Camelot, la patria della cavalleria

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Dacey Starklan 16-11-2015 19.16.08

Tremante di rabbia lo guardai carica di disgusto, come osava quello zotico rivolgersi così a me?

<< Non mi scuserò mai. Siete un uomo rozzo, prepotente e non avete alcun diritto voi di parlarmi così. Li avete sentiti, pagate e andatevene...>>

Stavo per perdere il controllo e lasciare da parte ogni educazione ricevuta fin da bambina, tutto a causa di quell'uomo ma non mi lasciai abbattere.

Rimasi dritta in piedi sostenendo le mie parole supportata dagli altri.

Mi accorsi che la taverna aveva nuovi avventori e mi dispiacque molto che dovettero assistere a tutto quello.

Clio 16-11-2015 19.18.43

Quel giorno era stato a dir poco infinito, e camminare da sola non era poi così male.
Chissà cosa ci avrebbe riservato il giorno seguente.
D'un tratto udii una strana musica, malinconica ma dolce.
Un'armonica probabilmente.
Doveva provenire dal cortile, e senza quasi accorgermene mi ritrovai a seguire quella musica.

Lady Gwen 16-11-2015 19.22.08

Lo guardai per qualche istante.
"Sí, probabilmente avete ragione" dissi, sorridendo appena, per poi distogliere lo sguardo e guardare il cielo e le poche stelle che si intravedevano, non potendo non pensare al suo dito sulle mie labbra e al suo sussurro nel mio orecchio.
Evidentemente mi sbagliavo.
Mi sbagliavo pensando che potesse vagamente essere interessato a me, nonostante il modo in cui si comportava.
Probabilmente bastavano davvero un bel vestito, le luci basse e un po' di musica, ma finiti quelli tutto tornava normale, un po' come Cenerentola e sentivo un dolore al centro del petto, un dolore pressante, che ti impedisce anche di respirare.
Mi era sempre stato detto di non far coincidere lavoro e vita privata e ci ero sempre riuscita, ma non stavolta. Stavolta avevo fallito e mi ero fatta del male.
Ma ció che era anche peggio era il ritrattare tutto ció che succedeva, ogni comportamento, pensare di poter sfornare complimenti in ogni momento e poi fare come se nulla fosse, era questo che faceva male, psicologicamente e fisicamente.
Avrei voluto piangere in quel momento, sfogarmi, ma mi imposi di non farlo, con tutto l'orgoglio che mi contraddistingueva.
"Suppongo" iniziai, con voce ferma e sempre senza guardarlo "Che riteniate oltremodo controproducente, oltre che dire alla propria infermiera che é terribilmente provocante, avvicinarsi a lei, al suo viso, sentire il profumo della sua pelle, dei suoi capelli, o sfiorarle delicatamente le labbra, a lungo, durante una cena, sempre per quel rapporto di lavoro di cui parlavate prima, dico bene?"
Parlavo con un tono né irato né ferito, come lo ero invece io, bensí calmo, fermo e tranquillo e con la stessa calma e tranquillitá negli occhi mi voltai a guardarlo.

Marwel 16-11-2015 19.27.41

Marwel si fermò di colpo e si voltò a guardare l'uomo che le vomitava addosso quelle parole, con la presunzione di sapere tutto di lei e di quello che faceva per i suoi bambini.
"Statemi a sentire! Credete davvero che io dorma sonni tranquilli o che non pensi a quelle povere creature che altri hanno abbandonato e che io ho avuto il coraggio di prendere con me? Pensate davvero il loro futuro o il mio non sia nei miei interessi? Bene! Se lo pensate, non potete far altro che continuare per la vostra strada e seguire i vostri ideali, poichè io i miei li ho scelti tempo fa. Non abbandonerò Evangelia" disse con rabbia.

Altea 16-11-2015 21.07.58

Trovai posto e Rodian più avanti, ripresi il libro e stavo iniziando a leggere quando udii le voci di due uomini..li guardai, dall' aspetto dovevano essere della alta società e trasalii quando udii Cherval. Quindi la notizia si era diffusa, ma noi non avevamo accettato di soggiogarci..o forse vi era qualcosa io non sapessi? Ma alla ultima frase rimasi più sgomenta..i partigiani, ovvero operai e contadini a parer loro facevano entrare le truppe di Canabias?
Quindi prima avevo vissuto a una messa in scena o cosa? Effettivamente tutto fu assurdo, troppo veloce e non vidi nemmeno se vi fosse quel posto di blocco...e poi Rodian salvo e tranquillo. Ad un tratto ebbi un dubbio...e se mi avesse usato come modo per passare innosservato e quindi raggiungere Evangelia senza intoppi?Ma per quale motivo? Avrei dovuto seguirlo, sapere la verità ma Capomazda mi aspettava..ma se i miei dubbi erano fondati lo avrei ucciso io stessa.
Sorrisi agli uomini e mi insinuai nella conversazione.."Scusate, purtroppo non ho potuto non ascoltare i vostri discorsi e vi sono state delle cose che mi hanno messo perplessità in testa. Io sono proprio di Cherval e credetemi, so per certa i Duca non hanno voluto soggiogarsi a Canabias, hanno subito una invasione e nessuno è venuto in loro soccorso e del popolo..dimenticati da tutti. Voi avete altre notizie? Sapete se i regnanti del Ducato sono tutti morti o si sa se qualcuno è vivo?" dissi rabbuiandomi e sospirando "Ma voi siete certi i partigiani sono dalla parte di Canabias, avete presente la ultima tappa dove si era fermato il Meridian, io sono salita laggiù e ho udito dei partigiani che anzi erano impauriti da Canabias, che a loro dire avevano messo un posto di blocco presso la stazione..è un pò strano visto ci avrebbero attaccati non pensate?" li guardai perplessa.
Era molto importante tutto questo, dovevo sapere se i miei sospetti su Rodian fossero veri..o potevo pure sbagliarmi.."Scusate magari sono invadente, ma il treno per quanto si fermerà ad Evangelia?".

