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Destresya scese di sotto, al pianterreno del suo sontuoso palazzo nobiliare, poco lntano dal centro cittadino.
Aveva però il volto ed il corpo di Regna, con i suoi domestici che la fissavano ignari di questo incanto. Jamos era il suo fidato maggiordomo, dall'aspetto rude e di una selvaggia bellezza tipica dei suoi luoghi natii. Era infatti originario di un'isoletta tropicale nel mare Flegeese, giunto poi sul continente per cercare fortuna. "Ecco la sua colazione, padrona." Disse avvicinandosi e ponendo sul bel tavolino ad intarsio e motivi floreali il vassoio con la ricca colazione. |
"Allora i nostri rami di studio non sono poi così diversi." Disse Ludwing a Gwen. "Anche io sono affascinato dall'evoluzione a cui una mente artificiale può ambire. Non so se, come le professa, un androide potrà mai davvero avvicinarsi all'uomo, ma di certo trovare un codice etico comportamentale per regolare l'attività di un robot, beh, credo sia un'ambizione dovuta. Un dovere e allo stesso tempo un diritto dell'umanità."
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Sorrisi, vedendo che qualcuno finalmente capiva davvero dove volevo arrivare.
"Non sono molti quelli che danno del tutto credito a quest'idea, qui dentro, forse è un'ambizione troppo alta anche per la scienza, ma continuerò a provarci finchè la sperimentazione andrà avanti" con tono fiducioso "Conta non solo il risultato, ma anche il percorso per arrivarci." |
Sapere che Pinco Pallino fosse così ricercato, mi lasciò alquanto perplessa.
Cercai comunque di non dare a vedere il mio stupore, continuando a mantenere un’espressione il più gelida possibile. “Certo ma, vedi, io non sono il ‘resto di Afragolopolis’.” pronunciai per poi poggiare le mani al bancone e avvicinarmi un poco “Non ti sto chiedendo molto, alla fine, solo che tu mi aiuti a trovarlo per prima.” spiegai tranquilla “So ricompensare bene chi decide di essermi amico.” aggiunsi con voce bassa. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Verissimo." Disse annuendo Ludwing a Gwen. "Il percorso. E' quella la cosa che conta, che fa la differenza. Possiamo arrivare a tutto, ma solo un metodo esatto, preciso e riproducibile può chiamarsi scienza." Sorridendole con sincera soddisfazione. "Lei ha proprio ragione, dottoressa."
In quel momento arrivò Yko. "Ecco il nostro nuovo arrivato!" Cinguettò raggiante. "Vedrà, si troverà benissimo con noi qui!" Per poi presentarsi a Ludwing. |
L'uomo dietro il bancone guardà Queennie e poi il denaro, che un attimo dopo prese in modo avido e nervoso.
"Voglio il doppio." Disse. "Il doppio o nulla. E solo dopo ti dirò dove trovarlo." |
Annuii, sinceramente entusiasta.
"Sono contenta che ci capiamo" con un sorriso soddisfatto. Questo prima che l'uragano Yko arrivasse. Ridacchiai silenziosamente fra me e me. "Lei è Yko, una ricercatrice nell'ambito delle nano tecnologie" la presentai a Ludwing. |
Ludwing salutò Yko e lei si unì al tavolo con lui e Gwen.
Finita la colazione, la ragazza si propose di mostrare al nuovo arrivato i loro laboratori. Gwen invce era libera di tornare a casa, visto aveva completato il suo turno nel centro ricerche. |
Yko si unì al tavolo, ma poco dopo si offrì di far fare a Ludwing un giro turistico dei laboratori.
Io ero troppo stanca anche solo per pensare di unirmi e poi di certo Yko era più informata di me. Non impiegai dunque molto, prima di uscire e tornare a casa. Una volta dentro, mi concessi un bagno caldo e mi abbandonai nella vasca insieme ad un calice di vino rosso, benchè fossimo ancora nella mattinata, ma pensavo di meritare il pacchetto completo del relax. |
Mentre Gwen si concedeva un meritato e piacevole riposo, con tanto di bagno e bicchiere di vino, il metatelefono squillò e pochi istanti dopo partì la segreteria digitale, con questo messaggio:
"Dottoressa-perchè-mi-ha-fatto-questo? Mi-fidavo-di-lei." Era la voce metallica di Jon. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 08.43.13. |
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