Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 08-03-2014 02.04.31

“Avrete le vostre armi ed il vostro cavallo” disse Isolde ad Eilonwy “anche se non vi serviranno, visto che mio figlio, fiore della cavalleria, sarà con voi per proteggervi. Ma non verrà nessun altro. Solo voi e mio figlio. I vostri amici resteranno qui nel mio palazzo. Li libererò solo quando mi porterete il Fiore.” Fissò la ragazza. “Ma pensandoci... posso concedervi il merlo... se volete. Ma nessun altro.”

Guisgard 08-03-2014 02.07.14

Guisgard guardò Clio con lo sguardo divertito e la sua tipica espressione da Guascone.
“Per quanto io abbia una spiccata fantasia” disse sorridendo “vi confesso che faccio molta fatica ad immaginarvi come una di quelle dame di corte, tutte sospiri, boccoli ovattati e sguardi languidi. Dunque, se pensate che in questa situazione io miri a vedere le vostre grazie o, magari, ad abbattere le vostre stoiche resistenze a difesa di quella mascolina determinazione che tanto sbandierate, vi sbagliate. Non mi interessa trasformarvi in una Isotta o in una Enide. Se volete saperlo sono i vostri vestiti, quelli che indossate, che mi servono. Per questo li infilerete in questo fagotto, non appena messi quelli che vi ho portato. E perdonatemi se non sono riuscito a trovare corazze e cotte di maglie” con sarcasmo lui “ma non conosco molte persone da queste parti e le uniche di cui mi fidi sono quelle ragazze. Quanto poi al tenere caldi, questi vestiti sono indossati da donne che solitamente non si preoccupano di avere freddo o meno. E siccome per riottenere la mia libertà e riprendere il mio viaggio devo portarvi fuori di qui, da bravo soldatino, visto che conoscete solo le regole dei militari, farete come vi ho detto ed indosserete questi abiti. Altrimenti, giuro, entrerò in questa cella e vi spoglierò io stesso per poi rivestirvi. Sono stato chiaro?” E si voltò per un istante verso il corridoio, per accertarsi che il carceriere non stesse tornando. “Avanti, fate come vi ho detto. Non abbiamo tutto il tempo del mondo.” Tornando per un momento a fissarla, per poi voltarsi, dando così le spalle alla cella. “E non temete, non mi volterò a guardarvi. Non mi interessa fare ingelosire il principe...” e dopo quella frase sibillina, cominciò a canticchiare.
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Eilonwy 08-03-2014 02.27.19

Guardai con aria di sufficienza Isolde e suo figlio.
"E sia!...Affare fatto allora!?!.....Auguro ad entrambi una buona nottata" dissi in modo altezzoso e distaccato.
Non si dovrebbe mai augurare il male a nessuno, ma in questo caso ad entrambi avrei augurato volentieri la morte e le fiamme dell' Inferno.
Maledetti bastardi! Ah...ma prima o poi la pagherete. O in questa o nell' altra vita!

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Altea 08-03-2014 19.15.33

Ai miei occhi apparve una scena raccappricciante...il letto stracciato per creare la fune per calarsi, la corda con cui avevo legato Elvet rotta..eppure era una corda robusta, e quei pochi mobili a terra capovolti.
Mi guardavo attorno attonita e pensierosa..."Per fare tutto ciò ci vuole una forza straordinaria, quasi brutale e bestiale..." la mia mente andò a quel giorno quando nel maniero gettai la rosa e quell'uomo rovesciò tavolo e sedie e rabbrividii.."se Elvet avesse una tale forza...sarebbe stato in grado di rompere quella catena da solo..non capisco".
Udii delle voci nel cortile, era un borghese a parlare e comandava la caccia alla "belva"...scossi il capo.."Signore mio...ho forse sbagliato? Ma come posso darla vinta al Male?".
Presi un lenzuolo e sopra misi i pezzi di corda e il lenzuolo rotto e lo legai come a creare un fagotto e lo misi sotto il letto, l'unico mobile non rovesciato, presi un altro lenzuolo e misi a posto ciò che fu distrutto.
Con tutta la mia forza cercai di rialzare i mobili...ero esausta..mi guardai attorno..almeno non avremmo destato sospetti.
Uscii dalla stanza e arrivata al pianterreno chiamai il locandiere..."Vi ringrazio..non riesco a capire, spero solo a mio marito non sia successo qualcosa ma noto siete tutti intenti a cercare una belva che forse nemmeno esiste e non ad aiutarmi a capire cosa è successo a mio marito" dissi indifferentemente per non destare sospetti, diedi all'uomo delle monete per pagare, sentivo le voci esaltate delle persone e deglutii "Prenderò pure il cavallo di mio marito...gentilmente potete dirmi dove porta la strada vicino al cortile e come posso raggiungerla?"