Lady Gaynor 16-11-2015 22.01.50

Appena entrati nella taverna, assistemmo ad una scena davvero pietosa. Un uomo che inveiva senza ritegno contro una giovane e bella ragazza, e che aveva tutta l'aria di non volerla smettere. Avevo assistito a tante scene simili durante la mia gavetta di cantante, e sapevo che poteva finire in modo molto spiacevole. Senza pensarci su due volte, intervenni rivolgendomi a quel brutto ceffo.
"Hey, voi, nessuno vi ha mai insegnato le buone maniere? Sapete che a trattare così una donna si finisce sempre male? Guardatevi in giro... siamo tutti pronti a difendere questa ragazza, credo vi convenga pagare e andare via come dice l'oste, la lotta sarebbe oltremodo impari per voi... Anzi, andate via subito, senza aggiungere altro, il conto ve lo pago io..."

Guisgard 17-11-2015 16.02.54

La reazione di Dacey, poi l'arrivo nella taverna di Gaynor, Park e Zac.
“Io non accetto ordini da una donna.” Disse l'uomo alla diva.
“Forse dovreste imparare l'educazione.” Intervenne Park. “Soprattutto quando vi rivolgete ad una donna.”
“Zitto tu, barbagianni!” Esclamò l'uomo sempre più adirato.
“Allora sarà il caso che sia io ad insegnarti l'educazione.” Avvicinandosi l'ex pilota collaudatore a quello.
“Non aspetto altro...” l'uomo.
“Non voglio beghe nella mia taverna.” Disse il taverniere. “Andatevene.” All'uomo.
In quell'istante entrò qualcun altro nella taverna.

Dacey Starklan 17-11-2015 16.07.55

Con uno sguardo ringraziai tutti quelli che erano intervenuti a mio favore, anche i tre nuovi avventori sconosciuti. Davvero quell'uomo sembrava avere la testa bacata e non volerla capire, anzi continuava a urlare e a provocare.

"Mio padre lo avrebbe subito messo al suo posto" pensai cin malinconia, mentre l'immagine di entrambi i miei genitori passava nella mia mente. E la mancanza di loro si fece sentire.

Ad un certo punto la discussione si fece tale che temetti che si arrivasse alle mani ma fummo tutti interrotti dalla porta, che nuovamente si aprì per fare entrare qualcuno.

Guisgard 17-11-2015 16.09.06

Era un'umida e silenziosa sera di Novembre.
La foschia avvolgeva ogni cosa, lasciando intorno al forte un senso di malinconico candore.
Tutto il deserto, sterminato e selvaggio, pareva assopirsi e solo quella lenta melodia sembrava percorrerne i misteri.
Clio udì quella musica e cominciò a seguirla.
E raggiunse così una misteriosa e solitaria figura tra le ombre e la foschia.
Qualcuno che a pochi passi da lei suonava l'armonica.
Ad intervalli regolari le luci delle torri di sorveglianza, girando per il forte, passavano, per un attimo, ad illuminare quell'angolo della base.
Ed allora lei lo vide.
Colui che suonava.
Era Icarius.

Clio 17-11-2015 16.22.23

Quella sera malinconica e spettrale mi appariva magica e misteriosa.
Camminavo, immersa nei miei pensieri, seguendo senza motivo quella musica mai udita prima.
Essa mi condusse in un angolo nel forte, dove compresi che quella melodia era opera di una figura nascosta nella penombra.
E quando le luci di sorveglianza la illuminano per un istante lo riconobbi.
Era Icarius.
Sospirai, chissà cosa si portava dentro quel ragazzo, cosa guidava i suoi atteggiamenti aggressivi, lamentosi che proprio non capivo.
Ma non potevo capire, io avevo sempre sognato quella vita, avevo persino falsificato il permesso dei miei genitori, per non dover aspettare i diciotto anni per arruolarmi. Ne avevo sedici allora, pensai con un sorriso leggero.
Potevo andarmene in qualunque momento, ma non l'avrei mai fatto.
Avrei lasciato la legione insieme a questa terra, quando sarebbe giunta l'ora del mio ultimo volo.
Era una vita che andava scelta, ma a quanto avevo capito per lui non era stato così.
Povero ragazzo..
Dapprima pensai di andare da lui, ma era evidente che non mi poteva soffrire, quindi avrei solo turbato quel momento di calma che si era ritagliato.
Ed era un peccato.
Così, restai nell'ombra, trattenendomi ancora un momento ad ascoltare quella musica che custodiva così bene quelle emozioni.


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