Camelot, la patria della cavalleria

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Morrigan 23-03-2011 11.15.35

Orbene, quasi stento a mettere questo indovinello, che non vorrei dover poi reggere il paragone con il nostro Guisgard... :rolleyes:
Però mi è venuto in mente stamattina, e magari qualcuno di voi ha il piacere di cimentarsi e di provare a vincere la ricca ricompensa! :smile:



Nelle terre lontane, dove i passi dei viaggiatori si incrociano con le grandi carovane di mercanti di sete e spezie, viveva un tempo una nobile principessa. I suoi occhi di giada e il suo bel viso avevano fatto incantare molti uomini, principi orientali e nobili forestieri, che sovente andavano presso di lei a implorare la grazia di un suo sguardo e a chiederla in sposa. Così un giorno la principessa, che era donna di raffinata cultura, volle mettere alla prova i suoi spasimanti, e propose loro questo indovinello:

“Nel tempo in cui la grande Grecia illuminava il mondo con la sua filosofia e la sua cultura, un grande nobile ateniese si trovò, com’era sua abitudine, a discorrere con i suoi pensatori sul tema del fato e degli dei. Il nobile voleva apprendere da quei filosofi come agisse il potere delle divinità sugli uomini, e se fosse ad essi possibile dominare gli eventi.
Il primo saggio si fece quindi avanti ed iniziò:
- Mio signore, molti sono le divinità che ci dominano e di fronte alle quali le nostre preghiere cessano di essere efficaci. Destino, figlio del Caos e della Notte, è notoriamente il dio che tutti ci governa sotto questo cielo, e a lui nemmeno gli dei possono sottrarsi, nemmeno il possente Zeus in persona, che del Destino non è che mero esecutore!
Il secondo filosofo allora prese la parola:
- Infatti, mio signore, giusto è ciò che vi fu detto. Come il grande Omero ci ha tramandato, Ananke è la forza che regola tutte le cose, dal moto degli astri ai fatti particolari dei singoli uomini, ed ella è dura e inflessibile di fronte ad ogni richiesta.
E il terzo infine aggiunse:
- E Ananke è detta madre delle Moire, che, indifferenti ai dolori degli uomini, tessendo instancabilmente il loro filo e recidendolo con le loro cesoie, sono la concretizzazione di questi voleri celesti, per il quali nessun uomo può conoscere il futuro che gli si apre dinnanzi, ma solo ragionare sul passato che ha alle spalle.”

Quindi la principessa tacque un istante, e si rivolse ai nobili presenti nella sala:

“Così si conclude la mia narrazione, miei signori. Essa ci tramanda un nobile insegnamento, eppure tra le sue righe vi è contenuto un errore. Trovatelo, ed io con ricchi doni vi saprò compensare!”

Talia 23-03-2011 11.46.16

:neutral_think: interessante questione...
Vediamo...
l'ho letto un paio di volte e, onestamente, non mi pare di aver riscontrato errori particolari.
Tuttavia tenterò ugualmente una soluzione (foss'altro per i 'ricchi premi e cotillon', promessi! ;))...
In effetti l'unica imprecisione che ho notato è stata l'allusione a Giove!
Mi spiego...
la principessa fa generalmente riferimento alla cultura greca, dichiaratamente!

Citazione:

“Nel tempo in cui la grande Grecia illuminava il mondo con la sua filosofia e la sua cultura, un grande nobile ateniese...
però poi parla di Giove, quindi di una divinità del pantheon romano... quando, invece, sarebbe stato coerente alludere a Zeus!

...come sono andata? :neutral_think:

Morrigan 23-03-2011 12.07.35

Milady, qua sono io a chiedervi scusa... Giove è stata una mia svista, che correggerò subito! :o:o:o
L'avevo detto che non ero all'altezza di ser Guisard... ma abbiate pazienza, è la prima volta che mi cimento! :p
Tuttavia, i nomi sono forzatamente riportati in italiano, quindi se questo può essere un suggerimento per voi, l'errore non è nei nomi delle divinità.

Talia 23-03-2011 12.21.29

per carità, cara, ci mancherebbe! :smile_lol:
in tal caso, però, non so a cosa potrebbe riferirsi l'errore... :neutral_think: ci penserò!
;)

Sir Gawain 23-03-2011 19.39.23

mi permetto mylady di azzardare una risposta: Destino è si figlio della Notte, ma non di Caos che invece è padre della Notte.

