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Guisgard: mai sottovalutare la forza di una donna....e soprattutto se le donne sono 3!!!:D:D
Non vorrei entrare in ot ma solo per specificare che non intendevo menzionare le pecche di roma imperiale in modo generico, ma il mio pensiero era indirizzato ad alcune credenze in particolare, come sopra citate. Nulla togliere che il vostro concetto, in generale, è assolutamente corretto e io condivido;) |
Sottovalutare tre dame come voi? :eek:
E' un errore che non farei mai, milady :smile_lol: Quanto a Roma antica: aveva compreso perfettamente il vostro intervento, milady :smile: |
oh, scusate... solo ora mi sono accorta del verdetto! :smile_lol:
beh... hip hip urrà alle dame di Camelot, allora!! :misc_proposetoast: @Guisgard potete ben dirlo, sir... altro che Taddeo!! ;) |
Accadde che dopo le grandi vittorie a Nord contro i Galli e poi a Sud contro le altre ricche città di Magna Grecia, l’impero ambisse a far suoi gli usi e la cultura dei popoli appena soggiogati.
Una principessa etrusca, Aelia Mesa, nota per la sua bellezza e la sua ricchezza, fu al centro dei desideri di molti patrizi. La donna però, che sembrava rifuggire l’amore per la poca stima che nutriva negli uomini, aveva rinchiuso il suo futuro in un antico enigma. Solo chi fosse riuscito a risolvere tale arcano avrebbe potuto vincere la mano della bellissima principessa. Molti grandi, da tutte le parti dell’impero e del Mediterraneo Ellenistico, giunsero in Italia per tentare di risolvere l’oscuro enigma e guadagnare la mano dell’ambita Aelia Mesa. Ma tutti fallirono miseramente. Un giorno, nel sontuoso palazzo di Aelia giunse un generale, Marco Vinicio Andreiano, accompagnato dal suo legato, Mario Ulpio Severiano, e dal suo luogotenente, Amellino Lubitore. L’uomo si presentò alla principessa deciso a risolvere l’enigma. E solo vedendola da vicino egli finalmente comprese il motivo per il quale tanti grandi guerrieri, principi e sovrani avevano tentato la sorte per la sua mano. La donna si presentò ai suoi ospiti e subito sottopose Vinicio Andreiano al quesito. Chiamate dalla loro padrona tre ancelle si presentarono, recitando ciascuna alcuni versi. PRIMA ANCELLA: “Ascolta bene ciò che diremo noi tre in coro, perché ogni parola avrà valore quanto l’oro!” SECONDA ANCELLA: “Questa rappresentazione avviene senza falsità, ma solo con la più pregevole, assoluta artificiosità!” TERZA ANCELLA: “Ogni gesto fatto e parola detta tanto vale, tutto ciò che vedi e senti ha qualcosa di plateale!” E recitati questi versi, salutando la loro padrona, le tre uscirono dalla sala. “Qual è quella cosa di cui parlano le tre ancelle nei loro versi?” Chiese sorridendo Aelia. Vinicio Andreiano rimase in silenzio alcuni istanti, per poi, tra lo stupore generale, rispondere a quel quesito. Aelia restò colpita, come lo era stata dal fascino, dall’arguzia del militare e dopo un attimo di silenzio, si proclamò vinta. Andreiano aveva risolto l’arcano e vinto l’ambita mano della bella principessa. http://farm3.static.flickr.com/2017/...140b532304.jpg E voi, valenti cavalieri e nobili dame, sapreste rispondere al quesito di Aelia? |
E' forse il teatro?
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:neutral_think: devo ammettere che mi avete messo in crisi, Sir Guisgard, con questo indovinello..un indizio ce lo concedete?
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Lady Llamrei, vi concederei con gioia l'indizio che chiedete, ma temo sia ormai inutile visto che la nostra lady Gaynor ha risposto esattamente, svelando l'arcano di Aelia :smile_lol:
Infatti la risposta giusta è proprio il teatro! I miei complimenti, lady Gaynor :smile_clap: |
Citazione:
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Sinceramente pensavo di aver sbagliato perchè mi era venuta troppo facile la risposta... leggendo le parole "coro, artificiosità, gesto, parole e plateale" ho pensato subito al teatro...
