Camelot, la patria della cavalleria

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Talia 10-11-2011 12.17.08

Succedeva tutto in fretta, troppo in fretta per me...
I miei occhi spalancati erano fissi sul palco, le mie mani stringevano la transenna di legno tanto forte che alcune schegge mi si conficcarono nel palmo facendo uscire qualche goccia di sangue... non ci badai. Non me ne accorsi neanche. Mi mancava l’aria, respiravo a fatica. La folla intorno a me vociava e si agitava convulsamente, e questo contribuiva solo ad aumentare il doloroso frastuono nella mia testa...


La mia voce suonava in un modo quasi irreale nell’edificio deserto.
Una voce che quasi non sembrava più la mia, tanto era rauca e stridente per l’angoscia... la sentivo grattare nella gola ed ogni parola, ad ogni disperata invocazione.
Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 37929)
Ricordavo i miei passi affrettati ed ansiosi risuonare per i lunghi corridoi... ricordavo la mia voce echeggiare per le ampie sale, facendosi via via più stridula e più agitata... Ricordavo le mie grida, le corse, le porte spalancate con veemenza...
Ma niente! Tutto per niente!
Tutto ciò che ricordavo dopo era il vuoto e il silenzio... quel silenzio opprimente, angosciante, terribile...

Il cortile, ampio e quadrato, era esattamente come lo ricordavo.
Eppure quel silenzio... quel silenzio assoluto, così pesante e irreale, quel silenzio opprimente, angosciante, quel silenzio di morte...
Poi la voce di Essien da qualche parte vicino a me... le sue braccia, che con paterna amorevolezza mi avevano presa quasi di peso e mi avevano condotta via...
E poi il buio... un buio cieco entro cui la mia anima era sprofondata... si dibatteva la mia anima in fondo a quel pozzo di disperazione, si dibatté con tutta la forza che possedeva... finché non ne ebbe più.


Ad un tratto un rullo di tamburi risvegliò la mia mente la trascinò di nuovo in quella piazza.
Si stavano apprestando all’esecuzione...
“Philip!” gridai d’istinto... ma la mia voce si perse in quella babele di urla e schiamazzi.
E poi, quando ormai credetti che tutto stesse per giungere alla fine...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 40483)
Il boia si avvicinò al condannato ed afferrò il suo cappuccio.
“Aspetta…” lo fermò De Jeon “… prima il popolo deve conoscere il suo nome… il nome dell’ex abate Adam de la Merci!”
De Jeon fece un cenno al boia e questi tirò via il cappuccio.
Qualcuno, incurante del volto del condannato, esultò tra la folla, ma ben presto, guardando gli sguardi stravolti dei leader Ginestrini, un silenzio irreale scese sulla piazza.
Il condannato non era padre Adam, ma il direttore del terribile carcere conosciuto come lo Chàteau de la Mèmorie Ancienne.
Nel vedere quel viso, pestato a sangue e messo lì al posto di padre Adam, De Jeon lanciò un grido.
Missan, invece, pochi passi più indietro, dopo un attimo di turbamento misto a stupore, chiamò a gran voce le guardie sul patibolo.
“Tradimento!” Urlò.
“Come è stato possibile?” Fissandolo De Jeon.
“Ecco come!” Rispose Missan fuori di sé, mostrando il petto del direttore tatuato con il simbolo del Giglio Verde. “Presto, chiudete tutte le strade e voglio posti di blocco ovunque! Fermate qualsiasi sospetto! Anche donne e bambini!”
Un attimo dopo ci fu il caos tra la folla.

In un secondo, la folla si lasciò prendere dal panico...
Tutti iniziarono a gridare e a correre qua e là disordinatamente, come se il palco d’onore avesse preso fuoco... uomini e donne, giovani e vecchi... tutti correvano e sgomitavano, presi da una cieca follia, tentando di farsi strada verso l’uscita della piazza.
Io fui schiacciata contro la transenna dall’irruenza della folla, presi un paio di gomitate da non sapevo chi, barcollai e fui travolta, persi l’equilibrio. Ebbi paura.
Gridai e stavo per cadere a terra, dove sarei di certo stata calpestata da tutta quella gente impazzita, quando una mano si serrò intorno al mio braccio e mi tenne in piedi. Un attimo dopo, quella stessa mano serrò la mia e mi trascinò via.
Non sapevo chi fosse il mio salvatore: lo spavento mi aveva spezzato il respiro e offuscato gli occhi...
Eppure strinsi quella mano, quasi fosse la mia ancora di salvezza, chiusi gli occhi e mi lasciai condurre da lui tra la folla.

Guisgard 10-11-2011 13.38.13

Elisabeth fissò quell’uomo con fierezza.
Il dolore per quello schiaffo sembrava ben poca cosa in confronto alla forte tensione che si era impossessata di lei.
“Questo libro ci occorre per rimettere le cose al loro posto.” Disse quell’uomo ad Elisabeth. “Noi siamo gli unici a poterlo fare. Senza di noi tutto andrà a rotoli ed il male, da questo lercio paese, si diffonderà pian piano in tutto il resto del mondo. Dunque, se davvero questo libro non potrà esserci di nessun aiuto, allora lo distruggeremo… e tu ne sarai la responsabile.”
Detto questo, l’uomo lasciò cadere il pesante libro sulla fiamma ardente del camino.
La fiamma, pian piano, cominciò ad avvolgere il grosso volume.

