Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 19-04-2011 20.15.47

E mentre tutti erano presi dal ritorno del duca, qualcuno invece sembrava più interessato a qualcosa celato nel palazzo ducale.
Guisgard si muoveva furtivo tra le sue stanze, fino a giungere nella biblioteca.
Cercava qualcosa.
E qualcosa trovò.

“Dal resoconto del viaggio di mastro Marcovald de Bis, maniscalco di sua signoria Lord Rauger.

La nostra carrozza era nel frattempo giunta nel bel mezzo di un’irregolare radura e di fronte a noi si stagliava la vasta e lugubre distesa della brughiera, chiazzata di spuntoni rocciosi e aspre discese.
Soffiava da essa un vento gelido che ci fece rabbrividire.
Chissà in quale posto di quella landa desolata e maledetta si annidava quella oscura creatura, celata in qualche primordiale tana come una fiera feroce, col cuore intriso di odio verso quella nobile e tormentata stirpe che aveva peccato nei confronti di Amore.
Non mancava che questa inquieta sensazione a completare la sinistra atmosfera di quell’arido scenario spettrale, attraversato da un vento agghiacciante che diffondeva il suo lamento come terribile presagio delle ombre che sarebbero giunte con l’imbrunire.
E fissando lord Rauger mi accorsi che anch’egli era preda di quello stato d’animo, avvolto com’era nel suo silenzio e tormentato dai suoi antichi fantasmi.”

Guisgard cercò ancora tra quei testi ammuffiti e le pergamene consumate dalla polvere.
Ed una lettera stropicciata ed incompleta emerse da due volumi posti l’uno sull’altro.

“Sir, ormai la situazione sta precipitando ed il ducato avverte l’angoscia che attanaglia tutti noi.
Lord Ardross sembra deciso; non rinuncerà mai a quella donna.
Posso dirvi, in tutta onestà, che egli sarebbe disposto a rinunciare al potere pur di non perderla.
Ormai mancano tre giorni al duello.
Sir Brakley, in quanto marito di lady Rasyel, avrà diritto a scegliere le armi, essendo l’offeso…”

Qui si interrompeva la lettera.
Ed uno strano bagliore, dopo averla letta, attraversò lo sguardo del cavaliere.
Ad un tratto Guisgard udì dei rumori.
Rimise a posto ogni cosa e scivolò silenzioso fuori dalla biblioteca.
Attraversò il lungo corridoio tra gli sguardi enigmatici dei ritratti degli Arciduchi e delle loro amate, fino a ritrovarsi nella Cappella della Vergine, dove restò a pregare, per poi poter uscire senza destare sospetti.
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Talia 19-04-2011 20.20.40

Immobile, in piedi di fronte al portone del palazzo, lo osservai scendere dalla carrozza e avviarsi verso di me.
La folla lo acclamava e lui si soffermò a guardarla... pensai che fosse insolito, non mi pareva che Sua Signoria avesse mai fatto niente del genere.
Ravus e Monteguard gli andarono incontro e scambiarono qualche parola con lui, non udii cosa si dissero ma colsi un movimento di rimando di Izar, un gesto quasi di rassegnazione... ciò mi sorprese.
Intorno a me paggi e ancelle si stavano accalcando... i paggi intimoriti, le ancelle cinguettanti... sospirai, era come un vecchio copione ormai liso dal tempo: era stato così ogni suo ritorno, fin dalla prima volta che partì per qualche settimana prima del matrimonio due giorni dopo il mio arrivo a Capomazda, fino all’ultima volta qualche giorno dopo la morte di lord Rauger...
Ero stanca di quella consueta ed inutile messinscena... sapevo ciò che sarebbe successo, ero certa che se avessi chiuso gli occhi avrei potuto vedere tutto prima che avvenisse, ogni gesto e ogni parola, Izar, Monteguard ed il duca stesso... era come se tutto fosse codificato.
Mi chiesi dove sarei stata in quel momento se quella sera lontana lord Rauger non fosse riuscito a fermarmi... forse sarei stata a Sygma, forse sarei...
Ma Icarius si avvicinava sempre più, così mi inchinai leggermente e mi preparai ad una delle sue consuete battute sarcastiche...
“Mio Signore...” iniziai a dire, come sempre...
Ma, rialzando gli occhi su di lui, mi bloccai.
Era giunto di fronte a me, ormai, e potevo vedergli il viso adesso... era lui, indubbiamente era lui... eppure quasi stentai a riconoscerlo: i movimenti, l’espressione del viso e quella luce del tutto inedita nei suoi occhi...
Mi resi conto che la sorpresa mi aveva lasciata in silenzio per un attimo di troppo, così tentai di nuovo: “Mio Signore...” ma la voce mi tremò e di nuovo le parole mi morirono in gola di fronte a quell’espressione...
Sorrisi appena per dissimulare quella vaga ma potente sensazione e l’attimo di imbarazzo, poi tornai seria e, facendo mezzo passo avanti, mormorai soltanto: “Icarius... stai... stai bene?” notando, con sorpresa, nella mia voce una nota vagamente preoccupata.

Melisendra 19-04-2011 20.25.39

Stavo piluccando dell'uva da un grosso grappolo, cercando di memorizzare tutti i volti e i nomi delle persone lì convenute.
La reazione di Gouf non mi sorprese, ma mi sorprese la frustrazione che si celava sotto quell'impulsività. Qualcosa era cambiato in lui.
Sfiorai la mano di Sir Nyclos e risposi, facendo trillare la mia risata in mezzo all'atmosfera resa tesa dallo spettacolo dato da Gouf.
"Io non saprei davvero...", mi schernii, "anche se penso che ci sia ben poco di romantico in una guerra... la tensione, il dramma, l'istinto di sopravvivenza che spinge gli uomini a lottare... e il desiderio di vittoria che ispira i valorosi."
Un paggio riempì la mia coppa e io mi bagnai le labbra.
"Ma sono solo una donna e sono inesperta di campi di battaglia e arti della guerra." Sorrisi.
Improvvisamente sentii la vertigine, a me famigliare, che indicava che era passato fin troppo tempo dal mio ultimo vero pasto. La sala piena di energie quasi palpabili stava stuzzicando il mio istinto. Lo ricacciai indietro e mi concentrai sui chicchi d'uva asprigni.
Mi pulii la bocca con un tovagliolo e, mentre gli uomini discutevano di guerra, uscii dalla sala per cercare Gouf. Lo trovai sulla torre.
Camminando silenziosamente mi avvicinai a lui, che scrutava l'orizzonte. Appoggiai una mano sulla sua schiena, con la stessa prudenza con cui avrei accarezzato il dorso di un leone.
"Cosa vi lega a questo posto, Gouf? Cosa vi unisce a queste persone?" Domandai, come se me lo stessi chiedendo tra me e me.
"L'uomo che ricordo non prendeva ordini se non da se stesso e combatteva solo le proprie battaglie. Cosa è successo?" Strinsi la sua mano testardamente chiusa tra le mie mani fresche e sentii la tensione allentarsi.
Tuttavia quell'uomo restava imprevedibile, come una belva mal addomesticata e costretta nella gabbia che può ribellarsi in qualsiasi momento.
"A quanto pare nè io nè voi siamo davvero liberi..." Stavo finendo quelle parole, quando la vertigine mi colse nuovamente e mi appoggiai al parapetto per dissimulare quella marea oscura che mi travolgeva e mi ricordava chi fossi.

