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"Auto invitarmi, questa si che e` bella..." ridendo e rispondendo ai suoi baci, mentre il veliero procedeva lento e placido sull'acqua.
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Accarezzai appena la sua mano, non stavo più recitando una parte, quella della moglie fedele ma era esattamente quello che provavo.
- Anche io sono stata fortunata a trovare a catturare quest'uomo- sorrisi cercando di riportare il discorso sul capitano. - Dunque il vostro capitano é un dongiovanni, un po' come il suo ufficiale Icarius...é evidente che ci sono ben due dame di questa nave ad avere interessi per lui- dissi divertita pensando ad alcuni comportamenti di Clio e dell'altra donna, Altea, l'amica di Gwen. |
“Come volete, madama.” Disse perplesso Palos ad Altea, per poi sorridere ironicamente mentre lei andava via.
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“Beh...” disse Elv mentre continuava a baciare Gwen “... io sono appena uscito dall'infermeria... e magari...” assaporando con le sue labbra quelle di lei “... e magari mi avrebbe fatto comodo avere un'infermiera premurosa che mi accudisse tutta la notte...”
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“Eh, ma allora anche voi” disse Hold a Dacey “siete caduta in questo giochetto.” Scuotendo il capo. “Ma io mi chiedo... perchè cambiarsi il nome? Ah, benedetto ragazzo! E poi finisce per confondere tutti, come ha confuso voi! Ma, vi chiedo... Guisgard non è un bel nome? Nobile, cavalleresco, romantico! Io pagherei per un nome simile! E lui? Lo cambia dalla sera alla mattina!” Scuotendo il capo. “E magari dietro a tutto ciò vi è una donna!”
E Dension guardò perplesso Dacey. |
Aggrottai la fronte sempre più perplessa ascoltando Hold.
- Dunque é Guisgard il nome del capitano? Mi domando perché Icarius non ce lo abbia detto...- Sorrisi sempre aspettando di districare quella matassa, con la mente piena di sospetti e di congetture. |
Il sorriso di Palos non mi sfuggì, tolsi la sottoveste e la riposi sulla poltroncina e indossai un vestito corto sempre con paillettes..così non avrei destato sospetti strani ma indossai pure le giarrettiera con le armi..pensando al sogno
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"...Hai gia` qualche idea?..." continuando a baciarlo.
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“Naturale.” Disse Dension. “Perchè non vogliono che si sappia di quel nome. Ma perchè mai, mi chiedo...” perplesso il contrabbandiere, per poi guardare Dacey.
In quel momento la vedetta suonò il fischio di allerta. “Tempesta all'orizzonte!” Gridò. “Tempesta all'orizzonte!” E sulla nave cominciò a vedersi un intenso via vai di marinai. “Sarà meglio ritorni sottocoperta.” Mormorò Hold. “Ricordo che mi trovai nel bel mezzo di una tempesta diversi anni fa. Ero su un battello mercantile, intenzionato a doppiare l'equatore. Un giorno vi racconterò di quell'avventura. Ora devo andare.” Li salutò e andò via. |
Altea era nella sua camera a prepararsi quando udì il fischio d'allerta ed il grido della sentinella che annunciava una tempesta all'orizzonte.
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“Di idee ne ho tante...” disse Elv, senza smettere di baciare Gwen “... sapessi... quante...”
Ma in quell'istante udirono il fischio d'allerta ed il grido della vedetta che annunciava una tempesta all'orizzonte. |
Appena Clio bussò e parlò, la musica dall'interno della misteriosa stanza cessò all'istante.
Poi la ragazza udì dei passi, come se qualcuno camminasse in quella cabina. Ma ad un tratto la ribelle avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle, dalle scale che aveva fatto lei per giungere davanti alla porta con il lucchetto a forma di cuore. |
Sospirai ancora piena di curiosità insoddisfatta.
E proprio quando sembrava tornata la pace su quella strana nave ina tempesta si profilò all'orizzonte. Salutai il vecchio Hold e con Dension tornai in cabina. Una volta li mi sedetti sul letto frustrata. - Vorrei tanto sapere cosa nasconde questo Falco- |
Sentii un fischio..allerta..e guardai dall' oblò..una tempesta in arrivo..ero inquieta, non presagire nulla di buono. Era meglio stare calma in camera...sarebbe passata.
