il castello diroccato poco dopo. |
Le sorrisi.
"Buona giornata allora, e grazie per la crostata..". Così uscii dal casolare e iniziai a camminare per la campagna, in balia dei miei pensieri, finché non trovai un albero che faceva ombra e mi sedetti ad osservare il panorama. |
Lo scenario era sempre piu` bello e incantato e ormai il molo, la cittadina e tutto il resto erano totalmente spariti sotto di noi.
Azabler diede ordine ai suoi di orientare la rotta verso l'Isola di Naghian, il rifugio dei corsari. A quelle parole non potei fare a meno che pensare a lui. Lui, che negli ultimi giorni aveva invaso prepotentemente la mia mente e i miei sogni ed era proprio ad un sogno che quell'atmosfera mi faceva pensare, alla prima volta che l'avevo sognato e ripensavo a tutte le sensazioni che mi aveva provocato, soprattutto quando mi aveva dato quel bacio, quel giorno sul battello, quel bacio cosi` irruento, diretto..... E non mi accorsi che durante quel pensiero le mie dita avevano sfiorato le mie labbra. |
La foresta era calma e resa come assopita dal caldo che oggi aveva avvolto la regione.
Clio si sedette all'ombra di quell'albero e restò a vagare con la mente, in balia dei suoi pensieri. Il casolare non era lontano, ma la fitta vegetazione lo copriva al punto da non essere visibile. E ad un tratto la ribelle lo udì ancora. Il suono dell'ocarina che proveniva dalla vegetazione. |
"Scherzi...se entro lì..e mi vedono..mi cacciano..o magari vedo lui..io non voglio farmi notare, devo essere come un fantasma..allora io entrerò dentro e tu guardi fuori se arriva qualcuno..e farai un fischio..tanto vi è silenzio laggiù, ti sentirò" scossi il capo.
Quando arrivammo gli mostrai quella porta sul giardino, quella che dava sulla botola, entrai nel maniero...vi era quiete, ovviamente seguii il consiglio di Talcos..ma se lo avessi trovato non mi avrebbe disarmata togliendomi la giarettiera stavolta. E iniziai ad aggirarmi per il castello come un ombra verso la sua stanza. http://i59.tinypic.com/2cwpqwx.jpg |
Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
Osservavo la campagna intorno a me, assaporandone i profumi e i colori.
Ma poi la sentii: l'ocarina. Sorrisi. Chissà se sarebbe scappato ancora, o se mi avrebbe permesso di avvicinarmi. Quasi senza accorgermene, così, come fosse la cosa più naturale del mondo, mi alzai e seguii quel suono. |
Le dita di Gwen avevano sfiorato le sue labbra, mentre il vento soffiava tra i neri capelli della giovane.
Come se tutta quella storia, le sue sensazioni ed emozioni, l'avessero fatta scoprire di colpo donna. Si, si sentiva donna. Una donna in balia di desideri e sogni. Il continente sotto di loro stava cedendo, poco a poco, spazio alla distesa immensa di un mare azzurro e piatto, con il suo orizzonte velato da lieve foschia e qualche sporadica stella che iniziava ad accendersi sopra di loro. Azabler chiamò allora tutti sul ponte. “Ascoltate...” disse ai suoi uomini “... tra un'ora circa avvisteremo l'isola dei pirati... ho fatto delle ricerche e posso dirvi che è fortificata su tre lati, mentre la parte occidentale è racchiusa da alte ed ivalicabili montagne. Avvicinarci con la nave è dunque impossibile senza essere visti. Per questo raggiungeremo l'isola con una scialuppa, dopo naturalmente aver ideato un buon piano. Ci camufferemo. Voglio dei volontari per seguirmi sull'isola.” |
Abbigliata per l'occorrenza, Altea, lasciando uno stupito Talcos che non immaginava di vederla così, si intrufolò tra le crepe delle murature nel castello.
Ormai era sera inoltrata e la gitana, novella avventuriera, come un'ombra si spostava in quei luoghi antichi e decadenti. E si ritrovò davanti ad una porta chiusa. |
Quando Azabler chiamo` a raccolta i suoi uomini, mi ridesto` dai miei pensieri.
Spiego` la situazione dell'isola e che serviva un buon piano per raggiungerla. Poi, chiese dei volontari che lo seguissero sull'isola. Subito, ebbi l'istinto di propormi, ma mi bloccai e decisi osservare la situazione. |
Come Angelica che percorreva la foresta incantata, così Clio, guidata dal richiamo di quel suono vivace, attraversava la fitta vegetazione, che però, a differenza dell'eroina dell'Ariosto, non si chiudeva dietro di sè ad avvolgerla, ma si apriva come se fosse l'immaginario cancello di un mondo di sogni.
E poco dopo lo vide. Qualcuno che steso sotto un albero suonava l'ocarina. Qualcuno che ben conosceva. Era Icarius. |
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