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Li guardo tutti con curiosità e stringo loro la mano " sono lieta di conoscervi e vi ringrazio per l'accoglienza anche da parte di milord.
Sono felice, allora la zingara aveva ragione, non posso crederci, finalmente qualcuno che pensa che la cultura non sia solo roba da uomini o da religiosi. Adesso posso finalmente iniziare a fare ciò che mi piace anche se per un gruppo di eroi a noleggio e per ottenere denaro, ma chi se ne importa. Se qualcuno crede al potere del fiore azzurro ben venga. Bisognerà però trovarlo, impresa ardua? Guardo i miei nuovi amici e poi il libro " infatti qui parla dei poteri del FIORE AZZURRO, ma devo leggere il resto per capire quali sono" Non voglio scoprirmi del tutto voglio prima leggere il resto del libro. Comunque è davvero strano che un libro del genere appartenesse a dei monaci. " avete ragione, strano che questo libro fosse nascosto in un monastero, forse chi ve l'ha dato sapeva che se l'avessero trovato in suo possesso, l'avrebbero accusato di stregoneria". Li guardo per capire se posso aver ragione" per cui appena ha potuto se n'è disfatto regalandovelo, e io lo leggerò per voi. |
Sentii Roland arrivare e gli sorrisi.
"Certo, ma voglio prima sapere cosa sei riuscito a scoprire sulle condizioni dei prigionieri, quante guardie ci sono, eccetera.. insomma, quanto ci siamo detti sta mattina.." sospirai "Comunque sia, sono dell'idea che il piano debba essere astuto e prudente.. ah, c'è una novità.. domani io dovrò presenziare per forza, Froster era riuscito a impedirlo, ma Musain allora ha proposto di mandarci una mia sosia e ucciderla, facendo cadere la colpa sui Lupi.. non ho avuto scelta, andrò.. vuole dimostrare che io sono dalla loro parte, e non posso oppormi più di tanto o si insospettirebbero.." sorrisi "Però, non sarà così.. svenirò davanti a tutti.. ci sono erbe nella mia dispensa che possono aiutarmi... certo, Musain se la prenderà, ma nessuno si insospettirà se una donna debole e fragile come Clio svenirà davanti ad uno spettacolo del genere". Mi fermai, e alzai lo sguardo verso la pallida luna che filtrava dal soffitto. "Dobbiamo iniziare a pensare che forse non riusciremo a salvare tutti.. ma faremo di tutto per salvarli.." tornando a guardare Roland. "Come detto, dobbiamo lavorare su due fronti.. preparare la piazza per una sortita domani.. non una battaglia campale, ovviamente.. si scatena il caos per un attimo, approfittiamo della confusione per liberare i prigionieri... poi spariamo più velocemente possibile.. dobbiamo usare ogni passaggio, ogni antica via, le cantine, le fogne.. tutto.. rimango sempre dell'idea di distruggere il palco.. beh, però dobbiamo anche provare ad agire questa notte.. anche se ormai temo che, piuttosto di fare una tale figura, sarebbe capace di uccidere gente a caso spacciandoli per i ribelli.. sai cos'ha detto? Che li ucciderà con la macellazione perché ha paura che i Lupi riesumino i cadaveri e dicano che sono tornati in vita.. " risi "No, ma.. per chi ci ha preso?". Scossi la testa e tornai seria. "Allora, io ho tutto per prepararmi a fare da esca, non mi serve nemmeno moltissimo tempo, ma tu devi dirmi esattamente com'è la situazione.. anche perché io mi occuperò della prima parte, tu della seconda.. la fuga. Una volta liberi, li condurrai al tunnel e da lì al castello Eubeo coi tuoi.." sorrisi "Oh, non preoccuparti.. io so come sparire in questo castello.. giocavo a nascondino con mio cugino Imone, abbiamo esplorato i passaggi di questo castello per anni.. ogni volta che lo venivo a trovare mi mostrava le sue scoperte.. a volte trovavamo porte nascoste la cui ubicazione si era persa nei secoli.." alzai le spalle "E rimanevamo sempre molto delusi di trovare polvere e muffa al posto di monete d'oro.." risi appena. "Allora, che mi dici, qual'è la situazione?". |
Hedera strinse le mani intorno al rosario, inginocchiata dinnanzi alla croce della cappella, pronunciando a mezza voce il suo ultimo pater noster. Aveva bisogno di tutta la grazia che il buon Dio fosse disposto a concederle, conscia com'era del momento importante davanti al quale si trovava. Quel giorno, dopo molti anni di volontaria reclusione del convento, Hedera - così ormai la chiamavano tutte le Sorelle, in virtù del suo testardo attaccamento al figlio ormai perduto - quel giorno Hedera era finalmente libera dalla potestà del padre, venuto a mancare pochi giorni prima, e non doveva più temere che il suo corpo fosse venduto, tramite il sacramento del matrimonio, a unico vantaggio delle finanze di famiglia. Era per questo che si era rifugiata lì, vivendo in castità pur non prendendo i voti.