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"Immagino tutte interessanti..." ridendo piano.
Ad un certo punto si udi` un fischio. "Che succede?" voltandomi verso l'oblo`. |
La musica cessò, e io mi chiesi se fosse proprio lui all'interno.
Poi però sentii dei passi alle mie spalle, e mi voltai di scatto. |
Dension stava fermo davanti all'oblò, a guardare il mare.
“Magari torneremo a controllare la misteriosa stanza del capitano...” disse a Dacey “... chissà che non scopriremo qualcosa...” si accorse del vivace via vai di marinai sul ponte “... sono tutti agitati... deve trattarsi di una bella tempesta...” Nel frattempo anche Altea aveva sentito l'allerta per la tempesta ed aveva deciso di restare nella sua cabina. |
Elv si alzò dal letto e corse verso l'oblò per guardare fuori.
“Pare stia per arrivare una tempesta...” disse “... strano, eppure il mare è calmo e vedo il Sole... andiamo a vedere...” voltandosi poi verso Gwen. |
Clio udì quei passi dietro di lei e si voltò di scatto.
“Clio...” disse Icarius che stava all'inizio del corridoio, come se fosse appena salito dai piani sottostanti degli alloggi “... ho sentito da giù la tua voce... mi cercavi?” |
Lo guardai stranita.
"Hai sentito la mia voce da giù?" Esclamai "Cos'è, avete il teletrasporto sulla nave?" Divertita. "Se è uno scherzo non è divertente, ero io ad essere giù ma tu non rispondevi, così ho seguito la musica..." Indicando la stanza dietro di me. "Era la tua ocarina.." Mormorai, guardandolo negli occhi, quasi a scrutare il suo sguardo. Mi stava nascondendo qualcosa, ne ero certa. Ma probabilmente non erano affari miei. "Vabbè, non importa.." Sorrisi "Sarò diventata pazza che devo dirti.." Alzando le spalle "No, in realtà mi ha mandato Palos, è lui che ti cercava, credo ci sia bisogno di te sul ponte..". |
La tensione era troppa..il sogno e poi ciò che il naufrago disse..oltre le nuvole ed oltre le nuvole stava arrivando una tempesta. Tornai in infermeria e osservai il naufrago e mi avvicinai a lui piano aspettando mi parlasse e sorrisi.
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“Questa nave” disse sorridendo Icarius a Clio “ha molte stanze nei piani sottostanti. Ero in una di quelle a cercare alcune carte nautiche. Vuoi impazzire per una cosa così sciocca e spiegabilissima?” Ironico.
Poi all'improvviso udirono il fischio ed il grido della vedetta. “Andiamo a vedere cosa succede...” lui a lei. Tornarono sul ponte e dalla prua videro alte e potenti nuvole che si stagliavano lungo l'orizzonte. http://www.fotoplatforma.pl/foto_gal...__DSCN1091.jpg |
Altea lasciò la sua cabina e tornò in infermeria, dal naufrago.
Questi si era finalmente calmato e se ne stava buono nel letto, grazie anche all'effetto dei sedativi. “Le nuvole...” disse piano, per poi indicare l'oblò “... è la fine... non possiamo più tornare indietro... lei ci sta aspettando...” |
Lo guardai poco convinta.
"Ah si? Quindi chi stava suonando la tua ocarina in questa stanza misteriosa e ha smesso appena ho bussato?" Osservandolo "Tu non me la racconti giusta, ma immagino che non siano affari miei..." Sorridendo. "Andiamo.." Annuii, per poi seguirlo sul ponte. |
Era calmo e tranquillo...le nuvole .. lo avevo immaginato ma non avrei chiesto nulla a nessuno.."Chiamerò il secondo capitano..lui ti sentirà come me sono certa..e ti aiuterà..." sorrisi nuovamente e io gli credevo. Sul ponte vi era fermento e vidi Icarius e andai da lui.."Icarius ti ho trovato finalmente, vieni dal naufrago..Non è pazzo..dice oltre le nuvole vi è qualcosa e da molto ed è un pericolo, ma Palos non ti ha riferito nulla?" guardando le nuvole.
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Non mi piaceva l'idea di tornare lì. Se fossimo stati trovati a frugare ancora in quella stanza chissà cosa ci avrebbero fatto.
