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Era stato tutto così strano e così reale.
- Si... Ehm... Continuo ad avere ehm delle specie di immagini nella mente ...dell'uomo che mi teneva prigioniera all'isola,- sospirai. - É stato solo un attimo, non vi preoccupate.- |
“Forse siete rimasta solo un po' scossa...” disse Icarius a Dacey “... dopotutto è stata un'esperienza tutt'altro che piacevole...” fissandola “... volete fare un giro sul ponte, all'aria aperta? O magari tornare nella vostra cabina a riposare?”
Intanto Clio si alzò, salutò e tornò nella sua cabina, seguita dallo sguardo enigmatico di Icarius. Qui si cambiò per la notte e si stese sul letto. Lo stesso fecero Elv e Gwen, tornando così nella loro cabina. L'aria era intrisa di umidità e tutto il paesaggio appariva quasi irreale. La Divina Misericordia galleggiava sulle acque piatte e silenziose di quel fiume fangoso e sporco, mentre la città addormentata pareva fissare con occhi segreti tutto ciò avveniva in quel luogo. |
Dovevo approfittare della situazione anche se avrei preferito andare in cabina a rifugiarmi tra le braccia di Dension.
- Due passi potrebbero aiutarmi, se voleste farmi l'onore di accompagnarmi ne sarei lieta... Non vorrei rischiare di avere un altro mancamento,- sorrisi appena ancora un po' imbarazzata da quell'episodio,- e poi ancora non ho visto il pegno di cui parlavate.- |
Come immaginavo, non riuscivo a prendere sonno.
Come potevo, dopotutto? Continuavo a tormentarmi, a ripensare ad ogni parola, ad ogni gesto di quella sera, chiedendomi se non avessi dovuto agire o parlare diversamente. E cambiavo opinione ogni dieci secondi. Cercai così di pensare a cose più serie, come la ricerca del Fiore, il canto, quella città. Ma subito tornavo a chiedermi come avrei dovuto comportarmi l'indomani. Già, domani... Tutto sarebbe dipeso da quella notte, da come avrebbe reagito lui. Non ne avevo idea, magari mi avrebbe solo ignorato. Già, probabilmente avrebbe fatto così.. Sospirai, e mi alzai dal letto, almeno potevo sfruttare quel momento per risparmiare tempo il mattino seguente, così mi avvicinai all'armadio cercando di scegliere l'abito da indossare. Quel genere di cose futili di solito mi distraeva. |
Rimasi un po' a fissare il paesaggio fuori dall'oblo` era sempre piu` strano: la nebbia continuaa a coprire tutto, mentre il vascello continuava a galleggiare su quel fiume sporco e fangoso.
Mi destai da quella visione cosi` strana e andai a fare una doccia. Non era facile convivere con gli effetti di quell'incanto, era sempre piu` angsciante e non vedevo l'ora che finisse, cosi` da poter stare tranquilli. Indossai poi una camicia da notte di raso color lavanda, il mio preferito e mi misi a letto accanto ad Elv. |
Clio cominciò a decidere quale vestito indossare per la mattina seguente.
Il suo animo era inquieto e fuori l'umidità rendeva l'aria pesante e irrespirabile. Nello stesso istante, Elv e Gwen, stretti l'uno accanto all'altra, giacevano così sul letto della loro cabina, cullati dal lieve galleggiare della nave sulle acque del fiume. Nel frattempo, Icarius e Dacey uscirono sul ponte, per far stare lei all'aria aperta. Passeggiarono così, osservando il corso del fiume che appariva muto e liscio come una lastra di ghiaccio. “Un pegno...” disse lui piano, fissando il fiume e la città avvolta dalla nebbia “... deve essere un pegno speciale, magico, per farvi restare qui e scacciare magari la voglia di tornarvene in cabina a riposare... giusto?” Sorridendole. |
Alla fine ne trovai uno che poteva andare, era di un rosso scuro, che ravvivava la mia carnagione rimasta chiara a dispetto della calura estiva.