Morrigan 24-03-2011 02.53.03

Grazie della risposta, messere, che mi da occasione di fare una precisazione.
Devo farvi notare che la mitologia greca non si cura granchè dei rapporti di parentela tra i genitori, sicchè non è strano che in alcune versioni sia detto che padre e figlia procrearono insieme. In altre è detto che Notte ed Erebo, ovvero fratello e sorella, generarono insieme questa divinità, in altre ancora è riportato che il Destino è generato dalla Notte per partenogenesi, dunque senza contributo maschile.
Sappiamo tutti che esistono svariate versioni del mito, e che spesso esse possono cambiare da autore ad autore. Quando la nostra principesa parla di errore, dunque, di errore si tratta... presentare una versione del mito piuttosto che un'altra non è un errore, ma una scelta.
Spero che questo possa giovarvi da suggerimento per indicarvi la via.

Emrys 24-03-2011 12.10.50

Ben trovata, mia Signora! E saluti a tutti!
Davvero divertenti questi vostri esercizi: un enigma che attende una risposta e che nel frattempo pone altre domande.
Provo a partecipare... direi che un mio omonimo e, per rimanere nell'antica Grecia, nei miti omerici, un altro personaggio da me molto amato, Tyresia, nonché sua figlia Manto, non sarebbero d'accordo nel sentire affermare che non vi sono uomini in grado di prevedere il futuro! :smile_lol:

E naturalmente, questo è anche il mio parere!:D

Morrigan 25-03-2011 03.45.21

La vostra risposta è molto interessante, signore, sebbene non sia quella corretta.
Tuttavia vi dirò che fino ad ora siete quello che più si è avvicinato alla soluzione, giacchè avete in un certo senso iniziato a cercare nella giusta direzione :smile:
Chissà che questo suggerimento non vi avvicini ancor più al vero :neutral_think:

Emrys 25-03-2011 11.00.19

Il Vostro suggerimento, mia Signora, ha fatto scattare qualcosa nella mia testa. Non ha ancora raggiunto il livello cosciente, ma credo che la parola magica sia "scelta".

I miei omaggi (profondissimo inchino e uscita di scena senza voltar le spalle, né rialzar la testa)

Talia 25-03-2011 12.21.10

:smile_lol: Ci hai davvero messi in difficoltà con questo indovinello!!
Ho pensato (non ne sono molto certa, ma ormai ti espongo anche questa possibilità! ;)) che l'errore potrebbe essere contenuto in questa frase:
Citazione:

Originalmente inviato da Morrigan (Messaggio 27610)
voleri celesti, per il quali nessun uomo può conoscere il futuro che gli si apre dinnanzi, ma solo ragionare sul passato che ha alle spalle.”

Poiché non solo gli uomini (tranne alcune eccezioni, come giustamente fattoci notare da messer Emrys) sono ignari del futuro, ma anche gli stessi Dei... sottoposti a loro volta al Destino, alla dea Ananke e impotenti di fronte alle Moire.

Morrigan 25-03-2011 16.35.04

Bene, miei cari amici :smile: sono felice di vedere il vostro interesse e anche di seguire i vostri sempre più rapidi progressi.
Mia cara Talia, su una cosa vi do ragione... l'errore è proprio contenuto in quella frase che citaste... solo che dovete ancora spiegarne l'esatta motivazione!
Sono sicura che a breve la nostra principessa dovrà prepararsi a pagare il pegno stabilito ;)

Guisgard 25-03-2011 19.34.59

Mmm... siamo proprio davanti ad un arcano... :neutral_think:... il Destino, il Fato è al centro di questo classicheggiante enigma... allora, gli uomini non possono conoscere il futuro, salvo in determinati momenti, quando cioè viene rivelato loro tramite qualche profezia, o oracolo... gli dei, da parte loro, conoscono il futuro, ma non possono modificarlo... dunque, l'unica cosa che mi sempra possa risolvere il tutto sia il fatto che "gli uomini possono comunque discutere anche sul futuro, come i miti delle grandi imprese ci raccontano... Ulisse, Enea, Ercole e Perseo, per esempio, vengono messi al corrente di ciò che li aspetta nell'atto di intraprendere o continuare le loro imprese..."
Cosa dite, lady Morrigan, ho risolto il quesito? :smile_lol:

