Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gwen 13-06-2021 00.43.58

Continuai a leggere, ma la narrazione divenne troppo tecnica e non riuscii a seguirlo.
Mi bloccai, poi, quando ad un tratto la mano di Justine fermò la mia, che accarezzava i capelli di Elv.
La guardai senza scompormi.
"Ebbene?" le dissi, aspettando una spiegazione da lei e che soprattutto fosse valida.

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Guisgard 13-06-2021 00.58.37

Justine si limitò a guardare Gwen negli occhi e ad accennare un sorriso divertito.
In quel momento Elv, pian piano, cominciò a svegliarsi.

Lady Gwen 13-06-2021 01.03.42

La guardai praticamente in cagnesco, togliendo la mano dalla sua presa e vedendo che, per fortuna, Elv iniziava a svegliarsi.
"Hey..." dissi piano, sorridendo ed abbassandomi appena su di lui, con una carezza accennata sul suo viso.


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Guisgard 13-06-2021 01.22.19

Elv pian piano riprese conoscenza, mentre Gwen gli accarezzava il viso sotto lo sguardo indecifrabile di Justine.
"Co..." disse lui confuso "... cosa è successo? Dove... siamo?" Guardando Gwen.

Lady Gwen 13-06-2021 01.24.58

Era confuso e non stentavo a crederlo.
Assunsi un'espressione sarcastica.
"Da dove vuoi che cominci?" con tono beffardo.
Mi sedetti sul lettino accanto a lui.
"Dopo essere finiti fuori strada, un uomo di nome Betix ci ha salvati, un costruttore di androidi. Che però voleva trasformare anche te in un androide, a quanto pare e che ha costruito anche lei, Justine" indicandola "Ma ora lui è fuori gioco e non potrà crearci problemi."

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Guisgard 13-06-2021 01.46.10

Gwen raccontò tutto ad Elv.
Lui ascoltava e restava stupito da quella faccenda.
"A questo punto mi chiedo" disse "se sia stato Betix ad inseguirci in auto e a farci ndare fuori strada. Chissà, magari era un piano per poi portaci qui..." perplesso.

Lady Gwen 13-06-2021 01.52.20

"Questo l'ho pensato... Ma ora, comunque, non importa... Ciò che importa è che tu stia bene e che possiamo andar via da qui" dissi, poi guardai Justine.
"Dunque, come facciamo a lasciare questo posto?"

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Guisgard 13-06-2021 02.34.50

Nella piana del Lagno, a Nord-Ovest di Afragolopolis e in direzione di Caivania, si trovavano e cosiddette 5 Vie, una delle regioni più antiche, covo di remote leggende e miti primordiali, dell'Afragolignone.
Gli scavi quel giorno procedevano spediti, avendo la direzione del campo assoldato una nuova squadra di scavatori.
In realtà gli scavi, finanziati dall'Università Catolica, erano stati affidati ad un'ente molto vicino ai Domenicani.
Don Nicola si aggirava fra i dossi e le fosse, gettando il suo sguardo austero e fisso verso i vecchi muri che emergevano dal terreno asportato.
Quelle tombe dimenticate affioravano silenziose dalla polvere del Tempo, molte delle quali con ancora gran parte dei corredi funebri in esse conservati.
Il cimitero era stato scoperto anni prima, ma una serie di permessi negati aveva più volte impedito agli scavi di cominciare.
Le scarpe impolverate del chierico scivolavano sul terrapieno, sotto il quale alcuni scavatori stavano portando alla luce un antichissimo altare.
Ad un tratto un cane apparve nella campagna, avvicinandosi agli scavi scodinzolando, per poi cominciare a ringhiare una volta giunto a pochi metri dagli scavatori.
“Via...” disse uno di questi “... va via! Ahhhhh!” Tirandogli una pietra e facendolo scappare mentre guaiva.
Un fresco vento si alzò fra la polvere e per un momento sembrò scacciare la calura di Giugno.
Soffiò per qualche istante fra le tombe, le colonne e i bassorilievi di animali fantastici riportati alla luce dagli archeologi.
Poi il vento cessò e Don Nicola avvertì ancora la calura.
Non che gli desse particolarmente fastidio.
Era un uomo che non soffriva mai, né per il caldo e né per il freddo.
Caminò ancora, fra le lapidi consumate, spaccate frantumate.
Di nuovo il ringhio del cane, stavolta più lontano, nella campagna.
Un'ombra si allungò sul terrapieno e raggiunse il religioso.
Don Nicola alzò lo sguardo e si accorse del bassorilievo che copriva il Sole.
Ancora il vento prese a soffiare sul campo, sollevando la polvere.
“La tempesta...” disse piano Don Nicola fissando il bassorilievo.
Esso raffigurava il demone Lilith, prima moglie di Adamo ed adorata dalle prime civiltà conosciute.
Gli occhi austeri del chierico erano in quelli dell'immagine sulla pietra e vi restarono a lungo.
“Padre Nicola...” arrivando uno degli archeologi “... dobbiamo aggiornare gli archivi delllo scavo...”
“Faccia preparare l'auto.” Don Nicola.
“Deve partire, padre?” L'altro al religioso. “Adesso?”
“Si, devo andare ad Afragolopolis.” Rivelò Don Nicola, per poi tornare a guardare il bassorilievo del demone che proiettava la sua ombra sull'antico cimitero dimenticato.
https://www.leportedellanno.unito.it.../4_ishstar.jpg