Lady Dafne 19-04-2011 20.49.05

Dopo l'arrivo del Duca, che non mi aveva suscitato la minima emozione, rimasi ancora lì ferma come una cariatide mentre piano piano la folla intorno a me si dileguava.
D'un tratto, guardando dritto davanti a me vidi la sagoma di un uomo seduto ai piedi di una colonna. Ero attratta da lui, volevo scoprire chi fosse, mi avvicinai...
"Oddio, ma è il cavaliere misterioso!" pensai tra me e me avendo un sussulto.
Non esitai un minuto e gli poggiai la mano destra sulla sua spalla per destarlo dai suoi pensieri, volevo capire chi era e quella sera volevo riuscirci!
Il cavalire non si mosse
"Ehi, che fai qui solo?" mormorai
Ancora nessuna risposta, gli andai davanti, lo guardai. Dormiva come un angioletto. Vidi un giovanotto venire verso di noi e, non volendo sostenere alcuna conversazione, mi voltai e mi diressi verso casa.

llamrei 19-04-2011 21.51.16

Il duca deve essere una persona molto amata dalle genti che popolano il suo ducato. Sembra essere un semidio con il potere di alleviare ogni dolore.
Non mi immischiai tra gli esultanti, preferii rimanere in un angolo e guardare la scena dal di fuori. Una volta che tutti i convenevoli furono soddisfatti, decisi di ritornare presso la Cappella della Vergine. Era il luogo dove poter riposare senza essere tanto disturbata.
E invece mi sbagliai. Sentii dei passi avvicinarsi. Mi nascosi dietro ad una paratia posticcia a fianco dell'altare. Lì rimasi immobile per tutto il tempo.
La porta della cappella si apri e un uomo entrò. Il tempo necessario per soddisfare qualche preghiera e se ne uscì
Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 29434)
fino a ritrovarsi nella Cappella della Vergine, dove restò a pregare, per poi poter uscire senza destare sospetti.

"Chi era costui? Sembrava essere un cavaliere...non sono riuscita a riconoscere lo stemma che portava..se pregava di certo il suo animo non era sporco,...fidarsi? No...fidarsi è bene, non fidarsi è meglio".

Guisgard 20-04-2011 00.50.38

Icarius guardò quella ragazza sulla porta del palazzo.
Ed alle sue parole sorrise.
Aveva visto tante cose da quando si era risvegliato nella capanna di Lho.
Ed aveva appreso cose incredibili.
Capomazda e la sua storia, la nobiltà dei suoi Arciduchi, la monumentalità delle sue torri e la forza dei suoi nemici.
Aveva trovato un intero popolo accorso per salutarlo e fedelissimi seguaci ad omaggiarlo.
E poi l’atmosfera solenne e aristocratica che si respirava in quel luogo.
Eppure, in quel momento nulla gli parve simile al volto di quella ragazza.
Era bella, bellissima.
Ma di una bellezza particolare.
E a guardarla forti sensazioni attraversavano la mente ed il cuore di Icarius.
Sensazioni indecifrabili, che gli causarono un’inspiegabile ansia nel cuore.
Fino a che punto un uomo può dimenticare se stesso ed il suo passato?
Un mondo così vasto, vivo, possente?
Ma soprattutto, pensava Icarius, come poter dimenticare quel volto.
“Io… sto bene… bene davvero… anzi, mai stato meglio!” Disse sorridendo alle parole di Talia. “E… tu?”
“Lady Talia sta benissimo, milord!” Intervenne Izar. “Soprattutto ora che voi siete ritornato sano e salvo a Capomazda! Ora affrettiamoci a rientrare, mio signore!”
Così tutti entrarono nel palazzo.
“E’ davvero bella…” mormorò Icarius al suo fidato consigliere “… Talia l’avete chiamata… Talia…” e cercava con lo sguardo il volto di lei, che seguiva, poco più indietro, suo marito ed il suo seguito.
“Sua signoria è stanco…” disse Izar una volta che le porte del palazzo furono chiuse “… credo sia meglio che si ritiri nei suoi alloggi.”
“Non sono affatto stanco!” Esclamò. “Anzi, vorrei uscire un po’ all’aria aperta!”
“La vostra ferita deve essere visitata da un medico, milord…” replicò Izar “… e voi, comunque, necessitate di riposo. Datemi retta, mio signore.”
“Io, veramente…” fece Icarius fissando Talia.
“Vedrete lady Talia più tardi, milord.”
In quel momento il duca si accorse di una misteriosa figura che lo fissava dall’alto delle scale.
Era Matthias.
I loro sguardi allora si incontrarono ed ognuno dei due provò verso l’altro un forte senso di astio.

Guisgard 20-04-2011 01.34.20

La campagna avvolgeva il piccolo borgo.
Ad un tratto qualcuno lo chiamò da lontano.
“Papà! Ehi, papà!” Disse Pasuan gridando e correndo verso quell’uomo.
Dopo un attimo altre persone corsero verso di lui.
“E’ tornato Pasuan!” Si udiva nel piccolo borgo.
“Ragazzo mio!” Lo abbracciò sua madre. “Come stai? Vi fanno mangiare bene a Capomazda?”
Pasuan annuì sorridendo.
“Dai, vieni che ho appena preparato un pranzo coi fiocchi!” Continuò la mamma.
E tutti andarono verso casa.
“E’ con te quella bella ragazza ferma laggiù?” Domando improvvisamente suo padre.
Pasuan si voltò incuriosito e riconobbe Dafne.
Restò un attimo stupito, ma poi corse verso di lei.
Ma quando fu sul punto di raggiungerla un cavaliere arrivò.
“Friederich, finalmente!” Disse lei sorridendo al nuovo arrivato.
Un attimo dopo Dafne andò via con quel cavaliere.
“No, Dafne!” Gridò Pasuan correndo dietro il cavallo del cavaliere. “Aspettami! Dafne!”
Ma il cavallo era troppo veloce e svanì nella verdeggiante campagna.

“No, Dafne! Aspettami! Non andare via!” Saltò su Pasuan, svegliandosi di colpo. “Era… era solo un sogno…” mormorò il cavaliere.

Guisgard 20-04-2011 02.32.39

Guisgard finito di pregare si segnò e si avviò verso l’uscita della cappella, quando qualcosa lo spinse a voltarsi dietro.
C’era una figura che lo fissava.
Era una donna, una monaca.
E nel guardarla Guisgard restò colpito dal suo aspetto.
Aveva dei lineamenti molto belli e dei meravigliosi occhi chiari.
Ed una ciocca di capelli, di un rosso vivissimo, usciva dal cappuccio.
“Però… non pensavo le monache fosserò così belle in questo posto!” Pensò.
Poi, ricordando la sacralità del luogo in cui si trovava, sorrise ed accennò un inchino verso Llamrei.
Ed uscì dalla cappella.
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Morrigan 20-04-2011 03.22.23

Più aveva occasione di parlare con Finiwell, più quell'uomo pareva a Morrigan un assurdo paradosso della natura. Se poi considerava la sua voglia di aver tanto spirito in un paese in guerra, con un ducato che stava per essere distrutto e saccheggiato... be', il paradosso assumeva per lei una dimensione quasi ciclopica!

"Signore," gli disse con grande calma, a quel punto "io non ho padre, e ringraziando il Cielo non ho neanche marito, quindi non vedo come voi possiate arrogarvi il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare, o di pretendere da me alcuna promessa!"