Morrigan 25-03-2011 21.02.56

Mio signore, anche voi, come gli altri, avete appena sfiorato la risoluzione, ma ancora i vostri occhi non si sono posati sul vero errore :smile:
Il futuro... ebbene sì, è questo il punto, ma... in che modo ciò che è stato detto pecca di veridicità?
Vi do un suggerimento... quello che stiamo cercando attiene strettamente alla cultura e al popolo di cui si parla nell'aneddoto, e l'errore è in contrasto con il pensare del tempo... cercate di calarvi nelle menti di coloro che parlano e così svelerete l'arcano :smile_lol:

SakiJune 25-03-2011 21.10.56

"Voleri celesti"... perché i Greci non credevano che gli dèi vivessero in Cielo, ma sul Monte Olimpo...

Emrys 26-03-2011 08.05.07

I miei omaggi, Lady Morrigan, mia Signora!

Forse ho colto finalmente il senso del suo suggerimento... Ero talmente concentrato sul futuro (deformazione professionale), così come gli antichi greci che tra sogni, oracoli e indovini, avevano pieno accesso agli eventi che li attendevano; ero talmente concentrato sul futuro, dicevo, da dimenticare il passato (grave per un cantastorie! :D).

Cito da ""Il tramonto dell'Occidente - nella lettura di Heidegger e Jaspers" di Umberto Galimberti" (che potete trovare nel mondo virtuale, grazie a quell'entità magica chiamata Google):

Il Greco non pensava storicamente. La "historia" non designava un ambito di indagine particolare, distinto dagli altri, ma si riferiva a quanto in generale era indagabile. "Historein", come forma verbale, significa "indagare", "conoscere", "sapere", "riferire". L'antico Greco non pensa storicamente, perché pensa cosmologicamente.[...] Ogni evento umano passato viene presentificato nell'orizzonte immutabile del mito.


Cosa ne pensate, mia Signora?


Ho un contributo anche per Lady SakiJune...
Permettetemi innanzi tutto di porgervi i miei saluti, milady, e di complimentarmi per la logica ferrea del vostro ragionamento (degna di Athena). Cito dal I Libro dell'Iliade, vv. 721-729:

E degli uomini il padre e degli Dei
le rispose: Giunon, tutto che penso
non sperar di saperlo. Ardua ten fôra
l’intelligenza, benché moglie a Giove.
Ben qualunque dir cosa si convegna,
nullo, prima di te, mortale o Dio
la si saprà. Ma quel che lungi io voglio
dai Celesti ordinar nel mio segreto,
non dimandarlo né scrutarlo, e cessa.



Ed è solo la prima delle innumerevoli volte che gli dèi son definiti "Celesti" (notare che sono rimasto anche in tema, Era-Giunone vuole dal coniuge una previsione degli eventi futuri! :D).
Tuttavia devo convenire con voi, milady, nel ricordare che, sebbene gli dèi vengano spesso definiti Uranidi, cioè Celesti (dal gr. οὐράνιος «celeste»), è noto che nell'etimologia più antica il termine aveva altro significato: abitante delle montagne!


Mie dame, con profonda stima e profondissimi inchini, vi saluto.

Emrys 29-03-2011 11.21.40

Mia Signora, perdonate l'ardire!

Pensate di tenere ancora a lungo sulle spine Lady SakiJune e il vostro umile servo?
Potreste rivelarci se una delle nostre risposte s'è avvicinata alla soluzione? :misc_pray:

SakiJune 29-03-2011 14.39.04

Dite bene, Emrys! L'ansia mi attanaglia!:laughing_lol1:

Morrigan 29-03-2011 18.33.59

Miei cari, chiedo venia... mea culpa, ma sono stata distratta da troppi impegni negli ultimi giorni :o

Emrys, l'unica cosa che posso dirvi è che se soltanto sapeste quando da vicino avete sfiorato la soluzione, la cosa con grande probabilità genererebbe grande stupore dentro voi e grande dispetto nei confronti della mia persona :p

Citazione:

Originalmente inviato da Emrys (Messaggio 27847)
Il Greco non pensava storicamente. La "historia" non designava un ambito di indagine particolare, distinto dagli altri, ma si riferiva a quanto in generale era indagabile. "Historein", come forma verbale, significa "indagare", "conoscere", "sapere", "riferire". L'antico Greco non pensa storicamente, perché pensa cosmologicamente.[...] Ogni evento umano passato viene presentificato nell'orizzonte immutabile del mito.