Ad ogni buon conto, Sir Guisgard, da uno che le parole se le mangia a colazione tipo bignè alla crema e che le lodi le tesse più finemente di quanto non facesse Penelope con la tela, mi sarei aspettata più che un semplice "Complimenti Lady Gaynor" :rolleyes: @Llamrei, mia cara, secondo me il motivo per cui voi non avete subito risolto l'enigma ed io si è che la mia mente lavora in modo molto più semplice della vostra. In genere quando si legge un enigma si è subito portati a scervellarsi per trovare una risposta che si crede difficile. Invece il mio cervello lavora come quello dei bambini, legge e associa :D |
Citazione:
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Oh, caspita!! Lady Gaynor siete un portento... :smile_clap::smile_clap:
Quanto alla vostra mente... beh, più che semplice, io la definirei arguta! :smile_lol: Insomma... io non mi sminuirei tanto, se avessi risolto un enigma prima ancora che sir Guisgard avesse finito di scriverlo, no? ;) Llamrei... direi che questa volta il giro di succo d'arancia e ombrellini è decisamente a carico di lady Gaynor!! :D |
Citazione:
Milady, in verità sono i draghi, gli orchi, gli eretici e altra roba del genere che mangio a colazione (un giorno mi deciderò a scrivere il manuale del "Perfetto cavaliere"!!!) ... :laughing_lol1: Riguardo alle lodi, beh, credo che voi ne meritiate davvero tante e, a quanto leggo, le altre dame non sono state affatto avare nei vostri confronti :smile_lol: Quanto a me, riformulerò il mio commento alla vostra arguzia... "milady, Atena stessa si è incarnata in voi... al vostro cospetto la mitica Arianna è poco più che una liceale... in voi si mischiano sapientemente le virtù di Medea e quelle di Alcina, Circe fu senza dubbio vostra discepola ed anche la fata Morgana invidia il vostro intuito!" :smile_clap: Può bastare? :neutral_think: |
Citazione:
@Lady Talia, Lady Llamrei, prego, servitevi pure... anzi, visto che i bicchieri son tanti chiamiamo pure le altre dame di Camelot per una bella bevuta tra donne ;) http://1.bp.blogspot.com/_eOwduYeW9T...brellas_xl.jpg |
@Gaynor
siiii, che bello! Una bella bevuta tra donne... grazie, cara! :smile_lol: Ecco... io prendo quello lì subito in secondo piano! Sì, quello con i due ombrellini arancioni! Proprio quello con due ombrelli! :D Sono sempre la solita!! :rolleyes: :p |
Fu al tempo della spedizione veneziana contro la flotta turca che risale questa storia.
La flotta della Serenissima richiese i servigi dei più grandi cavalieri d’Europa per questa impresa e fu così che io ed i miei compagni ci ritrovammo in quell’epico scontro. Ma la battaglia durò poco e le nostre milizie furono presto sconfitte dalle armate del sultano. Molti dei nostri caddero in battaglia, altri invece furono torturati e lasciati morire di stenti. La mia sorte fu più fortunata, se la prigionia presso quel popolo infedele può definirsi tale. Ma fu grazie alla mia qualità di oratore che entrai, per Grazia Divina, nelle simpatie del sultano. Questi ogni giorno mi chiedeva storie e racconti sulla mia terra e su qualcuna delle mie imprese. Certo non potevo lamentarmi: ero di fatto libero di andare in giro per il palazzo, di mangiare cibi squisiti ed esotici. Quindi il mio soggiorno ad Istanbul era tutt’altro che sgradevole. E nei pomeriggi in cui il sultano non chiedeva di vedermi, andavo spesso presso il suo harem, fissando qualcuna di quelle finestre, dalle quali si potevano ammirare le bellissime donne, tra mogli, concubine ed odalische, che allietavano i giorni e soprattutto le notti del sultano. Ed un giorno, durante una di queste mie passeggiate presso l’harem, la vidi. Era bellissima. Avrà avuto forse poco più di 24 anni. La pelle come ceramica, i capelli come una meravigliosa notte senza luna e due occhi simili al cristallo più puro. Fissava dalla finestra il mare e una perenne malinconia solcava, come una nave senza rotta, il suo meraviglioso volto. Strinsi amicizia con uno degli eunuchi del sultano e riuscii a conoscere il nome di quella bellissima ragazza: Armelia. Ed ogni giorno, passando