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Sorrisi incuriosita mentre lo ascoltavo.
"Benché nessuno mi abbia mai vista sotto quest'ottica" iniziai ridendo "Cosa vi fa pensare che non dovreste dirlo?" sorridendo e guardandolo. |
Sorrisi annuendo e tornai a mangiare guardando il posto vuoto di fronte a me, non glielo avrei mai detto..io non avevo nessuno ad aspettarmi a Capomazda. Oltre la governante Sibille, che era rimasta lì dopo la morte di mia madre, qualche ormai anziana parente di mia madre e mi avrebbe tartassata perchè non mi ero ancora sposata.
Forse i taddeidi mi avrebbero accolto con gioia...e soprattutto mi sarei lacerata nel ricordo di due bellissimi occhi azzurri. Mi alzai e mi incamminai per trovare posto. |
Park annuì a Gaynor.
“Certo, saltiamo subito in macchina.” Disse. “E datti una mossa anche tu, con quelle tue foto.” A Zac. I tre salirono in auto e si diressero verso il borgo. Da dietro un pilastro, intanto, Orko li vide allontanarsi. La macchina arrivò al centro del borgo e subito l'ex pilota indicò una taverna alla diva ed al fotografo. “E' un localino alla buona” spiegò “ma si mangia ottimamente. Cucina genuina, vino buono ed ambiente tranquillo.” |
Marwel sorrise. Davvero pensavano di spostare una base militare con delle firme?
"I legionari sono gli unici che possono proteggerci. Vorreste davvero allontanarli da Evangelia? Io no" disse prima di allontanarsi. |
Il tragitto fino al locale fu breve. Mi stavo godendo la serata, sentendomi però un po' in colpa per non essere alla base a cantare per i soldati. Dopotutto, ero lì per quello. Pazienza, mi farò perdonare domani...
"In realtà sono contenta di essere arrivata..." rivolgendomi a Park "Da stamattina ho mangiato solo quella famosa brioche..." |
La reazione di Dacey fece scoppiare di rabbia quell'uomo.
“Sta zitta, stupida...” disse spingendola e facendola tornare a sedere “... chi credi di essere? Solo perchè siete belle voi donne pensate di poter trattare gli altri in malo modo?” “Andatevene e smettete di molestarla!” Fece Leones. “Chiudi il becco tu, tacchino!” Ringhiò l'uomo. “Ehi, voi...” avvicinandosi il taverniere “... dove credete di essere? Pagate ed uscite.” “Prima questa stupida deve chiedermi scusa!” Urlò l'uomo, indicando Dacey. Proprio in quel momento Gaynor, Park e Zac entrarono nella taverna e subito si ritrovarono davanti a quella scena poco piacevole. |
“Beh, perchè ci lega un rapporto di lavoro” disse Fermer a Gwen “e forse non è opportuno che il medico rivolga tali complimenti alla sua infermiera.” Fissandola. “Non credete?”
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Altea si alzò e tornò nel vagone passeggeri, dove trovò posto accanto a due uomini dal rispettoso aspetto.
Rodian la seguì, ma trovò posto un po' più indietro. I due uomini vicino a lei erano presi dalla lettura di alcuni giornali. “Bah, questa guerra chissà quando finirà...” disse il primo. “Finchè è al fronte” fece il secondo “per me può durare anche un secolo.” “Ma non sarà sempre così.” Il primo uomo. “Canabias ha invaso un altro piccolo ducato... quello di Cherval. E non credo si fermerà qui. Con la scusa di voler imporre il suo governo di libertà sta invadendo gli staterelli più piccoli.” “Questo perchè i popoli di tali staterelli” osservò il secondo uomo “sono inclini ad accettare tale regime. Molti stolti infatti non capiscono che la bandiera con la scure ed il martello è nemica assoluta della verità e della libertà.” “Già, colpa dei partigiani...” annuì il primo “... non sono guerrieri, ma solo contadini ed operai che abbracciano le armi per ribellarsi ai loro governi ed aprire le porte dei loro paesi ai carri di Canabias. Sono traditori.” |
“Aspettate...” disse Agian, per poi seguire Marwel “... proteggerci da cosa? Chi sono secondo voi i giusti? Chi i buoni e chi invece i cattivi? Credete a ciò che dicono i legionari? O i burocrati imperiali? E' solo propaganda. La gente qui è resa schiava dei privilegi di chierici e di nobili. Per loro combattono i legionari. Qui si muore, mentre nelle ricche città del paese continua la normale e frivola vita di tutti i giorni. Aprite gli occhi e ragionate con la vostra testa, non con quella degli altri.” La fissò. “Ora rammento chi siete... voi vi occupate dell'orfanotrofio... si, ora ricordo... e così voi pensate al futuro dei bambini? Facendoli crescere qui? Riuscite a dormire serena, sapendo che in qualsiasi momento può avvenire un bombardamento? Che razza di donna siete? Così li proteggete? Qui i bambini muoiono, mentre a Canabias vivono e crescono sani e forti. Con valori veri.”
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Clio lasciò il locale e uscì fuori nel cortile, diretta al suo alloggio.
E mentre camminava udì qualcosa. Una strana melodia, bassa e malinconica. Era il suono di un'armonica. Proveniva da un angolo buio del cortile. |
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