Il concetto è davvero interessante, e posso dire che ha molto, molto a che fare con il nostro enigma... signore, potrei chiedervi di indicarmi con esattezza la frase dell'enigma che contiene l'errore? Forse in questa maniera ne verremo a capo, finalmente e con interezza :smile:

Cara SakiJune, la risposta che il nostro cortese Emrys si è affrettato a porgervi non necessita di altre aggiunte... ma sono lieta che la curiosità per questo enigma sia ancora viva nel vostro cuore :smile:
Volete tentare una volta ancora di seguire con noi questo ragionamento e trovare la soluzione?

Emrys 30-03-2011 07.40.20

Mia Signora!
Spero abbiate perdonato il vostro servo per la impazienza...
La frase, dite? La frase era già stata indicata da Lady Talia.

Non posso che continuare a rimuginare su questa e aggiungere a quanto già detto che nell'antica Grecia una delle attività principali dei templi era essenzialmente quella di fornire oracoli e, quindi, prevedere il futuro.

Di conseguenza, quando il terzo saggio dice che "E Ananke[...] madre delle Moire, che, indifferenti ai dolori degli uomini[...], sono la concretizzazione di questi voleri celesti, per il quali nessun uomo può conoscere il futuro[...]", contraddice gli stessi dèi, che quei voleri divulgavano nei loro rispettivi templi.

E non saprei cos'altro aggiungere, se non i miei saluti, mentre, inchinandomi, tolgo il disturbo! :smile:

Morrigan 30-03-2011 09.46.22

La vostra impazienza è solo segno della vostra partecipazione, e non necessita quindi di perdono.

La frase citata da Lady Talia contiene al suo interno l'errore, ma perchè si possa nominare un vincitore occorre che mi diciate il punto esatto, perchè si tratta proprio di una locuzione errara contenuta in un contesto altrimenti corretto... orsù, messere... vi domando ancora un piccolo sforzo... la soluzione è vicina :smile:

Guisgard 01-04-2011 03.02.07

Questo arcano sta davvero mettendo a dura prova l'ingegno di molti degli abitanti di Camelot... :neutral_think:
Vediamo se col favore della stelle di questa notte riesco a giungere alla sua soluzione...

Citazione:

Originalmente inviato da Morrigan (Messaggio 27610)
- E Ananke è detta madre delle Moire, che, indifferenti ai dolori degli uomini, tessendo instancabilmente il loro filo e recidendolo con le loro cesoie, sono la concretizzazione di questi voleri celesti, per il quali nessun uomo può conoscere il futuro che gli si apre dinnanzi, ma solo ragionare sul passato che ha alle spalle.

Questa dunque, secondo l'indizio fornitoci da lady Morrigan, dovrebbe essere la frase contenente l'imperfezione...
Io rileggendola ho sottolineato quello che in effetti sembrerebbe un'imprecisione... infatti, i voleri celesti citati nell'enigma, ai quali nemmeno gli dei possono imporre nulla, non rendono misterioso ed oscuro il futuro, ma solo inesorabile e irreversibile.
Nel senso che, cioè, il futuro, ossia il Fato, è già scritto, fissato nell'assoluto ed infinito scorrere del tempo.
E nessuno, nè uomini, nè dei, può mutare questa legge universale.
Quindi il futuro appare agli uomini immutabile, non oscuro.
Ho indovinato, lady Morrigan?

Emrys 01-04-2011 07.22.19

Mio signore, chissà che non abbiate ragione!

Ho voltato e rivoltato quella dannata frase, ma niente...
Questa mattina ero deciso, dopo notti insonni, a comunicare a Lady Morrigan la mia resa: devo sapere e recuperare il senno e il riposo! :D

Mi inchino ad entrambi!