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elisabeth 08-03-2014 19.42.19

" Grazie Daizer...non dimenticherò ciò che state facendo per noi.....anche se con la promessa d una ricompensa....."......lo seguimmo tutti salimmo sul famosissimo carro ..... e partimmo ognuno perso nei propri pensieri......alla fine ruppi il silenzio...." Fra Favelius,Fra Severiuse' un esperienza molto particolare quella che stiamo vivendo......eppure non avete mai esitato a credere....vi ho visto pregare e tener fede alle vostre promesse....avete creduto senza batter ciglio.......e non ditemi che e' solo una questione di fede.......io non lo faccio per fede.......mi hanno chiesto ed ho accettato..........ma non avrei mai immaginato......di...finire nel mondo che non c'e'...".......il carro rallentò il suo cammino sino a fermarsi....e tutti tirammo la testa fuori a da un'occhiata al panorama......il castello era grandissimo e si stagliava imponente su un'altura........." Gia' il prete parlava di un Castello.....ma dovevamo cercare il borgo e forse e' proprio all'interno del Castello stesso....o fuori dalle mura nella parte che da noi non e' visibile.......".......il rumore di un carro prese tutta la nostra attenzione....era un carro con un contadino ....... Il Contadino.....lo stesso Villano che avevamo incontrato al cimitero......." Daizer hai visto chi e' il tizio che sta sul carro ? e' il villano del cimitero......magari se incontriamo una cappellina...ci sarà lo stesso prete...........roba di diventar pazzi......."......

Guisgard 10-03-2014 00.13.15

“Quella stradina” disse il locandiere ad Altea “conduce nella foresta. Per raggiungerla basta seguirla senza allontanarsi mai da essa... ma la foresta è un luogo solitario e pericoloso... non vi consiglio di andarci da sola, madama... avete udito che forse là si aggira una belva feroce? Attendete qui l'arrivo di vostro marito piuttosto. Sperando che non sia andato da solo nella foresta invece...”

Guisgard 10-03-2014 00.18.12

Giunse così il nuovo giorno.
L'aurora aveva fatto dissolvere le tenebre che fino a poco prima tingevano il manto del cielo, rendendolo impenetrabile e indecifrabile agli occhi degli uomini.
Tutto era pronto per la partenza.
Col cavallo di Eilonwy fu fatto preparare anche quello di Flees.
Il giovane cavaliere, infatti, come stabilito da Isolde, avrebbe accompagnato la ragazza nel suo viaggio alla ricerca del Fiore Azzurro.
La loro destinazione, come indicato proprio dalla strega, era la misteriosa città di Gioia Antiqua.
“Bene...” disse Flees ad Eilonwy “... direi di metterci in cammino.”
“Porterete con voi anche il merlo, ho deciso.” Mormorò Isolde, che poi battè le mani e la gabbia dove l'uccello era imprigionato si aprì magicamente.
Il merlo allora volò fino a posarsi sulla spalla destra di Eilonwy.
Flees baciò sua madre e lei, sorridendo, rientrò nel palazzo.
Un attimo dopo la ragazza, il giovane cavaliere ed il merlo si ritrovarono nella sterminata e lussureggiante foresta.
Il palazzo della strega, infatti, era come svanito nel nulla.
Come una visione.