L'abito era scivolato, stretto in vita da un'alta cintura leggermente più scura, una scollatura a barca, non troppo pronunciata, ma che lasciava scoperte le spalle completava il quadro. Il tempo passava, e io non volevo saperne di dormire. Forse sarei dovuta uscire. Ma se poi lui fosse venuto a cercarmi e non mi avesse trovata? Non verrà.. mormorai piano, in un sospiro. Perché dovrebbe dopotutto? Così decisi di fare un secondo tentativo, e mi stesi sul letto. |
Mi strinsi ad Elv e chiusi gli occhi. In poco tempo, un po' per la stanchezza, un po' perche` cullata dal movimento della nave, mi addormentai.
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- É bello qui anche se l'atmosfera ha un nonsoché di spettrale,- mormorai pensierosa mentre passeggiavo accanto a Icarius.
- Oh niente magia... Non fa per me, può essere dannosa invece che essere d'aiuto...-, mi riferivo con quelle parole principalmente a Gwen. - Non sono una donna con molte pretese, non lo sono mai stata... La cabina che ci avete offerto é molto più grande e bella della casa in cui sono cresciuta,- gli sorrisi nuovamente. |
Clio, con indosso la sua camicia da notte, tornò a stendersi.
Non riusciva a dormire e neanche intendeva farlo. Ma ad un tratto udì delle voci provenire da fuori la sua cabina. Erano Pinto, Rancesco e Sammone che bevevano di sana pianta, forse per trascorrere le lunghe ore di quella notte. “Dunque...” disse Rancesco “... cosa pensate di questo posto?” “Troppo umido.” Mormorò Pinto. “Non so...” Sammone “... domani ne sapremo di più...” |
In breve Gwen si addormentò accanto ad Elv.
Nebbia. Densa, fitta, umida, malinconica. Si diffondeva ovunque e penetrava ogni cosa. Lei camminava su uno stretto ponte, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Era un canto. Lontano e triste, accompagnato dalle note di un'arpa. Poi si accorse di una processione che veniva dalla parte opposta del ponte. Era composta da alcune anziane che recitavano i Divini misteri del Santo Rosario. E quando incrociarono Gwen, una di quelle anziane la guardò. “Questo canto” disse “è di cattivo auspicio, perchè narra del dolore...” In quel momento Gwen si svegliò. Era ancora notte alta. |
“Oh, non temete...” disse Icarius a Dacey “... non miro alle vostre pretese... siamo entrambi impegnati... voi per amore, io per dovere... voi avete sposato vostro marito ed io questa missione... il pegno...” fissandola con i suoi occhi azzurri, divenuti vaghi come quella notte “... so che con vostro marito siete entrati nella cabina del capitano... e forse è lui l'unico pegno che potrei offrirvi per rapirvi ancora un istante da vostro marito, vero?”
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Non dissi nulla ma non comprendevo ancora perché tutta quella ricerca, quella missione come lui la chiamava.
- Noi...,- aveva colto il punto e per un attimo la cosa mi mise a disagio ma riuscii a sostenere il suo sguardo, contrapponendo all'azzurro dei suoi occhi l'ambrato marrone dei miei. - Siete molto diretto e così lo sarò io... Ormai è piuttosto evidente poi, certo vorrei incontrare il capitano... Non mi piacciono i misteri.- |
Mi svegliai di colpo sedendomi in mezzo al letto.
Quel sogno. Gia`, dolore... Come se non avessimo avuto gia` problemi... Avevo il volto rigato dalle lacrime e la fronte imperlata di sudore. Non seppi dire se avevo urlato o no, ma di sicuro quel sogno mi aveva sconvolta. |
Ormai era chiaro che non sarei riuscita a dormire.