davanti alle finestre dell’harem, la trovavo lì, a fissare quel mare sterminato. Presto però, il sultano richiese i miei servigi. Gli narrai allora delle mie gesta sotto le mura della mitica Nolia e di come il mio valore, insieme a quello dei miei compagni, portò alla caduta di quella città che sembrava imprendibile. “Sei astuto e valoroso, Cristiano!” Mi disse il sultano. “Ma oggi ho comprato uno schiavo proveniente dal lontano Oriente. Egli è forse l’essere più arguto che io abbia mai visto! E su questo, il Profeta stesso mi sia testimone!” Io annuì divertito. “Non mi credi dunque, Cristiano?” “Mio signore…” risposi sorridendo “… di certo egli sarà il più arguto fra i vostri servitori ed eunuchi, ma dubito che la sua sapienza potrebbe superare quella di un latino, per di più Cristiano!” “Allora, Cristiano, la tua insolenza merita una prova…” replicò il sultano “… lo sfiderai, ma se ne uscirai sconfitto io avrò la tua testa!” “E se invece dovessi vincere io?” “Allora ti renderò la libertà!” “E quel tuo servo?” “In quel caso mozzerò la sua di testa!” “Io accetterò la sfida, mio signore, ma ad un patto… se sarò io a vincere voglio una delle vostre ancelle… a mia scelta! Se siete certo di voi, visto il giuramento sul Profeta, non mi rifiuterete questa proposta…” “E sia, Cristiano! Chiamate lo schiavo indiano!” Ordinò il sultano. Un attimo dopo il servo del sultano entrò e formulò un arcano: “A questa cosa metti presto mano, o il tutto, si, resterà fatalmente vano! Non rivoltare tutto ciò che senti e vedi, ma usalo per bene o niente resterà in piedi! Avanti, forza, affrontami, non esitare! Ti sfido io! Non aver tu paura e dammi la risposta, amico mio!” Ascoltai con attenzione e dopo alcuni istanti risposi all’enigma di quello schiavo. La mia risposta fece così perdere la testa all’indiano e riscattò la mia libertà e quella della bellissima Armelia. Ed insieme lasciammo la corte del sultano, per ritornare nelle mie terre. http://img.listal.com/image/1676963/500full.jpg E voi, nobili cavalieri e graziose dame, sapreste rispondere all’arcano del servitore indiano? |
:neutral_think: questa volta sto proprio brancolando nel buio...
L'unica cosa che mi è venuta in mente, così di getto, è che la soluzione potrebbe riferirsi ad un concetto astratto... tipo l'acume, l'ingegno al quale si deve 'metter mano' affinché tutto non resti vano e grazie al quale non occorre rivoltare tutto ciò che si percepisce ma va usato bene altrimenti 'niente resterà in piedi'... :confused_nervous_sh |
Io sono in alto mare... Un indizio? :neutral_think:
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L'intelletto... il cervello? :confused: :neutral_think:
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Mi spiace, siete tutti fuori strada :naughty:
Eppure io al cospetto del sultano ho indovinato abbastanza presto (ma del resto avevo il compito di liberare la bella Armerlia ;))! Vabbè, vi aiuterò con un indizio... :neutral_think: Allora, la soluzione dell'arcano si riferisce ad un oggetto materiale, non astratto. Rileggete con attenzione ogni verso. In ognuno vi è un indizio che può portarvi a riconoscere quell'oggetto. Un oggetto molto in voga durante il periodo in cui è ambientato il racconto. Ma anche oggi del resto. Specie in questo periodo (e ho detto anche troppo...) :smile_lol: |
Che sia un guanto?
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Ma siete un portento, milady :smile_lol:
Anche stavolta avete fatto centro! Neanche Arianna poteva vantare le vostre risorse! Complimenti ancora una volta, lady Gaynor: il guanto era l'oggetto celato nell'arcano del servo indiano :smile_clap: |
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Ad ogni modo, sono contenta di aver risolto l'arcano :smile: |
:eek: Oh, caspita!!
Lady Gaynor... siete inarrivabile!! ;) :smile_clap::smile_clap::smile_clap: |
Non mi accingo nemmeno a tentar di risolvere l'arcano con lady gaynor nei paraggi: come dimostra ella stessa, ha delle doti a noi nascoste che l'accompagnano alle soluzioni dei vari misteri.