Quindi, voltandogli decisamente le spalle, si rivolse a Lho, e il suo tono di voce cambiò radicalmente, diventando più gentile e pieno di rispetto.

"Ditemi, vi prego... che cos'altro sapete di quell'uomo? Qualsiasi notizia, anche la più piccola, può essere per me fondamentale!"

Guisgard 20-04-2011 03.24.54

La mano di Melisendra.
Le sue parole.
La sera avvolgeva ogni cosa nella sua oscurità.
Solo la Luna rompeva quel manto infinito col suo alone d’argento.
Ma ciò che l’astro della sera riusciva ad illuminare, la foschia che scendeva tutt’intorno al castello rendeva ogni cosa sfocata ed indefinita.
E quelle parole di Melisendra sembravano accompagnare i pensieri di Gouf, mentre il suo sguardo si perdeva in quelle tenebre che sembravano infinite.
“Questo posto non è diverso da tutti quelli in cui ho vissuto in precedenza…” disse il Cavaliere del Gufo “… e come tutti gli altri niente e nessuno mi tiene legato ad esso…”
Si voltò per un attimo a fissarla.
“Ogni battaglia che combatto la considero mia…” continuò “… non è il denaro o il potere a spingere un uomo a combattere, altrimenti egli avrebbe già perso… no, occorre altro… occorre che il nemico contro cui combatti sia anche il tuo… anzi, soprattutto il tuo… l’odio ha la stessa forza dell’amore!”
Guardò di nuovo la sconfinata brughiera.
“E tu non sei molto diversa da me…” aggiunse “… esseri come noi non conoscono l’amore… ma solo l’odio… perché tu mi odi, lo so, lo sento…”
Restò un attimo in silenzio.
“Perché sei qui?” Chiese. “Lord Nyclos sembrava molto interessato a te e non avresti dovuto lasciarlo solo… se sarai furba potrai guadagnarci molto… del resto tra poco tutte queste terre apparterranno a loro.”
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Guisgard 20-04-2011 03.33.15

“La verità è che sei solamente piena di te!” Disse Finiwell a Morrigan. “Io credo che tu abbia bisogno di qualcuno che ti metta in riga! Sei una ragazzina viziata, che crede di essere padrona di se stessa in un mondo in cui, invece, forze molto più grandi di te sono in lotta! Sai cosa ti dico? Che da oggi mi laverò le mani di tutto ciò che potrebbe accaderti! Vuoi andare all’avventura? Benissimo, avanti, oltre Capomazda c’è un intero mondo che ti aspetta!”
Alzò i tacchi e prese la via per la caserma. “Sono solo un idiota!” Esclamava mentre camminava. “Solo un grosso idiota!”
“Quel cavaliere ha ragione.” Disse Lho a Morrigan. “Dimenticate questa storia. Se davvero colui che cercate è ora al servizio di sir Cimarow, da sola non potrete nulla.”

Morrigan 20-04-2011 04.06.16

Il brusco cambiamento di Finiwel per un istante la lasciò senza fiato. Non credeva di essere stata così violenta da meritare quella risposta.

"Ma guardalo!" esclamò vedendolo andare via "Mi invita sfacciatamente nel suo letto, mi sfida a duello, mi mette le mani addosso e io sarei quella da mettere in riga!"

Scosse la testa, con disappunto.

"Uomini..." mormorò scocciata.

Poi abbozzò un sorriso, tornando a rivolgersi a Lho, sperando in cuor suo che il vecchio cavaliere non fosse rimasto troppo colpito da quella scena bizzarra che si era appena svolta sotto i suoi occhi.

"Vedete, signore, io ho più di un buon motivo per non lasciare perdere questa storia... e comunque, checchè ne dica quel cavaliere, io non ho mai espresso alcuna intenzione di recarmi li in maniera così avventata. Non ho mai pensato che un battito di ciglia o un bel sorriso mi garantissero l'immunità, altrimenti non andrei certamente in giro armata come sono! Vi pregavo solo di dirmi quello che sapete o che avete inteso dire, di dove si trovi adesso Saint Roche, di Cimarow e di questo loro presunto accordo"

Guisgard 20-04-2011 04.13.34

La locanda accoglieva i cavalieri che avevano terminato il turno di guardia, o il giro di ronda e chiudere la serata con una coppa di vino rendeva le fatiche del giorno più sopportabili.
Soprattutto se si aveva la compagnia di qualche bella donna.
Ma non tutti avevano questa fortuna.
“Ehi, Finiwell, cosa ci fai lì a bere tutto da solo? Vieni in mezzo all’amicizia, tra i tuoi compagni di tanti duelli e bevute!” Disse uno dei presenti.
“Che il diavolo vi porti tutti, tizzoni d’Inferno!” Rispose seccamente.
“Vuoi compagnia, bel cavaliere?” Chiese una delle donne presenti gettandogli le braccia al collo.
“Un’altra volta, bambola.” Rispose Finiwell.
“Cosa ti prende? Tu che rifiuti la compagnia di una donna?” Domandò uno dei cavalieri.
“Chi dice donna, dice danno!” Replicò Finiwell.
“Ehi, mi sa che qualcuna l’ha scaricato stasera!” Esclamò un altro di quei cavalieri.
“Già e tu sei un esperto in questo, vero?” Rispose Finiwell. “Comunque fatela finita o comincerò a lucidare la mia spada sui vostri mantelli!”
“Ma chi è la bella che l’ha ridotto così?”
“Quella spadaccina giunta a Capomazda con l’abate Ravus!”
“Eh, mica male quella! Finiwell, visto che ti è andata male, ti spiace se ci provo io?”
A quelle parole Finiwell saltò su e colpì con un pugno quel cavaliere.
“Calmati! Che motivo c’è di fare cosi?”
Cercarono allora di calmarlo.
“La prossima volta che vorrò bere” disse “lo farò sulle mura, durante il turno di guardia! Almeno sarò sicuro di non avere seccatori tra i piedi!”
Ed uscì dalla locanda.

Guisgard 20-04-2011 04.20.33

“L’unica cosa che so…” disse Lho a Morrigan “… è che l’uomo di cui cercate notizie è al servizio di Cimarow. Questi gli offre protezione e terre, in cambio dei suoi servigi. Ma le armate di Cimarow sono una perfetta macchina da guerra. Formate da feroci cavalieri mercenari e baroni corrotti. Il traditore non si fa scrupoli di assalire villaggi, dove può trovare cibo per sfamare i suoi uomini e donne per soddisfarne i più bassi istinti. I suoi uomini hanno attaccato e saccheggiato anche i conventi e le chiese, prelevando denaro per finanziare i suoi sogni di grandezza. Saint Roche fa parte di quella masnada di individui. Trovate Cimarow e troverete Saint Roche. Ovviamente insieme a tutti i cavalieri che fanno parte delle armate di quel traditore.”

cavaliere25 20-04-2011 11.00.01

Certo dissi guardando quel cavaliere hai vostri ordini poi allora mi avvicinai a Pasuan e dissi hei sveglia abbiamo da lavorare forza pigrone e aspettai che si svegliasse e venisse con me