Da quando suo figlio, nato da un matrimonio privo d'amore, le era stato sottratto, non c'era stato per lei un altro pensiero o conforto, non aveva cercato un amante che la abbracciasse né desiderato di stringere un altro figlio fra le braccia; la sua condotta era parsa tanto inaccettabile e irragionevole, per un il marito che la vedeva come poco più che una fattrice, da indurlo a ripudiarla, adducendo come scusa la sua follia. "Amen" terminò Hedera con un sospiro, alzandosi in piedi con un fruscio di gonne. "Sono pronta, possiamo andare" disse rassettandosi prima di uscire dalla cappella, sul chiostro verdeggiante; lì i suoi pochi effetti personali erano su un carretto, in un grande baule borchiato. Accanto a quello, stavano Maria, la sua ancella, e Sorella Fiore, la suora con cui più di tutte in quegli anni aveva legato. Sorrise loro, quindi osservò con malcelato turbamento le porte che mettevano il convento in comunicazione con il mondo esterno, sulla piazzola adibita a mercato che per tutti quegli anni aveva solo potuto spiare da lontano. Si fece aiutare da Maria a coprirsi con il mantello e piegò il capo, determinata, parlando quasi a se stessa: "Ho pregato il Signore ogni giorno che me lo restituisse... ma ora che posso, è il momento di dare una mano alla sorte" disse risoluta. Sapeva che Sorella Fiore non era molto felice di vederla partire e le si avvicinò per baciarle le guance. "Ti ringrazio, sorella, per gli anni tranquilli che ho passato con voi. Che il Signore vi conservi tutte in buona salute e senza preoccupazioni" disse infine Hedera, accomiatandosi. http://fanspired.com/wp-content/uplo...00-496x346.jpg |
“Basto io da solo ad occuparmi di voi, Altezza...” disse Ismael ad Altea, per poi prendere il velo della principessa e portarlo sul viso, come a voler far suo il profumo di cui era intriso “... ora riposate...” aggiunse con voce bassa “... a domani, Altezza... che gli dei vi preservino...” ed uscì.
Poco dopo Altea si addormentò, per svegliarsi poi il mattino seguente, al suono delle voci e dei rumori della locanda. |
Quella figura, col suo sguardo fiero, l'espressione corrucciata e i lineamenti gradevoli ma contratti, nel fissare Elisabeth ebbe un sussulto, come un attimo di titubanza.
Guardò il suo volto, poi l'intera sua figura. “Non basta un volto per essere qualcun altro...” disse infine “... lei era molte cose...” voltandosi poi verso il quadro “... e quel quadro è incompleto... l'ho dipinto io, avendola come modella...” tornò a fissare Elisabeth “... è notte ormai e fuori vi sono i lupi... voi ed il vostro servitore potete restare qui al castello... fino a domani...” li condusse allora in due stanze, una per lei ed una per Rager. E poi andò via. Elisabeth si ritrovò così in una comoda stanza, non molto grande ma accogliente, in cui trascorrere la notte fino al mattino seguente. |
“Potrebbe essere...” disse Carolon a Grazia “... forse l'abate consegnandoci questo libro in qualche modo ha voluto salvarlo... bene, questo mi fa pensare che sia particolarmente prezioso.” Compiaciuto Carolon.
“Allora cominciate subito a leggerlo, madamigella.” Arwin a Grazia. “Ora sono curioso di scoprire tutti i suoi segreti.” “E' una specie di caccia al tesoro!” Esclamò Rinos. “A me” avvicinandosi Lion a Grazia che aveva in mano il libro “hanno sempre incuriosito queste rime...” sfogliandolo e mostrando alla ragazza la pagina con quei versi “... anche perchè sono le uniche parole a non essere scritte in latino, ma nel nostro idioma... eccole...” e le indicò a Grazia: “Senza sosta lo cercan qua, lo cercan là, Capomazda tutta si strugge e dov'è non sa. Che sia sbocciato in uno sguardo o in un sussurro, questo inafferrabile e meraviglioso Fiore Azzurro!” |
“Le condizioni dei prigionieri non sono delle migliori...” disse Roland a Clio “... sono dieci in tutto e li tengono segregati in celle umide e sporche, in balia di ratti ed insetti... le prigioni di questa rocca si trovano su un basso corridoio, che corre parallelo lungo un muro di pietre e malta che poggia, internamente, sulla parete di tufo oltre la quale vi è il fossato che circonda la rocca... dunque l'aria malsana ed il fetido invadono costantemente le celle... la mia spia tra i carcerieri ha detto che forse quattro dei prigionieri sono già morti di stenti, ma Musain ha ordinato di giustiziarli ugualmente... che vigliacco... anche con i cadaveri...” scosse il capo “... non ci resta dunque che muoverci domattina durante l'esecuzione... perchè tentare qualcosa in quelle prigioni, non conoscendo quanti dei prigionieri sono ancora vivi e dunque capaci di muoversi, potrebbe essere un suicidio... sono trappole mortali... per questo la mia idea e quella degli altri è di tentare il tutto per tutto domattina... utilizzeremo dei carri che confonderemo nel traffico, bloccando in un punto strategico il percorso che dalla rocca porta al palco... e durante la confusione far fuggire i condannati dal carro dei soldati per poi farli nascondere nei nostri... cosa ne pensate?”
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La luce filtrava nella stanza e mi svegliai lentamente..che fosse stata una notte tranquilla, certo non si poteva dire.