- Non sarebbe più prudente attende il passaggio della tempesta? Non mi sento molto tranquilla a dire il vero- |
Elv si alzo` e ipotizzo` che potesse essere una tempesta, cosi` lasciammo la cabina e andammo a vedere.
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Le nuvole.
Alte, spumose, gigantesche e bianchissime. Come invalicabili muri posti tra il mare e l'orizzonte, simili a titanici pilastri che dagli abissi salivano a sorreggere e a perdersi nella volta celeste, navigavano apparentemente alla deriva, declinando oltre la linea immaginaria che racchiudeva le acque terrestri. Sproporzionati banchi di vapori che sembravano in balia dei venti e delle correnti, tra i giochi di luce del Sole ed i riflessi dorati del mare, parevano assumere le forme più disparate e variegate, mutevoli e sognanti, di un quadro in continuo divenire. E più la Divina Misericordia si avvicinava, più esse si aprivano per accoglierla, come fossero i cancelli di un regno fantastico, tra il cielo ed il mare, tra i sogni e la realtà. Il Sole cominciò a calare verso l'Oriente ed il cielo si tinse di un vago color arancio denso di luminosi riflessi. Allora poco a poco le nuvole cominciarono a mutare inesorabilmente, divenendo simili a fumo. E sembravano fuggire, rincorrersi, confondersi, fino a grugnire l'una sull'altra. Circondarono così la Divina Misericordia e avvolsero, quasi inghiottendo, il vascello. Una fitta e spessa nebbia piombò attorno a loro. Silenziosa e sinistra. Il vascello proseguiva allora così, alla cieca, in quel mondo incantato. Icarius annuì ad Altea e con un cenno della mano le fece capire di attendere. Con lui c'era anche Clio. “Palos...” disse il Taddeide “... controlla le mappe e indicami la latitudine...” “Dovremmo essere” leggendo le mappe Palos “al largo di Capo Paulypon, dunque ormai fuori dal Mar delle Flegee... ma mi chiedo come mai invece non avvistiamo la costa...” “Forse a causa di queste basse e dense nuvole...” guardando il mare col betascopio Icarius “... prima le attraverseremo e meglio sarà...” “Faccio aumentare la velocità?” Chiese Palos. “No...” scuotendo il capo Icarius “... se siamo davvero prossimi alla costa potrebbero allora esserci degli scogli e ci finiremo contro... teniamo questa velocità.” “Si, signore.” Annuì Palos. Era ormai quasi il crepuscolo ed il cielo assumeva un inquieto color cobalto, senza stelle, forse tutte ammutolite dall'intenso e spettrale alone lunare. Tutti quegli occhi erano fissi sul muro di nuvole che si stagliava ovunque intorno a loro e che sotto i colori del crepuscolo pareva assumere strane ed enigmatiche fattezze. E proprio da quelle alte colonne di vapore, dai bastioni di fumo e dalle guglie di esalazioni sembrò prendere forma qualcosa. Prima vaga, poi sempre più chiara e precisa. Fino a quando davanti a loro apparve una grande isola, le cui fondamenta sembravano ergersi su alti e stretti strapiombi rocciosi che finivano per sprofondare nel mare, come se quell'isola quasi fluttuasse tra le acque ed il cielo. Un'isola che sfiorava il pelo delle acque e posta come limite, confine, tra il mare, che scorreva sterminato davanti e la terraferma, che si poteva vedere in lontananza dietro di essa. E la cosa più stupefacente erano le poderose e lunghe catene ossidate e coperte di salsedine che dall'isola scendevano fino in acqua, come se fossero immense ancore per tener ferma quella terra così incredibile e fantastica. La Divina Misericordia continuò ad avvicinarsi a quel luogo ed allora dalla sua fitta vegetazione fu possibile vedere una cittadina che su di esso si ergeva. E sotto la chiara e tonda perfezione di una Luna bianca ed incantata prendeva forma la cittadina. Era immobile e sonnolenta, poco più grande di un villaggio e abbastanza meno estesa di una città, al centro di un misterioso altopiano e