La sera scemava in notte, e per quanto guardassi quella porta restava ferma. Poi sentii le risate di Pinto e Sammone, sorrisi, come avrei voluto essere lì con loro, spensierata. In quel momento mi resi conto che un po' mi mancavano i miei ribelli, l'atmosfera leggera, la lotta a Maruania, gli atti di eroismo, le goliardate e le azioni incoscienti. La musica, quelle canzoni che cantavano i nostri ideali, la fratellanza. Ora tutto sembrava lontano. Ma sapevo anche che non sarei mai tornata indietro, era quello il mio posto ora. D'un tratto trasalii, mi misi a sedere per poi sorridere. Rammentai le parole di Icarius quando gli avevo rivelato il mio segreto. Mi avrebbe tenuto con loro a patto che non lasciassi morire il Lupo Nero. Forse era in letargo da troppo tempo, anche se non avevo notizie di Maruania su cui scrivere, né qualcuno a cui potessero interessare le mie parole. Avrei scritto solo per me, piuttosto, ma era un'alternativa migliore che star lì a rimuginare. Così mi alzai e raggiunsi la scrivania, sistemai il lume e iniziai a scrivere. |
Icarius sorrise a quelle parole di Dacey e si voltò a fissare l'indefinito scenario che avvolgeva la Divina Misericordia.
Prese allora dalla giubba la sua ocarina bianca, la stessa che lei aveva visto nella cabina del fantomatico capitano, per poi cominciare a suonarla piano. “E' quasi peccato...” disse tra le note “... si, quasi una colpa, un sacrilegio... la vostra curiosità contro il dramma di un uomo, di uno spirito...” alternando parole e musica “... non vi piacciono i misteri, i segreti... ma spesso l'ignoto è solo paura... la paura oltre la quale fuggiamo dai nostri fantasmi, dai nostri demoni... chi è il capitano, mi chiedete? Questo Capitan Falco, così enigmatico, sfuggente... quasi come il meraviglioso Fiore che cerca tra gli oceani del Tempo e dei sogni... mi chiedete che uomo sia? Non lo so, vi dirò... per qualcuno è un pirata, per qualcun altro un impostore o un fuggiasco... altri giurano sia un solo un sognatore, altri ancora persino un innamorato... io so che un tempo era un giovane nobile, con i medesimi sogni di ognuno di noi... e forse null'altro aveva chiesto alla vita, se non essere se stesso... vivere nella sua terra e trovare l'Amore Vero... ma la vita, con le sembianze di un demonio, si è preso tutto... le sue ricchezze, i suoi sogni, persino il suo nome... e così, come un naufrago è stato costretto dalla furia dei venti a cambiare volto e Destino... e divenire il Falco... un uomo solitario e maledetto, romantico, eroico eppur condannato all'oblio, a vedersi negare la Gioia... un uomo terribile che non vorrei mai incontrare, milady...” voltandosi a guardarla nei suoi occhi ambrati “... un Ulisse senza Itaca e senza Penelope, un Admeto che ha smarrito Alcesti, un Apollo destinato a rincorrere Dafne senza poterla toccare mai...” aveva ormai smesso di suonare l'ocarina “... davvero volete conoscere un simile dannato? Un galeotto senza speranza, un randagio e maledetto?” Si avvicinò a lei. Vicinissimo al suo viso. E per un istante Dacey ebbe la netta impressione che stesse per baciarla. I suoi occhi azzurri erano divenuti cobalto, come il mare, anzi gli oceani più sconosciuti. Poi di colpo la sua espressione mutò, con un sorriso, appena accennato sul suo bel viso. Prese allora il suo fazzoletto di Batista e lo portò al volto. “Perdonate ora...” mormorò con aria sufficiente “... ma temo che tutta questa umidità mi abbia alquanto infastidito... non vorrei ritrovarmi con i capelli crespi domattina...” ridendo piano “... vi lascio dunque tornare da vostro marito... dopotutto è ciò che giustamente desidera una moglie devota...” le sfiorò la mano con le labbra “... grazie della vostra compagnia e dei vostri sorrisi... li porterò con me stanotte... vi auguro un sereno riposo...” ed andò via. http://lh4.ggpht.com/-ze_F5hxH2Z0/Tg...png?imgmax=800 |
Gwen era immobile in mezzo al letto e un istante dopo anche Elv si svegliò.