Rimasi nel letto riflettendo..era stato tutto vero o avevo sognato? Quell' uomo misterioso e i suoi enigmatici occhi azzurri..gli uomini di Imperion..scossi il capo. Vidi la veste che quell' uomo aveva indossato per celarsi su una sedia..si era tutto vero. Mi preparai, dovevo partire con Ismael..ma ero leggermente preoccupata..Ismael stava dimostrando uno strano attaccamento, voleva andassimo via soli..perchè lasciare tutti soli..forse era meglio avvisare Korshid e Ahmed, perchè sapessero dove stavamo andando..ormai mi fidavo veramente di poche persone..ma era grave se iniziavo a non fidarmi di Ismael, eppure sembrava preso da una esagerata gelosia, il fatto di dirmi solo lui ora avrebbe provveduto a me, sapevo provvedere da sola a me stessa e poi non si era mai espresso in questi termini. Scesi nella locanda e stavano servendo la colazione e vidi ad un tavolo proprio Amina, Korshid e Ahmed..."Non partiremo..almeno non ora...devo andare con Ismael per recuperare la spada ad Amoros, il menestrello che cenò con noi mi lasciò un biglietto" e mi sedetti con loro "e mi scrisse quella spada aveva dei poteri..e..le parole sulla spada sono state fatte forgiare da un barone capomazdese..anzi prima dovrei trovare lui.." guardai Ahmed perplessa.."Poi ad Amoros andrò a trovare messer Bauon, magari ha notizie della spada...eppure dissi ad Ismael di andare solo ma egli ha detto devo andare pure io con lui..cosi dovrò affrontare un viaggio, e voi dovete rimanere qui..non capisco". Vidi l'oste e stava dando le direttive ai servitori e mi alzai avvicinandomi all' uomo.."Scusate se vi disturbo ma avete notizie del fuggitivo? E poi mi servirebbe il vostro aiuto..per caso voi conoscete da queste parti qualche barone di Capomazda importante, legato magari alla famiglia dei Taddei?". |
Capitolo IV: La fiera dei Fiori
“Non dire che la mia arte è inganno: tutti vivono di finzione. La usa il mendicante chiedendo l'elemosina, e l'allegro cortigiano, con la finzione, ottiene terre, titoli, rango e potere.” (Antica commedia) Il paesaggio appariva dorato, con i riflessi del caldo Sole pomeridiano ad irradiare la verde campagna e le vicine montagne. Alte nuvole, bianchissime e luminose, parevano scivolare verso Levante, attraversando il terso e azzurro cielo di Luglio. Il carretto cigolava piano, con un incedere pigro, seguendo con cieca fiducia la via tracciata dai secolari solchi su quello che più di una strada sembrava essere un sentiero. Con apatica indifferenza il contadino teneva le redini dei cavalli, come se a guidare il carretto fossero loro e non lui, mentre la sua giovane e vivace figlioletta di tanto in tanto gettava uno sguardo incuriosito verso quel giovane a cui avevano dato un passaggio e che ora era steso sul fieno che trasportavano. “Pien...” disse il contadino all'improvviso “... perchè continui a votarti indietro? La strada è davanti a noi, non alle tue spalle.” “Si, scusate, padre...” arrossendo lei, senza però riuscire a resistere, qualche istante dopo, alla tentazione di voltarsi ancora dietro di lei. L'altro se ne stava steso, come detto, sul fieno del carretto, con la sua giacca di lamé blu, la camicia di pizzo come quelle utilizzate dai signorotti di campagna così vivacemente impegnati a voler sembrare prossimi al patriziato, pantaloni di pelle che finivano stretti in alti stivali di cuoio scuro. Bruno di capelli, di carnagione chiara e con profondi occhi azzurri che non smettevano di fissare quelle lettere e quelle pagine del diario tirati fuori dalla borsa. “E' inutile...” sbuffando e lasciando cadere sul fieno quei fogli e quel taccuino “... è inutile... ovunque fuggirò mi ritroverò sempre alle costole quei dannati cavalieri...” mormorò piano “... ho dovuto lasciare il porto e la regione perchè ormai in ogni locanda si vede affisso il cartello con sopra la taglia per la mia testa... farò la fine del povero Imone...” sospirò. “Ma padre...” rivolgendosi Pien a suo padre “... ma parla da solo?” “Sarà un poeta che immagina versi o un attore che ripete la sua parte” fece il contadino “o magari, chissà, un innamorato che sospira per la sua bella. Quel tipo di individui, qualsiasi sia la loro occupazione, usano parlare da soli, finendo poi fatalmente per ammattire.” Pien si voltò a fissare di nuovo quel ragazzo. “Già, Imone...” chiudendo gli occhi Guisgard ed incrociando le mani dietro la nuca “... forse per salvarmi dovrei essere un fantasma come lo sei tu adesso...” aprì gli occhi di colpo “... un momento...” alzandosi “... nelle lettere e nel diario lui racconta proprio di non rammentare molto dei suoi cari a Lortena...” prendendo di nuovo gli scritti di Imone “... e ancor più nessuno ormai dei suoi familiari ha veduto il suo volto da anni...” il suo entusiasmo si frenò di colpo “... ma cosa dico... è ovvio che i suoi zii, ora conti di Lortena, ricordino com'era fatto il loro nipote...” scuotendo il capo. Il carretto di fermò di colpo. “Eccoci, giovanotto.” Voltandosi dietro il contadino. “Siamo nel territorio di Lortena. Laggiù vi è la capitale con i suoi castelli.” “Bene.” Saltando con agilità dal carretto Guisgard. “Vi ringrazio del passaggio.” “Cosa farete ora a Lortena?” Chiese il contadino. “Devo consegnare delle cose importanti.” Rispose Guisgard. “Beh, siate prudente.” “Perchè mai?” “Non lo sapete?” Fissandolo il contadino. “A Lortena c'è la guerra civile. I ribelli pare abbiano preso il castello dei conti.” “E cosa fanno questi?” “I conti ormai sono morti da tempo.” Mormorò il contadino. “Il potere ora è nelle mani di lord Froster che lo legittimerà prendendo in sposa lady Clio, l'ultima dei Marsin.” “I conti sono morti?” Ripetè Guisgard. “Già.” Annuì il contadino. “Allora io potrei davvero...” sgranando gli occhi il giovane. “Cosa dite?” “Oh, nulla...” sorridendo il fuggitivo “... nulla... e sia... vi ringrazio nuovamente... ah...” prendendo dalla tasca l'ultima moneta rimastagli “... è un Taddeo d'oro... voglio il vostro cavallo.” Il contadino senza farselo ripetere scese dal carretto e liberò uno dei due cavalli che lo spingevano. Guisgard allora montò in sella al palafreno e galoppò via, sotto gli occhi soddisfatti, per il buon affare, del contadino e quelli sognanti della giovane Pien che lo guardava mentre scompariva nella campagna. http://cdn-premiere.ladmedia.fr/var/...trait_w858.jpg |
Hedera, prese le sue cose e lasciò la cappella, ritrovandosi così nel mondo esterno che dal quale, per troppo tempo, si era nascosta.