Morrigan 04-04-2011 15.23.01

Tornata adesso da un viaggio, mi affretto a correre da voi, miei devoti enigmisti...
Comincio a provare un profondo senso di colpa... forse nel mio tentativo di essere enigmatica ho troppo frustrato le vostre menti...:o

Ser Guisgard, mio signore... avete individuato la porzione di frase che contiene l'errore, ma la principessa non è ancora soddisfatta della motivazione, per quanto ormai prossimi siate voi tutti al concetto.
E io, che sono a lei devota ancella, ma ancor più devota sono a voi, di nascosto vi do un suggerimento... si tratta di un errore di "forma" in quell'espressione, intimamente legata al modo di pensare dei nobili e antichi greci...

Morrigan 09-04-2011 17.35.05

Va bene... immagino che il tempo sia scaduto... la principessa dà segni di irritazione e i nostri cavalieri di stanchezza... per cui risponderò alle vostre perplessità e vi darò la soluzione...
Però non odiate me che sono un umile ambasciatore, nè minacciatemi di rappresaglie come ha già fatto un cavaliere di nostra conoscenza... (ehmm ehmm... speriamo che mi bastoni solo con le sue margherite... :p)

"per il quali nessun uomo può conoscere il futuro che gli si apre dinnanzi, ma solo ragionare sul passato che ha alle spalle"

Nessun greco avrebbe mai potuto pronunciare questa frase, perchè nel loro modo di rappresentare lo scorrere del tempo, essi usavano dire che il futuro si trova alle spalle e il passato di fronte, perchè il futuro, poichè in mano al Fato, era per gli uomini inconoscibile... alle spalle dunque, perchè non potevano vederlo, mentre il passato, che conosciamo già, si allontana davanti a noi, chiaro e visibile perchè già vissuto.

@Guisgard: ah, mio signore, mio signore... ma cosa facevate dunque nelle vostre ore di filosofia, quando eravate giovane cadetto? Devo dunque pensare che passaste già il vostro tempo a spillare margherite? ;)

llamrei 09-04-2011 21.33.24

(geniale....questa donna è geniale:smile_clap::smile_clap:;))

Emrys 10-04-2011 10.49.46

Dannatamente sottile, il ragionamento, mia Signora!
Adesso vado a battere il capo contro le mura del castello, ché ci sarei dovuto arrivare! :sad_wall:

Guisgard 11-04-2011 03.51.37

Citazione:

Originalmente inviato da Morrigan (Messaggio 28729)

@Guisgard: ah, mio signore, mio signore... ma cosa facevate dunque nelle vostre ore di filosofia, quando eravate giovane cadetto? Devo dunque pensare che passaste già il vostro tempo a spillare margherite? ;)

Ehm... ricordo che la nostra prof di Filosofia era molto avvenente ed eravamo tutti follemente innamorati di lei, quindi in classe durante le sue lezioni finivamo per distrarci tutti... :rolleyes:
Al di là delle battute, che dire, lady Morrigan?
Questo vostro arcano era davvero abilmente preparato :smile:
Vi faccio davvero i miei complimenti, milady :smile_clap:

Talia 11-04-2011 12.12.19

@Morrigan
:neutral_think: ...non fa una piega!!
:rolleyes: la 'dormiente' Talia si inchina al tuo genio, tesoro...
Bravissima!! :smile_lol: Un indovinello sottile, intelligente e tutt'altro che scontato! :smile_clap:

Morrigan 11-04-2011 20.11.43

@Llamrei, Emrys, Guisgard e Talia

Mie care amiche e miei devoti cavalieri, umilmente vi ringrazio dei complimenti, e chiedo a venia a voi se troppo vi ho fatto scervellare...

Emrys, mio buon amico... non occorre che vi facciate del male per causa mia... come più volte vi ho rassicurato, eravate davvero prossimo alla soluzione, quindi non vi rammaricate così tanto! :smile:

Guisgard... quando capirete che chi dice donna dice danno, forse la vostra vita di cavaliere romantico e tormentato approderà in porti più tranquilli e prosperi ;)

llamrei 11-04-2011 20.49.30

Citazione:

Originalmente inviato da Morrigan (Messaggio 28835)
@Llamrei, Emrys, Guisgard e Talia

Mie care amiche e miei devoti cavalieri, umilmente vi ringrazio dei complimenti, e chiedo a venia a voi se troppo vi ho fatto scervellare...

assolutamente nulla di cui scusarsi: mi inchino io, invece, alla tua sapienza.:misc_write:

Emrys 12-04-2011 07.13.50

@Morrigan

Buongiorno, mia Signora!