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Un guanto?!? :confused: Non ci sarei mai arrivato.
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Eh, ma prima o poi giungerà qualche celestiale, sensibile e gentile dama che saprà riconoscere le mie virtù... :confused_whistle2: |
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Io darei una rispolverata ai vostri vecchi abiti da guascone, vi stanno meglio! ;) Quanto a milady Gaynor... anche stavolta tanto di cappello, signora... ma con un'avversaria di questo calibro, chi osa più rispondere? :smile: |
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REGISTA: "Ecco... tu allora entri, guardi diritto in faccia il sultano, ascolti l'enigma e dai la risposta esatta! Tutto chiaro, Guis? Appena sei pronto giriamo la scena!" GUISGARD: "Un momento... ma non faccio prima a saltare sul lampadario, tuffarmi su quel telone, disarmare le guardie, uccidere il sultano e liberare la bella di turno?" REGISTA: "Scherzi? Ormai la gente vuole eroi diversi... non va più di moda il tuo fascino da tenebroso romantico e tormentato, animato da drammatici ed insoddisfatti slanci di un romanticismo che è ormai pura metafora di un ideale eroico fine a se stesso, racchiuso in una logica cortese che amplifica un disagio ormai, oserei dire, lancillottiano, però di un tempo indefinito che sfugge alle normali concezioni, evidenziate anche dal Tasso nel suo poema, che racchiudono inesorabilmente l'eroe in una dimensione astratta dove la sua essenza più pura, come raccontava anche Esiodo, sembra svanire in un crepuscolare ed enigmatico orizzonte lontano e..." GUISGARD: "Allora è per questo che le dame preferiscono i tipi rinchiusi nella casa sul lago!!!" |
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Eufebia: Si Llamrei, correrò cosi veloce da rendermi invisibile! Ma ditemi Llamrei, che cosa vi è celato dentro questo involucro? Llamrei: Potrebbe esserci un bell'abito come una lingua avvelenata del drago ucciso da Tristano, oppure un mazzo di margherite appena colte, oppure ancora le budella viscide e appiccicose del serpente marino! Scegli tu se guardare o meno! Qualunque sia il contenuto del pacco sappi che ti accollerai la sua maledizione se cercai di carpire informazioni! Vai ora! E torna per la ricompensa! Ah se penso a cosa sto facendo: un abito nuovo e riccamente rifinito per sir Guisgard...in fondo credo che se la meriti una serata alla Movida del Lago Dorato.;) Ha combattuto valorosamente contro draghi e mostri marini...una breve vacanza lo rilasserà e gli toglierà quell'acidità accumulata dallo strass da combattimento:D Solo una cosa: il cappellino....scompiglierà la sua chioma leonina?:neutral_think: http://www.carnivalsuperstore.it/267...l-medioevo.jpg |
Eh, milady, mi sa che siete un tantino pentita di avermi maltrattato ultimamente... ;)
E sia, accetterò questo gradito dono da parte vostra! E poi quel cappello, detto tra noi, mi fa un granchè comodo, vista l'umidità che c'è stasera nell'aria; così potrò fare tranquillamente il mio solito giro d'ispezione per le strade di Camelot, senza il rischio che per l'umidità mi si increspi la chioma :smile_lol: |
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Milady, come siete dura con me... :(
E sia, grato del bel costume che mi avete donato, ecco a voi tutti un nuovo enigma... :smile_lol: Nigros Vito fu uno dei più grandi pensatori e dotti del suo tempo. Per le sua vasta cultura, che nel tempo ha assunto dei tratti leggendari, e per la sua saggezza fu chiamato dall’Arciduca Taddeo III°, detto il Clemente, come precettore del nipote prediletto e suo successore. Sono diversissimi gli episodi che raccontano la vita di questo straordinario sapiente ed uno di questi è il seguente… Durante uno dei suoi viaggi nel Nord Italia, il filosofo fu ospitato nella città di Piacenza, nel palazzo delle autorità. Qui Nigros discusse con i presenti su quale forma di governo fosse la migliore. I Piacentini, ovviamente, lodavano i liberi comuni, indipendenti dal potere imperiale e da quello della Chiesa. Nigros invece, quasi facendosene beffa, non solo ne evidenziava