"Ma non capisce..." disse Roan a Destresya "... non capisce, professoressa? Pico è Barber sotto mentite spoglie..." sottovoce.

Trasalii a quelle parole.
"Oh accidenti, non ci avevo pensato!" ammisi.
"Otre ad aver ritrovato la parola sta iniziando a sorprendermi signor rettore!" sorrisi, divertita.
"Su, vediamo di risolvere questo mistero!" ribadii.

Volevo prendere la mano a Milo ma era meglio non dare nell' occhio.
Salimmo e ascoltai il tutto preoccupata..quindi eravamo persi in mezzo al mare? No..improvvisamente apparve un'isola o della terraferma "Ma come è possibile se il rilevatore non avvistatava nessuna isola nei paraggi?" osservando quel lembo di terra in lontananza.

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Mi trascinò letteralmente via, arrivando al nostro capanno poco dopo.
Sospirai in silenzio e rimasi in mezzo alla stanza senza sapere cosa fare o cosa dire.
Fuori, il cielo era grigio, pessimo, veramente pessimo, di certo non invogliava ad uscire ed immaginavo che, a questo punto, la proposta di Ludwig di mostrarmi qualche paesaggio qui intorno fosse scemata.

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Trascorsero un paio d’ore, mangiando cibo non troppo elaborato e recuperando le forze che, con totale certezza, mi sarebbero servite per la mia avventura.
Dopo aver finito i preparativi, i marinai annunciarono di aver avvistato l’isola, che si presentò avvolta da una cappa di foschia.
“Tra quanto mi scaricherete in mare?” domandai a Van Niel.

"In effetti lì non dovrebbe esserci nulla, se non il mare aperto..." disse perplesso il capitano, mentre i suoi occhi andavano dalla cartina che stringeva in mano all'isola sbucata da nulla davanti a loro "... possibile che non fosse riportata da nessuna mappa nautica?"
"Alcune isole" fece Milo "ho letto che vengono sommerse e poi riemergono dalle acque per brevi periodi... forse quell'isola è una di esse." Con Altea accanto a lui.
"Beh, comunque è un buon colpo di fortuna" Euforico l'avvocato. "Un'isola non segnata dalle cartine è sicuramente sconosciuta ai più, quindi l'ideale per le riprese del nostro film, senza che nessuno possa disturbarci!" Già immaginando i grandi incassi al botteghino.
"E se fosse abitata da indigeni ostili?" Un pò preoccupata una delle truccatrici. "Ho letto che esisterebbero ancora tribù cannibali in questi mari..."
"Ora non esageriamo." Il regista. "Non siamo in un romanzo d'avventura dell'800." Guardò il capitano. "Ci conduca su quell'isola."
"Si, signore." Annuì il capitano del panfilo.

Il cielo era nuvoloso, ma non sembrava minacciare pioggia.
Un vento caldo ed umido prese a soffiare dai monti che ricoperti da una fitta vegetazione, scendevano a picco verso la biaia.
Elv gettò uno sguardo dalla finestra senza vetri e poi si lasciò cadere sulla brandina, sbottonandosi la camicia per il caldo.
Pochi minuti dopo qualcuno bussò alla porta del capanno.
Elv allora guardò Gwen.

"La signora ha ragione...questa Isola è sperduta e dimenticata dal Signore, non sottovalutate mai la Natura e soprattutto chi possa abitarci" presi Milo per mano perplessa ma il regista era avido di successo.

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Il tempo non sembrava promettere pioggia, ma il cielo era carico, umido ed invogliava ben poco.
Vidi Elv buttarsi di peso sulla brandina con la camicia aperta per il caldo e non lo biasimavo.
Poi, sentimmo bussare.
Immaginavo fosse Ludwig.
Così andai ad aprire.

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"Prestissimo." Disse Van Niel con il suo sguardo ottuso ed il tibro di voce sgraziato. "Non voglio restare a tiro di quel posto infernale neanche un minuto più del necessario." A Queennie, per poi indicare l'isola avvistata all'orizzonte.
"Perchè mai detesta tanto quell'isola, capitano?" Chiese Gobbo.
"Perchè è un'isola maledetta!" Sputando in mare Van Niel. "Abitata da anime dannate! Il demonio ed altri mostri viviono su quello scoglio sacrilego! Il diavolo mi porti se mi faccio convincere ad avvicinarmi un metro di più!" Esclamò con espressione ebete.
Queennie si preparata per scendere a terra, con la sua tenuta d'avventura.
"A quanto pare io e lei siamo gli unici temerari..." Gobbo divertito a Queennie "... o gli unici folli." Ridendo.