Ho un po' di mal di testa stamane!?! :D

Grazie per l'incoraggiamento, ma non dovete preoccuparvi: non era autolesionismo, tentavo di far riavviare il meccanismo inceppato! :p

Guisgard 14-06-2011 19.29.09

Un anno fa circa, io ed alcuni miei compagni d’arme venimmo attaccati dai temibili pirati saraceni mentre eravamo di ritorno da Tessalonica.
Il nostro veliero fu affondato in pochissimo tempo e solo io riuscii a salvarmi da quell’assalto.
Caddi in acqua e persi i sensi, per poi ritrovarmi sulla bianca spiaggia d’un isolotto che più tardi scoprii essere Milos.
Qui fui raccolto da un vecchio arconte di nome Anassagora, che viveva in una splendida villa su una meravigliosa scogliera.
Il vecchio patrizio era immerso in uno sfarzo sconosciuto a qualsiasi contea e ducato dell’Occidente latino ed i suoi servi gli si rivolgevano col termine greco di Basileus.
Anassagora era un uomo di lettere ed amante delle arti in tutte le loro forme e trovò, per mia fortuna, piacevole e squisita la mia compagnia.
Trascorsi così nella sua casa diversi mesi, trattato non un’oncia in meno di quanto imponeva la tradizione in fatto di ospitalità nei modi e nei costumi di quella gente.
Avevo libero accesso alla sua ricca e preziosa biblioteca che sembrava non meno colma di tesori letterari di quanto non lo fosse quella leggendaria di Alessandria e potevo trascorrere intere giornate nel suo esotico giardino, simile a quelli che i marinai ed i mercanti raccontavano di aver visto nella favolosa Bagdad.
E proprio in una di queste mie passeggiate la vidi.
Rimasi rapito da quella visione.
Era la donna più bella che io avessi mai visto.
La pelle era come i petali del pesco nei primi teneri giorni di primavera ed un lieve soffio d’ambra animava la sua carnagione.
Gli occhi erano simili alle gocce di giada purissima che gli indiani di Ceylon adoperano per ricreare le lacrime di Krishna, mentre i suoi capelli avevano lo stesso colore delle notti d’Oriente, ricche di esotismo ed erotismo.
Lei, nel vedermi, scostò per un momento il velo di seta che le copriva quel meraviglioso viso, mostrandosi a me come la Stella del Nord quando sorge per guidare i marinai nei mari sconosciuti.
Ogni giorno io giungevo in quel giardino per rivederla ed ogni giorno lei rispondeva ai miei sguardi con quei suoi favolosi occhi di smeraldo.
http://www.tntmagazine.com/cfs-files...lor_2D00_2.jpg
Un dì, poi, Anassagora mi fece chiamare.
“Mio buon amico…” disse “… oggi ti stupirò non meno di quanto tu faccia con me ogni giorno con i tuoi racconti.”
Io sorrisi.
“Ho appena acquistato uno schiavo che fu in passato un dotto letterato presso la regina di Napoli Giovanna d’Angiò.” Continuò lui. “Egli ha studiato presso le più importanti scuole ecclesiastiche d’Italia e conosce come nessuno l’Ordine dei Templari, i migliori cavalieri della cristianità!”
“Davvero?” Mostrandomi sorpreso io.
“Si ed ora ne avrai una dimostrazione… avanti!” Ordinò lui e lo schiavo cominciò a parlare.

“Il sacro e venerabile ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo nacque con lo scopo di difendere i pellegrini giunti in Terrasanta.
Il re latino di Gerusalemme, Baldovino II, li ospitò nel suo palazzo che sorgeva sulle rovine del grande Tempio e per questo furono poi chiamati Templari.

Le regole dell’ordine furono sancite dal Concilio di Troyes del 1128.

Padre spirituale dei Templari fu San Bernardo di Chiaravalle.

