Camelot, la patria della cavalleria

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Dacey Starklan 17-11-2015 18.00.49

Quella risposta mi deluse alquanto. Non credevo che Guisgard fosse così arrendevole, che non mi desse neanche una possibilità. Lasciai perdere, per il momento.

<< Io sono Diana>> mi presentai a Lady Gaynor e agli altri quando tutti fummo seduti a tavola.

<< Ma io voglio essere in grado di farlo>> ripresi la mia richiesta con Guisgard. << Vi prego, almeno lasciatemi tentare

Guisgard 17-11-2015 18.03.33

Clio allora si allontanò nella penombra, quasi fosse un fantasma, lasciando i due cadetti ed i loro progetti per la sera.
L'ufficiale raggiunse i suoi alloggi, mentre il forte pian piano si addentrava sempre più in quella malinconica notte.
Fu allora che il ricordo di Geris divenne più forte.
Lacerate, insopportabile.
Poi qualcuno bussò alla sua porta.

Guisgard 17-11-2015 18.13.55

Rodian sorrise ad Altea.
“Eh, che modi...” disse lui “... ma dovevo aspettarmelo, voi nobili siete tutti così. Infatti mentre quei partigiani minacciavano di uccidermi, voi pensavate a mettermi in salvo. E sia, la vita è così. Si, tra poche ore sarò finalmente ad Evangelia. Un posto di certo poco adatto a voi, visto che proprio alla frontiera si combatte la guerra contro chi ancora ricerca quelli come voi per uccidervi. Ma a Città di Capomazda sarete al sicuro, con tanti altri esuli come voi.”

Lady Gaynor 17-11-2015 18.16.00

"Cosa me lo fa credere? Beh, forse la confidenza con cui vi ha accolto al vostro arrivo..." risposi.
Alla ragazza, che si presentò come Diana, risposi che il piacere era tutto mio. Mi rivolsi di nuovo al ragazzo dagli occhi azzurri. "Io mi sono presentata, ma voi non avete fatto altrettanto..."
Di fronte alle insistenze anche dell'altro accompagnatore di Diana, accettammo l'invito e ci sedemmo al loro tavolo.

Clio 17-11-2015 18.17.05

Lasciai l'ombra per tornare nei miei alloggi.
Una volta chiusa la porta dietro di me, cominciai a sentire la stanchezza di quella giornata interminabile.
E Geris, gli occhi azzurri di Geris continuavano a tormentarmi, e cominciai a realizzare che davvero non l'avremmo più rivisto, che davvero quel valchiria sconosciuto se l'era portato via.
Come sempre cercai di lasciare tutto il mondo chiuso fuori dalla porta, per potermi rintanare nel mio piccolo rifugio.
Ma lasciare quel dolore era difficile, se non addirittura impossibile.
Così, cercai in qualche modo di distrarmi.
Riposi delicatamente la giacca della divisa sulla sedia, buttai in qualche modo le pesanti scarpe militari che portavo, senza curami di dove finissero.
Mi diressi dove tenevo tutti i soldi guadagnati in quegli anni, quelli sopravvissuti ad Armand, s'intende.
Aprii l'armadio e restai per un momento ad osservare il mio piccolo vizio fatto della più nobile seta, del raso più prezioso, dai colori e dai modelli più diversi e unici.
Di giorno l'uniforme era l'unico indumento che mettevo, a parte in palestra, ma di notte avevo una camicia diversa per ogni giorno, e le vestaglie coordinate.
E le tenevo gelosamente.
Quella sera ne scelsi una color bordeaux, in seta, con la scollatura incorniciata da alcuni motivi geometrici.
Prima che potessi stendermi, però, qualcuno bussò alla porta.
Alzai gli occhi al cielo.
Non sia mai che riesca a riposare...
"Chi è?" chiesi, senza aprire la porta.

Dacey Starklan 17-11-2015 18.21.11

Confidenza. Avevo davvero avuto tanta confidenza con Guisgard? Questa cosa mi fece pensare parecchio. Certo la mia vita dipendeva da quell'uomo ma c'era forse qualcos'altro? Non lo capivo. Forse stavo entrando troppo nella parte di Diana la cameriera. Per questo decisi di essere più distaccata con Guisgard da quel momento. Era meglio non affezionarsi troppo.

Guisgard 17-11-2015 18.28.53

“Capisco...” disse sorridendo Guisgard a Gaynor “... in verità siamo buoni amici io e lei.” Indicando Dacey.
Alla fine i tre accettarono l'invito e si sedettero tutti al tavolo dei tre borghesi.
“Mi chiamo Guisgard.” Presentandosi il militare alla diva ed ai suoi compagni.
“Guisgard...” mormorò Park “... questo nome non mi è nuovo...”
“E' un nome come un altro.” Fece Guisgard.
“Mah, eppure mi sembrava di averlo udito da qualche parte...” Park.
“Vi sarete confuso.” Con indifferenza il militare.
Il taverniere portò dei vassoi in tavola.
“Bruschette con salumi e verdure...” disse “... mentre qui ci sono dei formaggi, freschi e stagionati. L'arrosto è sulla brace e tra poco ve lo servirò con contorno di patate e piselli.”
“Che Dio vi benedica, amico mio!” Entusiasta Park.
“E sia...” Guisgard sottovoce a Dacey “... se proprio insistete vi accontenterò... domani, se Dio vorrà, vi insegnerò a sparare.” Guardandola.

Guisgard 17-11-2015 18.31.25

“Sono Lyon, tenente...” disse il militare dall'altra parte della porta a Clio “... perdonate se vi disturbo... il capitano Goz chiede i voi. E' da Armand.”

Clio 17-11-2015 18.37.40

Alzai nuovamente gli occhi al cielo.
"Arrivo subito.." risposi.
Cosa diavolo voleva il capitano a quell'ora?
Probabilmente Tesua era andato a piagnucolare da lui e voleva darmi una strigliata.
Beh, poteva aspettare domani.
O magai c'entrava quel nuovo arrivato.
Avevo persino dimenticato la sua presenza.
Comunque fossero andate le cose, ero certa che prima o poi l'avrei preso a pugni.
Magari era davvero un asso come pilota, ma poteva volare anche col naso spaccato.
Così, dovetti abbandonare la carezza delicata della mia camicia da notte, per poi riporla nuovamente nell'armadio, e indossare la divisa.
Pochi minuti più tardi ero fuori.
"Grazie, Lyon.." sorrisi al ragazzo "Vado subito..".
Così mi incamminai verso Armand, dove avrei saputo cosa voleva il capitano.

Dacey Starklan 17-11-2015 18.38.35

Il taverniere arrivò con un grande vassoio colmo di cibo e mi accorsi di essere affamata. Ringraziai il taverniere per il suo servizio.

<< Si esatto, amici...>> anche se non sapevo il vero significato dell'amicizia. Specialmente con un uomo. A palazzo ero circondata solo da gente che era pagata per essermi amica.

<< Sarò pronta per imparare... Ne ho bisogno per sentirmi più tranquilla>> spiegai quindi a Guisgard prima di riempire il mio piatto e iniziare a mangiare con il portamento adatto ad una principessa.


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