Melisendra 20-04-2011 18.03.28

La sua voce amareggiata era una novità. Nessun disprezzo, nessuna ombra di crudele ironia. Sospirai, come di fronte a un bambino riottoso.
"Non lusingate voi stesso... cosa vi fa supporre che vi odi?", sorrisi scherzosamente. "Vi ricordate del nostro soggiorno alla vostra Rocca dei Venti? In quel periodo sono stata quasi felice..." Abbassai gli occhi, mi sentivo colpevole. "Così lontano dagli intrighi degli uomini avevo quasi dimenticato chi fossi."
L'aria fredda della sera mi fece rabbrividire.
"Se sono qui è perchè ora posso scegliere...", mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi. "Quanto al giovane Lord Nyclos... penso che capirà che è inutile volersi impadronire di un focoso destriero, se non si è in grado di montarlo."
Gli sfiorai nuovamente la mano in una leggera carezza.
Scivolai sotto il suo braccio e mi aggrappai a lui. Bevvi come se fosse stata una sorgente fresca.
Appena sfiorai le sue labbra quell'energia fluì liberamente da lui a me. Sapeva cosa stavo facendo: mi stavo nutrendo e lui non poteva fermarmi. La sete era tanta, ma mi fermai. Avevo sentito gli ultimi anni di battaglie trascorse da un campo all'altro, la forza disperata che lo spingeva a inseguire il nemico fino allo stremo... e una sorta di tristezza che lo aveva accompagnato in questi anni. Nell'odio stava la maschera che celava ogni paura. Accarezzai tutte quelle sensazioni e gliele restituii, come belve sazie e acquietate.
Mi scostai di un passo, appoggiandomi con la schiena al parapetto. La luna brillava nel cielo, facendo danzare le ombre sui nostri volti.

Lady Dafne 20-04-2011 18.41.12

Mi voltai per andarmene ma poi udii all'improvviso delle grida:

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 29451)
“No, Dafne! Aspettami! Non andare via!” Saltò su Pasuan, svegliandosi di colpo. “Era… era solo un sogno…” mormorò il cavaliere.

Mi fermai sentendomi gelare! Mi voltai ancora verso quel cavaliere che ormai non era sveglio. Lo guardai, anche lui sembrava essersi accorto di me. Lo guardai, ancora e ancora, sciogliendo l'espressione confusa in un dolcissimo sorriso ma poi vidi quell'altro ragazzo andare nella sua direzione.

"No Dafne, non fermarti, vattene prima che quell'altro giovane ti veda o nasceranno di sicuro delle chiacchiere su te e quel cavaliere. Vattene finchè puoi, torna da Friederich e porta il suo lutto" diceva una vocina dentro di me.

L'ascoltai, la mia espressione si fece seria, mi voltai e corsi via.

Guisgard 20-04-2011 19.24.34

Quella sensazione.
Di nuovo.
In un attimo, o forse in un’ora o in un giorno, lei aveva attraversato il suo corpo e parte della sua anima.
Aveva potuto quasi sfiorare i suoi pensieri.
Forse nessuno poteva tanto.
Gouf era un uomo che sapeva celare dentro di se ogni stato d’animo, come ogni sentimento.
Se ne aveva.
Ma lei poteva.
E lui non faceva nulla per impedirglielo.
E questo non la spaventava.
“Il fato dona sempre qualcosa… anche se a caro prezzo…” disse fissando quello sterminato scenario che ad un tratto sembrava anche troppo piccolo per le sue ambizioni e le sue inquietudini “… a me ha dato la forza e a te la bellezza… e con questi doni siamo legati ad un inesorabile destino…”
Fissò la mano di lei che accarezzava la sua.
“Aytli non si fida di te…” mormorò senza voltarsi “… mi ha chiesto di ucciderti… lei è l’unico essere di cui io mi fidi… e forse dovrei ucciderti davvero…” un velo di indecifrabile angoscia attraversò il suo sguardo gelido “… torna da sir Nyclos… sei bella stasera… troppo bella da confonderti nel pallido e freddo alone della Luna… quel giovane e sciocco aristocratico è in fondo un debole… riusciresti a fargli credere qualsiasi cosa… anche di amarlo…”

Guisgard 20-04-2011 19.46.29

Pasuan si svegliò di colpo.
Un attimo dopo aveva realizzato ogni cosa.
Cavaliere25 gli andava incontro, dicendogli del compito assegnato loro per stasera, ma il cavaliere, animato e rinvigorito dal bellissimo sorriso che Dafne gli aveva mostrato, saltò su e corse verso di lei.
“Pensa tu al giro d’ispezione, ragazzo!” Disse a Cavaliere25.
Si fermò poi di colpo e fissò il giovane apprendista.
“Oh, maledizione!” Esclamò. “Tu sei solo un cadetto e…” si voltò di nuovo nella direzione in cui era scappata via Dafne “… ecco, prendi la mia spada! Così non girerai disarmato! Io ti raggiungo più tardi!” Rivolgendosi di nuovo a Cavaliere25.
E scappò via.
“Dafne, aspettami!” Gridò da lontano.
La ragazza però era corsa già fuori dalle mura del palazzo, in direzione del borgo.
“Dafne, fermati!” Chiamò di nuovo. “Dafn… ehm, volevo dire… damigella… ehi, però corri veloce, sai!” Esclamò dopo averla raggiunta.
Finalmente gli occhi di quel cavaliere erano di nuovo luminosi.
Occhi nei quali si specchiava il bellissimo volto di Dafne.

Talia 20-04-2011 19.57.39

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 29450)
“Io… sto bene… bene davvero… anzi, mai stato meglio!” Disse sorridendo alle parole di Talia. “E… tu?”

Sollevai gli occhi nei suoi e lo stupore si dipinse con assoluta chiarezza sul mio volto...
E...io? mi chiesi ...e io?
Da che lo avevo conosciuto, mio marito non si era mai dimostrato tanto affabile... raramente mi aveva rivolto domande simile, mai aveva detto con tanto candore di star bene e mai, assolutamente mai l’avevo visto sorridere in quel modo... neanche per cortesia!
Avrei tanto voluto capire che cosa gli era accaduto in quei pochi giorni... perché era assolutamente chiaro che gli fosse accaduto qualcosa... ma Izar non me ne dette il tempo: ci interruppe e lo condusse via.
Mille domande si accalcavano nella mia mente mentre, in silenzio, mi preparavo a seguire il piccolo gruppo attraverso il corridoio...
E fu allora che notai quell’uomo. Attrasse la mia attenzione per vari motivi... intanto era l’unico che non avevo mai veduto prima e poi possedeva un contegno e una solenne serietà che, per qualche ragione, mi parve interessante: non era più giovane e il suo aspetto avrebbe potuto agilmente apparire vagamente trascurato, però i suoi modi erano nobilmente misurati ed essenziali ed il suo atteggiamento ineccepibile. Lo osservai con curiosità e per un attimo mi parve che anche lui ricambiasse il mio sguardo con altrettanto interesse... durò soltanto un attimo, tuttavia, poi si voltò a parlare con la donna cavaliere e non mi guardò più.
Tutta presa com’ero da quel curioso personaggio, dunque, mi occorse un attimo in più per registrare quello stralcio di conversazione che casualmente colsi tra Icarius e Izar...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 29450)
“Sua signoria è stanco…” disse Izar una volta che le porte del palazzo furono chiuse “… credo sia meglio che si ritiri nei suoi alloggi.”
“Non sono affatto stanco!” Esclamò. “Anzi, vorrei uscire un po’ all’aria aperta!”
“La vostra ferita deve essere visitata da un medico, milord…” replicò Izar “… e voi, comunque, necessitate di riposo. Datemi retta, mio signore.”
“Io, veramente…” fece Icarius fissando Talia.
“Vedrete lady Talia più tardi, milord.”