Il santo, molto devoto alla Santa Vergine Maria, scrisse una solenne e speciale benedizione da invocare sui monaci guerrieri diretti in Palestina.

La benedizione fu invocata la prima volta a Langres nel 1138 e si chiudeva con queste parole:

<<Poveri e devoti Cavalieri di Cristo e delle Sue Santissime Piaghe io vi Benedico in nome della Santa Purissima Immacolata Concezione, Beata Sempre Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra!>>

Pur essendo laici, i cavalieri Templari facevano voto di castità, povertà ed obbedienza ed erano sotto il comando di un Gran Maestro.

I Templari dipendevano direttamente dal Santo Padre a Roma.”


Lo schiavo terminò di parlare e Anassagora mi fissò soddisfatto.
“Ti ho appena consegnato un otre ricolma di sapienza!” Disse. “Ne sei impressionato, latino?”
“Mio signore…” risposi sorridendo “… farò di meglio che impressionarmi… ti renderò quell’otre ricolma di un qualcosa di ancora più prezioso della sapienza.”
“E cosa è più prezioso della sapienza?”
“La verità!” esclamai io.
“Stolto, la verità è mutevole e sconosciuta a noi mortali!”
“Scommetti che posso farlo?”
“Si, scommetto.” Annuì lui. “E se ci riuscirai, io ti restituirò l’otre con dentro ciò che più desideri. Foss’anche la metà dei miei beni.”
“E sia…” sorridendo io.
Gli dimostrai allora che il suo dotto schiavo aveva commesso un grossolano errore.
E resosi conto della bontà delle mie parole, Anassagora mi concesse ciò che aveva promesso.
L’indomani lasciai la sua favolosa isola insieme alla meravigliosa cortigiana dagli occhi di giada.

E voi, cavalieri e dame di Camelot, sapreste riconoscere il grave errore commesso dallo schiavo di Anassagora?

Morrigan 14-06-2011 20.00.34

Mio signore Guisgard! Finalmente ci onorate del piacere di un vostro nuovo enigma sul quale arrovellarci! :smile_wub:
So bene che i vostri tranelli sono spesso ben celati, ma tanta è l'ansia di poter di nuovo giocare con voi, che sarò imprudente questa volta, e mi lancerò immediatamente in un tentativo! ;)

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 32218)
Pur essendo laici, i cavalieri Templari facevano voto di castità, povertà ed obbedienza ed erano sotto il comando di un Gran Maestro.

Io credo che l'errore possa essere in questa frase... che io ricordi, il voto di povertà, castità ed obbedienza non avevano la formulazione classica presente negli altri ordini. Non erano espressamente pronunciati. Questo perchè l'ordine permetteva, ad esempio, l'ammissione di uomini sposati, il cui stato era inconciliabile con un voto perenne di castità. Agli stessi, veniva chiesto di donare la metà dei propri averi, e non di sposare una totale povertà. Quindi se non ricordo male, non si trattava di veri e propri voti, ma piuttosto di indicazioni di buona condotto, riportati nella regola, che ogni buon templare era chiamato ad osservare.

So che questa risposta così frettolosa è un azzardo... ma chissà... :smile:

Guisgard 14-06-2011 20.14.24

Lady Morrigan, sono lieto che accogliate con tanto entusiasmo questo nuovo enigma tratto da uno dei miei viaggi.
Quanto alla risposta che avete dato, ahimè, sono costretto a dirvi che non è quella giusta.
I voti pronunciati dai Templari erano simili a quelli fatti dai chierici (erano infatti definiti monaci-guerrieri), almeno sulla carta.
Erano pronunciate proprio le parole obbedienza, povertà e castità nell'atto dell'investitura a cavaliere.
Poi, se molti li rispettassero o meno e con quali modalità, questa è tutt’altra questione :smile:
Perciò, mia signora, purtroppo la vostra risposta non è quella giusta.

Morrigan 14-06-2011 20.22.48

Ah, mio caro... non avevo la pretesa di aver subito scovato l'errore, ma mi resterà almeno il merito di aver aperto le danze! ;)
Rileggerò tutto da capo e mi metterò a caccia dell'errore adesso... grazie di avermi prontamente risposto, così guadagnerò tempo alla mia ricerca! :smile:

Emrys 16-06-2011 19.52.55

Mio signore, quanto tempo...