Guisgard 10-11-2011 13.44.23

Il cacciatore di taglie fissò quasi con tenerezza il giovane Parsigal.
“Ragazzo mio, maestro è colui che nutre non solo l’abilità fisica, ma anche quella spirituale. Tu sei un giovane di alti principi ed io non posso insegnarti nulla che non riguardi l’arte della guerra e le tecniche di sopravvivenza in questo duro mondo. Signore poi!” Rise. “Non sono nobile ed il mio titolo di cavaliere me lo sono guadagnato servendo il Re Alfonso D’Aragona. Chiamami dunque come ti suggerisce il tuo cuore. Un cavaliere segue sempre il suo cuore.” Il suo volto perse poi quel sorriso e si fece serio di colpo. “Quanto al Giglio Verde… non conosco i suoi crimini. Non sono affar mio. Io devo solo catturarlo per intascare la taglia. E puoi starne certo che lo troveremo!”

Guisgard 10-11-2011 13.57.44

A quelle parole, cariche di gelosia di Altea, la ragazza che aveva commentato la bellezza di Orlando si voltò stizzita.
Poi Altea si avvicinò di qualche passo verso la lotta dei due contendenti e gridò a suo marito:

Citazione:

Originalmente inviato da Altea (Messaggio 40497)
"Orlando ritirati, per favore fallo per me. Vedi ti sto dando del tu, non sfidare troppo la sorte e ricordati quando ti dissi nessuno è impeccabile".

Orlando si voltò di scatto e guardandola, sorrise.
Ma quella distrazione permise a Hursus di prenderlo e lanciarlo di nuovo a terra con forza.
“E’ inutile, mio Ercole redivivo…” rialzandosi Orlando “… hai sentito la voce di quella bella ragazza? Era il dolce suono dell’amore che sussurra per me… per me questa contesa non ha più senso… ho avuto il mio premio!”
“Ed io ora voglio il mio di premio!” Esclamò ridendo Hursus.
Si lanciò allora su Orlando e afferrandolo lo scaraventò in mare.
“Allora, cosa ne dici?” Ridendo Hursus. “Sei bello quanto Narciso… ed io ti ho fatto fare la sua stessa fine!”
Ma Orlando non emerse dalle acque.
Tutti allora cominciarono a preoccuparsi.
Hursus, spaventato si tuffò in acqua per cercarlo.
Ad un tratto il gigante emerse ma si ritrovò avvolto in una grossa cima.
“Aiuto…” gridava “… sono bloccato e non riesco a nuotare!”
In quel momento Orlando emerse anch’egli.
“Forte ma tonto, mio buon gigante!” Ridendo il conte di Wessex. “Ti dichiari sconfitto?”
“Si, hai… vinto… ma slegami!”
Orlando allora liberò il gigantesco avversario dalla corda che lui stesso gli aveva messo addosso e lo trascinò a riva.
E qui tutti lo acclamarono come vincitore.

Guisgard 10-11-2011 14.13.25

Quella mano tirò via Talia da quella marea impazzita.
La trascinò attraverso le onde confuse e gli schiamazzi di quella gente che ora si disperdeva come un gregge senza più il suo pastore.
Le parole di De Jeon erano state forti fino a quando tutto seguiva lo scorrere dei suoi piani.
Ma poi qualcosa era andato storto ed il grande Ginestrino aveva perso il controllo del suo gregge.
Era bastato l’ululato di un lupo per disperdere il suo pascolo.
Talia era trascinata da quella mano forte, fino a quando giunsero in un piccolo violetto laterale.
“Non capisco perché la gente si ecciti tanto per questo genere di spettacoli!” Disse Renart guardando la strada. “A me quel discorso ha quasi fatto venire sonno e mi sarei di certo addormentato, se ogni tanto qualche scossone della folla non mi avesse tenuto sveglio.” Si voltò poi verso Talia. “Come stai? Va tutto bene?”

Talia 10-11-2011 14.53.49

Grida, urla, confusione... e io continuavo a correre, trascinata da quella mano cui mi ero aggrappata, pur senza sapere dove stessimo andando...
D’un tratto mi sentii trascinare in uno stretto vicolo laterale... non c’era caos qui, né gente che gridava impazzita... e il mio cuore smise di pulsare tanto forte da assordarmi...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 40512)
“Non capisco perché la gente si ecciti tanto per questo genere di spettacoli!” Disse Renart guardando la strada. “A me quel discorso ha quasi fatto venire sonno e mi sarei di certo addormentato, se ogni tanto qualche scossone della folla non mi avesse tenuto sveglio.”