Tenni gli occhi bassi e aguzzai le orecchie più che potevo...
Icarius voleva davvero vedermi? quest’idea accentuò vertiginosamente il mio stupore di poco prima.
E tuttavia furono le parole di Izar a causarmi quella strana sensazione di disagio che, improvvisamente e senza un’apparente motivazione, si impossessò di me... quel tono sbrigativo, duro e intransigente... sembrava seccato... sembrava quasi irritato...

Lady Dafne 20-04-2011 20.04.23

"Io non.... non volevo svegliarvi cavaliere... mi scuso. Arrivederci."
Volevo andarmene e alla svelta anche ma lui mi guardava con quegli occhi, con quello sguardo, con quella bocca. Abbassai il viso, buttai l'occhio sul fodero della spada che gli pendeva vuoto dal fianco dinistro.
"Ma, e la vostra spada? Un cavaliere senza spada? E quel ragazzo? Che voleva? Oh scusate, non è affar mio! io... io devo andare" mormorai cercando di sembrare rilassata, invece ero tesissima!
Ma intanto stavo lì e lo guardavo... mi scivolò il velo nero dalla testa come per simboleggiare che in quel preciso istante pensavo a tutto tranne che di essere una vedova.

Guisgard 20-04-2011 20.07.44

Pian piano il seguito si sciolse e Izar indicò ai servitori di condurre Icarius dove avrebbe potuto riprendersi dal viaggio ed indossare abiti degni del suo rango.
Inoltre i suoi dottori avrebbero così potuto medicare al meglio quella sua ferita.
Izar diede poi altri ordini alla servitù e si ritirò.
In quel momento, mentre era ancora preda dei suoi dubbi e dei suoi pensieri, a Talia si avvicinò Matthias.
“E così sua signoria è tornato…” disse con tono sarcastico.

Guisgard 20-04-2011 20.17.00

Pasuan la guardava e sorrideva.
Quel velo, mosso dalla lieve brezza della sera, sembrava volersi ribellare al giusto verso nel quale era stato adagiato.
Il cavaliere lo scostò dolcemente, accomodandolo fra i capelli di Dafne.
“E’ quasi un delitto coprire un viso così bello…” disse continuando a sorridere.
Fissò poi, dopo le parole di lei, il suo fodero vuoto.
“Ah, si… la mia spada… ecco…” rise “… e a cosa mi serve ora la spada? Per difendermi dal tuo sguardo?”
Restò qualche altro istante a guardarla, come se non riuscisse a smettere.
“Ti va se ti accompagno per un pò? E’ una serata serena e mi farebbe piacere farti compagnia mentre ritorni a casa… se va anche a te, ovviamente.”

Lady Dafne 20-04-2011 21.46.05

"Il mio viso deve rimanere coperto per molto tempo da questo velo, non ho pianto il mio povero marito per troppo, è ora che io faccia la moglie non la pazza visionaria" risposi.

Sorvolai sulla domanda che mi aveva fatto, feci finta di non udirla ma mi misi a camminare e lui mi seguì. Non avrei potuto dire:
"certo, accompagnami finchè vuoi, mi fa molto piacere!" ma potevo non rispondere facendo finta che quella domanda inopportuna non fosse stata posta...
Intanto camminavamo, io procedevo lentissima come per allontanare il momento del commiato. Forse avevo solo poca voglia di rimanere sola.

"Posso chiederti una cosa che mi sta molto a cuore?" mi fermai e gli poggiai una mano sull'avambraccio come se volessi fargli capire che ciò che gli avrei detto era una sorta di confidenza
"Tu sei un cavaliere vero? Anche mio marito le era, lo conoscevi? Tu sai com'è morto? Non ho che un vago ricordo di quel momento e non so chi venne ad annunciarmi quella sventura. Poi entrai in un tunnel del quale anche tu facesti parte... che brutti momenti!"

Mi accorsi di averlo sorpreso con quella domanda ma mantenni gli occhi fissi, indagatori, nei suoi
"Ti prego, dimmi ciò che sai, ne ho bisogno per andare aventi" aggiunsi.

cavaliere25 20-04-2011 22.43.32

Presi la spada di Pasuan e iniziai a girare per l'ispezione dentro di me dissi ma come si fa non eseguire gli ordini che danno in questa città io questi cavalieri non li capisco pensano solo al divertimento ma al dovere mai e contianuai a camminare in giro per il borgo guardando a destra e sinistra

Melisendra 20-04-2011 22.53.45

"Oh, Gouf... Aitly vuole vedermi morta per mille ragioni che non hanno molto a che fare con i vostri intrighi politici..." sorrisi. "Non lo hai ancora capito?"
Gli sfiorai la guancia e accarezzando la sua pelle ruvida con la punta delle dita.
Mi sentivo bene, dissetata. Mi deliziai di quel languore.
"Se dovessi tenere il conto delle volte in cui una donna ha cercato di eliminarmi..." risi, con leggerezza. "Ma hai ragione, sto rabbrividendo qui fuori, rientrerò nella sala, sperando che l'ebbrezza non li abbia scaldati troppo..."
Mi staccai da lui e mossi qualche passo verso le scale. Mi girai appena e lo guardai nuovamente.
"Sai dove trovarmi, Gouf". GLi lanciai uno sguardo si sfida da sopra la spalla.
Chi era la preda e chi il cacciatore? Non me lo domandavo nemmeno più.
Scesi le scale fino alla sala grande e vi trovai il banchetto, ancora in fermento.
Le coppe si riempivano di delizioso vino e si svuotavano altrettanto rapidamente.
Festeggiavano come se avessero già vinto.
Mi diressi al mio seggio e mi sedetti.
"Milord, la vostra ospitalità è davvero generosa...", dissi sorridente, alzando il calice verso il signore del castello. Quegli occhi mi inquietavano più degli scatti di Gouf. Quegli occhi non si stancavano di osservare, soppesare e valutare tutto e tutti. La calma oziosa che aveva sfoggiato durante l'alterco tra i suoi uomini era altrettanto raggelante.

Guisgard 21-04-2011 00.46.24

Le torce.
Ardevano illuminando la grande sala.
Le loro fiamme si contorcevano generando bagliori ed ombre, che sembravano poi prendere forma ed animarsi nella stanza.
Come tanti spettri ed anime dannate, giunte forse dal più vicino dei gironi infernali, quelle ombre danzavano e si rincorrevano tra i presenti in balia dei loro sogni di gloria.
Melisendra percepiva tutto ciò.
Quella macabra danza delle ombre, funesto presagio di sciagura e rovina per quel mondo.
L’incantatrice scrutava i loro volti.
Su ognuno la luce di quelle torce generava lineamenti ed espressioni nuove.
Grottesche e bestiali, quasi a rivelare la vera natura delle loro anime.
“Brindiamo al futuro signore di Capomazda!” Disse uno dei baroni e tutti risposero inneggiando a lord Cimarow.
“Assaggiate queste denso nettare, milady…” fece Nyclos servendo un calice a Melisendra “… e potrete goderne l’essenza…”
“Mio fratello stasera difficilmente ci concederà la sua attenzione!” Disse Cimarow divertito.
“Perdonami, fratello, ma la bellezza della nostra ospite può oscurare anche i tuoi ambiziosi sogni di conquista!”
“E sia… sei giovane ed è giusto che il tuo cuore sia attratto dalla bellezza, anziché dal potere!”
Nyclos rispose mostrando il suo calice a quelle parole del fratello.
“Spero vogliate fermarvi per molto tempo qui con noi, milady…” mormorò poi a Melisendra.