Francamente, non credo di aver trovato l'errore, ma ci sono tre affermazioni che mi suonano strane:

1) Non tutti concordano sull'anno del Concilio di Troyes: pochi per il 1128, i più propendono per il 1129.

2) "Poveri e devoti Cavalieri di Cristo e delle Sue Santissime Piaghe" è uno strano appellativo. Ricordavo i "poveri", ma non i "devoti"; e soprattutto non ricordavo le "piaghe". Così grazie all'incatesimo della memoria "googlelorum", direi "Pauperes commilitones Christi templique Salomonis" => Poveri Compagni d'armi (o Cavalieri) di Cristo e del Tempio di Salomone.

3) Sebbene il "Doctor Mellifluus" (alias Bernardo di Chiaravalle) sia stato sicuramente fedele al culto di Maria e sia stato uno dei padri della Chiesa a sostenere che la Madonna fosse vergine e immune dal peccato originale, mi sorprende vederlo utilizzare nella sua benedizione il dogma della "Immacolata Concezione", accettato solo molti secoli dopo la sua morte.



Questo è quanto.
Felice di avervi incontrato nuovamente, mio signore.
(inchino)

Guisgard 17-06-2011 00.23.40

Mio buon amico, sono lieto di ritrovarvi a ragionare su uno dei nostri enigmi :smile:

Vediamo un pò…
Si, verissimo, ci sono pareri discordanti su questo celebre concilio, senza che però sia stata fatta chiarezza.
Nessuna delle due diverse date proposte è riuscita a prevalere definitivamente, quindi la data resta incerta e non può essere riconosciuta come l'errore del racconto.

Il secondo punto (come il terzo) va ovviamente visto nella particolarità della presunta benedizione invocata da San Bernardo di Chiaravalle.
Essa non è una formula “scritta” o nota ma legata alla devozione del santo verso la Vergine Maria.
Dite però il vero quando sottolineate l’anacronismo riguardo al dogma dell’Immacolata Concezione.
Esso infatti non sarebbe potuto comparire in quella benedizione, essendo stato proclamato dalla Chiesa solo nel 1854, pochi anni prima dell’apparizione della Vergine Maria a Lourdes.

Era quindi questo l’errore presente nel racconto del dotto servo di Anassagora.
I miei complimenti, messer Emrys :smile_clap:

Morrigan 17-06-2011 02.39.37

Complimenti, Emrys! :smile_clap:
Vedo che il vostro ritorno a Camelot è foriero di nuovi vostri illuminanti interventi, e me ne compiaccio.

Ho solo un quesito da porre a ser Guisgard, che in fondo è soprattutto una curiosità...
Confesso che il primo pensiero avuto riguardo al vostro enigma fu proprio quello legato all'accenno alla perpetua verginità della Madonna e al suo immacolato concepimento. Il motivo per cui non ho fornito tale risposta risiede nel fatto che, in effetti, il titolo di "Semprevergine" venne dato a Maria nel Concilio Lateranense del 649. indetto da papa Martino I, dove si attesta che "lo ha concepito senza seme dallo Spirito Santo e in modo incorrotto lo ha generato, conservando indissolubilmente anche dopo il parto la sua verginità".
E' proprio la specifica definizione di "Immacolata Concezione" che appartiene dunque ad un'epoca più contemporanea, costituendo così l'errore di questo enigma?

Guisgard 17-06-2011 02.49.07

Si, milady.
Il dogma dell’Immacolata Concezione è cosa ben diversa dalla Verginità di Maria.
Esso richiama il concepimento stesso della Madonna secondo le Intenzioni di Dio che la volle, appunto, Immacolata, ossia senza Peccato Originale, ancor prima della nascita.
Maria, a differenza di qualsiasi altro essere umano, dunque, è nata senza la macchia dell’antico peccato causato dalla condotta di Adamo ed Eva.

Morrigan 17-06-2011 03.32.38

Vi ringrazio per la vostra spiegazione, mio signore :smile:
In effetti, a pensarci bene, l'errore era ben palese... come lo sono sempre, d'altronde, tutti gli arcani svelati ;)


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