Renart!
Come chi si sveglia di soprassalto da un brutto sogno, sollevai gli occhi su di lui e lo fissai per qualche istante, ammutolita...
“Renart...” mormorai poi.
Non ero mai stata tanto felice di vederlo, non ero mai stata tanto felice di sentire la sua voce, qualsiasi cosa dicesse, né di avvertire il calore della sua mano intorno al mio polso...
“Oh, Renart... ho avuto così paura, per un momento...”
Feci mezzo passo indietro, quindi, accostandomi alla parete retrostante... appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi, come a cercare di rasserenare il mio animo da quel caos di emozioni...
Le parole di De Jeon...
Quei suoi occhi fiammeggianti mentre parlava, mentre inveiva...
L’uomo con il cappuccio, i suoi occhi terrorizzati sul viso pesto...
Il Giglio Verde...
Qui la mia mente ebbe un sussulto: il Giglio Verde... ancora lui... il Giglio Verde, che con tanta disinvoltura si era preso gioco del potere ginestrino proprio nella sua roccaforte... chi era il Giglio Verde? Dov’era? Sembrava essere ovunque e in nessun luogo, com’era possibile?
Poi Renart parlò di nuovo e interruppe il filo dei miei pensieri...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 40512)
Si voltò poi verso Talia. “Come stai? Va tutto bene?”

Di nuovo aprii gli occhi e lo guardai... lo scrutai per un lungo momento, infine sorrisi...
“Si... si, sto bene!” risposi.
Lentamente sollevai una mano e gli carezzai delicatamente la guancia...
“Renart... grazie!” mormorai.

Lancelot 10-11-2011 16.13.06

"No..."

La mia mente non riusciva a contemplare che quella parola.
Ci avevano giocati, e la cosa che più mi bruciava è che non mi era neanche stata una possibilità di vincerla, quella partita. Era stata persa in partenza, a diversi chilometri di distanza da noi.

"Che il Giglio Verde sia maledetto...", sibilai.

La piazza era nel caos. La gente sciamava a destra e a manca, e le guardie non potevano trattenere quella folla urlante per più di un istante.

"Compagni rivoluzionari! Fermatevi, non temete!" urlai, togliendomi il cappuccio. "Cospiratori si celano in mezzo a voi, aiutateci a fermarli!"

Ma le mie parole si perdevano nella confusione e nel rumore assordante di una moltitudine nel panico.

Rivolsi il mio sguardo a Lord Missan, cercando un cenno, una parola su cosa fare. Conscio in cuor mio, che questa battaglia era stata perduta.

Parsifal25 10-11-2011 17.57.55

Queste parole mi ricordarono, molto quelle del mio Maestro tanto che lo sorrisi replicandogli:
"La chiamerò Maestro, avrò molto da imparare da lei e sono pronto a fare la mia parte, spero di poter essere un degno allievo e che al più presto potrò avere la fortuna di conoscere il vostro Sire". Soffermaì i miei pensieri sul Giglio Verde, purtroppo non conoscevo questo nome....-mi sentivo così impotente-, ma se codesti criminali impensierivano così tanto il mio nuovo Maestro tanto da farlo oscurare in volto significa che i loro crimini sono più neri degli occhi e le ali di un demonio. Decisi con fervore di abbracciare tale causa e rassicuraì il mio nuovo mentore dicendo tali parole: "Maestro state tranquillo, le mie conoscenze anche se inferiori e molto più giovani delle vostre la serviranno a dovere" mi caricaì di un sorriso così sicuro che lanciaì il mio amico Belfagor nel vento. Era in gioco la serenità di questa terra.

Daniel 10-11-2011 18.25.53

Io non capivo niente.. Mi alzai in piedi di scatto procurandomi una fitta di dolore alla schiena ma senza darlo a vedere e dissi:
<<Chi è il Giglio verde? Che cosa volete da me? Io sono un semplice scudiero.. Non voglio tornare nella malavita.. Ditemi cosa volete da me!>>
Fissavo negli occhi Sir Hagus.. Se mi volevano uccidere bastava un'incantesimo per stenderli tutti e scappare abbastanza lontano..

Altea 10-11-2011 18.34.48

Trassi un profondo sospiro quando il mio caro milord, cosi mi piaceva ricordarlo ancora, decise di sottrassi alla lotta. Alla fine aveva ottenuto ciò che voleva, non era possibile..per la prima volta avevo trovato qualcuno che riusciva a farmi accettare le sue volontà e io non sapevo ribellarmi.
Ad un tratto vidi Orlando tra le braccia di quel gigante che lo scaraventò in mare, la folla si gettò sul piccolo molo, io cercavo di farmi largo tra quella folla col cuore che sentivo fino in gola, ma tutti lo cercavano e di lui non vi era traccia. Diventai di ghiaccio, rimasi immobile a guardare le persone che urlavano preoccupate, quando vidi emergere quell'omone grosso e poco dopo il mio bel milord che vittorioso aveva usato la furbizia al posto della violenza. Iniziai a ridere assieme alla folla, mentre notavo le belle ragazze che lo aspettavano uscire dall'acqua cercando di asciugarlo e applaudendolo. "Dovrò imparare ad avere mille occhi" pensai!!!!


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