Sorrisi con lui e iniziai a parlare del mio mistero. "Beh, sono arrivata solo ieri, ma ho già curiosato un po' su i misteri più famosi di questa città, in particolare il mistero della maledizione dei Taddei" dissi bevendo il mio the.

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“Tranquilla, è andato tutto bene...” disse Elv a Gwen, per poi voltarsi verso il lettino del vecchio “... tutto bene?” A quello.
“Si, grazie...” annuì il vecchio “... grazie anche per avermi salvato, figliolo...”
“Ma chi erano quelli?” Chiese Elv.
“Meglio lasciarli perdere...” mormorò il vecchio “... molto meglio per tutti...”
“Bisognerebbe denunciarli.” Fece Elv.
“E' tutto inutile...” il vecchio.

Sorrisi e annuii ad Elv.
Sì, era andato tutto bene, ma avevo avuto una gran paura...
Poi lui si rivolse al vecchio.
Già, Elv era stato fantastico a difendere quell'uomo, rischiando di rimanerci.
"Denunciarli? E a che scopo? Starebbero dentro massimo un paio d'ore e poi sarebbero di nuovo fuori a fare danni..." scuotendo la testa "Voi piuttosto, se avete bisogno di qualcosa non esitate a chiedere" dissi all'uomo, sorridendo gentilmente.

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Lui sorrise a quelle parole di Clio, senza distogliere il suo sguardo azzurro da quello di lei.
“Icarius...” disse “... Icarius Hero... un fantasma che la perseguita? Questo genere di cose è la nostra specialità, Lia... e mi dica... cosa vuole da lei questo fantasma...” con i suoi occhi che percorsero tutta la sua figura e ciò, naturalmente, non sfuggì alla musa stellare.

“Si, ne ho sentito parlare...” disse bevendo Marios a Nyoko “... il mistero dei Taddei... la maledizione e tutto il resto... beh, in verità ho sempre pensato si trattasse di una leggenda, di folclore... lei invece mi pare di capire sia di diverso avviso... come mai?”

“Grazie, signorina...” disse sorridendo il vecchio a Gwen “... è molto gentile...”
“Vanno denunciati a mio parere...” Elv “... ma chi erano?”
“Gente a cui non piaceva ciò che dicevo...” mormorò il vecchio.
“Del tipo?”
“Che non c'è libertà...” rivelò il vecchio.
“Beh, non mi sembra un buon motivo per pestare e cercare di uccidere qualcuno...” perplesso Elv.

Non distoglieva lo sguardo dal mio, e nemmeno io lo facevo.
"Icarius..." ripetei "È un bel nome..." sorridendo.
Il suo sguardo abbandonò il mio per percorrere tutta la mia figura, eppure era uno sguardo così diverso da Tyson, o dagli altri umani.
Restai a guardarlo, e trovò i miei occhi ad aspettare i suoi.
"Vendetta... vedete si tratta di un'amica morta tragicamente... purtroppo una lite ci aveva separato poco prima.. e ora mi incolpa della sua morte..".

Sorrisi alla sua domanda e asciugai le labbra con il tovagliolo, prima di rispondere. "Beh, ho fatto altri viaggi, altre tappe, prima di venire qui ed io, con l'aiuto di una squadra specializzata, ho risolto alcuni misteri ritenuti folclore. Alcuni di essi erano effettivamente tali, con un pizzico di verità" dissi prendendo a mangiare la pietanza che avevo nel piatto. "Voglio studiare e risolvere anche questo mistero, pur trattandosi di folclore, credo che un fondo di verità ce l'abbia" dissi guardandolo.

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Feci un cenno del capo accompagnato da un sorriso al vecchio.
Alla loro discussione, mi tornò alla mente quando lo avevo visto la mattina all'università e la reazione, benché meno violenta, era stata pressoché la medesima.
"Perché purtroppo viviamo nell'ignoranza e nella totale cecità di ciò che ci circonda..." mormorai, ripensando anche alla lezione del professor Mondo.

