Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 30-04-2018 00.10.18

Stavo impazzendo, perdendo completamente il controllo.
Non sentivo più niente intorno a me, né la brezza della sera, né il canto degli uccelli, né tantomeno il fruscio degli alberi attorno alla casa.
Sentivo solo le loro lingue su di me, il mio corpo che bruciava sempre di più, i loro capelli sotto le mie mani, quei leggeri gemiti soffocati che provenivano dalle loro bocche insaziabili, e i miei che alti e incontrollati riempivano il silenzio notturno.
Ero in una meravigliosa estasi, un crescendo continuo, un piacere così forte da essere quasi insopportabile.
Spalancai gli occhi quando Aegos si tolse da me, abbassando lo sguardo eccitato e folle su di lui, che prontamente si rialzò.
Quanto era bello, dannazione, era davvero meravigliosamente bello.
Mi allontanò brutalmente da Icarius, gettandomi contro un albero, a cui istintivamente mi aggrappai con le mani.
Sentivo il suo corpo dietro di me, la sua virilità che mi reclamava, la sua presenza che incombeva su di me, la sua mano che teneva ferma la mia nuca.
Poi quelle parole mi eccitarono ancora di più, facendomi letteralmente impazzire.
Voltai la testa, o almeno, ci provai visto che lui mi teneva ferma per la nuca.
"Oh si.." mostrandogli la lingua, vogliosa e lasciva, prima di voltarmi nuovamente verso l'albero.
Eppure, non aveva considerato i miei ordini, e la cosa non andava bene, ma proprio per niente!
"Icarius!" lo chiamai, gemendo "Vieni qui, piccolo..." facendogli cenno con la mano di avvicinarsi.
Lo volevo vicino, volevo farlo mio, sentirlo gridare, vederlo morire di piacere, volevo trascinarlo nell'oscurità lasciva del mio mondo.
Oh, e io sapevo che quella meraviglia di ragazzo non aspettava né desiderava altro.
Sapevo che mi apparteneva, che si sarebbe perso in me.
Oh si...
"Vieni qui..." ripetei, sempre più eccitata e fuori di me.

Dacey Starklan 30-04-2018 00.16.33

Ero crescita udendo storie di fantastiche creature, frutto del folklore popolare ma mai vi avevo creduto fino a quando dinanzi ai miei occhi avevano preso a manifestarsi delle figure biancastre, dai contorni sfumati, le movenze fluttuanti e eteree.
Quelli che tutti avrebbero chiamato fantasmi per me erano semplicemente delle anime.
Non qualcosa di cui aver paura ma delle presenze che accompagnavano la mia vita.
Avevo provato a parlarne alla mia famiglia e come risultato ero stata spedita da zia Mildred per calmare i miei nervi.
Eppure neanche un giorno dal mio ritorno a casa ecco di nuovo una figura che mi si palesava
Compresi, nel vederlo con uno strumento in mano, chi fosse l’artefice della melodia e perché questa mi avesse tanto attirato.

“ Questa vivente ha fin troppi pensieri per la testa che le impediscono di lasciarsi andare a Morfeo.”

Risposi alla sconosciuta figura, avvicinandomi di più


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Guisgard 30-04-2018 00.21.33

Pompilio annuì ad Altea e tornò a dormire.
Anche la dama fece lo stesso, coricandosi, sperando che la notte trascorresse in fretta.
Ma sembrava non esserci pace.
Pochi istanti dopo, infatti, Altea cominciò a sentire rumori, voci, risate.
In breve si formò tanta confusione proveniente dall'esterno del suo palazzo.



Elv restò nudo davanti a Gwen, guardandola mentre si spogliava e mostrava finalmente tutto il suo corpo bianco e perfetto.
Lei sentiva lo sguardo di lui, carico di desiderio, su tutto il suo corpo, notando come quella visione lo eccitasse ancora di più.
Allora Elv si avvicinò e si stese sopra di lei, facendole sentire tutto il suo corpo vigoroso contro il suo.
Le loro forme, le loro fattezze cominciarono a combaciare perfettamente e l'uno poteva sentire ogni piega e tratto di lei e viceversa.
Allora un caldo bacio li unì, con Elv che si strinse sopra il corpo nudo di Gwen.



La figura restava immobile, celata nella vaga oscurità della notte, confondendosi nei giochi di chiaro scuro tra il buio ed il pallore lunare, vago e lontano.
“Allora” disse a Dacey con una voce indefinita “anche i viventi soffrono le inquietudini del mondo... perchè sei venuta qui? Per la mia musica? O forse era solo un motivo per fuggire via?”

Lady Gwen 30-04-2018 00.26.43

Accennai un sorriso malizioso nel vedere come il guardarmi lo eccitasse ancora di più.
Poi, si stese su di me e sentii i nostri corpi combaciare perfettamente, come se fossero stati creati apposta per stare insieme.
Sentivo ogni tratto del suo corpo e lui sentiva ogni forma e ogni curva del mio, era una sensazione unica.
Quando mi baciò, lo strinsi forte a me, volendolo sentire ancora più vicino, ancora più mio.