circondata da montagne dai profili fantastici. Le case, i palazzi e la piccola fortificazione che la racchiudeva erano fatte tutte con marmo sepolcrale. Come se l'intera struttura urbana fosse stata costruita sui resti di un cimitero. L'aria era calda ed immobile e nelle strade che giravano in tondo all'abitato stavano individui stranamente vestiti, ma dall'aspetto nobile e familiare. “Che posto è mai questo?” Stupito il pellegrino. “Capo...” fece Pinto “... la corrente è forte e ci trascina verso quell'isola...” “Accendiamo i motori allora!” Deciso Palos. “No, è inutile...” mormorò Icarius, con gli occhi fissi su quell'isola misteriosa “... il vento è contrario e comunque la nostra intenzione è tornare verso il continente... e questa è la strada obbligata...” E quando il vascello ebbe percorso altra sei leghe, nell'aria cominciò ad udirsi qualcosa. Un ticchettio, continuo ed ossessiva, che tintinnava attorno a loro. Tic Tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Un rumore perenne, meccanicamente assillante che in breve divenne insopportabile per tutti i membri della nave. Tic Tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Un sorta di assurda e acutissima ripetizione di un suono incessante e martellante. Tic Tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... “Ma cosa diavolo è questo insopportabile rumore?” Portandosi le mani alle orecchie Palos. Ma dare una risposta a quella domanda ora era impossibile. E con queste inquietudini la Divina Misericordia si avvicinava inesorabile a quella incredibile isola sospesa tra mare e cielo. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...3f75ba8722.jpg |
Aspettai li .. lo scenario era surreale, fantastico..Icarius dava le direttive e io rimasi in silenzio ma lontano vedevo terra..una isola stagliarsi e poi quel ticchettio e parlai ad alta voce.."Eccola..come ha detto il naufrago..la terra della fata o incantatrice..dice ci sta aspettando..e lo ha trasformato da sedicenne ad anziano..è terra nemica." Sospirai..qualcuno mi avrebbe sentita forse e mi poggiai al parapetto.
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Ancora indecisi sul da farsi restammo a guardare l'oblo dalla nostra cabina.
Il cielo era strano e così anche le onde che si facevano grandi poi, qualcosa di inaspettato ci colpì. Rimasi a bocca aperta nel vedere la nave dirigersi verso una costa, che si rivelò essere un'isola, un'isola strabiliante, in sospeso. Qualcosa però mi diceva che quella meraviglia era ingannevole, come lo sono le sirene. Non capivo perché la nave si ostinava a mantenere quella rotta. - Hai mai visto nulla di simile?- domandai a Dension dopo l'iniziale stupore. - É quasi incredibile.... Non capisco come possa esistere....- mormorai andando a stringere la sua mano, nel tentativo di eliminare la cattiva sensazione che si insinuava dentro di me quando con gli occhi ancora spalancati guardavo l'isola. All'improvviso un rumore incessante, metallico, forte e ritmico pervase la nostra cabina e l'intera nave. - Ma cosa?- non ebbi il tempo di terminare che quel rumore si fece più forte, quasi assordante e dovetti portare le mani a tapparmi le orecchie. |
Era uno strano addensarsi di quelle nuvole, che da preludio di tempesta passarono a qualcosa di piu` particolare, seppur ugualmente misterioso.
Anche il colore del cielo era cambiato: non era piu` nero e portatore di pioggia, ma assumeva i toni del crepuscolo. Ad un certo punto, qualcosa si staglio` di fronte a noi, facendosi via via sempre piu` visibile. Era un'isola. Sembrava sospesa tra cielo e mare a causa delle catene a cui era ancorata e sospesa nel tempo, dal momento che appariva stranamente silenziosa e calma e noi le stavamo andando incontro. Poi, uno strano ticchettio. |
Accompagnai Icarius sul ponte, dove c'era già un gran via vai.