Morrigan 21-04-2011 00.47.25

Trovate Cimarow e troverete Saint Roche... più facile a dirsi che a farsi!... e Cimarow era di certo l'uomo che tutti avrebbero voluto trovare in quel momento... o non incontrare affatto!
Morrigan ringraziò Lho per il suo aiuto e per il suo consiglio, quindi si congedò da lui.
Il lato della corte in cui si trovavano era gremito di gente. Morrigan dovette sgomitare non poco per allontanarsi da quel luogo.

La gente di Capomazda salutava il ritorno di Icarius come l'arrivo di un salvatore. Lui era il loro scudo e la loro spada, e il loro cuore semplice e devoto ai signori che da sempre li avevano retti in ricchezza e prosperità era ben lontano dall'immaginare quali inquietudini e quali drammi si celini sovente dentro le mura di un palazzo. Morrigan lo sapeva fin troppo bene... la miseria dei potenti è spesso più profonda della miseria degli umili...

La folla esultante si era spinta fin quasi alle porte del palazzo per poter festeggiare il duca, e le vie di Capomazda erano piene di uomini e donne... vicino alle taverne la gente beveva e brindava alla vittoria... le giovani passeggiavano, con le braccia allacciate alla vita dei loro amanti... i musici suonavano per strada... ma Morrigan si sentiva estranea a tutto questo.
Vide la scala che dal cortile saliva nel torrione fino alle mura del palazzo ducale, e si infilò in quella stretta salita. Le guardie della torre erano troppo affaccendate a tenere a bada il popolo festante, e nessuno fece troppo caso a lei.

Salì in fretta, come se le mancasse l'aria, e si fermò soltanto quando il sole, che stava tramontando, le colpì il viso con i suoi raggi sanguigni.
Quel corridoio sulle mura era deserto in quel momento. Qualcuno aveva steso sui merli gli stendardi con lo stemma del ducato, che adesso sbattevano mossi dal vento. Il brusio della folla giungeva ovattato e distante, e questi erano gli unici rumori in quel regno aereo dove il vento comandava agli uccelli che viravano in stormi verso il loro rifugio notturno.
Era bellissimo...

Morrigan assoporò quel momento, lasciando scorrere il vento tra i capelli e sul viso. Chiuse gli occhi. Lei non era felice, e non aveva nulla da festeggiare. Non un'ombra di emozione, non una gioia interiore a cui fare appello in quel momento... a tratti pensava che forse suo zio Morven avesse ragione, e che una vita spesa solo in cerca di una vendetta non avesse alcun senso... forse non ci sarebbe stata nemmeno una vittoria, in quel suo gesto... ma non aveva altro, non aveva nient'altro... una vita spesa ad inseguire quel sogno o quell'incubo era quasi una vita votata sterilmente al sacrificio... ma era la vita che aveva scelto fino ad allora!
E mentre il suono lontano della festa arrivava a confondere i pensieri della sua mente, Morrigan pensò che non sapeva affatto cosa dovesse fare...

Guisgard 21-04-2011 01.38.15

Pasuan cambiò espressione e divenne di colpo serio.
I suoi occhi assunsero i riflessi inquieti del crepuscolo.
E come il crepuscolo che man mano cedeva il posto alla sera, così il suo sguardo si addensava di ombre.
“No, non ho mai conosciuto tuo… quel cavaliere…” disse a Dafne “… so però che fu un grande cavaliere… e che è caduto da valoroso sul campo di battaglia…”
Proseguirono in silenzio per un pò, quando Pasuan si arrestò di colpo.
“Perché non la smetti di vivere nel passato? Ormai lui è morto! Capisci? E’ morto! E tu cosa vuoi fare? Piangerlo per sempre? Sei troppo giovane per sfiorire così, nel dolore e nella solitudine! No, non è giusto! Non lo è!”
La fissò per un lungo istante, nel quale avrebbe voluto parlarle di tutto il mondo.
Il suo mondo, i suoi desideri.
La fissò cercando in quegli occhi il luogo naturale in cui riconoscere i suoi sogni più belli.
“Se potessi, darei la mia vita per la sua! Vorrei essere morto io al suo posto! Ma non è possibile, capisci? Ma lui è morto! E non di meno mi sento morire anche io vedendo come stai gettando via la tua vita!”
http://img706.imageshack.us/img706/1476/sleeveless1.jpg

Talia 21-04-2011 01.48.54

Stavo ancora osservando la porta oltre cui erano scomparsi Icarius e poi Izar quando Matthias mi si avvicinò...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 29484)
“E così sua signoria è tornato…” disse con tono sarcastico.

“Già...” mormorai, annuendo distrattamente “E’ tornato! Anche se... non so... è strano! In un certo senso non sembrava più lui...”
Per un attimo rimasi in silenzio, tentando di dare una forma precisa a quella strana sensazione che mi aveva presa... ma non ci riuscii, così mi voltai verso di lui e gli sorrisi appena...

Guisgard 21-04-2011 02.17.57

Le ancelle lo circondavano festanti, ridendo maliziosamente.
“Ci siete mancato, mio signore!” Disse una di loro.
“Ehi, che accoglienza!” Esclamò sorridente Icarius.
“Abbiamo avuto tanta paura di non rivedervi più, mio signore!” Disse un’altra.
“Ora però penseremo noi a voi…” fece un’altra ancella accarezzandogli il petto ed il volto “… un bel bagno e poi un rigenerante massaggio con sali ed oli all’essenze più inebrianti.”
Cominciarono allora a spogliarlo.
“Ehi… ehi…” le fermò Icarius sorridente “… piano, piano ragazze!”
“Cosa c’è che non va, padrone?”
“Cosa? Oh, nulla, nulla!” Richiudendosi la camicia. “Siete davvero amorevoli… e molto belle!”
“Siete forse stanco, mio signore?”
“Stanco? Eh, eccome si potrebbe con voi! Fareste resuscitare un morto, voi!”
Le ancelle risero maliziose, fingendo ingenuità.
“Su, mio signore…” sospirando una di loro “… facciamo uno dei vostri giochi…”
“Si, mio signore!” Fecero in coro le altre.
“Piano, piano, ragazze…” allontanandosi da loro “… sono un uomo sposato io!” Facendo l’occhiolino.
“Ma se vostra moglie è fredda è distaccata…” mormorò una.
“E non condivide con voi nemmeno il suo letto…”
“Si, ormai tutti lo sanno a Capomazda…”
Icariuis le fissò stupito.
“Ma poi perché mai non se ne ritorna a Sygma?” Domandò un’altra.
“Ma perché lei è stata barattata per la pace di Sygma!” Rispose un’altra ancella. “In fondo non è poi tanto diversa da noi…”
“E poi non con tutti è fredda e distaccata…” intervenne un’altra “… avete visto quanto tempo passa con quel cavaliere giunto da Sygma?”
“Si e come si parlano poi…”
“Ma cosa state dicendo?” Domandò Icarius.
“Abbiamo solo detto la verità, mio signore…”
“E poi quella donna a voi non è mai interessata!”
Icarius uscì dalla stanza e cominciò a chiamare il fedele Izar.
“Siete qui!” Disse entrando nella biblioteca, dove si trovava il filosofo.
“Cosa accade, milord?”
“Cosa si dice a Capomazda di quel che accade tra me e mia moglie?”
“Milord, sono solo sciocchezze…”
“Chi è quell’uomo che è venuto da Sygma?” Chiese con rabbia.
“Milord…” mormorò Izar, facendosi serio “… avete una guerra da combattere… l’unica cosa che conta è solo il ducato… una donna, per bella ed intelligente che possa essere, non può valere tanto…”
“Ma cosa state dicendo?” Ringhiò Icarius prendendo per la tunica Izar.
“Milord, vi prego…” ansimando il filosofo “… calmatevi… avete le ancelle più belle… giunte da ogni parte del regno… ed ogni donna di Capomazda potrebbe essere vostra… calmatevi… ora siete confuso, ma quando ritornerete in voi…”
“Cosa?” Urlò Icarius. “Cosa cambierà? Rispondetemi? Cosa cambierà?”
“Milord… calmatevi… quella donna non vi è mai interessata… calmatevi ora…”
Icarius lo lasciò di colpo ed il filosofo dovette appoggiarsi al tavolo alle sue spalle per non cadere a terra.
Un attimo dopo il duca corse via.