Il mercato di Capomazda, come sempre, pullulava di ogni sorta di umanità. Mercanti che esponevano la propria merce sui banchi, artigiani che per attirare gente restavano sull'uscio della propria bottega a lavorare, pescivendoli che innaffiavano i grossi barili di salamoia chiamando i passanti, macellai che appendevano a grossi uncini animali con il sangue ancora fresco e locandieri che caricavano sugli scanni cassette con damigiane e bottiglioni di vino d'ogni tipo. E poi ancora mendicanti all'angolo delle strade, artisti girovaghi, saltimbanchi, zingare con i loro tarocchi in cerca di clienti a cui leggere il futuro, burattinai nelle piazzette ad attirare i ragazzi e chierici che attraversavano quel vivace mondo recitando le proprie orazioni quasi con indifferenza verso tutto il resto. E nel varcare quel mondo, Hedera udì qualcuno parlare al centro della piazza con una buona schiera di curiosi fermi ad ascoltarlo. “Dico il vero...” disse alla folla intorno a lui “... è proprio così... io stesso ho udito l'araldo annunciarlo... e il bando che leggeva aveva tanto di sigillo reale a convalidare il tutto.” “Possibile?” Chiese uno dei presenti. “E' proprio così!” Esclamò l'uomo che parlava alla folla. “Posso giurarvelo sulla mia testa! E che il Cielo mi fulmini se dico il falso!” Segnandosi tre volte. “Per quanto possa sembrare strano, è tutto vero!” |
Era lui l'artista........" Forse e' vero...anzi lo e' sicuramente......io e lei abbiamo in comune solo il volto .....per il resto siamo donne totalmente diverse......ma la realtà...mi fa vedere due donne uguali......nei lineamenti.....nello sguardo...solo i nostri colori sono differenti e questa non può essere una coincidenza.......infondo sono venuta in questa terra per conoscere i luoghi dove sono nata...e questo viaggio malgrado tutto sembra dare i suoi frutti........vi ringrazio per la notte d'ospitalità spero che domattina siate più propenso al dialogo....."...fummo accompagnati nelle nostre stanze.......Rager non mi perdeva mai d'occhio sentivo...il suo sguardo...su di me...pronto a sorreggermi se ne avessi avuto bisogno...Oxuid sembrava aver ben scelto le persone di cui fidarsi........" Buonanotte Rager.......a causa mia vi trovate in questo posto così lugubre che opprime l'anima...spero domani di porre fine a questa mia folle ossessione....".....entrai nella mia stanza..........mi guardai intorno e la trovai strana......come un vestito dismesso.......non entrava nessun in quel posto.....sapeva di solitudine.........mi sedetti su una poltrona accanto alla finestra......di cui avevo aperto le ante...entrava un filo di aria fresca...il cielo era stellato e la mia mente prese a vacillare nei ricordi.........mi resi conto che la mia vita era il ricordo dei miei e di mio Fratello......ogni volta scherzavo e gli correvo incontro urlandogli che lui era migliore di me e che non gli somigliavo per nulla.........mio padre era un vago ricordo....morì quando avevo due anni.....e mia madre viveva per quel figlio diventato un grande uomo......ero l'ombra...l'ombra di un racconto.............mi scossi dai pensieri ed uscii dalla stanza facendo attenzione a non fare rumore.....il corridoio che portava ad altre stanze era lungo e poco illuminato...se non grazie alla luna che riusciva a sporgersi dalle finestre.....un filo di luce...una porta socchiusa lasciava passare una lama di luce......mi avvicinai all'uscio......e facendo capolino...vidi il Barone...era di spalle...davanti a lui una tela.....e la sua mano....come se fosse presa da follia....spennellava il mio ritratto..........era il mio volto colto in piena luce...quando lui era sulla scala........dipingeva...dipingeva sino a quando....con la mano prese a cancellare quei tratti......mi sentii presa da uno strano sentimento........talmente forte......che andai via....e corsi verso la mia stanza.........aprii la porta e me la richiusi alle spalle.....mi piegai sulle ginocchia e cominciai a piangere.........
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“Ma Altezza...” disse turbata Korshid ad Altea “... perchè partire solo con Ismael? Noi vogliamo venire con voi.”
“Si, verremo con voi.” Fece Ahmed. “Abbiamo promesso tutti di seguirvi e proteggervi.” “Io non vi lascerò da sola con quel nerboruto di Ismael!” Esclamò Carjan. “E se oserà contraddirmi lo muterò in un sacco di concime per polli!” Poi il locandiere si avvicinò al loro tavolo ed Altea gli domandò del barone. “Milady...” fissandola “... ogni terra eccelle in qualcosa, disponendone in maniera superiore a tutte le altre... in Olanda abbandonano i tulipani, come in Francia i buoni vini e in Spagna i mulini a vento. E cosi a Capomazda si possono trovare nobili in abbondanza e fra essi i baroni non fanno eccezione.” Ridendo. In quel momento arrivò anche Ismael. |
Erano anni che non passeggiava per il mercato. Finchè era stata rinchiusa nel convento aveva creduto che non le interessasse affatto quel commerciare degli altri uomini, ma ora che vi era di nuovo nel mezzo, era piacevole il brulicare della vita intorno a lei. Sorrise osservando alcuni monelli correre tagliandole la strada, pensando che ormai il suo bambino era più grande di così...