Quella tempesta aveva messo tutti in allarme, decisamente, e io essendo rimasta all'interno della nave per cercare Icarius, non mi ero accorta di quell'atmosfera strana e surreale che circondava la Divina Misericordia. Altea si avvicinò ad Icarius e gli parlò del naufrago. Se il naufrago veniva da terre al di là di queste nuvole non presagiva niente di buono. Poi, d'un tratto, uno scenario incredibile si mostrò ai nostri occhi. Restai senza parole per un lungo istante, alzando poi lo sguardo su Icarius per un istante. "Hai mai visto niente di simile?" dissi, senza aspettarmi risposta, seguendo unicamente il filo sconnesso dei miei pensieri. Poi Altea parlò nuovamente del naufrago, e io mi voltai verso Icarius, sfiorandogli appena il braccio. "Hai sentito?" vagamente preoccupata "Se il naufrago viene da lì ed è ridotto in questo stato chissà cosa ci aspetta.." mormorai pensierosa, ma anche incredibilmente curiosa. Ma subito dopo un rumore metallico ed insistente invase la nave. Come un ticchettio. Un fastidioso ticchettio. Infinito, ripetitivo. "Beh, qualunque cosa ci sia su quella strana isola.." mormorai tra me e me "Ho come l'impressione che lo scopriremo presto..". |
La Divina Misericordia avanzava inesorabile, quasi attirata, anzi attratta, dal lieve scorrere della corrente che confluiva verso l'incredibile isola sospesa.
E quel tintinnio perenne ed ossessivo era ancora più chiaro. Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... “Ci farà impazzire questa dannata nenia...” disse Palos con le mani sulle orecchie. E molti altri a bordo fecero altrettanto. “Perchè non ci alziamo in volo e superiamo quest'isola spettrale?” Pinto ad Icarius. “Perchè le sue vette sono troppo in alto.” Rispose questi. “Allora immergiamoci e percorriamo questo tratto di mare sul fondale!” Ancora Pinto. “Le colonne di pietra su cui poggia l'isola” mormorò il Taddeide “sono sottili e fitte, rendendo impossibile alla Divina Misericordia di poterle attraversare.” Icarius allora si voltò verso Clio ed Altea. “Quel naufrago è pazzo.” Sentenziò. “Non lasciamoci suggestionare dalle sue sciocchezze. Siamo armati e dunque sapremo difenderci da ogni pericolo.” Tornando a guardare l'isola misteriosa. Intanto, nella loro cabina, Dacey e Dension osservavano il tutto da un oblò. “Vieni...” prendendola per mano lui “... andiamo a vedere...” ed uscirono sul ponte. E da lì quell'assurda visione parve ancora più incredibile. “No...” scuotendo il capo Dension “... non ho mai veduto nulla di simile... mai...” “Forse” fece Elv, anche lui sul ponte con Gwen “anche sul mare come nel deserto si possono vedere dei miraggi...” E mentre il vascello si avvicinava all'isola, nascosta tra gli alti scogli della sua spiaggia, celata dunque alla vista di coloro che erano a bordo, una enigmatica figura lo osservava farsi più vicino. Indossava una lunga clamide ed un velo copriva il suo volto. Ed intorno a lei quell'assurdo ed instancabile tintinnio rivoltava e riempiva l'aria. Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... https://doctorinsermini.files.wordpr...3/ulises-8.jpg |
Mi voltai un istante verso Elv, per poi tornare ad osservare l'isola.
"A me sembra tutto fin troppo reale" mormorai. |
Quel rumore fastidioso continuava.
Uscimmo così dalla nostra cabina per vedere che stava accadendo, recandoci sul ponte e trovando altri membri dell'equipaggio tutti con gli occhi fissi su quell'isola. |
Icarius si voltò e guardò sia me che quella ragazza bionda Clio..io mi misi vicino lui.."Pure tu pensi il naufrago sia pazzo..io no..senti questo rumore..prima ho fatto un sogno strano e non dovevamo udire il suono di una donna..Era sopra uno scoglio e indossava una clamide.." mi bloccai guardandolo, timorosa per lui. Istintivamente gli presi la mano e la strinsi poggiando la testa sulla sua spalla.."Stai attento non ti succeda nulla".
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"Certo che è pazzo.." Annuii ad Icarius "La domanda è cosa lo ha fatto impazzire.." pensierosa.
