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Scossi la testa ma mi preso qualche minuto prima di parlare.
<< Al contrario, penso che la nostra permanenza qui sia superflua, penso che dovremmo andare dalla donna che mi cerca e prendere i soldi.>> Ero infastidita dal fatto che non fosse venuto Guisgard a sincerarsi delle mie condizioni ma ancora di più dal fatto che mi importasse, che ci tenessi fosse lui. E non potevo permettermelo. Era meglio porre a termine tutta questa storia e tornare una volta per tutte Dacey, la principessa di Animos. |
Marwel sorrise quasi impercettibilmente, poi le venne in mente Danny e tutto ciò che aveva comportato perderlo così prematuramente.
"No Icarius, non ho nessuno che mi aspetti in una città che non sia questa" disse finendo di spalmare l'unguento sul suo bel volto. "Non me ne andrò da qui, manderò i bambini a Capomazda e mi arruolerò come infermiera e se Dio lo vorrà li raggiungerò appena la guerra sarà finita. Non voglio abbandonare Evangelia, poichè l'unica casa che ho è qui e anche tutti i miei ricordi, però non voglio mettere in pericolo la vita dei piccoli e sto seriamente pensando di farli salire sul Meridian Express il più presto possibile" parlò senza guardarlo in volto, come se stesse parlando con se stessa e avesse altre due persone dentro, una a dirle che stava sbagliando e l'altra che stava facendo la cosa giusta. "Forse vi toccherà essere medicato ancora da questa sciocca ragazza" disse ironica. |
Altea era una bella donna.
Dal corpo snello, i lunghi capelli biondi e gli occhi di un verde cangiante. Aveva una forte carica di sensualità ed era abituata a riscontrare il favore degli uomini. Insomma non passava inosservata. Eppure Rodian sembrava indifferente al suo fascino. Gli atteggiamenti della nobildonna erano stati chiari, ma lui sembrava non esserne affascinato. Ma Altea non era solo bella. Qualcosa aveva infatti insospettito la dama. Ma davvero Rodian poteva nascondere qualcosa? Cosa poi? Perchè raggiungere tra mille difficoltà e rischi Evangelia? E tutto ciò lasciava inquieta la nobile dama di Cherval. Raggiunse poi il vagone ristorante per la colazione. “Milady...” disse il cameriere ad Altea “... cosa gradite per colazione?” |
Giocherellavo pensierosa col cucchiaino...pazienza ci voleva, avrei saputo di più.
Poi arrivò il cameriere e sussultai e lo guardai sorridendo.."Si grazie, un the e una fetta di dolce alle mele e se vi è sopra un pizzico di cannella lo gradirei..o mi accontenterò. Dite, manca molto per Evangelia?". |
Mi voltai, appoggiandomi sui gomiti, mentre i capelli e le coperte coprivano parzialmente la mia schiena.
"Ma io non ho parlato di 'metodi' rintracciabili" con un sorriso enigmatico "E non mi sembra comunque che tu ti sia lamentato dei miei massaggi, l'altro giorno..." distogliendo lo sguardo con una finta indifferenza e un leggero sorriso. "Ti prego, fidati di me" tornando a guardarlo, stavolta seria "E se proprio non vuoi vorrá dire che il mio compito qui é finito..." abbassando lo sguardo. |
"Avete ragione, Zac... è ora di andare, altrimenti domani sera sarò troppo stanca per dispensare baci..." lanciai un'occhiata sarcastica a Guisgard. "Vi saluto, Capitano... vorrei poter dire che è stato un piacere, ma non ne sono del tutto sicura..."
Salutai gli altri ed uscii dalla taverna, incontrando Diana e Leones. "Signori, vi ringrazio per la serata e spero di rivedervi ancora..." |
Kostor rise a quelle parole di Clio.
“Ma certo, ci penserò io...” disse “... riporterò al forte i due sbarbatelli. Tu piuttosto, cerca di dare una lezione a quel tipo. Altrimenti lo gonfierò io alla prima occasione.” Facendole l'occhiolino. La ragazza così raggiunse il cortile, dove già c'era Reddas. E accanto a lui anche Goz e Tesua. “Bene, signori...” fece il capitano “... ascoltatemi... non voglio corriate rischi. Nessuna bravata o mossa idiota. Avete massimo un paio d'ore di tempo, poi vi rivoglio qui alla base. E ricordate che ogni danno riportato al proprio aereo non richiederà solo denaro, ma anche giorni di reclusione. Chiaro? Me ne frego altamente se siete graduati. Qui comando io. Sbrizz verrà con voi in veste di arbitro.” Li fissò e scoppiò a ridere. “Avanti, andate a divertirvi.” Dagli hangar i meccanici fecero uscire i due aerei. Damasgrada di Clio e quello con il simbolo del Re di Denari appartenente a Reddas. “Voleremo verso la Gola del Diavolo...” Reddas a Clio “... un ottimo luogo per farsi valere.” E si mise il casco. Poco dopo i due aerei decollarono. |
“Vi invidio...” disse Icarius fissando Marwel “... avete uno scopo, degli ideali, dei valori...” sospirò “... io invece mi sento inutile... fuggirei adesso stesso da qui...” portò la mano sulla medicazione e sfiorò inavvertitamente la mano della ragazza “... va molto meglio, ora...” sorridendole “... fa già molto meno male, grazie... e comunque non siete sciocca. Siete invece molto coraggiosa. Non tutti resterebbero qui a rischiare. E credo di poter dire che gli uomini sono davvero molto stupidi se non hanno fatto carte false per conquistare il vostro cuore.”
“Ehi...” entrando Palos “... come va?” “Molto meglio.” Rispose il cadetto dagli occhi azzurri. “Allora forse sarà meglio andare.” Mormorò Palos. “E' giorno ormai... manchiamo da ieri sera... al forte magari ci staranno cercando.” “Che vadano in malora.” Con astio Icarius. |
Guisgard sorrise sarcastico a quelle parole di Gaynor.
“Non temete, dipende da chi vi bacia farvi sentire stanca o meno.” Disse divertito. Intanto fuori continuava il dialogo tra Dacey e Leones. “Volete” disse il borghese “davvero accorciare così i tempi? Nonostante il capitano non sia d'accordo? Poco fa eravate di tutt'altro parere. Come mai questo cambiamento?” In quel momento uscirono dalla locanda Gaynor, Park e Zac. E i tre salutarono la ragazza ed il borghese. |
Quegli occhi. Le trafiggevano il cuore ogni volta che se li ritrovava nei suoi, eppure c'era qualcosa che le urlava di non farlo, di non legarsi a lui, poichè prima o poi avrebbe dovuto dirgli addio, proprio come aveva fatto con Danny.
Posò lo sguardo sulle sue labbra e non riuscì a ricordare quanto bello fosse baciare un uomo e sentire le sue braccia stringerle i fianchi e bramare il suo corpo come se fosse l'unica donna al mondo. "Icarius..." sussurrò posando una mano sulla sua guancia indenne. Non ebbe tempo di avvicinarsi oltre, poichè Palos entrò in cucina dicendo che avrebbero dovuto lasciare la casa di Marwel e tornare al forte. "Si, Palos ha ragione. Rischiereste una severa punizione se non vi faceste tornare alla base" disse voltandosi e mettendo via i medicamenti. |
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