i limiti, ma con argute dimostrazioni elogiava la perfezione dei regimi aristocratici e monarchici. Non avendo allora modo di controbattere le argomentazioni del filosofo, i Piacentini cercarono di prenderlo in fallo sulle sue stesse conoscenze. Furono allora fatti chiamare tre maestri della prestigiosa scuola di Piacenza, per testare se davvero le conoscenze di Nigros fossero all’altezza della fama del filosofo. I tre maestri allora cominciarono a parlare: I MAESTRO: Omero viene considerato, a ragione, come il più grande poeta mai nato. I suoi poemi sono capolavori senza tempo, che gli antichi quasi venerarono come summe dell’intero sapere. I grandi filologi di Alessandria e di Pergamo studiarono, attraverso questi testi, oltre la poesia e la grammatica, anche la storia e la geografia. Grande merito per la loro conservazione va al tiranno ateniese Pisistrato, che per primo ordinò di mettere per iscritto i poemi omerici. II MAESTRO: Se Omero senza dubbio è il più grande, il tempo degli antichi ci ha dato altri straordinari poeti. Uno di questi fu Virgilio. Egli fu sublime cantore del regime augusteo. Con il suo capolavoro, l’Eneide, Virgilio non solo celebrò Roma attraverso una leggendaria origine, al pari delle città del mondo greco, ma cantò come nessun altro il ruolo dell’imperatore come salvatore della repubblica e del popolo romano. III MAESTRO: Ma non solo i tempi antichi videro grandi poeti. Anche in tempi recenti abbiamo avuto straordinari cantori di versi e rime. E di quest’epoca il primo fra tutti fu senz'altro Dante Alighieri, ben conosciuto come Sommo Poeta. La sua inarrivabile opera fu da lui intitolata Commedia, perché aveva inizio incerto, partendo dagli inferi, ma terminava bene, giungendo in Paradiso, e Divina per la materia trattata. In essa il Sommo Poeta raccoglieva l’intero sapere universale e consegnava alla storia un’opera immortale. Nigros ascoltò con attenzione i tre per poi sorridere. “La popolazione della bella Piacenza” disse “parte di certo svantaggiata in confronto alle genti vicine, visto che non tutti i suoi maestri conoscono bene le dottrine di cui parlano!” Infatti uno dei tre maestri, nelle sue parole, ha riportato una grave inesattezza. Chi fra loro tre, mie belle dame ed arguti cavalieri, è il maestro impreparato? |
Oh, bene...
lungi da me la presunzione di riprendere simili maestri, tuttavia vorrei obbiettare che il sommo Dante non nominò la sua massima opera come Divina Commedia, ma semplicemente come Commedia. L'aggettivo 'Divina' le fu invece assegnato dall'eccelso Boccaccio, suo primo ed insigne commentatore. |
Madamigella Talia dice bene. Aggiungerei che, se i fatti si svolgessero all'epoca della prima edizione del libro con il titolo di "Divina Commedia", i liberi comuni non esisterebbero più da un pezzo ;)
Spero di non aver detto grullerie. |
Lady Talia, i miei complimenti :smile_clap:
Infatti era proprio il terzo maestro ad essere impreparato. Come voi stessa avete detto fu merito di Giovanni Boccaccio l'aver aggiunto al titolo della Commedia (e la spiegazione data dal maestro, in questo caso, era precisa) la parola "Divina". Lady Sakijune, si, l'epoca grosso modo è quella, o poco successiva :smile: Ed infatti il mito dei liberi comuni per diverso tempo echeggiò fra la gente, soprattutto quando si fece più pressante l'interesse di certe grandi monarchie Europee su alcuni territori del nostro Paese. Inoltre, proprio da questo momento in poi, cominciò una vivacissima letteratura riguardante scritti di tipo politico, che tentavano di illustrare, talvolta con utopia, i caratteri e gli aspetti del perfetto governo. |
Non intendevo l'epoca di Boccaccio, ma l'epoca in cui fu stampato il libro con il titolo moderno (1555) :o
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Ah, ok!
Allora avevo capito male, milady :smile: Grosso modo, l'enigma raccontato risalirebbe, più o meno, alla metà del XV secolo. |
Citazione:
Ma non so se merito addirittura l'applauso... sapete, tra il 'mio' Dante e l'eccelso Boccaccio, si potrebbe dire che 'giocavo in casa'! ;) |
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