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Altea 30-04-2018 00.28.27

Mi voltai stiracchiandomi per dormire ma non riuscivo..stavolta udii delle risate, urla e via dicendo.."Ma che succede stasera, ovvia? Possibile non si può riposare?" indossai una sottoveste e un mantello per coprirmi e uscii in giardino per capire da dove proveniva quel tafferuglio, odiavo essere svegliata mentre dormivo.

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Guisgard 30-04-2018 00.41.16

Quel bacio, i loro corpi stretti, l'uno sull'altro.
Un intreccio di labbra, di mani e di braccia, rotolando l'uno sull'altra fra le lenzuola.
“Ti amo...” disse Elv baciando Gwen, continuando ad assaporarne la bocca, a sentire il profumo del suo corpo, così diverso da quello delle donne comuni, stringendola a sé ed avvertendo la sua pelle liscia e levigata come porcellana a contatto dei suoi muscoli.
Allora finalmente si unirono, l'uno nell'altra, guardandosi negli occhi per un breve istante ed infine sospirando, gemendo a lungo.
Fu una sensazione unica, meravigliosa, con lui che penetrava in lei, nel suo mondo oscuro e sensuale e la vampira che a sua volta lo avvolgeva, facendolo suo e rubandolo alla luce della mortalità e perdendosi insieme in quell'abisso di mistero ed eccitazione.



Altea raggiunse il giardino, ma la confusione veniva da fuori.
Gli schiamazzi e le voci erano esterne al palazzo.
Arrivò anche Pompilio, attirato da quel casino.
“Madama...” disse “... cosa accade?”

Altea 30-04-2018 00.46.41

Il rumore non proveniva dal mio giardino, ma non capivo da dove.
Ad un tratto arrivò pure Pompilio e sentii qualcosa nelle mie anche e rimasi sbigottita..era Volpe Ambrata...il nobile fantasma me la aveva restituita.
Ero felice, quella spada era preziosa e mi serviva per palesare la sua causa.
"Pompilio, non è che stanno uccidendo qualcuno ma sento risate...andiamo a vedere" prendendo una torcia e facendo segno all' uomo di seguirmi lungo la stradina.."Speriamo non sia nulla di grave, con i soldati del Maresciallo in giro" sottovoce e rendendomi conto delle mie vesti molto succinte.

Lady Gwen 30-04-2018 00.49.18

Guardavo la luce nei suoi occhi.
Quella luce così devota, innamorata, diversa da quella che aveva nel momento in cui aveva cercato di scappare da me.
Quell'immagine non l'avrei mai dimenticata, anche se ora la felicità e la fortuna sembravano aver bussato alla mia porta.
"Anche io... Ti amo anch'io..." sussurrai, trovando lo spazio fra un bacio e l'altro.
Poi, ci unimmo.
Gememmo insieme, un gemito lungo e soddisfatto.
Lui si perse nell'oscurità in cui poco a poco lo stavo conducendo, accompagnandolo per mano ed io, almeno ora, mi lasciai travolgere ed illuminare dalla sua luce e dalla vita.
Era una sensazione che non provavo da millenni ed era... Bella, piacevole, gradevole.
Prendevo tutta la sua luce e la facevo mia, come lui mi faceva sua, con ardore e passione, ci perdevamo l'uno nell'altra ricercando il piacere in ogni movimento, ogni sguardo ed ogni bacio.

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Guisgard 30-04-2018 01.10.46

“Ma facciamo attenzione, madama...” disse Pompilio ad Altea.
Aprì lo spioncino quel tanto che basta per sbirciare fuori.
Vide così uomini armati ed a cavallo che ridevano e parlavano ad alta voce.
Erano i soldati del Maresciallo.



Erano stretti l'uno all'altra, amandosi fra quelle lenzuola calde, intrise dell'odore dei loro corpi, tra gemiti soffusi, carezze sensuali e quell'amplesso travolgente.
Gwen, nuda ed accaldata, sembrava danzare sul corpo di Elv, strusciando sui suoi muscoli, quasi graffiando la sua pelle nuda con le unghie.
Quel gioco durò a lungo, di posizione in posizione, con la bella vampira che testò l'ardore ed il vigore di quell'uomo, mettendola alla prova, ma domata e sfinita dal suo impeto, dal suo penetrare forte in lei, infaticabile, profondo, tra il suo sudore e le grida di piacere di lei.
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Altea 30-04-2018 01.15.32

Annuii a Pompilio e lui guardò dallo spioncino e alle sue parole sussultai "Lo avevo detto io...e ora...presto..tornate in casa, non voglio vi vedano, pure voi passereste dei guai, entrate, io ascolto cosa si stanno dicendo" nascondendomi dietro una siepe per ascoltare.


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