Guisgard 21-04-2011 02.41.22

Morrigan dall’alto delle mura fissava la quiete della sera che ricopriva la vasta e fertile campagna circostante.
La foschia si avvertiva appena ed era possibile ancora riconoscere i piccoli borghi in lontananza, illuminati sulle pendici dei monti lontani, le cui austere sagome si confondevano con l’orizzonte sterminato.
E mentre Morrigan era rapida da mille e più pensieri, udì qualcuno che cantava.

“Conosco un cavaliere, Ghemil si chiamava
ed una donna sopra ad ogni cosa lui amava!
Per lei piantò un giardino con mille e più fiori,
e i petali raccoglieva per curar di Amore i dolori!”

Guisgard 21-04-2011 02.53.20

Matthias fissò Talia e restò turbato nel vedere la sua espressione.
“Si è fatto tardi…” disse “… meglio ritirarsi. Immagino che il priore sia già andato a letto… lo seguirò… tu invece raggiungerai tuo marito, credo… beh, ti auguro una serena notte…”
E raggiunse la sua camera, lasciando Talia da sola con gli austeri ritratti dei nobili Taddei a fissarla.
E i loro sguardi enigmatici sembravano dar forma ai suoi dubbi ed alle sue inquietudini.

Morrigan 21-04-2011 03.07.31

“Conosco un cavaliere, Ghemil si chiamava
ed una donna sopra ad ogni cosa lui amava!
Per lei piantò un giardino con mille e più fiori,
e i petali raccoglieva per curar di Amore i dolori!”

La musica era delicata, e le parole le invasero subito la testa... ed era dolce quell'emozione... di cosa stava parlando?
Chiuse gli occhi, e c'erano i fiori... e il vento... il vento sembrava essere cessato, per ospitare quel sospiro...
Di colpo aprì gli occhi e si girò, alla ricerca di quella voce...

"Chi è là?" domandò mentre i suoi occhi vagavano nell'ombra della scala e dei merli "Chi siete?"

Guisgard 21-04-2011 04.12.02

“Anche i versi di una vecchia canzone ti mettono in guardia? Dammi retta… così non troverai mai marito!” Disse Finiwell a Morrigan. “Ma cosa ci fai quassù?” Chiese poi.
E senza attendere la sua risposta, il cavaliere si avvicinò al parapetto merlato.
“Vengo spesso quassù…” mormorò con un’aria insolitamente seria “… da qui è possibile abbracciare uno scenario che sembra infinito… nelle giornate limpide cerco con lo sguardo il mio borgo… non è lontano da qui… un giorno vi ritornerò… quando sarò stanco di combattere… e troverò ad attendermi le cose più importanti che ho… quelle che da sole bastano a farmi felice… come è bello il mondo da quassù…” sospirò “… se solo non ci fosse questa maledetta guerra…”
Poi, quasi a destarsi da quei pensieri, riassumendo la sua solita aria scanzonata disse:
“Ti conviene tornare giù in caserma… se qualcuno scoprisse che hai passato la notte da sola con me, beh, cosa si direbbe in giro?” E rise forte.

Morrigan 21-04-2011 04.31.22

Vedendo Finiwell, Morrigan fece un passo indietro, istintivamente... ma poi le sue parole la lasciarono interdetta, ed ella non reagì in lacun modo al suo arrivo. Si limitò soltanto a guardarlo.
Sembrava diverso, e senza che ce ne fosse alcun motivo. Lo studiò meglio. Aveva bevuto. Forse era il vino che lo aveva reso così malinconico. Lo ascoltò in silenzio, senza quasi osare disturbare quei suoi pensieri espressi ad alta voce. C'era, in quella malinconia, qualcosa che sposava i pensieri che lei stessa aveva avuto qualche attimo prima.

"Già... se non ci fosse la guerra... o se quel tizio non ci avesse attraversato la strada, o se l'oro non valesse più della vita, o se l'onore fosse tenuto più in conto dagli uomini... vedete, signore, è piuttosto inutile pensare come sarebbe il mondo se fosse diverso da quello che è... perchè purtroppo ogni cosa è esattamente e semplicemente quella che è, nulla di meglio o di peggio..."

Lo scrutò un istante per vedere come avrebbe reagito a quella frase. Era la prima volta che gli parlava in un tono che fosse un po' meno che ostile, ma lui non sembrava aver troppa voglia di importunarla, almeno in quell'occasione, e Morrigan pensò che non era necessario attaccare chi non la stava attaccando, e riprese:

"Comunque mi dispiace, non avevo alcuna intenzione di violare il vostro posto prediletto, me ne vado via subito..."

E ignorando il suo ultimo commento salace, fece per discendere la scala che conduceva alla corte. Esitò soltanto un attimo, appoggiando la mano sulla pietra ruvida di quell'ingresso, e voltandosi verso il cavaliere:

"Molto bella, quella canzone... non parlo ancora alla perfezione la vostra lingua, e non sono certa di aver compreso ogni parola... ma sembrava una bella storia..."