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“Capisco...” disse Icarius continuando a guardare Clio “... vedremo il da farsi...”
Ad un tratto qualcuno bussò con vigore alla porta.
“Sembra vogliono buttarla giù...” fece Tyson “... chi diavolo sarà?”
“Apri e lo sapremo.” Icarius.
Tyson aprì ed entrò un uomo di mezz'età visibilmente agitato.
“Dov'è?” Sbottò.
“Chi?” Fissandolo Tyson.
“Mia figlia!”
“Ah, ecco...” mormorò Icarius.
“Tu, lurido, sporco, vile imbroglione!” L'uomo. “Hai spacciato mia figlia come un fenomeno da baraccone, solo per il tuo tornaconto! Ma io ti denuncerò, insieme a questo tuo degno compare!”
“Lei non ha molta fiducia nella scienza vedo...” sedendosi Icarius.
“Scienza? Tu sei solo un farabutto!”
“Ormai non c'è più dialogo...” sbuffando Icarius.
Dall'altra stanza arrivarono la ragazza ed il ragazzo.
“Papà...” lei.
“Andiamo a casa!” L'uomo prendendo sua figlia per mano. “Tornerò con la polizia!” Ed andarono via.
“Scusate...” il ragazzo “... dove sono i cinque Taddei che mi sono stati promessi?”

"Grazie.." sorrisi, senza distogliere lo sguardo dal suo.
Poi qualcuno entrò buttando quasi giù la porta.
Il padre della ragazza inveì contro Icarius e se ne andò in malo modo.
Restai in silenzio ad osservare sbigottita tutta la scena.

“Molto affascinante la sua determinazione...” disse Marios a Nyoko “... mi piace...” sorridendo “... lei è giovane e molto deciso... una ragazza in gamba... in effetti ai tempi dell'università anche io fui affascinato da questo mistero... poi, cominciando a lavorare, non ho più avuto il tempo per approfondire...”

Arrossì ai suoi complimenti "vi ringrazio, siete gentile" dissi sorridendo. "Sono sempre stata determinata e non intendo tornare a casa a mani vuote" dissi portando entrambe le mani a sorreggere il mento. "Siete stato quindi anche voi affascinato da questo mistero. Avete avuto modo di trovare qualche indizio?" chiesi curiosa.

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“Sei una filosofa noto...” disse Elv a Gwen “... a cosa ti riferisci? Io ci sto capendo poco...”

Tyson cacciò in malo modo il ragazzo e chiuse la porta.
“Era proprio arrabbiato...” disse ad Icarius.
“Già...” annuì questi.
“Come fai ad essere così calmo?” Tyson. “Se ci denuncerà davvero? Dovremmo chiudere baracca.”
“Forse perchè sono preso dal nuovo caso portatoci dalla nostra Lia...” Icarius indicando Clio “... mi parli meglio di questo fantasma... cominciamo dall'inizio... lei dove vive? Qui in città? Il fantasma la perseguita ovunque? E poi... che nome aveva in vita?”

Risi appena ad Elv, scuotendo la testa.
"Nulla di che... Solo la gente che non vede realmente la verità dove stia... Ma questi sono discorsi troppo complicati da fare a quest'ora della notte" ridendo e guardando l'orologio.

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Li guardai battibeccare divertita.
Poi Icarius catalizzò ancora la mia attenzione, e sottolineai le sue parole con un leggero sorriso.
"Io sono giunta da poco in città... scappavo proprio da lei, credevo che fuori dal mio paese non mi avrebbe trovata..." sospirai "Invece ero a fare colazione qui fuori e l'ho avvertita ancora... è stato in quel momento che ho visto la vostra porta e ho pensato che potevate aiutarmi.." sospirai.
"Athia..." dissi "Il suo nome era Athia...".
Credetti che dire il vero nome sarebbe stata la cosa migliore visto che la stavamo cercando.
E poi, al contrario di Tyson, Icarius mi ispirava fiducia.
Mi venne quasi da ridere al pensiero che mi stavo inventando una storia più assurda della mia.
Forse la verità sarebbe stata più verosimile.

“Beh, sempre ai tempi di quando ero studente universitario” disse Marios a Nyoko “cominciai una ricerca, studiando la maledizione dei Taddei attraverso le opere di alcuni studiosi... ed in effetti scoprii cose alquanto interessanti... per cominciare pare che quasi tutti gli artisti sembra credessero ciecamente alla maledizione... o forse chissà, la usavano come ispirazione... che può dirlo...”

"Interessante" dissi con la mia solita luce negli occhi. "Sapete, questo pomeriggio avevo intenzione di andare a perlustrare uno dei luoghi legati al mistero. Se lo desidera e se non ha impegni, potrebbe accompagnarmi" dissi gentilmente.

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“Si, concordo...” disse Elv sorridendo a Gwen.
Ad un tratto però il vecchio, guardando la porta ed accertandosi che nessuno stesse entrando, si voltò verso i due giovani.
“Ascoltatemi...” fissandoli “... essi sono ovunque... ci controllano... ci rendono schiavi... come larve... come vermi...”