Si lasciò trascinare per qualche momento dal vorticare intorno a lei, sostando fra gli uomini e le donne raccolti intorno a un uomo che spergiurava facendosi il segno della croce. "So che mio fratello ci aspetta alla locanda, ma non ho alcuna fretta di rivederlo. Chissà, magari c'è qualche novità che sarebbe meglio conoscere" disse a Maria tenendosela vicina, tendendo l'orecchio per poter cogliere l'argomento. |
Ma mentre Elisabeth piangeva sul suo letto, all'improvviso udì dei rumori attraverso la finestra.
Giungevano dal cortile. Qui vi era un uomo anziano, scarno e dagli abiti molto consumati. Era impegnato a scavare due buche molto ampie. Sembravano in realtà come due fosse. |
“Si, in effetti tutti sembrano molto incuriositi da quell'uomo...” disse Maria a Hedera “... avviciniamoci pure un po' per ascoltare...”
“Allora è davvero vera questa storia?” Chiese uno dei presenti a quell'uomo che parlava alla folla. “Come il sorgere del Sole domani ad Oriente!” Annuì questi. “Come vi ho detto, io stesso ho udito l'araldo e ho veduto quel foglio con tanto di sigillo reale di Gioia Antiqua!” “Ma tutti sanno che quella città non esiste!” Sospettoso un altro dei presenti. “E' solo un mito narrato dai mercanti e dai pellegrini che giungono dagli estremi confini settentrionali del ducato di Capomazda.” “E invece Gioia Antiqua esiste!” Ribadì l'uomo. “E' reale, quanto lo siamo noi tutti qui! E vi assicuro che molte genti, da tante città, accorreranno alla Mostra proclamata dalla regina! Perchè il premio promesso è straordinario!” |
Certo quel locandiere eccelleva in perspicacia..feci pagare il conto e dissi a tutto il mio seguito..."Pronti..tutti ad Amoros..i nostri bagagli sono pronti"..e salii sulla carrozza per ripartire.
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Annuii a Roland.
"D'accordo giochiamoci tutto domattina.. Usare il percorso mi sembra una buona idea, sfruttiamo la nostra conoscenza del territorio più che possiamo.." Sorrisi "Dove avevo pensato di agire? Sul lungofiume? O prima della porta? D'altronde il tragitto è uno e poco difendibile.. Si mi sembra una buona idea.. I prigionieri vanno però avvisati di tenersi pronti domattina.. Ma spero che immagineranno che tenteremo qualcosa.." Sospirai "Mi rode terribilmente non poter essere con voi.. Dì ai Lupi che mi hanno costretta.. A parte spaventarmi a morte c'è qualcosa che posso fare?" Pensai ad alta voce "Qualcosa per indebolirli.. Ma senza che sospettino..". |
“I prigionieri saranno avvertiti dalla mia spia stanotte stessa, così da non correre il rischio che qualcuno riveli qualcosa sotto tortura.” Disse Roland a Clio. “Io credo che il punto più favorevole sia il lungofiume, prima del Ponte delle Antigoni... lì infatti ci sarà un piccolo battello ad attendere i prigionieri tratti in salvo... e così li faremo uscire dalla città senza percorrere le strade principali a quel punto piene di ogni posto di blocco.” Sorrise. “I Lupi sanno... e voi cosa potete fare? Beh, guardare bene le facce di Froster e di Musain dopo che avremmo tratto in salvo i prigionieri sotto i loro occhi. Così da potercele descrivere quando festeggeremo insieme la vittoria.” Rise piano. “Impagabile. Ora è tardi... sarà meglio andare a letto... dobbiamo essere in forma domattina."
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Altea ed i suoi, rifacendo il percorso a ritroso, lasciarono il porto per tornare ad Amoros.
Attraversarono la zona costiera, fino a giungere nell'entroterra, per poi prendere la strada per Amoros. Vi arrivarono dopo un po', senza sostare lungo la via, ritrovandosi così davanti al loro palazzo di Amoros. |
Dei rumori mi scossero........smisi di piangere...ed andai alla finestra...in camera era buio e nessuno poteva vedermi.....vidi un vecchio...che scavava due fosse............o stavano seppellendo due morti già morti.....o i morti eravamo io e Rager...........ma perche' volerci morti..........andai verso la porta della mia stanza ed uscii fuori....bussai quindi a quella di Rager........" Avanti Rager...aprite questa dannata porta......." aveva il sonno pesante ma se era come pensavo.....tra un po' ci avrebbero donato quello eterno.........
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Risi alle ultime parole di Roland.
"Oh, non vedo l'ora.." Per poi tornare seria "Badate di stare attenti.. Froster è un idiota ma Musain è una macchina da guerra.. Mi raccomando... Beh, se non altro io sarò con voi, quindi rinforzeremo la mia copertura.". Abbracciai Roland "Tu mi servi qui.. Bada che non ti riconoscano!" Lo guardai negli occhi "A domani amico mio..". Lasciai così il tempio e tornai nelle mie stanze. Tuttavia restai sveglia a lungo, in balia di mille pensieri di morte. |
Finalmente eravamo tornati ad Amoros, diedi ordine per rimettere il Palazzo come era prima e soprattutto il Tempio...ormai quello era il nostro luogo segreto, non avevo nulla a che vedere con quei posti..ero sola curiosa di quella spada, poco mi interessava del proprietario..perchè indagare su un perfetto sconosciuto che nulla aveva a che fare con me e la mia vita? Volevo solo conoscere il mistero della spada, presi un cavallo e raggiunsi il punto dove avevo gettato la spada nel Calars, guardai bene, si era incagliata tra due rocce non grandi dentro il fiume e vidi uno scintillio, mi guardai attorno se vi erano persone e mi gettai nel fiume per cercare di recuperare la spada.