“Ehi, piccola...” disse lui abbracciandola “... cos'hai? Fatto un brutto sogno? Vuoi raccontarmelo?” Era notte fonda. |
Clio si mise allo scrittoio e cominciò a scrivere.
Era tornata ad essere il Lupo Nero, nonostante adesso Maruania fosse lontana, così come i suoi falsi valori di libertà. Ma ad un tratto udì qualcosa. Era l'ocarina di Icarius e proveniva dal ponte. Durò solo pochi istanti, poi cessò e tutto tornò silenzio, a parte le parole gaie dei tre che bevevano fuori. |
Così scrissi, parlai di molte cose.
Dell'Amore, certo, di quanto sapesse colpirti nel profondo, raggiungere l'animo come null'altro. Ma scrissi anche del Falco, che ormai consideravo un'illusione, della nave, del Fiore, ma anche di Gwen e Elv, della prova che dovevano affrontare, lo sguardo di Dacey e Dension dopo il salvataggio della ragazza, della speranza che l'Amore, quello Vero, trionfasse sempre. Forse nessuno avrebbe mai letto le mie parole. Poi sentii la sua ocarina e sorrisi, era il perfetto sottofondo per quelle parole. Ma durò solo un momento, poi di nuovo silenzio. Rotto soltanto dal mio sospiro. |
L'ocarina cessò e poi solo silenzio, fatta eccezione per le parole dei tre fuori che bevevano.
Poi ad un tratto Clio udì dei passi fuori la sua cabina. “Olà, capo...” disse Pinto “... vuoi unirti a noi?” Mostrando la bottiglia. “Meglio di no...” ridendo Icarius “... domattina bisogna scendere a terra ed occorre essere lucidi... piuttosto, non alzate troppo il gomito o dovrò trovare altri volontari.” “Io posso bere tutto il vino del mondo” mormorò Sammone “e restare lucido come un bimbo appena sveglio.” E tutti loro risero. “Fate piano o sveglierete tutti a bordo.” Divertito Icarius. |
Anche Elv si sveglio`
"Scusa, non volevo svegliarti..." mentre mi prendeva fra le sue braccia "Ho sognato di camminare su un ponte. Ad un certo punto ho sentito una musica triste ed una donna mi disse che era di cattivo auspicio e narrava del dolore.... ho paura, Elv" guardandolo mentre le lacrime ricominciavano a scorrere "Stringimi... stringimi forte..." |
D'un tratto udii la sua voce.
Accidenti... Era lì fuori, così vicino eppure così lontano. Posai i fogli che avevo scritto. La tentazione di uscire era forte, ma mi limitai ad osservare la finestra. Ma certo non ero una che amava aspettare, non sapevo per quanto sarei riuscita a starmene buona buona in cabina. |
Elv strinse forte Gwen.
“E' stato solo un sogno...” disse “... uno sciocco sogno dettato dal tuo stato d'animo...” la guardò, accarezzandole il viso e poi asciugandole le lacrime dolcemente con un dito “... qualsiasi cosa accadrà, tu sarai sempre la mia Gwen... giovane e bellissima...” e la baciò. La baciò con passione, come se quell'incanto non esistesse. Come se lei fosse la bellissima mora che aveva conosciuto mesi prima. Un bacio ricco di trasporto e di Amore. |
Rancesco, Pinto e Sammone continuavano a bere gaiamente, mentre Icarius restò appoggiato al parapetto.