Sorrisi ad Altea, con un lieve sospiro. Chissà cosa ci aspettava in quell'isola misteriosa, sospesa tra cielo e mare. Ma la dama non si diede per vinta, ci si avvicinò e parlò nuovamente ad Icarius del naufrago, e di un sogno che aveva fatto. E lui più di tutti avrebbe dovuto conoscere l'importanza di un sogno, dato che era per un sogno del misterioso capitano che avevano intrapreso quel viaggio. Poi Altea prese la mano di Icarius, e posò la testa sulla sua spalla. Restai pietrificata ed incredula. Io, che avevo ancora la mano posata delicatamente sul braccio di lui, la ritrassi di scatto, un gesto istintivo, rapido, persino brusco. Un gesto di cui probabilmente non si sarebbe nemmeno accorto. Non dissi una parola, non era il momento e non ne avevo il diritto. Ma la libertà con cui le donne si comportavano con lui mi facevano comprendere quanto la situazione fosse complicata, quanto sarebbe stato difficile. Mi chiesi come avrebbe reagito, ma probabilmente ci era abituato. Non volevo pensarci, perché sapevo mi sarei solo tormentata e consumata. Fortunatamente avevo altro a cui pensare. Chiusi gli occhi un secondo, presi un profondo respiro e tornai a concentrarmi sull'isola che si avvicinava sempre di più. Mentre per la gioia della mia emicrania quel ticchettio non la voleva smettere. |
La Divina Misericordia raggiunse la piccola baia naturale che dava accesso alla misteriosa isola.
Il vascello passò sotto le lunghe e ossidate catene che sembravano tener ormeggiata quella piattaforma di pietre e piante al mare, in modo che il suo equipaggio potesse rendersi conto dell'assurdità di quello spettacolo. E naturalmente l'incessante ed ossessivo tintinnio non diminuiva minimamente, riempiendo l'aria ed ammutolendo qualsiasi altro suono naturale, come il canto degli uccelli, il sibilo del vento ed il fruscio delle onde. Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Icarius guardò Altea e scosse lievemente il capo. “Non lasciarti suggestionare dai racconti di quell'uomo...” disse “... comunque non temere, non ci fermerò neanche un attimo in questo luogo... circumnavigheremo l'isola, in modo da ritrovarci dall'altra parte, di fronte alla terraferma che si intravede in lontananza.” Poi il gesto improvviso di Clio che ritrasse la mano. Ed il Taddeide si voltò di scatto a guardarla. Intanto il vascello aveva preso a costeggiare il fianco dell'isola sospesa. “Detesto le isole sconosciute, fuori da rotte battute...” mormorò Dension, mentre fissava l'isola “... vi è sempre un senso di mistero e pericolo...” per poi fissare Dacey. “Si, avete ragione...” annuì Elv, che era accanto a Gwen e dunque qualche passo più indietro dai due finti coniugi “... è l'ancestrale paura dell'ignoto che assale ogni uomo di mare... sia egli un marinaio, un mercante, un contrabbandiere o un pirata...” L'isola appariva ammantata di vegetazione, con le abitazioni della cittadina che sorgevano tra alte palme ed alberi di agrumi carichi di gemme gialle ed arancioni. Infatti limoni ed arance sembravano dominare il profilo di quel luogo. E quando il vascello fu vicino alla costa, l'equipaggio poté accorgersi di una cosa assai singolare. Infatti tra le case, i palazzi, le guglie ed il profilo delle mura, ovunque si alzavano campanili e torri, tutte munite di orologi. Decine e decine di orologi che riportavano tutti la medesima ora. Alcuni mossi da sistemi meccanici assai arditi e folcloristici. Ed il loro ticchettio era insopportabile. Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... “Ecco svelato il tutto!” Gridò Palos, indicando gli orologi. “Su quest'isola sono in funzione un'infinità di orologi!” “Perchè mai?” Stupito Hansiner. “Forse” ironico Pinto “avranno paura di fare tardi a qualche appuntamento.” Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... Tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... https://c3.staticflickr.com/3/2850/1...175154a1_b.jpg |
Annui ad Icarius ma rimasi stretta a lui.."Ho fiducia in te..ma questo ticchettio insopportabile che può essere..comunque questa isola è surreale". Poi vidi gli orologi e rimasi a bocca aperta.."O hanno paura di far tardi..o del tempo che passa inesorabilmente".
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Raggiungemmo la baia che dava accesso all'isola. Appariva piena di agrumi, che coloravano l'isola con chiazze gialle e arancioni e di orologi, tanti orologi, dai quali proveniva quel fastidioso ticchettio.
"Ma e` assurdo, perche` tutti quegli orologi?" |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 22.46.05. |
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