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Rager aprì la porta ad Elisabeth ed apparve ancora assonnato.
“Ma...” disse sbadigliando “... cosa accade? Perchè siete ancora sveglia? E' successo qualcosa? Siamo attaccati?” |
Clio restò a lungo sveglia nel suo letto, in balia di inquieti e cupi pensieri.
Intanto le ore trascorsero lente, fino a quando l'alba fece il suo ingresso nel cielo di Lortena. E dalla sua stanza Clio poteva udire i preparativi per l'esecuzione. Un corno suonò più volte, poi un carro corazzato, tipico per il trasporto dei prigionieri, fece il suo ingresso nel cortile. Furono fatti salire i condannati ed un manipolo di soldati prese a scortarlo. Si sarebbero uniti agli altri lungo la strada. Poco dopo il carro lasciò la rocca. Intanto alcune ancelle raggiunsero Clio per aiutarla a prepararsi. Froster infatti attendeva con impazienza la ragazza, per andare con lei allo spettacolo orchestrato da Musain. |
O santi numi...era nel pieno del sonno...entrai nella sua stanza e richiusi la porta alle miei spalle......" Chi volete che ci attacchi...la Signora col candelabro o il barone...?........non dormo perchè questo posto non mi fa dormire...anzi....guardate sotto la vostra finestra e ditemi a cosa pensate....perchè il mio pensiero e' un tantino lugubre......"...andai alla finestra e scostai la tenda......." Io credo che........o....ci sono cadaveri di cui non conosciamo la presenza...oppure i due cadaveri siamo noi.........oppure c'e' gente che la notte ama scavare buche il che può essere un ottimo passatempo per chi soffre di insonnia............."....ero a braccia conserte...ed osservavo Rager....." Rager...non siamo in vacanza..........se arriviamo a domani...ti consiglio di farti passare la fame.......qui il veleno e' un ottimo condimento...."....ora andavo avanti indietro nella stanza.....forse mi stavo facendo prendere da quella situazione......Lui...aveva cancellato il mio volto....quel volto disegnato con perfezione in pochi attimi...disegnato con passione..........La guerra non mi aveva mai fermata....era normale....uccidere..il sangue...ma quella era una guerra diversa per me...c'era qualcosa al centro del petto che mi doleva e non sapevo cos'era........la non conoscenza genera paura......
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Ismael, nel vedere Altea lanciarsi in acqua, si tuffò anch'egli per aiutarla.
I due raggiunsero così il luogo in cui la spada si era incagliata e riuscirono a riportarla in superficie. “Per fortuna” disse Ismael “le rocce in cui si era bloccata non hanno rovinato l'incisione... infatti è ancora ben leggibile... ora cosa avete intenzione di fare con questa spada, Altezza?” |
Mi sembrava di essere il fantasma che infestava il castello.
Mi muovevo inquieta, sentivo i rumori lontani. Quasi sussultai all'arrivo delle ancelle. Avevano ragione, era ora di prepararsi. Indossai un bell'abito di seta nera, con dei piccoli ricami sull'orlo e sulle maniche. Raccolsi i capelli in uno spillone e fissai il velo, nero anch'esso, il lutto per mio padre non era ancora terminato. Poi indossai delle semplici perle. Era ora di andare. Presi un profondo respiro ed uscii, sapevo che Froster mi stava aspettando. |
Ismael mi aveva seguita senza mia richiesta e riaffiorammo dal Calars con la spada in mano..."Oh..avete mai sentito la storia di re Artù? Eccoci la abbiamo preso dalla roccia questa spada".
Uscimmo dal fiume..."Non ne so sinceramente...ma adesso vado a cambiarmi e andrò da messer Bauon..da sola gentilmente..devo parlarne con lui". Mi cambiai subito solo di vestiti, i miei capelli erano bagnati ma non avevo tempo, presi il mio cavallo,Shamid, e mi recai presso la bottega di Bauon ed entrai..."Messer Bauon..sono la principessa Altea..sono venuta per sapere se avete scoperto qualcosa della scritta" e mi guardavo attorno cercandolo.."So che la scritta l'ha fatta incidere un barone capomazdese, ed è legata ai Taddei..un erede...piccolo..rapito o di cui si ignora la esistenza...e su di lui pende una maledizione". http://i61.tinypic.com/25snb44.jpg |
“Siete incantevole, mia cara.” Disse Froster a Clio. “Come sempre.” Le offrì il braccio e poi salirono in carrozza, diretti alla piazza per l'esecuzione.
“Comprendo” fece il tiranno “che lo spettacolo non si addice a voi, ma ci sono degli obblighi che tuttavia vanno soddisfatti. Ma non temete, non sarà poi così terribile. Sono dei rei, dei traditori e tenerli in vita è come oltraggiare la memoria di vostro padre. In pratica tutto ciò lo facciamo per lui, per la sua memoria.” Sorridendo. Giunsero finalmente in piazza, dove trovarono Musain ad attenderli. I due salirono così sul palco. Molti era arrivati ad assistere e nella piazza regnava un silenzio innaturale. “Tra breve il carro con i rei sarà qui.” Disse Musain, mentre intorno a loro cresceva l'attesa. |
“Tornate nella vostra camera...” disse Rager ad Elisabeth “... io intanto scenderò nel cortile per scoprire chi sia quel vecchio... voi ascolterete la nostra conversazione dalla finestra...”
Detto ciò, scese in cortile. “Salute a voi...” avvicinandosi al vecchio “... non riuscivo a dormire...” “Eh, in questo vecchio castello le notti sono spesso inquiete...” sorridendo il vecchio. “Voi cosa state facendo?” Chiese Rager. “Siete forse il giardiniere?” “Io?” Ridendo il vecchio. “Oh, no! Sono il becchino e scavo due fosse per ordine del signor barone.” “E per chi sono queste fosse?” Domandò Rager. “Una per il signor barone e l'altra per lady Simoyn.” Rivelò il vecchio. |
Bauon, alla voce di Altea, spuntò dai suoi libri.