Altea 13-06-2021 21.00.34

A quella frase mi voltai di scatto "Fammi parlare con Claretta, non tollero questi pettegolezzi nel Palazzo, quante volte vi ho detto non dovete nemmeno nominare il nome dei nostri ospiti" con aria severa "Ha delle prove per affermare questo? E' da tempo non faccio il giro delle cucine" osservai Margot "Fai pervenire la missiva, io nel frattempo andrò nei piani bassi delle cucine".
Uscii di gran passo ma pensai al fatto che il Principe non avesse dormito tutta la notte, d' altronde neppure io avevo dormito ed ero solita dormire di notte....ma lui..quale era il motivo? Il mio pensiero andò all' immagine della donna che suonava il pianoforte.
Entrai comunque nelle cucine ed osservai gli chef, gli aiutanti e i servitori "Mi giungono voci" con tono austero e possente "che qui dentro, invece di lavorare si chiacchiera e si pettegola" osservando Claretta "Lo sapete vero che una delle regole del palazzo è di non nominare gli ospiti, vero Claretta? Tu lo sai questo o la tua stupida fervenza mentale, non parlo di adolescenza perchè vi sono ragazze della tua età molto più vispe ed intelligenti, ti fa pensare che il nostro ospite viva la notte come fosse un sacrilegio...pure io non dormo molto la notte. Oppure sei al corrente di qualcosa? Sai vero potrei licenziarti in tronco, vi sono molte persone che cercano lavoro". Era troppo, chissà cosa dicevano sul mio conto ed il fatto che pure io vivevo la notte, e poi ero veramente arrabbiata, tesa come una corda di violino per il fatto che Lennox fosse oggetto di pettegolezzo e non comprendevo il motivo.

Guisgard 14-06-2021 22.34.26

"Anche subito, se vuoi." Disse sorridendo Justine a Gwen.
"Si, subito..." Elv, per poi rendesi conto di non essere ancora in condizione di muoversi al meglio.
"Ci penserò io." Justine annuendo. "Seguimi." Rivolta poi a Gwen dopo aver sollevato senza fatica Elv per prenderlo in braccio.
L'androide così condusse i 2 umani fuori da quel luogo, attraversando prima un corridoio, poi un piccolo androne tutti pienizeppi di giocattoli di ogni tipo che si animavano al loro passaggio.
Fuori i 3 trovarono il furgoncino di Betix e vi salirono a bordo, per poi andare via e tornare in città.


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