Guisgard 10-03-2014 00.25.26

“Ma no...” disse Daizer ad Elisabeth “... gli somiglia soltanto vagamente... dopotutto i villani appaiono in gran parte tutti uguali...” sorridendo “... ora ci parlo io e capiremo dove siamo finiti...” il contrabbandiere allora arrestò il carro ed attese che quello del villano lo affiancasse “... salute a voi...” salutandolo “... potete indicarci che terra è mai questa e quel castello da chi è abitato?”
“Questa terra” rispose il villano “fa parte della nobilissima e antica contea di Averze...” indicò l'edificio che sorgeva poco più avanti “... e quello è il Palazzo Gaudioso, dove soggiorna Don Auster, il grande inquisitore...”
Il vento forte e la vicinanza fecero ora apparire quella sontuosa costruzione più chiara ai loro occhi.
Era un poderoso e antico palazzo.
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Clio 10-03-2014 00.31.45

Sorrisi, soddisfatta.
"Così va meglio.." Dissi al cavaliere "Come posso fidarmi di voi se non mi dite la verità? E in maniera tanto palese poi.. Fingere di preoccuparsi per la mia salute e levarmi la giubba e i calzoni per quest'abito scollato.. Le menzogne devono almeno essere coerenti..".
Scossi la testa, non avevo scelta.
Iniziai così a cambiarmi, mettendo i miei abiti nel sacchetto.
Naturalmente, non mi
Liberai del prezioso corsetto, dove avevo nascosto la lima.
"E non travisate le mie parole cavaliere, non ho mai pensato che voleste guardare... Non sono il vostro tipo almeno quanto voi non siete il mio..."
Presi il fagotto, e lo allungai.
"Ecco, il mio atto di fede, ma vi sarei grata se mi diceste a cosa vi servono i miei vestiti, o a chi abbiate intenzione di darli.." Abbassai lo sguardo "Giusto per fingere che vi importi davvero della mia salute, perché anche i mercenari capirebbero che così ho molto più freddo, potreste darmi un mantello... Per favore.. Con questa scollatura rischio davvero un malanno..".
Non dissi una parola sulle sue ultime parole, ne lasciai che il mio sguardo tradisse emozioni.
Come poteva saperlo? Nessuno sapeva di noi.
Certo Astin mi aveva visto piangere ma nulla di più, e mi fidavo di lui.
Nestos, lui mi aveva sentito parlare, ma era uno schiavo di mio padre, no poteva certo contravvenire ad un mio ordine.
A meno che.. Karel non si fosse svegliato e avesse chiesto di me.
Magari sapeva che ero stata imprigionata.
No, era impossibile, non avrebbe mai lasciato che fosse un estraneo a salvarmi.
E allora come poteva sapere?
Probabilmente, pensai, aveva solo tirato a indovinare.

Guisgard 10-03-2014 01.03.58

“I mercenari” disse Guisgard a Clio, col suo solito sorriso irriverente ed impudente “non fanno ragionamenti tanto sottili. Anzi, davanti ad una bella donna ragionano ancor meno.” Rise appena. “I vostri abiti mi servono perchè in questa particolare situazione, diciamo, l'abito può fare il monaco e ciò che si vede, o meglio che si vedrà, può ingannare.” Si voltò e finalmente la vide con indosso quell'abito. “Beh...” fissandola “... devo dire che visto indossato quell'abito fa un certo effetto...” cominciò a slacciarsi il mantello “... e temo che un malanno non sia la cosa peggiore che potrà capitarvi se i vostri carcerieri poseranno i loro occhi su di voi...” fece passare poi il mantello attraverso le sbarre, dandolo alla ragazza “... copritevi... vi terrà al caldo ed anche al sicuro da eventuali tentazioni che potrebbero cogliere i nostri simpatici mercenari...” sorrise “... ora vado, altrimenti potrebbero insospettirsi... carceriere!” Chiamando l'uomo che era ancora nel corridoio.
Fece per andarsene, ma si fermò improvvisamente.
“Ah...” prendendo qualcosa dalla giubba “... anche se non sono il vostro tipo, sono pur sempre un gentiluomo...” porgendole una rosa rosa tra le sbarre “... con quell'abito ci vuole un degno fiore... la rosa rosa simboleggia, per chi legge il linguaggio dei fiori, la grazia... ma potrebbe esservi utile anche per qualche altra cosa... chissà... fossi in voi la conserverei con cura...” facendole l'occhiolino.
Arrivò il carceriere.
“I miei omaggi, milady...” con un vistoso inchino Guisgard a Clio “... mi raccomando, sorvegliatela bene... è molto preziosa... specie con quel vestito.” Rivolgendosi poi al carceriere.
Ed andò via canticchiando.
Il carceriere allora tornò a sedersi sullo sgabello davanti alle sbarre, fissando di tanto in tanto la bella prigioniera.
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