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Icarius non rispose nulla a Clio, se non un leggero sospiro, quasi un gemito.
Come se gli fosse impossibile trattenersi oltre. Allora chiuse gli occhi e si avvicinò ancor più a lei. E la baciò. Le sue labbra calde scivolavano su quelle morbide di lei, accarezzandole, assaporandole, succhiandole, fino a premerle contro la sua bocca, avvolgerle e farle sue. Un bacio intenso, caldo, lungo appassionato. Un bacio che incatenò le loro bocche, l'una all'altra. E mentre la baciava, le mani di Icarius presero a salire su. Dai fianchi di lei che cingevano, arrivarono sul petto della ragazza, accarezzandolo e stringendo la stoffa del vestito con impeto fra le dita. Allora Clio fu sul punto di credere che quel vestito stesse per saltar via. Per essere strappato dalla passione con cui Icarius lo stringeva fra le mani. Poi, all'improvviso, dei rumori dall'esterno e delle voci. Quelle degli artisti. Erano tornati dalla città e si apprestavano ad entrare nel casolare. La porta si aprì, ma un attimo prima Icarius riuscì a staccarsi da Clio. |
L'omone squadrò Gwen con attenzione, per poi farle cenno di seguirlo.
Attraversarono un lungo androne, fino a raggiungere delle scale. Salite queste, alla fine trovarono una porta. L'omone bussò. “Avanti.” Disse qualcuno dall'interno. L'omone e Gwen così entrarono. E dietro una scrivania la ragazza vide Azabler. “Benvenuta.” Fece lui. Vi attendevo. Non mi avete rivelato il vostro nome, però...” indicò l'omone “... questi è Kofan, la mia guardia del corpo... e lei invece è la mia nuova assistente.” |
Attraversammo un lungo androne, fino a raggiungere una stanza. Quando entrammo, vidi Azabler seduto dietro la scrivania e mi prento` l'omone come la sua guardia del corpo.
Ah pero`........ si proteggeva bene........ "Il mio nome e` Gwen. Allora? Da dove cominciamo?" |
Quel bacio.
Intenso, appassionato, travolgente, che fece accelerare a dismisura il battito del mio cuore. Quel bacio che sembrava incredibilmente vero, e meraviglioso. E le sue mani su di me, audaci e appassionate, che mi infuocarono ancor di più. Così le mie braccia cinsero il suo collo, stringendolo a me, come se l'inesistente distanza tra noi mi sembrasse enorme e insopportabile. Ma poi, dei rumori mi riportarono alla realtà. Erano gli altri della compagnia. Solo allora, mentre lui si allontanava da me, mi resi conto che era solo una recita. Eppure ero quasi sicura che un bacio in scena non dovesse essere così.. Cosi.. Vero. Mi chiesi se lui si stesse chiedendo la stessa cosa, o se fosse stato solo parte della scena. Così, in silenzio, per un momento i miei occhi cercarono nuovamente i suoi. Sperando che quell'azzurro contenesse le risposte alle mie domande silenziose. |
“Ti ho già detto” disse Azabler a Gwen “che mi piace la tua determinazione, vero?” Sorridendo. “Ed è questo lo spirito giusto... chi ha tempo, non perda tempo.” Mise via i fogli che aveva davanti e si alzò. “Partiremo a breve, forse stasera, al massimo domattina presto. Per ora ti occuperai dell'amministrazione, ossia documenti e permessi, oltre che gli elenchi dei vari criminali a cui diamo la caccia. Ecco...” dandole un fascicolone “... leggi e fatti una cultura del nostro mestiere.” La lasciò in quello studio ed andò via con l'omone.
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Azabler mi disse cosa dovevo fare, cioe` occuparmi di lavori amministrativi, mi diede delle carte da sistemare e un fascicolo da leggere e ando` via.
Cosi`, iniziai finalmente a lavorare. |
Gli artisti ed entrarono e trovarono Icarius e Clio.
Lui si era staccato da lei un attimo prima del loro ingresso e subito si voltò a cercare lo sguardo della ribelle. Il suo respiro era vagamente irregolare ed i suoi occhi azzurri erano in quelli di lei in modo indefinito. Come una sorta di complicità, come se ci fosse un segreto fra loro. “Voi qui...” disse Fria vedendo Icarius “... non vi si vede in giro molto spesso.” “Si...” sorridendo lui, per poi tornare a guardare Clio ma solo per un istante, temendo che il rossore sul viso di lei attirasse troppo l'attenzione degli altri “... sono stato attirato dal profumo della marmellata di albicocche e poi la vostra talentuosa compagna mi ha parlato un po' delle vostre prove...” “Ben fatto, Clio.” Annuì Orden. “Noi siamo stati in città per la storia della licenza. Pare ci siano buone possibilità di riaverla.” |
Quello sguardo, che cercò e trovò il mio, non avrei saputo come definirlo, però sorrisi, un sorriso diverso da quello di Syenna, eppure non meno intenso.
Quello sguardo complice aveva risposto alle mie domande senza che io nemmeno le conoscessi appieno. Ascoltai la conversazione tra gli artisti e Icarius, abbassando appena lo sguardo quando il suo si posò nuovamente su di me. "Già..." Sorrisi poi, alzando nuovamente lo sguardo su Icarius "E gli ho anche detto che tecnicamente ci manca un attore, e così Orden deve sobbarcarsi un doppio ruolo..." Con un sorrisetto divertito, ma solo per un momento. Tornai poi a guardare gli altri. "Piuttosto, raccontateci della licenza..." Dissi agli artisti. |
E mentre Gwen passava in rassegna quel materiale, ad un certo punto il suo sguardo cadde su alcuni fogli, sui quali figurava una lista di ricercati.
E tra essi vi era il nome di Elv, con tanto di scheda contenente notizie varie su di lui. |
“Si, in effetti” disse Junior “un altro attore ci farebbe comodo. Anche perchè il povero Orden, dividendosi fra due ruoli, rischia di fallire in entrambi.” Ridendo.
“Io posso interpretare più parti in uno stesso spettacolo.” Fece Orden. “Si, come no.” Divertito Junior. “Perchè vi interessa anche il ruolo di attore, messere?” Chiese Fria. “Beh, sono un appassionato di teatro” rispose Icarius “ma temo di non essere alla vostra altezza.” Voltandosi poi verso Clio. “Certo, la vostra amica” indicando la bella ribelle “è talmente brava che chiunque vorrebbe essere sul palco accanto a lei.” Ed i suoi occhi divennero così vivi e penetranti che per un istante sembrarono giungere fin nel profondo delle sensazioni e nelle emozioni della ragazza, facendole rivivere i momenti di quel bacio. “Ma parlavate della licenza...” tornando lui a guardare gli attori. “Si, ci è stata concessa.” Rivelò Orden. “Non c'è molto altro da dire.” |
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