“Oh, milady...” disse vedendola “... finalmente. Vi attendevo da giorni. Dove eravate finita? Un momento prego...” e prese un libro su cui aveva annotato alcune postille “... ebbene, questa spada non è una semplice arma da parata... in realtà è una... si, una mappa... di quelle che conducono ad un tesoro...” |
" Va bene ma siate prudente Rager.......io ascolterò ogni cosa....".....così fu .....Rager parlò tranquillo... col vecchietto che essendo il becchino stava eseguendo un ordine......e i morti ?..erano due il Barone e Lady Simoyn....
Non volli sentire nulla......mi staccai dalla finestra....come se l'aria che entrava scottasse......se Lady Simoyn era sparita......chi sarebbe stata la Lady in questione ?.........Per istinto.....corsi verso la porta della stanza.....era chiusa.....era chiusa...la porta era chiusa..........non poteva essere......tornai alla finestra.....sotto non c'era piu' nessuno |
Il buon uomo spuntò tra le sue armi e i suoi libri..."Dove ero stata...non chiedetemelo..per carità..sono pure finita nelle grinfie di un tipo strano ricercato da Imperion..che è entrato di soppiatto nella mia camera stanotte e pure mi mise le mani addosso" dissi ancora leggermente indispettita..."Una mappa dite? Stranissimo...sentite cosa disse il menestrello di questo fatto..Anche questa, come tutte le grandi storie, racconta di grandi Amori ed avventure varie...vi narrerò di ciò che era scritto nel Destino, di quando andò rapito il più piccolo dei Taddei, abbandonato nel castello tra demoni e dei. Salvato allora da colei che dell' Elsa è la Signora, crebbe lontano e le sue origini ancora egli ignora. Ma per salvarlo dall' oscura e terribile maledizione, gli saranno negati diritti e privilegi del suo blasone".
E posi la spada sopra il tavolo dove in bella mostra vi era la scritta..."Perchè una mappa? Quel menestrello mi lasciò un biglietto dicendo i Taddei non vogliono si sappia di questo segreto, ma dovevo cercare un nobile barone di Capomazda poichè la spada nasconde un segreto che tutti ignorano, tutti tranne chi l'ha fatta forgiare ovvero questo barone...e voi allora come mai siete venuto a conoscenza di questo segreto...e poi ditemi...non capisco..ogni nostro avvenimento" e gli presi la mano turbata "ha un motivo nella nostra vita..per me..nulla avviene per caso...allora io perchè mai dovrei avere a che fare con un perfetto sconosciuto che ignora i suoi natali, quel...rinnegato dai Taddei" dissi seccata.."Ma ditemi ciò che avete scoperto..". |
"Gioia Antiqua?" Ripetè Hedera, corrucciandosi. Ne aveva sentito parlare talvolta, soprattutto da mercanti che volevano strapparle un prezzo lucroso... ma erano solo leggende, per quel che la riguardava.
"Devo ancora sentirne una nuova..." sospirò facendo per ritrarsi alla folla "andiamo Maria, va bene perdere tempo ma queste faccende sono futili..." sentenziò senza paura di farsi sentire. |
Mi sedetti docile accanto a Froster, e cercai di lasciar vagare lo sguardo sui monti che proteggevano la valle.
Risposi qualche parola di cortesia all'imbecille, senza nemmeno ascoltarmi. Ero troppo nervosa, troppo preoccupata. Non ero lì con loro. Ero impotente, intrappolata in una menzogna debole e sottomessa. Ma poi, finalmente, raggiungemmo la piazza. Mi calai il velo sul viso, come si conveniva, e presi posto accanto a Froster. Un sussulto. Lui era lì. Musain era lì con me, non seguiva il carro. Dai ragazzi, ce la potete fare. Lo salutai con un leggero inchino, e restai ad osservare la strada. Da dietro il velo nero osservai i merli del Castello Eubeo, e cercai, per un momento, di ricordare la piazza com'era anni prima, quando attendevo il giovedì per sgattaiolare fuori dal castello con la mia balia o con Imone, e gironzolavo per ore tra le stoffe colorate, i gioielli, le armi, cibi e spezie di ogni tipo. Scendevo a perdifiato la scalinata che collegava il Castello Eubeo con la Piazza delle Erbe, adornata da un'antica fontana, per poi scendere nella Piazza Grande, o Piazza dei Signori, usata sia per il mercato che per le celebrazioni festose o, in questo caso, per lugubri spettacoli. Nel bene e nel male era il centro della città. Lanciai una breve occhiata ad una via su cui si apriva la piazza, all'angolo l'insegna di un fornaio mi fece sorridere. Non c'era settimana che non ci fermassimo ad assaggiare la sua focaccia, sempre la stessa. Mi si strinse il cuore a pensare a quanto mi mancasse una cosa tanto semplice. E poi arrivava il momento più bello, da lì, attraversando una piccola piazza e tagliando per una scalinata laterale si arrivava al ponte di legno che collegava le due rive del fiume Olosa. Il massimo della trasgressione era attraversarlo e raggiungere una piccola spiaggetta isolata. Pregai che quel fiume tanto amato fosse mio alleato in quel triste giorno. Tornai alla realtà. Ero immobile, accanto a Froster. Non erano ancora arrivati, possibile? Allora, forse.. Il cuore batteva forte. Andiamo ragazzi, ho fiducia in voi. |
Sul palco tutto era pronto e intorno vi era un silenzio irreale da parte della folla.
