Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gwen 25-03-2018 03.18.30

Cominciammo a girare nel negozio, ma mi pietrificai quando vidi la bambola.
Era uguale alla bambina, uguale.
Afferrai il braccio di Elv e lo tiravi a me.
"Guarda..." mormorai piano "È identica alla bambina, ha pure lo stesso vestito, le somiglia... È precisa a lei..." con tono inquieto.

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Nyoko 25-03-2018 14.18.40

Sospirai, sapendo che sarebbe stato difficile spiegare e trovare delle prove.
"Si chiama Stainyus. È un uomo anziano... Ma fino a qualche giorno fa, sembrava innocuo... Ha con se un ragazzo, suo figlio forse, si chiama Pavel, il ragazzo con cui... Beh... Hai capito... Ad ogni modo... Inizialmente quello strano era Pavel, mi è comparso davanti un po' come un fantasma e poi il fatto che Stainyus non vedesse nessuno mi lasciò alquanto perplessa..." dissi per poi raccontare il resto degli accadimenti avvenuti fin quel momento.

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Altea 25-03-2018 15.05.21

Rimasi senza parole e lo guardai nei suoi occhi azzurri.. Questo ragazzo era strano.. Come poteva definire un suo padre uno che conosceva per lettera.. Dovevo aiutarlo.. Fosse un Taddei o meno ma secondo me si era invischiato in qualcosa.. "Scusa.. Guisgard.." prendendo una lettera per leggerla e vedere soprattutto che nome dava a Guisgard "Ma quindi questo uomo lo conosci solo per nome e lettere? Sai ci sono persone ci fanno dei lavaggi del cervello.. Tipo una setta. Tu sei Cattolico vero?" e guardai la lettera sedendomi in braccio a lui.

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Guisgard 25-03-2018 23.20.05

Elv guardò la bambola indicata da Gwen.
"Beh, di certo non era questa bambola quella che hai visto sulla porta del negozio." Disse, per poi voltarsi verso la signora. "Scusi... c'è una bambina qui da voi?"
"Bambina?" Ripetè la donna. "No, affatto. Viviamo in tre... io, mio marito e mio figlio che però è a scuola... perchè mi fa questa domanda?"

Herbert rise quando Nyoko nominò Pavel e ciò che avevano fatto.
"Beh, allora andiamo a far visita a questo Stainyus, no?" Disse divertito.

"Certo che l'ho conosciuto..." disse Guisgard ad Altea "... non solo per corrispondenza." Poi esitò prima di annuire alla sua domanda se fosse Cattolico.
La stilista allora si sedette sulle sue ginocchia leggendo la lettera e ciò fece arrossire di brutto il Rampollo.

Lady Gwen 25-03-2018 23.48.34

"Sì, lo so, ma... Oh insomma, io l'ho vista!" protestai.
Ero sicurissima di non essermela immaginata, non stavo neanche dormendo.
Poi Elv domandò alla signora e quella disse che aveva un figlio.
"Nulla, forse avremo visto la bambola fuori dal negozio..." mentii, per vedere una sua eventuale reazione.

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Guisgard 25-03-2018 23.50.07

Quel bacio, proibito, dannato, eccitante.
La bocca di Ordifren, calda, esperta, generosa, accolse le labbra di Clio e le invase con la sua lingua ardente ed umida.
Un bacio profondo, sensuale, immorale, fatto di sapori, di gemiti, di giochi viziosi e perversi.
La ragazza stava a cavalcioni su di lui, muovendosi ritmicamente e strofinandosi eccitata sulla virilità di quell'uomo misterioso che sotto i pantaloni sembra ergersi ad ogni istante in modo sempre più indecorosa, indecente, magnifica.
Lo sentiva Clio.
Lo sentiva maschio, potente, indomito, audace, voglioso mentre continuava a strusciare su di lui, avvertendo un rossore infuocato sul suo viso da bambina cattiva.
Così si sentiva: cattiva e sozza.
Le altre cominciarono a stringersi attorno a lui, baciandosi fra loro ed accarezzando il seducente scienziato così generoso verso tutte loro.

Guisgard 25-03-2018 23.58.38

“Si, può darsi.” Disse annuendo la donna a Gwen. “Passando in auto vi avrà tratti in inganno.” Guardando i due giovani.
“Si, è andata così.” Elv. “Beh, mistero svelato.” Ridendo lui.
“Gwen...” ad un tratto una voce.

Lady Gwen 26-03-2018 00.03.08

Annuii appena, anche se ero poco convinta.
Non era una bambola, ma facevamo finta che lo fosse.
Poi, il mio nome.
Di scatto mi voltai e cercai chiunque mi avesse chiamata, anche se nessuno qui poteva conoscermi, ma cercai di non pensarci e di capire.

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Guisgard 26-03-2018 00.10.43

Nel negozietto c'erano solo loro tre e né Elv, né la donna avevano chiamato Gwen.
“Beh, direi di andare.” Disse Elv alla ragazza.
“Gwen...” ancora quella voce.
Una voce di bambina.

Clio 26-03-2018 00.13.29

C'era qualcosa di magnetico in quell'uomo, un fascino proibito e oscuro che richiamava l'oscurità dentro di me come se la conoscesse da sempre, come se ne bramasse ancora, e ancora, e ancora.
Ma ero io a bramarne sempre di più.
Mentre incatenavo la mia bocca alla sua, mentre la mia lingua rincorreva la sua in un gioco continuo, lascivo, proibito, ero sempre più fuori di me.
O forse ero sempre più me stessa, come non avevo mai potuto mostrarmi davvero.
Ma lui non conosceva morale, né tabù, né limiti.
Quell'uomo era puro istinto e perversione, e io andavo matta per tutto quello.
Era come me, come noi, e infatti fu come se ci riconoscessimo a vicenda.
Più mi muovevo su di lui, cercando sollievo dall'eccitazione che si faceva sempre più umida lo guardavo negli occhi, lo vedevo impazzire e il mio sguardo determinato e forte era sempre più intenso.
Sentivo quanto tutto quello lo stesse eccitando, lo sentivo distintamente sotto di me, diventava sempre più saldo, duro, come un blocco di marmo sul quale potessi strusciarmi continuamente.
Oh ma non mi sarei certo accontentata di strusciarmi addosso a lui, oh no... volevo vederlo morire, perdersi, andare fuori di testa.
Volevo che vedesse distintamente tutta l'oscurità che avevo dentro tutta senza nessuna eccezione.
Allora, mentre le ragazze intorno a me si univano al gioco mostrandogli quanta perdizione poteva trovare in mezzo a noi scivolai giù dalle sue ginocchia, scivolai fino a ritrovarmi inginocchiata ai suoi piedi, con l'espressione da bambina birichina sul viso.
Poi allungai le mani verso la sua cintura, i bottoni dei suoi pantaloni, fino ad arrivare ai boxer per lasciarlo completamente scoperto e nudo davanti a noi, che non bramavamo altro che assaggiare quella virilità che sembrava essere tanto invitante.


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