Ricambiai il sorriso di Elv.
Era come se riuscissimo a ritagliarci un piccolo pezzetto solo per noi ovunque e comunque.
Poi, il vecchio continuò con le sue teorie.
"Già" dissi "Comunque ora sarà meglio che dormiate, è stata una lunga serata. Riposate, e sono certa che domani sarete già fuori di qui" sorridendo e sistemando le coperte del suo letto.

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Icarius ascoltò Clio, per poi annuire.
“Allora direi di uscire e farci un giretto, Lia...” disse guardandola “... e vediamo se questo fantasma si rifà vivo... nel frattempo mi dirà da quale paese proviene... in effetti un po' mi sembrava di vedere in lei un che di straniero...” alzandosi e prendendo il suo cappello “... a dopo, Tyson...”
“Aspetta...” Tyson “... prima sono arrivati questi per posta...” mostrandogli gli occhiali.
“Forse sono da Sole...” mormorò Icarius “... forse inviati per sbaglio qui... beh, li proverò fuori...”
E lui e Clio uscirono in strada.

“Interessante...” disse il professore a Nyoko “... di che posto si tratta?”

Il vecchio annuì a Gwen e si coricò, addormentandosi poco dopo.
“Credo sia un po' tocco...” disse Elv indicando il vecchio che dormiva “... penso soffra di manie di persecuzione... poveretto...” guardò la bella infermiera “... e dimmi... stanotte sarai tu di turno? Magari avrò bisogno di molte cure...” facendole l'occhiolino.

La prospettiva di fare un giretto in compagnia di Icarius mi sembrava allettante, specie dopo il tempo passato con Tyson.
Così mi alzai sorridendo e annuii.
"Volentieri.." porgendogli il braccio un modo regale, un movimento automatico e delicato.
Tyson gli diede gli occhiali.
"Ah sì, ne ho un paio anche io uguali.." sorridendo "Chi sa mai che siano utili..".
Così uscimmo in strada, e fui lista di respirare aria pulita.

Ricambiai il sorriso dell'uomo e quello si addormentò.
Sospirai appena alle parole di Elv.
Un po' mi dispiaceva per quel vecchio, poiché dopotutto non faceva male a nessuno.
Guardai Elv con un sorriso divertito.
"Ah sì?" chiesi, con espressione divertita.

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Icarius e Clio uscirono dall'agenzia e si ritrovarono in strada.
Era un tardo pomeriggio battuto dal vento nelle caotiche strade di Afragolopolis.
“E mi dica...” disse lui “... o forse è il caso di darci del tu, no? Non so... mi sembra di parlare con una donna anziana, mentre lei è invece giovanissima...” sorridendo e guardandola “... ed in attesa del fantasma, perchè non parliamo un po' del tuo paese d'origine?” Facendole l'occhiolino.

“Eh, si...” disse Elv, portando le braccia dietro la testa “... stanotte sarò solo e bisognoso di cure... chissà quali infermiere ci saranno... bionde? Brune? Castane? O rosse? Chissà...” fischiettando.

Alzai gli occhi al cielo, ma divertita.
"Ho capito, ho capito" ridendo piano "Dopotutto, sono rimasta apposta, no?" guardandolo mentre sorridevo alle sue parole.

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Elv sorrise.
“Buon per me allora...” disse a Gwen “... stanotte sarà una piacevole attesa allora...” facendole l'occhiolino.
L'infermiera sentì la campanella suonare, segno che il suo turno diurno era terminato.
Avrebbe ripreso la notte dopo un'ora di spacco.
Uscendo nel corridoio però notò tre uomini vestiti in modo uguale che attraversavano il reparto.
http://cs.pikabu.ru/images/big_size_...7389471990.jpg

Quel gesto di Altea improvviso sembrò non stupire però il misterioso miliardario.
Lei chiuse le gambe, stringendo così la mano di lui che non accennava a fermarsi.
“Non sai” disse lui piano “che per molte culture la parola notte ed eternità hanno il medesimo significato? Entrambe sono infinite...”

Non rimase stupito dalla mia reazione..anzi continuava tranquillamente. Sorrisi e guardai la sua mano mentre allentavo la presa..."Spiegatelo voi monsieur o dimostratemelo. ..fuggiamo da qua..ora." guardandolo nei suoi occhi celati .."Oppure ritiriamoci in privato..se per voi io valgo tanto non dovreste tenervi i vostri misteri..come il vostro volto e nome. Io sono pronta a rischiare per seguirvi. .anche se avete nemici o come dite siete in pericolo..la vostra identità non dovete celarla a me ma a loro".
Feci un gesto inaspettato e lo baciai. .dimenticando tutto ciò che mi circondava.