Froster tradiva una viva eccitazione, mentre Lhar appariva estremamente vigile a tutto ciò che circondava il palco. Solo Musain si mostrava invece freddo e distante, quasi indifferente a tutta quella situazione. Come se le vite di quei condannati non avessero alcun valore. Ad un tratto si udì il suono di un corno e poi due cavalli arrivarono di corsa nella piazza. I due soldati scesero così di sella e in un attimo raggiunsero Clio e Froster sul palco. “Signore...” disse uno dei due al tiranno, col volto rigato dal sudore “... signore...” “Cosa?” Fissandolo Froster. “Avanti, parla!” Lhar al soldato. “Signore...” intimorito il soldato “... signore, i prigionieri... sono fuggiti...” “Come sarebbe a dire!” Trasalì Froster. “C'era confusione e la gente si accalcava lungo la strada...” balbettò il soldato “... poi due carri hanno bloccato lo scorrere del traffico, litigando su chi passasse prima e forse in quel momento qualcuno è riuscito a far fuggire i prigionieri, probabilmente con uno di quei due carri...” “E' inaudito!” Gridò Froster, palesemente fuori di sé. “Presto!” Ordinò Lhar. “Tutti gli uomini blocchino ogni strada, via e accesso secondario! Nessuno deve entrare o uscire dalla città!” “Lasciate perdere.” Mormorò Musain senza tradire emozioni. “Ormai è inutile.” “Inutile?” Ripetè incredulo Froster. “Ci soffiano i prigionieri sotto il naso e voi non muovete un dito per rimediare?” “Il Budda soleva dire che vi sono problemi risolvibili e problemi invece irrisolvibili.” Fissandolo lo spadaccino. “La soluzione, dunque, se c'è la si troverà da sé, in caso contrario non si troverà mai. In entrambi i casi è dunque inutile preoccuparsi.” “Dobbiamo dunque arrenderci?” Urlò Froster. “Ormai saranno svaniti.” Disse Musain. “Probabilmente attraverso il fiume. Siamo stati sciocchi a non prevedere ciò. Ma la sconfitta, come diceva Myamoto Musashi, è un elemento naturale e va dunque accettato.” Per poi voltarsi ed abbandonare il palco. Intanto tra la folla serpeggiavano felicità e fiducia. Lupo Nero ancora una volta era riuscito ad agire senza subire sconfitta. “Da Imperion mi hanno inviato un eunuco!” Con rabbia Froster. “Un cavaliere senza coraggio che accetta la sconfitta senza mostrare rabbia!” “Ora calmatevi, milord.” Cercando di farlo calmare Lhar. Froster allora ordinò di tornare alla rocca. |
Trattenni il fiato, e mi sforzai di restare impassibile.
Ce l'avevano fatta, i Lupi avevano salvato i fratelli del branco. E io ero lì, al fianco di Musain e Froster, nessuno poteva sospettare. Allora feci la mia piccola parte, li guardai, nascosta dal mio velo nero. Guardai il viso freddo e calcolatore di Musain e quello indispettito di Froster. Li impressi nella mia mente, pregando che la notte arrivasse presto. Non vedevo l'ora di correre a festeggiare con i miei Lupi. Seguii Froster alla carrozza, stavo per dire qualcosa per rassicurarlo, ma mi piaceva vederlo contro Musain. Una volta seduta, tolsi il velo, e sfoggiai un'espressione contrariata appropriata per la situazione. |
Ad un tratto la porta della camera si aprì ed Elisabeth vide Rager entrare.
Probabilmente l'agitazione del momento aveva fatto sì che la donna non riuscisse ad aprire la porta. “Bene...” disse il servitore di Oxuid “... penso abbiate udito la mia conversazione con quel vecchio becchino... credo che il barone di questo castello sia un uomo assai eccentrico, o forse solamente pazzo... e mi chiedo se restare qui non sia in qualche modo rischioso... voi cosa ne dite, madama?” |
“Milady...” disse Bauon ad Altea “... di menestrelli e rinnegati io non so nulla... quanto ai Taddei, beh, facile che c'entrino anche loro in tutto questo, ma ora non ci è dato saperlo... io posso solo dirvi che questa spada è stata forgiata per custodire un segreto... si tratta di Caleidos, il mitico scettro/arma della leggendaria Dama dell'Elsa... e ho motivo di credere, come vi ho accennato, che attraverso quest'arma sia effettivamente possibile trovare qualcosa... forse proprio Caleidos... ammesso che esista e che qualcuno, voi in questo caso, sia disposto a crederci davvero...”
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Ascoltavo attentamente e perplessa messer Bauon, egli era un uomo saggio e colto..certamente non si lasciava perdere in fantasticherie.."Tempo fa mi diceste...questa per voi era solo leggenda, ma vi dissi..a volte le leggende, a volte, hanno un chè di verità..pure io ho addosso a me qualcosa che per molti sarebbe solo leggenda..un pugnale..eppure è sacro e dietro vi stanno molti segreti..." sorrisi e pensai che un estraneo, per volere degli Dei, aveva pure afferrato quel pugnale ma senza profanarlo..mi ricordai a questo punto di una storia narratami da Korshid quando ero piccola..di certi prescelti..forse un giorno gliene avrei parlato..."Messer Bauon, se sono arrivata fin qui, mi sono gettata pure su un fiume per prendere questa spada e sto giorno e notte dietro questa storia...forse un legame vi è tra me e questa spada..e stranamente mi è stata pure data da un uomo che combatte per Imperion..ci sono dei prescelti già...e forse proprio questa spada non è venuta nelle mie mani per caso...prego narratemi..il tesoro dunque sarebbe Caleidos? Lo scettro, che ora si è saputo è pure una arma, della Signora dell' Elsa? E la mappa...dove porta?" chiesi con curiosità avvicinandomi sempre più a lui.
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