“Fate piano, o sveglierete davvero tutti...” disse lui, per poi fissare la porta della cabina di Clio poco distante “... chi è il tipo che ha avvicinato Clio a terra?” Chiese poi ai suoi compagni. “Un cavaliere...” rispose Pinto “... uno di quelli che amano darsi arie e che si mettono in mostra con le donne.” “A me non piace.” Sbottò Sammone. “A Clio invece pare di si...” pensieroso Icarius. “Le donne sono fatte così, che vuoi farci...” fece Rancesco “... un idiota non lo riconoscono neanche se lo porta scritto in faccia.” “Buona questa!” Esclamò Pinto ridendo. |
Annuii un poco confortata dalle sue parole prima che mi baciasse.
Mi bacio` con trasporto, passione, come se quell'incanto non esistesse, come se io fossi sempre la stessa e io lo Amavo, ogni istante di piu`. |
Ascoltai divertita il dialogo tra Icarius e i suoi.
Forse pensai che avrei dovuto dire tutto a Icarius, ma ero troppo curiosa di vedere come avrebbe reagito. Mia quell'attesa era snervante, e quei giochetti non mi erano mai piaciuti. La pazienza non sarebbe mai stata una delle mie virtù, decisamente! Così alla fine decisi di uscire, come se nulla fosse, e raggiungere il ponte, da dove sapevo che loro potevano vedermi senza sospettare che avessi ascoltato. Infossai una vestaglia da camera, che potevo indossare in pubblico, sopra la leggera camicia ed uscii. |
Elv baciò Gwen.
A lungo. Poi la strinse contro il suo petto. Cominciò allora a cantare una vecchia canzone. “L'ho imparata da piccolo...” disse sussurrando “... mi aiutava a non aver paura dopo un brutto sogno...” La canzone parlava di boschi fatti di pini e sicomori, di sentieri brulli ed eriche in fiore. Parlava di uno stagno all'ombra di verdi salici, dalle acque trasparenti e poco profonde. Poi di corse nella campagna, quasi a toccare il cielo, a rincorrere farfalle e ad aspettare le lucciole della sera. Lo sfoglio di una margherita, il profumo della brezza dei campi, la magia dell'Amore in fiore e dei sogni che attraversano l'alba senza morire. |
Clio indossò quella vestaglia ed uscì, raggiungendo il parapetto poco distante da loro.
Icarius la vide subito e fece cenno ai suoi come a dire ve l'avevo detto. L'aria era intrisa di umidità e tutto intorno a loro era avvolto da un irreale silenzio. “Immaginavo che i miei uomini fossero troppo rumorosi...” disse lui avvicinandosi a lei, per poi appoggiarsi al parapetto e guardare il fiume piatto “... ho detto loro di spostarsi, non ti disturberanno più... domani non vorrei fossi stanca a causa loro...” |
Mi bacio` a lungo e in poco tempo la paura causata dal sogno svani`.
Poi, mi strinse e intono` una canzone. "E` bellissima" mormorai quando ebbe finito "Non mi hai mai detto dove sei nato... io ti ho detto cosi` tante cose di me..." sorridendo piano e guardandolo. |
Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
Sorrisi nel sentire la sua voce che si rivolgeva a me.
"Ah perché credevi che dormissi?" voltandomi verso di lui, per poi sorridere. Dovetti mordermi la lingua per non dire che stavo solo aspettando. Invano, evidentemente. |
“Sono nato in una piccola cittadina di campagna...” disse Elv stringendo Gwen “... di quelle circondate dal verde e non molto lontane dal mare... dalle mie parti c'è sempre una scogliera oltre la quale il mare è blu, screziato di onde spumose e pronte a farsi di corallo al primo tramonto... basta solo camminare un po', oltre la campagna... e proprio su una scogliera c'era un vecchio faro... restavo ore la sera a vederlo illuminare il mare, cercando con lo sguardo la sua luce che proiettava lontano i miei sogni... immaginavo bastimenti carichi di spezie, fregate armate e galeoni ricchi di dobloni d'oro... forse per questo mi sono dato alla vita di mare... per quel vecchio faro e la sua luce che illuminava l'orizzonte dei miei sogni di bambino...” sorridendole.