"Si tratta di una chiesetta detta 'della Scafia'. Sembra sia stato uno dei luoghi scenari di quelle macabre morti" dissi finendo la pietanza che avevo nel pianto e pulendomi col tovagliolo.

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Risi maliziosamente divertita a quella prospettiva.
Ad un certo punto sentii la campanella che indicava lo stacco di un'ora fra i turni.
"Allora a più tardi" sorridendogli e uscendo.
Nel corridoio vidi tre figure.
Erano tre uomini, tutti e tre vestiti in modo identico.
Rivolsi loro un brevissimo cenno col capo mentre attraversavo il corridoio per raggiungere il bar dell'ospedale.
Erano molto strani, non li avevo mai visti da quelle parti e dubitavo fossero lì per visita ai parenti, ma comunque vidi di farmi gli affari miei.

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Tornai nel mio ufficio e feci cenno all'allenatore di seguirmi fino all'ufficio di Symminel.
" Prego si accomodi" indicandogli la sedia di fronte alla scrivania.
L'incontro non cominciò bene perché come avevo sospettato Ansal nutriva dei risentimenti verso coloro che lo avevano crocifisso sulle pagine di giornale. Se avevo ben compreso la sua carriera era finita a causa dello scandalo che la Gazzetta Rosa aveva portato alla luce.
Guardai prima il direttore poi l'altro, non sapendo se era il caso di togliere il disturbo e lasciarli discutere.


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Uscimmo nel pomeriggio di Afragopolis, era una giornata serena e chiara, e mi guardavo intorno incuriosita.
"Naturalmente..." annuii ad Icarius "Nel mio paese è usuale darsi del tu..." sorrisi.
Per poco non scoppiai a ridere a quelle parole.
Giovanissima...
Avevo visto la loro specie nascere e morire milioni di volte.
Che strana cosa era il tempo.
"Dubito possiate conoscere il mio paese, Urlstan.. si tratta di un piccolo principato, costellato da alti monti innevati, boschi e laghi incastonati come diamanti nelle valli.." sospirai.
Stavo descrivendo Solaria in realtà, ma forse era meglio così, dopotutto era più difficile che mi tradissi.
"La cosa più bella lassù sono i tramonti, quando il cielo diventa rosa e rosso, di colori indefiniti.." con un sorriso al pensiero del mio pianeta lontano.

"Si, conosco quella chiesetta..." disse il bel professore a Nyoko "... mesi fa, poco distante da li', partecipai ad uno scavo archeologico come consulente storico per l'archivio cittadino... beh, si... potremmo andarci e magari uno di noi due verra' smentito... chissa', leggenda o realta'?" Divertito.

Altea bacio' quell'uomo e lui rispose con impeto, assaporando le labbra di lei.
I due cosi' si baciarono con passione davanti a tutti, soprattutto a Raimonde.
La roulette termino' il suo giro e di nuovo il misterioso miliardario vinse.
"Sei la mia musa della Fortuna..." disse lui piano ad Altea "... stasera devo prendere possesso di una residenza fuoti citta' che ho affittato per il mio soggiorno qui ad Afragolopolis... mi accompagnerai..." fissandola negli occhi.

Gwen noto' quei tre strani uomini, senza tuttavia dar loro molto peso.
I tre pero' attraversarono la corsia apparentemente senza destare sospetti, o attirare l'attenzione di nessuno.
Si guardavano ontorno come se cercassero qualcuno o qualcosa.
"Ehila', bella..." disse ad un tratto un'infermiera avvicinandosi a Gwen "... non mi aspettavo di trovarti qui oggi... ti hanno cambiato il turno?" Si trattava di Arow, una collega di Gwen.

Ascolta le sue parole con attenzione, sorridendo e ammirando il suo fascino. "Quindi mi accompagnerà?" dissi entusiasta e sorridendo ancora di più. Poi mi calmai e con uno sguardo di sfida lo guardai "mi sta forse sfidando? Perché se è così sappi che accetto la sfida. E, come ho già detto a molti scettici, risolveró anche questo mistero" dissi mettendomi composta sulla sedia. "Allora, quando è disponibile per la partenza?" dissi osservandolo attentamente.

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