Guisgard 21-04-2011 04.46.24

La brughiera.
Sembrava addormentata ed incantata nella lieve foschia che cominciava a filtrare i colori e i riflessi del crepuscolo.
I corsi d’acqua intrisi di aurei bagliori durante il giorno, ora andavano ad assumere l’immagine di nastri d’argento e luccicavano sulla terra che si scuriva all’ombra dell’ancestrale intrico della boscaglia.
Gli ultimi raggi obliqui del Sole calante disegnavano lunghe ed inquiete ombre sulla vasta e selvaggia piana.
Lo scenario diventava sempre più tetro e desolato, man mano che l’imbrunire avanzava ed avvolgeva ogni cosa.
La stradina che serpeggiava tra quelle immense e selvagge chiazze verdeggianti, giungeva ad un vecchio edificio.
Talia attraversava la stradina a piedi nudi, avvertendo l’umidità del terreno sotto di lei.
Ad un tratto sentì qualcosa.
Un canto, triste ed angosciante, recitato quasi come una litania.
“Non piangere, bambino mio…” diceva la donna “… non piangere, la mamma è qui…”
Talia riconobbe il volto di quella donna, come una folgorazione: era lady Gyaia e sembrava avere con sé un bambino.
Ma avvicinandosi, la principessa di Sygma si rese conto che la donna stringeva solo un panno vuoto fra le sue braccia. Un panno intriso di sangue.
“Questa che vedi fu un regalo del mio Ardeliano…” mormorò a Talia, fissando l’edifico alla fine della strada “… i primi tempi furono difficili… lui era lontano, in guerra ed io avvertivo la nostalgia per Sygma… ma quando egli ritornò, per alleviare la mia tristezza, fece costruire questa Pieve… guardala bene… è in tutto simile a quella che sorge tra le colline dove fu eretto il monastero di San Casciano e la Rocca dei Montelupi... e qui ogni domenica io ascoltavo la messa… e mi sentivo come nella mia bella terra…”
In quel momento la campana delle Pieve suonò e Gyaia svanì.
Un attimo dopo Talia si ritrovò nel sacro edificio.
Un grande altare sorgeva sotto l’abiside, mentre un soffitto a volta era retto da colonne di gusto romanico.
Nella navata vi erano diverse nicchie, tutte ospitanti statue di Santi.
Ed in fondo, dal lato opposto all’abside, c’erano alcune robuste armature, doni degli antichi e nobili signori del posto.
Talia si inginocchiò a pregare, quando un boato scosse l’intero edificio.
Le colonne cominciarono a scricchiolare e parti degli affreschi cominciarono a venire giù dalle pareti.
Improvvisamente le armature fecero un passo in avanti, bloccando l’uscita della Pieve.
Un lamento, spaventoso e delirante, si diffuse nella navata.
Ad un tratto una di quelle armature cominciò ad avvicinarsi a Talia.
E con un gesto improvviso le strappò il medaglione che portava al collo, nel quale c’era il ritratto di Icarius.
L’armatura osservò quel volto e si abbandonò ad uno spaventoso lamento, dopo il quale echeggiarono altri suoni simili, provenienti dai mosaici che raffiguravano i dannati all’Inferno.
L’armatura allora si alzò la visiera dell’elmo, mostrando due malefici occhi bianchi e senza luce, che il solo guardarli trasmetteva pena ed angoscia.
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In quell’istante Talia si svegliò.
Istintivamente portò la mano sul medaglione che aveva al collo.
Udì il suono delle campane di Capomazda che annunciavano i riti del Giovedì Santo, che celebravano l’inizio della Passione di Nostro Signore.

Melisendra 21-04-2011 12.11.25

Frastornata da tutto quel vociare e dall'intenso odore di cibi e libagioni, cercai di mantenere un'espressione dignitosa.
Certamente il giovane Nyclos non difettava di tenacia.
"Dubito, Sir Nyclos, che abbiate intenzione di lasciarmi andare prima della fine del conflitto, per tanto credo che dovrò attendere la sua conclusione..." la mia voce era tranquilla, ma in fondo celava un po' di fastidio, com'era giusto che fosse.
"In ogni caso... essendo errante come una foglia nel vento, questi contrattempi non mi preoccupano... non ho patria e neppure impegni improrogabili." Mi punse una specie di malinconia.
Bevvi dalla coppa che mi aveva porto.
Tra non molto il vino avrebbe preso la meglio sui convitati e certamente avrebbero avuto una lingua più sciolta... mi preparai a cogliere le loro parole.

Talia 21-04-2011 19.18.29

Aprii gli occhi e per un istante non osai muovermi ne’ respirare.
Le pesanti tende coprivano completamente le finestre, così che la stanza era ancora immersa nella penombra... nonostante ciò, lentamente, iniziai a distinguerne i contorni e la mia mente si placò un poco. Spostai una mano sul petto e cercai il medaglione appeso alla catenella che portavo sempre intorno al collo... trovarlo mi rasserenò: le mie dita incontrarono il metallo freddo e prezioso e lo strinsero convulsamente.
E’ stato solo un sogno... mi dissi, tentando di riportare tutto su di un piano razionale e quasi costringendomi a tornare a respirare... E’ stato soltanto uno stupido sogno, niente di più!
Eppure qualcosa mi diceva che non era stato soltanto un sogno...
Fin da piccola avevo sempre sognato molto, ogni notte... ma questo era stato diverso: era stato nitido, affatto confuso e mi aveva lasciata con quella sensazione che non accennava ad andarsene neanche adesso che ero ben sveglia!
Mi alzai dunque, mi avvicinai alla finestra e scostai la tenda... l’aria era limpida e fredda quella mattina, lasciai che i raggi del sole mi battessero sul viso nella speranza che ciò riuscisse a scacciare i postumi di quel sogno, ma non fu così...
In quel momento entrò la vecchia ancella che ogni mattina mi aiutava a vestirmi e già mezz’ora dopo, ormai pronta, stavo scendendo le scale verso la chiesa dove avrei dovuto assistere alla funzione del Giovedì Santo...
E fu in quell’istante che ebbi quella folgorazione...

“Vieni...” disse lord Rauger non appena mi vide fare capolino dalla porta della biblioteca.
“Mi avete fatta chiamare, milord?” chiesi.
“Sì, infatti...” rispose affabile il vecchio duca “Guarda... questa mappa rappresenta tutti i territori sottoposti al potere dei Taddei. Ogni città, ogni villaggio, ogni bosco e ogni pianura, finanche il più remoto pozzo e la più piccola pieve è stata segnata su questa mappa! Mi fa piacere che tu la veda...”
Mi feci avanti e lanciai un’occhiata rapida alla vecchia pergamena che l’uomo aveva srotolato sul tavolo...
“Vedo, milord!” esclamai, non curandomi affatto neanche di simulare il pur minimo interesse.
Era passato circa un mese dal mio matrimonio ed Icarius era già partito ormai da settimane... la mia rabbia, la mia frustrazione, il mio disinteresse per tutto ciò che quella famiglia rappresentava si stava acuendo rapidamente e ben presto avrebbe raggiunto la soglia limite.
Lord Rauger tentò di interessarmi narrandomi qualche aneddoto ma io ero ben decisa a non concedergli la pur minima soddisfazione, così infine l’uomo ripose la mappa su di un alto scaffale e, con un sorriso triste, mi congedò.

Quel pensiero mi attraversò la mente, inchiodandomi là dove mi trovavo...
‘Ogni città, ogni villaggio, ogni bosco e ogni pianura, finanche il più remoto pozzo e la più piccola pieve è stata segnata su questa mappa...’ aveva detto.
Finanche la più piccola pieve... mi ripetei.
Dovevo trovarla! Dovevo trovare la pieve del mio sogno! Dovevo trovare la pieve di Gyaia! Dovevo accertarmi che non fosse soltanto una mia fantasia, che quella donna che sognavo ormai in modo ricorrente non fosse il frutto della mia mente... avrei cercato quella pieve su quella mappa, avrei scoperto se esisteva davvero... dovevo farlo se volevo scoprire che cosa significava quel sogno!
In fretta mi voltai e presi a risalire di corsa la scala in direzione della biblioteca...

Guisgard 22-04-2011 01.04.51

“La nostra lingua” disse Finiwell fissando Morrigan presso le scale “è quella dei bardi, dei cantori, dei musici e dei poeti. E per questo sa cantare ogni storia, che sia d’amore, o di gesta cavalleresche! E’ una lingua capace di parlare al cuore, di suscitare emozioni e sensazioni forti. In essa è racchiuso il soffio del vento, la magia della campagna e l’inquietudine della brughiera. Ma anche l’ardore del Sole e l’incanto della Luna.”
La fissò e sul suo volto sorse quel solito sorriso che mostrava una smisurata fiducia in se stesso.
“Perché stai cercando quell’uomo?” Chiese.


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