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“Beh, è tardi...” disse Icarius guardando Clio “... immaginavo di si, che dormissi... ma forse eri eccitata per domani, per vedere questo strano luogo...” tornando a guardare il mare “... dovresti rientrare, sai?” Spostando lo sguardo sulla sua vestaglia ed intravedendo sotto la camicia leggera. “L'umidità fa male a quest'ora... e potrebbe rovinare la tua bella vestaglia...”
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Scossi la testa.
"Che sciocco.." Sorrisi, con gli occhi nei suoi, sfiorandogli il viso con la mano. Poi sospirai. "Come vuoi..." Mormorai "Vorrà dire che rientrerò.." Seguendo il suo sguardo sulla mia camicia e sorridendo piano. "Ma non credere che dormirò.." Alzando gli occhi su di lui per l'ultima volta per poi voltarmi. |
"Sembra un posto stupendo" sorridendogli "Ad Argoros non c'era il mare... non nelle immediate vicinanze, voglio dire... Era ricco di boschi e magiche foreste, impraticabili d'inverno a causa del clima rigido del Nord, ma erano stupendi d'estate, col sole che evidenziava i colori degli alberi e delle montagne. Era un posto davvero magico" sorridendo "Anche se suona un po' strano, visto che Argoros e` un paese di soli pagani" ridendo.
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Quella carezza sul suo viso, quel leggero sorriso, poi il suo sguardo prima di voltarsi.
Allora Icarius sentì l'istinto di avvicinarsi a lei. La raggiunse e delicatamente la fermò, cingendo piano i suoi fianchi con le mani. “Allora...” disse ad un orecchio di Clio “... chi è quel tipo? Perchè vuole farti da Cicerone?” |
Elv rise con Gwen, poi divenne serio di colpo e la baciò ancora.
La baciò con tale impeto che i due finirono per rotolare liberi fra le lenzuola, stretti da quel bacio e da mille carezze. “E se bastasse questo...” disse lui baciandola “... come nelle favole... se bastasse baciarti? Baciarti per rompere l'incanto?” |
Quel gesto, delicato e istintivo.
Sorrisi, senza voltarmi. Poi portai la testa all'indietro, per poterlo guardare negli occhi. "Nessuno..." Sorrisi "Solo qualcuno che mi ha preso per una ragazza ingenua.. Credo voglia far colpo su di me..." Con gli occhi nei suoi "A te non capita continuamente? Non sarai mica geloso?" Con un sorrisetto malizioso. |
Quelle parole non facevamo altro che incrementare il mistero del Capitan Falco. Non ero certa che le parole di Icarius fossero vere e poi c'era l'ocarina.
Ero confusa e la confusione aumentò quando si fece così vicino a me. Ero senza parole per quell'audacia ma fortunatamente non successe nulla. - Ora devo andare,- gli lanciai un'occhiata infastidita e tornai in cabina dove raccontai tutti a Dension, tranne per quello strano momento in cui lui si era avvicinato, non volevo fomentare altra violenza. |
Elv si fece serio di colpo, ma non ebbi il tempo di chiedermi perche`, che lui mi bacio` con tale impeto e foga che mi spiazzo`.
In breve mi trovai completamente in balia delle sue braccia e dei suoi baci. "Si puo` sempre provare" sussurrai sulle sue labbra sorridendo. |
Icarius restò in silenzio a fissare Clio che lo guardava e sorrideva maliziosa.
Era sempre con le sue mani che cingevano i fianchi di lei. “Dovresti rientrare in cabina...” disse poi piano, avvertendo il corpo di lei sotto la stoffa “... i tuoi abiti sono inumiditi... vuoi provocare tutto l'equipaggio... oltre me?” |
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